Il pm. dev`essere p1u dei superboss

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Il pm. dev`essere p1u dei superboss
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18-06-2016
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l:UOMO DELLA RI FORMAANTIMAFIA
«Il. 'pm. dev'essere
p1u
dei superboss»
ERRICO NOVI
D
i solito le commissioni
ministeriali si riunisco­
no una mezza dozzina
di volte, poi il presidente mette
giù una relazione, la invia al
ministro, al più viene audito
una tantum alle Camere e la co­
sa si estingue lì. Ma Nicola
Gratteri non fa il burocrate. Le
"proposte normative" della sua
commissione sulla "lotta, an­
che patrimoniale, alla crimina­
lità organizzata" sono pronte da
oltre un anno e mezzo e non si
dissolvono in un'erudita rela­
zione: l'attuale procuratore di
Catanzaro ne ha fatto un vero e
proprio articolato, una "riforma
pronto uso" del codice Antima­
fia. Continua a fare audizioni in
Parlamento, a sollecitare a ogni
intervista o convegno l'adozio­
ne dei suoi suggerimenti, come
un padre che non abbandona la
sua creatura. Lo fa anche alla
"giornata di studio" organizzata
presso la Cassa forense da Uni­
telma, l'ateneo telematico della
Sapienza. Dove si concede una
battuta sulle fiction alla Gomor-
ra, che «sono il male» della lot­
ta alle mafie. E batte su un tasto
in particolare: «Dobbiamo con­
quistare il consenso di cui oggi
gode la criminalità organizza­
ta».
Si spieghi meglio.
La mafia è ossessionata dal
consenso popolare. Nelle in­
tercettazioni i boss ne parlano
di continuo, si preoccupano di
dare risposte sociali. Se non
seguissero questo schema non
sarebbero mafie.
È la lezione di Diego Gambet­
ta, il sociologo italiano che
'insegna mafia' a Oxford.
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Noi, i magistrati, lo Stato, dob­
biamo avere questa preoccupa­
zione: essere credibili e dare ri­
sposte alla gente comune. Sa
cosa significa?
Lo dica.
Non stare esclusivamente die­
tro ai reati di mafia, perseguire
tutto. Anche i furti e le piccole
truffe. Chi denuncia questi reati
deve avere risposte, perché
quella stessa persona domani
andrà a denunciare un'estorsio­
ne.
Davigo dice che le misure anti­
corruzione varate finora non
servono a niente. Lei dice la
stessa cosa di quelle già messe
in campo contro la criminali­
tà?
Dico che c'è un passaggio chia­
ve: bisogna velocizzare il pro­
cesso. In realtà alcune delle no­
stre proposte sono già state re­
cepite nel ddl di riforma pena­
le, ora all'esame del Senato. Al­
tre andranno a modificare il co­
dice antimafia. C'è una cosa che
considero prioritaria: superare
la norma che impone di ripete­
re l'escussione dei testimoni
in caso di trasferimento di
uno dei giudici del collegio.
Ma così viene negato il prin­
cipio dell'oralità, che è un
cardine del processo.
E invece no, perché tutte le de­
posizioni sarebbero registrate.
Non solo in audio ma anche in
video, in modo che il nuovo
giudice possa riguardare tutto
senza il bisogno di far tornare i testi in aula. Gli avvocati ricordano che
il giudice si fa
un'idea
sull'attendibili-
tà di una deposizione anche
dall'espressione del teste. Con
il video può vedere se il sogget­
to suda o arrossisce.
Perché considera decisivo l'uso
della tecnologia?
Perché la prima causa di pre­
scrizione dei processi è la ripe­
tizione delle prove in caso di
sostituzione del giudice. E per­
ché il processo in videoconfe­
renza potrà essere comunque
usato anche in altri casi in mo­
do da risparmiare ed evitare
evasioni. L'articolo in cui abbia­
mo previsto questo sistema per
tutti i detenuti di alta sicurezza
è entrato appunto nel ddl di ri­
forma penale già a Montecito­
rio. Anche l'avvocato può se­
guire a distanza, con una web
cam, dal suo studio. Mentre
partecipa in video all'udienza
può consultare le sentenze del­
la Cassazione dal pc.
Non sono misure che ledono il
diritto di difesa?
No. Oltre a evitare rischi di fuga
e a risparmiare almeno 70 mi­
lioni l'anno sulle traduzioni
dalle carceri, si otterrebbe un
altro risultato: evitare la con­
centrazione
di 20-30 boss
che seguono
l'udienza
nella stessa
gabbia
e
stringono alleanze.
Non può la­
mentarsi: il
governo ha
seguito una
parte
non
piccola dei
suoi suggeri­
menti.
È così. Gli
inasprimenti
di pena per il
416 bis li ab­
biamo pro­
posti noi. Lo
schema del
voto di scam­
bio politico­
mafioso vie­
ne sempre
dal nostro ar­
ticolato. Nel
codice Anti­
mafia entrerà
anche l'ac­
centramento
a
Palazzo
Chigi
del­
l'agenzia per
le confische.
A guidarla
dovrà essere
un manager,
non un magi­
strato. Spes­
so le aziende
confiscate
falliscono,
perché sono
gestite male.
E così certo
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accresce la
propria credibi­
,ità
A proposito di im­
magine: cosa pensa
di serie tv come Gomorra? Fan­
no il bene o il male della lotta
alla criminalità organizzata?
Il male. A cominciare dal film
Il padrino, il peggior danno
che la cinematografia avvia po­
tuto arrecare in termini di ap­
proccio alla conoscenza della
criminalità mafiosa. Tutto ciò
che è fiction fa male alla lotta
alle mafie. Crea eroi del male,
induce a inneggiare a loro e
qualcuno finisce per seguire
quelle icone.
NICOLA GRATTERI,
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Video-testi,
pro e co1tlro
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1 codice di procedura
penale oggi prevede che
in caso di trasferimento di
uno dei giudici del collegio
si debbano ripetere le
deposizioni dei testi: il
convincimento del
magistrato deve formarsi
attraverso lo svolgimento
naturale del dibattimento.
Tra le proposte della
commissione Gratteri ce
n'è una che prevede invece
la videoregistrazione di
tutte le testimonianze, in
modo che se il giudice
cambia, chi lo sostituisce
dovrà solo guardarsi i
filmati. In questo modo il
presidente del collegio al
processo Mafia Capitale,
Rosanna lanniello,
potrebbe essere nominata
dal Csm nuovo presidente
delTribunale diTerni, come
proposto da una
commissione del
Consiglio, senza che si
debbano ripetere le prove.
Ma la modifica rischia di
stravolgere il modello
processuale accusatorio
introdotto nell'88.
l:alternativa è cercare altri
rimedi per evitare che gli
avvicendamenti tra giudici
avvicinino la prescrizione.
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