disponibile - comprensorio alpino valle brembana

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disponibile - comprensorio alpino valle brembana
Periodico di cultura venatoria e gestione faunistico-ambientale del Comprensorio Venatorio Alpino Valle Brembana - Poste italiane S.p.A spedizione in A.P. - 70% - DCB Bergamo - Cod. ISSN 1723-5758 - contiene IP
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BREMBANA
Settembre 2011
Anno XIII - n. 41
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ASSEMBLEA ANNUALE
RASSEGNA ANNUALE DEI TROFEI
4° SAGRA ESTIVA PER UCCELLI
DA RICHIAMO
CANI E FAUNA SELVATICA:
UNA CONVIVENZA POSSIBILE?
CONCORSO DI CUCINA ALL’ISTITUTO
ALBERGHIERO DI SAN PELLEGRINO
PROVA NAZIONALE CANI DA TRACCIA
2° TROFEO ALTA VALLE BREMBANA
DI TIRO CON LA CARABINA
Sommario
3
editoriale
Alessandro Balestra
4
ATTUALITÀ
Saluto dall’assessore Cottini
8Progetto sviluppo turistico
Val Fondra
5LETTERE
Il gesto di un vile
G. B. Gozzi
6
Duro colpo alla cinofilia
Massimo Peres
10COMMISSIONI
Tipica alpina
Marco Bonaldi
11Ungulati
Luigi Capitanio
12 Capanni
Alessandro Raffaele Balestra
13
Lepre
Stefano Bianchi
15
ARTICOLI
Assembela annuale
Relazione del Presidente
20Se ci sei batti un colpo
G. B. Gozzi
21Il protocollo tecnico per la
gestione degli ungulati
selvatici poligastrici in
provincia di Bergamo
Dr. Claudio Cesaris
31I prelievi per il monitoraggio
sanitario per la stagione
venatoria 2011
Dr.ssa Alessandra Gaffuri
Direttore responsabile
32Etica venatoria e...
andare sull’anschuss
Flavio Galizzi
Alessandro Raffaele Balestra,
34Cani e fauna selvatica: una
convivenza possibile?
Andreaa Galizzi
Hanno collaborato
36Concorso di cucina all’istituto
albeghiero di San Pellegrino
Flavio Galizzi
Stefano Bianchi, Marco Bonaldi, Nani Cadorin,
38Prova nazionale per
cani da traccia
Osvaldo Valtulini
Stefania Pendezza, Massimo Peres,
41Trofeo Alta Valle Brembana
a cura degli organizzatori
41Recupero della fauna
selvatica
a cura della redazione
Coordinatore Flavio Galizzi
Redazione:
Flavio Galizzi, Bruno Calvi, Giambattista Gozzi,
Luigi Capitanio, Piergiacomo Oberti
Per i testi
Tiziano Ambrosi, Alessandro Raffaele Balestra,
Bruno Calvi, Luigi Capitanio, Annibale Facchini,
Sergio Fezzoli, Andrea Galizzi, Flavio Galizzi,
Alessandra Gaffuri, Gianbattista Gozzi,
Osvaldo Valtulini
Per le immagini
Sergio e Manuel Carminati, Andrea Galizzi,
Flavio Galizzi, Gianni Gritti, Fulvio Manzoni,
Aurelio Paganoni, Pieroweb, Valbrembanaweb,
Archivio Di Liddo, Archivio Provincia
Direzione e redazione
RUBRICHE
43 Infertilità della cagna
Tiziano Ambrosi
45Le canne da fucile
“Nani” Cadorin
47Educazione faunisticoambientale
Stefania Pendezza
48Pagine d’autore
Annibale Facchini
49Curiosità
Flavio Galizzi
Lenna (Bg) - Piazza IV Novembre, 10
Tel. e Fax 0345/82565
www.comprensorioalpinovb.it
e-mail comprensorio:
[email protected]
Impaginazione e stampa
Tipografia Diliddo,
San Pellegrino Terme
Editore
Comprensorio Venatorio Alpino
Valle Brembana
Registrazione presso il Tribunale di Bergamo,
n° 29/97 del 22/07/97
22Rassegna annuale dei trofei
Luigi Capitanio
50Proposte di lettura
Luigi Capitanio
274^ Sagra estiva uccelli
da richiamo
Alessandro Raffaele Balestra
51Editoria giornalistica
di settore
Flavio Galizzi
La rivista si avvale della collaborazione di tutti i
29Risultati delle analisi svolte
nell’ambito del controllo
sanitario della fauna
selvatica nella provincia di
Bergamo 2010/2011
Dr.ssa Alessandra Gaffuri
54Storia e tradizioni
Flavio Galizzi
riserva di vagliare ed eventualmente modificare
55Prova pratica per cani
da recupero
56Gli amici cacciatori che sono
andati avanti
la redazione
57
2
Alessandro Balestra
Informazioni e scadenze
Rivista dei Soci del Comprensorio Venatorio
Alpino Valle Brembana
Soci, con scritti e materiale grafico fotografico,
senza impegni da parte della Redazione, che si
quanto pervenuto, e tratterrà il materiale nel
proprio archivio. La riproduzione anche parziale
è vietata, salvo il consenso degli autori e del
Comitato di Gestione
Foto copertina
Luciano Lavadini
Editoriale
Amici Cacciatori
Siamo ormai all’apertura della caccia. Si parte il 18 settembre in quasi tutto il territorio, ad eccezione delle ZPS,
nelle quali l’apertura è posticipata al 1 ottobre, mentre alcuni cacciatori di selezione, limitatamente per il prelievo
dei maschi di capriolo e dei maschi giovani di cervo, sono già partiti il 17 agosto.
Dalle comunicazioni che mi sono pervenute dalle Commissioni risulta che i censimenti degli ungulati e della tipica hanno dato buoni risultati, con presenza di selvaggina in aumento. Questo significa per tutti noi che siamo
in presenza di una buona gestione, ed emerge, soprattutto, un sempre maggior rispetto per la fauna e l’ambiente
e le norme di gestione del prelievo. Un grazie a tutti quelli che si impegnano su questo fronte, che offrono le loro
giornate di lavoro a beneficio della gestione e di tutto quanto necessita per andare avanti con la costante volontà
di migliorare sempre le cose.
Ne sono prova la perfetta organizzazione della prova nazionale dei cani da traccia, la mostra dei trofei, i censimenti,
la 4° edizione della fiera degli uccelli, le giornate informative per i turisti sull’impatto dei cani sulla fauna e l’ecosistema, di cui diamo ampia documentazione negli articoli di questo numero della rivista.
Sicuramente siamo in un momento storico difficile per l’Italia intera, e nonostante questo abbiamo ministri del Governo che pensano più a diventare baluardo degli animalisti urbani che ai problemi essenziali del vivere quotidiano.
Per contro il nostro mondo, noi compresi come amministratori tecnici ai quali è assegnato il delicato compito della
gestione della fauna, sta vivendo una fase di coesione mai vista in passato. Basti pensare all’evento storico di avere
un unico CUPAV regionale e provinciale, e a movimenti trasversali di aggregazione come il C.R.C.A. (Civiltà Rurale
Caccia ed Ambiente).
Questa nuova realtà, sicuramente già di per sé positiva, ha dato dei buoni risultati in Regione Lombardia, dove non
si sono mai viste tante proposte, e così rapidamente in successione, presentate dai nostri consiglieri regionali per
l’applicazione del regime di caccia in deroga in Lombardia .
Credo, senza peccare di presunzione, che solo con tale spirito di coesione in difesa della civiltà rurale, della caccia e
dell’ambiente, il nostro mondo è riuscito a scuotere la sensibilità di alcune parti politiche locali e regionali che fino
ad ora non sembravano dare ascolto agli appelli della parte sindacale frammentata delle associazioni venatorie.
A livello locale abbiamo purtroppo sofferto di episodi gravissimi, che hanno colpito in particolare un nostro membro del C.T.G., l’amico Roberto Fiorona, al quale va il mio pieno supporto e la mia solidarietà. Come se non bastasse vi sono stati anche altri casi di vandalismo anche gravi, subiti da amici carissimi, che lasciano un senso di
sconforto e di vuoto a cui dobbiamo reagire in modo forte e determinato. Dobbiamo tutti lavorare affinché ciascuno
riesca ad essere uomo, prima che cacciatore.
Mi auguro che anche questi durissimi colpi possano essere assorbiti, e che insieme all‘etica venatoria, tanto sottolineata come carattere distintivo di un corretto atteggiamento del cacciatore verso la fauna, tutti noi siamo in grado
di riscoprire, ancor prima, il rispetto verso il prossimo.
Al di là di questo sfogo doveroso, devo riscontrare attorno al CTG un’adesione di intenti e uno spirito di collaborazione veramente gratificanti, di cui mi complimento, a testimonianza di come sono ben maggiori le cose di cui
vantarsi che quelle di cui rammaricarsi. Spirito di amicizia, di rispetto e
condivisione degli obiettivi devono sempre caratterizzare il nostro lavoro,
per saperlo poi correttamente trasporlo nel nostro essere cacciatori, rispettosi dell’ambiente e della fauna, in un autentico spirito di condivisione con
gli altri di questa nostra straordinaria passione.
A tutti un cordiale “in bocca al lupo” per la prossima stagione venatoria.
Alessandro Balestra
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Attualità
Bergamo, Settembre 2011
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C O M PR E NSO
Cari cacciatori, simpatizzanti e operatori del mondo venatorio,
un nuovo anno spalanca le sue porte alla passione che, da secoli, caratterizza la storia e la tradizione della nostra Provincia
Orobica.
Si, perché di vera e propria passione si tratta.
La caccia non è, come qualcuno vuol far credere, un hobby o semplicemente un passatempo. La caccia è, prima di tutto,
passione, amore per il territorio, rispetto delle tradizioni, necessità di rivivere le stesse emozioni e sensazioni di chi, prima di
noi, ha percorso i medesimi sentieri e attraversato le stese valli.
La caccia è storia, è la nostra storia.È la storia di chi , in un confronto diretto e leale con la natura, utilizzava questo strumento
per sfamare le proprie famiglie e per confermare il primato dell’uomo su quanto Dio ci aveva affidato.
La caccia è anche, in un momento di particolare difficoltà economica, un importante volano turistico e finanziario. Gli oltre
80’000 cacciatori lombardi creano un indotto diretto e indiretto di oltre 250 milioni di Euro, oltre alle tasse nazionali e regionali che entrano nelle casse dell’erario.
La caccia è anche uno degli ambienti più controllati da un punto di vista normativo, regolamentare e giudiziario. Non dimentichiamo che tutti i cacciatori devono avere, oltre ad una fedina penale perfetta, un comportamento caratteriale irreprensibile,
pena la confisca delle armi e la revoca delle licenze.
E allora??
Se tutto quanto in premessa corrisponde al vero, perché tutto questo accanimento psicologico, economico, fisico, mediatico e
normativo contro la caccia e, più ancora, contro i cacciatori???
Perché negli ultimi decenni è stata diffusa una informazione completamente distorta e univoca sul mondo venatorio destinata
a far credere o presumere che la caccia sia uno strumento incontrollato di sterminio nei confronti della fauna selvatica.
Questo, oggi, deve cambiare. Il mondo venatorio, i cacciatori, devono utilizzare tutti gli strumenti esistenti per comunicare
con la società e con il mondo esterno. Devono informare, soprattutto i giovani, delle regole e delle norme che regolamentano
la caccia. Devono far comprendere che tutto ciò che viene cacciato è passato al vaglio di commissioni e istituti nazionali e
internazionali e che il prelievo effettuato è sostenibile.
Devono soprattutto far comprendere che in un ambiente naturale disequilibrato sono proprio i prelievi dei cacciatori, soprattutto quelli destinati ai nocivi e ai predatori, a mantenere un giusto equilibrio naturale.
Bisogna far comprendere che tutti gli interventi di ripopolamento e di armonizzazione naturale avvengono con i soldi dei
cacciatori e che gli stessi cacciatori rappresentano una sentinella vigile del territorio.
Tutto questo compete a VOI !!! Avete l’obbligo morale di farlo per tramandare ai nostri giovani questa grande passione.
Il nostro compito, quello dei politici, è di darvi tutti gli strumenti migliori per cacciare con serenità e certezza dei vostri limiti
e dei vostri diritti.
Ed è per questo che, in meno di un anno, il mio settore, la Provincia di Bergamo, ha già sottoscritto tre importanti protocolli.
Uno triennale con l’ ISPRA per i censimenti, uno di cinque anni, sempre con l’ISPRA, per la caccia ai nocivi, e l’importante
protocollo per il rilascio del certificato di equipollenza nazionale per la caccia di selezione.
Si aggiungono i numerosi rilasci di fauna selvatica anche autoctona, l’approvazione del regolamento per le sanzioni accessorie, richiesto dai cacciatori, l’avvio per la predisposizione del nuovo piano faunistico e l’avvio delle procedure per la semplificazione della legge regionale 26, con Bergamo che avrà un posto di rilievo, nel gruppo di lavoro Regionale, per tale
semplificazione. A ciò si aggiungono i due importanti corsi effettuati per l’inserimento di circa 500 nuovi operatori faunistici
per i nocivi e di circa 300 nuovi operatori per il controllo del cinghiale. La costante pressione per l’approvazione della caccia
in deroga, per l’apertura degli impianti di cattura, per la sistemazione dei diritti acquisiti di appartenenza agli ambiti e i
prossimi emendamenti che verranno proposti ai nostri consiglieri regionali.
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B auguri di serenità.
Un abbraccio a tutti, un forte “ in boccaLal lupo” per la prossima stagione e tanti cari
NO
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L’Assessore
Alessandro Cottini
Lettere
Il gesto di
un vile
E’ una mattina come le altre, mi alzo per andare al lavoro, saluto i miei figli e la moglie. Esco e passo davanti al
box dei miei cani, ne vedo due sdraiati ed uno in piedi.
Penso stiano ancora riposando, ieri sera siamo rientrati
tardi dall’ultimo addestramento. Verso le 11 mi raggiunge
la telefonata accorata di mia moglie che incredula mi dice
che è successo qualcosa di gravissimo ai miei cani. Non
ha il coraggio né di dirmi la verità, né di verificare cosa è
successo; si fida del racconto del figlio minore che riferisce di aver portato come al solito la colazione ai suoi cani
“ ma non escono e non si alzano”……Immediatamente
penso al peggio e mentre mi precipito a casa i pensieri
si affollano e si aggrovigliano nella mia mente. Ma perché….. cosa ho fatto…… Ma come possono avere fatto
una cosa simile!!
L’hanno fatto. E qualcuno l’ha fatto con una precisione
diabolica e sicuramente premeditata. Non si sono accontentati di avvelenare i campioni ormai affermati. Anche le
loro discendenze novelle hanno voluto colpire e distruggere perché non rimanesse traccia alcuna di una selezione di campioni. Sette cani per i quali sono stati spesi anni
di paziente lavoro e che ora stavano ricompensando dei
tanti sacrifici e di tante legittime aspirazioni. L’hanno fatto
con pazienza e cura, assicurandosi che ogni bocca avesse il suo boccone avvelenato e che lo accettasse come
un regalo inaspettato con l’ingenua avidità tipica di un
cane nei confronti di un appetitoso pezzo di carne. Sembra incredibile che possano esistere persone con una capacità così mostruosa di compiere un atto criminale, ma
la precisione scientifica dell’esecuzione porta inevitabilmente a sospettare legittimamente che il boia appartenga
al nostro ambiente, un frequentatore delle stesse nostre
competizioni, magari uno che consideriamo anche “amico” e con il quale magari parliamo di cinofilia....
A questo punto è lecito temere anche per la sicurezza
della tua famiglia e delle cose che hai più care. E continui
a chiederti il perché, ma non trovi spiegazioni, almeno
con la razionalità dei ragionamenti, non ritieni nemmeno
possibile che nel nostro mondo di cinofili e cacciatori o tra
i tuoi antagonisti con i quali ogni domenica ti confronti lealmente nelle varie competizioni possa celarsi un essere
dotato di tale malvagità. Ti confortano sicuramente gli attestati di solidarietà e comprensione che ti giungono dagli
amici e dagli stessi tuoi avversari valga per tutti il nobile
gesto di un avversario di tante sfide, Giacomo Giorgi, il
quale, piazzato in seconda posizione e con la finale da
disputare per aggiudicarsi il trofeo Montagne Bresciane,
ha ritirato il proprio cane dalla competizione in segno di
rispetto per la mancanza dell’avversario. Comportamenti
che fanno onore alla nostra categoria, rari esempi di onestà e di stima reciproca che forse ti danno la forza per
ricominciare.
Ma ti rimane dentro un fuoco che arde e
ti consuma, e l’amarezza di dover rispondere a tuo figlio
di 4 anni, che insistentemente continua a chiederti “...ma
perché papà! Perché li hanno uccisi tutti?” Indugi e lo accarezzi. “Perché erano i più bravi, erano campioni!”
Non è più una mattina come le altre, non lo sarà più per
molto tempo.
