10.12.2013 Pom-Def

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10.12.2013 Pom-Def
Regione Molise
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Resoconti Consiliari
REGIONE MOLISE
RESOCONTO INTEGRALE DEFINITIVO
≈≈≈≈≈≈≈≈
XI LEGISLATURA – SEDUTA DEL 10/12/2013 MONOTEMATICA
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE NIRO
INDI
DEL VICEPRESIDENTE DI PIETRO
Indice
Atto n. 245 – APERTURA DELLA SEDUTA. ISCRIZIONE DI NUOVO ARGOMENTO ALL’ORDINE DEL
GIORNO DEI LAVORI DELL’ASSEMBLEA. APPROVAZIONE. ........................................................................... 3
PRESIDENTE............................................................................................................................................................ 3
Atto n. 246 – ORDINE DEL GIORNO CONCERNENTE LA “SALVAGUARDIA DEI DIRITTI
DELL’INFANZIA E DELL’ADOLESCENZA NELLE REGIONI ITALIANE” - APPROVAZIONE. ..................... 7
PRESIDENTE............................................................................................................................................................ 7
CONSIGLIERE FUSCO PERRELLA....................................................................................................................... 7
PRESIDENTE.......................................................................................................................................................... 14
CONSIGLIERE LATTANZIO ................................................................................................................................ 14
VICEPRESIDENTE DI PIETRO ............................................................................................................................ 23
CONSIGLIERE MANZO ........................................................................................................................................ 23
CONSIGLIERE MANZO ........................................................................................................................................ 25
PRESIDENTE.......................................................................................................................................................... 27
CONSIGLIERE IOFFREDI..................................................................................................................................... 27
PRESIDENTE.......................................................................................................................................................... 29
CONSIGLIERE DI NUNZIO .................................................................................................................................. 29
CONSIGLIERE DI NUNZIO .................................................................................................................................. 31
PRESIDENTE.......................................................................................................................................................... 32
CONSIGLIERE FEDERICO ................................................................................................................................... 32
PRESIDENTE.......................................................................................................................................................... 34
CONSIGLIERE PARPIGLIA .................................................................................................................................. 34
PRESIDENTE.......................................................................................................................................................... 35
ASSESSORE PETRAROIA .................................................................................................................................... 35
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ASSESSORE PETRAROIA .................................................................................................................................... 39
PRESIDENTE.......................................................................................................................................................... 43
Atto n. 247 – MINUTO DI RACCOGLIMENTO IN MEMORIA DI NELSON MANDELA, RECENTEMENTE
SCOMPARSO. CHIUSURA DELLA SEDUTA. ........................................................................................................ 44
PRESIDENTE.......................................................................................................................................................... 44
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XI LEGISLATURA
SEDUTA DEL 10/12/2013_MONOTEMATICA
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE NIRO
- Ore 16:36 –
APERTURA DELLA SEDUTA. ISCRIZIONE DI NUOVO ARGOMENTO ALL’ORDINE DEL
GIORNO DEI LAVORI DELL’ASSEMBLEA. APPROVAZIONE.
PRESIDENTE
Allora, iniziamo. È pervenuto un ordine del giorno, firmato da tutti i Consiglieri - ovviamente da coloro i
quali erano presenti in quel momento - di cui si stanno predisponendo le copie per l'Aula.
Iniziamo questa seduta pomeridiana monotematica, il cui argomento riguarda i Diritti dell'Infanzia e
dell'Adolescenza nelle Regioni.
Ha comunicato l'assenza il Consigliere Ciocca, ha comunicato l'assenza l'Assessore Scarabeo, per cui
iniziamo la seduta.
Prima dell’apertura della seduta, giusto qualche precisazione per chiarire quanto detto, in conclusione
della seduta Consiglio di questa mattina, in quanto ci sono stati dei rilievi su possibili presenze in Aula
nella seduta del pomeriggio. Lo voglio ribadire affinché risulti agli atti, ma è stato chiarito anche dal
Presidente facente funzioni in quel momento, il Presidente Di Pietro.
Le sedute monotematiche di Consiglio Regionale non prevedono partecipazioni esterne ai Consiglieri
Regionali. Peraltro, nelle mie comunicazioni ho detto che sarebbe stata distribuita la relazione afferente
l'argomento oggetto della seduta pomeridiana da parte del Tutore dei Minori. Quindi, credo che sia in
distribuzione la relazione del Tutore dei minori, ripeto afferente l'oggetto della discussione che andremo
ad affrontare fra qualche attimo, si tratta di cosa ben diversa dalla relazione finale del Tutore dei Minori,
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che concerne tutta l’attività del Tutore svolta nel corso dell’anno (non un singolo argomento) e che sarà
trattata in apposita sede.
Quindi, mi accingo a fare solo una breve relazione rispetto alla richiesta pervenuta, per quanto attiene
l'oggetto della trattazione.
Voglio soltanto ricordare che Save the Children - cioè Salva i Bambini - è un'associazione ONLUS che
anima ed è braccio operativo delle attività rivolte alla tutela dei minori nel mondo, e ad essa va attribuita
anche la paternità di questa iniziativa.
Ringrazio tutti, ovviamente. Arianna Saulini, responsabile del Gruppo di Lavoro che svolge azione di
monitoraggio sull'attuazione della convezione sui Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza, e che ci ha
offerto la sua preziosa collaborazione; a questo si aggancia la relazione di quest’oggi del Tutore Pubblico
del Minori del Molise, l'Avvocato Erminia Gatti, che io ringrazio per la puntuale trasmissione della
relazione.
Il Consiglio monotematico di oggi, quindi, scaturisce dalla decisione assunta dalla Conferenza dei
Presidenti dei Consigli Regionali e delle Assemblee Legislative il 3 ottobre del 2013, in occasione delle
celebrazioni tenutesi ad Assisi, di accogliere la proposta dell'associazione Save the Children, e di
organizzare una giornata dedicata ai Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza.
Il successivo 7 novembre, nel corso della seduta della Conferenza Plenaria, tenutasi a Milano, è stata
approvata anche una bozza di deliberazione, concernente la salvaguardia dei Diritti dell'Infanzia e
dell'Adolescenza nelle Regioni Italiane.
Deliberazione già adottata da diverse Regioni e che, a conclusione della seduta consiliare in corso, sarà
sottoposta alla valutazione e all'approvazione di quest'Assise.
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Questa iniziativa si collega, inoltre, alla Giornata Mondiale dei Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza,
svoltasi il 20 novembre, lo stesso giorno in cui nel 1989 l'ONU approvò la convenzione sui Diritti
dell'Adolescenza.
I dati emersi dagli studi sull'argomento, che in quest'occasione hanno avuto una possibilità di più ampia
diffusione, non sono sicuramente confortanti, soprattutto per quanto concerne il sostegno che le istituzioni
riescono a fornire per far fronte ai bisogni dei minori.
Dalla pubblicazione del rapporto del CRC - cioè il Gruppo di Lavoro coordinato da Arianna Saulini - che
svolge azione di monitoraggio sull'attuazione della convezione sui Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza,
(pubblicazione che avviene all'inizio di ogni nuova legislatura e all'avvio del lavoro del nuovo Esecutivo)
risulta una chiara, non edificante, situazione, rispetto alle capacità di risposta delle necessità, ai problemi
dell'infanzia nel nostro Paese, e alla tutela dei diritti dei bambini e degli adolescenti presenti in Italia.
Secondo il suddetto rapporto, come ci sottolinea anche il Tutore dei Minori nella sua relazione, aumenta la
povertà assoluta tra le famiglie composte da coppie con tre o più figli minori: quelle di povertà assoluta
passano dal 10,4 per cento al 16,2; se si tratta di tre figli minori, dal 10,9 per cento si raggiunge il 17,1 per
cento.
Purtroppo le dinamiche della povertà relativa confermano molti dei peggioramenti osservati per la povertà
assoluta: famiglie con uno o due figli - soprattutto se minori - passano dal 13,5 al 15,7 per cento, quelle
con un minore; dal 16,2 al 20,1 per cento, quelle con due figli.
Quindi, aumenti della povertà assoluta vengono registrati anche nelle famiglie di monogenitori, che
passano dal 5,8 al 9,1.
Riscontriamo altri gravi problemi anche nei servizi per la famiglia e, quindi, per l'infanzia. In tale ambito,
il Tutore dei Minori fa presente che, incrociando tali dati con il rapporto ISTAT per l'anno 2011 - 2012,
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troviamo che nella copertura territoriale dei servizi il Molise presenta la situazione più fragile dell'intero
Mezzogiorno.
L'indicatore ISTAT - che misura la quota dei Comuni in cui è presente almeno un servizio per la prima
infanzia attivo - si attesta, in termini di presa in carico, infatti, intorno al 12 per cento.
In un quadro complessivamente negativo, va però presa in considerazione una tendenza positiva: nel 2004,
la quota dei Comuni con servizi per la prima infanzia attivi erano solo il 2,2 per cento; tre Comuni su
centotrentasei. Nel 2010 - 2011 la Regione presentava ancora la percentuale nazionale più bassa di comuni
coperti dal servizio: il 7,4 per cento; per passare invece al 22 per cento del 2011 - 2012.
Tuttavia è ancora lontana la strada per arrivare al 33 per cento di copertura dei posti asili nido sui 75 per
cento dei territori comunali entro il 2020, come ci raccomanda l'Europa.
In questa direzione si muove l'ordine del giorno - che abbiamo appena distribuito, e che è stato firmato
dall'Aula - e si pone alla vostra attenzione come atto di impegno formale e sostanziale che il Consiglio
Regionale del Molise intenderà assumere, ovviamente nel rispetto di quanto hanno fatto tutte le altre
Regioni d'Italia.
Prima di aprire il dibattito, avendo fatto questa breve relazione introduttiva rispetto all'ordine del giorno,
bisogna iscrivere l'ordine del giorno.
Quindi, favorevoli all'iscrizione dell'ordine del giorno?
Favorevoli?
Contrari?
Astenuti?
L'Aula iscrive l'ordine del giorno.
(Il Consiglio approva)
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ORDINE DEL GIORNO CONCERNENTE LA “SALVAGUARDIA DEI DIRITTI
DELL’INFANZIA E DELL’ADOLESCENZA NELLE REGIONI ITALIANE” APPROVAZIONE.
PRESIDENTE
È aperta la discussione sull'Ordine del giorno.
Chi chiede la parola? Giusto per regolare i lavori dell'Aula. Consigliere Fusco, prego, ne ha facoltà. Poi, a
seguire, Consigliere Lattanzio e Manzo.
CONSIGLIERE FUSCO PERRELLA
Signor Presidente del Consiglio, signor Presidente della Giunta, signori Assessori, signori Consiglieri, è
un onore per me prendere per prima la parola, anche perché sono orgogliosa del fatto che questa Regione
nel 2006 ha approvato, quinta in Italia - l'Abruzzo ancora non si dota di una Legge - l'istituzione,
attraverso una Legge Regionale, dell'Ufficio del Tutore pubblico di minori. La Legge numero 32 è stata
promulgata il 2 ottobre 2006, e l'obiettivo fondamentale del dispositivo legislativo era quello di creare
un'istituzione che vigilasse. C'è stata ieri e ha lavorato egregiamente, c'è oggi ed inizia il suo lavoro; mi
auguro proceda egregiamente come negli anni scorsi. Questo dettato legislativo aveva un obiettivo
principale: che l'istituzione vigilasse sull'applicazione, sul territorio regionale, della convenzione dei diritti
del fanciullo, convenzione del 20 novembre 1989, resa esecutiva in ambito nazionale con la Legge numero
176 del 27 maggio 1991.
