donne e lavoro

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donne e lavoro
In quest’ottica, possiamo concludere che le molestie come altre perversioni sessuali
derivano gran parte della loro forza emotiva proprio dagli stereotipi di genere e di
ruolo; per sradicare tali comportamenti è necessario che tutte, individualmente e
collettivamente rifiutino tali stereotipi e reagiscano prontamente e con forza, denunciando gli abusi.
Al seguente indirizzo web è possibile approfondire il problema e trovare alcuni consigli pratici antimolestie: www.salutedonna.it
MOBBING DI GENERE
Infine, altro tema che presenta aspetti preoccupanti e che produce pesanti ripercussioni sulle vita delle lavoratrici è quello del mobbing.
Il termine mobbing indica un insieme di comportamenti violenti (abusi psicologici, angherie, vessazioni, demansionamento, emarginazione, umiliazioni, maldicenze, ostracizzazione, etc.) perpetrati da parte di superiori e/o colleghi nei confronti di una
lavoratrice/ore, prolungato nel tempo e lesivo della dignità personale e professionale
nonché della sua salute psicofisica. L’attività discriminatoria del mobbing è protesa
ad emarginare e/o ad estromettere (licenziamento o dimissioni forzate) la lavoratrice/ore dal proprio ambiente di lavoro allo scopo di arrecare un danno psico-fisico,
morale ed economico.
Le donne sono spesso i soggetti più a rischio di mobbing o di marginalizzazione, specialmente al rientro dalla maternità o a seguito di matrimonio; si parla in questi casi,
di mobbing di genere. La marginalizzazione progressiva può avvenire tramite l'isolamento sistematico della lavoratrice, l'attribuzione di incarichi meno qualificati se non
addirittura mortificanti, l’esclusione da comunicazioni e riunioni interne, lo svilimento
di proposte ed iniziative, l'assegnazione di postazioni di lavoro scomode o isolate, fino
ad arrivare a condotte aggressive costituite da attacchi alla reputazione, ridicolizzazione pubblica, minacce di licenziamento.
Gli effetti che anche i clinici (psicologi, psichiatri o, in generale, specialisti in ambito
medico) osservano possono essere anche di severa entità e di carattere permanente:
ansia e depressione sono le conseguenze patologiche più frequenti, che hanno manifestazioni ancor più gravi nei casi delle lavoratrici madri, per la loro particolare condizione. In Italia non esiste una normativa specifica contro il fenomeno del mobbing,
ma esistono disposizioni in vigore che possono tutelare la salute fisica e psicologica
dei lavoratori: dallo Statuto dei Lavoratori al D.Lgs 626/1994 che fa riferimento alla
“predisposizione dell’attuazione delle misure per la tutela della salute e dell’integrità
psicofisica dei lavoratori”.
In Parlamento sono depositate dal 1996 diverse proposte di legge che intendono dotare il nostro paese di una vera e propria legge in grado di combattere il fenomeno del
mobbing. Ma ad oggi nessuna di queste è stata discussa e approvata.
In Italia è attiva un’associazione a cui rivolgersi in caso di necessità: MIMA Associazione contro il mobbing creata e gestita da mobbizzati per i mobbizzati.
www.mimamobbing.org/
“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E' compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico
e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'uguaglianza dei cittadini, impediscono il
pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese". (art. 3 Costituzione)
Per saperne di più:
"La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che
rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie
possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società". (art. 4 Cost.)
L. 215/92 “imprenditoria femminile”
“La donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che
spettano al lavoratore.”(art. 37 Cost.)