G.B. Gozzi
5
Lettere
Duro colpo alla cinofilia
Mercoledì 3 agosto, una mattina, come tante altre, immerso nei
miei impegni di lavoro che come sempre prima di un periodo di
ferie si fanno più consistenti, ricevo una telefonata dall’amico
Roberto Fiorona. Vedo il suo nome apparire sul telefono, cosa
che peraltro capita spesso, direi quotidianamente vista la
stretta amicizia che ci lega, ma non avrei mai potuto pensare
di sentire una voce soffocata da un evidente stato di angoscia
che senza nessun preambolo dice: “Massimo mi hanno ucciso
tutti i cani”, chiudendo la comunicazione. Per un attimo resto
basito, poi realizzo, cerco di richiamare, non mi risponde, più
volte. Poi mi richiama scusandosi per avermi chiuso la comunicazione e ripetendo la stessa frase. Io chiedo spiegazioni,
voglio non crederci, gli chiedo cosa dovrei fare e mi chiede
di recarmi presso la sua abitazione. Sono nel mio studio, già
mi si chiude lo stomaco, mollo tutto, in un attimo arrivo sul
posto sperando che si possa fare qualcosa, arrivo nella strada
di accesso, l’auto di Roberto è lì in mezzo alla strada, per un
attimo spero, forse bisogna caricare velocemente, bisogna
correre da un Veterinario, giro l’angolo del canile, tutte le
speranze che avevo alimentato in quei minuti crollano. Non mi
resta che lasciarmi cadere sulle ginocchia, quel recinto carico
di vitalità, di cani festosi che solitamente quando avvicinavamo esprimevano con salti e scodinzolii la voglia di essere
portati fuori………. silenzio, solo corpi inermi. La mia mente,
come è sempre capitato davanti ad un mio cane morto, ripercorre tutte le vicende vissute.
I cuccioli che correvano dinoccolati e noi che cercavamo, da
quelle corse a tratti, di intravedere, scambiandoci opinioni,
quello che la loro razza poteva esprimere. Poi cucciolini,
le prime uscite, i primi incontri. Il Berry Setter tricolore da
cucciolo sembrava non bellissimo, per poi costruirsi in un
bell’esemplare di buon carattere, ben equilibrato, con ottime
qualità venatorie, addestrato in breve tempo e positivo da
subito, collezionando diversi successi in questo quinquennio.
Lo Sky non particolarmente stilista, ma grande cacciatore.
La Amanda, figlia d’arte (Poker delle orobiche) dell’amico
veterinario Gamba Toni, femmina importante per genealogia
e qualità naturali, la quale avrebbe dovuto dare altri notevoli
risultati in riproduzione. La Alba, Setterina di 1 anno, precocissima, con un carattere fantastico, nello stesso tempo irruente
e docile, perfino simpatica, si diceva con il Roby, la quale
ad ogni ferma esprimeva tutta la razza Setter che si portava
dentro. La Nola, sempre di 1 anno, probabilmente la più stilista
nell’andatura, meno docile ma positiva. Il Flan, anch’esso di 1
anno, splendido esemplare di razza, il quale da poco ci aveva
fatto cominciare ad intravedere la possibilità di presentarlo al
derby, e doveva essere l’inizio di un’altra e corposa carriera.
La Ily, Pointerina di 8 mesi, dell’allevamento di Tartari Adriano,
bella di fattura ai suoi primi incontri, dell’amico Rottoli Luca.
6
Lettere
Intanto che questi pensieri mi attraversavano la mente non
riuscivo a trattenere la commozione, come del resto mi capita
ora, mentre scrivo rivivendo quello che ho vissuto in quella
mattina. Poi i pensieri vanno verso chi ha avuto il coraggio
di porgere a delle bestie festose un boccone, l’ultimo, nella
piena consapevolezza del gesto che stava compiendo. Chiaramente la prima cosa che mi venne in mente fu come sarebbe
stato bello averlo tra le mani, ma poi scatta una sorta di pena
nei confronti di chi, probabilmente invaso da invidia per non
essere mai riuscito nei suoi intenti, sfoga tutti i suoi rancori
con un ignobile gesto di vigliaccheria e crudeltà per ledere chi
invece c’è riuscito. Da subito scatta nei confronti dell’amico
una gara di solidarietà da parte dei cinofili di tutta Italia, con
telefonate, mail, articoli… Da rimarcare una mossa di grande
sportività messa in atto da Giorgi Giacomo (allevamento “di
Crocedomini”) il quale doveva, il giorno 18 agosto, giocarsi
con Roberto il primo posto al “Trofeo montagne bresciane”:
per sua libera scelta non ha presentato la sua Eva di Crocedomini per lasciare il primo posto al Berry, già avanti di 4 punti in
classifica. Di conseguenza l’organizzazione del trofeo sembra
aver deciso di svolgere comunque quella prova, senza classifica, ma solo per solidarietà, e dedicare quella giornata all’accaduto per rimarcarne la condanna. Invito l’amico Roberto a
non mollare, a far prevalere la passione e questo atto ignobile che ha subito gli sia di ulteriore stimolo, mettendomi a
disposizione come sempre con la mia modesta competenza
nonché come supporto morale. Poi i pensieri vanno verso
chi ha avuto il coraggio di porgere a delle bestie festose un
boccone, l’ultimo, nella piena consapevolezza del gesto che
stava compiendo. C’è una indagine della Magistratura in
corso. Mi rifiuto di pensare che l’autore di questa vigliaccata
possa essere un individuo anch’egli animato dalla stessa
nostra passione per i cani; che la stessa mano che amorevolmente accarezza i suoi, sia stata capace di infierire così
crudelmente nei confronti di quelli di altri, il cui unico torto era
di avere conseguito maggiori risultati, di essere stati meglio
addestrati, più amati. Ma se così fosse, voglio invitarlo ad una
riflessione. Se spesso con il tuo cane hai avuto difficoltà ad
instaurare un rapporto e non sei riuscito ad ottenere i risultati
che volevi, béh, la risposta è questa: i cani percepiscono le
nostre emozioni, sia positive che negative, ed interagiscono
con noi di conseguenza, quindi loro non ne hanno colpa devi
lavorare su te stesso.
Se leggendo queste note ti ha pervaso un senso di commozione e ti si è chiuso lo stomaco, allora sei un vero Uomo, un
vero “Cinofilo”.
Massimo Peres
7
Attualità
“Progetto Sviluppo Turistico Val Fondra”
Se ne è sentito parlare in diverse sedi, anche se il progetto è ancora nella sua fase embrionale, e in particolare si è sentito coinvolto il mondo venatorio, considerato che una parte di questo progetto, seppur marginalmente riguardo al contenuto complessivo del Progetto, sembrerebbe ipotizzare anche la costituzione di una Azienda Faunistico - Venatoria
da parte dei Comuni della Val di Fondra. Riguardo a tale argomento il CTG del Comprensorio Alpino Valle Brembana,
nella seduta del 20 luglio 2011, ha avuto modo di approfondire l’argomento, grazie alla chiara illustrazione del Progetto
da parte del sindaco di Carona Bianchi Giovanni Alberto, rappresentante della Comunità Montana e membro del CTG.
Di seguito riportiamo quanto deliberato a riguardo al Comitato Tecnico di Gestione nella stessa seduta.
“Bianchi G.A. spiega il progetto Val Fondra (studio Oycos) dove il C.T.G. ha preso visione della proposta di
studio di sviluppo turistico abbozzata dal Prof. Tosi con specifiche ancora preliminari. Bianchi G.A. ribadisce che tale proposta deve essere rivista dalle amministrazioni comunali della Val Fondra, con requisiti più
completi che variano dalla pesca ai funghi all’ambiente agli impianti sciistici ecc.. e non solo ad un’azienda
faunistica. Il C.T.G. delibera la sua contrarietà assoluta (voto unanime con Bianchi G.A. non partecipante
alla votazione per ovvi motivi di conflitto di interesse) ad un’azienda faunistica su larga scala dando per contro pieno supporto all’iniziativa chiedendo il coinvolgimento fin da queste fasi preliminari di studio. Bianchi
G.A. si rende disponibile a tener informato il CTG su tutte le evoluzioni di questo studio/progetto.”
L’attenzione del CTG riguardo ai temi ambientali che coinvolgono in qualche modo il territorio sotto l’aspetto della
gestione faunistica, sarà sempre molto attenta e puntuale, senza mai far mancare la propria collaborazione e il proprio
supporto tecnico e di esperienza nei confronti di iniziative che tendono a far crescere la nostra Valle, senza stravolgere
quanto già con fatica, impegno e professionalità si è riusciti a costruire. Ne è testimonianza il fatto che il CTG ha
in corso ben tre progetti su media scala di miglioramento ambientale sul nostro territorio, in fase di definizione, che
avranno positivi risvolti anche sul piano turistico e di utilizzo più in generale del territorio.
Il Comitato Tecnico di Gestione
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9
Commissioni
O
Commissione tipica alpina
Censimenti estate 2011
Si riportano di seguito alcune indicazioni relative all’attuazione dei censimenti su fauna selvatica stanziale.
La metodologia ricalca quanto è stato fatto nelle scorse
stagioni. La Provincia di Bergamo con Delibera di G.P. n.
212 del 26/04/2011, ha approvato il nuovo testo integrato
della “Direttiva tecnica per l’attuazione dei censimenti di
ungulati, fauna selvatica tipica alpina (tetraonidi,
coturnice e lepre bianca), lepre comune,
coniglio selvatico e della volpe”.
Il documento indica chiaramente che
le zone di censimento dovranno
essere individuate sia in “territorio
di caccia programmata” sia nelle
“zone di tutela”. Ci viene quindi
sottolineata l’importanza dell’operazione di censimento su tutto il
territorio del nostro Comprensorio:
ribadisco l’assoluta necessità che
i cacciatori debbano aver sotto controllo costante l’andamento delle popolazioni su tutto il territorio, e non limitarsi ad
una sola porzione. Ricordo anche la necessità di
avere rilevamenti costanti effettuati secondo criteri di
censimento consolidati, in modo che i dati rilevati siano
costantemente confrontabili con quelli rilevati negli anni
precedenti. Qualcuno potrebbe obiettare che la Direttiva
Tecnica recentemente approvata, esplicita chiaramente
che “ai fini della stima delle popolazioni censite dovranno
essere considerati esclusivamente i dati rilevati nei censimenti effettuati nel territorio a caccia programmata” e di
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conseguenza pare inutile censire le aree tutelate!
Rimango tuttavia convinto che rientri fra i nostri doveri
di “cacciatori-gestori di fauna tipica alpina” quello di censire (e conoscere) la totalità (o almeno la maggior parte
possibile) del nostro territorio (sia esso in zona libera o in
oasi); in tal modo potremo permetterci serene valutazioni
alla luce dei fatti e non basandoci su ipotetiche stime, che
(ahimè) spesso e volentieri si rivelano plagiate in
funzione di numeri inesistenti.
Il censimento estivo di COTURNICE,
PERNICE BIANCA E GALLO FORCELLO con cane da ferma, ha preso
il via dalla terza domenica di agosto
per concludersi alla seconda domenica di settembre.
A tali operazioni sono ammessi
esclusivamente coloro che sono
stati autorizzati alla forma di caccia
“Avifauna tipica alpina” nella stagione
venatoria 2010/2011.
Si riportano di seguito le indicazioni a cui si devono
attenere coloro che effettuano i censimenti.
Le uscite vanno concordate preventivamente con i sigg.
Responsabili di Settore. Nel caso che il responsabile di
settore sia impossibilitato a presenziare personalmente
alle fasi di censimento, lo stesso dovrà nominare un
responsabile delle operazioni, a cui darà indicazioni dettagliate per la mappatura del percorso e per la compilazione delle schede di censimento.
Commissioni
Tutte le uscite per operazioni di censimento, dovranno
essere obbligatoriamente documentate con:
- compilazione delle schede di censimento;
- sottoscrizione con firma leggibile dei partecipanti
alle operazioni;
- indicazione degli avvistamenti sulla cartografia e/o ortofotocarta.
Si richiamano inoltre tutti i partecipanti,
affinché prendano parte con estrema
correttezza e attenzione a tutta la
fase di censimento, seguendo le
indicazioni del responsabile al fine di
perlustrare al meglio la “zona campione” e affinché le operazioni siano
meno invasive possibili. Il responsabile dell’uscita è tenuto a sollecitare i
partecipanti ad una corretta partecipazione e se del caso, segnalare l’eventuale
inadeguatezza dei partecipanti al Comitato di
Gestione.
Il presidente
Marco Bonaldi
CENTRI DI VERIFICA AVIFAUNA
TIPICA ALPINA
Riguardo alla prossima stagione venatoria, sollecito i cacciatori affinché diano la propria disponibilità per la partecipazione alle operazioni di verifica
dei capi abbattuti presso i Centri di Verifica di
Lenna, San Giovanni Bianco e Serina.
In particolare si richiede la disponibilità per i Centri
di Piazza Brembana e San Giovanni Bianco, dove
si concentra la maggior parte del lavoro di verifica.
Si tratta di dare la propria disponibilità per due-tre
ore a fine giornata (dalle ore 18,30 - 19,00 in poi) la
domenica e il mercoledì. Le operazioni da svolgere
sono le consuete: riconoscimento dell’età del soggetto (nei casi dubbi di coturnice, è indispensabile
provvedere attraverso un’incisione nel sottocoda);
pesatura, misurazione; Coloro che sono interessati a partecipare sono pregati di lasciare il proprio
nominativo alla segreteria del Comprensorio. Si
procederà ad una riunione preliminare (entro la
fine di settembre) per stabilire i turni di presenza
e per eventuale chiarimenti circa la tecnica da
usarsi nelle operazione di verifica del selvatico. In
ultimo va sottolineato che, considerata l’importanza di dette operazioni, l’attività giornaliera
presso i Centri di Verifica, verrà equiparata ad
un’uscita di censimento per la futura stagione
venatoria 2011 2012, e sarà quindi conteggiata
per il raggiungimento della soglia minima di
giornate lavorative o di censimento.
Commissione Ungulati
Essendo state ridotte a due le pubblicazioni del giornalino,
il numero si settembre ci vede impegnati a riassumere il
lavoro della Commissione cercando di sintetizzarne i contenuti che, per ovvie ragioni, abbracciano un periodo
di lavoro più lungo. Ci siamo lasciati con il
numero di Gennaio, magari ancora reduci
della stagione di caccia da poco conclusa, per ritrovarci ora con una nuova
stagione appena cominciata. Mentre ci
accingiamo ad andare in stampa con
questo numero, la Commissione è in
trepida attesa che la Provincia comunichi l’approvazione dei piani di prelievo,
per consentire così ai Responsabili di
settore di procedere nei confronti dei
soci Cacciatori con le assegnazioni dei
capi da prelevare.
I censimenti primaverili del capriolo e del cervo
hanno fornito dati confortanti. I caprioli si confermano in lento ma costante recupero, mentre per il cervo
il numero dei capi censiti sono risultati superiori anche
alle più ottimistiche previsioni. Per rigore d’informazione
dobbiamo sottolineare che i metodi attuali di stesura dei
piani di prelievo, in ottemperanza alle direttive contenute
nel protocollo emanato dall’I.S.P.R.A e recepite integralmente dalla Provincia e dal nostro Comprensorio già da
un paio d’anni, prevede che la proposta di prelievo venga
avanzata in funzione dei capi veramente censiti (contati certi); a differenza di un metodo ormai abbandonato che
utilizzava come base di lavoro una “stima di presenza”,
dedotta dal reale numero dei capi contati ed integrati
numericamente sulla scorta delle esperienze acquisite nel
corso degli anni. In virtù di questa nuova disposizione, i
Responsabili di Settore hanno sensibilizzato i propri Cacciatori a coprire con le uscite per il censimento la maggiore
porzione di territorio possibile, in modo di raccogliere una
quantità di informazioni maggiori e consolidare così anche
la convinzione degli stessi Cacciatori che di caprioli e di
cervi ce ne sono davvero. Il cervo poi sta colonizzando
ogni ambiente a lui congeniale, questo ovviamente ci gratifica per le scelte effettuate una decina d’anni fa, prese
di posizione considerate da qualche Cacciatore “audaci”
per l’esiguità delle presenze che registrava il nostro territorio. Oggi, a distanza di pochissimi anni, la Commissione
già s’interroga sulla possibilità di considerare questa
caccia come una vera “specializzazione”, costruendo per
essa un vero e proprio “impianto normativo” dove tutti i
cacciatori abilitati possano scegliere di praticare questa
forma di prelievo senza l’assillo di dover necessariamente
“prelevare di fretta” un selvatico tanto importante. Si avrà
comunque tempo e modo di raccogliere nei prossimi
incontri tutti i suggerimenti sull’argomento. Per quanto
11
Commissioni
riguarda il camoscio, invece, dobbiamo
sottolineare che il nuovo protocollo del
censimento, anche questo già in uso
nel nostro Comprensorio, penalizza
l’avvistamento dei maschi adulti,
forse anche per la conformazione del
nostro territorio che, moderatamente
ridotto nell’altitudine, offre grandi spazi
di protezione nei boschi misti di latifoglie presenti in percentuale molto elevata
rispetto al territorio utile a questa specie.
Il censimento del camoscio, necessariamente
svolto nel periodo di ricomposizione dei gruppi famigliari,
ha da sempre penalizzato l’avvistamento dei maschi
adulti, proprio per l’indole solitaria che caratterizza questa classe, soprattutto in questo periodo dell’anno dove
l’accumulo dei grassi per la prossima stagione invernale
ha già raggiunto una discreta consistenza, riducendone
così la mobilità sul territorio. Ora però, a differenza del
passato, la stesura del piano di prelievo si basa solo sul
“numero minimo certo”, cioè il numero di capi realmente
contati durante le uscite programmate; differente da un
sistema ormai non più utilizzabile che teneva in considerazione anche la “probabile presenza”, quindi la “stima” di
questi soggetti. Questa differenza di metodo crea oggi il
problema di dover considerare uno sbilanciamento numerico della popolazione a favore delle femmine rispetto alla
realtà. Situazione questa che si traduce poi necessariamente in un considerevole aumento degli abbattimenti
delle stesse, forzatamente introdotte in numero consistente nel piano di prelievo, nel tentativo di riequilibrare
un rapporto tra i sessi che, di fatto, riteniamo già corretto
ma non dimostrabile, proprio in funzione del periodo in cui
vengono svolte queste indagini. La Commissione, in questa fase di rodaggio del nuovo protocollo, ha dunque evidenziato il problema attraverso l’interessamento diretto
12
del Tecnico Faunistico che supporta il
nostro lavoro, che ha già ottenuto il
parere favorevole dell’ISPRA per un
supplemento di censimento autunnale sui maschi di camoscio.
