PDF delle pagine - Ilaria Mariotto Photography

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PDF delle pagine - Ilaria Mariotto Photography
BITE THE BIT FESTIVAL
27/28 MAGGIO 2011,
REVOLVER CLUB (SAN DONÀ DI PIAVE, VENEZIA)
Parole di: GIOVANNI ROSSI - Foto di: ILARIA MARIOTTO
er una volta, mi piacerebbe poter parlare di qualcosa di diverso. Non le solite scalette, l’impatto frontale dei gruppi, i pezzi migliori e quelli che hanno deluso. Insomma, vorrei evitare
i soliti schemi percorsi da chi assiste ad un concerto e lo deve raccontare a chi non c’era
(peggio per voi!). Vorrei, per una volta, fare qualcosa di diverso. Raccontare del coraggio di un
gruppo di ragazzi, quelli dell’Elektro Kommando, che hanno deciso di investire tempo, risorse economiche (non poche) ed energie (a fiumi) per organizzare uno dei migliori appuntamenti electro
della penisola. È grazie ad organizzazioni come la loro se gli appassionati di questa scena possono
permettersi il lusso di non dover emigrare oltreconfine per assaporare il ruvido calice dell’ebm più
rovente. Stipare nel Revolver di San Donà di Piave i nomi presenti in cartellone non era semplice,
eppure ci sono riusciti e per le poche centinaia di persone accorse non c’è stato un attimo di tregua
nella due giorni di “beat‘n’synth”. Si parte il venerdì sera col warm up targato Colony 5 e Head
Less, ottimamente accompagnati da una selezione dei migliori DJ electro/goth di casa nostra. Il locale restituisce un’acustica pulita, permettendo di gustare la violenza dei ritmi senza sacrificare il
volume necessario per apprezzare i brani mitragliati sull’audience. Riscrivere di quelle dieci ore di
ebm a distanza di tempo è impresa titanica: le emozioni si accavallano, i pezzi si sovrappongono ed
il turbinio del pubblico rapito sotto il palco è un ricordo ancora troppo vivo. Il Sabato, dal primo
brano degli Halo Effect alla chiusura dei Project Pitchfork, sembra di assistere ad un rituale iniziatico, dove officianti e adepti uniscono le proprie energie senza sosta. L’ebm dei nostri Halo Effect
apre le danze poco prima delle 18: il quartetto scalda il pubblico con un repertorio diretto, ortodosso, perfettamente in linea con la voglia di ritmo che palpita tra le pareti del Revolver. La loro cover
di ‘Radioactivity’ dei Kraftwerk è uno dei brani più acclamati dell’intera serata. Poi, il testimone passa agli ungheresi Escalator, act old school dal mood oscuro e pesante, attesissimo dopo una pausa
di oltre 17 anni dall’ultima studio release. Il duo presenta i pezzi dell’ottimo ‘Out Of My Ego’ con una
carica immutata rispetto agli esordi e i brani attuali non hanno nulla da invidiare alle gemme del
P
LEAETHER STRIP
COLONY 5
HALO EFFECT
108
PROJECT PITCHFORK
ESCALATOR
:SPECIALE LIVE 2011:
AUTODAFEH
HEAD LESS
passato. Dopo una prova come questa, con una ‘Biological Countdown’ da annali, resta ancora più
fitto il mistero di come gli Escalator siano rimasti relegati ai margini della scena senza diventare
un nome di riferimento. Con gli svedesi Autodafeh le coordinate della serata virano leggermente
in una direzione più “tranquilla”, con Mika Rossi a guidare le danze gestendo sapientemente un
terzetto che ha scritto pagine importanti della scena elettronica europea. Pur con una presenza on
stage differente, rispetto alla “muscolarità” di chi li ha preceduti, Autodafeh lavorano su ritmiche
avvolgenti e su suoni che toccano le corde emotive del pubblico, impedendo a chiunque di restare
fermo, anche se i battiti al minuto rallentano sensibilmente. I connazionali Spetsnaz dirigono i
suoni su tutt’altro campo, recuperando la violenza primitiva dell’old school più oltranzista (‘Plaything’) ed abbinandola ad una presenza scenica di sicuro impatto. Il pubblico si accende e sotto il
palco si scatenano lampi di mosh, mentre il duo non lesina energie (e la generosità è una piacevole costante della serata). Ciò che più colpisce della loro esibizione è come i brani riescano ancora
a suonare decisamente attuali e coinvolgenti, nonostante il passare degli anni e delle correnti. Prima del gran finale, salgono sul palco i Noisuf-X. Il duo tedesco è granitico, luccicante, rumoroso,
insomma, quanto di meglio si possa chiedere a chi sta navigando la propria carriera sempre sui
crinali dell’elettronica più estrema e moderna. Chi conosce il repertorio (da ‘Antipode’ ad ‘Excessive Exposure’) sa che la potenza del duo non è seconda a nessuno, grazie a hit come ‘Orgasm’.
Con Leaether Strip sale in cattedra uno dei padri dell’electro. Il buon Claus Larsen, supportato live dal compagno Kurt, è imponente, riempie lo stage e regala al pubblico una buona sarabanda di
ritmi presenti e passati, con una finale ‘Sex Dwarf’ sugli scudi. Dopo una lunga pausa, Larsen è
tornato a calcare le scene anche con il side project Klutae (qui richiamati con ‘Desert Storm’), e ne
abbiamo approfittato per scambiare con lui due chiacchiere sullo stato della scena: “Oggi l’ebm è
più viva che mai. Mi capita spesso di essere in giro per l’Europa e avere il privilegio di poter
partecipare a serate come questa. Vedo un pubblico sempre più partecipe e nuovi nomi pronti
a portare avanti la tradizione. L’energia e la carica che si respira in questa scena è impareggiabile. Anche se tra mille difficoltà, sempre meno promoter disposti ad investire, un pubblico che tramite internet ha accesso ad ogni brano gratuitamente, il movimento continua a vivere!” L’act del gigante danese rende chiara a tutti i presenti la percezione dell’importanza di quanto
ha messo in campo. Non dovrebbe essere necessario raccontare chi siano i Project Pitchfork, e
nemmeno quale pesantissima influenza abbiano avuto su una miriade di gruppi tedeschi e non,
electro e non (provate ad ascoltare i primissimi Rammstein!). Il gruppo di Peter Spilles non solo
ha dalla propria un set tra i più ricchi e variegati, ma può anche contare su una resa dal vivo tra le
più originali e memorabili. Non solo musica, ma anche teatro, rappresentazione, immagini che si
fanno suoni. Un tripudio al suono di ‘Alpha Omega’ e ‘Timekiller’. Per questo, quando si spengono
le luci, regnano sensazioni fisiche opposte: l’estatico sfinimento per una maratona impagabile e
l’altruistico dispiacere per chi si è perso un evento del genere. Un evento in cui si ha avuto l’occasione di immergersi in un mondo senza tempo, in cui gli idoli di sempre ti si siedono accanto al
bar per una birra, raccontandoti di come sia bello e appagante continuare a far vibrare la gente.
SPETSNAZ
NOISUF-X
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