PROGRAMMA DI LATINO svolto dal Prof. Chiaffredo Edoardo Bussi
Transcript
PROGRAMMA DI LATINO svolto dal Prof. Chiaffredo Edoardo Bussi
PROGRAMMA DI LATINO svolto dal Prof. Chiaffredo Edoardo Bussi nella classe III G nell'A.S. 2015-16 Manuali di testo: G. Garbarino, Nova Opera, voll. 1Ae 1B, Paravia; N. Gambis, L. Meini, Proxime. Lingia, cultura e antropologia di Roma antica. Teoria; Esercizi 1; esercizi 2. Introduzione generale alla filologia classica: concetto di ricostruzione filologica dei testi (confronto con il restauro dell'opera d'arte); tradizione manoscritta e tradizione a stampa; i supporti: rotolo papiraceo e codice; il palinsesto; le principali cause di corruttela; tradizione diretta e indiretta, constitutio textus, lezione e congettura; stemma codicum e archetipo; metodo del Lachman, errori congiuntivi e disgiuntivi; criteri della lectio difficilior e dell'usus scribendi; esempi ed esercitazioni partiche; edizioni critiche: collane di Belles Lettres, Teubner, Oxford, Lorenzo Valla. Ripasso e completamento del programma di morfosintassi: il gerundio e il gerundivo, la costruzione perifrastica passiva, personale e impersonale; i pronomi e gli aggettivi indefiniti; verbi semideponenti; Elementi di sintassi dei casi: sono stati affrontati ex novo o approfonditi argomenti di sintassi dei casi mano a mano che si incontravano nei testi di autori letti; in particolare: per il nominativo: costruzione personale e impersonale di videor; feror, dicor, trador (verba narrandi, dicendi, pudandi). per l'ablativo: ablativo retto da verbi: utor, potior, fruor, vescor; la costruzione di opus esse, personale e impersonale; verba petendi (peto e quaero); Elementi di sintassi della proposizione: sono stati affrontati ex novo o approfonditi argomenti di sintassi del verbo e della propozione mano a mano che si incontravano nei testi di autori letti; in particolare: l'oratio obliuqua, trasformazione dell'oratio obliqua in recta; usi e funzioni di quin + congiuntivo; interrogative semplici e disgiuntive, dirette e indirette, retoriche; periodo ipotetico, prevalentemente in strutture indipendenti. Elementi di retorica: alcune tra le principali figure retoriche: figure retoriche di ordo verborum: allitterazione, anafora, iperbato, isocolia, tmesi, anastrofe, climax; analisi delle strutture argomentative. Autori e storia della letteratura: Le origini della civiltà di Roma e della civiltà latina; le forme preletterarie tramandate oralmente e i documenti scritti; La conquista del Mediterraneo e l'ellenizzazione (Garbarino, Nova Opera, Unità 1, 2, 3 del vol. 1 A): conoscenza riassuntiva. Plauto: la vita e l'opera, contestualizzazione storica; imitatio, aemulatio, contaminatio; tecniche della comicità; le opere principali, le trame ricorrenti, i personaggi (adulescens, puella, senex, antagonista, servus callidus, miles); lettura dei brani antologizzati dello Pseudolus (vv. 574-593 in latino) e dell'Aulularia (vv. 713-726 in latino); lettura integrale del Miles gloriosus in italiano. Alcune scene del Miles gloriosus sono state analizzate con la tecnica contrastiva proponendo una traduzione in italiano corrente e la traduzione letteraria offerta da Pierpaolo Pasolini nel suo Vantone; il concetto della traduzione letteraria, con riferimento a Pavese, Cornelio Bentivoglio d'Aragona, Monti, Rosa Calzecchi Onesti; le recensioni alla traduzione pasoliniana del Miles plautino e la risposta di Pasolini. Cesare, vita e opera, contestualizzazione storica generale; differenze tra il De bello gallico e il De bello civili; concetto di