LO STRESS:

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LO STRESS:
LO STRESS:
COME AFFRONTARLO
Salvatore Blanco
Enrico Perra
2007
ARGOMENTI
Lo stress
z
z
z
Eventi Stressanti
Reazioni allo Stress
Affrontare lo Stress
Patologie psichiche lavoro-correlate
z Il burn-out
z Il mobbing
g
Disturbo post traumatico da stress
1
LO STRESS
DEFINIZIONE DI STRESS
Lo stress è la risposta:
z
z
del sistema nervoso agli stimoli
dell’ambiente circostante
dell’organismo a ogni richiesta di
modificazione effettuata su di esso
2
FATTORI DI STRESS
Qualunque
Q
q stimolo agisce
g
perturbando
p
le
condizioni ottimali di equilibrio
dell’organismo
La risposta di stress dell’individuo
è ognii adattamento
d tt
t che
h lla persona ffa per
ristabilire l’equilibrio
GLI STRESSOR
Non esistono fattori “specifici” di stress
N esiste
Non
i t un unico
i titipo di risposta
i
t allo
ll
stress, che è condizionata da:
z
z
FATTORI ENDOGENI (genetici, età, sesso,
stato individuale, …)
FATTORI ESOGENI (tipo, intensità, stabilità e
durata dell’evento, contesto ambientale, …)
Lo stress non è necessariamente
negativo
3
TIPOLOGIA DI STRESS
Eustress
z
z
Uno o più
U
iù stimoli,
ti li anche
h di di
diversa natura,
t
che
h
allenano la capacità di adattamento
psicofisico individuale
stress positivi (condizione di perfetto
adattamento)
Distress
z
z
z
U o più
Uno
iù stimoli
ti li che
h iinducono
d
un llogorio
i
progressivo fino alla rottura delle difese
psicofisiche
stress negativi
dolore, ansia …
GENESI DELLO STRESS
Ad un stimolo stressogeno l’individuo risponde
con:
z adattamento
d tt
t del
d l comportamento
t
t
z attivazione integrata del sistema psico-neuroendocrino-immunitario per:
z
z
z
risolvere la situazione, o almeno ...
evitare possibili conseguenze negative, o
almeno
sviluppare degli adattamenti.
Un cumulo di condizioni di stress
non pareggiate da eventi positivi
può causare effetti negativi sulla salute
4
LO STRESS È NORMALE
Positivo
Eustress
Peak
Performance
Astress/Noia
Negativo
Basso
Distress/Burnout
Alto
LO STRESS
lo stress è legato
all’equilibrio/squilibrio tra:
z
richieste reali o percepite come tali
e
z
z
capacità reali di affrontarlo
risorse
so se disponibili
d spo b
5
FATTORI CHE PREDISPONGONO
UN INDIVIDUO ALLO STRESS
Caratteristiche dell’evento stressante
Percezione individuale dell’evento
Soglia di tolleranza allo stress
Mancanza di risorse esterne e supporti sociali
MANIFESTAZIONI DELLO
STRESS
Fisiologiche
Come reagisce il mio corpo?
Cognitive
Cosa mi trovo a pensare?
Emozionali
Cosa provo? Come mi sento?
Comportamentali
Cosa faccio, come mi comporto?
6
RISPOSTA FISIOLOGICA
ALLO STRESS
SINDROME GENERALE DI ADATTAMENTO (General
adaptation syndrome) (Hans Selye)
z
reazione d’allarme. (Fase acuta)
z
stadio della resistenza. (Fase adattativa)
z
Esaurimento.
STADI
REAZIONE D’ALLARME (stadio 1)
z
z
z
Attivazione del sistema di vigilanza e di risposte autonomiche associate a
tensione nervosa
È di breve durata
Tutte le risorse dell’organismo (fisiche e psicologiche) vengono mobilitate per far
fronte all’emergenza
RESISTENZA (stadio 2)
z
z
z
Mobilizzazione delle risorse e delle strategie per far fronte alla situazione e
ripristinare l’equilibrio omeostatico
Le difese interne del corpo vengono mobilitate e mantenute ad un livello più alto
del solito
La resistenza fisica individuale allo stress è superiore al normale
ESAURIMENTO (stadio 3)
z
z
z
z
Massima vulnerabilità fisica e psicologica
Declino delle capacità reattive con possibile sviluppo di stati morbosi dovuto al
perdurare dello stressors
p
Stadio finale dello stress molto prolungato
Le provviste di energia dell’individuo, usate per mantenere massimi i livelli di
attività sono esaurite
7
General Adaptation Syndrome
stress
sociale
microbi
tossine
sistema
immunitario
scarsa
nutrizione
fattori
genetici
SISTEMA
DI DIFESA
DEL CORPO
sistema
nervoso, memoria,
percezione
strategie di
comportamento
fattori
endocrini
MALATTIA
8
CARATTERISTICHE
PSICOPATOLOGICHE GENERALI
ESAURIMENTO EMOTIVO
z
Progressivo spegnimento di entusiasmo
per il lavoro e inaridimento del rapporto con
l’utente
DEPERSONALIZZAZIONE
z Acquisizione di comportamenti freddi,
sgarbati, dittatoriali vs gli utenti
DISTRUZIONE PROGRESSIVA DELLA
REALIZZAZIONE PERSONALE
z
Sensazione di fallimento, disillusione sul
proprio lavoro
EVOLUZIONE DELLO
STRESS
Stress traumatico
Reazioni acute da stress
Disturbo acuto da stress
Disturbo post-traumatico da stress
Indice
9
EVENTI STRESSANTI
prima
dopo
DA RICORDARE
Sono fonte di stress non solo i grandi traumi ma anche i
piccoli imprevisti della vita di tutti i giorni.
