east_48_Il_giardino_dell`armonica_censura
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70-71 Telefonia Giovannini+BOX copia2_Layout 1 17/06/13 19.30 Pagina 70 DOSSIER LE TIGRI D’ORIENTE Il giardino dell’armonica censura Contraddizioni cinesi: Internet sotto ferreo controllo e decine di milioni di utenze telefoniche anonime. Il regime diffida del web, ma è consapevole che proprio il web sarà sempre più il motore della crescita economica del Paese. U n cappello di paglia a larghe tese la ripara dal sole che da qualche settimana picchia inesorabile sulla città. È seduta su di un piccolo sgabello, rivolta verso le vetrine del punto vendita di China Mobile, lo sguardo perso nel vuoto. Tra le mani un fascicolo segnato da un’infinita serie di numeri composti da undici cifre. Lungo il marciapiede la scena si ripete: qualcuno consuma un pranzo veloce, REUTERS/ALY SONG/CONTRASTO di Gabriele Giovannini qualcuno sfrutta un momento di calma per riposarsi. Tutti, si precipitano, non appena un passante lancia uno sguardo vagamente interessato. È la caccia agli utenti di telefonia mobile: e il carniere dei cacciatori si riempie ogni mese di dieci milioni di nuovi clienti. Kunming è il capoluogo della provincia dello Yunnan, ponte verso il Sud-Est Asiatico: un territorio di importanza strategica per Pechino, collocato al confine con Vietnam, Laos e Myammar. In una calda domenica di aprile le ventisei etnie che popolano la regione si mescolano nelle vie centrali della città con qualche raro turista. Awani, di etnia Miao, ha appena compiuto 38 anni e indossa una veste tradizionale dalle tinte nere, gialle e blu. Per ogni Sim card venduta, China Mobile, il primo operatore di telefonia mobile del paese, le riconosce una provvigione pari a 5 yuan (poco più di 60 centesimi di euro). La procedura di vendita di una nuova Sim non prevede l’esibizione di alcun documento d’identità, sia che 70 east european crossroads 70-71 Telefonia Giovannini+BOX copia2_Layout 1 17/06/13 19.30 Pagina 71 CINA l’acquisto avvenga presso un chiosco come quello di Awani, sia all’interno di un negozio. Nella patria del “controllo”, nello Stato dove il Partito comunista è riuscito a superare la sfida posta da Internet, tamponando l’influenza delle piattaforme occidentali e investendo massicciamente nell’analisi dei comportamenti online per prevenire eventuali minacce alla stabilità, un cittadino cinese può dunque comunicare via cellulare in totale libertà? Senza che sia possibile associare la sua identità al numero di telefono e al contenuto delle sue comunicazioni? “In Cina è vero tutto e il contrario di tutto, bisogna ponderare ogni giudizio ed essere sempre pronti a modificare le proprie credenze.” È così che un intellettuale di Pechino, che preferisce restare anonimo, cerca di analizzare la situazione. Innanzitutto, se il governo rendesse obbligatoria la registrazione tramite documento di identità, sarebbero colpite le innumerevoli società che tempestano gli utenti cinesi di messaggi pubblicitari nascondendosi dietro a un facile anonimato. In secondo luogo, non va sottovalutata l’efficienza dell’apparato di sicurezza che, grazie anche a un bilancio superiore a quello destinato alla difesa, si dimostra costantemente all’altezza del proprio compito. Ma lo strumento della rete è potente sia per il controllo che per la contestazione. “Una singola scintilla può dar fuoco a tutta la prateria” disse un giorno Mao, ed è difficile immaginare come il Partito possa contrastare un’eventuale rivolta di massa, specie se improvvisa, che sfrutti le applicazioni di ultima generazione per organizzarsi in tempi rapidi. La polizia, per di più, non avrebbe modo di incrociare ex post l’identità dei ribelli risalendo tramite il numero di telefono per poi scatenare l’arma delle repressione. Come si spiega dunque tale paradosso? Il Partito si fida ciecamente della forza preventiva del proprio apparato? Sembra un’opzione troppo limitata. Se al quadro finora delineato si agnumero 48 luglio/agosto 2013 giunge, infatti, l’assoluta semplicità con cui l’utente medio cinese può aggirare la censura scaricando gratuitamente il programma Freegate sviluppato da DynaWeb che permette di navigare in anonimato e annullare gli effetti della Grande Muraglia virtuale, il Great Firewall, diviene lecito mettere in discussione la tradizionale lettura occidentale dell’informazione in Cina. Nonostante sia evidente una certa paranoia verso i social network, soprattutto in seguito agli eventi che hanno portato alla Primavera Araba, questa sembra rimanere entro i limiti della prevenzione e della promessa di pene dure e certe, senza avere la pretesa di soffocare la popolazione tramite una censura ferrea. Del resto il Partito è consapevole del fatto che il web sarà sempre più motore di quella stessa crescita economica che tiene in piedi il modello socio-economico cinese. Censura e libertà, controllo e anonimato diventano così opposti solo apparentemente contraddittori, Yin e Yang ugualmente necessari al raggiungimento dell’armonia. DOSSIER Y Un venditore riposa di fronte al pannello che espone i numeri di telefonia mobile che è possibile acquistare in un negozio di Shanghai. I numeri della rete CELLULARI (dati China’s Ministry of Industry and Information Technology (MIIT) aggiornati a fine novembre 2012) • 1,11 miliardi (l’82,6% della popolazione); • crescita nei primi 11 mesi del 2012: 118 milioni; • utenze 3G: 220 milioni (20%). Per paragone, nel 2000 solo il 6,7% aveva un’utenza mobile; • ricavi del settore della telefonia mobile: 116 miliardi di dollari. SOCIAL NETWORKS (i dati sono stime aggiornate a fine 2012 tratte da Go-Globe.com) • 597 milioni di utenti totali. Per un termine di paragone: nel 2000 gli utenti Internet in Cina erano l’1,8% della popolazione; • Tencent Weibo (microblogging, il Twitter cinese): 507 milioni; • Sina Weibo (tra Twitter e Facebook): 500 milioni; • WeChat (Whatsapp cinese): 300 milioni; • Pengyou (social network con nome reale): 259 milioni; • nel 2012 il social sharing è cresciuto del 60%; • il 70% degli utenti è under 35. CURIOSITÀ • La Cina ha sorpassato gli USA per numero di smartphone venduti nel terzo trimestre del 2011: 24 milioni contro i 23 americani; • il 91% della popolazione online cinese ha almeno un account social contro il 68% degli USA; • solo il 38% delle utenze social in Cina corrispondono a nomi reali. 71