commentarius; lo stile; attendibilità storica ; giudizio di Cicerone sui commentarii, in latino (Brutus 262); testi in latino: de bello gallico I, 40, 1-5; 15; VII, 20, 8-12; VII, 21 de bello civili I, 1-2 (l'incipit); I, 9-11 (Cesare marcia su Roma); III, 90-91; 94; 96 Sallustio, vita e opera, valore civile dell'impegno letterario e culturale; testi in latino dal De Catilinae coniuratione: i ritratti di Sallustio: Catilina (par. 5); i complici di Catilina (par. 14); Sempronia (cap. 25) l'organizzazione criminale (40, 1-3); il discorso di Cicerone sulla condanna di Catilina (51, 25-36; 43) e la risposta di Catone (52, 1-6). Lucrezio: la vita e l'opera, introduzione generale alla filosofia di Epicuro; l'epicureismo a Roma; la filosofia come farmaco; la forma poetica come strumento per far accettare il difficile messaggio della filosofia; testi: Il proemio del De rerum natura (I, 1-49); l'incipit del II libro, la superiorità del sapiente (vv. 1-22), con analisi filosofica del manuale; IV, 1105-1114 (la follia d'amore; descrizione dell'atto sessuale come atto di violenza; vv. 1058-1140 in italiano); in italiano: elogio di Epicuro, funzione della poesia, follia di amore, rifiuto della paura della morte; confronto intertestuale tra il proemio del De rerum natura e della Gerusalemme Liberata di Tasso (facoltativo); Cicerone: la vita e l'opera; focus sull'orazione Pro Milone, contestualizzazione storica, confronto con la Pro Coelio e col Liber catulliano; parr. I,1-2 (quae si opposita Miloni putarem-auctoritate publica armare); 3; II, 4; III, 7-8 (sed antequam....sententia liberatum); V,12; VI, 15; VIII (sed stulti sumus...amicos meos); IX, 23 (escluso l'inciso parentetico). Tutti i testi latini studiati possono essere facilmente reperiti sul sito www.thelatinlibrary.com, che è stato largamente usato nel corso dell'anno scolastico. Occasionalmente, a titolo di lusus letterario, sono stati letti e commentati corsivi giornalistici in latino tratti dall'edizione del martedì del quotidiano "Avvenire", a firma del teologo e latinista Daniel Gallagher. È stata inoltre tenuta una lezione, in compresenza col Prof. Zanconato, responsabile della biblioteca di Istituto, sull'uso della biblioteca, con particolare ma non esclusivo riferimento alle edizioni per lo studio del mondo antico. La classe ha partecipato alla giornata conclusiva del seminario di latino medievalepresso il Liceo Giordano Bruno; una studentessa in quell'occasione è stata relatrice di un intervento. L'Insegnante, Chiaffredo Edoardo Bussi I rappresentanti degli studenti, Si forniscono di seguito alcuni dei testi latini oggetto di studio e analisi, ma non antologizzati, corredati del materiale di analisi fornito dall'insegnante: Bel. gal. I, 40, 1-5; 15 All’inizio della narrazione del De bello Gallico, Cesare si trova in seria difficoltà nell’assedio di Vesonzione (odierna Besancon); i soldati si lasciano prendere dalla disperazione e temono sia vicina la catastrofe. Cesare, resosi conto dei sentimenti della truppa, sprona energicamente i soldati: lui pensa a tutto, può contare sull’appoggio di Ariovisto (fino ad allora alleato dei Romani), non c’è nulla da temere per soldati valorosi. Haec cum animadvertisset, convocato consilio omniumque ordinum ad id consilium adhibitis centurionibus, vehementer eos incusavit: primum, quod duci, non militibus cogitandum esset ad salutem exercitus. Caesar memorabat Ariovistum, se consule, cupidissime populi Romani amicitiam adpetivisse; cur iudicabant hunc tam temere ab officio et fide discessurum esse? Sibi quidem persuaderi, cognitis