Più eventi messi insieme sia positivi che negativi
comportano maggiore sforzo e impegno e richiedono
una migliore capacità di adattamento
La somma dei singoli eventi determina la natura
dell’impatto sull’organismo
10
DA RICORDARE
L’esposizione a un grande stress può essere
meno nociva
la ripetizione di deboli stressor ripetuti nel tempo,
prevedibili o imprevedibili,
z
z
porta a una condizione di carico da stress cronico
capaci di favorire la insorgenza di eventi patologici di
qualunque entità e in ogni sede
ESEMPI DI IMPREVISTI E
SECCATURE DELLA VITA
QUOTIDIANA
Avere colleghi di lavoro insopportabili
Arrivare in ritardo sul luogo di lavoro
Preoccupazione per lo stato di salute di un familiare
Smarrire il portafoglio, la carta di credito, le chiavi
Rimanere a piedi con l’auto
Arrivo insieme di più bollette e di una multa da pagare
Litigare con il coniuge e/o figli
Fare la fila all’ufficio
all ufficio postale/banca
Non riuscire a portare a termine gli impegni
Perdere i dati al computer
Non arrivare in tempo all’aeroporto o in stazione
Organizzare cene con più persone a casa
11
STRESSORI LAVORATIVI
Ambiguità o conflitti dei ruoli (p.es. attese di segno
opposto da parte di diversi interlocutori)
Scarsa autonomia decisionale specie se associata a
carichi e ritmi intensi
Insufficiente comunicazione o supporto sociale
Sviluppo di carriera, mutamento tecnologico,
obsolescenza di mansioni
Incertezza sul futuro del lavoro
DAGLI STRESS QUOTIDIANI
AGLI EVENTI ECCEZIONALI
Situazioni in cui vi è una reale minaccia
per la vita
vita, propria o altrui
Richiedono un notevole impegno psicologico per mobilitare
tutte le risorse e farvi fronte senza rimanervi danneggiati
Possiedono un elevato impatto emotivo e se non
adeguatamente gestiti,
gestiti possono dar luogo a veri disturbi
psichici
12
ASPETTI SOGGETTIVI
Ogni
O i individuo
i di id affronta
ff t la
l realtà
ltà secondo
d il proprio
i
modo di vedere le cose:
z
Non è l’evento in sé a determinare il grado di tensione
quanto la capacità del singolo individuo di far fronte
all’evento stesso
Non solo il peso dello stress è soggettivo ma varia
anche per lo stesso individuo rispetto ai diversi
momenti della vita e alle diverse esperienze che sta
vivendo
RISORSE INDIVIDUALI
Formazione psicologica:
z conoscere quali rischi psicologici si corrono nello svolgimento della
professione,
z riconoscere le situazioni limite,
z imparare a percepire i sintomi dovuti a situazioni di disagio,
z acquisire strumenti utili per combattere lo stress.
Supporto sociale:
z godere del rispetto e la stima delle persone con le quali si
interagisce,
z poter contare su amici fidati capaci di capirti e sostenerti in
momenti difficili).
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RISORSE INDIVIDUALI
Contesto familiare:
z un nucleo familiare sereno può metabolizzare i malessere che un
componente della famiglia si porta con sé, dando fiducia e
ottimismo,
z oppure può amplificare i disagi riscontrati dal alcuni componenti
della famiglia aggravando il proprio malessere
Attività fisica:
z soprattutto quella aerobica aumenta la capacità di far fronte
all’ansia e allo stress
Indice
REAZIONI ALLO STRESS
14
FENOMENOLOGIA DELLO
STRESS
Penso di
essere
stressata
SINTOMI PSICHICI
SINTOMI FISICI
SINTOMI DI STRESS
COMPORTAMENTALI
SINTOMI DI STRESS RELAZIONALI
SINTOMATOLOGIA PSICHICA
ANSIETA’ O TENDENZA ALLA COLLERA
TRISTEZZA, PIANTO O SENTIMENTI DI IMPOTENZA
SBALZI D’UMORE
MANCANZA DI CONCENTRAZIONE, BISOGNO DI FARSI
RIPETERE PIU’ VOLTE LE COSE PRIMA DI COMPRENDERLE
E RICORDARLE
GLI STESSI PENSIERI RITORNANO INCESSANTEMENTE
ALLA MENTE
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SINTOMATOLOGIA FISICA
AFFATICAMENTO
MAL DI TESTA
TENSIONE MUSCOLARE
PALPITAZIONE E RITMO CARDIACO IRREGOLARE
SENSO DI SOFFOCAMENTO
NAUSEA O DOLORI ADDOMINALI
MANCANZA DI APPETITO
VAGHI DOLORI AGLI ARTI O AL PETTO
ALTERAZIONI MESTRUALI NELLE DONNE
SINTOMATOLOGIA
COMPORTAMENTALE
ATTIVITA’ RALLENTATA, ASSENZA DI ENERGIA
IPERATTIVITA’ ED INCAPACITA’ DI RIPOSARSI
CONSUMO DI ALCOOL O DI DROGHE COME CANNABIS PER
ALLEVIARE LA TENSIONE
DIFFICOLTA’ A CONCENTRARSI SU UN COMPITO
PROBLEMI DI SONNO ( SONNO AGITATO O BREVE, ECCESSO DI
SONNO O SONNO DIURNO)
16
SINTOMATOLOGIA DA
STRESS RELAZIONALE
ASSENZA DI EMOZIONI
LITIGI E CONTROVERSIE
DIPENDENZA ECCESSIVA DAL PARERE ALTRUI PER
PRENDERE LA DECISIONI E BISOGNO DI SOSTEGNO
Indice
AFFRONTARE LO
STRESS
17
FRONTEGGIARE LO
STRESS
La liberazione dallo stress è la morte (Selye)
È irrealistica l’idea di una vita senza stress
Un grado medio di stress è condizione ottimale per affrontare i problemi della
vita (stress positivo)
Lo stress non ha valenza assoluta ma riflette il nostro mondo interno, le nostre
aspirazioni e desideri
Per imparare a convivere con lo stress è necessario apprendere alcune abilità
per evitare che esso diventi troppo elevato e prenda il sopravvento sulla nostra
vita
UN CERTO LIVELLO DI
STRESS È INDISPENSABILE !!!
