Conrad Vernon – Sausage Party e l`animazione

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Conrad Vernon – Sausage Party e l`animazione
Conrad Vernon – Sausage Party e l’animazione per adulti
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Emanuele Emma
28/10/2016
In occasione di View Conference abbiamo avuto modo di incontrare Conrad Vernon, regista dell’oltraggioso
Sausage Party – Vita segreta di una salsiccia , in questi giorni nelle sale italiane. Abbiamo parlato del futuro
dell’animazione e dei limiti che spesso chi lavora in questo mondo si auto-impone. Ma basta preamboli, scendete di
qualche riga e avrete tutte le risposte (ma anche le domande) che state cercando.
D: Per prima cosa devo dire che mi spiace molto che la lingua
italiana non preveda un gioco di parole universale come quello
usato per il titolo per descrivere una “festa per soli uomini”; detto
questo, quanti problemi avete avuto nel proporre un film
d’animazione che tratta tematiche adulte?
R: Guarda, proprio ieri sera ero a cena con un gentleman italiano e mi ha
detto che la traduzione letterale è “festa di salsicce”, sarebbe carino se
questa diventasse di uso comune, avremmo coniato un nuovo modo di
dire! Il titolo è stato studiato da Evan Goldberg e abbiamo discusso
parecchio se fosse necessario modificarlo, pensando anche ad un
Sausage Quest come possibile alternativa, ma il doppio senso si
adattava perfettamente allo spirito del film ed era molto più ironico e
l’abbiamo mantenuto. Le tematiche del film, oltre che alcune scene con
una forte connotazione sessuale (a volerci andare piano), non ci hanno
certo aiutato nel proporlo ai vari studi e per tre anni abbiamo solo ricevuto
porte in faccia e risate; noi però non abbiamo mollato di un centimetro
rimanendo coerenti con il nostro progetto e alla fine ce l’abbiamo fatta!
D: Avete pensato ad un eventuale sequel del film?
R: Ci abbiamo pensato, abbiamo ipotizzato un paio di eventuali storie, mentre stavamo sviluppando il film però ne
eravamo sempre più orgogliosi e non volevamo rovinarlo con un sequel sottotono. Spesso i seguiti sono un more
of the same senza cuore e noi non vogliamo che succeda con un prodotto nel quale abbiamo riversato tutti i nostri
sforzi. Quando, e soprattutto se, avremo delle idee all’altezza ne riparleremo, ma ad ora Sausage Party rimarrà un
film unico.
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D: Quanto senti che questo film abbia cambiato il modo di pensare e
concepire i film d’animazione?
R: Io voglio alzare sempre di più l’asticella dei film d’animazione. I genitori, ad
esempio, adorano i film Disney e Pixar; pur essendo un prodotto nato e
pensato per i loro figli, mancava però un passo in più che avrei sempre voluto
compiere. Quando mi è stato proposto Sausage Party ho capito che il momento
era arrivato, che era la mia possibilità di sfondare la porta e portare
l’animazione direttamente agli adulti. Il mercato è pronto, solo che la gente
non riesce ad accorgersene! Speriamo di poter diventare dei precursori non
necessariamente di film VM 18, ma anche VM 13 e in grado di raccontare
diversi tipi di storie che si rivolgano ad un pubblico sempre più vasto. In questo
modo ci sarebbe anche la possibilità per creare nuovi posti di lavoro per i vari
talenti emergenti.
D: C’è una forte contrapposizione tra il cinema e la televisione: se nella
seconda si osa di più, nel primo – forse inconsciamente dato il pubblico di
famiglie – si lavora più con il freno a mano tirato, sei d’accordo con
questo pensiero?
R: In parte sì, ma noi avevamo ben chiaro in mente fin dall’inizio a quale pubblico volessimo rivolgerci e dove.
L’essere “adulto” è IL cardine del film, non potevamo annacquarlo rendendolo anche solo un VM 13, volevamo
gridare “Guardate come potete andare oltre e contemporaneamente avere successo!”. Abbiamo shockato il
pubblico? Perfetto, questo era il nostro scopo ed è chiaro fin dal trailer, che parte come un classico film Pixar
colorato per cambiare registro trasformandosi in un horror! Questo era il twist che stavamo cercando e siamo sicuri
di aver lavorato bene per far arrivare il nostro messaggio.
D: Come hai conosciuto Evan Goldberg e come avete iniziato a lavorare insieme?
R: Ci siamo conosciuti sul set di Mostri contro Alieni diventando immediatamente ottimi amici. Un giorno, mentre
stavo guidando per tornare a casa, ricevo una telefonata da lui, aveva un progetto da propormi; una volta arrivato a
casa sua e dopo aver fumato un po’ mi chiese se avessi mai pensato alla realizzazione di un film VM 18
completamente in animazione 3D. In tecnica tradizionale ne esistono parecchi, basti pensare a Heavy Metal o a
South Park, ma non erano nulla di paragonabile a quello che aveva in mente lui. Ho amato il progetto e sono
saltato subito a bordo trascinando con me un mio carissimo amico, Greg Tiernan, che ha uno studio a Vancouver in
Canada. Il resto… Beh, quello lo sapete già!
D: Oltre che un animatore sei anche un doppiatore: come si contaminano, se lo fanno, i due ruoli?
A: Io nasco animatore, doppiatore lo sono diventato e continuo ad esserlo per puro caso. Quando stavo lavorando
sugli storyboard del primo Shrek ho scritto ed animato la scena dove l’Omino di Pan di Zenzero canta: ovviamente
ho dovuto/voluto realizzarla il più possibile simile al risultato finale e allora l’ho cantata io stesso. Ai produttori è
piaciuta moltissimo e, dopo aver cercato invano tra i cantanti qualcuno che riuscisse a imitare la mia voce, sono
tornati da me! La mia “carriera” è partita da lì, poi ho lavorato anche a Madagascar e anche in Sausage Party ho
doppiato qualche personaggio – una lattina di birra e la carta igienica – ma fondamentalmente rimango un
animatore e i due ruoli non si contaminano minimamente.
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D: Quali sono i tuoi prossimi progetti?
R: Per ora sto aiutando Sony nella realizzazione del film sugli
Emoji, ma ho in mente un progetto chiamato Amberville: è
quasi pronto, sarà come I Soprano, ma con degli orsetti di
peluche. Pupazzi che si drogano, che si accoltellano… Vedrete,
farà ridere per i personaggi che sono finti, ma sarà sempre
adulto nel cuore. In realtà il mio sogno proibito sarebbe
realizzare qualcosa sul Toxic Avenger della Troma, lo sto reimmaginando proprio in questi giorni. Non un sequel o un
reboot, sarebbe sacrilego visto il film di cui stiamo parlando,
solo riprendere il personaggio per farne qualcosa di nuovo.
3/3