CENSIMENTI
INTEGRATIVI AL CAMOSCIO
In accordo con l’ISPRA e il Tecnico Faunistico, la Commissione ha deciso che quest’anno
verrà effettuato un ulteriore censimento integrativo al
camoscio, al fine di una più puntuale verifica del numero
dei maschi adulti.
Le date stabilite sono le seguenti:
Domenica 6 Novembre e Sabato 12 Novembre.
MODALITÀ
• Le modalità di svolgimento sono le stesse dei censimenti estivi.
• La partecipazione è obbligatoria almeno ad uno dei
due censimenti previsti.
• L’organizzazione e la pianificazione è demandata ai
responsabili di settore e ai capisquadra.
• Al fine di una corretta comparazione e integrazione
dei dati, devono essere censite tutte le zone già censite nel corso dei censimenti estivi.
• I dati verranno raccolti dai responsabili di Settore
per l’inoltro alla Commissione.
Un caloroso in bocca al lupo a tutti Voi per una buona
stagione di caccia.
“Waidmannsheil”
Il Presidente
Luigi Capitanio
Commissioni
Commissione Capanni
Commissione Lepre
Cari capannisti, anche per quest’anno finalmente sta arrivando il momento più bello, il nostro momento, quello in
cui la caccia “parlata” cede il posto alla vera passione che
ci accomuna nella pratica di questa antica tradizione. Negli
ultimi mesi la commissione si è riunita con spirito di concorde
collaborazione e volontà operativa per mettere a punto le
attività riguardanti l’inizio dell’imminente stagione venatoria, che ci si presenta con la reintroduzione della caccia in
deroga ad alcune note specie ornitiche, ma con i soliti ormai
inveterati e ingiusti vincoli relativi alle zone ZPS. Per le delibere riguardanti l’uso dei richiami vivi e l’apertura dei roccoli
bisognerà invece attendere la terza settimana di settembre,
quando il Consiglio Regionale predisporrà gli opportuni
(speriamo) provvedimenti in materia. La nostra operazione
più importante ha riguardato la verifica degli elenchi per la
distribuzione dei presicci che, come sempre, rispetteranno
il criterio della rotazione per favorire un’equa ed omogenea
assegnazione dei capi ai cacciatori che ne hanno il diritto. A
questo proposito, si ricorda a tutti i soci il rispetto scrupoloso
di quelle poche regole inerenti la fase della distribuzione,
onde consentire la tempestiva azione degli addetti impegnati
al centro. Da segnalare anche l’iniziativa di distribuire a tutti i
cacciatori che lo desiderino piante di sorbo di qualità e basso
costo durante la prossima stagione autunnale; per la prenotazione delle piante è necessario lasciare il proprio nominativo presso la sede del comprensorio in occasione della timbratura del tesserino. Vorrei ora permettermi una riflessione
sulla nostra assemblea annuale che si è svolta il 13 maggio
scorso presso la sala comunale di Lenna: spiace, a questo
proposito, notare l’esigua partecipazione dei soci
capannisti (una settantina su circa cinquecento),
considerato il fatto che le riunioni sono un’opportunità preziosa e costruttiva per definire
e discutere insieme le strategie operative
della commissione. Invito quindi tutti i soci
ad una presenza più numerosa in occasione dei prossimi incontri. Un successo
di pubblico veramente lusinghiero è stata
invece la 4^ sagra estiva degli uccelli
da richiamo, svoltasi il 13 agosto scorso
presso il centro sportivo comunale di Lenna.
Alla gara degli uccelli canori, inserita per la
prima volta nel circuito del campionato regionale
lombardo, che ha messo in evidenza la bravura e
l’esperienza degli allevatori partecipanti, ha fatto da contorno la passerella per cani meticci, molto apprezzata dagli
intervenuti. La commissione ringrazia il comitato fiera per la
puntigliosa organizzazione e l’ottima riuscita dell’evento, che
ormai si configura come uno dei momenti centrali fra tutte
le attività promosse dal comprensorio alpino. Non resta ora
che attendere la prima alba e lo zirlo sommesso del tordo per
iniziare, con ragione e passione, una stagione che mi auguro
ricca di soddisfazioni e serenità per tutti noi.
Il Presidente
Alessandro Raffaele Balestra
Come ogni anno la stagione venatoria sta per cominciare,
approfitto dell’occasione per ricordare alcuni punti molto
importanti, a volte non chiari e a conoscenza di tutti i cacciatori.
LEPRE VARIABILE
Da quest’anno sarà possibile effettuare il censimento alla
lepre variabile con due metodi:
1° metodo:Rilevazione di tutti gli avvistamenti casuali
effettuati durante le operazioni di censimento
delle altre specie.
2° metodo:Valutazione critica delle “pasture” (pellets
count) con l’ausilio di un cane da seguita
Superficie per aree campione 80-200 ettari
1° periodo: tra il 1° aprile ed il 31 maggio
2° periodo:dalla 3° domenica di agosto alla 2° domenica
di settembre
Alle operazioni con cani da seguita possono accedere
coloro che hanno optato per la forma di caccia”Vagante
alla lepre Comune” nell’anno precedente e altro personale
volontario con qualificata esperienza faunistica e cinofila,
autorizzati dal comitato di Gestione del Comprensorio
Alpino, individuato tra i cacciatori soci.
I cani da seguita dovranno essere di età superiore a 2
anni e nel numero di un cane a operatore.
Chi volesse partecipare ai censimenti deve prendere
accordi col responsabile di settore della tipica alpina per
non sovrapporre i censimenti, e comunicarne
l’uscita al Comprensorio. Il Comprensorio
mette a disposizione delle schede di
verifica da compilare per i rilievi: per
maggiore chiarezza e copertura del
territorio, se è possibile, è fondamentale contattare anche un membro
della Commissione che vi indicherà
le zone già censite e da censire.
Quattro piccoli
di lepre europea
13
Commissioni
Un’altra disposizione importante inserita nel calendario
venatorio provinciale 2011-2012 è la seguente:
“L’addestramento e l’allenamento dei cani da caccia, nonché l’attività venatoria con l’uso del cane, sono vietati nei
7 giorni successivi alla data di rilascio delle lepri da ripopolamento.
Durante la commissione di luglio è stato invitato a partecipare il Tecnico Faunistico dr. Claudio Cesaris che dopo
aver preso visione di alcuni dati degli abbattimenti ha
redatto la seguente relazione.
RELAZIONE LEPRE 2011
L’analisi dei dati relativi ai piani di prelievo approvati e dei
prelievi poi effettivamente effettuati, nel periodo 20002010, mostra come la media dei prelievi sia stata in percentuale superiore al 90% (94,73%) escludendo chiaramente i due anni, 2001 e 2010 in cui si è sforato rispetto
a quanto assegnato. Questo dato suggerisce come il
prelievo non abbia mai intaccato la popolazione perché
su di un ciclo di undici anni la popolazione, dai dati che
emergono dai censimenti e in conseguenza anche delle
operazioni di ripopolamento con lepri d’allevamento, non
sembra aver subito tracolli che si sarebbero manifestati
con una percentuale di prelievo molto più bassa di anno
in anno. La situazione generale non si può certo considerare come ottimale, ma occorre pensare che l’ambiente
non è sicuramente quello ideale per cui non ci si possono
aspettare densità simili a quelle riscontrabili nelle migliori
situazioni di pianura o di collina.
Il prelievo non sembra aver fino ad ora influenzato la
popolazione e ritengo che il censimento di quest’anno
confermi l’andamento di questa popolazione.
Alla luce di quanto esposto il piano di prelievo della lepre
può essere confermato sui numeri che l’hanno caratterizzato nella scorsa stagione, anche se ritengo che in un
futuro non sia impropo-
nibile una percentuale più alta a seguito di verifiche, per
esempio sul successo delle operazioni di ripopolamento.
Naturalmente fermo restando che nella mia analisi devo
partire dal presupposto che i dati raccolti durante le operazioni di censimento siano veritieri e come tali devo utilizzarli non avendo comunque modo di metterli in discussione. Nell’ultima riunione della Commissione lepre ho
esortato il Presidente della medesima ad aumentare
il numero dei transetti da sottoporre a censimento per
avere più informazioni possibili, in quanto ritengo che l’attuale superficie censita sia troppo esigua per fornire dati
sufficienti ad una corretta analisi delle consistenze.
Ho inoltre richiesto che tutti, ma proprio tutti, gli esemplari
che vengono a qualsiasi titolo immessi sul territorio siano
marcati con bottone auricolare numerato inamovibile,
sempre nell’ottica di avere il massimo delle informazioni
relative alla popolazione di lepri del Comprensorio e alla
bontà degli interventi che vengono effettuati, a cominciare
dai dati relativi alla sopravvivenza degli esemplari liberati ottenibile attraverso il recupero dei bottoni auricolari
su esemplari trovati morti o prelevati durante la stagione
venatoria.
Dr. Claudio Cesaris
Ringraziando per la relazione il Tecnico Faunistico, sarà
nostro compito in questi mesi cercare di migliorare i censimenti, ampliandoli e trovando altre modalità di svolgimento.
Una novità importante: da quest’anno i cacciatori di lepre
potranno partecipare alle indagini sanitarie previste a
livello provinciale sulla specie Lepre condotte dall’Ist.
Zooprofilattico, sez. di Bergamo, che già svolge importanti
ricerche sulla salute degli ungulati. I cacciatori di Lepre
verranno dotati di una provetta per il prelievo del sangue
dei capi abbattuti, e di un contenitore per eventuali organi
interni da esaminare, che potranno consegnare al Centro di verifica Ungulati di Lenna nelle giornate di apertura
(tutti i giorni esclusi martedì e venerdì). Dal livello di partecipazione al progetto si misurerà il senso di responsabilità dei cacciatori di lepre allo studio delle parassitosi che
interessano le nostre popolazioni di lagomorfi. Un
passo avanti nella crescita del senso di partecipazione allo svolgimento di un sevizio gestionale fondamentale nei confronti della fauna
del nostro comprensorio.
Concludo augurando a tutti una
buona stagione venatoria.
Il presidente
Stefano Bianchi
Lepre nel recinto di
ambientamento
14
Assemblea annuale del 15 Aprile 2011
Riportiamo la Relazione del Presidente ing. Alessandro Balestra - A cura della Redazione
Dopo il benvenuto rivolto ai partecipanti, il Presidente illustra le iniziative e le attività su cui si è
concentrato il CTG in questo suo primo anno di mandato.
Il Comitato durante questo primo anno si è attivato principalmente per realizzare i seguenti obiettivi:
Creare una forza d’unione tra i cacciatori indipendentemente dall’ associazione venatoria e dalla forma di caccia
a cui appartengono.
Coinvolgere maggiormente le Istituzioni (Regione, Provincia, Comunità Montana, Ente Parco ecc., i Comprensori/
ATC, agricoltori e gli Enti Tecnico/Scientifici).
Risolvere l’annoso problema delle deroghe e dei roccoli
Ridefinire i confini delle ZPS…. anche mantenendo la stessa
superficie.
ATTIVITÀ SVOLTE
• Partecipazione alle consulte provinciali (in particolare per
calendario e piano faunistico).
• Valutazione delle proposte delle Commissioni.
• Coordinamento dei censimenti faunistici e piani di prelievo.
• Concorso Gastronomico con Istituto Alberghiero.
• Pubblicazione Periodico Caccia in Val Brembana.
• Ripristini ambientali.
• Compartecipazione a corsi per allevatori di turdidi in collaborazione con la Provincia
• Presenza e patrocinio a Fiere vallari e agricole, Manifestazioni cinofile e venatorie con contributi di vario importo
e natura.
• Organizzazione di corsi di formazione per nuovi cacciatori
e cacciatori di specializzazione ungulati.
• Ripopolamenti di selvaggina.
OBIETTIVI RAGGIUNTI
• La Riapertura del Gallo Forcello.
• Il raggiungimento del 90% del piano di prelievo degli ungulati approvato in forma integrale come proposto.
• Afferimento dei 4 migliori roccoli della nostra Valle, con un
incremento del 30% delle catture.
• Riconferma tecnico faunistico e nuova collaborazione con
Università di Pavia per verifica conformità censimenti e
piani di prelievo con protocolli ISPRA.
• Digitalizzazione di mappe ora georeferenziate (zone vocate,
censimenti, abbattimenti, settori, ZPS, Parco etc…).
• Utilizzo e rinnovo nuovo sw GFAUNA con creazione e
mantenimento DB faunistico
MANTENIMENTO DEI PRINCIPALI
SERVIZI AI CACCIATORI
• Distribuzione presicci.
• Centro Verifica ungulati.
• Rimborso ai Soci OVER 80.
• Fornitura modulistica e assistenza alla compilazione.
• Servizio di consegna e ritiro pratiche presso la Provincia
LE COMMISSIONI DI LAVORO
Dopo la presentazione ai soci dei membri delle Commissioni di lavoro, il Presidente ha illustrato il lavoro svolto dalle
commissioni.
Sono state fatte complessivamente n° 30 riunioni, in cui
sono stati trattati n° 80 argomenti, dei quali n° 34 proposte
sono state accolte dal CTG.
15
COMMISSIONE CAPANNISTI
• È stata realizzata una voliera per appastellamento dei presicci non distribuiti in giornata.
• Acquistate 50 gabbie (a norma di legge) per la distribuzione.
• Potenziato centro di distribuzione (tre persone scelte con
apposito bando).
ANDAMENTO DEI ROCCOLI
Le catture del 2010 sono state complessivamente di 1789
migratori, così suddivisi:
• 532 Tordi Bottacci
• 500 Tordi Sasselli
• 312 Cesene
• 445 Merli
La mortalità complessiva ha interessato solamente 58
esemplari (pari al 3,25%).
SAGRA VENATORIA ESTIVA
Il gruppo organizzatori fiera nel 2010 ha saputo organizzare
con impegno e capacità la 3° fiera degli uccelli da richiamo,
che ha avuto un ottimo successo, e si sta già attivando per
l’Organizzazione del Campionato di Lombardia per uccelli
da richiamo che si terrà il 13 Agosto 2011 a Lenna.
COMMISSIONE TIPICA
• Adeguamento censimenti e piani di prelievo ai protocolli
ISPRA e allo studio del prof. Artuso.
• Convegno sulla Tipica di Monte a Gromo (studio su miglioramenti ambientali).
• Richiesta al Parco per autorizzazione a svolgere il monitoraggio della pernice bianca, anche con collaborazione di
personale esterno, e modifica al calendario venatorio.
16
COMMISSIONE RIPOPOLABILE
Sono stati immessi:
• 900 fagiani
• 550 starne
• L’OBIETTIVO ATTUALE È QUELLO DI IMMETTERE
ANCHE RIPRODUTTORI!
COMMISSIONE LEPRE
• Censimento alla lepre bianca durante i censimenti all’avifauna tipica alpina con cane segugio al guinzaglio in parallelo al censimento della tipica.
• Aggiunta di due nuove zone campione (di prova) per censimento alla lepre.
• Immissione di leprotti in recinti auto-gestiti, con rilascio
dopo due mesi di ambientamento.
ANDAMENTO DELLA STAGIONE VENATORIA
2010 LEPRE
• Il piano di abbattimento della Lepre approvato dalla Provincia è stato di n. 120.
• Lepri abbattute sono state 121 di cui 18 con auricolare.
• Raggiungimento del piano 20 gg prima della chiusura.
COMMISSIONE UNGULATI
La mostra di gestione venatoria si terrà Presso la Palestra
comunale di Olmo al Brembo nei giorni di: Sabato 4 e
Domenica 5 Giugno 2011.
• Nuovo regolamento del cervo con meno restrizioni.
• Nuovo regolamento del capriolo con misure più rigorose.
• Registrazione della presenza ai censimenti ungulati sia
alla partenza che al rientro.
• Nuova procedura di verifica dei prelievi con foto e localizzazione.
OBIETTIVI DELLA COMMISSIONE TIPICA
La commissione si sta attivando in tutte le sedi opportune per:
• Ottenere l’autorizzazione a posizionare alcune gabbie Larsen per cattura di Corvidi al fine di limitarne l’espansione.
• Collaborare con Enti Pubblici, Comuni, Provincia, Parco,
per sensibilizzare gli escursionisti a tenere sempre i cani al
guinzaglio nei periodi di riproduzione della fauna.
ANDAMENTO DELLA STAGIONE VENATORIA
UNGULATI 2010:
ANDAMENTO DELLA STAGIONE VENATORIA
TIPICA ALPINA 2010:
Il piano di abbattimento del gallo forcello approvato dalla
Provincia è stato di n. 22 capi. I galli abbattuti sono stati 11.
(Le giornate consentite per il prelievo dei suddetti capi sono
state 5).
Al termine della relazione il Presidente ha ringraziato calorosamente tutti i partecipanti, sottolineando in particolare l’entusiasmo e il rinnovato spirito di collaborazione dimostrato
da tutti i Soci del Comprensorio in questo primo anno d
lavoro, che si augura possa caratterizzare tutti gli anni futuri
del suo mandato.