suis postulatis atque aequitate condicionum perspecta, eum neque suam neque populi Romani gratiam repudiaturum. [Sin autem furore atque amentia impulsus bellum intulisset, nihil (=niente, neutro) erat quod vereri deberent. Cur de sua virtute aut de ipsius diligentia desperarent?] Dixit tandem sibi esse in animo quam primum (=il prima possibile) castra movere; si praeterea nemo sequatur, tamen se cum sola decima legione iturum, de qua non dubitabat. Huic legioni Caesar et indulserat praecipue et propter virtutem confidebat maxime. 1) Quali tratti fondamentali della personalità di Cesare, che si ritrovano ad esempio anche all’inizio del De bello civili, si ritrovano qui? Che rapporto ha con i soldati? Sottolinea le parole chiave del brano. 2) Perché Ariovisto, capo barbaro, è in questo momento iniziale presentato come alleato affidabile? Sall. Cat. Con. 27 Interea Catilina Romae multa simul molitur: consulibus insidias tendit, parat incendia, opportuna loca armatis hominibus obsidet; ipse cum telo est, item alios iubet, hortatur, uti semper intenti paratique essent; dies noctisque festinat, vigilat, neque insomniis neque labore fatigatur. Postremo, ubi multa agitanti nihil procedit, rursus media nocte coniurationis principes convocat ibique multa de ignavia eorum questus docet se Manlium praemisisse ad eam multitudinem, quam ad capiunda arma paraverat, item alios in alia loca opportuna, qui initium belli facerent, seque ad exercitum proficisci cupere, si prius Ciceronem oppressisset; eum suis consiliis multum officere. Che titolo daresti a questo brano? Commentalo evidenziando i tratti della personalità di Catilina e il grado di pericolosità raggiunto dal complotto; soffermati sulle figure retoriche e individuane la funzione. Individua i participi e spiegane la funzione; che proposizione è "uti semper intenti paratique essent"?; che proposizione è "qui initium belli facerent"?; che cos'è "ad capiunda arma"?; rintraccia gli arcaismi. Sall. Cat. Con. 40 Catilina, sia personalmente sia attraverso amici, cerca compagni per le sue trame e li trova in una popolazione gallica, gli Allobrogi che, per alcuni motivi, ritiene essere particolarmente adatti allo scopo. Igitur familiari cuidam, P. Umbreno, negotium dat, uti legatos Allobrogum requirat eosque, si possit, inpellat ad societatem belli, existumans publice privatimque aere alieno oppressos, praeterea quod natura gens Gallica bellicosa esset, facile eos ad tale consilium adduci posse. Is homo, postquam illos videt queri de avaritia magistratuum, accusare senatum, quod in eo auxili nihil esset, miseriis suis remedium mortem exspectare: "At ego", inquit, "vobis, si modo viri esse voltis, rationem ostendam, qua tanta ista mala effugiatis." Perché gli Allobrogi, secondo Catilina, sono particolarmente adatti alle sue mire? Quali tratti della personalità di Catilina rintracci in questo, pur brevissimo, testo? Rintracci in altri testi, direttamente o indirettamente, considerazioni negative sul senato? Che valore ha il congiuntivo esset della terza riga? Che proposizione è, in analisi del periodo, qua tanta ista mala effugiatis? Che valore ha ista? Rintraccia gli arcaismi. Sall. Cat. Con. 52,2 Il brano che vi propongo è tratto dall'incipit della risposta di Catone al discorso, di cui abbiamo letto uno stralcio, con cui Cesare chiede di evitare la pena di morte per Catilina. "Longe alia mihi mens est, patres conscripti, cum res atque pericula nostra considero et cum sententias nonnullorum ipse mecum reputo. 