nuove frontiere di ricerca per la protezione degli uccelli nell`oasi dei

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nuove frontiere di ricerca per la protezione degli uccelli nell`oasi dei
NUOVE FRONTIERE DI RICERCA
PER LA PROTEZIONE DEGLI UCCELLI NELL’OASI DEI VARICONI
a cura di ALESSIO USAI
Nel mese di giugno dell’anno 2011 è stata avviata una collaborazione con l’Ente Riserve, nella
persona del suo Presidente Arch. Amelia Caivano, e con l’Associazione “Le Sentinelle” di Castel
Volturno, volta all’avvio di un progetto di ricerca che possa fungere da base per l’impianto di
concrete misure di salvaguardia e tutela degli Uccelli sul “Litorale Domitio”, iniziando dal sito dei
“Variconi” e con l’obiettivo di creare la Stazione Ornitologica e di Inanellamento con funzioni
di Osservatorio Faunistico. Il progetto avviato è in fase sperimentale e si sta svolgendo su base
volontaristica di Naturalisti, Ornitologi e birdwatchers che frequentano l’area. Esso prevede la
combinazione di due tecniche classiche di studio degli Uccelli che sono: i censimenti visivi e
l’inanellamento. In questa prima fase, si stanno effettuando campionamenti per verificare i punti,
all’interno dell’Oasi, più idonei per svolgere questa attività, in attesa di fonti di finanziamento
adeguate che possano permettere di superare il mero volontariato e iniziare il lavoro di
monitoraggio teso al raggiungimento degli obiettivi preposti.
Ma, cos’è l’inanellamento? L’inanellamento è una tecnica di studio dell’avifauna selvatica
coordinata su base nazionale dall’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca
Ambientale) e su base internazionale dall’EURING (The European Union for Bird Ringing).
L’attività di inanellamento nasce verso la fine dell’ottocento in Nord Europa, dove la ricerca per la
fauna selvatica ha sempre trovato largo interesse nella comunità.
La tecnica prevede la cattura degli animali ed il loro marcaggio, generalmente mediante
l’utilizzo di reti verticali chiamate mist-nets (reti ombra), poste su transetti la cui lunghezza è
determinata dall’operatore, in base alle condizioni ambientali ed allo sforzo di campionamento.
Le reti hanno una maglia leggera, di grandezza variabile, a seconda della tipologia di specie che si
sceglie di campionare, e sono tali da non arrecare danni all’animale che ne rimane intrappolato. Si
posizionano in luoghi ove gli uccelli transitano frequentemente (qui entra in gioco la conoscenza
del territorio da parte dell’operatore e la sperimentazione iniziale) e vengono controllate ogni
30-60 minuti nell’arco della giornata di campionamento. Gli animali catturati vengono riposti in
sacchetti di tela traspirante e portati al punto di raccolta, dove si svolgono le operazioni di routine.
Fig. 1 – Transetto di reti
Fig. 2 – Operazioni di inanellamento
L’inanellatore preleva l’animale dal sacchetto, uno per volta, ne controlla la specie, se
possibile ne determina il sesso e l’età, ed appone alla zampa (sul tarso), un anellino metallico di
riconoscimento. Su questo anellino, vi è un codice alfanumerico univoco che corrisponde a quel
determinato uccello, catturato in quel determinato posto, in quel determinato giorno ed a quella
determinata ora. Un esempio facile: è come apporre una targa ad una automobile.
Dopo questa operazione, sull’animale vengono prese alcune misure biometriche, come
la lunghezza di ali, tarso e becco, viene verificato lo stato di grasso, muscolo e muta, ed in
ultimo pesato con un bilancino ad alta precisione. Infine viene restituito alla libertà. Tutta
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questa operazione dura scarsi 60 secondi per ogni individuo inanellato. I dati raccolti vengono
trascritti su una scheda di campo ed in seguito riportati in un database che viene periodicamente
consegnato al Centro Nazionale di Inanellamento dell’ISPRA.