CAPRIOLO - Piano di prelievo: 168 capi - Prelevati: 148 capi
CAMOSCIO - Piano di prelievo: 398 capi - Prelevati: 347 capi
CERVO- Piano di prelievo: 11 capi - Prelevati 10 capi.
Approvazione del Bilancio Consuntivo 2010
RENDICONTO TECNICO FINANZIARIO ESERCIZIO
01/01/2010 - 31/12/2010
CAP. ART.
PREVENTIVO
2010
VOCI DI ENTRATA
CONSUNTIVO
2010
ENTRATE CORRENTI
1
1/A
Capanno
PROVENTI QUOTE ASSOCIATIVE
N.
521
x
€
40,00
€
20.000,00
€
1/B
Migratoria e stanziale
N.
91
x
€
80,00
€
8.000,00
€
7.280,00
1/C
Avifauna t.
N.
164
x
€ 160,00
€
25.600,00
€
26.240,00
1/D
Lepre
N.
93
x
€ 160,00
€
16.000,00
€
14.880,00
1/E
Ungulato
N.
209
x
€ 210,00
€
42.000,00
€
43.890,00
TOTALE PROVENTI QUOTE ASSOC.
N.
1078
€
111.600,00
€
113.130,00
1/F
N.
10
€
50,00
€
51,60
€
450,00
20.840,00
PROVENTI DIVERSI
Mobilità
Sopravenienze attive
x
€
5,16
Proventi straordinari
€
500,00
€
1.773,90
Contributi straordinari erogati dalla Provincia
€
3.260,00
€
3.360,87
Interessi attivi banca
€
300,00
€
17,39
€
4.110,00
€
5.653,76
118.783,76
TOTALE PROVENTI DIVERSI
TOTALE ENTRATE 2010
€
115.710,00
€
Disponibilità finanziarie al 01/01/2010
€
65.376,48
€
65.376,48
TOTALE ENTRATE CORRENTI
€
181.086,48
€
184.160,24
3.009,28
Residui attivi
€
Partite di giro
Dopo una dettagliata lettura del Bilancio consuntivo da parte del Revisore dei conti Rag. Assi Delio, non essendo
intervenuto nessun Socio, alle ore 21,30 si chiede alla platea di esprimere il proprio consenso con alzata di mano:
• CONTRARI: NESSUNO
• ASTENUTI: NESSUNO
• FAVOREVOLI: TUTTI I PRESENTI
Il Bilancio consuntivo risulta pertanto
APPROVATO ALL’UNANIMITÀ DEI PRESENTI.
17
CAP. ART.
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
31
32
PREVENTIVO
2010
VOCI DI SPESA
SPESE CORRENTI
Acquisto selvaggina
Impianti per ambientamento selvaggina
Tabellamento
Gare e manifestazioni sportive
Contributo solidarietà
Risarcimento danni
Ripristino ambientale
IRAP
Competenze personale dipendente
Quota TFR
Compensi a collaboratori
Spese legali
Consulenze amministrative e faunistiche
Competenze revisori dei conti
Rimborso spese viaggi ai collaboratori
Rimborso spese collaboratori per preciscci
Fitti passivi e oneri locativi
Assicurazioni
Valori bollati e telegrafiche
Telefoniche
Cancelleria e stampati
Rivista periodica “Caccia in Val Brembana” (n. 2 pubblicazioni)
Acquisto libri, giornali riviste venatorie
Spese manutenzione e riparazioni
Attrezzatura
Spese generali e varie amministrative
Spese rappresentanza
Commissioni Bancarie
Rimborso spese cattura volpi
Analisi dei capi
Rimborso quote soci onorari n. 28
Fondo di riserva
TOTALE SPESE CORRENTI
CONSUNTIVO
2010
Residui passivi
Partite di giro
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
28.000,00
8.000,00
13.000,00
500,00
20.000,00
1.000,00
2.000,00
5.000,00
10.000,00
2.000,00
7.000,00
10.000,00
4.500,00
1.200,00
2.000,00
2.000,00
3.000,00
15.000,00
1.000,00
1.000,00
2.000,00
1.000,00
2.000,00
1.500,00
2.000,00
3.000,00
3.000,00
30.386,48
181.086,48
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
27.444,00
125,28
7.626,20
150,00
18.407,66
10.838,46
2.308,80
5.612,56
7.080,00
4.005,08
830,00
1.929,76
1.638,00
3.965,54
10.755,62
2.135,07
4.339,34
217,09
225,00
1.175,71
1.320,00
6.000,00
3.000,00
121.129,17
56.527,79
Approvazione del Bilancio Preventivo 2011
BILANCIO PREVENTIVO ESERCIZIO 2011
CAP. ART.
PREVENTIVO
2011
ENTRATE CORRENTI
1
1/A
Capanno
PROVENTI QUOTE ASSOCIATIVE
N.
521
x
€
40,00
€
20.840,00
€
1/B
Migratoria e stanziale
N.
91
x
€
80,00
€
7.280,00
€
7.280,00
1/C
Avifauna t.
N.
164
x
€ 160,00
€
26.240,00
€
26.240,00
20.840,00
1/D
Lepre
N.
93
x
€ 160,00
€
14.880,00
€
14.880,00
1/E
Ungulato
N.
209
x
€ 210,00
€
43.890,00
€
43.890,00
TOTALE PROVENTI QUOTE ASSOC.
N.
1078
€
113.130,00
€
113.130,00
1/F
N.
10
€
51,60
€
51,60
Sopravenienze attive
450,00
€
Proventi straordinari
€
1.773,90
€
500,00
Contributi straordinari erogati dalla Provincia
€
3.360,87
€
3.000,00
Interessi attivi banca
Mobilità
PROVENTI DIVERSI
18
CONSUNTIVO
2010
VOCI DI ENTRATA
TOTALE PROVENTI DIVERSI
x
€
5,00
€
17,39
€
50,00
€
5.653,76
€
3.600,00
116.730,00
TOTALE ENTRATE 2010
€
118.783,76
€
Disponibilità finanziarie al 01/01/2010
€
65.376,48
€
63.031,07
TOTALE ENTRATE CORRENTI
€
184.160,24
€
179.761,07
CAP. ART.
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
31
32
CONSUNTIVO
2010
VOCI DI SPESA
SPESE CORRENTI
Acquisto selvaggina
Impianti per ambientamento selvaggina
Tabellamento
Gare e manifestazioni sportive
Contributo solidarietà
Risarcimento danni
Ripristino ambientale
IRAP
Competenze personale dipendente
Quota TFR
Compensi a collaboratori
Spese legali
Consulenze amministrative e faunistiche
Competenze revisori dei conti
Rimborso spese viaggi ai collaboratori
Rimborso spese collaboratori per preciscci
Fitti passivi e oneri locativi
Assicurazioni
Valori bollati e telegrafiche
Telefoniche
Cancelleria e stampati
Rivista periodica “Caccia in Val Brembana” (n. 3 pubblicazioni)
Acquisto libri, giornali riviste venatorie
Spese manutenzione e riparazioni
Attrezzatura
Spese generali e varie amministrative
Spese rappresentanza
Commissioni Bancarie
Rimborso spese cattura volpi
Analisi dei capi
Rimborso quote soci onorari n. 28
TOTALE SPESE CORRENTI
Fondo di riserva
TOTALE A PAREGGIO
PREVENTIVO
2011
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
27.444,00
125,28
7.626,20
150,00
18.407,66
10.838,46
2.308,80
5.612,56
7.080,00
4.005,08
830,00
1.929,76
1.638,00
3.965,54
10.755,62
2.135,07
4.339,34
1.000,00
2.000,00
1.500,00
2.000,00
3.000,00
3.000,00
30.386,48
121.129,17
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
30.000,00
1.000,0
5,000,00
15.000,00
500,00
20.000,00
1.000,00
1.000,00
3.000,00
14.000,00
2.000,00
7.000,00
10.000,00
15.000,00
1.200,00
2.000,00
2.000,00
3.000,00
17.000,00
2.000,00
2.000,00
2.000,00
1.000,00
1.500,00
800,00
3.000,00
3.000,00
165.000,00
14.761,07 179.761,07
Alle ore 21,45 si chiede alla platea
di esprimere il proprio consenso con
alzata di mano:
• CONTRARI: NESSUNO
• ASTENUTI: NESSUNO
• FAVOREVOLI: TUTTI I PRESENTI.
Il Bilancio preventivo risulta pertanto
APPROVATO ALL’UNANIMITÀ
DEI PRESENTI.
19
In margine all’assemblea
G.B. Gozzi
Se ci sei….batti un colpo!!
Si è svolta come ogni anno venerdì 15 Aprile, l’Assemblea annuale del comprensorio, appuntamento non solo
tradizionale ma necessario ed obbligatorio per Statuto.
L’Assemblea dei soci è infatti l’unico organismo delegato alla approvazione dei bilanci. Ma è anche un momento di incontro e di confronto tra il Comitato di Gestione
rappresentato dal suo Presidente, e la base dei soci che
legittimamente in Assemblea hanno la facoltà di chiedere chiarimenti, formulare proposte e perché no, criticare
magari qualche scelta. Insomma è l’appuntamento più
importante che succede una volta all’anno e come tale
richiederebbe un minimo di partecipazione. Ecco è appunto la partecipazione che ha deluso le attese e dimostrato la inguaribile indifferenza del popolo dei cacciatori.
Lo scorso anno, ho avuto parole di elogio e di plauso per
le presenze registrate; d’accordo vi era l’importantissima
elezione del Presidente e la mobilitazione è stata addirittura entusiasmante, (ricordo per la cronaca 480 presenti
e 180 deleghe!!) mentre quest’anno è meglio stendere un
velo pietoso. La riflessione che sorge quasi spontanea da
questa situazione è come evidentemente per mobilitare
i cacciatori sia necessario sempre un evento straordinario, altrimenti nella normalità della vita associativa, non vi
sono interessi di sorta. Ed ha voglia il nostro Presidente di
illustrare le attività svolte, le iniziative in programma, il lavoro prezioso delle Commissioni, oltre naturalmente allo
stato delle nostre finanze e su come pensiamo di spendere i soldi dei cacciatori! Mi dispiace doverlo sottolineare
ancora una volta, ma questo distacco dalla vita associativa e questo modo di delegare i problemi sempre agli altri,
non è condivisibile ne tantomeno costruttivo. Parlare a
delle poltrone vuote non è sicuramente incoraggiante e
20
non aiuta e sostiene chi con grande impegno si sta occupando dei nostri problemi. Non deve sempre esserci sulla
testa una sospensione della caccia per un ricorso al Tar
per mobilitare i cacciatori, a volte, ci si aspetterebbe che
anche solo per educazione e riconoscenza per il tempo
che viene dedicato, il cacciatore dimostrasse appunto con
la sua presenza, un minimo di apprezzamento per quanto
si sta facendo. Ecco dov’è importanza della partecipazione! Far sentire solo ed unicamente con la presenza la
propria vicinanza, che serve poi a confermare la fiducia
ed a rinnovare quel voto massiccio espresso l’anno precedente. Non mi sembra chiedere molto! Guarda caso
all’Assemblea annuale si incontrano sempre e solo i soliti
noti ovvero quelli che nella buona o nella cattiva sorte
(sia che ricoprano cariche o siedano in panchina) ci sono,
partecipano, magari non condividono, ma assicurano la
loro presenza facendo crescere così anche l’interesse ed
il prestigio della Assemblea. Ricordiamoci per il futuro, la
partecipazione ha molto valore per chi gestisce e deve
fare delle scelte, è un implicito segno di fiducia ed apprezzamento ed è anche una gratificazione che compensa
solo parzialmente il tempo che volontariamente si mette
a disposizione per la causa dei cacciatori. Vale anche la
pena ribadire, caso mai qualcuno pensasse che i membri
del Comitato di Gestione sono retribuiti, o siedono li per
lucrare i soldi dei cacciatori, che tutte le cariche a partire
da quella del Presidente per finire ai membri delle Commissioni, ripeto tutte, sono prestate con puro spirito di
volontariato ed in forma assolutamente gratuita e quindi
per semplice e pura passione. Riusciamo a ricompensarli
almeno con la partecipazione??
Il protocollo tecnico per la gestione degli
ungulati selvatici poligastrici in provincia di Bergamo
Dr. Claudio Cesaris
Tecnico Faunistico del Comprensorio
L’adozione del Protocollo Tecnico per la Gestione degli
Ungulati Poligastrici nel Territorio della provincia di Bergamo da parte dell’Amministrazione provinciale di Bergamo, di concerto con l’Istituto Superiore per la Protezione
e la Ricerca Ambientale (I.S.P.R.A), che diventerà operativo a partire dalla prossima stagione venatoria, rappresenta una scelta mirata, di estrema importanza, tesa a
migliorare la gestione faunistica delle specie interessate
(camoscio, capriolo, cervo, daino e muflone) e consentirne un prelievo venatorio sostenibile e compatibile.
La decisione di adottare il protocollo, suggerito da tempo
dall’I.S.P.R.A e prima ancora dall’INFS (Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica) a tutte le Amministrazioni che
intendano seguire una gestione degli ungulati fondata su
basi scientifiche, immagino sia stata presa dopo molteplici incontri con i vertici dell’I.S.P.R.A., al fine di chiarire
ogni aspetto di questo accordo nei minimi particolari e risolvere preventivamente eventuali incomprensioni di non
facile risoluzione in una seconda fase, dopo l’adozione
del documento. La scelta di operare secondo quanto previsto dal Protocollo naturalmente non è priva di difficoltà,
derivanti soprattutto dalle necessità di adeguarsi alle richieste di documentazioni specifiche (in formato digitale,
preferito a quello cartaceo) al fine di creare quella piattaforma necessaria alla standardizzazione dei criteri di
gestione. L’applicazione del protocollo comporta il rispetto di alcune fasi attraverso le quali si articola il protocollo stesso: dall’invio di materiale cartografico digitale alle
modalità di censimento, dalla stesura dei piani di prelievo
secondo quanto indicato nel documento del protocollo
sino alla redazione di relazioni annuali relative all’annata
venatoria precedente ecc.
Il fine del Protocollo è quello di standardizzare i criteri di
gestione per ogni unità di gestione, sia esso Ambito Territoriale di Caccia o Comprensorio Alpino, e anche nelle
sub-unità di gestione, indicate normalmente come settori.
La scelta di adottare il Protocollo è nata dalla necessità
di avere informazioni dettagliate da ogni unità di gestione,
ma soprattutto rendere queste informazioni comparabili
tra di loro in quanto solo l’ uniformità di metodologia nella
raccolta dei dati rende possibile una gestione delle popolazioni ad ampio raggio, senza interpretazioni che poco
hanno di scientifico e che spesso portano a grossolani
errori che si ripercuotono pesantemente sul successo di
una politica gestionale tesa a mantenere o, dove necessario, incrementare una popolazione di ungulati selvatici.
Troppi esempi in Italia di dati raccolti in modo empirico,
e/o di pessimo utilizzo dei dati raccolti, hanno spinto alla
necessità di avere certezze che possano permettere una
più generale visione della situazione italiana delle popolazioni di ungulati senza il dubbio, purtroppo certezza per
varie realtà, che i dati sottoposti all’elaborazione fossero fasulli o poco attendibili. La gestione faunistica è una
cosa maledettamente seria, soprattutto se si intendono
rispettare quelle che sono le necessità della natura e delle specie animali. Si è assistito nel tempo all’ingerenza da
parte della politica nella gestione faunistica e le conseguenze sono purtroppo evidenti; la mancanza delle elementari conoscenze di base delle necessità biologiche
delle specie animali e dei rapporti tra le varie specie e
l’ambiente hanno portato alle conseguenze sulla caccia
che tutti conosciamo, in particolare sulla piccola selvaggina dove non vige altro modello gestionale che il ripopolamento. L’imperativo è diventato accontentare i cacciatori, ma la gestione faunistica è tutt’altra cosa. Mi auguro
che in un domani non troppo lontano si adottino strumenti
operativi, quale è questo Protocollo, elaborati da tecnici
specializzati nella gestione faunistica, e soprattutto non
manomessi poi dai politici, anche per gestire al meglio
tutte le specie selvatiche oggetto di prelievo, quindi non
solo gli ungulati, nel rispetto di tutte quelle componenti,
anche i non cacciatori, che sono poi la maggioranza degli
italiani, che vogliono godersi la natura in tutte le sue manifestazioni.
21
Rassegna annuale
dei trofei
Luigi Capitanio
Anche quest’anno abbiamo
realizzato la nostra bella mostra
dei trofei. Dall’attenzione prestata
ad ogni piccolo dettaglio, si
è potuto notare come tutti i
cacciatori che si sono impegnati
nei lavori di preparazione, siano
stati particolarmente uniti per
raggiungere l’obiettivo di presentare
una rassegna veramente bella. Ci
sono riusciti. In queste occasioni
vengono momentaneamente
accantonate quelle rivalità naturali
che emergono durante la stagione
di caccia; in questi momenti, che ci
trovano intenti ad allestire ciò che
più ci piace, siamo tutti molto più
concilianti, e si ritrova così un po’ di
quello spirito antico che muove da
sempre la caccia: l’aggregazione
degli uomini. Diventata ormai una
consuetudine, la mostra dei trofei
con le relative relazioni conclude
una stagione di caccia e, nel limite
del possibile, ne traccia i contorni
di una nuova. Previsioni le nostre,
oggi più che in passato, circondate
da qualche incertezza visti i continui
attacchi che la nostra passione
è costantemente costretta a
registrare. Ormai da alcuni anni la
rassegna dei trofei riveste carattere
“itinerante”, questo si inquadra in
un progetto che ha come scopo
principale il coinvolgimento di ogni
località interessata ad ospitare la
manifestazione, in un sorta di fine
settimana di festa. Appunto una
22
festa della caccia e dei cacciatori.