18
PORRE AL CENTRO IL
NOSTRO BENESSERE
impariamo
i
i
a controllare
t ll
il nostro
t ttempo
ascoltiamo i nostri pensieri e le nostre emozioni
cerchiamo di modificare quelle cose di noi che ci creano disagi
impariamo a rilassarci (se la tensione aumenta lo stress il
rilassamento aiuta a ridurlo)
COME PREVENIRE LO STRESS
ALCUNI CONSIGLI PRATICI
Evita l’isolamento
Modifica le circostanze
Diminuisci l’intensità nella tua
vita
Impara a rallentare
Riesamina le tue priorità
Non fare sempre tutto
Smettila di occuparti di tutti
Impara a dire di “no”
Comincia a frenare e a
distaccarti
Diminuisci inquietudini e
angosce
Mantieni il tuo senso dello
humor
Frequenta solo persone che ti
fanno star bene
Dormi di più
Prenditi cura del tuo corpo
Fai lunghe passeggiate
19
LA RESILIENZA
IN FISICA, LA RESILIENZA:
z
E’ LA CAPACITA’ DI UN MATERIALE DI RESISTERE A UN URTO
IMPROVVISO SENZA SPEZZARSI,
z
E’ LA RESISTENZA CHE UN MATERIALE OFFRE ALLE AZIONI
DINAMICHE E MISURA L’ELASTICITA’
DAL LATINO RESILIENS, RESILIRE, RIMBALZARE, RE-SALIRE,
SALTARE INDIETRO
S
O
LA RESILIENZA IN
PSICOLOGIA
QUESTO CONCETTO INDICA LA FORZA UMANA DI REAGIRE A
EVENTI TRAUMATICI
LA FORZA E’ LA VOLONTA’ DETERMINATA DI RIMUOVERE GLI
OSTACOLI E DI SUPERARE LE DIFFICOLTA’ CONTINGENTI PER
ANDARE AVANTI CON OTTIMISMO CONSAPEVOLE
RESILIENTE E’ CHI SA SOPPORTARE I DOLORI SENZA
LAMENTARSI, CHI SA REGGERE LE DIFFICOLTA’ SENZA
DISPERARSI, CHI HA IL CORAGGIO DI INTRAPRENDERE UNA
VIA CHE SA ESSERE TORTUOSA
“la resilienza corrisponde alla capacita’ umana di affrontare le
avversita’ della vita, superarle ed uscirne rinforzato o, addirittura,
trasformato“ GROTBERG (2001)
trasformato
20
LA RESILIENZA IN
PSICOLOGIA
“la
la resilienza corrisponde alla capacita
capacita’ umana di
affrontare le avversita’ della vita, superarle ed uscirne
rinforzato o, addirittura, trasformato“ GROTBERG (2001)
LA RESILIENZA E’ ANCHE DETERMINAZIONE,
PERSEVERANZA E PAZIENZA CHE SONO ANCHE
COMPONENTI DELLA SPERANZA
SOLO CHI E’ CAPACE DI SOPPORTARE E’ PIU’
FORTE DELLA CATENA CHE LO COSTRINGE
REAZIONI PATOLOGICHE
ALLO STRESS !!!
LE REAZIONI DA STRESS DIMINUISCONO COL PASSARE
DEL TEMPO,
„ QUANDO VIENE RIPRISTINATA LA CAPACITA’ DI
PARLARE DELL’EVENTO E DEL SUO SIGNIFICATO E
„ QUANDO SONO RIPRESI I CONTATTI CON GLI AMICI E
CON LA FAMIGLIA, DEI QUALI SI INCOMINCIA AD
ACCETTARE IL SUPPORTO .
21
PER CAPIRE QUANDO LE REAZIONI DA STRESS
DA NORMALI DIVENTANO PATOLOGICHE
BISOGNA CONSIDERARE DIVERSI FATTORI
1 DURATA
1.
LA DURATA DI UNA REAZIONE DIPENDERA’ DALLA GRAVITA’
DELL’EVENTO, DAL SIGNIFICATO CHE ESSO AVRA’ E DALLA FORZA
DEL SISTEMA DI SOSTEGNO .
LE REAZIONI DA STRESS POSSONO DURARE POCHI GIORNI,
SETTIMANE O MESI .
GENERALMENTE I SINTOMI INIZIANO A DIMINUIRE DA SEI SETTIMANE
A DUE MESI.
