Un network chiamato The Bridge
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Un network chiamato The Bridge
Ici Paris di Luca Civelli Un network chiamato The Bridge he Bridge, come il disco che nel 1962 segnò il ritorno sulle scene di Sonny Rollins: si chiama così la nuova rete di scambi musicali tra Francia e Stati Uniti curata dall’etnologo Alexandre Pierrepont; un progetto di collaborazione transatlantica e multiforme, che dopo due inaugurazioni (una in Francia, a Créteil, e l’altra a Chicago) prende il via ufficialmente questo mese. A differenza di Rollins, che nei suoi anni sabbatici fece del ponte di Williamsburg un luogo di studio riservato, il ponte di Pierrepont è una passerella neanche troppo immaginaria su cui quattro coppie di musicisti, due statunitensi e due francesi, dovranno muoversi ogni anno. I musicisti coinvolti sono circa settanta. Quelli statunitensi provengono quasi tutti da Chicago e sono legati a vario titolo all’Aacm o al collettivo Umbrella Music. Prima di ogni traversata, la coppia in questione dovrà scegliere i propri collaboratori sulla sponda opposta dell’Atlantico. Una volta arrivata a destinazione, spetterà ai club e ai festi- val partner ospitare i concerti ma anche garantire spazi per conferenze, seminari, incontri con il pubblico: eventi secondari che si prevede di immortalare (attraverso video, interviste, reportage) «per fornire a lungo termine un’insostituibile documentazione agli appassionati di jazz e musiche improvvisate, ai professionisti del settore, agli studenti di musica e ai ricercatori», riporta il blog del ponte (acrossthebridges.tumblr.com). Tra i partner va menzionato il festival Sons d’Hiver, cellula attiva all’interno del network, che il 23 febbraio scorso ha ospitato la prima inaugurazione del ponte. Peccato però che l’incontro tra il post rock dei Tortoise e un gruppetto di improvvisatori di primo livello (Nicole Mitchell, Jim Baker, J.T. Bates, i giovanissimi Antonin-Tri Hoang, Julien Desprez, Aymeric Avice) sia risultato un po’ monocorde, nonostante sulla carta spiegasse nel dettaglio le trame del network: «Rinforzare i legami tra comunità di musicisti dalle pratiche distinte ma complementari, aprendo nuove linee di circolazione e di vita sociomusicale». Non c’è che dire: Pierrepont e i suoi collaboratori stanno facendo di tutto per rendere la struttura del ponte solida e duratura. Ma tutto questo ha un costo e bisogna ancora fare i conti con la crisi, raccontava l’etnologo sulle pagine del Chicago Tribune. E così, senza l’intervento dell’organizzazione no profit Chicago Sister Cities International, l’inaugurazione statunitense, avvenuta il 26 aprile scorso al Chicago Cultural Center, sarebbe stata impossibile; i francesi prescelti, Stéphane Payen (alto) ed Edward Perraud (batt., perc.), avrebbero fatto un viaggio a vuoto, invece di suonare (e anche registrare) con Fred Jackson e Frank Rosaly, loro omologhi statunitensi. Acqua passata. Questo mese tocca a Michael Zerang e Douglas Ewart attraversare l’Atlantico. Li attendono Joëlle Léandre, Bernard Santacruz e Jean-Luc Cappozzo per una serie di date sparse in giro per la Francia: Tolosa (16), Brest (19), Nantes (23), Tours (25); si attendono conferme da altre città. Incontri e conferenze animati da Pierrepont saranno il complemento ai concerti. Musica Jazz ottobre 2013 corrispondenze.indd 42 20-09-2013 13:59:51