Questa edizione è stata affidata, per
quanto riguarda la sua realizzazione
e la scelta della sede, al settore tre.
La scelta per questa edizione è
stata Olmo al Brembo, località poco
distante da Piazza Brembana, con
una palestra di grandi dimensioni
in grado di ospitare l’esposizione
dei trofei e un numero sufficiente
di posti a sedere per gli abituali
incontri; di carattere didattico con
le scolaresche, programmato
per il sabato, mentre le relazioni
tecniche come sempre si sono
svolte nella giornata di domenica.
L’Amministrazione Comunale
interessata, sempre attenta alle
esigenze ricreative e culturali del
proprio territorio, si è dimostrata
all’altezza della situazione offrendo
al gruppo di lavoro tutto il sostegno
necessario per la buona riuscita
dell’evento.
Nei giorni
precedenti
l’apertura della
Rassegna molti
cacciatori hanno offerto
il loro contributo di lavoro
e questo atteggiamento
ha di certo contribuito
alla buona riuscita della
mostra. Il sabato, giorno
dell’apertura ufficiale, ha visto
come di consueto l’intervento
del socio Flavio Galizzi, ancora
una volta in veste di “insegnante”,
per illustrare ai ragazzi della locale
scuola dell’obbligo le peculiarità
dell’attività venatoria nel contesto
generale della “gestione” della
fauna, elemento questo che ha
piacevolmente coinvolto anche il
corpo docente che accompagnava
questi ragazzi. E’ bene sottolineare
come anche altri cacciatori siano
stati, nelle giornate di apertura
della manifestazione, molto attenti
alle richieste di spiegazioni delle
persone che hanno visitato il
padiglione espositivo. Al riguardo
debbo sottolineare come si sia
lavorato molto nel corso degli ultimi
anni per promuovere una capacità
da parte dei cacciatori di trasmettere
informazioni molto attente e in
sintonia con i veri valori della caccia
a chi, probabilmente a digiuno
di ogni conoscenza venatoria,
viene oggi bombardato da parte
dei “media”, spesso affannati nel
dipingere un’immagine della caccia
faziosa e per nulla rispondente
alla realtà. La domenica, giornata
dedicata alle relazioni sui risultati
della stagione appena conclusa,
ha registrato la presenza di un
pubblico numeroso ed attento. Al
tavolo di lavoro erano presenti il
nostro Presidente Ing. Balestra
per gli onori di casa e in veste di
moderatore, l’Assessore Cottini,
che non manca mai ai nostri
appuntamenti più significativi,
la dott.ssa Gaffuri, che segue
con attenzione ormai da oltre un
decennio la situazione sanitaria dei
nostri selvatici, il Tecnico Faunistico
dott. Cesaris che collabora con la
Commissione e coordina la stesura
dei piani di prelievo, il Responsabile
del settore Egman, i rappresentanti
del CTG Calvi e Migliorini.
Dopo il consueto saluto da parte
del Sindaco di Olmo Amboni
Sergio, e il rinnovato impegno
da parte delle Istituzioni
Provinciali nel favorire le iniziative di
confronto e di divulgazione messe
in atto dal nostro Comprensorio,
subito si è entrati nei dettagli tecnici
che hanno da sempre caratterizzato
questi incontri. L’introduzione
degli aspetti tecnicamente più
significativi è iniziata con l’analisi
dell’andamento della popolazione
di capriolo. Questa ha visto come
riferimento la buona crescita della
popolazione, aumento che, seppur
ancora in una fase di recupero
parziale delle consistenze registrate
alcuni anni fa, ci consentono
di guardare il futuro con meno
apprensione. Va ricordato che da
due anni il nostro Comprensorio ha
recepito in modo integrale le direttive
emanate dall’I.S.P.R.A attraverso
un apposito protocollo, ragion per
cui ogni confronto numerico con
dati i raccolti, antecedenti il 2009,
deve necessariamente tenere in
considerazione i metodi di utilizzo
finale dei dati stessi.
La proposta del piano di prelievo ha
necessariamente dovuto tenere in
considerazione alcuni parametri non
in equilibrio tra di loro.
CAPRIOLO
Questo il territorio utile alla specie del capriolo e territorio parziale censito
nei diversi settori.
CAPRIOLO
Ettari
zona vocata
Ettari
censiti
Perc.
territorio cens.
50%
Settore 1
6.400
3.200
Settore 2
7.880
2.758
35%
Settore 3
5.640
2.102
37,27%
Settore 4
3.136
1.500
47,83%
Settore 5
8.562
2.653
30,99%
31.618
12.213
media 38,63%
Questi i risultati dei censimenti del capriolo
relativi ad ogni settore - Anno 2010
M2
F2
Ind.
Totale
Densità
(x100 ha)
60
79
101
54
335
10,47
11
39
35
27
129
4,68
37
49
86
20
221
10,51
9,27
Settore
M1
F1
1
41
2
17
3
29
4
18
26
28
49
18
139
5
23
46
51
71
15
206
7,76
128
180
246
342
134
1030
8,43
23
Di seguito, il rapporto tra i sessi del
censito si è ancora una volta rilevato
a favore delle femmine, ragion
per cui la proposta del piano di
prelievo ne ha tenuto in debito conto;
elemento che preoccupa molto
appare anche il rapporto tra giovaniadulti che risulta eccessivamente
sbilanciato (almeno nei dati raccolti
durante i censimenti) a favore di
questi ultimi, con 1:1,91.
Anche per questo aspetto nella
proposta di prelievo si è tenuta
in considerazione la volontà di
apportare i dovuti correttivi per
migliorare questi rapporti.
Piano di prelievo presentato e integralmente approvato - Anno 2010
Settore
Kitz
M1
F1
M2
F2.
Prelievo
% sul
censito
22%
1
11
7
11
19
27
75
2
2
2
2
5
5
16
12%
3
3
3
3
6
11
26
12%
4
3
2
3
4
8
20
15%
5
5
2
5
8
11
31
15%
Totale
24
16
24
42
62
168
16,3
I prelievi attuati, 148, pari all’88% del piano approvato sono comunque
considerati buoni sia nel numero complessivo che nella qualità dei capi
conferiti al Centro di Verifica, questo a conferma di una buona ripresa anche
qualitativa del capriolo nel nostro comprensorio.
CAMOSCIO
Per il camoscio, l’introduzione del
nuovo sistema di censimento e
della relativa proposta di prelievo,
appare meno problematica rispetto
al capriolo. Le indagini numeriche
che riguardano questa specie, in
pratica, hanno sempre tenuto in
considerazione la possibilità di
estendere il più possibile le zone
di censimento, proprio per avere
una raccolta dei dati maggiormente
corrispondente alla realtà di ogni
piccola porzione di territorio.
A differenza del capriolo, sono
necessarie alcune considerazioni
aggiuntive per questa specie.
Il censimento al camoscio, a
differenza del censimento al
capriolo, è sicuramente meno
condizionato dalla stagionalità che si
manifesta con la crescita del “primo
verde”. Per il capriolo è sufficiente
un errore di programmazione di
soli 8/10 giorni nelle uscite per
ridurre sensibilmente il numero
degli esemplari avvistati. Per il
camoscio, l’opportunità di effettuare
numerose uscite su una vegetazione
ormai in maturazione, in un periodo
dove le femmine ricostituiscono
i gruppi nei pascoli più elevati,
offre la possibilità di avvistare le
femmine, i piccoli e i giovani di uno,
due, tre anni. Questi avvistamenti
rimangono costanti per un periodo
di tempo maggiore, e in alcuni casi,
si protraggono per quattro o cinque
settimane. La programmazione dei
censimenti risulta pertanto molto
più facile e, tranne rare eccezioni,
le uscite sono sempre coronate da
successo. Qui il protocollo di intesa
con l’I.S.P.R.A non tiene però in
considerazione l’utilizzo dei capi
nati nel corso dell’anno (kitz) nella
stesura del piano di prelievo, così
pure per i camosci visti a grande
distanza e inseriti in tabella come
Dati riassuntivi dei censimenti all’interno di ogni settore - Anno 2010
Settore
24
F3
Ind.
Totale
Dens. c.
(x100 ha)
135
0
42
587
9,29
193
10
79
749
9,11
209
13
63
822
14,14
33
132
8
16
495
9,37
21
135
2
48
591
6,92
176
804
33
248
3244
9,49
Kitz
Jarling
M1
M2
M3
F1
1
114
133
58
59
0
46
2
168
131
61
61
5
34
3
166
150
71
101
7
42
4
109
89
45
51
12
5
110
132
60
81
2
667
635
295
360
26
F2
“indeterminati”, anche questi non
si dovrebbero conteggiare in fase
di raccolta finale dei dati contenuti
nelle schede di censimento. Nel
nostro Comprensorio, da molti anni
ormai, utilizziamo i dati annuali
che riguardano i piccoli (kitz) e i
giovani di un’anno (jahrling) come
elemento fondamentale per la stima
di sopravvivenza invernale. Infatti,
è nostra convinzione, maturata con
l’esperienza di molti anni di lavoro,
che la mortalità maggiore nella
stagione invernale colpisce proprio
i soggetti giovani e, il confronto dei
dati raccolti su queste due classi
d’età, rimane a nostro avviso un
buon indice di valutazione della
sopravvivenza complessiva della
popolazione. Alcuni aggiustamenti
a questi nuovi modelli di indagine
e di valutazione delle consistenze,
probabilmente, al termine di una
normale fase di “rodaggio” del
sistema, potranno in qualche
modo esserci
riconosciuti.
PROPOSTA DEL PIANO DI PRELIEVO DEL CAMOSCIO 2010
Vista la buona situazione della
popolazione che si riscontra dai dati
di censimento, la Commissione, su
parere del Tecnico che ne coordina il lavoro, ha chiesto e ottenuto
dalla Provincia, che si è avvalsa del
parere favorevole dell’I.S.P.R.A, una
percentuale di prelievo pari al 12%
della popolazione censita.
Di seguito lo schema riassuntivo del piano approvato.
Settore
Kitz
Jarling
M1
M2/M3
F1
1
5
24
2
7
24
F2/F3
Totale
8
11
10
16
73
8
13
7
24
83
3
7
28
10
19
9
26
98
4
4
16
6
11
7
16
62
5
4
24
8
15
5
16
72
27
117
40
69
38
98
389
PRELIEVO DEI CAMOSCI EFFETTUATO NEL 2010
La caccia al camoscio come ogni
anno nel nostro Comprensorio
appassiona e coinvolge tutti i
cacciatori. Il prelievo, rallentato
improvvisamente a causa del cattivo
tempo nell’ultimo mese di attività, si
è fermato a 347 capi, pari all’89,2%.
Per quanto riguarda questa specie,
si deve notare come le attenzioni
per lo stato di salute dei soggetti
che vengono conferiti presso il
centro di verifica sia sempre molto
elevato. Tutti i Verificatori che
lavorano presso il centro sono
molto attenti anche nella semplice
raccolta dei pesi; questa scrupolosa
attenzione ci permette annualmente
di effettuare confronti con i risultati
precedenti, e “tracciare” così un
grafico indicativo dello stato di salute
generale della nostra popolazione di
camosci. Anche in questa stagione
alcuni soggetti giovani presentavano
pesi decisamente inferiori alla
norma e, confrontati con quelli
abbattuti nelle passate stagioni, ci
inducono a pensare che in alcune
località del Comprensorio le densità,
in riferimento anche all’utilizzo dei
pascoli per il bestiame domestico,
siano decisamente molto elevate.
A conferma delle nostre ipotesi
anche la relazione dello stato di
salute dei camosci presentata dalla
Dottoressa Alessandra Gaffuri,
la quale si è soffermata nella
sua puntuale ed appassionata
esposizione, sull’aumento
considerevole delle problematiche
respiratorie che presentano
soprattutto i camosci provenienti
dalla zona Torcola-Monte del ColleVallenzana-Piodere. In queste
località, con presenza storica e
consistente del camoscio, le densità
probabilmente hanno raggiunto livelli
di criticità molto elevati, pertanto
sarà nostro preciso compito ridurre
gli effettivi attraverso operazioni
di prelievo mirate, e nel contempo
assumiamo un preciso impegno
a monitorare costantemente
l’evoluzione di questa nuova
situazione.
25
CERVO
A differenza del capriolo e del
camoscio, il censimento e la
conseguente richiesta di prelievo
tiene in giusta considerazione le
indicazioni contenute nei documenti
di programmazione Provinciali che
attribuiscono al nostro territorio una
capacità di ospitare circa 800 cervi.
I censimenti a questa specie, elusiva
oltre ogni limite, ci ha comunque
permesso di valutare attraverso le
informazioni di carattere numerico
raccolte che la popolazione sta
aumentando in modo considerevole
e questo aumento interessa tutto il
Comprensorio. La programmazione
dei censimenti, operazione quanto
mai difficoltosa se fatta con tanti
mesi d’anticipo, ci ha comunque
permesso di contare 112 cervi (85 la
Riepilogo censimento del cervo - Anno 2010
Maschi
Femmine
Settore
1
2
3
4
1
2
3
Indet.
totali
1
4
2
3
0
7
11
0
4
31
2
3
0
2
0
0
2
0
2
9
3
1
1
0
0
3
3
0
6
14
4
0
1
0
0
3
3
0
4
11
5
4
10
4
1
9
6
6
7
47
Totale
12
14
9
1
22
25
6
23
112
stagione precedente) ben distribuiti
sul territorio che abitualmente viene
frequentato nella stagione invernale
da questa specie.
Il piano di prelievo del cervo è
stato proposto in considerazione
di un atteggiamento da parte
della Commissione improntato
all’accrescimento della popolazione
in tutti i settori. Si è convenuto in
fase di stesura della richiesta che,
anche nei settori dove il cervo
è presente in modo massiccio
con quartieri di estivazione e di
svernamento, il prelievo debba
essere moderato per permettere
alla specie di colonizzare attraverso
il naturale irradiamento, il restante
territorio.
Prelievo del cervo nel 2010
La caccia al cervo, iniziata il 16 di
Agosto in coincidenza con l’apertura
della caccia al capriolo, ha visto
impegnati numerosi cacciatori
che, avvalendosi anche di una
modifica al regolamento specifico
per la caccia al cervo approvato
dal Comprensorio, hanno abbattuto
in poche uscite 10 degli 11 capi in
piano di tiro. Per quanto riguarda gli
abbattimenti del cervo auspichiamo
che il calendario venatorio possa
in futuro modificare i periodi
26
Richiesta del piano di prelievo del cervo - Anno 2010
Settore
M1
1
M2
Vitello
1
2
1
3
1
4
F1
F2
Prelievo
% sul
censito
1
1
3
10%
1
10%
2
10%
1
10%
1
1
5
1
1
Totale
1
2
2
di prelievo che riguardano i maschi
adulti. Oggi, il prelievo degli
adulti viene rimandato alla fine di
settembre, giustificando tale scelta
con la volontà di evitare il disturbo
nel periodo degli amori che, alle
nostre latitudine, solitamente termina
in coincidenza dell’apertura della
caccia al maschio. Riteniamo
tuttavia che tale posticipo
non goda affatto dei benefici
ipotizzati in quanto gli areali
del cervo e del capriolo
nel nostro comprensorio
sono sovrapponibili tra
1
1
4
10%
3
3
11
10%
di loro. L’apertura della caccia al
maschio adulto, nello stesso periodo
della caccia al fusone, inoltre,
faciliterebbe e velocizzerebbe il
prelievo di entrambi le classi d’età
in quanto, frequentemente, chi
ambisce al prelievo del maschio
adulto non opera nessun prelievo
fino alla data di apertura, ritardando
così il proseguimento nei prelievi
di tutti i soggetti. Ricordo che tale
facilitazione di calendario potrebbe
trovare un limite provvisorio, almeno
fino alla regolamentazione definitiva
con l’assegnazione nominativa dei
capi da prelevare.
4° SAGRA
ESTIVA
per uccelli da richiamo
Alessandro Raffaele Balestra
Alle ore 5.00 del 13 agosto scorso ha preso il via la 4^
edizione della Sagra Estiva degli uccelli da richiamo,
tenutasi per il terzo anno consecutivo presso il centro
sportivo comunale di Lenna e inserita per la prima volta
nel circuito del campionato regionale lombardo.
L’affluenza di pubblico è stata lusinghiera fin dall’inizio e
si è fatta via via più massiccia nelle ore seguenti, quando
davvero il campo di gara era gremito di appassionati di
tutte le età.
Emozionante e combattuta la gara degli uccelli canori (sei
le specie incluse nella competizione), che da subito hanno
dato prova della loro bravura e della fine preparazione
tecnica degli allevatori partecipanti, a testimonianza
che in questo settore si sono ormai raggiunti traguardi
veramente degni di nota.
I giudici si sono impegnati con attenzione nell’ascolto
delle qualità vocali degli esemplari esposti, eseguendo
periodici controlli sul campo; non sarà stato certamente
facile valutare una competizione combattuta tra cantori di
così alta qualità.
Verso le 10.30 la giuria ha proposto la classifica finale,
presentata al folto pubblico dopo i discorsi introduttivi
delle autorità intervenute.
Alla gara è seguita, come tradizione, la passerella dei
cani meticci, molto apprezzata da tutti i presenti, che
hanno potuto ammirare le qualità fisiche e il carattere
degli esemplari partecipanti all’evento.