I SINTOMI CHE DURANO PIU’ A LUNGO DI SEI SETTIMANE POSSONO
RICHIEDERE L’AIUTO DI UN PROFESSIONISTA
PER CAPIRE QUANDO LE REAZIONI DA STRESS
DA NORMALI DIVENTANO PATOLOGICHE
BISOGNA CONSIDERARE DIVERSI FATTORI
2. INTENSITA’
QUESTO E’ UN CRITERIO ALTAMENTE SOGGETTIVO
QUALSIASI ACUZIA PSICOPATOLOGICA PUO’ RICHIEDERE UN AIUTO DA UN
PROFESSIONISTA
IN PARTICOLAR MODO, I SINTOMI QUALI ALLUCINAZIONI ACUSTICHE E
VISIVE O PENSIERI SUICIDI NECESSITANO DI UN’ASSISTENZA IMMEDIATA
DA PARTE DEI SISTEMI DEPUTATI ALLA SALUTE MENTALE
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PER CAPIRE QUANDO LE REAZIONI DA STRESS
DA NORMALI DIVENTANO PATOLOGICHE
BISOGNA CONSIDERARE DIVERSI FATTORI
3. LIVELLO DI FUNZIONAMENTO
QUALSIASI SINTOMO CHE INTERFERISCE SERIAMENTE CON IL
FUNZIONAMENTO DI UN INDIVIDUO
z
SIA NEL LAVORO
z
CHE NELLA VITA FAMILIARE
DOVREBBE ESSERE RITENUTO COMPETENZA DEI PROFESSIONISTI,
PERCHE’ INVALIDANTE PER IL SOGGETTO, INCAPACE DI GESTIRE TALI
SINTOMI DA SOLO
SINDROMI DI RISPOSTA ALLO
STRESS
disturbo da stress
acuto
disturbo posttraumatico da stress
disturbi
dell’adattamento
disturbo da abuso di
sostanze
depressione maggiore
episodio depressivo
lutto
l tt complicato
li t
disturbo d’ansia
generalizzato
disturbo da attacco di
panico
fobie
Indice
23
“QUANDO SONO SOPRAFFATTO DALLE
PREOCCUPAZIONI, RIPENSO A UN UOMO CHE, SUL
SUO LETTO DI MORTE, DISSE CHE TUTTA LA SUA
VITA ERA STATA PIENA DI PREOCCUPAZIONI, LA
MAGGIOR PARTE DELLE QUALI PER COSE CHE MAI
ACCADDERO“
WINSTON CHURCHILL
Indice
LA SINDROME DI
BURNOUT
Il termine Burnout fu utilizzato per la prima volta
nel 1974
24
RADICI STORICHE
1974: H.J. Freudenberger utilizza il termine “burn-out” applicato
ai lavoratori volontari di un ospedale pubblico, definendone la
provenienza dal gergo della strada che lo usa per indicare gli
effetti (“lo scoppio”) di una eccessiva assunzione di droga
Letteralmente “Burnout” significa “Bruciarsi, essere bruciato”
È un fenomeno multidimensionale che si sviluppa nel tempo e
che si manifesta attraverso un disagio
a cui sono esposte alcune categorie professionali che svolgono
compiti di assistenza: le “helping
helping professions
professions”
HELPING PROFESSIONS
Nelle “professioni
professioni di aiuto”
aiuto è implicita una
relazione talmente “diretta” tra operatore ed
utente al punto che le capacità personali
sono implicate più che le abilità
professionali
Inoltre è presente un coinvolgimento
emotivo non richiesto in altre professioni
che pur prevedono il rapporto
interpersonale
25
SINDROME DI BURN-OUT
(BRUCIARSI, ESAURIRSI)
Il termine burnout esprime il cedimento psico-fisico
e l’esaurimento delle risorse del lavoratore nel
tentativo di adattarsi alle difficoltà dell’attività
lavorativa
Questa sindrome si manifesta, con sintomi fisici,
psichici e comportamentali, attraverso tre
caratteristiche principali
z
z
z
Progressiva perdita di ideali, energia e scopi dovuta alle
condizioni di lavoro
Condizione esistenziale fortemente influenzata dal modo
in cui il soggetto vive la propria condizione lavorativa
Progressivo disimpegno dalla propria attività, come
conseguenza dello stress e della tensione sperimentati
sul lavoro
SINDROME DI BURN-OUT
(BRUCIARSI, ESAURIRSI)
È un p
processo la cui durata è definita nel tempo
p e
si evolve attraverso tre stadi:
z l’operatore avverte una incongruenza tra
richieste e risorse disponibili
z l’operatore avverte alcuni disturbi:
stanchezza, fatica psicologica, irritabilità, ecc.
z l’operatore avverte uno stato depressivo che
può manifestarsi con cinismo, rigidità,
distacco emotivo verso gli utenti
26
COME SI MANIFESTA
La sindrome del Burnout si sviluppa attraverso diverse
f i
fasi:
z
fase dello stress lavorativo, nella quale vi è un
accresciuto impegno verso gli obiettivi lavorativi;
z
fase dell’esaurimento, nella quale si assiste ad
una riduzione dell’impegno lavorativo ed a varie
reazioni emotive negative, psicosomatiche e
disperazione;
z
fase della conclusione difensiva, caratterizzata
dal distacco emotivo e dal cinismo nei confronti del
lavoro.