La proposta di Legge fu scritta a più mani, e fu scritta dalle donne, e questo è un dato provato, c'era anche
lei, Assessore, in Aula, condivise questa iniziativa, la migliorammo nella Commissione e da questa
iniziativa credo sia partita per la Regione Molise una politica attiva, fatta di programmi, di azioni, di
contenuti forti e soprattutto di relazioni forti con tutte le strutture e le Istituzioni che si occupano di minori
in Molise.
Mi scuso con il Presidente del Consiglio Regionale per non aver compreso, stamattina. Sono una persona
molto istituzionale, mi fa piacere riconoscere anche gli errori che un Consigliere Regionale può
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commettere. Ero distratta, stamattina, e non l'ho compresa. La richiesta l'ho fatta anche al Presidente del
Consiglio pro-tempore il quale mi aveva già risposto circa l'organizzazione e l'andamento di questo
Consiglio Regionale. La sua precisazione sicuramente è stata gradita, però devo dire che, dalla risposta del
Presidente facente funzione, Vicepresidente, avevo già compreso come si svolgessero oggi i lavori di
questo Consiglio Regionale e di questa seduta monotematica.
Anche se parlare a braccio significa trascurare alcuni passaggi fondamentali - non è mia abitudine leggere
- vorrei, però, lasciare una memoria - tracciata negli anni e, soprattutto, dall lavoro costante e silenzioso
del Tribunale dei Minori, della Procura dei Minori, del Tutore dei Minori, di coloro che si sono succeduti
anche con la delega di Assessore al Lavoro, Assessore alle Politiche Sociali e, io dico, Assessore
all'infanzia, mi piacerebbe avere un Assessore all'infanzia, in un contesto come il nostro, di grande civiltà,
si deve poter destinare all'infanzia, all'adolescenza, tutte le iniziative e attività necessarie per tutelare
questa età in maniera integrale, in tutti gli spazi, dalla famiglia alla scuola, alla società.
Parto con un'esortazione del Presidente dell'UNICEF, che invita i Governi nazionali e regionali a mettere
in atto dei processi decisionali utili ed è, queso, compito del Governo regionale e del Consiglio Regionale.
Altri hanno altri compiti ed altre funzioni, in sinergia, in collaborazione e in integrazione con queste
Istituzioni. Un impegno che la Giunta Regionale e l'Assessore devono raccogliere è quello di un decisivo e
forte coinvolgimento, perché ogni Comunità rispetti il diritto dell'infanzia, sancito dall'ONU, e che io
vorrei ricordare nelle espressioni più alte.
La Convenzione internazionale dei diritti sull'infanzia stabilisce come si devono impegnare gli Stati a
rispettare il diritto dei fanciulli di conservare la propria identità, la propria nazionalità, le relazioni
familiari quali riconosciute per Legge (articolo 8); ad assicurare al fanciullo la capacità di formarsi una
propria opinione e il diritto di esprimerla liberamente e in qualsiasi materia (articolo 12); a rispettare il
diritto del fanciullo alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione (articolo 14). Punto molto
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importante è quello stabilito nell'articolo 19: "Gli Stati adotteranno ogni misura appropriata di natura
legislativa, amministrativa, sociale ed educativa, per proteggere il fanciullo contro qualsiasi forma di
violenza, danno o brutalità fisica o mentale, abbandono o negligenza, maltrattamento o sfruttamento". E
questo è il ruolo importante del Tribunale dei Minori e dell'Istituto all'interno della Procura dei Minori.
"Inclusa la violenza sessuale". Vorrei ricordare - apro la parentesi, Assessore, e poi la chiudo con molto
garbo - che noi abbiamo approvato una Legge Regionale sul contrasto alla violenza di genere. Noi donne
del Consiglio Regionale vorremmo avere la possibilità di sedere accanto a lei attorno ad un tavolo e capire
come attuare tutti gli adempimenti previsti dalla Legge. Quindi, ufficialmente noi le chiediamo stasera di
fissarci un incontro perché vogliamo essere coinvolte, ma più che altro perché vorremmo fossero coinvolti
anche i nostri colleghi perché è una Legge approvata all'unanimità da tutti i Consiglieri, e sottoscritta da
tutti i Consiglieri Regionali.
Una delle più importanti figure che noi riconosciamo, che abbiamo sempre riconosciuto, che abbiamo
sancito con Legge, è il tutore o i tutori. Si tratta di una figura diversa da quella che abbiamo considerato, e
che oggi lavorerà accanto a noi integrandosi con noi e con le Strutture Assessorili.
Nel campo dell'educazione - questa è una cosa molto importante - gli Stati riconoscono il diritto del
fanciullo ad avere un'educazione. In un'ottica di realizzazione del presente diritto, dobbiamo garantire in
primis l'istruzione primaria gratuita e obbligatoria per tutti. Lo Stato italiano e la Regione la garantiscono,
però ci dobbiamo chiedere fino a che punto.
L'Unione Europea si è espressa in maniera esplicita. A parte lo studio che ci ha fornito sull'andamento del
settore e sulla materia, l'Unione Europea ci ha consentito, Assessore, di raggiungere gli obiettivi SO4 e
SO5 nel Quadro strategico nazionale 2007-2013. Io ringrazio pubblicamente - anche se ci sono state le
primarie da poco e non dovrei - l’allora Dottoressa Fanelli che grazie anche alla professionalità che aveva
ed ha oggi – faceva parte del gruppo di lavoro, di concertazione – e insieme all'ingegnere Pillarella e a tutti
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coloro che si sono impegnati sulle misure e sulle azioniSO4, SO5, in maniera sinergica, convinta e forte ci
hanno consentito raggiungere, come Regione Molise, un obiettivo importante. È una piccola conquista che
lei, Presidente della Giunta, ci dovrà riconoscere, anche perché abbiamo guadagnato delle premialità che
ci consentono di proseguire il cammino che è stato intrapreso. Certo, voi siete giovani, professionalmente
più preparati, più in gamba, e sicuramente migliorerete gli obiettivi. Secondo me gli indicatori saliranno, a
condizione che si metta a disposizione una politica giusta con le giuste azioni. L'indicatore SO4, per il
quale noi abbiamo avuto la premialità, si riferisce alla diffusione dei servizi per l'infanzia. La misura era
ed è la diffusione del servizio sul territorio regionale, indicando la percentuale dei Comuni che hanno
attivato le strutture di asilo nido, i servizi integrativi e innovativi per l'infanzia. L'indicatore SO5, invece,
si riferisce alla presa in carico degli utenti per il servizio per l'infanzia, alla misura della quantità e alla
qualità degli utenti nel servizio territoriale regionale. Questi sono i dati che io mi auguro potrete
migliorare. Allora, nello specifico, ho ringraziato chi ci ha permesso di raggiungere questo obbiettivo. Il
politico non avrebbe potuto raggiungerlo senza la presenza di bravi tecnici e amministratori. L'obiettivo
SO4, su un totale di 136 Comuni che hanno attivato asili nido, micronidi, servizi integrativi e innovativi, è
salito dai 3 del 2004 ai 31 del 2011, per una percentuale di crescita considerata alta, che non ha raggiunto
il target previsto per il Mezzogiorno del 35 per cento, però noi abbiamo sforato il 12 per cento, e questo
era l'obiettivo che ci veniva posto. Anche per l'obiettivo SO5 i risultati sono molto positivi, visto il numero
di bambini della fascia da zero a tre anni che hanno usufruito del servizio di asilo nido. Questo servizio è
cresciuto dai 337 del 2003 agli 810 del 2011, per una percentuale che si è attestata all'11 per cento, quando
il target da raggiungere nel 2013 è del 12 per cento. Risultati raggiunti con l'impegno istituzionale e con
l'obiettivo deciso di promuovere la cultura della tutela dell'infanzia e di rispondere alle esigenze dei minori
e delle famiglie. La Giunta Regionale, nel 2008, con le delibere 168 e 904, ha approvato - non faccio
l'elencazione, tanto l'Assessore ce l'ha - 14 asilo nido, 6 micronidi, tre nidi aziendali, società Scarabeo
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Nicandro, ITR Neuromed. Tra i Comuni, c'è anche quello di San Martino in Pensilis, realizzato a più mani
e con condivisione, Assessore, lei allora era Sindaco del Comune di San Martino ma era anche Presidente,
se non ricordo male, dell'ambito sociale; un lavoro fatto in sinergia, perché questi obiettivi non
appartengono ad una parte o all’altra parte politica, ma appartengono alla Regione, al territorio e
soprattutto ai soggetti ai quali noi abbiamo creato delle opportunità. L'insieme degli interventi ha portato
ad un impegno di 3 milioni e 300 mila euro. Un’altra iniziativa meritevole, Assessore - sulla quale le
abbiamo fatto anche un'interrogazione - è stata quella della nascita dell'Osservatorio Regionale sulla
condizione dell'infanzia e dell'adolescenza, istituito in attuazione della Legge 451 del '97, con delibera di
Giunta Regionale del 2003. La Regione Molise stipulò - e credo che ancora lavori con l’Istituto degli
Innocenti - una convenzione per la realizzazione di un'attività di ricerca. Sappiamo quali siano i compiti
dell'Osservatorio e ci auguriamo - sempre che ci siano le risorse economiche sufficienti - che
l'Osservatorio continui a lavorare e soprattutto che diventi sistema. I destinatari dell'Osservatorio sono
stati gli enti pubblici, i servizi locali territoriali, privato-sociali, operatori impegnati nel settore, famiglie e
soggetti in età evolutiva. Altra iniziativa molto importante è quella che ha portato all'approvazione della
Legge Regionale numero 31 del 10 ottobre 2005: interventi per il diritto allo studio nelle scuole
dell'infanzia non statali, nelle scuole primarie, nelle scuole primarie non statali e paritarie. Assessore,
Presidente della Giunta, è una legge che mi auguro possiamo, insieme, integrare, perché manca la sezione
destinata ai diritti dell'infanzia e dell'adolescenza. Ve ne è appena un cenno, ma ritengo che la volontà del
legislatore fosse quella di integrarla e di poterla riscrivere, per alcune parti, a più mani e con le
competenze di tutti i Consiglieri Regionali che sono in quest'Aula. L'allora volontà legislativa fu quella di
sostenere la scuola dell'infanzia, di consentire ai genitori di scegliere fra le scuole pubbliche e private:
questo è un diritto fondamentale sancito dalla Costituzione, che deve essere conservato. Per esercitarlo,
però, sia alla scuola pubblica che alla scuola privata devono essere dati gli strumenti e le capacità di
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organizzazione didattica, educativa e formativa. È il 10 dicembre, come tutte le altre regioni avremmo
dovuto già occuparcene, ma siamo in ritardo. Oggi ce ne occupiamo, e lo facciamo forse in maniera più
importante, che non le altre regioni. Penso alla regione Abruzzo, che si sta accingendo a scrivere la legge
per l'istituzione del tutore dei minori, o ad altre regioni, che sono dietro di noi. Quindi, se non abbiamo
celebrato tutto questo il 20 novembre, lo faremo oggi: discuteremo e approveremo questo Ordine del
giorno, a salvaguardia dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza nelle regioni italiane e, quindi, anche nella
regione Molise. Abbiamo sicuramente preso atto dell'allarme infanzia; allarme lanciato a livello
internazionale, a livello europeo, perché, per esempio, a Strasburgo, nella Sezione per l'Infanzia - alla
quale io ho partecipato alcuni mesi fa - si davano alcune raccomandazioni che riguardavano, appunto, la
tutela dell'infanzia e dell'adolescenza, delle famiglie, dei diritti civili - credo che la collega ne parlerà - ed
anche la tutela per quanto riguarda l'accompagnamento a tutte le vicende penali che possono interessare.
Noi prima avevamo presso il Consultorio un gruppo di lavoro che si occupava anche di questo. Presidente
Frattura. Fino a qualche anno fa - con una sperimentazione - presso il Consultorio, lavorava un gruppo di
lavoro che si occupava dei diritti della donna, dell'infanzia, della famiglia. Ne faceva parte anche un
giurista - non so se donna o uomo - che si occupava di tutelare gratuitamente tutti quelli che si rivolgevano
ad una struttura pubblica quale è appunto il Consultorio pubblico.