Puntigliosa e ben congegnata è stata l’organizzazione
27
logistica della rassegna da parte del Comitato fiera che, nel corso degli
anni, coadiuvato dal Comprensorio Alpino, ha sempre voluto migliorare tutti
i momenti della manifestazione, dal ricco mercatino presente all’esterno del
campo di gara al reparto ristorazione, che ben ha soddisfatto le esigenze
gastronomiche di tutto il pubblico.
La sagra si presenta pertanto a pieno titolo come un centrale momento
culturale del nostro patrimonio venatorio locale che, a torto, da molti profani è
giudicato barbaro e unicamente inteso alla indiscriminata soppressione degli
animali.
Non è così, se si pensa a quali profonde radici abbia la caccia sul nostro
territorio e al raffinato profilo professionale di tutti coloro che si dedicano ai
tanti aspetti inerenti questa tradizione.
CLASSIFICA FIERA LENNA
TORDO BOTTACCIO
1° classificato
Boschetti Michele Cr
2° classificato
Bacalli Stefano
3° classificato
Sala Romano
TORDO SASSELLO
1° classificato
Calandrelli Ermanno Cr
2° classificato
Felini Giorgio
3° classificato
Pasinetti Maurizio
MERLO
1° classificato
Gaudenzi Severino Cr
2° classificato
Allievi Tiziano Ms
3° classificato
Locatelli Dario
ALLODOLA
1° classificato
Trezzi Luigi Cr
2° classificato
Vanoncini Mario
3° classificato
Lancini Stefano
CARDELLINO
1° classificato
Reboldi Elena Cr
2° classificato
Mohammed Kattavi
3° classificato
Allievi Tiziano
FRINGUELLO
1° classificato
Allievi Tiziano Cr Ms
2° classificato
Locatelli Giancarlo
3° classificato
Aliprandi Giulio
Cr= Campione regionale
Ms= Miglior soggetto
28
Risultati delle analisi svolte nell’ambito del
controllo sanitario della fauna selvatica in
Provincia di Bergamo 2010/2011.
ISTITUTO ZOOPROFILATTICO SPERIMENTALE DELLA LOMBARDIA
E DELL’EMILIA ROMAGNA ‟BRUNO BURTINI”
Sezione diagnostica provinciale di bergamo
Nelle tabelle sottostanti sono riportati i dati delle analisi
svolte su campioni prelevati durante la stagione venatoria
2010-2011 e sugli animali rinvenuti morti sul territorio del
C.A. Valle Brembana e conferiti dalle guardie del Corpo
di Polizia Provinciale o dall’ ASL.
CAPRIOLO
Malattia
Toxoplasma
Paratubercolosi (anticorpi nel sangue)
Anaplasma
Polmoni
POS/TOTALE
18/76
0/76
26/76
2/2
Commento ai dati
Come l’anno scorso diversi animali sono risultati positivi a
Toxoplasma ( agente di malattia abortiva che si trasmette
anche all’uomo tramite il consumo di carne poco cotta o
alimenti crudi contaminati dalle oocisti eliminate con le
feci dal gatto infetto) e ad Anaplasma, un parassita del
sangue che si trasmette tramite le zecche.
I polmoni dei caprioli n. 90 e 93 presentavano lesioni parassitarie da M. capillaris.
POS/TOTALE
0/3
0/3
0/3
0/3
0/1
Commento ai dati
Nulla da segnalare
Nota dell’Uff. Provinciale
Caccia e Pesca
Considerata l’importanza del Progetto Europeo
EMIDA di Monitoraggio Sanitario sulla Tubercolosi del Cervo, a cui questa provincia partecipa, si chiede di dare la massima collaborazione
CAMOSCIO
Malattia
Paratubercolosi ( anticorpi nel sangue )
Neospora
Anaplasma
IBR (Herpes virus bovino )
Polmoni
CERVO
Malattia
Toxoplasma
Paratubercolosi (anticorpi nel sangue)
Anaplasma
Blue Tongue
Polmoni
POS/TOTALE
0/212
In corso
63/193
3/202
3/3
Commento ai dati
Anche nel camoscio si segnala una positività degna di
nota per Anaplasmosi. La positività per IBR, anche se limitata a pochi campioni, deve essere valutata in rapporto
alla segnalazione di animali con polmonite o con isolamento virale (vedi polmone n. 789). Infatti nel polmone del
camoscio n. 789, che presentava una bronco polmonite
catarrale, è stata evidenziata la presenza di un Herpes
virus. I polmoni n. 567 e 696 avevano una polmonite parassitaria mentre il polmone n. 720 è stato prelevato in
quantità insufficiente per essere analizzato.
all’incaricato Dott.Luca Pellicioli concordando con il medesimo le modalità di prelievo dei linfonodi dalle carcasse di
cervo e cinghiale presentate presso i
consueti Centri di Verifica e Valutazione Biometrica.
Si chiede inoltre ai Comitati di Gestione in indirizzo di promuovere presso i cacciatori di selezione una capillare raccolta delle provette di
sangue degli ungulati prelevati. Si ringrazia per
la preziosa collaborazione.
Giacomo Moroni
29
CARCASSE CONFERITE DA CORPO DI POLIZIA PROVINCIALE e ASL
SPECIE
LOCALITÀ e data conferimento
LESIONI E DIAGNOSI
CAMOSCIO
Piazzatorre, loc. Mulino,
7.10.2010
Grave polmonite e pericardite. Ricerche virologiche in corso di
approfondimento. Esame sierologico positivo per Herpes virus.
Presenza di parasssiti polmonari e gastro intestinali
CAMOSCIO
Piazzatorre, loc. Colonia
campo, 23.08.2010
Femmina adulta molto magra; massiva infestazione da
parassiti abomasali ed intestinali
CAMOSCIO
Valleve, Chiesa,
13.07.2010
Femmina adulta in lattazione, piuttosto magra. Esiti di cheratocongiuntivite
( positiva per M. conjiunctivae ) parassitosi polmonare, gangrena gassosa a
livello muscolare perineale.
CAMOSCIO
Piazzatorre, loc. pattinaggio
16.05.2010
Femmina adulta con esiti bilaterali di
cheratocongiuntivite. Polmonite batterica, residui di
invogli fetali a livello di utero, assenza di latte.
CAMOSCIO
Valleve, loc. Foeni,
1.05.2010
Femmina adulta molto magra; massiva infestazione da ectoparassiti;
polmonite batterica, parziale prolasso dell’utero, assenza di latte. Presenza
di parassiti gastro intestinali .
CAMOSCIO
Carona, loc. Piodere,
22.03.2010
Femmina gravida con polmonite batterica.
CAPRIOLO
Olmo al Brembo, loc. Brina
11.05.2010
2 soggetti molto magri e con numerosi ectoparassiti;
presenza di parassiti intestinali.
CAPRIOLO
Roncobello, loc. Piccarelli,
10.04.2010
Lesione traumatica.
CAPRIOLO
Taleggio, loc. Fraggio,
10.11.2010
Ascesso in cavità addominale, lesioni parassitarie
polmonari e presenza di strongili gastro-intestinali
VOLPE
Roncobello
Negativa per Rabbia, Trichinella e Tularemia, positiva per Salmonella
VOLPE
Non comunicato
Negative per Rabbia, Trichinella, Tularemia e Salmonella
Ringraziando i cacciatori per la loro collaborazione e per il lavoro svolto, esprimiamo la nostra
disponibilità per qualsiasi chiarimento.
Il Dirigente Responsabile
Dr. Franco Paterlini
30
Il responsabile del laboratorio di diagnostica
Dr .ssa Alessandra Gaffuri
I prelievi per il monitoraggio sanitario
per la stagione venatoria 2011
Dott.ssa Alessandra Gaffuri
Responsabile dell’IZLER
Anche quest’anno è stato attivato il programma di
monitoraggio sanitario sulla fauna selvatica , che
prevede la raccolta da parte del cacciatore di materiale
da sottoporre alle analisi.
I prelievi richiesti per le diverse specie sono i seguenti:
CERVO: una provetta di sangue, milza, e una
porzione dell’intestino (valvola ileocecale) oppure, in
sostituzione, le feci dell’ultimo tratto dell’intestino.
Inoltre, dato che la provincia di Bergamo partecipa
ad un progetto europeo sul controllo della tubercolosi
del cervo, avremo bisogno di prelevare i linfonodi
retrofaringei, tracheobronchiali, mediastinici e meseraici;
vista la difficoltà del prelievo, il compito è stato affidato
ad un veterinario che si metterà in contatto con i
responsabili del Centro di Verifica per poter eseguire il
campionamento.
CAMOSCIO: una provetta di sangue e milza.
A seguito di alcuni casi di polmonite da Herpes virus
che si sono verificati lo scorso anno, sarebbe opportuno
ispezionare con attenzione i polmoni ed inviare per le
analisi quelli che presentano delle lesioni.
LEPRE: una provetta di sangue, milza e fegato.
Da tutte le specie prelevare sempre organi con lesioni
e zecche, e conferire anche le carcasse che vengono
rinvenute sul territorio.
Per qualsiasi chiarimento e informazioni potete
contattare direttamente i veterinari dell’Istituto
Zooprofilattico di Bergamo al seguente numero
di telefono: 035 4236036 o per mail a
[email protected].
CAPRIOLO: una provetta di sangue, milza, e una
porzione dell’intestino (valvola ileocecale) oppure, in
sostituzione, le feci dell’ultimo tratto dell’intestino.
31
Etica venatoria e…
andare sull’anschuss
Flavio Galizzi
Quello della verifica dell’anschuss
da parte del cacciatore/
accompagnatore è un argomento
più volte toccato dalle riviste di
settore, a volte non sufficientemente
sottolineato. Perché vale la pena
soffermarcisi e dedicargli una
riflessione a parte? Perché l’etica
nella caccia non deve essere un
optional, un argomento per raffinati
o per perditempo, “ per quegli
insicuri che non sanno nemmeno
dove hanno sparato”, come
direbbero molti che conosciamo.
Così si esprimono molte volte coloro
che hanno a cuore solamente
l’esito finale favorevole, che per loro
significa essenzialmente portare
a casa in ogni caso un capo, o
meglio il trofeo che porta, per cui
un’eventuale ricerca e individuazione
dell’esito del tiro, specialmente
quando si tratta di un tiro lungo, che
impegna un vallone o una valletta,
su terreno impervio, vorrebbe dire
sospendere la caccia per dedicare
un po’ di tempo alla ricerca dei
segni dell’esito del colpo sparato,
con il problema dell’eventuale
chiamata del conduttore di cane
e della chiusura della giornata
con esito incerto. Preferisco non
fare stime sull’entità numerica di
32
tali cacciatori, considerato che le
percentuali dicono alla fine poco. Di
solito ci si rifà ad un indice, cui molti
fanno riferimento, che vedrebbe la
percentuale stimata degli errori di
tiro, riferiti ai ferimenti, assestarsi
attorno al 20%. Personalmente
credo che sia molto inferiore,
ma non è dato conoscerlo, e
personalmente, da ottimista che
sono e per la realtà che conosco,
penso che sia molto inferiore. A
questo indice alcuni vorrebbero
correlare il numero delle chiamate
dei conduttori di cani, innescando
spesso polemiche inutili e rimbrotti
generici, e anche se per qualcuno
ci si azzecca, per la maggior parte
dei casi non è così. Più passano
gli anni, più la confidenza con la
propria arma porta a raggiungere
livelli di conoscenza e sicurezza
sul tiro sempre più elevate. Le
stesse munizioni oggi prodotte
sono sempre più accurate, e molti
cacciatori scelgono per la caccia
munizioni della serie ”premium”,
o “gold”, o altro indicatore che ne
certifichi l’accuratezza di costruzione
e l’alto indice di precisione e
costanza, vanto di molte case. Ma
non basta, anche sulla scelta della
tipologia di palla c’è una sempre
maggior presa di coscienza che
certi effetti balistici che privilegiano
esclusivamente la precisione del
tiro, importante a caccia ma non da
considerare valore unico assoluto,
vanno contemperati al buon esito del
colpo inteso come effetto balistico
terminale, per cui alla precisione
deve sempre essere associata, nella
scelta della palla da utilizzare a
caccia, la sua efficacia sul selvatico,
il suo potere di arresto, senza
eccedere nei suoi effetti distruttivi,
pena la perdita indesiderata di parte
dell’animale. Ecco quindi che la
scelta si indirizza molto spesso sulle
munizioni ad espansione controllata,
magari sulle ultime munizioni senza
piombo, affascinanti perché alla
precisione intrinseca che è pari a
quelle con nucleo di piombo, non
disperdono nelle carni dell’animale
microgranuli di piombo, che poi
ci troviamo inevitabilmente nello
stomaco quando trasformiamo la
nostra preda in un piatto festoso
da condividere con gli amici. Una
sottigliezza etica e di buon gusto,
oltre che di valenza importante sotto
il profilo della salute nostra e degli
ospiti che invitiamo a pranzo. A tutto
questo contribuiscono le buone
riviste di caccia, le letture che ci
dovrebbero accompagnare durante
i mesi di pausa venatoria, per
tenere vivo il piacere con riflessioni
e aggiornamenti su tutto quello
che gravita introno all’argomento
caccia, dall’abbigliamento alle armi,
dalla balistica all’approfondimento
della conoscenza delle specie che
cacciamo, alla condivisione delle
esperienze altrui, comprese le
forme di caccia diverse da quelle
che pratichiamo noi, anche se
sappiamo con certezza che non le
praticheremo mai. La conoscenza
non deve avere confini, per non
impoverire il presente e ciò di cui
siamo abituati a godere, ma va
acquisita nel rispetto delle tradizioni
e delle passioni degli altri: più
avremo questa predisposizione, più
saremo in grado di apprezzare ed
amare ciò che facciamo. Ciò vale
ovviamente per tutte le cose, ma mi
piace sottolinearlo.
Tornando all’importanza della
verifica dell’anschuss, va
sottolineato che deve essere intesa
come una scelta/dovere di ogni
cacciatore, a maggior ragione
quindi un dovere assoluto per
l’accompagnatore, il cui livello di
responsabilità è maggiore, così
come la partecipazione alla corretta
gestione del patrimonio fauna deve
essere più responsabile.
Fare le verifiche dell’esito del colpo
ogni volta che spariamo, anche se
ci costa un po’ di sacrificio, deve
diventare un’abitudine, e ci deve
ovviamente dare soddisfazione,
anche nella situazione classica
in cui il capo abbattuto è a pochi
metri dal punto di impatto, o più
lontano ma visibile; d’istinto si va
direttamente sull’animale, si verifica
il colpo e l’effetto della palla, e
si trascurano le tracce lasciate
sull’anschuss. Vediamo brevemente
perché val la pena approfondire.
Innanzitutto verificare e analizzare
l’anschuss ci permette di fare
valutazioni più complete sull’effetto
terminale della palla, l’esito sulla
spoglia, che verifichiamo sul capo
abbattuto, ma anche “come” questo
esito si manifesta nei segni esterni
lasciati in sito.
Associando questi dati alla reazione
dell’animale al colpo siamo in
grado di avere quadri visivi di tali
comportamenti, che costituiscono
un archivio dati mnemonico
importante per le occasioni future,
arricchendolo sempre più.
I segni lasciati sul campo vanno
attentamente letti e interpretati,
così verifichiamo e approfondiamo
la nostra conoscenza sul “tipo”
di traccia evidenziata, sul tipo di
sangue che possiamo “toccare” e
memorizzare, sul pelo che possiamo
trovare, associandolo alla parte
del corpo interessata dal colpo,
agli eventuali pezzi di osso che si
rinvengono e alla parte anatomica
coinvolta. Tutti elementi di un puzzle
che pian piano, man mano che
completiamo l’analisi dell’anschuss
e successivamente del corpo,
completando questa seconda
parte con la visita al macello al
momento dello scuoiamento e del
sezionamento delle parti anatomiche
da destinare al consumo, ci daranno
la mappa completa relativa ai
diversi indici sopra evidenziati:
reazione al colpo, effetto balistico
terminale sulla spoglia, effetto
balistico come traccia sull’anschuss,
effetto più o meno distruttivo della
palla impiegata, sotto il profilo
del consumo, sulle parti edibili
dell’animale.
Si tratta di valutazioni di tipo
qualitativo, per completare
quell’insieme di conoscenze che
fanno del cacciatore di selezione un
cacciatore completo, responsabile
e in grado di manifestare e
testimoniare la propria maturità
nei confronti delle responsabilità
gestionali che gli sono affidate.
Un’ultima considerazione la faccio
relativamente all’azione di caccia
nel suo insieme, poiché alcune
delle analisi fatte possono essere
realizzate nella loro pienezza
solamente alla condizione che a
caccia si vada in due. Quindi meglio
due amici affiatati che da soli,
meglio di tutto un accompagnatore
amico, con cui mettere abilmente
assieme tutti i pezzi del puzzle di
cui abbiamo detto, parlandone,
ricostruendo compiutamente l’azione
di caccia e la sua conclusione,
arricchendo così di un valore
qualitativo la giornata di caccia,
nella condivisione delle emozioni,
delle conoscenze e del piacere della
acquisizione di una più matura e
completa etica di comportamento,
che va oltre l’abbattimento, oltre il
trofeo, per centrare l’obiettivo della
crescita personale. Come un bel
voto e un commento lusinghiero
ad un esame, che va oltre la
promozione in sé, per diventare
un momento indimenticabile, di cui
poter parlare a lungo con piacere e
soddisfazione.
33
Cani e fauna selvatica:
una convivenza possibile?