I “SEGNI” DEL BURNOUT
Disturbi fisici: astenia e facile stancabilità, turbe
del sonno, turbe gastro-intestinali, emicranie e
cefalee, dolori dorsali e tensione muscolare,
precordialgie e “respiro corto”, raffreddori e influenze
frequenti e persistenti
Disturbi psicologici: depressione, ansia, noia,
collera, rabbia, gelosia, permalosità, sospettosità,
diffidenza, sfiducia, ruminazioni ossessive
Disturbi comportamentali: cinismo, apatia,
cavillosità,, alcool e farmaco- dipendenza,
p
, sciocco
umorismo e ironia di fronte alla sofferenza
27
I SINTOMI NUCLEARI DEL
BURNOUT
percezione di inadeguatezza nello svolgere il proprio ruolo
sensazione di svuotamento, di perdita delle proprie energie e
risorse
distacco, cinismo e ostilità
l’esaurimento emotivo, che consiste nella sensazione di essere in
continua tensione, emotivamente inariditi nel rapporto con gli altri
la depersonalizzazione, che consiste nella presa di distanza, e
determina atteggiamenti e comportamenti negativi e sgarbati nei
confronti delle persone che richiedono o che ricevono la prestazione
professionale, il servizio o la cura
la ridotta realizzazione personale, che si manifesta con la
sensazione
i
che
h lla propria
i competenza
t
ed
d il proprio
i d
desiderio
id i di
successo stiano venendo meno
I SINTOMI
Insoddisfazione lavorativa
Depersonalizzazione
Esaurimento emotivoLe nuove
informazioni sono ignorate
Le responsabilità sono trasferite sugli altri
I problemi sono sempre più “risolti” ad un
livello superficiale
Appaiono comportamenti bizzarri
Martire del lavoro
Menefreghista
Perfezionista
Alta resistenza ad andare al lavoro ogni
giorno
Sensazione di fallimento
Rabbia e risentimento
Senso di colpa e disistima
Scoraggiamento e indifferenza
Negativismo
Isolamento e ritiro (disinvestimento)
Senso di stanchezza ed esaurimento
tutto il giorno
Guardare frequentemente l’orologio
28
I SINTOMI
Notevole affaticamento dopo il lavoro
Perdita di sentimenti positivi verso gli
utenti
Rimandare i contatti con gli utenti;
respingere le telefonate dei clienti e le
visite in ufficio
Avere un modello stereotipato degli utenti
Incapacità di concentrarsi o di ascoltare
ciò che l’utente sta dicendo
Sensazione di immobilismo
Cinismo verso gli utenti; atteggiamento
colpevolizzante nei loro confronti
Seguire in modo crescente procedure
rigidamente standardizzate
Problemi di insonnia
Evitare discussioni sul lavoro con i
colleghi
Preoccupazione per sé
Maggiore approvazione di misure di
controllo del comportamento come i
tranquillanti
Frequenti raffreddori e influenze
Frequenti mal di testa e disturbi
gastrointestinali
Rigidità di pensiero e resistenza al
cambiamento
Sospetto e paranoia
Eccessivo uso di farmaci
Conflitti
C flitti coniugali
i
li e ffamiliari
ili i
Alto assenteismo
L’ “IDENTIKIT” DEL
LAVORATORE A RISCHIO
Il profilo personologico del “candidato” al
burnout,
burnout
z
“… una persona che è spesso incapace di
esercitare un controllo della situazione e si
rassegna passivamente alle richieste che
essa gli pone anziché limitarle alla propria
capacità di dare: in questo soggetto è facile il
sovraccarico emozionale e pertanto elevato
è il suo rischio di esaurimento emotivo …”
…
29
LE “CAUSE” DEL BURN-OUT
Non è possibile individuare una causa
unica, vanno presi in considerazione
unica
almeno tre ordini di fattori variamente
interagenti fra loro:
z
z
z
Fattori individuali (personalità del soggetto)
, le sue motivazioni ed i suoi interessi
Caratteristiche della struttura
organizzativa e della scala gerarchica
Tipologia di attività svolta (stress
addizionale)
A) PERSONALITÀ DEL SOGGETTO
Il burnout p
può colpire
p chiunque.
q
Sono più esposte le persone molto
meticolose, quelle che hanno sempre
bisogno di approvazione, i soggetti
empatici, umanitari, disponibili,
impegnati, idealisti, ma anche soggetti
ansiosi, introversi, ossessivi, altamente
entusiasti suscettibili e molti altri
entusiasti,
altri.
30
B) STRUTTURA ORGANIZZATIVA
Diversi fattori ambientali possono favorire l’insorgenza
d lb
del
burn-out;
t sii tratta
t tt di queii fattori
f tt i organizzativi
i
ti i che
h
sono difficilmente modificabili dal singolo individuo e
possono essere modificati solo attraverso specifici
interventi e strategie organizzative. Quelli comunemente
riconosciuti sono:
z
z
z
z
z
z
sovraccarico di lavoro;
mancanza di controllo;
ricompense insufficienti;
mancanza di equità;
crollo del senso di appartenenza ad una comunità;
conflitto di valori.
C) Tipologia di attività svolta
(stress addizionale)
Alcune categorie professionali sono più
a rischio di altre perché il contatto con
l’utenza è più carico di emotività e la
relazione è più difficile da gestire.
31
IL BURNOUT
Non è un problema unicamente del lavoratore ma di tutta
l’organizzazione;
Rappresenta un fattore di rischio per il lavoratore e per
l’organizzazione del lavoro;
In presenza di “burnout” si “brucia” il lavoratore e la “struttura
organizzativa”;
È indicatore del funzionamento del sistema;
In presenza di burnout non rimosso non è possibile
raggiungere gli obiettivi dell’organizzazione di lavoro;
Il burnout è (in termini di salute individuale) fattore di rischio
per l’insorgenza di malattia e non solo psichica
Indice
IL MOBBING
32
MOBBING
L’OMS ha indicato la prevalenza delle molestie morali sui luoghi di
lavoro nel 2000 in Europa pari al 10%. In altre parole 1 persona su
10 sarebbe vittima di azioni potenzialmente mobbizzanti.
Tra i settori lavorativi più interessati dal problema vi sarebbero la
pubblica amministrazione, la difesa, la sanità, la scuola, ecc.
I DATI
In Europa il mobbing colpisce 12 milioni di lavoratori.
