IL CARNEVALE DI RIO A PUTIGNANO: FOTO CAPANNONI

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IL CARNEVALE DI RIO A PUTIGNANO: FOTO CAPANNONI
IL CARNEVALE DI RIO A PUTIGNANO: FOTO CAPANNONI
Scritto da Nicola Teofilo
Mercoledì 19 Gennaio 2011 23:47
Dopo l'anteprima dei bozzetti, pubblichiamo foto esclusive e dettagli suggestivi dai capannoni
dell’immediata periferia putignanese, dove maestri e allievi si adoperano in gran segreto per la
realizzazione e l’allestimento dei carri di Carnevale. I nostri obiettivi fotografici sorprendono
figure e volti di personaggi allegorici, ancora privi di espressione. La nostra Canon d’ordinanza
invade gli spazi, sorprende l’alchimia della maschera, mette a fuoco un mondo surreale, fatto di
cartapesta e colori, sospeso tra finzione e realtà.
I corpi dei manichini (foto apertura) sono seminudi, e lasciano appena intravedere il collage di
carta da giornale di cui sono rivestiti. Corpi che portano ancora impresso, come tatuaggi, il
marchio infamante "escort" stampato sui titoli cubitali dei ritagli di giornale, cuciti su misura per
le protagoniste del carro allegorico. Senza colore e senza inganno, è tutto un gioco di prestigio
fatto di colla e carta, materia prima e tecnica.
I disegni presentati alla stampa cominciano pian piano, a prendere corpo ed espressività.
(l'articolo prosegue in basso, dopo la galleria fotografica)
Vi sveliamo volti ancora decadenti, scolpiti nell’argilla, come quello della “bellissima ed ignara
Biancaneva”
che
osserva inquieta, come un giocattolo dell’orrore; senza pupille fissa il suo carnefice-maestro.
Biancaneve ha le labbra tumefatte dalle pieghe umide della creta, spalmata sul viso come
cipria. Le guance e il mento prese a pugni o levigate da mani che brandiscono tavole, saldatori,
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arnesi rudimentali. Sono le mani dei maestri e degli allievi immortalati nelle foto di gruppo, che
daranno forma e vita a veri capolavori nella gigantografia del nostro immaginario, agli incubi che
ci perseguitano nella vita politica e sociale, ai protagonisti delle nostre notti insonni e delle
cronache marziane dei tempi che corrono.
Quest’anno il Carnevale di Putignano rievoca soggetti e stereotipi carioca, cavalca la
mondanità e l’attualità infestata da fantasmi fatti di carne e spigolosi capezzoli, sorretti da
mezzibusti a torso nudo, dalle forme plastiche e siliconate, come i corpi tutti uguali e privi di
sensualità del nuovo millennio. Sono le donne di cui si circonda il premier, sempre al centro di
inchieste dalle infinite ipotesi di reato.
E’ già pronta la giostra; una enorme ruota di travi in ferro supporta donne nude, disposte a
ellisse, si tengono per mano, disegnano una danza tribale attorno al pifferaio di Arcore (o
Hardcore), uomo metà premier e metà fauno, disteso e rilassato come facevano gli antichi
romani su patrizi triclini, mentre tutt’attorno si consuma il sacrificio delle carni innaffiati con
dell'ottimo vino d'annata, che sa di vecchio decrepito ma ostinato a raccontare quello che non
c'è e che non può essere.
Alle nostre spalle c’è un cartellone che indica la strada per Montecitorio. Ironia della sorte è
affiancato da un calendario sexy con scene di nudo spogliate dalla frenesia del tempo.
Oltre al regno del porno e del sadomasochismo bunga bunga, dove la violenza del corpo è
finalizzata al dominio e all’esclusivo esercizio del potere politico ed economico, sullo sfondo, c’è
l’uomo dell’assoluto, della scienza, che guarda al futuro, che si ciba di speranza, e non solo di
silicone, alla ricerca di un pianeta più pulito e ospitale o forse, di un pianeta da conquistare e da
sfruttare, dove poter riprodurre nuove catastrofi simili a quella del Golfo messicano, tema che
approda al Carnevale di Putignano con un allarmante interrogativo sullo stato di salute
dell’ambiente: “Ma che tappo dite?”.
In questo grande carrozzone che è il Carnevale, così come nella vita vera, l’immaginazione
supera la realtà, sconfina nel grottesco e inscena il teatro dell’assurdo.
E anche se ogni scherzo vale, un uomo qualunque, dall’alto del Parlamento, dichiara a giornali
e tivvù che lui si "diverte tanto". Costui ha già dato sentenza al suo popolo e ai suoi
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Scritto da Nicola Teofilo
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telespettatori: “Noi siamo la realtà, voi siete la fiction!”.
VEDI ANCHE I BOZZETTI 2011 E COMMENTI
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