3 Illi mihi disseruisse videntur de poena eorum, qui patriae, parentibus, aris atque focis suis bellum paravere; res autem monet cavere ab illis magis quam, quid in illos statuamus, consultare. 4 Nam cetera maleficia tum persequere, ubi facta sunt; hoc, nisi provideris, ne accidat, ubi evenit, frustra iudicia inplores: capta urbe nihil fit reliqui victis. 5 Sed, per deos inmortalis, vos ego appello, qui semper domos, villas, signa, tabulas vostras pluris quam rem publicam fecistis: si ista, cuiuscumque modi sunt, quae amplexamini, retinere, si voluptatibus vostris otium praebere voltis, expergiscimini aliquando et capessite rem publicam! 6 Non agitur de vectigalibus neque de sociorum iniuriis: libertas et anima nostra in dubio est. Note e osservazioni: Longe alia mihi mens est: nota la somiglianza con la fraseologia inglese: my mind is, oppure I've changed my mind. Illi mihi disseruisse videntur: costruzione personale o impersonale del verbo videor? come la puoi rendere in buon italiano, anche se non verbum de verbo? res autem monet cavere ab illis magis quam, quid in illos statuamus, consultare: il verbo della principale è ................., che regge i due infiniti...................... e ....................................; magis quam, ovviamente, introduce un comparativo di maggioranza, di cui il primo e il secondo membro sono per l'appunto i due infiniti; quid in illos statuamus (introdotta dal pronome quid) è una proposizione................................... persequere: controllate attentamente sulla grammatica! (diatesi deponente, modo.......) Pluris fecistis: pluris è genitivo di stima: andate a controllaree con attenzione sul dizionario. Voltis = vultis (voi volete) Expergiscimini: controllate attentamente sulla grammatica! (diatesi deponente, modo.......) Proposta di commento: riassumi brevemente il testo, mettendo in evidenza lo stato d'animo con cui parla l'oratore e confrontalo con le parole di Cesare. Quale preoccupazione muove Catone? Individua le figure retoriche che usa Catone (ad esempio, patriae, parentibus, aris atque focis; domos, villas, signa, tabulas vostras):a che cosa servono? Soffermati sulla sintassi: ti sembra fluida, pacata, "lenta" o al contrario nervosa? perché? Ritieni che la posizione personale di Sallustio sia più vicina a Cesare o a Catone? perché? quali concetti e pensieri citati da Catone in questo discorso emergono anche nell'attitudine moralista di Sallustio? Di che cosa, in buona sostanza, Catone accusa i senatori? Traduci il brano proposto e commentalo, facendo riferimento ad altri testi della'utore letti. Cicerone Pro Milone VI, 15 At enim Cn. Pompeius rogatione sua et de re et de causa iudicavit: tulit enim de caede quae in Appia via facta esset, in qua P. Clodius occisus esset. Quid ergo tulit? nempe ut quaereretur. Quid porro quaerendum est? Factumne sit? at constat. A quo? at paret. Vidit igitur, etiam in confessione facti, iuris tamen defensionem suscipi posse. Quod nisi vidisset posse absolvi eum qui fateretur, cum videret nos fateri, neque quaeri umquam iussisset, nec vobis tam hanc salutarem in iudicando litteram quam illam tristem dedisset. Mihi vero Cn. Pompeius non modo nihil gravius contra Milonem iudicasse, sed etiam statuisse videtur quid vos in iudicando spectare oporteret. Nam qui non poenam confessioni, sed defensionem dedit, is causam interitus quaerendam, non interitum putavit. Individua i termini tecnici giuridici e individuane il significato preciso. ut quaereretur: che valore ha qui il cum + congiuntivo? Individua le interrogative e spiega a che cosa servano. Factumne sit?: che valore ha il -ne