Ricominciare dopo un ictus e una figlia
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Ricominciare dopo un ictus e una figlia
LIBRI Ricominciare dopo unnaictus e una figlia storia d’amore che dura da 23 anni. E U Daniela Spada, Cesare Bocci Pesce d’aprile Sperling & Kupfer 2016 197 pagine, 17 euro che ha resistito a un ictus che ha colpito il cervelletto di lei mentre stava allattando la figlia neonata, il primo aprile del 2000. La corsa in ospedale, dove i medici del pronto soccorso tardano a capire cosa stia succedendo, accusandola di avere una crisi isterica. I fatti che raccontano Cesare Bocci (il Mimì Augello della celebre fiction Il commissario Montalbano) e la compagna Daniela Spada in Pesce d’aprile. Lo scherzo del destino che ci ha reso più forti (Sperling & Kupfer) sono ordinari nella loro straordinarietà e creano subito empatia con il lettore. Una vita normale, una coppia normale alle prese con la prima gravidanza e poi i primi giorni della piccola Mia, una quotidianità che ha il sapore di casa. E poi irrompe l’elemento estraneo, l’evento di disturbo che spariglia le carte, il problema fisico che segna per sempre una serenità costruita giorno dopo giorno. Ce la mette proprio tutta, l’ictus post-parto, a distruggere questa famiglia ai primi vagiti. Daniela viene a sapere che non camminerà più e non potrà fare un milione di cose, fra le quali il suo lavoro di grafica, guidare la moto, ballare. La disabilità acquisita piomba come un missile su di lei, che si ritrova a fare improvvisamente i conti con deficit, limiti, non autosufficienza. E anche con carrozzina, casa non accessibile, gli sguardi di chi la fa sentire «un animale raro». Tutto diventa in salita per Daniela, anche il suo rapporto con la figlia, che SuperAbile INAIL non la riconosce come madre perché lei non riesce ad accudirla come vorrebbe a causa delle sue condizioni precarie di salute. Eppure, fra pianti e scoraggiamento, Daniela riprende a camminare barcollando, a dispetto delle diagnosi che le avevano perentoriamente annunciato che non lo avrebbe più fatto. A non vacillare, in questi anni difficili, è il rapporto di coppia, il legame profondissimo con Cesare e con la piccola Mia, il desiderio incrollabile di tenere unita una famiglia ferita fin dal suo albeggiare. Intorno, altri affetti granitici e qualche “angelo custode”: la babysitter brasiliana Rosa, qualche medico e qualche infermiera umani, altri pazienti capaci di far sorridere. Anno dopo anno – ne sono trascorsi 16 – madre, padre e Mia trovano un nuovo equilibrio, nonostante i deficit e i vuoti che è impossibile colmare. Cancellare il passato, gli errori, i limiti personali non si può. Eppure queste pagine grondano di speranza proprio per la loro autenticità: pur affrontando problemi gravi (ci si metterà anche un tumore al seno a colpire Daniela), la famiglia Bocci ne esce ammaccata ma indenne. Lei riprende a guidare con la patente B speciale, si inventa una nuova professione di cuoca e pasticcera, apre una scuola da cucina (il suo blog è cucinaamoremio.com). Si definisce «una disabile “lieve”. Posso camminare, ma poco. Posso stare in piedi, ma poco. Posso guidare, ma poco. Mi devo limitare, sempre». Eppure in questa situazione Daniela vede i “pro” e invita a guardare il bicchiere mezzo pieno: «[…] invece di pensare a quello che non potete più fare, pensate a quello che avete in più». [L.B.] 31 Giugno 2016