In Gran Bretagna il 16,3 % dei dipendenti risultano angariati
In Svezia il 10,2 %
In Francia 9,9 %
In Germania 7,3 %
In Italia le stime parlano di una percentuale che varia dal 4%
dei lavoratori
33
DEFINIZIONE:
Mobbing:
Parola derivante dall’inglese “to mob”, che significa assalire,
malmenare, attaccare.
Il termine mobbing si riferisce pertanto ad un comportamento che
ha lo scopo di allontanare il singolo dalla comunità.
Il mobbing viene utilizzato per allontanare soggetti indesiderati per
varie ragioni (ad esempio perché non si adattano alle regole
i
imposte
t dalla
d ll di
dirigenza
i
od
dall ““gruppo”” o perché
hé sii pongono di
ostacolo al progredire della carriera di qualcuno).
MOBBING: ALCUNE
DEFINIZIONI
La persona attaccata viene posta in una posizione di debolezza e aggredita
direttamente o indirettamente da una o più persone in modo sistematico, per
lungo tempo, con lo scopo e/o la conseguenza della sua estromissione dal
mondo del lavoro.
È necessario tracciare una netta distinzione tra il semplice disagio
lavorativo ed i veri e propri fattori patogeni.
Il disagio lavorativo è la percezione negativa, puramente soggettiva, che
un lavoratore può avere di alcune situazioni presenti sul luogo di lavoro,
senza per questo sviluppare patologie
patologie.
34
IL MODELLO
1a FASE: IL CONFLITTO QUOTIDIANO
Una relazione precedentemente neutra o addirittura molto
positiva subisce un brutto cambiamento in negativo
negativo.
2a FASE: L’INIZIO DEL MOBBING E DEL TERRORE
PSICOLOGICO
La vittima subisce continui attacchi da un superiore e/o dai
colleghi. Le aggressioni hanno lo scopo di danneggiare la
persona.
3a FASE: ERRORI ED ABUSI ANCHE NON LEGALI DA PARTE
DELL’AMMINISTRAZIONE DEL PERSONALE
La situazione viene riconosciuta e segnalata all’ufficio del
personale e viene aperta un’inchiesta.
4a FASE: ESCLUSIONE DAL MONDO DEL LAVORO
La vittima è completamente isolata da ciò che succede
nell’ambiente lavorativo, viene dequalificata
professionalmente, le vengono assegnati incarichi lavorativi
di scarso rilievo e poco gratificanti.
MODELLO DI MOBBING
1
Conflitto
Quotidiano
2
Inizio del Mobbing e
Del terrore p
psicologico
g
3
Errori e abusi anche non
Legali dell’amministr.
Del personale.
4
Esclusione dal mondo
Del lavoro.
Inizio del malessere
Della vittima
Passaggio
P
i ad
d attacchi
tt
hi
gratuiti da
parte del mobber
Suicidio
Sviluppo di
Manie ossessive
Sviluppo di comp.
criminali
Licenziamento
Continui
Spostamenti
Lunga Malattia
Ricovero in
Clin. Psich.
Liquidazione
Prepensionamento
Trasferimento
35
TENETE D'OCCHIO QUESTI
SEGNALI
XII
i litigi o i dissidi con i colleghi sono più frequenti del solito
quando entrate in una stanza la conversazione generale di colpo si
interrompe
venite tagliato fuori da notizie e comunicazioni importanti per il lavoro
vi affidano incarichi inferiori alla vostra qualifica o estranei alle vostre
competenze
vi sentite sorvegliati nei minimi dettagli:orari di entrata ed
uscita,telefonate,tempo
it t l f
t t
di pausa caffè
ffè
non viene data risposta alle vostre richieste verbali o scritte
LE AZIONI MOBBIZZANTI
N l periodo
Nel
i d iin cuii un soggetto
tt
subisce Mobbing perde gradatamente
la sua posizione iniziale, cioè perde:
z
z
z
La sua influenza
Il rispetto degli altri verso di lui
Il suo potere decisionale
z
z
z
z
z
z
Non di rado la salute
La fiducia in sé stesso
Gli amici
L’entusiasmo nel lavoro
Sé stesso
La sua dignità
36
LE AZIONI MOBBIZZANTI
Altre azioni mobbizzanti:
Si vieta alla vittima di parlare di cose private con i
colleghi
Non gli viene data alcuna risposta a sue richieste
verbali o scritte
Si sobillano i colleghi contro di lui
Lo
L sii esclude
l d di proposito
it d
da ffeste
t aziendali
i d li e d
da
altre attività sociali
LE AZIONI MOBBIZZANTI
Il Mobbing
M bbi può
ò essere attuato
tt t sia
i d
da parte
t di molte
lt
persone (es. gruppo di colleghi), sia da persone singole
(un collega solo o il capo).
Inoltre il Mobbing non è causato da una singola azione
ma dalla ripetizione e continuazione di questa azione (o
azioni diverse) per un certo periodo di tempo e con una
per minimo di 6
certa frequenza
q
((almeno 1v. Settimana p
mesi).
37
“LA VIOLENZA MORALE”:
MODALITÀ DI AZIONE
Può manifestarsi con una molteplicità di aspetti:
isolare il lavoratore: bloccare il flusso di informazioni necessarie al lavoro,
estrometterlo dalle decisioni, impedire che gli altri lavoratori gli rivolgano la parola,
negare la sua presenza, comportarsi come se il mobizzato non ci fosse, trasferirlo in
luoghi isolati o comportanti lunghi tempi di percorrenza, ecc.
discreditare il lavoratore; attacchi contro la reputazione: ridicolizzarlo,
ridurre la considerazione di sé del lavoratore: attribuirgli incarichi inferiori o
umiliarlo, attaccare le sue convinzioni religiose, sessuali, morali, ecc.
superiori alle sue competenze, simulare errori professionali, continue critiche alle
prestazioni o alle sue capacità professionali anche di fronte a soggetti esterni
all’impresa, ma anche critiche soggettive, applicare sanzioni amministrative senza
motivo apparente e senza motivazioni, consegne volutamente confuse, contraddittorie
gg ecc.
e/o lacunose, azioni di sabotaggio,
compromettere il suo stato di salute: diniego di periodi di ferie o di congedo,
cambio di mansioni
violenza o minaccia di violenza
attribuzione di mansioni a rischio o con turni massacranti, ecc.