enclitico? tam hanc salutarem in iudicando litteram quam illam tristem: questa tavoletta per il giudizio, sia questa che concede l'assoluzione (salutarem), sia quella che condanna (tristem). Quod....dedisset: complessa argomentazione ipotetica; di che periodo ipotetico si tratta? Prova a spiegare l'efficacia logica di questa argomentazione. Confronta inoltre questa argomentazione con quanto detto dall'oratore nell'esordio dell'orazione. Come viene presentata la figura di Pompeo? COMPITI DELLE VACANZE Car* ragazz*, come compiti per queste vacanze estive vi propongo la continuazione della lettura dell'orazione Pro Milone che abbiamo già cominciato in classe nell'ultimo mese circa. Dopo che abbiamovisto insieme l' exordium, cioè la parte iniziale in cui tratta le questioni preliminari, ho scelto, ritenendole particolarmente significative, la narratio, cioè la parte in cui si descrive come si sono svolti i fatti, e la peroratio, la parte finale in cui l'oratore, facendo leva sull'emotività non meno che sulla logica cerca di convincere definitivamente i giudici. Come sempre, alcune note esplicative vi aiutano, spero, a contestualizzare e analizzare meglio il testo. Buon lavoro e buone vacanze! Chiaffredo Bussi Pro Milone IX, 24 Clodio, per portare a termine i suoi criminosi piani, ha bisogno di un anno intero di carica; sa però che non può avere Milone come collega, dunque, senza perdere tempo, pianifica di sbarazzarsene. P. Clodius cum statuisset omni scelere in praetura vexare rem publicam, videretque ita tracta esse comitia anno superiore, ut non multos mensis praeturam gerere posset, subito reliquit annum suum, seseque in annum proximum transtulit: non (ut fit) religione aliqua, sed ut haberet, quod ipse dicebat, plenum annum atque integrum ad praeturam gerendam, hoc est, ad evertendam rem publicam. Reliquit...transtulit: Rinunciò alla candidatura di quell'anno, che la legge gli consentiva, e la rimandò all'anno successivo. X, 27-XI,31 Cicerone inizia a narrare come il fatto delittuoso si sia svolto, mettendo in risalto (anche a costo di alterare leggermente lo svolgimento dei fatti, come mostra il confronto con altre fonti) l'aggravante della premeditazione da parte di Clodio. X. 27. Interim cum sciret Clodius — neque enim erat difficile scire — iter sollemne, legitimum, necessarium ante diem xiii. Kalendas Februarias Miloni esse Lanuvium ad flaminem prodendum, Roma subito ipse profectus pridie est, ut ante suum fundum Miloni insidias conlocaret. Atque ita profectus est, ut contionem turbulentam, in qua eius furor desideratus est, quae illo ipso die habita est, relinqueret, quam numquam reliquisset nisi invenire facinoris locum tempusque voluisset. a) ante diem xiii. Kalendas Februarias: il 18 gennaio; b) prodendum: da prodeo (paradigma?): analisi di prodendum esse Miloni; che funzione logica ha il dativo Miloni?; 3) ut .... relinqueret: al posto di trascurare (una riunione cui teneva molto); 4) quam: nesso relativo: a che cosa si riferisce?; 5) analisi del periodo. 28. Milo autem cum in senatu fuisset eo die, quoad senatus est dimissus, domum venit; calceos et vestimenta mutavit; paulisper, dum se uxor (ut fit) comparat, commoratus est; dein profectus id temporis cum iam Clodius, si quidem eo die Romani venturus erat, redire potuisset. Ob viam fit ei Clodius, expeditus, in equo, nulla raeda, nullis impedimentis; nullis Graecis comitibus, ut solebat; sine uxore, quod numquam fere: cum hic insidiator, qui iter illud ad caedem faciendam apparasset, cum uxore veheretur in raeda, paenulatus, magno et impedito et