uria l`ittita - file

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URIA L'ITTITA: CARTELLA CLINICA
Quando si presentò nel mio studio Uria l'Ittita, mi trovai davanti un uomo distrutto.
Conoscevo la sua storia perché leggo sistematicamente la Bibbia venti minuti al
giorno dal momento che la Bibbia, per certi aspetti (e soprattutto in assenza di validi
ermeneuti che ne accompagnino la lettura) è un libro che rimanda ai più impegnativi
manuali di antropologia criminale. Per questo io, Bottle dottor John psichiatra
abusivo, mi sono trasformato in un incompetente regista teatrale dilettante.
Dottor Bottle: Ladies and gentlemen: si apra il sipario ed un applauso per Uria!
(In platea non c'è nessuno: nel più completo silenzio sbuca dalle tende del sipario
Uria l'Ittita, vestito da antico soldato ittita, cioè in Jeans, infradito e maglietta
bianca a maniche corte, perché i registi dilettanti e incompetenti non hanno la
minima idea di cosa indossassero gli antichi soldati ittiti)
Uria l'Ittita: Dottor Bottle, perché mi sottopone a questa atroce prova?
Dottor Bottle: Macché atroce prova! Si chiama “teatro terapia”: ci guadagnano un
sacco di furbi ma io, che sono un medico polivalente, un analista più selvaggio di
Groddeck ed anche un cognitivista ortodosso, la curo gratis, caro Uria...
Uria l'Ittita: Mi ha già sottoposto al “condizionamento suggestivo” che nelle sue
intenzioni avrebbe dovuto desensibilizzarmi, ricorda?
Dottor Bottle: Certo che lo ricordo. Raccolsi un centinaio di copertine di Playboy e
scrissi “Betsabea”, con un pennarello rosso, sulle tette di tutte le conigliette per farle
riconoscere sua moglie in ogni donna
Uria l'Ittita: Non è servito a nulla. Betsabea è sempre Betsabea. Altro, il dolore.
Dottor Bottle: Voi depressi minori attendete sempre risultati immediati. Per cortesia,
racconti adesso, ad un pubblico di venti secoli dopo Cristo, la sua storia di dieci
secoli prima di Cristo.
Uria l'Ittita: Non vedo nessun pubblico
Dottor Bottle: La gente verrà dopo
Uria l'Ittita: Quando arriverà imbraccerò un mitra e sparerò su tutti i maledetti di
questo Batlacan...
Dottor Bottle: Non siamo al Bataclan, nessuno è maledetto e la prego di non
anticipare la produzione di fantasie compensatorie: a quelle darà corpo quando
saremo più avanti col processo di guarigione. Si presenti, coraggio.
Uria l'Ittita: Signore e signori, mi chiamo Uria e sono un militare psicopatico, come
l'ottantotto per cento dei militari.
Dottor Bottle: Stooop! Torni indietro e sostituisca “psicopatico” con “fedele”,
eliminando la seconda parte del discorso: deve smetterla di abbassare sempre
platealmente la sua autostima! Provi a dare corpo ad un'emozione,
contemporaneamente distaccandosene: è semplice, si tratta solo di innescare
l'automatismo
Uria l'Ittita: Signore e signori, mi chiamo Uria e sono un militare fedele
Dottor Bottle: Perfetto. Prosegua con una secca modernosintesi
Uria l'Ittita: Ero un soldato valoroso e scrupoloso, amai e servii con grande lealtà il
famoso re Davide, il quale pensò bene di ricambiare la mia dedizione scopandosi la
mia donna, facendoci un figlio, tentando di attribuirmene la paternità ed infine
mandandomi premeditatamente a morire in prima linea nell'assedio di Rabbat. Ma il
peggio doveva ancora venire...
Dottor Bottle: Ehi! Questa mi giunge nuova! Cosa significa? Non mi disse nulla
quando parlammo nel mio studio! Come si concretizzò questo “peggio”, in parole
povere?
Uria l'Ittita: In povere parole, una volta morto vidi la verità e come erano andate le
cose. La verità mi fermò sulla soglia della dimora dei giusti: non ero sicuro di volere
entrare in paradiso e...
Dottor Bottle: Stooooop! Bellissimo, bellissimo: “To enter or not to enter? That is
the question!”: sospendiamo la teatro terapia”
Uria l'Ittita: Mi scusi ma chi sono io? Un paziente o “il gioco delle terapie?”
Dottor Bottle: Ha ragione, mi scusi: mi sono fatto prendere dall'entusiasmo del
regista dilettante e incompetente. All'improvviso mi ha fulminato l'idea di tessere una
trama trasversale per unire Lei a Shakespeare, approdando sulle “Cime tempestose”
per estrapolare dal romanzo lo stupefacente brano sulla natura dell'amore, quello
dove Catherine dice di aver sognato di essere in paradiso ma quel paradiso era pieno
di tristezza perché vuoto del suo amato Heathcliff...
Uria l'Ittita: Io non ero pieno di tristezza, dottor Bottle, ma semplicemente molto
indeciso a causa di una solenne incazzatura.
Dottor Bottle: Capito, capito. Si è impantanato nel problema della giustizia: sarei
tenuto a farla rientrare nella Bibbia per metterla in contatto con Giobbe.
Uria l'Ittita: Chi è Giobbe?
