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View Conference 2016, il regista Conrad Vernon presenta
l’irriverente Sausage Party
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27/10/2016
Alla scoperta di uno dei titoli più scorretti dell’anno, che sbarca nelle sale italiane ad Halloween
di Irene Rosignoli 27/10/2016
È lecito realizzare un film d’animazione vietato ai minori? Fino all’uscita di Sausage Party la risposta sarebbe
stata decisamente no. Ma questo piccolo fenomeno in arrivo nei cinema italiani il 31 ottobre potrebbe cambiare
per sempre il mercato dei cartoni animati.
Diretto da Greg Tiernan e Conrad Vernon e costato appena 19 milioni di dollari, Sausage Party racconta la storia
del wurstel Frank e della sua fidanzata, il panino per hot dog Brenda. Come tutti i cibi che vivono sugli scaffali dei
supermercati, anche loro non vedono l’ora di essere scelti da un essere umano per poter consumare finalmente il
loro rapporto. Ma una volta entrati nel mondo reale, scopriranno che ad attenderli c’è un destino ben peggiore di
quello che si erano immaginati…
Insomma, Sausage Party non è sicuramente il tipico film animato e promette volgarità, sesso e violenza senza
alcun limite. Come sia stato possibile realizzare un cartoon con queste premesse e incassare oltre 130 milioni di
dollari ce lo ha raccontato il co-regista Vernon, che abbiamo incontrato in occasione del festival della computer
grafica e degli effetti speciali View Conference.
Come hai conosciuto i tuoi collaboratori Seth Rogen ed Evan Goldberg e cosa ti ha convinto a lavorare con
loro per Sausage Party?
«Io e Seth ci siamo incontrati durante la produzione del cartoon DreamWorks Mostri contro alieni dove lui doppiava
il blob e siamo subito diventati amici. Dopo aver finito quel film, una sera mi ha chiamato dicendomi che aveva
un’idea fantastica da propormi e mi ha invitato a casa sua per parlarne. Lì lui ed Evan mi hanno presentato il film
chiedendomi di dirigerlo, mentre loro avrebbero chiamato tutti i loro amici per realizzare il doppiaggio. Ragionando
mi sono reso conto che non c’era stato un film animato per adulti dagli anni ’80 e che nessuno ne aveva mai fatto
uno in CGI, così ho deciso di accettare questa sfida».
Ci sono mai stati dubbi sul rating del vostro film o è sempre stato vietato ai minori?
«Fin dall’inizio eravamo sicuri di voler fare un film per adulti. A un certo punto della produzione ci hanno chiesto di
abbassare il rating a un PG13, ma abbiamo decisamente rifiutato. Se dovevamo fare un film basato sull’eccesso,
tanto valeva spingersi fino in fondo e non edulcorare proprio niente. Per questo mi è piaciuta particolarmente la
campagna marketing che è stata fatta, perché il trailer lo presenta inizialmente come il solito cartone animato in cui
tutti sono felici e succedono sempre cose belle e solo in un secondo momento c’è il twist scioccante in cui
compaiono violenza e sangue».
Secondo te che effetto avrà il successo del tuo film sul panorama dell’animazione?
«Agli adulti i film d’animazione Pixar o DreamWorks piacciono quanto ai bambini, quindi un mercato per questo tipo
di storie è sempre esistito, ma purtroppo c’è un limite che non possiamo valicare perché qualcuno ha deciso che
cartone animato vuol dire film per famiglie. Io penso che attraverso l’animazione si possa raccontare molto di più e
con il mio film volevo proprio dimostrare che è possibile anche arrivare all’estremo della violenza e della volgarità e
allo stesso tempo avere successo. Per fortuna il pubblico ha risposto bene e ne sono contento. Ciò che spero
adesso è che innanzitutto ispiri nuovi progetti che possano creare nuovi posti di lavoro per artisti talentuosi. E poi
che permetta ai registi di non limitarsi più e di raccontare le storie che vogliono esattamente con le atmosfere e i toni
che hanno immaginato, senza dover per forza addolcire il tutto a misura di bambino se non è ciò che si sentono di
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fare. Non è necessario andare fino all’estremo come abbiamo fatto con Sausage Party, ma è bello sapere che quel
limite è stato superato e che ora almeno teoricamente è possibile ripetere l’esperienza».
Dopo il grande successo ottenuto state pensando a un eventuale sequel?
«In realtà abbiamo pensato a qualche storyline da sviluppare in un possibile seguito fin dall’inizio, perché sapevamo
che il film avrebbe fatto il botto. Ci andremo molto cauti però: spesso con i sequel si rischia di ripetersi oppure di
rovinare il primo e non ce lo possiamo permettere. Per questo, lo realizzeremo soltanto se riusciremo a trovare una
storia davvero spettacolare. Nel frattempo comunque mi sto dedicando ad altri progetti come una serie tv animata
sempre per adulti e una reinterpretazione del film degli anni ’80 Toxic Avenger».
2/2