PRINCIPALI LEGISLAZIONI IN MATERIA di DONNE E LAVORO
L.903/77 “parità uomo e donna in materia di lavoro”
L. 125/91 “Azioni positive”
TUTELA DELLA LAVORATRICE MADRE
L.1204/71 “Tutela delle lavoratrici madri”
L.53/2000 “Disposizioni per il sostegno della maternità e paternità, per diritto alla cura e alla formazione e per il coordinamento dei tempi delle città”
T.U. 151/2001 “Testo Unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità
e della paternità”
DISPARITA’ SALARIALE
Sono passati oltre sessant’anni dal varo della Costituzione italiana e ancora oggi, purtroppo, le differenze tra individui (cittadini e non) nel nostro paese restano forti. In
particolare, la disparità di genere è per molti aspetti ancora molto marcata ed evidente. Tra i numerosi problemi irrisolti, c’è sicuramente quello del divario di retribuzione tra donne e uomini. Si tratta di un fenomeno complesso e persistente avente
cause multiple.
La disparità salariale è soprattutto il risultato di disuguaglianze connesse al mercato
del lavoro. Tali disuguaglianze colpiscono soprattutto le donne. A parità di mansioni
e competenze infatti, le donne vengono pagate meno. Cerchiamo di capire allora
perché. Vanno considerate a questo proposito:
la segregazione orizzontale del mercato del lavoro: le donne si concentrano in un
numero molto più ristretto di settori e di professioni, rispetto agli uomini, generalmente meno retribuiti e meno valorizzati;
la segregazione verticale del mercato del lavoro: le donne vengono impiegate principalmente in posti molto meno retribuiti e incontrano maggiori ostacoli per la loro
carriera professionale (si pensi che soltanto un terzo delle donne sono "quadri" nelle
imprese dell'UE);
le tradizioni e gli stereotipi: questi influenzano in particolare le scelte nei percorsi dell'istruzione, la valutazione e la classificazione delle professioni, nonché la partecipazione all'occupazione;
la difficile conciliazione tra la vita privata e la vita professionale che comporta spesso
per le donne un lavoro a tempo parziale e interruzioni ripetute di carriera, con conseguenze importanti per quanto riguarda la loro evoluzione professionale.
MOLESTIE SESSUALI
C’è poi un’altra questione che riguarda molto da vicino le donne lavoratrici: le molestie sessuali sul posto di lavoro.
Si tratta di comportamenti di natura sessuale che limitano la libertà individuale e violano la dignità delle persone che li subiscono, creando un clima di intimidazioni e ritorsioni. Tali comportamenti sono legati alla cultura, ai ruoli, agli stereotipi di genere,
e alle rappresentazioni sociali di genere. Il molestatore fa leva sulla sua posizione di
potere e con il suo comportamento cerca di affermare la propria virilità per la sopraffazione dell’altro.
Gli stereotipi di ruolo sessuale assegnano a un sesso caratteristiche definite e rigide.
Secondo il tradizionale stereotipo maschile l'uomo deve possedere autonomia, attivismo, senso della disciplina, logica, coraggio, rudezza, decisione negli obiettivi, spirito di avventura, ribellione, capacità di dominio, virilità. Mentre, al contrario, secondo
il tradizionale stereotipo femminile, la donna deve possedere la sollecitudine, la capacità di esprimere sentimenti, la dipendenza, la passività e i legami con gli altri, la
pulizia, la purezza, la dolcezza, la gentilezza, l'attenzione per gli altri.
Bisogna considerare che i ruoli di genere vengono appresi sin da bambini ma non necessariamente coincidono con le caratteristiche biologiche. Si è potuto riscontrare, infatti, che la conformazione biologica dell'individuo non prevede che egli sia più o meno
sensibile alla disciplina, coraggioso, sensibile o sollecito. Questi atteggiamenti sono
il frutto di un condizionamento sociale cui l'individuo vi si adatta per potersi "adeguare
conformemente alla propria cultura".
Proviamo a pensare alle aziende. In alcuni casi durante il processo di selezione per
un posto di lavoro si cercano le donne che possiedono le caratteristiche di personalità
come la passività, la remissività, l'attenzione verso gli altri. Mentre, l'uomo necessariamente deve possedere la capacità di comandare, di decisione, di virilità e di potere.