Noi, Presidente, le abbiamo anche chiesto, in un'interrogazione, se potesse occuparsi - visto che abbiamo
approvato la legge e che c'è un minimo di finanziamento - di monitorare questo aspetto presso il
Consultorio pubblico, per poter sopperire con l'assegnazione di personale che si occupi gratuitamente della
tutela dei diritti dei minori e delle famiglie e delle donne.
È interessante l'Atlante dell'infanzia.
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In questo Ordine del giorno è citato: "Atlante dell'Infanzia a rischio". Era la prima volta che lo leggevo.
Conosco molto, di quanto era stato fatto e prodotto dell'UNICEF, poiché ne faccio parte - lavoro come
volontaria - per cui mi è piaciuto questo Atlante dell'Infanzia.
Ho visto che c'è una raccolta di indicatori e di mappe sull'infanzia e sull'adolescenza. Forse possiamo
partire da questi indicatori di marginalità, di fragilità, poiché riguardano anche alcune zone del Molise, che
vanno individuate ed attenzionate in modo da stabilire se occorre farvi sperimentazione o meno.
Ringrazio per avermi dato la parola e ringrazio i colleghi della minoranza per avermi consentito di portare
questa relazione, che voi avete condiviso. Se mi posso permettere, per l'età ed esperienza che ho - non
tanto l'età anagrafica quanto l'età intesa come lunga esperienza in questo Consiglio Regionale ed in altri
luoghi - avrei una raccomandazione: Presidente, lei sta costruendo la nuova programmazione insieme ai
suoi Assessori e, poi, insieme al Consiglio Regionale. So che sono stati predisposti alcuni progetti che
possono attingere dal FSE, dal Fondo Sociale Europeo. Ve ne sono alcuni rivolti all'infanzia, sono
sistematici e sistemici, per cui discutere anche di questo potrebbe essere interessante. Ma non facciamo di
questa Aula il solo luogo in cui farlo: ci sono le Commissioni Consiliari e anche partenariati. La
raccomandazione che noi facciamo all'Assessore al Lavoro ed alle Politiche Sociali è la seguente:
Assessore, per ogni tematica importante e per ogni programma importante, abbiamo sempre coinvolto,
negli anni trascorsi insieme, la Seconda Commissione e ad ogni tavolo importante si invitavano i
Presidenti delle Commissioni o i delegati non a decidere, perché la Commissione è un Organo consultivo,
e tale vuole rimanere, senza invadere altri campi. Però a noi piacerebbe che i Presidenti di Commissione
partecipassero - come hanno sempre fatto negli anni - a tutti i momenti significativi di programmazione di
questa Regione.
Forse oggi è ancora più utile la loro presenza. Lei che ha la delega del rapporto tra Consiglieri e Giunta
Regionale, so che è stato impegnato - lo sono stata anch'io per tanto tempo - nei riguardi di un settore oggi
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veramente drammatico. Però alle politiche passive - che sono veramente la parte più drammatica, in
questo momento, per la nostra Regione - vorrei si potessero aggiungere e valutare anche politiche attive
rivolte ai soggetti; non soltanto politiche attive del lavoro, ma, con la prossima programmazione, politiche
attive ed inclusione sociale. A questo punto, fuori busta, Presidente ed Assessore, vorrei che voi poneste,
da oggi in poi - lo avete già fatto, ma forse con più forza - attenzione alla categoria più debole, quella degli
avventizi in agricoltura, che è la più debole perché non c'è copertura di ammortizzatori. Forse andrebbero
pensate e proposte delle azioni che tutelino e garantiscano il minimo sostegno al reddito.
Noi siamo pronti ad accompagnarla, in questo. Lei ha molto da fare, come avevo da fare io all'epoca,
quando forse la crisi era meno forte di oggi.
Siamo pronti a mettere a disposizione anche il lavoro umile che abbiamo fatto - non noi personalmente,
ma attraverso la nostra Commissione ed i nostri Presidenti della Commissione - per poter capire se più
persone, più cervelli, più esperienze possano, insieme a lei, raggiungere obiettivi migliori.
Grazie.
PRESIDENTE
Grazie. Grazie Consigliere Fusco. Grazie, ovviamente, per la grande correttezza che ha dimostrato
nell'inizio del suo intervento. Per correttezza istituzionale, lei sa, non mi sarei mai permesso di far fare
all'Aula un atto contrario a quelle che sono le regole di quest'Aula. Quindi, grazie per questo
ravvedimento.
La parola al Consigliere Lattanzio. Prego, ne ha facoltà.
CONSIGLIERE LATTANZIO
Grazie Presidente.
Signori Presidenti di Giunta e di Consiglio, signore e signori colleghi, voglio esprimere il mio particolare
apprezzamento al Presidente del Consiglio Regionale per aver accolto favorevolmente, in sede di
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Conferenza, l'invito rivoltogli da Save The Children, una delle più grandi organizzazioni di diritto
internazionale, che opera in tutto il mondo - in Italia ed all'estero - a favore della tutela dei minori di età.
Come ben sapete - e come ha già detto e ribadito la collega Fusco - è un tema, quello di oggi, che mi sta
particolarmente a cuore. Sono sensibile a questo argomento, ed ho voluto, per questo Consiglio Regionale,
cercare di segnare la mappatura, sia a livello nazionale che regionale, dei bisogni relativi alla tutela dei
minori di età.
Ho anche cercato di raccogliere notizie relative alla materia minorile, nello specifico sia afferenti il profilo
penale che quello civile; ciò al fine di fornire all'Assessore al ramo ed alla Giunta, alcuni spunti
significativi per segnare il cambiamento, perché, come abbiamo potuto rilevare, e come tutti sicuramente
saprete, la tutela dell'infanzia è un ambito al quale non è stato attribuito, sia nel passato che - devo dire con
rammarico - dal Governo attuale, uno spazio importante.
Un tema complesso, quindi, quello che ci consente oggi di riflettere sui diritti e doveri, che non passano
solo attraverso la giustiziabilità, ma soprattutto attraverso un'azione extragiurisdizionale; è di questi diritti
e doveri che oggi parleremo. Ed è a favore di questi diritti e doveri che cercheremo di segnare alcuni
momenti e tappe significative a supporto di interventi amministrativi; perché - duole rilevarlo - a volte è la
Pubblica Amministrazione a non segnare e a non attribuire importanza significativa ai diritti dei minori di
età. In altri termini, una fattispecie di tutela che può e deve poggiare sulla sostanza, e non meramente sulla
forma. L'analisi del contesto nazionale rileva l'attuale tragica inesistenza delle politiche minorili, in un
contesto chiaro di default del sistema del Welfare. La stessa Normativa vigente sui temi dell'infanzia,
necessita di un puntuale riordino, dati i troppi e frammentari. Da non tralasciare la pessima Riforma
processuale, che peggiora e frammenta anche le competenze tra Tribunale per i Minorenni e Tribunale
Ordinario. Ricordo a tutti che ancora una volta risulta non attuata la facile e senza spese "Riforme per la
Creazione del Tribunale della Famiglia"; si pensi che anche in caso di richiesta di limitazione della potestà
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genitoriale, è ora competente il Tribunale Ordinario, chiamato a decidere sulle domande di riconoscimento
di paternità. In ogni caso la Riforma richiamata, porta con sé problemi interpretativi a profusione, con
inutili e gravi conseguenze sui cittadini e sui minori di età. Con la Legge 42 del 2009 - istitutiva del
Federalismo Fiscale - si è dato ulteriore impulso alla Riforma del Titolo V della nostra Costituzione, in
coerenza con il dettato dell'articolo 117 ed a garanzia dei tre livelli di sussidiarietà verticale - Stato
Centrale, Regione ed Enti Locali - ciascuno con competenze distinte e/o concorrenti. Il processo di
federalizzazione in previsione per il 2011 - 2013 è stato contestato dalle rappresentanze sociali, che hanno
lamentato l'abbandono del principio dell'universalità dei diritti. Ciò che invece è andato avanti ad oltranza
dal 2010 in poi - ed è a tutti noto - è stata la politica dei tagli alle Risorse Sociali, derivanti sia da scelte
politiche scellerate che dalle emergenze poste dalla crisi finanziaria mondiale. I trasferimenti previsti alle
Regioni per il Welfare sono stati ulteriormente contratti determinando - tra le tante e gravi conseguenze anche il sostanziale azzeramento del Fondo Nazionale delle Politiche Sociali per l'anno 2012. Per quanto,
poi, attiene le Politiche per l'Infanzia, le stesse risultano indubbiamente scollegate tra loro. Non esistono,
infatti, politiche integrate e coerenti, ma filiere indipendenti che agiscono secondo logiche distinte, prive
di programmazione, di controllo e di verifica delle competenze della complessiva attuazione. Una
puntuale verifica - sia a livello regionale che nazionale - delle risorse distribuite a favore dei minori di età,
risulterebbe cosa giusta ed opportuna; ciò al fine di indurre l'Italia ad assicurare stanziamenti di Bilancio
equi per i minori di età in tutte le venti Regioni, con particolare attenzione, naturalmente, alla prima
infanzia ed ai servizi sociali, all'istruzione ed ai programmi di integrazione per i figli dei migranti e delle
altre comunità straniere. Per il triennio 2013 – 2015, la Legge di Stabilità non ha previsto fondi per la
prima infanzia. Si deve evidenziare, tra l'altro, che non esiste un monitoraggio sistematico della
percentuale del Fondo Nazionale delle Politiche Sociali dedicato alle persone di minore età. Una stima
della Conferenza delle Regioni indica nel 40 per cento la quota dedicata ai servizi per la prima infanzia,
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per i minorenni e per le famiglie. Il sistema italiano della cooperazione, purtroppo, lascia fuori dalla
discussione la tematica dell'infanzia. Del resto l'Italia è, attualmente, priva di un piano nazionale per
l'infanzia e l'adolescenza, e di un osservatorio nazionale, essendo concluso il relativo mandato nel 2012. A
livello regionale, duole rappresentare che il nostro Osservatorio delle Politiche Sociali è in una condizione
di sofferenza. Naturalmente, rinnovo l'invito già formulato dalla collega Fusco di trovare le soluzioni per
poter incrementare l'attività dell'Osservatorio, Assessore Petraroia, anche perché, nell’ultima Legge
approvata in questa Aula all'Unanimità, abbiamo dato grande importanza all'Osservatorio dei Fenomeni
Sociali, come anche nella Proposta di Legge a mia firma e a firma del Presidente Frattura, relativa alla
"Prevenzione e cura dell'obesità infantile". Ancora una volta abbiamo richiamato l'importanza del nostro
Osservatorio - tra l'altro il sesto in Italia - istituito all'epoca dello svolgimento delle funzioni assessorili
della Consigliera Fusco. La creazione, quindi, di un Sistema Informatico Nazionale e di un rafforzamento
di quello regionale, consentirebbe, chiaramente, di avere una mappatura, e di poter intervenire in materia
in modo puntuale. La Legislazione Italiana in materia di famiglia appare anch'essa disorganica. Da tempo
si auspica - come già ribadito - un unico organo giudicante, in grado di mantenere la specificità della
cultura minorile. In tema di ascolto, accogliere con apertura le opinioni di persone minori, riconoscerle
come soggetti portatori di diritti, implica e presume cambiamenti nelle strutture politiche, sociali,
istituzionali e culturali. Non so se è ancora presente nelle stanze del consiglio il Tutore Pubblico dei
minori di età, però all'epoca - durante l'esercizio della mia funzione - strutturai personalmente un progetto
di intervento dedicato a tutte le scuole regionali, al fine di rafforzare, nello specifico, l'intervento delle
scuole, ma anche dell'Ente Regione e delle Istituzioni presenti sul Territorio, a sostegno proprio del
riconoscimento di questo diritto fondamentale - articolo 12 della Convenzione di New York - poiché
appunto i bambini sono soggetti portatori di diritti e le loro opinioni devono essere ascoltate, prese in
considerazione in ogni campo e in ogni contesto. In tema, invece, di ascolto - ribadisco - si registra con
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oggettività la mancanza di una consultazione sistematica dei minorenni durante la procedura di
formazione delle Leggi. Infatti, potremmo prendere spunto da quanto evidenziato dalle Organizzazioni di
Diritto Internazionale a tutela dei minori di età, e, magari, tutte le volte che andremo a normare in materia
minorile, coinvolgere i soggetti interessati in sede, naturalmente, di Commissioni. Il diritto all'ascolto come ho già ribadito, articolo 12 della Convenzione di New York - è applicato solo in ambito giudiziario,
e comunque stenta a fare il suo ingresso in un contesto di riconoscimento della soggettività dei minorenni
come azione proattiva ricorrente. Anche a scuola, purtroppo, non si registrano particolari evoluzioni. A tal
proposito si richiama il Progetto innovativo "Sportello Ascolto", che mi auguro la collega, l'avvocato
Gatti, entrata nelle sue funzioni di recente, potrà portare avanti nell'attuazione. Nell'agenda di Governo
centrale dovrebbe anche trovare giusta collocazione una Riforma Legislativa che garantisca il diritto alla
registrazione per tutti i minori stranieri, indipendentemente dalla posizione amministrativa genitoriale. Per
quanto poi attiene la violenza fisica, le punizioni corporali risultano essere proibite in ambito scolastico e
dall'Ordinamento Penitenziario, ma non vi è un divieto esplicito in ambito domestico, anche se a partire
dal 1996 la Cassazione - con sentenze in materia - ha dichiarato e riconosciuto l'illiceità dell'uso della
violenza psicologica e fisica finalizzata a scopi educativi; concetto successivamente rafforzato in analoghi
provvedimenti in tutta Italia. In Italia l'utilizzo di punizioni fisiche umilianti come metodo educativo per la
crescita dei propri figli, è, purtroppo, culturalmente tollerato ed accettato. In altri paesi del mondo, invece,
è tassativamente vietato.