Andrea Galizzi
Grosso cane pastore incustodito
“in caccia” sul monte Faino in zona
camosci. - Ore 20:30, fine luglio 2011
La sera del 04 agosto presso la
biblioteca di Serina si è svolta la
serata che ha come tema principale
la convivenza tra i cani e la fauna
selvatica. L’iniziativa organizzata
dal Comprensorio Alpino Valle
Brembana in collaborazione con
il Parco delle Orobie e l’Università
di Pavia, nasce dalla volontà di
sensibilizzare tutti i fruitori delle
nostre montagne sull’importanza di
una corretta conduzione dei nostri
cani che spesso ci accompagnano
nelle escursioni.
L’obbiettivo principale della serata
è la volontà di creare una maggiore
cultura e attenzione rivolta alla
fauna selvatica per tutti coloro che
si recano in ambienti dove questa è
presente e diffusa. Spesso durante
un’escursione, se non si è più
che attenti, sfuggono i segnali di
presenza degli abitanti del luogo, e
per chi si fa accompagnare dal fido
compagno a 4 zampe l’attenzione
34
è rivolta soprattutto a quest’ultimo,
finalmente libero di correre e sfogarsi
lontano dai pericoli dell’urbe. Senza
voler demonizzare o puntare il dito
su nessuno, è comunque doveroso
ricordare che lasciare libero il
proprio cane potrebbe mettere in
pericolo gli animali selvatici presenti,
in particolare i soggetti giovani,
i nati nell’anno, che sono in fase
di apprendimento delle strategie
per meglio adattarsi all’ambiente e
difendersi dai pericoli e dalle insidie.
La serata di Serina, ha avuto una
relatrice di tutto rispetto, la Dott.ssa
Chiara Crotti, da tutti conosciuta
per gli lo studi che sta conducendo
in collaborazione con il Parco delle
Orobie sui grandi predatori, che ha
piacevolmente illustrato le principali
specie animali presenti nel nostro
territorio evidenziando i danni che i
cani possono causare, e proponendo
alcune foto molto eloquenti dei
“danni” riscontrati nelle nostre valli da
cani non gestiti correttamente.
Il cane, che fortunatamente ha
mantenuto una piccola vena di istinto
naturale, quando sente la presenza di
una potenziale preda, atavicamente
viene spinto a cacciarla… il che vuol
dire che la rincorre e, se ci riesce, la
prende, anche solo per gioco, come
fa un gatto che porta sullo zerbino un
topolino o una lucertola.
Questo istinto potrebbe arrecare
anche un danno notevole se durante
le passeggiate il naso del cane
incrocia l’odore di un capriolo, o di
una covata di galli forcelli.
In sostanza questo è stato il
messaggio che si vuole trasmettere:
ATTENZIONE QUANDO
SIETE A PASSEGGIO CON IL
VOSTRO CANE, NON SIETE
SOLI E POTRESTE ESSERE
INVOLONTARIAMENTE CAUSA
DI DANNI ANCHE GRAVI ALLA
FAUNA
Il consiglio che ne deriva è quindi
quello che il cane dovrebbe essere
sempre condotto al guinzaglio.
Il messaggio può sembrare scontato,
ma al contrario è sicuramente un
consiglio fondamentale per tutti
coloro che nella buona fede non
vedono l’ora di veder saltare di gioia il
proprio beniamino.
Ricordiamo anche, e questo discorso
vale ancor di più per i cacciatori, che
queste norme comportamentali le
dovrebbero già conoscere, che esiste
una norma regionale che riconduce
la responsabilità della conduzione
dei cani sui padroni, o i temporanei
conduttori, per i quali sono previste
sanzioni anche molto salate in caso
di danni accertati causati dai cani
non correttamente gestiti.
La serata è stata poi dedicata ad un
altro aspetto altrettanto importante,
a cui il nostro territorio è fortemente
sensibile: quello dei cani cosiddetti
vaganti, ovvero cani che vengono
lasciati dal padrone liberi durante il
giorno ed anche la notte.
Il secondo relatore, Silvano
Sonzogni, segretario dell’ambito
prealpino di caccia, ben conosciuto
a molti per il suo hobby di
fototrappolatore, ha potuto
documentare con i suoi scatti come
la presenza di cani liberi e incustoditi
che scorrazzano sul nostro territorio,
a qualsiasi ora del giorno o della
notte, sia purtroppo una realtà ben
superiore a quanto si potrebbe
immaginare. Questi agiscono anche
spesso a coppie, come è nel loro
istinto, oppure addirittura organizzati
in piccoli branchi, e rappresentano,
soprattutto in inverno, durante il
periodo delle cove e delle nascite dei
piccoli dei mammiferi, dalla lepre al
capriolo, ma anche al camoscio, vere
minacce all’ecosistema, arrivando a
fare vere e proprie stragi.
Fatti che sono documentati anche
dalla Polizia Provinciale, che nel
2008 ha verificato e documentato
come almeno un centinaio, tra
caprioli e camosci, siano stati
uccisi da predatori, molti dei quali
sono sicuramente da ricondurre ad
attacchi di cani vaganti.
L’iniziativa, nuova nel suo genere, è
importante che sia partita dal Nostro
Comprensorio, a dimostrazione
dell’attenzione che il mondo venatorio
rivolge alle tematiche di tutela del
nostro patrimonio faunistico.
35
L’annuale concorso di cucina
all’Istituto Alberghiero di San Pellegrino
Flavio Galizzi
Come ogni anno, secondo una
tradizione ormai consolidata, si è
svolto, presso l’Istituto Alberghiero di
San Pellegrino, il Concorso di cucina
dedicato alla selvaggina. Quest’anno
è stata la volta del Cinghiale. Anche
se non è un selvatico del nostro
Comprensorio, abbiamo pensato
che la sua ottima fama in Cucina
poteva rappresentare un’occasione
valida, per gli allievi, di cimentarsi in
qualche piatto d’eccellenza.
Così è stato. Come per le volte
precedenti, non ci si è fermati
solo all’aspetto culinario. Per il
Comprensorio il Concorso non è
solo un momento dedicato all’utilizzo
delle carni di selvaggina in cucina
e nella ristorazione alberghiera,
anche se questo è ovviamente
il tema chiave, ma vuole essere
anche un momento culturale, in cui
gli studenti possano apprendere
qualcosa in più sugli ungulati che
vivono sul nostro territorio, e sul
valore culinario, economico e
turistico delle risorse faunistiche.
Tutti noi sappiamo quanto sia
difficile oggi reperire carni che non
provengano da allevamenti, e che
non abbiano subito manipolazioni
da parte dell’uomo, sia sotto il
profilo sanitario, per difenderli dalle
malattie, sia sotto il profilo della
selezione, per raggiungere standard
qualitativi ovviamente sicuri,
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ma anche uniformati nel gusto,
perdendo molte delle caratteristiche
originarie delle varietà specifiche
che le rendeva uniche. Una risorsa
che oggi sempre più si cerca
di riscoprire, anche ai fini di un
turismo gastronomico che recuperi
gli antichi sapori regionali. Una
proposta, questa, che alla dirigenza
dell’Istituto Alberghiero è sempre
piaciuta, nella direzione di una
collaborazione con il territorio alla
riscoperta delle tradizioni della
bergamasca.
Il Concorso è stato preceduto da un
incontro con gli studenti per scoprire
i segreti della vita degli ungulati delle
Orobie, tenuto da Flavio Galizzi, che
da anni sviluppa e approfondisce
questi temi nelle scuole, e da
Bruno Calvi, vicepresidente del
Comprensorio. Una mattinata
vissuta dai ragazzi con grande
interesse e partecipazione.
Il Concorso ha visto partecipare,
come ogni anno, dieci studenti,
scelti tra i molti che hanno
presentato delle proposte
interessanti. Una preselezione
necessaria per esigenze operative,
che nulla toglie alle proposte che
non hanno trovato opportunità di
concretizzarsi.
I piatti che presenteremo nel
prossimo numero di gennio, nella
rubrica “In cucina” di questo numero,
i menù premiati, hanno costretto
la giuria a un lavoro di selezione
impegnativo, fino alla scelta finale
piuttosto sofferta, poiché
quasi tutti meritavano
certamente di
essere tra i
premiati,
a dimostrazione dell’ottimo livello
che hanno ormai raggiunto gli allievi
delle classi terze, nella miglior
tradizione di questo Istituto.
Dobbiamo ringraziare, per l’ottimo
successo dell’iniziativa, la Dirigente,
Prof.ssa Silvana Nespoli,oltre agli
altri collaboratori.
Per il Settore Cucina: il Prof. Calvetti
Carlo e gli studenti della classe 3A
Cucina, che si sono fatti carico,
in maniera impeccabile, della
preparazione della cena per gli
oltre 200 ospiti, e il Prof. Becherini
Luca, con gli Assistenti Tecnici Di
noia Luciano, Zuccali Fabio e Gotti
Vincenzo.
Per il Settore Sala e Bar: il Prof.
Parimbelli Claudio e gli studenti della
classe 3F Sala e Bar, e l’Assistente
Tecnico Corna Giovanni, che con
impeccabile classe hanno servito ai
tavoli.
anno ci
permettono di
realizzare questo
importante incontro
con l’offerta dei loro prodotti
di grande qualità: l’Azienda Agricola
SALERA, Cascina Vallere, di
Martinengo (BG),per le farine, il riso
e i cereali; la casARRIGONI della
Val Taleggio, di Peghera (BG), per
i suoi straordinari formaggi, la ditta
RASMO, di Gerosa (BG), per i suoi
eccellenti tipici salumi bergamaschi,
e la Ditta 4R, QUATTROERRE,
di Torre dei Roveri (BG) per i suoi
eccellenti vini di qualità.
Non dimentichiamo tutto il Personale
dell’Istituto, che ha collaborato con
grande professionalità per la buona
riuscita dell’iniziativa.
Fulcro del Concorso di Cucina è
stata la Giuria, che ha seguito in
ogni fase della preparazione gli
studenti fin dal primo pomeriggio, tra
le pentole e i profumi delle cucine,
mettendo a loro agio i concorrenti
senza trascurare domande e
precisazioni sulla preparazione dei
loro piatti, elaborati e raffinati.
Hanno fatto parte della Giuria, come
sempre caratterizzata da un alto
profilo professionale: il sig. Petrucci
Mario, Segretario Nazionale AMIRA
(Ass. Maítres Italiani Ristoranti
e Alberghi), presidente, gli Chef
Ronzoni Emilio e Rossi Manuela,
la sig.ra Arrigoni Ernestina e il
giornalista dell’Eco di Bergamo
Ghisalberti Giovanni.
Per il Settore Ricevimento: la Prof.
ssa Arzuffi Giuseppina, instancabile
coordinatrice dell’iniziativa, e gli
studenti della classe 2H, il Prof. De
Martino, e gli studenti della classe
3G Ricevimento, oltre all’Assistente
Tecnico Torallo Pietro, che si
sono curati della Reception e del
pieghevole con la presentazione dei
Menù del concorso, distribuito a tutti
gli ospiti.
Dobbiamo inoltre doverosamente
ringraziare gli Sponsor, che ogni
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Prova nazionale
per cani da traccia
1° Trofeo Valtorta
Osvaldo Valtulini
Valtorta, 15 maggio 2011
Nella splendida cornice quale è quella offerta dalla località “Ceresola” in Valtorta, si è svolta quest’anno, per
la prima volta in questa vallata, la Prova Nazionale per
Cani da Traccia organizzata dal Gruppo Conduttori Cani
da Traccia della Provincia di Bergamo.
Il “Gruppo Conduttori Cani da Traccia della Provincia di
Bergamo” è un sodalizio legalmente costituitosi nel 2002
per volontà, ma soprattutto per passione, di alcuni amici
cacciatori di ungulati “Brembani” che, stimolati dal compianto Dott. Roberto Gatti, stimato amico e socio del C.A.
Valle Brembana, nonché Giudice ENCI per le prove di lavoro per le razze da traccia, si sono avvicinati all’affascinante e coinvolgente attività di recupero.
Le favorevoli situazioni ambientali unitamente ad un’oculata gestione venatoria hanno consentito in questi ultimi
anni un notevole incremento della popolazione d’ungulati
presenti sul nostro territorio raggiungendo numeri e densità tali da consentire un piano di prelievo pari a circa
1.200 capi per l’intero territorio provinciale.
L’incremento numerico del piano d’abbattimento degli ungulati, ha imposto quindi un nuovo approccio nei confronti
dell’eventualità di un ferimento.
Chiunque ha a cuore la sorte della selvaggina che caccia
ed ha provato l’esperienza di un tiro mal riuscito, con ferimento ed allontanamento del selvatico, ha sicuramente
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provato un senso di delusione e rammarico per la mancata conclusione dell’azione, nonché, almeno per i più sensibili, un fastidioso senso di colpa per il danno causato
all’animale e le sofferenze conseguenti.
In questo caso è necessario attuare tutte le attività possibili per cercare di rintracciare l’animale ferito o presunto tale ed escludere in tal modo la possibilità di una sua
eventuale sofferenza o, peggio, inutile morte.
Queste sono sostanzialmente le motivazioni che hanno
indotto, e animano, un gruppo d’appassionati cacciatori, forse più sensibili di altri, ad organizzarsi e diventare
“conduttori di cani da traccia” nel tentativo di ridurre al
minimo la possibilità di perdere inutilmente preziosi capi
di selvaggina.
L’associazione nasce con queste premesse sul principio
del volontariato e offre i propri servigi gratuitamente a tutti
i cacciatori che malauguratamente si vengono a trovare
nell’impossibilità di trovare un ungulato accidentalmente
ferito. Il servizio vale anche per il recupero di ungulati feriti in caso d’investimento (sempre più frequente in questi
ultimi tempi) o per controllo di eventuali azioni di bracconaggio. L’associazione è riconosciuta quale organo di riferimento per l’attività di recupero degli ungulati feriti dagli
organi Provinciali competenti.
La Provincia stessa, attraverso i Suoi funzionari più attenti alle problematiche venatorie e connesse, ha stilato e
poi approvato uno specifico regolamento per la disciplina
del recupero degli ungulati feriti che, si evidenzia, non è
considerata azione di caccia. L’attività di recupero è organizzata ed attivata dal Gruppo tramite la “stazione di recupero” con un referente unico al quale sono convogliate
le chiamate per ogni tipo d’intervento. Il responsabile, in
base alla disponibilità dei soci conduttori ed alle carat-
O
teristiche dei cani da loro posseduti, in relazione al tipo
d’intervento, predispone l’azione di recupero avvisando
la vigilanza venatoria. Attualmente sono in attività 8 conduttori con relativi cani abilitati.
Un impegno costante è rivolto anche alla diffusione della
cultura e dell’etica venatoria che deve, e in futuro dovrà
ancora di più, visti i numerosi detrattori, essere volta ad
una caccia sempre più coscienziosa e rispettosa soprattutto della fauna oggetto della nostra attività di prelievo
al fine di far emergere la figura del moderno cacciatore/
gestore/fruitore, su licenza, di un bene comune a tutta la
collettività. A tale scopo l’impegno del Gruppo si completa
anche con l’organizzazione annuale di una prova di lavoro
ENCI su traccia artificiale riservata alle razze d’elezione
per il recupero, Bavarese ed Annoveriano, che, itinerante
per le valli della Provincia (2002 Valserina, 2003 Valtaleggio, 2004 Valimagna, 2005 Valbondione, 2006 Val di
Scalve, 2007 Valbrembana, 2008 Valgandino con raduno
di razza a Cene, 2009 Valtaleggio, 2010 Valbrembilla, e
l’ultima del 2011 in Valtorta) ha anche come secondo fine
Organigramma del gruppo “Conduttori Cani
da Traccia della Provincia di Bergamo”:
Presidente:
VALTULINI Osvaldo
Vice Presidenti:
ACQUAROLI Danilo
BASSANELLI Giuseppe
Segretario:
VASSALLI Diego
Consiglieri:
CAGNONI Alex
CORTESI Giancarlo
Sindaci:
CAPITANIO Luigi
RASMO Roberto
Soci effettivi:
n. 46
Conduttori e cani abilitati in attività:
Vassali Diego
Bassanelli Giuseppe
Cagnoni Alex
Rasmo Roberto
Alborghetti Dante
Invernizzi Egidio
Pesenti Giovanni
Giupponi Fausto
con Hs “Toy” (ch it. lavoro)
con Hs “Minosse”
con Hs “Odino”
con Hs. “Kira”
con Bgs “Jula” (ch it. lavoro)
e con Bgs “Otto”
LP
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la dimostrazione e divulgazione dell’attività di recupero
ed ogni anno, con enorme soddisfazione, si ha il piacere di raccoglie sempre più plausi anche da parte dei
non addetti ai lavori. La prossima manifestazione è programmata per il 03 Giugno 2012 in un’altra delle nostre
magnifiche valli con località ancora da destinarsi.
Per tornare al resoconto della Prova di Valtorta, come
sempre l’organizzazione è stata impegnativa ed è stata
possibile grazie alla collaborazione dei cacciatori locali
nonché dei soci del Gruppo e l’appoggio delle autorità
locali con particolar riferimento alla persona del Sindaco di Valtorta, Cav. Pietro Busi.
La prova si è svolta in un ambiente unico e spettacolare,
ricco di storia e natura come pochi nella bergamasca.