muliebri ac delicato ancillarum puerorumque comitatu. Id temporis = eo tempore. Cicerone insiste sul fatto che, se davvero Clodio si fosse recato sul luogo in cui si svolse la zuffa senza voler apposta incontrare Milone avrebbe avuto tempo di ritornare agevolmente a Roma. 29. Fit obviam Clodio ante fundum eius hora fere undecima, aut non multo secus. Statim complures cum telis in hunc faciunt de loco superiore impetum: adversi raedarium occidunt. Cum autem hic de raeda, reiecta paenula, desiluisset, seque acri animo defenderet, illi qui erant cum Clodio, gladiis eductis, partim recurrere ad raedam, ut a tergo Milonem adorirentur, partim, quod hunc iam interfectum putarent, caedere incipiunt eius servos, qui post erant: ex quibus, servi Milonis, qui animo fideli in dominum et praesenti fuerunt, partim occisi sunt, partim, cum ad raedam pugnari viderent, domino succurrere prohiberentur, Milonem occisum et ex ipso Clodio audirent, fecerunt id servi Milonis—dicam enim aperte, non derivandi criminis causa, sed ut factum est—nec imperante nec sciente nec praesente domino, quod suos quisque servos in tali re facere voluisset. a) Adversi: complemento predicativo del soggetto: come lo puoi tradurre? Qual è il soggetto?; b) Cum autem...post erant: periodo lungo e complesso; la principale è incipiunt, che regge due infiniti; analogamente, anche il cum narrativo iniziale regge due congiuntivi: quali? ; c) rintracci qualche figura retorica?; d) nel periodo successivo, c'è di nuovo un cum narrativo, che regge viderent, prohiberentur, audirent; voluisset: trad. Col condizionale: avrebbe voluto. XI. 30. Haec, sicuti exposui, ita gesta sunt, iudices. Insidiator superatus est, vi victa vis, vel potius oppressa virtute audacia est. Non dico quid res publica consecuta sit, nihil quid vos, nihil quid omnes boni (consecuti sint): nihil sane id prodest Miloni, qui hoc fato natus est, ut ne se quidem servare potuerit, dum una rem publicam vosque servat. Si id iure fieri non potuit, nihil habeo quod defendam. Sin autem hoc et ratio doctis, et necessitas barbaris, et mos gentibus, et feris etiam beluis natura ipsa praescripsit,—ut omnem semper vim, quacumque ope possent, a corpore, a capite, a vita sua propulsarent,—non potestis hoc facinus improbum iudicare, quin simul iudicetis omnibus, qui in latrones inciderint, aut illorum telis aut vestris sententiis esse pereundum. a) una: avverbio; b) sin autem...pereundum: sin regge praescripsit; i soggetti di praescripsit sono ratio, necessitas, mos, natura ipsa ; cioè: sin autem ratio praescripsit hoc doctis, necessitas praescripsit hoc barbaris e via dicendo; c) quin: a meno che; d) pereundum: da pereo (paradigma? Composto di che verbo irregolare?); e) che cos'è in analisi logica omnibus? 31. Quod si ita putasset, certe optabilius Miloni fuit dare iugulum P. Clodio quam iugulari a vobis, quia se non iugulandum illi tradidisset. Sin hoc nemo vestrum ita sentit, non illud iam in iudicium venit, occisusne sit (quod fatemur), sed iure an iniuria, quod multis in causis saepe quaesitum est. Insidias factas esse constat, et id est quod senatus contra rem publicam factum iudicavit: ab utro factae sint incertum est. De hoc igitur latum est ut quaereretur. Ita et senatus rem non hominem notavit, et Pompeius de iure non de facto quaestionem tulit. a) Optabilius: comparativo o superlativo?; b) fuit: puoi tradurre col condizionale: sarebbe stato (controlla sulla grammatica e annota in quali casi l'indicativo si può tradurre col condizionale); c) occisusne: nota il ne enclitico: quale proposizione introduce in analisi del periodo?; d) riconosci nel testo del par. 31 il poliptoto. Cicerone riporta adesso le parole di fiera rassegnazione e orgogliosa consapevolezza dei propri meriti che Milone gli ha confidato: meglio un esilio immeritato, purché la patria sia salva, che vivere dove non c'è posto per la virtù, in una patria minacciata dai malvagi. Milone con queste parole ricorda anche che per merito suo Cicerone era stato richiamato dall'esilio. 