Mi preme ora affrontare il tema legato alla povertà, ed appare giusto chiedersi: esiste un futuro per i nostri
figli? La povertà di futuro è un fenomeno multidimensionale, determinato da un insieme articolato di
fattori. Questi fattori sono stati puntualmente individuati da Save the Children, ve li illustro. La debolezza
della spesa per la protezione dell'infanzia e per l'istruzione, la povertà materiale, la povertà d’istruzione, il
fallimento dell'alta formazione e l'assenza di sbocchi professionali sono appunto alcuni aspetti significativi
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che determinano la povertà infantile. L'analisi dei principali indicatori europei della spesa pubblica,
consente di affermare che la nostra Italia investe poco nel suo futuro. Il totale della spesa italiana è di poco
superiore alla media europea: nel 2011 ammonta al 49 per cento del PIL, contro una media dell'Unione
Europea del 49,1 per cento. Anche il complesso della spesa per la protezione sociale sopravanza di quasi
un punto la media europea, collocando l'Italia al sesto posto, subito dopo i Paesi scandinavi, l'Olanda e la
Francia. Uno scostamento significativo rispetto agli standard si registra, invece, in relazione alla
ripartizione di tale spesa per fasce di età. L'Italia si colloca al primo posto in relazione all'intervento
pubblico in favore delle età anziane, e soltanto al diciottesimo riguardo all'area "Famiglia - Minori". Le
pensioni assorbono circa i due terzi dell'investimento in protezione sociale, contro il 50 percento della
media dei Paesi Europei, mentre alle famiglie con figli minori viene destinato appena l'1,1 percento del
PIL. La povertà economica minaccia il futuro di molti bambini; povertà che i più piccoli ereditano e che
non scelgono, naturalmente, di avere.
L'Italia, ricordiamolo, si colloca ai vertici nella speciale classifica dei bambini sotto i 6 anni a rischio di
povertà ed esclusione sociale, per povertà di reddito, bassa intensità di lavoro e severa deprivazione
familiare.
Anche nel settore istruzione il nostro Paese barcolla. Lo strumento più efficace che potrebbe culturalmente
liberare le nuove generazioni, è, in realtà, contratto e condizionato dalla povertà.
Le sistematiche rilevazioni dell'ISTAT sullo stato di salute delle forze di lavoro, non lasciano adito a
dubbi. Grazie a queste indagini, sappiamo che in Italia quasi un giovane su cinque, tra i 18 e i 34 anni, è
fermo alla sola licenza media, non svolge e non ha concluso altri percorsi di formazione professionale
riconosciuti, non frequenta corsi scolastici né svolge attività formative.
Le proiezioni demografiche riferiscono che nei prossimi 20 anni i bambini e gli adolescenti italiani
diventeranno più preziosi dell'oro nero. L'Italia, quarta economia europea, patria di arte e cultura, è agli
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ultimi gradini della classifica europea in tema di benessere dell'infanzia. Peggio di noi soltanto la Bulgaria,
la Grecia, la Romania e Malta.
Quali, quindi, le criticità della politica italiana da segnalare in una mappa sistematica? Vediamole insieme,
sempre con riferimento all'"isola che non c'è" richiamata da Save the Children. Assenza di un piano
organico di contrasto alla povertà minorile e di interventi di sostegno alle famiglie in questa condizione;
assenza di politiche organiche attive di sostegno al lavoro femminile e alla conciliazione lavoro - famiglia;
impalpabilità dei sistemi e dei servizi per la prima infanzia in tante Regioni del Mezzogiorno, il ritardo in
alcune aree del Centro e del Nord; fragilità del sistema di orientamento e formazione professionale,
soprattutto nel Mezzogiorno, malgrado le significative riforme degli ultimi 10 anni; assenza di un
programma urgente di interventi per il recupero e la ristrutturazione dell'edilizia scolastica; mancata
riforma legislativa per garantire la cittadinanza ai minori di origine straniera residenti in Italia.
Allora, cosa fare per ripartire? Quali le ipotesi di intervento? Introdurre una linea di indirizzo chiara per le
spese in favore dell'infanzia; programmare e diffondere la carte dell'inclusione sociale - finalizzata
all'acquisto di beni essenziali - a tutte le famiglie a basso reddito in difficoltà con persone di minore età, e
su questo, Assessore, potremo poi insieme anche lavorare; predisporre un piano di investimento per
l'istruzione, al fine di tenere aperte le scuole, perché è importante anche supportare i genitori che lavorano
con una scuola aperta, senza un aggravio, naturalmente, di spese; ridefinire un nuovo piano per l'utilizzo
dei fondi europei - sono pronta ad offrire il mio contributo - che concentri le risorse sullo sviluppo del
capitale umano, a partire dal potenziamento dei servizi della prima infanzia.
Se vogliamo cambiare il Molise - se ne parla tanto - il passaggio deve essere necessariamente di tipo
culturale. Quindi, partire dalla prima infanzia.
Entrando brevemente nel nostro spaccato territoriale, Assessore, ho raccolto delle informazioni; lei sa che
io sono stata per otto anni Giudice Onorario del Tribunale per i Minorenni, quindi ho cercato un po' di
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dati, anche se il lasso di tempo è stato veramente breve dall'annuncio di questa seduta monotematica
all'odierno svolgimento. Entrando, quindi, nel nostro spaccato territoriale, con riferimento al quadro
giurisdizionale in materia penale, si segnala la mancanza, in Molise, di un istituto penale per i minorenni
deputato ad ospitare coloro che sono arrestati in flagranza o sottoposti a fermo. Ciò comporta, agli
operatori del settore, la necessità di condurre i minori a Nisida oppure a L'Aquila, con ovvie ricadute
negative per i tempi sottratti alle Forze dell'ordine, agli operatori sociali di detti istituti e, naturalmente,
con danno anche dei nostri minori. Appare utile ricordare che i minori molisani coinvolti in azioni
criminose, non hanno un profilo personologico pari a quello dei minori che ritroviamo in Campania ed in
altre Regioni che presentano difficoltà e criticità sociali più complesse. Per quanto poi attiene all'aumento
di delitti a sfondo sessuale - ho sentito di recente l'intervista del Procuratore minorile, la Dottoressa Maria
Teresa Rotondaro - il fenomeno si registra non a causa del reale aumento del crimine, ma perché c'è una
maggiore denuncia a riguardo. L'aumento di delitti di cessione di stupefacenti. Da notare, inoltre, la
stabilità nel numero dei delitti contro il patrimonio e la persona in genere; la ottima applicazione della
messa alla prova, un istituto giuridico alternativo alla pena detentiva, rispondente alle esigenze degli
imputati che accettano di operare una revisione delle proprie condotte; la buona operatività del servizio
sociale ministeriale del Molise.
In materia civile segnalo: la cronica mancanza di organici e professionalità adeguati dei servizi sociali dei
Comuni e degli ambiti; l'estrema confusione amministrativa, che comporta perdite di tempo e disfunzioni
negli uffici con la creazione, soppressione e modificazione di figure professionali e di servizi deputati alla
tutela dei minori di età; le non condivisibili formule contrattuali del personale, spesso a tempo parziale,
perché, naturalmente, c'è un'emergenza anche economica per quanto riguarda le cooperative di intervento
e di supporto al sistema sociale, ed anche, in caso di rinnovo di contratti o di posizioni professionali,
mancata continuità nell'individuare il professionista di riferimento.
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Risulta, invece, ottima la situazione dell'adozione internazionale, per quanto attiene i tempi richiesti per
ottenere l'idoneità. Altro dato significativo: le adozioni internazionali risultano essere in calo, a causa della
crisi, per i costi da affrontare all'estero. Evidenzio ancora l'affido familiare, non in rari casi trasformatosi
in adozione; adozione, in casi particolari, con le declaratorie di adottabilità nella nostra Regione.
Ultimo richiamo: la proposta di Legge in materia di prevenzione e cura dell'obesità infantile e giovanile,
presentata e condivisa con il Presidente Frattura. È una misura importante, Presidente, la prima in Italia, se
riusciremo naturalmente ad approfondirla ed integrarla in sede di Commissione, e a portarla in
approvazione in questa sede, la più alta assise legislativa della nostra Regione.
Cosa sottolineare ulteriormente?
La nostra Regione vanta un triste primato, sia per quanto attiene l'obesità che le dipendenze alcoliche e
tossicomaniche. Potrei dilungarmi ulteriormente e trattare le emergenze periferiche, perché quanto
registrato durante l'esercizio delle funzioni di Tutore dei minori era specificamente la mancanza di luoghi
aggregativi nei piccoli centri abitati della Regione Molise; luoghi alternativi al classico bar, esercizio
commerciale che diventa luogo nel quale ritrovarsi anche per i minori di età.
Potrei anche citare le emergenze educative e conflittuali di tipo intra familiare. I genitori coinvolti ed
interessati da separazione spesso coinvolgono, nella fase di definizione del loro rapporto sentimentale e
matrimoniale, i minori di età; ciò determina il coinvolgimento psicologico degli stessi, con comparsa di
patologie e di situazioni che creano importanti forme si malessere.
L'alta percentuale di abbandono scolastico è altro momento di opportuna riflessione. Potrei parlare qui di
tanto altro, ma mi avvio alla conclusione.
Come concludere signori colleghi? Potrei farlo con la scontata e notoria frase: "I giovani sono il nostro
futuro", ma credo che non basti. Oggi voglio essere più incisiva, più efficace. I malesseri dei minori di età,
signore e signori colleghi, il malessere dei nostri figli, è il dolore della nostra carne, è il dolore della nostra
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stessa vita. Non dimentichiamolo, e restiamo uniti almeno sui temi e sulle problematiche più significativi
della nostra Regione. Grazie.