“LA VIOLENZA MORALE”:
CONSIDERAZIONI
In alcuni casi si cerca di determinare comportamenti incontrollati da parte
del mobbizzato,
mobbizzato in quanto un comportamento irresponsabile della vittima può
divenire un insindacabile motivo di licenziamento.
Molte delle azioni, possono essere assolutamente “normali”, ovvero dettate da
momenti contingenti, sporadici ed occasionali; in questi casi, la singola
azione mobbizzante non assume alcuna rilevanza giuridica o sociologica.
Si parla di mobbing soltanto quando una o più di queste azioni diviene
sistematica ed a lungo termine.
Almeno una di queste azioni deve essere esercitata almeno una volta alla
settimana e per un periodo minimo di sei mesi; infatti è la reiterazione
della frequenza con cui si esercita tale condotta a qualificare “come
distruttivo”, il processo lesivo della dignità della persona.
38
CONDOTTA IMPROPRIA
Perpetrata o causata con colpa o con dolo da:
Æ DATORE DI LAVORO O SOGGETTO IN POSIZIONE
SOVRAORDINATA (DIRIGENTE O PREPOSTO)
Æ COLLEGHI DI LAVORO
MOBBING VERTICALE: quando un capo sobillato da
strategie aziendali (BOSSING) o per libera decisione
(BULLYING) si accanisce contro un suo sottoposto per
costringerlo a licenziarsi
MOBBING ORRIZZONTALE: quando un gruppo cerca di
emarginare un collega usando una psicologia da branco e
molestie collettive per renderlo vulnerabile e poi azzannarlo.
BOSSING
XII
Testo
Tipo di mobbing che assume i contorni di
una strategia aziendale di riduzione,
ringiovanimento del personale oppure di
eliminazione di una persona indesiderata.
Viene compiuto dai quadri o dai dirigenti
dell'azienda con lo scopo di indurre il
dipendente divenuto scomodo alle dimissioni.
39
COMPORTAMENTI
Ostilità
Abuso di potere
Terrore psicologico
Manipolazioni perverse: sabotaggi, impedimenti deliberati, astuti
boicottaggi
Maltrattamenti: offese verbali, calunnie, critiche immotivate o
esagerate
Vessazioni: soprusi, violenze, prepotenze
Persecuzioni: pressioni, minacce, intimorimenti o avvilimenti,
molestie
Emarginazione
MOBBING: COME SI
RICONOSCE
Non va confuso con q
quotidiani rimproveri
p
o situazioni di
tensione tra colleghi.
Esiste un vero e proprio clima bellico nel luogo di lavoro
Viene esclusa ogni possibilità di soluzione e
riappacificamento tra le parti.
Tipologia e modalità di comunicazione delle lamentele
Facilità al p
pettegolezzo
g
nell’ambiente di lavoro
Assenze protratte dal luogo di lavoro
Affievolimento o assenza della comunicazione con i colleghi
40
MOBBING: COME SI
RICONOSCE
Creazioni di partiti o fazioni
Isolamento di colleghi
Paura di diversi compiti
Litigi continui
Rassegnazione interna
Dimissioni
Insorgenza di comportamenti maniacali
Tentativi (anche riusciti) di suicidio.
GLI “ATTORI” DEL MOBBING
„ Il mobbizzato: la vittima
„ Il mobber: l’aggressore
„ Gli spettatori: tutti quelli che pur non facendo parte della
categoria dei mobber o delle vittime e pur non avendo
apparentemente alcuna funzione, partecipano al Mobbing. Gli
spettatori possono reagire al mobbing in modo passivo (non
opponendosi al processo mobbizzante) o attivo (bloccando lo
sviluppo del mobbing).
41
IL MOBBIZZATO
Mostra sintomi di malattia, si ammala, si assenta dal lavoro, si licenzia
E’ colpito sa stress psichico o fenomeni psicosomatici, attraversa fasi di
depressione o manie suicide.
Definisce il suo ruolo in termini di passività (“non mi fanno partecipare”)
Da un lato è convinta di non avere colpa
Dall’altro crede di sbagliare sempre tutto
Mostra mancanza di fiducia in sé, indecisione e un senso di disorientamento
generale
Rifiuta
Rifi t ognii responsabilità
bilità per la
l situazione
it
i
o accusa distruttivamente
di t tti
t sé
é
stessa
Il MOBBER
Tra due alternative di comportamento sceglie quella più aggressiva
Quando si trova in una situazione di mobbing si impegna attivamente
affinchè
ffi hè il conflitto
flitt prosegua e sii iintensifichi.
t
ifi hi
Conosce e accetta in modo attivo le conseguenze negative che il mobbing
ha per la vittima (“..E’ colpa sua se lo tratto così…”)
Conosce e accetta in modo passivo le conseguenze negative che il
mobbing ha per la vittima (“Qualcuno deve pur perdere...”)
Non è consapevole delle conseguenze negative che il mobbing ha per la
vittima
Non
colpa
o mostra
ost a alcun
a cu senso
se so di
d co
pa
Non solo è convinto di essere senza colpa ma addirittura crede di far
qualcosa di buono
Dà la colpa ad altri ed è convinto di aver solo reagito a delle provocazioni.