Dottor Bottle: Le presenterò il signor Giobbe in un momento successivo, al termine
della psicoterapia teatrale. Torniamo a noi: quindi Lei si sarebbe rivolto a me per
capire se era il caso di entrare in paradiso oppure no...
Uria l'Ittita: Se proprio è necessario semplificare...
Dottor Bottle: Io sono un esperto di toponomastica degl'inferi, non mi intendo di
cose celesti. Sono tuttavia ragionevolmente convinto che prima di entrare
permanentemente nelle alte sfere Lei abbia bisogno di materializzare una o due
tonnellate di rabbia. Cosa fantasticava a proposito di Davide, sulla soglia della
dimora dei giusti, ad esempio?
Uria l'Ittita: “Fantasticare” è improprio. Quando ho veduto che piega avrebbero
preso gli eventi, od almeno quando ho veduto come sarebbero sino ad un certo punto
andate le cose, mi è dispiaciuto molto per quel figlio che il buon re desiderava
attribuirmi, e che è morto. Non si colpiscono le colpe dei padri nei figli, e se esistesse
la reincarnazione avrei messo Nino Benvenuti-Davide nelle mani di Uria l'Ittita
Carlos Monzon, o meglio ancora in quelle del Canaro della Magliana...
Dottor Bottle: Non mi costringa a presentarle il signor Giobbe anzitempo, signor
Uria
Uria l'Ittita: Lo chiami, lo chiami pure
Dottor Bottle: Giobbeeee! Giobbeeeee! E' arrivato il tuo momento: entra, forza!
Dottor Bottle (voltandosi a destra e con voce ventriloqua, imitando un altoparlante):
Il signor Giobbe ha esaurito la pazienza, si è stancato di aspettare ed è tornato nella
dimora dei giusti. Ci scusiamo per il disagio.
Dottor Bottle (Con la sua voce): Mi dispiace, ma son cose che succedono nelle
migliori psicoterapie teatrali. Vorrà dire che conoscerà Giobbe in paradiso, se
deciderà di entrare. Lei però sta fissando il vuoto: a cosa sta pensando?
Uria l'Ittita: Stanotte ho sognato di essere Cino Tortorella e di presentare lo
Zecchino d'Oro. Ad un certo punto il Piccolo Coro dell'Antoniano ha iniziato a
deridere mio figlio, il prediletto, mettendolo in mezzo e cantando: “Ciaosanna figlio
d'Uria, tu pà l'è un gran cojòn!”, e mio figlio piangeva, piangeva indifeso lacrime
amare e allora ho preso il mio bambino, l'ho messo al riparo ed ho sparato alle
telecamere. Lo studio è diventato un'altra città, io ero di nuovo io, ed io ero in una
strada, in una promenade a bordo di un camion: Uria l'Ittita li ha investiti e maciullati
tutti, quei piccoli bastardi ed i loro genitori.
Dottor Bottle: E' un sogno di odio e di rivalsa
Uria l'Ittita: Davvero? Eppure mi sentivo così rappacificato, dopo...
Dottor Bottle: Ciò significa che è il momento di tentare di integrare le note oltre lo
spartito di questa emergenza inconscia, quindi partiamo con due minuti di rilassante
musicoterapia. “Don't believe in love” di Dido fa al caso nostro (Estrae da una tasca
l'Iphone, lo apre e si collega con l'applicazione YouTube lasciando partire la canzone
di Dido versione live: “If I don't believe in love, nothing will last for me, if I don't
believe in love, nothing is safe for me...”).
Uria l'Ittita: “Bella canzone. Conosco Dido: è la sorella di Betsabea, ma mia cognata
ha goduto di più libertà, in famiglia. Comunque è vero: avrei bisogno di credere di
più nell'amore, negli altri. Il problema è che la maggior parte della gente che predica
“amore” ha un livello di credibilità tale che viene spontaneo preferire le semplici
maniere gentili all'amore a proposito del quale speculano.
Dottor Bottle: Mi permetto di porle una domanda: Sua cognata è diventata una
cantante, e Betsabea? Betsabea si trova forse in paradiso?
Uria l'Ittita: Lei non è in grado di curare nessuno, ma siccome è in definitiva una
persona simpatica le comunico che mi sono risolto per il paradiso. Vado e torno tra un
minuto, ma solo per dirle se ho trovato Betsabea.
Dottor Bottle: Perfetto.
(Uria l'Ittita sparisce. Trascorrono i minuti ed il dottor Bottle inizia a pensare di
essere stato piantato in asso)
Dottor Bottle: (Urlando): Uriaaaa! Uriaaaa! Dove è andato? Mi dica qualcosa, Uria!
Le sembra giusto lasciarmi solo così, di punto in bianco, in mezzo a tutte queste
terapie? Mi ero anche dimenticato di sottolineare che il problema fondamentale del
suo popolo è quello di aver smarrito le radici pagane e soprattutto di aver rimosso
l'origine palindroma: Lei è Uria degli Ittitti, e non degli Ittiti, sa? (Uria non torna.
Ancora silenzio)
Dottor Bottle: La maggior parte dei miei pazienti è affetta da ingratitudine: non mi
sorprende che Uria abbia dimenticato la sua promessa. (Conclude con voce
ventriloqua): O forse si è immerso con Betsabea nel miele del Pozzo dell'Oblio...
Giancarlo A. Nicolini
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