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DOSSIER LE TIGRI D’ORIENTE
Il giardino
dell’armonica
censura
Contraddizioni cinesi: Internet sotto ferreo
controllo e decine di milioni di utenze telefoniche
anonime. Il regime diffida del web, ma è
consapevole che proprio il web sarà sempre più
il motore della crescita economica del Paese.
U
n cappello di paglia a larghe tese la ripara dal sole che da qualche settimana
picchia inesorabile sulla città. È seduta
su di un piccolo sgabello, rivolta verso le vetrine
del punto vendita di China Mobile, lo sguardo
perso nel vuoto. Tra le mani un fascicolo segnato da un’infinita serie di numeri composti
da undici cifre. Lungo il marciapiede la scena
si ripete: qualcuno consuma un pranzo veloce,
REUTERS/ALY SONG/CONTRASTO
di Gabriele Giovannini
qualcuno sfrutta un momento di calma per riposarsi. Tutti, si precipitano, non appena un
passante lancia uno sguardo vagamente interessato. È la caccia agli utenti di telefonia mobile: e il carniere dei cacciatori si riempie ogni
mese di dieci milioni di nuovi clienti.
Kunming è il capoluogo della provincia
dello Yunnan, ponte verso il Sud-Est Asiatico:
un territorio di importanza strategica per Pechino, collocato al confine con Vietnam, Laos
e Myammar. In una calda domenica di aprile
le ventisei etnie che popolano la regione si
mescolano nelle vie centrali della città con
qualche raro turista. Awani, di etnia Miao, ha
appena compiuto 38 anni e indossa una veste
tradizionale dalle tinte nere, gialle e blu. Per
ogni Sim card venduta, China Mobile, il primo
operatore di telefonia mobile del paese, le riconosce una provvigione pari a 5 yuan (poco
più di 60 centesimi di euro). La procedura di
vendita di una nuova Sim non prevede l’esibizione di alcun documento d’identità, sia che
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east european crossroads
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CINA
l’acquisto avvenga presso un chiosco come
quello di Awani, sia all’interno di un negozio.
Nella patria del “controllo”, nello Stato dove
il Partito comunista è riuscito a superare la sfida
posta da Internet, tamponando l’influenza delle
piattaforme occidentali e investendo massicciamente nell’analisi dei comportamenti online per
prevenire eventuali minacce alla stabilità, un
cittadino cinese può dunque comunicare via
cellulare in totale libertà? Senza che sia possibile
associare la sua identità al numero di telefono e
al contenuto delle sue comunicazioni?
“In Cina è vero tutto e il contrario di tutto,
bisogna ponderare ogni giudizio ed essere sempre pronti a modificare le proprie credenze.”
È così che un intellettuale di Pechino, che preferisce restare anonimo, cerca di analizzare la
situazione. Innanzitutto, se il governo rendesse
obbligatoria la registrazione tramite documento di identità, sarebbero colpite le innumerevoli società che tempestano gli utenti cinesi di messaggi pubblicitari nascondendosi
dietro a un facile anonimato.
In secondo luogo, non va sottovalutata l’efficienza dell’apparato di sicurezza che, grazie
anche a un bilancio superiore a quello destinato alla difesa, si dimostra costantemente all’altezza del proprio compito.
Ma lo strumento della rete è potente sia per
il controllo che per la contestazione. “Una singola scintilla può dar fuoco a tutta la prateria”
disse un giorno Mao, ed è difficile immaginare
come il Partito possa contrastare un’eventuale
rivolta di massa, specie se improvvisa, che sfrutti
le applicazioni di ultima generazione per organizzarsi in tempi rapidi. La polizia, per di più,
non avrebbe modo di incrociare ex post l’identità dei ribelli risalendo tramite il numero di telefono per poi scatenare l’arma delle repressione.
Come si spiega dunque tale paradosso? Il
Partito si fida ciecamente della forza preventiva
del proprio apparato? Sembra un’opzione troppo
limitata. Se al quadro finora delineato si agnumero 48 luglio/agosto 2013
giunge, infatti, l’assoluta semplicità con cui
l’utente medio cinese può aggirare la censura
scaricando gratuitamente il programma Freegate
sviluppato da DynaWeb che permette di navigare
in anonimato e annullare gli effetti della Grande
Muraglia virtuale, il Great Firewall, diviene
lecito mettere in discussione la tradizionale
lettura occidentale dell’informazione in Cina.
Nonostante sia evidente una certa paranoia
verso i social network, soprattutto in seguito agli
eventi che hanno portato alla Primavera Araba,
questa sembra rimanere entro i limiti della prevenzione e della promessa di pene dure e certe,
senza avere la pretesa di soffocare la popolazione tramite una censura ferrea. Del resto il
Partito è consapevole del fatto che il web sarà
sempre più motore di quella stessa crescita economica che tiene in piedi il modello socio-economico cinese. Censura e libertà, controllo e
anonimato diventano così opposti solo apparentemente contraddittori, Yin e Yang ugualmente
necessari al raggiungimento dell’armonia.
DOSSIER
Y Un venditore riposa
di fronte al pannello
che espone i numeri
di telefonia mobile
che è possibile
acquistare in un
negozio di Shanghai.
 I numeri della rete
CELLULARI
(dati China’s Ministry of Industry and
Information Technology (MIIT)
aggiornati a fine novembre 2012)
• 1,11 miliardi (l’82,6% della
popolazione);
• crescita nei primi 11 mesi del
2012: 118 milioni;
• utenze 3G: 220 milioni (20%).
Per paragone, nel 2000 solo il
6,7% aveva un’utenza mobile;
• ricavi del settore della telefonia
mobile: 116 miliardi di dollari.
SOCIAL NETWORKS
(i dati sono stime aggiornate a fine 2012
tratte da Go-Globe.com)
• 597 milioni di utenti totali.
Per un termine di paragone: nel
2000 gli utenti Internet in Cina
erano l’1,8% della popolazione;
• Tencent Weibo (microblogging,
il Twitter cinese): 507 milioni;
• Sina Weibo (tra Twitter e
Facebook): 500 milioni;
• WeChat (Whatsapp cinese):
300 milioni;
• Pengyou (social network con
nome reale): 259 milioni;
• nel 2012 il social sharing è
cresciuto del 60%;
• il 70% degli utenti è under 35.
CURIOSITÀ
• La Cina ha sorpassato gli USA per
numero di smartphone venduti
nel terzo trimestre del 2011: 24
milioni contro i 23 americani;
• il 91% della popolazione online
cinese ha almeno un account
social contro il 68% degli USA;
• solo il 38% delle utenze social in
Cina corrispondono a nomi reali.
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