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Head-crash
Premessa
Il supporto dati danneggiato giunto presso la sede Kroll Ontrack è stato trasferito nella nostra camera bianca.
La camera bianca Kroll Ontrack, l’unica professionale in Italia per il recupero dei dati, è un ambiente in Classe
100 (ISO 5) caratterizzato da un elevatissimo livello di pulizia dell’aria. La camera bianca è un locale isolato,
dotato di impianti dedicati al trattamento dell’aria al fine di impedire a particelle di polveri inquinanti
l’ingresso. La Classe 100 garantisce che non venga superata la soglia delle 100 particelle inquinanti, con
diametro maggiore o uguale a 0,5 micron per piede cubo d’aria, e tale classe è richiesta dai produttori di hard
disk per l’apertura in sicurezza dei dischi.
Per comprendere il livello di pulizia si pensi che normalmente negli ambienti in cui viviamo si contano decine di
migliaia di particelle di polvere. La camera bianca professionale di Kroll Ontrack non solo soddisfa i requisiti di
classe, essa implementa al suo interno centinaia di strumenti software e hardware proprietari sviluppati sulla
base di oltre 30 anni di esperienza nel settore data recovery e impiega personale tecnico altamente
specializzato: i nostri clienti hanno la garanzia del miglior intervento ad oggi possibile.
Il suo supporto dati è stato aperto secondo i più rigidi standard qualitativi dai tecnici Kroll Ontrack che hanno
dato inizio alla prima fase di analisi, definita prognosi.
Analisi del supporto
I tecnici incaricati della lavorazione del suo hard disk drive hanno avuto accesso agli elementi interni del disco:
piatti, testine, motore e altri componenti elettromeccanici. Ogni singola parte è stata prima ispezionata
visivamente e poi con l’ausilio di specifica strumentazione. Le verifiche effettuate sul supporto hanno
consentito ai tecnici di individuare un grave danno sulla superficie magnetica dei piatti del disco. L’entità del
danno ha tecnicamente impedito il recupero dei dati.
Descrizione dell’inconveniente
Il problema riscontrato viene definito in gergo tecnico head-crash. Per head-crash si intende una collisione tra
le testine di lettura/scrittura dell’hard disk drive e la superficie dei piatti del disco con la conseguente
asportazione del materiale magnetico che li ricopre. A seconda dei casi, i segni lasciati dall’impatto della
testina possono essere visibili ad occhio nudo oppure esclusivamente attraverso l’utilizzo di un microscopio.
La collisione tra le testine e le superfici dei piatti di un hard disk è uno dei problemi più di frequente riscontrati
in camera bianca dai nostri tecnici.
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Per comprendere appieno questo tipo di danno si pensi che la testina di un hard disk, incaricata di leggere e
scrivere i dati, sorvola la superficie del disco, sostenuta dall’aria messa in circolazione dalla rotazione dei
piatti, ad un altezza di pochi milionesimi di millimetro. Considerato lo spazio infinitesimale fra testina e disco
non è raro che urti, vibrazioni, cadute possano provocare un head-crash così come la rottura del braccio porta
testine o del motore anche se rappresentano eventi meno frequenti.
Poiché la testina nell’urto asporta lo strato magnetico dove sono registrati i dati, le conseguenze di un headcrash sono spesso disastrose in quanto le informazioni vengono fisicamente rimosse dal disco. La polvere di
materiale magnetico liberata dallo sfregamento testina/disco genera inoltre contaminazione: il pulviscolo
infatti si deposita all’interno dell’hard disk sugli altri piatti, diventando causa di potenziali ulteriori head-crash.
I tecnici Kroll Ontrack di camera bianca in presenza di head-crash possono escludere dalla lettura la superficie
danneggiata oppure operare una lettura che non comporti per la testina il sorvolo dell’area rovinata. In
entrambi i casi si tratta di un recupero dati parziale. Se per l’entità del danno questo tipo di operazione non è
consentita, il recupero dei dati a seguito di head-crash diviene tecnicamente impossibile.
Nel suo specifico caso, nonostante l’elevatissimo tasso di successo che contraddistingue i nostri interventi
(oltre il 90% dei casi risolti positivamente), l’entità dell’head crash riscontrato sul dispositivo dai nostri
ingegneri ha purtroppo determinato l’impossibilità tecnica di procedere al recupero dei dati.
Fig. 1 – Schema della distanza tra testina e superficie del disco
Fig. 2 – Esempi di head-crash
Nell’immagine sono ben visibili i due cerchi concentrici incisi
dalla testina sulla superficie magnetica del disco
In basso, un head crash ingrandito al microscopio. Le incisioni
sotto la riga circolare indicano possibili sobbalzi della testina
Nota. I disegni schematici sono stati rilasciati per libero utilizzo dall’archivio Hitachi HDD Division. Le immagini
rappresentano
esempi
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head crash non necessariamente riferiti al caso specifico del cliente e sono di proprietà di Kroll Ontrack.