L’inanellamento è una tecnica di studio molto complessa che richiede anni di esperienza …
ed una grande pazienza, ma i cui risultati sono unici e fondamentali per la corretta pianificazione
gestionale della Riserva (e, in generale, di qualsiasi area protetta). Le convenzioni internazionali
per la tutela dell’ambiente e della natura, individuano in questa tecnica di studio una metodologia
in grado di fornire ottime informazioni per pianificare il territorio. Ci permette, in tal modo, di
studiare da vicino gli animali e raccogliere informazioni quali-quantitative come: la diversità
degli uccelli, intesa come numero di specie, che utilizza un’area geografica in un periodo; le
abbondanze reciproche, intesa come quanti uccelli e di quali specie; la composizioni in classi di
età e di sesso di una specie; etc. Qualora uno degli animale marcati venisse catturato da un altro
operatore (sia in Italia che all’Estero), si otterrebbero le informazioni sulle rotte di migrazione e
sui tassi di sopravvivenza.
Sulla importanza dell’inanellamento come tecnica di studio per il monitoraggio dell’avifauna
selvatica vi è una vastissima bibliografia e la rete internet fornisce informazioni ben dettagliate
per chi volesse approfondire l’argomento.
Nelle paludi dei Variconi, sinora, sono stati svolti un paio di campionamenti per verificare
i siti migliori ove campionare, per monitorare gli spostamenti degli uccelli fra l’interno della
palude ed i suoi margini e quantificare le specie presenti nei diversi periodi dell’anno. Durante
queste prove tecniche di campionamento è stato possibile anche iniziare a raccogliere qualche
dato utile che entrerà nel “futuro” database della Riserva. Tra queste è degna di nota la cattura
e l’inanellamento di 11 esemplari di Basettino Panurus biarmicus, un uccello dell’ordine dei
Passeriformes che vive in ambiente di canneto, avvenuta il 24 ottobre 2011. La particolarità sta
nel fatto che, per la Regione Campania, questa specie è considerata con uno status fenologico di
migratrice irregolare e svernante irregolare ed è stata osservata lungo il litorale domitio l’ultima
volta nel lontano anno 1975. Riuscire a marcarli mediante l’inanellamento, ci permetterà, qualora
venissero catturati nuovamente, di sapere da quali popolazioni geografiche provenivano e che
distanze migratorie avevano compiuto.
Oltre ai Basettini, sono state inanellate le seguenti specie:
- Saltimpalo Saxicola torquatus;
- Usignolo di fiume Cettia cetti;
- Beccamoschino Cisticola juncidis;
- Forapaglie comune Acrocephalus schoenobaenus;
- Sterpazzola Sylvia communis;
- Luì piccolo Phylloscopus collybita;
- Passera d’Italia Passer domesticus italiae;
- Passera mattugia Passer montanus;
- Verdone Carduelis chloris.
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Fig. 3 – Basettino (maschio)
Fig. 5 – Beccamoschino
Fig. 4 – Basettino (femmina)
Fig. 6 – Forapaglie comune
La geografia politica per gli uccelli non esiste. Non hanno confini tracciati su una mappa e le
barriere sono solo quelle naturali fatte di catene montuose da aggirare o di lunghi tratti di mare da
attraversare con un volo senza soste, per poi giungere in quelle destinazioni spesso distanti migliaia
di chilometri. È compito di ognuno di noi garantirne il passaggio e tutelarne il viaggio, facendo
trovare i luoghi di sosta o di arrivo intatti e non corrotti dall’inquinamento e dalla cementificazione
selvaggia.
Bibliografia di riferimento
AA.VV., 2007. L’inanellamento per la scienza e la conservazione. The European Union for Bird Ringing
WEB
EURING. www.euring.org
ISPRA. www.isprambiente.gov.it
Fotografie © Alessio Usai
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