VICEPRESIDENTE DI PIETRO
Grazie Consigliere Lattanzio. Consigliere Manzo ha chiesto la parola. Prego.
CONSIGLIERE MANZO
Grazie Presidente. Il fatto che a parlare siamo soltanto donne, ci fa capire che c'è molto da lavorare.
Questa seduta monotematica nasce da un impegno preso dalla conferenza dei Consigli Regionali in
seguito all'esplicita richiesta della Onlus Save the Children di organizzare delle sessioni straordinarie sulle
condizioni di vita dei minori all'interno di ogni regione. Il 20 novembre è stata la giornata internazionale
per i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, ed è quindi importante che la regione sia chiamata ad un
dibattito che confermi e riaffermi l'impegno concreto ed efficace per l'infanzia e l'adolescenza; tema
fondamentale e strategico per il futuro del nostro Molise.
Vorrei dire che finché ci saranno veramente i minori su cui discutere in Regione Molise, ben vengano
iniziative, proposte e idee. Dico questo perché stiamo diventando tra le regioni più vecchie d'Italia, con la
fecondità più bassa; un problema sociale che deve essere affrontato, in qualche modo, dalla regione;
l'abbiamo visto anche nel piano di dimensionamento scolastico, sperando che alcuni comprensori riescano
comunque a mantenere il numero degli alunni iscritti.
Con la convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza approvata dall'ONU il 20 novembre del
1989, l'Italia si è impegnata, a livello internazionale e nei confronti dei cittadini, ratificando con legge 176
del '91, alla piena realizzazione dei diritti delle persone di minore età. Purtroppo nel nostro Paese è ancora
lontana l'attuazione effettiva ed efficace dei diritti sanciti dalla convenzione: non solo si è assistito al
continuo venire meno del sostegno concreto economico ai piani nazionali destinati ai minori, ma la stessa
legislazione vigente resta insufficiente. La crisi economica e recessiva che attraversa il Paese ricade
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duramente anche sui minori. Secondo gli studi e le rilevazioni dell'UNICEF e dell'ISTAT si è di fronte ad
una vera e propria emergenza infanzia, che rischia di generare una nuova e gravissima forma di povertà: la
povertà del futuro - così l'ha definita l'associazione Save the Children - dove bambini ed adolescenti,
privati di opportunità prospettive e competenze, saranno preda di bassa produttività e bassa
occupazionalità, con ricadute sulla spesa pubblica, in forma di maggiori costi sociali, e di incremento di
servizi di Welfare. L'Italia risulta agli ultimi posti in Europa per quanto riguarda gli indicatori sulla
condizione dell'infanzia - questo è stato ricordato anche dalla collega Lattanzio. Sono emerse, infatti, una
carenza del sistema italiano di raccolta dati, spesso in relazione ai gruppi di minori particolarmente
vulnerabili e a situazioni ben precise, in cui spesso esiste una espressa previsione di legge le istituzioni e
l'aggiornamento di banche dati mai attivata. L'Italia, inoltre, è annoverata tra i Paesi dell'area OCSE che
meno tutelano i diritti dei minori sanciti dalla convenzione internazionale: investimenti ridotti al lumicino,
servizi per l'infanzia – e, più in generale, per i minori - insufficienti, aumento di minori che vivono in uno
stato di povertà relativa ed assoluta e, ancora, rilevante abbandono scolastico. Tra l'altro il Molise ha
anche un indicatore di abbandono scolastico - soprattutto nei primi due anni delle scuole superiori - molto
elevato, rispetto al resto dell'Italia. Il 25 giugno 2013, nel suo rapporto “Uno sguardo sull'istruzione 2013",
l'OCSE ha evidenziato che l'Italia è l'unico Paese dell'area OCSE che, dal 1995 al 2010, ha aumentato la
spesa per studente nella scuola primaria e secondaria solo dello 0,5 per cento, mentre nello stesso periodo,
i Paesi dell'OCSE hanno aumentato, in media, del 62 per cento la spesa per studente degli stessi livelli di
istruzione. Secondo un rapporto pubblicato l'11 aprile 2013 dall'Eurostat, invece, per l'Europa si stanno
avvicinando gli obiettivi fissati per il 2020, che puntano a limitare il fenomeno dell'abbandono scolastico
sotto la soglia del 10 per cento, mentre l'Italia, con il 17,6 per cento, è nettamente al di sotto della media
dell'Unione Europea anche per gli abbandoni scolari del 2012, che si è attestato intorno al 12,8 per cento.
Nonostante l'istituzione del garante per l'infanzia nazionale e dell'osservatorio nazionale per l'infanzia e
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l'adolescenza, si assiste ancora a episodi di minori costretti a subire l'emarginazione sociale e l'esclusione
dall'accesso ai diritti fondamentali. Le parziali azioni di sostegno, per lo più di carattere economico assistenziale - ad esempio il cosiddetto bonus bebè, le iniziative fiscali o gli assegni per le famiglie
numerose - sono risultati incapaci di affrontare le questioni in maniera strutturale ed efficace. Al
momento, le figure dei garanti dell'infanzia e dell'adolescenza regionali sono presenti in sole nove regioni
italiane. Il Molise è, fortunatamente, una di queste, avendo istituito la figura del tutore dei minori - con
legge 32/2006 - al quale spettano diverse funzioni, come: vigilare sull'applicazione della convenzione del
territorio regionale; vigilare sull'assistenza prestata ai minori ricoverati in istituti educativi e assistenziali,
in strutture residenziali, in ambienti esterni alla propria famiglia, al fine di segnalare, ai servizi sociali ed
all'autorità giudiziaria, situazioni che richiedono immediati interventi di ordine assistenziale o giudiziario;
vigilare sulle attività delle strutture sanitarie sociali e socio-assistenziali, e tante altre. Noi vorremmo fare
un appunto sul tutore dei minori: preferiremmo, magari, un tutore dei minori che fosse espressione delle
associazioni che si occupano di tutela dei diritti dei minori, e che non sia una nomina politica, in quanto
esprimere un'opinione sull'attività svolta da un Governo regionale e poi, essere espressione di quel
Governo regionale, potrebbe essere…
(Intervento fuori microfono)
CONSIGLIERE MANZO
Non conosciamo, però, i rapporti periodici dell'ufficio in questione. Anche perché sul sito web relativo si
hanno aggiornamenti a tre, quattro anni fa e, soprattutto, non conosciamo le opere di raccolta dati acquisite
sul territorio, come è previsto da direttive dell'ONU. A quanto pare la mancanza di una raccolta dati è un
problema non solo nazionale, ma anche regionale, richiamato più volte sia dalla Consigliera Lattanzio che
dalla Consigliera Fusco. Mi auguro che l'Osservatorio dei fenomeni sociali - che deve non solo monitorare
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fenomeni sociali, ma anche standardizzare il processo di raccolta di dati - si avvalga veramente di una
figura competente, di una persona che sappia standardizzare, elaborare i dati e interpretarli, una figura con
una laurea specifica. Vorremmo essere certi, inoltre, che questo ufficio abbia i mezzi per monitorare e
curare tutte le problematiche citate in precedenza, perché, secondo noi, il lavoro da fare è molto ampio. La
Regione Molise dovrebbe essere continuamente impegnata ad evitare la riduzione delle risorse finalizzate
a rendere effettivi i diritti sanciti dalla Convenzione Internazionale, aggiungendo alle priorità dell'agenda
programmatica anche l'applicazione di questi diritti, sempre a beneficio del futuro del nostro territorio. In
particolare, per quanto riguarda i servizi sociali, la lotta all'abbandono scolastico; il contrasto alla povertà;
l'accesso alla prevenzione e alle cure sanitarie, soprattutto per i minori che vivono in un contesto di
povertà relativa e assoluta; il diritto all'alloggio; il diritto al passaggio da casa a casa per minori
appartenenti a famiglie in disagio abitativo e soggetti a sfratti esecutivi; l'assunzione di iniziative dirette ad
aumentare il sostegno finanziario a favore delle famiglie a basso reddito con figli minori, assicurando che
questo sia esteso anche alle famiglie straniere; la previsione, anche con iniziative di carattere normativo, di
agevolazioni fiscali per le famiglie con minori e a reddito medio-basso; la promozione continuativa di
campagne di sensibilizzazione e di conoscenza dei diritti dei minori, così come sancito nella convenzione
internazionale; lo sviluppo di sinergie e collaborazioni con il mondo dell'associazionismo che opera
nell'ambito dei diritti dei minori; la promozione di campagne di educazione a rispetto delle diversità e di
sensibilizzazione, volte a contrastare il fenomeno del bullismo e a prevenire la violenza nelle scuole; la
promozione, in ambito scolastico ed educativo, di campagne di sensibilizzazione sui temi della diversità e
delle pari opportunità, al fine di promuovere il superamento dei pregiudizi fondati sul genere di
appartenenza, oppure sull'orientamento sessuale, capace di motivare la violenza e la discriminazione; la
promozione di politiche a favore dell'infanzia e dell'adolescenza, come la dotazione di asili nido - di cui si
è parlato in precedenza - il diritto dell'istruzione, Welfare dello studente; la riduzione del costo dei libri di
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testo scolastici; il diritto allo studio a sostegno della disabilità; l'elaborazione di campagne informative che
forniscano ai genitori una serie di consigli volti a rendere più facile l'interpretazione di alcuni segnali
importanti per prevenire casi di adescamento online (un uso scorretto di chat, pc, tablet, smartphone e
social network; spesso ci rendiamo conto che, soprattutto sui social network, i ragazzi sono veramente
abbandonati a loro stessi, poiché non vi è un controllo e i ragazzi stessi non ne conoscono l'uso, la
pericolosità, e non hanno alle spalle hanno dei genitori che possano effettivamente controllarli o metterli
in guardia); la realizzazione di campagne informative e di prevenzione, al fine di sensibilizzare i ragazzi
sui disturbi del comportamento alimentare, poiché il Molise è una delle regioni con la più alta incidenza di
ragazzi in stato di obesità; la eventuale promozione dell'istituzione di una banca dati regionale per il
censimento dei minori, in condizione di residenzialità assistita; il monitoraggio, con la necessaria
attenzione, della situazione delle scuole molisane rispetto alla presenza di minori di cittadinanza non
italiana, attuando iniziative e campagne informative efficaci, adeguatamente finanziate, che promuovano
un clima di non discriminazione all'interno delle classi, anche attraverso il coinvolgimento delle
associazioni che si occupano di tali tematiche. Grazie.
PRESIDENTE
Grazie Consigliere Manzo. La parola al Presidente Ioffredi. Prego, Presidente Ioffredi.
CONSIGLIERE IOFFREDI
Grazie Presidente. Gli Italiani non fanno una bella figura, per quanto riguarda la gestione dell'infanzia. La
relazione che ci ha portato l'avvocato Gatti è impietosa. Se consideriamo i dati relativi alla classifica dei
Paesi cosiddetti ricchi, l'Italia è stabilmente nella seconda metà, raggiungendo posizioni imbarazzanti per
quanto riguarda, per esempio, il livello di istruzione, di salute e sicurezza. Spesso all'estero ci tacciano di
essere un Paese di mammoni e di dedicare ai nostri figli fin troppe risorse. In realtà, evidentemente, queste
risorse sono indirizzate male, perché questi dati dipingo una situazione davvero imbarazzante, per noi.