93. Me quidem, iudices, exanimant et interimunt hae voces Milonis, quas audio adsidue et quibus intersum cotidie. 'Valeant,' inquit,—valeant cives mei: sint incolumes, sint florentes, sint beati: stet haec urbs praeclara mihique patria carissima, quoquo modo erit merita de me. Tranquilla re publica mei cives, quoniam mihi cum illis non licet, sine me ipsi, sed propter me tamen perfruantur. Ego cedam atque abibo: si mihi bona re publica frui non licuerit, at carebo mala, et quam primum tetigero bene moratam et liberam civitatem, in ea conquiescam. 94. O frustra, 'inquit,' mihi suscepti labores! O spes fallaces et cogitationes inanes meae! Ego cum tribunus plebis re publica oppressa me senatui dedissem, quem exstinctum acceperam, equitibus Romanis, quorum vires erant debiles, bonis viris, qui omnem auctoritatem Clodianis armis abiecerant, mihi umquam bonorum praesidium defuturum putarem? ego cum te'—mecum enim saepissime loquitur—'patriae reddidissem, mihi putarem in patria non futurum locum (esse)? Ubi nunc senatus est, quem secuti sumus? ubi equites Romani illi tui? ubi studia municipiorum? ubi Italiae voces? ubi denique tua illa, M. Tulli, quae plurimis fuit auxilio, vox atque defensio? mihine ea soli, qui pro te totiens morti me obtuli, nihil potest opitulari?' a) valeant, sint, stet: congiuntivo indipendente: di che tipo?; b) propter me: Milone rivendica che i cittadini possono vivere in uno Stato salvo e tranquillo "per merito" suo. c) abibo: è composto di quale verbo irregolare? d) mala: sott. re publica; e) dedissem (l'oggetto me) regge i dativi senatui, equitibus, bonis viris. C'è un parallelismo: sai individuarlo e spiegarlo?; f) putarem: congiuntivo dubitativo: dovrei ritenere?; g) individua e spiega la costruzione del doppio dativo. Dopo aver riferito le parole che Milone ha detto privatamente a lui, ma non in pubblico, l'oratore dice di essere assai scosso e dispiaciuto, addirittura piange. Si rivolge ai soldati armati, affinché non permettano che in loro presenza si compia un'azione ingiusta. XXXVII. 101. His lacrimis non movetur Milo. Est quodam incredibili robore animi. Exilium ibi esse putat, ubi virtuti non sit locus; mortem naturae finem esse, non poenam. Sit hic ea mente qua natus est. Vos, iudices, quo tandem animo eritis? Memoriam Milonis retinebitis, ipsum eicietis? et erit dignior locus in terris ullus qui hanc virtutem excipiat, quam hic qui (hanc virtutem) procreavit? Vos, vos appello, fortissimi viri, qui multum pro re publica sanguinem effudistis: vos in viri et in civis invicti appello periculo, centuriones, vosque milites: vobis non modo inspectantibus, sed etiam armatis et huic iudicio praesidentibus, haec tanta virtus ex hac urbe expelletur, exterminabitur, proicietur? a) Riconosci nel par. 101 l'ablativo assoluto; le allitterazioni; b) qui....excipiat: quale valore dai a questa proposiz relativa al congiuntivo? L'oratore rievoca i meriti che Milone ha nei suoi confronti, perché proprio l'imputato l'aveva richiamato dall'esilio, proprio con l'aiuto di quei giudici che ora lo devono giudicare. Allora, se quelli si erano fidati di Cicerone allora, lo facciano ancora, per il bene di Milone e di tutto lo Stato. Addirittura i figli di Cicerone vedono in Milone come un secondo padre. 