42
“CHI SONO” GLI
SPETTATORI?
Si indica con il termine co-mobber o mobber indiretti le persone che non
sono coinvolte nel mobbing e che:
sembrano non avere nulla a che fare con il mobbing,
mobbing però sono in contatto con i
mobber (colleghi, capi o dipendenti diretti);
si rifiutano di accettare qualsiasi responsabilità per il mobbing, però si vedono come
mediatori tra i protagonisti del conflitto;
dimostrano una grande fiducia in se stessi, esprimono le loro simpatie per un parte o
per l’altra oppure non vogliono assolutamente a che fare con nessuna delle due;
spesso sono le persone chiave del vero conflitto.
Si attua una distinzione tra:
“spettatori” che aiutano attivamente il mobber
“spettatori” che fanno finta di niente
entrambi questi tipi di spettatori sono ritenuti veri mobber.
UNA TIPOLOGIA DI
“SPETTATORI”
Side-Mobber (*)
Indifferenti
Oppositori
Il ruffiano
Il falso innocente
Il premuroso
Il rinunciatario
Il diplomatico
(*) Sono spettatori che partecipano attivamente al mobbing ma, non sono gli avversari diretti
della vittima: non agiscono frontalmente, ma lateralmente nei confronti del mobbizzato
(dall’inglese
(dall
inglese side = fianco)
43
MOBBING E CONSEGUENZE
Sintomi
Si t i psicopatologici
i
t l i i
Sintomi psicosomatici
Disturbi comportamentali
Problemi nelle funzioni gastriche e digestive
Problemi familiari
Problemi
Problemi sociali
DISTURBI CLINICI
PSICOPATOLOGICI
Ansia
Apatia
Areattività
Dist. concentrazione
Umore depresso
Paura
Flashbacks
Insicurezza
Insonnia
Pensieri intrusivi
Irritabilità
Mancanza iniziativa
Melanconia
Sbalzi di umore
Incubi ricorrenti
PSICOSOMATICI
Ipertensione art.
art
Attacchi di asma
Palpitazioni cardiache
Attacchi coronarici
Dermatiti
Caduta dei capelli
Cefalea
Dolori osteoarticolari
Perdite di equilibrio
Emicrania
Gastralgie
Ulcera gastrica
Tachicardia
COMPORTAMENTALI
Reazioni auto/eteroaggressive
Disordini alimentari
Aumento alcool e
sostanze di abuso
Aumento fumo
Disfunzioni sessuali
Isolamento sociale
Fonte: WHO, 2203
44
CONSEGUENZE FAMILIARI
Lamentele per salute
Spese sanitarie
Disinteresse per i legami familiari
Disimpegno dalle responsabilità familiari
Intolleranza ai problemi familiari
Peggioramento delle prestazioni scolastiche dei figli
Attacchi di ira, violenza, litigi
Problemi coniugali
g ((fino al divorzio))
CONSEGUENZE SOCIALI
Evitamento degli incontri sociali
Disimpegno sociale
Attacchi di ira, violenza, litigi
Perdita di rapporti di amicizia
Incapacità a fare progetti
qualificarsi p
per altri lavori
Difficoltà a q
Perdita di guadagno
45
STRATEGIE PREVENTIVE
Le azioni preventive comprendono:
z la formazione di dirigenti, preposti e lavoratori
z la promulgazione di codici antimobbing
z l’attivazione di centri di ascolto aziendali
z il monitoraggio
gg degli
g eventi sentinella
Indice
Disturbo posttraumatico da
stress
46
Disturbo posttraumatico da
stress
Trauma of Rape
Trauma of
Military Combat
Disturbo post-traumatico da
stress
A.
La persona è stata esposta ad un evento traumatico:
•
morte, minaccia di morte, gravi lesioni o minaccia
alla integrità fisica propria o di altri e ha risposto
con paura intensa, sentimenti di impotenza o di
orrore
B.
L’evento traumatico viene rivissuto persistente-mente
in modo ricorrente, intrusivo e spiacevole con:
•
ricordi
•
sogni
•
“flashback”
•
sensazione che l'evento stia per ripetersi
47
Disturbo post-traumatico da
stress
C.
Evitamento persistente degli stimoli associati con il
trauma e attenuazione della reattività generale:
sforzi per evitare pensieri, sensazioni o
conversazioni associate con il trauma
sforzi per evitare attività, luoghi o persone che
evocano ricordi del trauma
incapacità di ricordare qualche aspetto importante
del trauma
riduzione marcata dell
dell'interesse
interesse o della
partecipazione ad attività significative
sentimenti di distacco o di estraneità verso gli altri
affettività ridotta
sentimenti di diminuzione delle prospettive future
•
•
•
•
•
•
•
Disturbo post-traumatico da
stress
D.
Sintomi marcati di ansia o di aumentato arousal (per
es.,, difficoltà a dormire,, irritabilità,, ipervigilanza,
p
g
,
risposte di allarme…)
E.
La durata del disturbo è superiore a 1 mese
F.
Il disturbo causa disagio clinicamente significativo o
menomazione nel funzionamento sociale, lavorativo o
di altre aree importanti
G. Il disturbo non è dovuto agli effetti fisiologici diretti di
una sostanza (per es., una droga di abuso, un farmaco)
o di una condizione medica generale
Indice
48
FINE
GRAZIE PER L’ATTENZIONE
DISTURBO
DELL’ADATTAMENTO
CRONICO
BURNOUT
STRESS
DISTURBO
POST-TRAUMATICO
DA STRESS
CRONICO
MOBBING
DOMANDE
49