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Resoconti Consiliari
Dobbiamo cercare il modo per capovolgerle questa classifica. Non dico di arrivare primi dappertutto, ma
quantomeno non essere ultimi o fra gli ultimi. Certamente anche la Regione può fare qualcosa: si deve
intervenire in termini di scuola, di svago, di educazione alimentare. Sono tutti campi nei quali noi abbiamo
voce, quindi dobbiamo mettere qualche energia in più per la tutela dei nostri figli. Questo significa che
dovremo porre particolare attenzione nella programmazione del bilancio, perché si tratta di stanziare
risorse da dedicare a questo o ad altro campo. Il dato che forse lascia più interdetti è quello che è vero che
abbiamo istituito il Tutore dei Minori, ma le risorse che sono dedicate a questo Ufficio sono decisamente
scarse. Bastano a malapena per coprire gli stipendi, ma quando si tratta di progettare, di programmare
interventi - il Tutore dei Minori dovrebbe avere la possibilità di lavorare anche in termini di prevenzione e
non soltanto di tutela giudiziaria - purtroppo non ce la fanno. Parlando con l'avvocato Gatti, ho saputo, per
esempio, che i migliori risultati si ottengono affidando ad altre famiglie i bambini in forte difficoltà e che
provengono da situazioni drammatiche. È la soluzione più economica di tutte, sia ben chiaro. Però c'è
bisogno di risorse per selezionare le famiglie che possano accogliere i minori. Non essendoci - la
selezione è quella che è stata fatta anni fa - le famiglie sono sempre di meno, e questo canale si sta
lentamente spegnendo, pur essendo quello più proficuo. Sarà un intervento estremamente breve. In qualità
di Presidente della IV Commissione che si occupa di questi problemi, in qualità di facente parte un Partito
sensibile a questi argomenti e, last but not least, come genitore di cinque bambini - ci si rende conto un po'
di più delle esigenze degli adolescenti e dei bambini, vivendo certe situazioni - voglio solo raccomandare
alla Giunta di dedicare una quantità di risorse adeguate a questo problema, perché sarà anche banale come giustamente diceva la collega Lattanzio - ma è una verità disarmante: i bambini sono il futuro.
Hanno bisogno non tanto di mamme ipertrofiche, ma di risorse per vivere la scuola, per vivere lo sport,
per essere tutelati in caso di necessità. Cerchiamo di fare uno sforzo in questa direzione. Grazie.
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Regione Molise
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Resoconti Consiliari
PRESIDENTE
Grazie Presidente Ioffredi. La Giunta? Prego, Consigliere Di Nunzio. Prego, ne ha facoltà.
CONSIGLIERE DI NUNZIO
Ho ascoltato con piacere e con dovizia gli interventi delle colleghe Fusco, Lattanzio e Manzo. Credo che il
problema ci debba investire necessariamente tutti. Non è un problema di genere, ma di società, di uomini
di questa società, di genitori, di educatori e, naturalmente - nello spazio che in questo quinquennio
dobbiamo rappresentare - anche di espressione politica. Dobbiamo cercare di sbagliare il meno possibile e
di dare un segnale diverso anche per ciò che riguarda - così come concludeva l'amico Consigliere seduto a
fianco a me - l'attribuzione dei fondi. Avevo preparato un intervento che voleva concentrarsi su alcuni
argomenti in maniera particolare. Mi è piaciuto l'intervento del Consigliere Lattanzio - vista la sua
sensibilità e la specificità professionale di competenza - però ritengo che, come ho già detto in un'altra
seduta, i bambini crescano bene se vengono educati in un certo modo. Io sono un papà adottivo di due
figli, che ho accolto in un età diverse - uno piccolissimo, l'altro in un età leggermente più avanzata - ma vi
assicuro che quello che ho passato nel Tribunale dei Minori è spaventoso. Fa passare la voglia. Questo è
uno degli aspetti che lega il mondo dei minori, dell'adozione, a quello delle famiglie, dell'educazione, della
scuola. Immaginate le problematiche alle quali può essere andato incontro un cittadino che ha adottato un
bambino di colore; il colore della pelle può portare a fare considerazioni diverse anche nel mondo della
scuola, tra i bambini stessi. C'è molto da riflettere, perché evidentemente la nostra non è una società
preparata. Non siamo multirazziali, ma lo diventeremo di qui a qualche decennio, e credo che anche ai
bambini che vengono da fuori si debba riservare una società, uno spazio, un momento e una riflessione, e
non solo capacità contributive in termini economici.
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Regione Molise
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Resoconti Consiliari
Quando ho fatto la prima domanda per adottare un bambino italiano, ho perso nove, dieci mesi senza
avere nemmeno una risposta. Alla fine mi è stato detto: "Forse è meglio se fai quella internazionale". E
così ho fatto, per fortuna.
Però vi assicuro che sono problemi grossi. Quando si va fuori, le spese sono molte. Magari un genitore,
una famiglia, quei soldi li offrirebbe tranquillamente a un istituto italiano, per il bimbo fortunato che verrà
accolto in una famiglia dove troverà la sua salvezza.
Altri rimarranno negli istituti, spesso abbandonati a loro stessi perché, superata una certa età, vengono
dimessi e diventano oggetti della società, il più delle volte in mano a qualcosa che nella nostra Regione
Molise, a differenza di altre, ancora non riusciamo a capire.
Quando vengo in Consiglio Regionale la cosa strana è che molto spesso ci lamentiamo dei nostri figli, dei
minori, però ritengo che diamo loro troppa, troppa importanza. Io sono cresciuto in una famiglia numerosa
-sei figli - in un piccolo Comune. Ed erano tre i pilastri che dovevano costruire il bambino: la famiglia, la
parrocchia e la scuola.
Questi tre istituti sono oggi in profonda crisi; non soltanto come momento aggregante, come spazio
culturale dove era possibile cimentarsi non solo nelle preghiere, ma anche nei giochi e nel rapporto tra le
persone.
Oggi i nostri figli hanno tutto. Per esempio uno, due cellulari, già in età molto piccola. Noi, forse, diamo
troppo. Guardiamo la società: quanti negozi, oggi, chiudono? Però i negozi per i bambini non chiudono, e
questo perché noi crediamo che, magari, comprandogli un giocattolo in più o un vestito più bello, il
minore cresca meglio.
Credo che questo sia l'errore più grosso che stiamo facendo come uomini, come padri e anche come nonni.
Perché, molto probabilmente, oggi la figura nel nonno non tutti ce l'hanno, e siccome i bambini sono
sempre meno, magari il nonno può diventare un qualcosa di veramente particolare.
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Resoconti Consiliari
Scusate, questo voleva essere un intervento di natura pratica. La statistica l'ha fatta molto bene chi mi ha
preceduto, come l'Avvocato Gatti. Io vado sempre al sodo, quello che mi sta più a cuore è essere concreto
nei miei interventi.
Tante mamme non hanno il coraggio o la mezz'ora in più per preparare una ciambella in casa; preferiscono
passare al bar e dare il cornetto al bambino che va all'asilo. Poi è normale che i figli ingrassino.
Non voglio dare lezioni a nessuno, però quando passo alle 8:00 del mattino davanti alla pasticceria qui
sotto, devo fare gincana. Nunzia, tu lo vedi perché...
(Intervento fuori microfono)
CONSIGLIERE DI NUNZIO
No, va bene, il rossetto. Poi ognuno si attrezza come vuole, per l'amor del cielo. Però devi fare la gincana.
C’è anche la corsa al grembiule più firmato, più bello. Io dico: non è giusto che sia così.
Quando ero in Inghilterra per il progetto sul turismo, sono arrivate due scolaresche, una inglese e l'altra
italiana. Gli adolescenti italiani li distingui subito, perché sono tutti con il cellulare, con le cuffie alle
orecchie, e a controllare i social network.
Non riusciamo più a controllarli, da questo punto di vista.
Sono tanti i divertimenti, tanti gli sfizi. Con questo non voglio dire che debbano venir meno. Credo, però,
che come società dobbiamo cominciare a riflettere veramente, perché questo rischia di diventare un
problema veramente serio.
Io vi chiedo scusa se ho fatto questo tipo di intervento, però mi sono sempre chiesto: che cos'è la
ricchezza? Che intendiamo per ricchezza, se non possiamo nemmeno goderci i figli? Perché sono
veramente poche le famiglie che vanno d'accordo, ormai. La normalità è quella di essere separati. Ma io
non sono tra quelli, quindi per me l'istituto della famiglia è importante e, nella famiglia, il figlio ha sì un
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Resoconti Consiliari
ruolo importante, ma deve sia ricevere che dare. Perché un figlio, a dieci anni, non può permettersi certe
cose.
Con questo voglio dire che tutti dobbiamo riprenderci i nostri ruoli: di papà, di minore, di figlio, di
mamma.
Stasera ho detto ai miei figli: "Non andate da nessuna parte, cercherò di rientrare presto - contrariamente al
solito - perché faremo il presepio assieme".
Sono questi i momenti in cui riusciamo a dare al figlio un sistema diverso. Io non dirò mai a mio figlio:
"Vai a messa", se io non ci vado, perché prima o poi, arrivato a quattordici anni, si ribellerà.
Ciò che voglio dire è che forse dobbiamo ripristinare i contributi, o magari chiedere alla Giunta di
elaborare nuove scuole, palestre, campi di calcio e quant'altro, ma non basta per la formazione dei ragazzi,
che devono acquisire la concezione di una società giusta e moderna. Se si vuole cominciare a parlare
anche di accoglienza, si deve ripristinare questo tipo di modello di sviluppo, lo stesso che, magari, si
aspettano i nostri figli da noi. Grazie.
PRESIDENTE
Grazie al collega Di Nunzio. Chiedeva la parola il Consigliere Federico. Se ci sono altri interventi, così
programmiamo i lavori. Voglio ricordare che la Molise Dati deve esporci il nuovo sito del Consiglio
Regionale per acquisire suggerimenti, prima di renderlo operativo dal 27 in poi.
Prego Consigliere Federico, ne ha facoltà.
CONSIGLIERE FEDERICO
Grazie Presidente. Ho sentito la necessità di fare un intervento, per il quale mi svesto dai panni di
ingegnere (si parla sempre di Antonio Federico ingegnere o il musicista).
Per tanti anni ho lavorato come operatore socio-assistenziale in una Casa Famiglia per dimessi psichiatrici.
E, al di là delle patologie che derivavano dall’alcolismo e dalle dipendenze da sostanze stupefacenti, la
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Resoconti Consiliari
maggior parte delle patologie che si hanno in età adulta, derivano da contesti sociali e familiari non sani,
che non hanno aiutato le persone - in età adolescente, soprattutto - a crearsi un proprio io.
Quindi, il nostro impegno deve essere quello di mettere tutti in condizioni di avere pari opportunità e pari
possibilità di affermarsi nella vita.
La mia esperienza mi ha portato anche a fare una serie di riflessioni legate proprio a quelli che sono i
contesti sociali in cui i giovani vivono. Io sono il più giovane di questa Assise, ma ricordo ancora molto da
vicino come si viveva anche senza il telefonino; quindi non appartengo a questa generazione.
Il vero problema consiste nel dare la possibilità ai giovani di ritrovarsi in centri di aggregazione che siano
sani e che mettano al centro la socializzazione e le relazioni interpersonali, che si sono perse a causa dei
telefonini e di internet, ma anche a causa una sorta di auto-protezione che le famiglie vogliono dare ai
figli, cercando di metterli dentro una cupola. Noi, invece, dobbiamo fare in maniera tale che ci siano
strumenti per stimolare le relazioni, e quindi l’aggregazione, la cultura, l'arte, lo sport, la musica, le
biblioteche. Qualsiasi tipo di iniziativa. Ci sono a Campobasso dei posti molto sani in cui i ragazzi
riescono a stare insieme anche negli orari post-scolastici, per evitare, appunto, di ritrovarsi
necessariamente in un bar, come ho sentito dire negli interventi precedenti.
La situazione, però, diventa un po' più drammatica nei centri più piccoli in cui, effettivamente, l'unico
centro di aggregazione diventa il bar, anche perché il genitore frequenta quel posto (richiamo, appunto, il
discorso della mamma che si ferma a prendere il cornetto al bar).