102. O me miserum! O me infelicem! Revocare tu me in patriam, Milo, potuisti per hos: ego te in patria per eosdem retinere non potero? Quid respondebo liberis meis, qui te parentem alterum putant? Quid tibi, Quinte frater, qui nunc abes, consorti mecum temporum illorum? Mene non potuisse Milonis salutem tueri per eosdem, per quos nostram ille servasset? At in qua causa non potuisse? quae est grata omnibus gentibus; a quibus non potuisse? Ab eis qui maxime P. Clodi morte acquierunt: quo deprecante? me. 103. Quodnam ego concepi tantum scelus, aut quod in me tantum facinus admisi, iudices, cum illa indicia communis exiti indagavi, patefeci, protuli, exstinxi? Omnes in me meosque redundant ex fonte illo dolores. Quid me reducem esse voluistis? an ut inspectante me expellerentur ei per quos essem restitutus? Nolite, obsecro vos, acerbiorem mihi pati reditum esse, quam fuerit ille ipse discessus. Nam quo modo possum putare me restitutum esse, si distrahar ab his, per quos restitutus sum? a) Mene non potuisse : infinitiva retta da respondebo sottinteso; ne enclitico ha qui valore retorico: forse che....?; b) individua l'imperativo negativo; c) quod: pronome relativo, nesso relativo o aggettivo interrogativo? La peroratio di Cicerone giunge ormai a termine col massimo del fervore, l'oratore invoca la volontà degli dei; rovesciando addirittura quello che aveva detto Milone, esclama che meglio sarebbe vedere Clodio al consolato piuttosto che Milone esiliato XXXVIII. Utinam di immortales fecissent — pace tua, patria, dixerim; metuo enim ne scelerate dicam in te quod pro Milone dicam pie - utinam P. Clodius non modo viveret, sed etiam praetor, consul, dictator esset, potius quam hoc spectaculum viderem! 104. O di immortales! fortem et a vobis, iudices, conservandum virum! 'Minime, minime,' inquit. 'Immo vero poenas ille debitas luerit: nos subeamus, si ita necesse est, non debitas.' Hicine vir, patriae natus, usquam nisi in patria morietur? aut, si forte, pro patria? Huius vos animi monumenta retinebitis, corporis in Italia nullum sepulcrum esse patiemini? Hunc sua quisquam sententia ex hac urbe expellet, quem omnes urbes expulsum a vobis ad se vocabunt? 105. O terram illam beatam, quae hunc virum exceperit: hanc ingratam, si eiecerit; miseram, si amiserit! a) pace tua, patria, dixerim; metuo enim ne scelerate dicam in te quod pro Milone dicam pie: il senso di questo inciso, in cui si nota l'opposizione tra scelerate e impie – è che Cicerone teme di parlare senza rispetto per la patria nel momento in cui, pur di vedere la salvezza di Milone, auspica una condizione rischiosa per la patria. b) hicine = hic. Ne enclitico serve a introdurre l'interrogativa retorica; la -i- è solo eufonica. Sed finis sit: neque enim prae lacrimis iam loqui possum, et hic se lacrimis defendi vetat. Vos oro obtestorque, iudices, ut in sententiis ferendis, quod sentietis id audeatis. Vestram virtutem, iustitiam, fidem, mihi credite, is maxime probabit, qui in iudicibus legendis optimum et sapientissimum et fortissimum quemque elegit. a) Ut audeatis: finale, consecutiva o completiva?; b) quod: che cos'è?pronome relativo o cong. causale?; c) individua i gerundivi; optimum et sapientissimum et fortissimum quemque: ripassa sulla grammatica, tra gli usi del superlativo, il significato del superlativo col pronome quisque; in quali altri modi si può trovare rafforzato il superlativo? Che tipo di pronome è quisque?