Dobbiamo far sì che anche nei piccoli Comuni si crei una rete, e quindi si diano degli indirizzi ben chiari
in questo senso. Ci sarà necessità di impegno anche di natura economica e di programmazione, però credo
che questo sia un qualcosa che noi tutti dobbiamo alle nostre generazioni, altrimenti l'età media dei
Molisani continuerà inesorabilmente ad alzarsi, e i ragazzi di 20 - 25 anni continueranno ad abbandonare
questa Regione.
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Resoconti Consiliari
Quindi, cerchiamo di andare in una direzione differente, anche sotto questo punto di vista: della
integrazione e della inclusione sociale, oltre a tutti gli altri temi che noi trattiamo continuamente qui in
Consiglio. Mi sono sentito di fare questo tipo di intervento proprio per l'esperienza personale che ho avuto
e nel corso della quale ho riscontrato che, effettivamente, se in questa particolare età non si interviene soprattutto nei casi più problematici - in seguito non ci saranno più speranze: troveremmo persone che
sono l'ombra di sé stessi, che vivono in strutture e spesso vengono trasferiti da una all'altra. Cerchiamo di
evitare questi calvari, perché tutti meritiamo di vivere una vita nel pieno delle nostre facoltà, delle nostre
possibilità. E tutti meritiamo, soprattutto, di essere felici. Grazie.
PRESIDENTE
Grazie anche per la sintesi. Consigliere Parpiglia prego, ne ha facoltà.
CONSIGLIERE PARPIGLIA
Io intervengo perché stimolato in modo forte dalla collega Fusco. Si è detto tanto, quasi tutto. Vorrei fare
soltanto un breve intervento basandomi sulla mia esperienza personale, quella di una persona che viene dal
mondo dello sport. Penso, appunto, che lo sport possa essere molto importante per aiutare i giovani a
crescere, a formarsi e ad essere educati in modo adeguato.
Le sacche di povertà e di fragilità minorile aumentano sempre di più. Ci sono degli aspetti inquietanti,
comprovati da dati e studi meritevoli. Ritengo, perciò, che bisogna intervenire in modo deciso attraverso
percorsi di prevenzione, di educazione, di formazione. E, ancora, attraverso la scuola, attraverso la
famiglia, attraverso la politica - che deve sempre di più cercare di contrastare la povertà minorile tramite
l’uso di risorse adeguate - e attraverso lo sport. Bisogna aiutare la fragilità dei nostri bambini anche
attraverso la pratica sportiva, intesa come formazione ed educazione. Io penso che lo sport sia una palestra
di vita; forma il carattere, ci plasma dal punto di vista fisico e psicologico. Dà la tempra e la forza per
poter reagire alle avversità della vita, in famiglia e sul lavoro. I valori che si trovano nello sport sono
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Resoconti Consiliari
straordinari: lealtà, solidarietà, rispetto delle regole, soprattutto quest’ultimo. I nostri bambini
difficilmente riescono a rispettare le regole, invece è la disciplina l'aspetto più importante. Si deve
incentivare lo sport attraverso l'educazione familiare. Come diceva anche il Consigliere Di Nunzio, il
ruolo della famiglia è un aspetto determinante. La famiglia è una protezione totale dove si ricevono gli
insegnamenti che possono dare la possibilità di affrontare la vita in modo sereno.
Sempre rispetto alla possibilità che lo sport ti può aiutare, altri soggetti significatici sono i tecnici e gli
allenatori. In questo momento di grave crisi sociale, economica e di grande fragilità minorile, io penso che
tecnici ed allenatori abbiano un ruolo determinante, perché riescono ad accudire i nostri bambini durante
la pratica sportiva, durante gli allenamenti. Riescono a mantenerli lontani dalla solitudine e, spesso, dalla
droga, dall'alcool, dal doping.
Quindi, anche rispetto alla mia delega, ritengo si debba incentivare e promuovere lo sport, anche
attraverso delle risorse finanziarie adeguate per rimarcare l’aspetto educativo del settore nei confronti dei
nostri giovani. Questo è il messaggio che volevo affermare. Sono intervenuto perché stimolato e incitato.
Forse era inopportuno, dopo tanti interventi, ripetere le stesse cose, perciò ho voluto dare un taglio
diverso, che ritengo importante: attraverso lo sport, la pratica sportiva, si possono aiutare moltissimo i
nostri giovani, i nostri bambini, ad avere una vita sana e, oserei dire, “felice”, se possibile.
PRESIDENTE
Grazie al Presidente Parpiglia. Chiudiamo questo intervento sull'ordine del giorno con la parola al
Governo. Vicepresidente Petraroia prego, ne ha facoltà.
ASSESSORE PETRAROIA
Grazie Presidente. Intanto oggi ricorre il 65° anniversario della Dichiarazione dei diritti dell'uomo e io
voglio, in questa sede, ricordare questo evento straordinario, anche nel nome di una figura straordinaria
come Nelson Mandela, che è venuto a mancare qualche giorno fa.
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Resoconti Consiliari
Il tema dei diritti umani si intreccia con i diritti dei bambini, con le tutele che noi dobbiamo assicurare
all'infanzia. Ed è assolutamente meritorio che, in aggiunta agli impegni che sono stati assunti a livello
internazionale a salvaguardia dei diritti di tutti i popoli e di tutti i cittadini, ci sia stata una ulteriore
esplicitazione e un impegno più forte riferito esclusivamente ai bambini, attraverso la convenzione ONU
sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza.
Così come è meritorio che tante Organizzazioni internazionali si adoperino quotidianamente per regalare
un sorriso, per portare una risposta, per aiutare tanti bambini che ancora oggi combattono con le malattie,
con la sete, con la fame. Molte volte il nostro Molise si distingue, in maniera silenziosa ma bella, in questa
direzione.
Qualche sera fa ho avuto la fortuna di trovarmi a Isernia alla cooperativa della LAI, e ho incontrato i
genitori di un ragazzo che si era laureato con il massimo dei voti e che, tornando da Roma, qualche anno
fa, rimase vittima dell'incidente di Roccasecca. I genitori di Francesco non si sono lasciati abbattere dal
dolore. Hanno un altro figlio che è ospite della LAI. E avevano Francesco. Da otto anni hanno fondato una
Onlus, hanno portato una scuola nel Burundi e assistono 2 mila persone in un villaggio a mille e 500
chilometri dal luogo dove si arriva con un aeroplano; un luogo dove non è mai arrivata l'energia elettrica e
per raggiungere il quale non vi è la strada. Ma loro - due genitori di Isernia che hanno un altro figlio che
ha una situazione non facile - sono stati così ricchi d'animo da raggiungere, alla loro età e attraverso
spostamenti difficili, un posto dove non si parla né inglese e né francese, ma il dialetto di quella parte del
Burundi; posto che è stato toccato dalle violenze (tutti noi ricordiamo con orrore le persone uccise con i
machete nella lotta fratricida con il Ruanda). Questa pagina la stanno scrivendo da otto anni due genitori e
tanti volontari. Mi hanno fatto vedere le fotografie di tanti volontari di Isernia - chi lavora all'ospedale, chi
all'ENEL - che prendono le ferie e, a turno, vanno in quel luogo. Mi è sembrato giusto fare questo esempio
perché quando parliamo di vicende così importanti, rischiamo o di fare un elenco dei bisogni, o menzione
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Resoconti Consiliari
- come è anche giusto che sia - delle necessità, delle attività svolte, delle percentuali. Io credo che, in
aggiunta a quell'attività di ricognizione e di programmazione rispetto alle attività istituzionali che toccano
a ciascuno di noi, ci sia il cuore, l'impegno emotivo, la disponibilità ad adoperarsi anche come singoli
cittadini, rispetto a questo tipo di esigenze ed emergenze, per trasformare il mondo. Perché il mondo lo
dobbiamo cambiare, e non dobbiamo mai ammainare la bandiera di chi prima di noi ha sacrificato la
propria esistenza per cambiarlo. Perché il mondo, così com'è, è ingiusto. Abbiamo 6 miliardi di esseri
umani che vivono nella povertà, e solo 1 miliardo che vive nei Paesi del cosiddetto benessere, che però
stanno scivolando sempre più sotto la soglia di povertà. In Molise abbiamo il 20,5 per cento delle
famiglie. La povertà spinge alla disperazione e al ribellismo. Assistere in maniera passiva agli scontri che
ci sono stati a Torino, ci ricorda quello che è accaduto in Grecia. Non si esce dalla povertà con il fascismo.
La violenza va debellata. Ma insieme ad essa va debellata anche la povertà, e vanno assicurati i diritti.
Come non si stanca di ripeterci tutti i giorni Papa Francesco - una grandissima figura che, per circostanze
storiche fortuite mai verificatesi prima, è stato chiamato a fare il Papa mentre un altro Papa è ancora in
vita - noi dobbiamo batterci per un mondo più giusto. Lui però non parte dagli altri, ma da se stesso. Infatti
i suoi moniti sono rivolti alla Curia. Dice: "Non è giusto che i bambini figli di emigranti dormano sotto i
ponti e noi abbiamo i conventi pieni di affreschi, ma che sono chiusi e vuoti". Questo spinge ciascuno di
noi a rimettere in discussione il pensiero egemone degli ultimi 30 anni. Per chi avesse letto qualche
articolo della scuola di Chicago, i Neocon di Friedman avevano teorizzato che, attraverso il mercato, il
progresso e la ricchezza potessero arrivare anche nelle lande più desolate. Il mercato senza regole ha
creato semplicemente più disuguaglianze e più ingiustizie. C’è una ricchezza che si concentra sempre di
più in ristrettissime oligarchie, che non vogliono la democrazia, che bypassano la partecipazione
democratica, che esautorano le Assemblee Elettive e che concentrano in logge massoniche, in luoghi
semiclandestini o nella grande finanza internazionale, le sedi dove si decidono le sorti dei popoli. Io
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immagino che questo stato dell'arte vada rimosso anche se è complesso farlo, se vogliamo davvero
assicurare tutele e diritti a tutti; se non vogliamo fare la fine di quel cittadino che indicava Bertolt Brecht
quando diceva: "Sono venuti a prendere uno zingaro ma io non sono zingaro. Sono venuti a prendere me,
ma non c'è nessuno che mi può salvare". Cioè, con un salto culturale - dove dobbiamo archiviare 30 anni
di egemonia culturale della finanza globale che ha impoverito il mondo anche dal punto di vista del
pensiero e delle azioni – si deve tornare a Giuseppe Mazzini troppo frettolosamente rimosso, di cui in
Italia non parla quasi più nessuno... Perdonate la digressione, ma se noi vogliamo parlare dei bambini del
Molise, dobbiamo parlare dei bambini del mondo. Anch’io sono stato chiamato a battezzare un bimbo che
è venuto dalla Bulgaria, ma i cui genitori adottivi hanno impiegato sei anni ... Perché i bambini del Molise
sono i bimbi che da dieci anni arrivano qui dagli orfanotrofi della guerra della Bosnia Erzegovina. Vi
assicuro che è stato molto duro - dal punto di vista emotivo - quando il 18 gennaio del 2003, nel Palazzetto
dello Sport di San Giuliano di Puglia - dove erano state allineate le bare dei bambini - arrivarono 300
bimbi orfani di guerra -la guerra della Bosnia - portati dalla CGIL della Sicilia. I bimbi sopravvissuti di
San Giuliano ebbero la forza di accoglierli, e da lì nacque uno scambio; con quei genitori, in silenzio,
andammo negli orfanotrofi di Srebrenica e a Banja Luka, a vedere e a toccare con mano bimbi che
mangiavano il soltanto riso, quando c'era. Ed erano trascorsi diversi anni dai momenti più cruenti della
guerra. Da allora, per fortuna, grazie a tante persone belle del Molise - e tra queste mi preme ricordare la
collega Angela Fusco - ogni anno, in estate e a Natale, 60 di quei bimbi si fermano qui in case di cittadini
del Molise. Come a dire: il Molise è il mondo, e le case del Molise sono le case dei bimbi del mondo.
Questi atti concreti parlano più di tante cifre, ma ci mostrano una generosità e un'apertura che merita di
essere sostenuta anche dalle Istituzioni.
(Intervento fuori microfono)
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Resoconti Consiliari
ASSESSORE PETRAROIA
C'è stata una catena di solidarietà, perché il bene chiama bene, così come il male chiama male. Fare il bene
in maniera disinteressata significa che, automaticamente, c'è un sentimento di emulazione, che porta anche
altri a fare qualcosa in più.
Per tornare agli argomenti dell'Ordine del giorno, dobbiamo assolutamente adoperarci, in questo territorio,
a utilizzare in maniera oculata le scarsissime risorse finanziarie che ci sono per sostenere progetti positivi;
per assicurare ai bambini che non ce l'hanno, una casa. Gli organi di informazione parlano di tutto, ma il
disagio non viene raccontato. A volte si ha quasi la sensazione di essere impotenti di fronte a delle cose
che sono palesemente, orribilmente ingiuste. Quando si sa che una bimba dorme per giorni in una
macchina, a Termoli, perché non c'è un prete, non c'è una Caritas, non c'è un Comune, non c'è una
Provincia, non c'è una Regione, non c'è uno Stato, che, al cospetto di uno sfratto esecutivo, pur sapendo
che in quel nucleo familiare c'è un minore, si preoccupa di individuare una soluzione? E l'Assessore pro
tempore deve mendicare una soluzione, sapendo che non ve ne sono disponibili. Abbiamo evitato uno
sfratto esecutivo con una minore a Larino soltanto la settimana scorsa, ma vi posso assicurare che di eventi
di questa natura, dove ai bambini viene negata la casa, ve ne sono molti. Sapete che quando la famiglia
viene sfrattata intervengono i servizi sociali. A volte i genitori hanno timore di evidenziare il fatto che non
possono pagare il fitto perché hanno paura che gli portino via i figli. Vicende di questo genere sono
drammatiche. Accadono sotto i nostri occhi, e non riusciamo ad avere gli strumenti perché facciamo tanti
ragionamenti. Ho letto tanti programmi bellissimi di esperti, di figure che, in termini accademici, non
sfigurerebbero né alla Sorbona né, probabilmente, nelle principali Università americane. Però, quando c’è
la concretezza del disagio, la risposta non c'è. Anzi, spesso i pochi soldi che ci sono rischiano di essere
utilizzati per pagare le parcelle di questi brillanti consulenti, che già vivono con un reddito più che
dignitoso. Il diritto alla casa, il diritto alla salute. Quanti genitori non riescono più ad assicurare, per
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carenza di soldi, le cure ai propri figli? Perdonate la mia crudezza, ma se oggi si vuole prenotare una visita
specialistica e non si hanno i santi in paradiso - e in Molise il paradiso è un luogo talmente stretto che non
ci sta quasi più nessuno - devi aspettare sei, nove mesi, anche per patologie gravi. Pensate che in una
famiglia senza soldi un genitore si possa permettere di andare a far fare la visita specialistica al bambino in
un altro posto? Materialmente non può. Rinuncia. Ma come può vivere un padre o una madre, sapendo che
quel figlio potrebbe avere un problema grave? Come lo guarda negli occhi? In questa società domina
l'ipocrisia. Si fa finta di parlare di una serie di questioni, ma poi non vi sono reali risposte disponibili e
difficilmente se ne cercano. È vero, ringraziamo la Caritas, le parrocchie - in questi giorni ci sono anche le
scuole che fanno i mercatini di Natale - perché cercano di aiutare le persone con le iniziative solidali, la
colletta alimentare, 18 associazioni hanno raccolto 42 tonnellate di prodotti - anche da noi, per tre mesi
almeno, ci saranno delle famiglie che, nell'anonimato, potranno ricevere a casa delle provviste. Ma quanti
sono i bambini che, anche da noi, soffrono la fame? Basta parlare con padre Roberto, con Don Giovanni,
con Don Franco, con Padre Celestino. E meno male che ci sono loro. Perché quelle che una volta erano le
Case del popolo, ormai le hanno chiuse; sono andati ad aprire le succursali di Forza Silvio, non
comprendendo che se smarrisci la via dell'umanità non hai più niente da dire e dare a nessuno. In quante
case non c'è più l'energia elettrica e non si possono lavare i bambini? Concretamente, la risposta non c'è
mai. Non abbiamo potuto nemmeno accreditare al Piano sociale di zona di Campobasso la quota dei 2
milioni e 3 del Fondo nazionale delle politiche sociali, perché non ci hanno fatto la rendicontazione del
2012. Siamo a dicembre 2013. Su sette Ambiti, sei ci hanno mandato il rendiconto - li abbiamo dovuti
sollecitare. A Campobasso non abbiamo potuto accreditare i soldi. Il Piano sociale non ha soldi. Se non
ha soldi, quando ci sono questi disagi - se vogliamo parlare di bambini - non li si possono dare, perché non
li hanno presi, e non li hanno presi perché non hanno rendicontato; perché, se si prendono i soldi nel 2012,
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Resoconti Consiliari
si deve giustificare come sono stati impiegati, fa parte della legge, è una norma. Di chi è la colpa? Alla
fine hanno sempre, tutti ragione. Quelli che pagano sono coloro che non hanno nulla.
Mi avete richiamato sull’Osservatorio. Io sono a vostra disposizione e vi ringrazio. Ringrazio le tre
colleghe che hanno mostrato, nel corso di questi mesi, una sensibilità e un'attenzione a questi temi che è
assolutamente meritoria. Ribadisco di essere completamente a vostra disposizione. Non so se farò
l'Assessore per un'altra ora o per un altro mese; non ho mai interpretato la politica come luogo e
un’occasione per ostentare qualcosa, e mi sento fortunato dell'esperienza che ho potuto fare nella mia vita.
Confermo di nuovo - per il tempo durante il quale occuperò questa funzione di servizio - di essere a
disposizione di tutti. Mi farà molto piacere incontrarci per vedere, concretamente, alcune norme di legge
che sono state approvate e per vedere anche come possiamo, ad esempio, accelerare l’approvazione della
legge quadro, implementandola, nel caso in cui ci fossero degli aspetti che possano essere integrati. Mi
riferisco alla legge quadro sul sociale, che recepisce la 328 e che sarà - credo - trasmessa alla Quarta
Commissione a breve. Così come può essere utile un confronto sul nuovo Piano triennale sociale, 2014 2016, nel corso del quale si tenterà di capire quali sono le risorse e il pezzo dell'integrazione socio sanitaria, di cui ci si limita solo a parlare. Ho fatto diversi incontri: tre mesi fa, due mesi fa ed un mese fa;
Comune di Campobasso, Piano sociale di zona, la Casa di riposo Pistilli, eccetera. Questo perché se alla
data del 31 dicembre i lavori non fossero terminati, c'era il rischio di un mancato accredito della Casa di
riposo di via delle Frasche.
Di tutti gli impegni presi, nessun è stato rispettato. Nella Casa di riposo di via delle Frasche si dovevano
soltanto mettere a posto dei pavimenti, ma c'è il rischio che, se non si interviene, lì si avrà una potestà tutta
dell'Amministrazione Comunale. Stiamo interessando anche la Prefettura per evitare eventuali disagi ai
pazienti.
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Resoconti Consiliari
Per quanto riguarda la Casa di riposo in via Garibaldi, il cantiere che doveva consegnare i lavori alla Casa
di riposo e anche alla RSA, è chiuso perché la ditta dice che avanza le risorse.
Quindi, è un momento non particolarmente semplice. Però ci sono il Piano sociale, la proposta di legge, la
funzionalità dell'Osservatorio. Queste competenze sono incardinate - alcune esistono da dieci anni - e
possono dare, in maniera strutturale, una risposta ai bisogni e ai problemi.
Basandomi sui precedenti contributi a questo dibattito, dico che sicuramente possiamo immaginare dei
momenti di approfondimento per capire come mai in Molise l'affido non funzioni.
Quanti sono gli affidi in Molise? Sette. Di cosa stiamo parlando? Dobbiamo cercare un'azione di
sensibilizzazione nelle famiglie, dove l'affido possa cominciare a diventare una opportunità.
Ci sono alcune cose semplici che si possono fare. Per esempio, alcuni bravi sacerdoti stanno provando a
chiedere un'attenzione per gli oratori. Sono cose belle, che possono essere accompagnate.
Contrastiamo anche l'abbandono scolastico attraverso i tirocini. L'obbligo formativo può diventare uno
strumento. Dobbiamo potenziare le azioni per contrastare le devianze e le dipendenze patologiche.
Sicuramente anche sul nostro territorio gli istituti per minori possono diventare occasione di
approfondimento e di riflessione, esattamente come le comunità terapeutiche - che nel Molise non ci sono
- per recuperare devianze e dipendenze.
Capire meglio come possiamo snellire - sapendo che la Regione ha pochi strumenti - le adozioni.
Concludo semplicemente con un messaggio: quando vedo tutti questi bambini, oggi, che stanno fermi
davanti ai telefonini, davanti all'iPad, davanti ai computer, ho paura per loro. Ho paura che vengano
condannati alla solitudine perché scambiano quell'attrezzo per quello che una volta era lo scambio
intergenerazionale. Prima si cresceva in famiglia col gioco, con il lavoro, con i divertimenti, in maniera
molto semplice, però autentica.
Adesso, invece, li si riempie di cose però, al contempo, li si condanna a stare soli.
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Resoconti Consiliari
Dobbiamo vietare che ci sia un impoverimento sociale, fare di tutto per promuovere l'associazionismo e
fare in modo che alcuni messaggi di solidarietà, che vengono anche dalla scuola - e alcune cose si stanno
facendo - ci possano venire in soccorso. Grazie.
PRESIDENTE
Grazie Vicepresidente Petraroia. Allora, prego i colleghi, se sono in Aula, di raggiungerci per la votazione
finale. Prendiamo posto.
Allora, mettiamo ai voti l'ordine del giorno concernente la salvaguardia dei Diritti dell'Infanzia e
dell'Adolescenza nelle Regioni italiane.
Favorevoli?
Contrari?
Astenuti?
L'Aula approva all'unanimità.
(Il Consiglio approva)
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MINUTO DI RACCOGLIMENTO IN MEMORIA DI NELSON MANDELA, RECENTEMENTE
SCOMPARSO. CHIUSURA DELLA SEDUTA.
PRESIDENTE
Prima di sospendere la seduta, commemoriamo Nelson Mandela. La sua morte lascia un vuoto profondo
nella vita di ognuno al di là del Paese di appartenenza, perché le sue conquiste sono conquiste per il
mondo intero e fondamentali per qualsiasi esistenza vissuta nel rispetto dalla dignità umana.
Io chiedo all'Aula un minuto di raccoglimento per la scomparsa dell'indimenticabile figura di Nelson
Mandela, Premio Nobel per la Pace.
Bene colleghi, grazie della vostra attenzione.
Chiudo questa seduta monotematica del Consiglio Regionale, prego i tecnici della Molise Dati di fare i
collegamenti e invito i colleghi a rimanere in Aula, perché presentiamo la prima bozza del nuovo sito del
Consiglio Regionale. Fra due minuti sarà proiettata una schermata del sito, in modo che ogni Consigliere
possa dare eventuali indicazioni ai tecnici, che saranno presenti qui in Aula, anche per illustrare eventuali
dubbi o suggerire modifiche da apportare a questa prima bozza, che sarà resa definitiva nella seduta del
Consiglio del giorno 27 dicembre. Quindi, un minuto soltanto.
È chiusa la seduta.
(Il Consiglio è sciolto alle ore 18:43 del 10/12/2013)
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