Alla prova erano iscritti 12 cani, 8 nella classe “libera”
(cani oltre 24 mesi) e 4 nella classe “giovani” (cani da 12
a 30 mesi), con i loro conduttori. La giuria era costituita
dai giudici Hans Bernhart (Austria), Ezio Albertini (Trento) e Osvaldo Valtulini (Bergamo). Le tracce artificiali
sono state predisposte il giorno precedente dai giudici,
ed i percorsi si sono dimostrati piuttosto impegnativi, sia
per la natura dei terreni, che per la buona presenza di
ungulati, così che la conduzione delle tracce con il ritrovamento della spoglia, al di là del punteggio ottenuto
e della classifica, sono state in grado di dare maggiori
indicazioni tecniche sulla preparazione dei cani ed offrire anche ai conduttori più emozioni e soddisfazione,
simulando al meglio le condizioni e le difficoltà che si
possono incontrare in un recupero naturale. Il giudice
Osvaldo Valtulini ha seguito le prove dei “giovani”, che
si sono svolte attorno alla pista di fondo, mentre Ezio
Albertini e Hans Bernhart hanno seguito i cani iscritti
alla classe “libera”, a quote più elevate in località Ceresola incrociando le piste di discesa. Il tempo, dopo una
notte perturbata che ha riservato la sorpresa delle vette
imbiancate, ha permesso lo svolgimento tranquillo delle
prove con addirittura, in tarda mattinata, una splendida
giornata fresca e soleggiata, con soddisfazione di tutti i partecipanti. Il momento più emozionante è sempre
quello iniziale, quando tutti i concorrenti si ritrovano per
la prova dell’ “attesa del conduttore”, anche detta dello
sparo, che a volte delude alcuni partecipanti perché i
con Bgs “Buck”
con Bgs “Fred”
con Bgs “Raul”
39
loro cani abbandonano la posizione assegnata e vengono quindi non ammessi alle discipline successive (obbedienza - lavoro su traccia - comportamento fine traccia
-comportamento sul selvatico - guardia del selvatico). In
questa occasione solo un partecipante nella classe giovani non ha superato la prova mentre tutti gli altri hanno
dato dimostrazione del buon livello di preparazione dei
soggetti con grande soddisfazione dei conduttori. Le
prove sulla traccia, che si sono poi svolte, hanno confermato un buon livello di preparazione dei binomi cane/
conduttore, anche se naturalmente non tutti hanno potuto
ottenere il massimo. Nella classe “libera” il primo posto
con la qualifica di Ecc. (punti 66,50) è stato assegnato a
“Raul” (Bgs), condotto dal nostro socio Giupponi Fauso
di Camerata Cornello (BG), mentre al secondo posto si è
qualificata con M.B. (punti 58,50) “Asia” (Bgs) di Speziali
Mario, di San Martino in Val Masino (SO) ed al terzo po-
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sto, con la qualifica B. (punti 49,50), “Zac” (Bgs) di Rizzoli
Mario, di Cavalese (TN)
Nella classe “giovani” è stato assegnato un meritato “ECCELLENTE”, con punti 53,70, a “Iago” (Bgs), condotto da
Manzoni Pietro, di Ballabio (LC). Secondo posto a “Greis”
(Bgs) di Zani Maurizio di Ardenno (SO).
Un grazie doveroso è stato rivolto, al termine della manifestazione, al Sindaco di Valtorta Cav. Pietro Busi e,
tramite i suoi rappresentanti, al Presidente del Comprensorio Alpino Valle Brembana Alessandro Balestra, agli
organizzatori e a tutti i collaboratori che hanno premesso
l’ottima riuscita della manifestazione.
Le premiazioni, i commenti dei giudici relativi all’operato
dei cani e la conclusione della giornata sono state impeccabilmente coordinate dall’immancabile Diego Vassalli, segretario del Gruppo Conduttori e nell’occasione
responsabile dell’Organizzazione.
TROFEO ALTA
VALLE BREMBANA
DI TIRO CON LA CARABINA
a cura degli organizzatori
Anche quest’anno, grazie all’impegno dei cacciatori della sezione C.P.A. di Valleve e Foppolo, con il patrocinio
della Provincia di Bergamo, del Comune di Foppolo e del
nostro Comprensorio Alpino, si è svolto a Foppolo, in località Foppelle, nei pressi del ristorante K2, il “2° TROFEO ALTA VALLE BREMBANA”, la due giorni di tiro
con la carabina datata 11-12 giugno. Una delle novità più
significative da riconoscere, rispetto alla passata edizione, è sicuramente l’inserimento della manifestazione nel
“2° TROFEO PROVINCIA DI BERGAMO”, circuito di cinque prove, svolte in località differenti con un unico regolamento, pubblicato sulle locandine distribuite dalla Provincia: una prova di tiro con la carabina a mt 200 su sagoma
di capriolo, con riferimenti e punteggi non visibili. Solo chi
aveva partecipato ad almeno tre delle cinque prove totali in
calendario, poteva ambire all’assegnazione del 2° Trofeo
Provincia di Bergamo, considerando la somma dei migliori
punteggi ottenuti nelle stesse. I migliori cinque classificati,
sparavano poi nello “scheibe”. Per la prova locale, invece,
sono stati premiati i migliori tre tiratori con dei cesti di prodotti tipici locali. Compresa nella quota dell’iscrizione che
ammontava, anche per questa edizione, a euro quindici.
Ogni partecipante aveva diritto ad una camicia e a un biglietto dell’estrazione, tenutasi grazie alla sempre gradita
partecipazione dei nostri sponsor. Una possibilità per tutti
quindi di vincere ricchi premi, tra i quali una Carabina SABATTI ROVER 6,5 X 55, utensili per la ricarica, capi d’abbigliamento e zaini. Per i cacciatori che non erano in possesso di una carabina personale, è stata garantita inoltre
la possibilità di affittare una SABATTI CALIBRO 222 REM
direttamente sul posto, già ben tarata. Altra novità importante, l’introduzione alla manifestazione della prova di tiro
a lunga distanza, 500 mt categoria sport, disciplina molto
ambita dai tiratori e per la quale abbiamo avuto un ottimo
riscontro. Va segnalato, inoltre, che i primi cinque classifi-
cati nelle categorie caccia, sport e basculanti hanno potuto
sparare negli “scheibe”, magistralmente dipinti dall’artista
Fabrizio Tiraboschi. Nonostante il maltempo di sabato, la
manifestazione si è svolta con successo e con un ottimo
numero di partecipanti, anche da fuori provincia, testimoni
quindi del divertimento di tutti e la serietà dell’organizzazione, gestita dai cacciatori e curata nei minimi dettagli. Si
ringraziano pertanto tutti coloro i quali hanno collaborato
per la buona riuscita della manifestazione. Si sottolinea il
prezioso lavoro offerto dai ragazzi della sezione di Foppolo
e Valleve con il supporto di altri giovani del posto che hanno
fatto sì che la manifestazione si svolgesse nel miglior modo
possibile e la collaborazione del Comune di Foppolo per
aver ospitato questo importante evento, da quest’anno, anche a livello provinciale. L’unica mancanza da riconoscere,
purtroppo, è stata la scarsa partecipazione dei cacciatori
del nostro Comprensorio, nonostante la possibilità, oltre
alla partecipazione alla manifestazione, di effettuare l’eventuale taratura della propria arma, servizio offerto ad ogni tiratore dall’organizzazione con l’aiuto di persone qualificate.
Ci auguriamo quindi che questa manifestazione sia anche
per tutti i cacciatori, di ungulati e non, del nostro Comprensorio, un punto di ritrovo e una partenza per la formazione
di qualche giovane tiratore, affinché ci si possa confrontare
e competere con le altre realtà dei Comprensori della nostra Provincia, e per i cacciatori provenienti da altre zone,
un modo ai quali promuovere e far scoprire tutti gli aspetti e
le bellezze che la nostra località montana è in grado di offrire. L’auspicio è che questa sia un’ulteriore occasione per
il territorio, affinché possa essere conosciuto, apprezzato e
frequentato da tanta gente che prima non lo conosceva o
che lo aveva negli anni dimenticato. A tutti quindi un arrivederci all’anno prossimo nella straordinaria Alta Val Brembana, con l’augurio di essere sempre più numerosi.
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Recupero della fauna selvatica
a cura della redazione
Riportiamo alcuni dati interessanti sui recuperi della
Fauna Selvatica effettuati dal Corpo di Polizia Provinciale
- Servizio di Vigilanza Ittico - Venatorio.
Non serve sottolineare l’importanza di questo lavoro,
anche in relazione all’immagine che ne deriva di attenzione
e “servizio” svolto nei confronti di tutta la fauna che vive
sul nostro territorio provinciale, che va al di là delle sole
specie di interesse venatorio, delle quali riportiamo i
dati che riguardano la nostra Valle. Per una visione più
completa dei dati il Rapporto è in visione nella sede del
Comprensorio.
Piazzatorre
3
Valleve
Olmo al Brembo
Lenna
3
1
1
12
Totale
C. A. Valle Brembana
C. A. Valle
Brembana
4
Media Valle
Capriolo
Camoscio
Carona
Val Taleggio
Ramo Mezzoldo
Ramo Branzi
Val Serina
Vedeseta
Taleggio
Totale
S. Giovanni B.
Lenna
Camerata C.
Totale
Olmo al Brembo
Cassiglio
Mezzoldo
Piazza Brembana
Cusio
Ornica
S. Brigida
Piazzatorre
Piazzolo
Valtorta
Totale
Roncobello
Isola di Fondra
Branzi
Carona
Valleve
Totale
Oltre il Colle
Serina
Cornalba
Totale
Totale
9
5
14
5
2
1
8
8
3
3
3
2
2
2
1
1
1
26
11
7
4
4
2
28
3
2
1
6
82
NOTA FINALE
Per quanto riguarda gli incidenti
stradali denunciati che hanno
coinvolto fauna selvatica in
provincia, va sottolineato come
questi abbiano interessato nella
stragrande maggioranza i Cervidi.
Su 36 casi denunciati, ben 16 hanno
visto coinvolti i Caprioli, e 10 Cervi.
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APPUNTI DI BIOLOGIA ANIMALE
a cura del Dr. Tiziano Ambrosi Medico veterinario
Infertilità
della cagna
(Seconda parte)
la prima parte è stata pubblicata sul numero 39 della rivista.
CICLI NORMALI
La cagna sana manifesta fasi cicliche pro estrali ogni 7
mesi. L’intervallo interestrale (periodo compreso tra il termine della fase estrale e l’inizio del proestro successivo)
ha una durata variabile tra i 5 e i 10 mesi, mentre intervalli
inferiori ai 4 mesi vengono associati ad infertilità e quelli
superiori agli 11 mesi possono associarsi a fenomeni di
ipofertilità o anche ad infertilità.
FASI DEL CICLO ESTRALE
Il ciclo estrale è costituito da 4 fasi:
PROESTRO
Inizia con la comparsa di uno scolo siero-ematico vulvare
e termina con la recettività sessuale. Si nota inoltre turgore della vulva.
In questa fase la cagna rifiuta il maschio anche con reazioni aggressive . mantenendo la coda tra le gambe. Col
passare dei giorni questo atteggiamento si attenua .
Fisiologicamente tra l’inizio del proestro e il primo accoppiamento passano tra i 6 e gli 11 giorni . Le fasi pro estrali
possono durare fino a 25 giorni .
ESTRO
Caratterizzato dalla disponibilità all’accoppiamento da
parte della cagna. Il turgore vulvare si attenua e lo scolo
diventa più chiaro, rosato, raramente ancora emorragico.
La durata è variabile da un minimo di 1-2 giorni ad un
massimo di 18-20 giorni.
DIESTRO
Segue alla fase coitale. Si assiste nuovamente ad un netto rifiuto del maschio , la vulva riprende le dimensioni e il
tono tipici del periodo di anestro.
La durata media in una cagna gravida è di 56-58 giorni,
60-80 nell’animale non gravido.
ANESTRO
E’ la fase in cui, l’utero non gravido, va incontro ad un
processo di involuzione, nella femmina invece gravida inizia col parto per terminare con la comparsa del proestro
successivo.
L’infertilità della femmina può essere causata da una
gestione errata degli accoppiamenti , dall’infertilità del
maschio,da anomalie anatomiche della cagna stessa, da
infezioni o ancora da morte embrionale precoce.
In una cagna con cicli estrali normali, la principale causa di infertilità e’ da ricercare nello stallone per questo
può essere sempre d’aiuto una valutazione del seme e
un’anamnesi sulle precedenti attività riproduttive del maschio. È essenziale determinare il primo giorno dell’estro
nella cagna attraverso l’osservazione delle alterazioni
comportamentali o dalla citologia .
Si procede poi alla determinazione dei livelli di progeste-
43
rone per stabilire il giorno dell’ovulazione e quindi il giorno
ottimale per la fecondazione. La percentuale di successo
sugli accoppiamenti migliora effettuando almeno due inseminazioni, di solito a distanza di 24-48 ore . Dopo la fecondazione, la femmina va portata alla vista dopo 20-30
giorni per stabilire se è gravida, attraverso la palpazione
addominale o con l’ecografia.
Nel caso in cui la femmina risultasse non gravida, sarebbe
ottimale determinare la concentrazione del progesterone
per confermare l’avvenuta ovulazione: basse concentrazioni di progesterone, possono far pensare ad un’ insufficienza dell’ovulazione o ad una prematura luteinizzazione
che esita nel riassorbimento fetale. La morte embrionale
precoce può anche essere dovuta ad anomalie della placenta , dell’embrione stesso o della madre, così come gli
agenti infettivi. I microrganismi responsabili sono parecchi ma i principali sono: Brucella canis, Brucella abortus
ed Escherichia coli. Tra i virus responsabili di aborto nella
cagna si ricorda l’herpesvirus e il virus del cimurro.
CAUSE DI ABORTO E
RIASSORBIMENTO FETALE
Le cause possono essere anomalie materne, embrionali
o placentari. Se gli embrioni muoiono precocemente non
si osservano sintomi clinici . Qualsiasi alterazione incompatibile con la sopravvivenza fetale che insorga durante
lo sviluppo, conduce a morte e riassorbimento o espulsione del feto. Tutti quei fattori che sono in grado di produrre effetti stressanti o danni alle strutture uterine sono
responsabili di morte fetale, cosi come gravi patologie
sistemiche , disfunzioni cardiache che compromettono il
normale circolo uterino con conseguente anossia e morte
fetale. Un ulteriore gruppo di eventi abortigeni comprende
quelle cagne affette da insufficienza ovarica, incapaci di
mantenere i tassi di ormone progestinico al di sopra della
soglia critica. I feti abortiti e le placente vanno esaminate,
per poter identificare al meglio le possibili cause di mortalità.
MORTALITÀ E MORBILITÀ NEONATALI
Il periodo più critico sono le prime due settimane . le principali cause di morte precoce sono dovute a parti difficoltosi e prolungati.
Seguono poi i fattori ambientali: la sanificazione, il controllo delle malattie infettive , la temperatura e l’umidità.
I più comuni segni di malattia neonatale sono il pianto
persistente, la riduzione dell’attività, nonché della suzione
, il mancato incremento ponderale e una diminuzione del
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tono muscolare. Le cause di morte neonatale si possono
suddividere in due gruppi: infettive e non infettive.
Tra le non infettive, che rappresentano la maggior causa
di morte dei neonati compresi tra 0 e 3 giorni, ci sono:
ipotermia, ipoglicemia, anomalie anatomiche e traumi.
Per quanto riguarda il primo gruppo, quello delle patologie infettive, i neonati possono contrarre l’infezione in
utero, durante il parto , attraverso l’ombelico o per via
oronasale.
GESTIONE DELL’ACCOPPIAMENTO
Di fondamentale importanza risulta la valutazione del tasso di progesterone sierico, al fine di poter ottenere i giorni
migliori per la fecondazione. Nel proestro il progesterone
si mantiene su valori inferiori a 1ng/ml, per poi aumentare
nella fase estrale fino a raggiungere i 4-8 ng/ml durante
l’ovulazione. Il momento migliore per l’accoppiamento è
due giorni dopo l’ovulazione. Di solito si necessita di 2-4
dosaggi di progesterone per individuare i giorni ottimali
per la fecondazione. Inoltre, conoscere il giorno dell’ovulazione ci aiuta anche nella previsione del giorno del parto: la cagna dovrebbe partorire 62-63 giorni dopo l’ovulazione e non dopo la monta! Il dosaggio del progesterone
va sempre comunque affiancato dalla valutazione citologica di uno striscio vaginale per ottenere maggiori informazioni, soprattutto in quelle cagne che hanno cicli estrali variabili. La femmina deve essere portata dal maschio,
e non il contrario, nei giorni indicati come fertili.
GETIONE DELLA CAGNA PRIMA E
DOPO L’ACCOPPIAMENTO
Prima dell’accoppiamento e’ necessario che siano state
presi in considerazione i trattamenti antielmintici di routine, nonché un esame fisico completo. Durante la gravidanza l’assunzione di cibo solitamente aumenta, soprattutto negli ultimi 20 giorni, momento in cui risulta indicata
una dieta con almeno il 30% di proteine , 18% di grassi e
20-30% di carboidrati. Al momento del parto la cagna starà consumando il 60% di cibo in più rispetto al normale.
Durante la gravidanza la dieta della cagna deve soddisfare anche il mantenimento dei cuccioli e se la sua alimentazione non porta i livelli nutritivi necessari, la prima cosa
che viene penalizzata è il mantenimento della fattrice, a
beneficio dei cuccioli.
Nonostante ciò bisogna prestare molta attenzione a non
incorrere nel problema opposto di una sovralimentazione:
un eccessivo apporto calorico può contribuire all’insorgenza di patologie nei cuccioli e causare un aumento del
peso della fattrice con conseguente aumento della probabilità di distocie durante il parto.
ARMI E BALISTICA
a cura di “Nani” Cadorin
tratto da CACCIA 2000
dell’Ass. Cacciatori Bellunesi
Armi e Balistica
LE CANNE DA FUCILE
(Seconda parte: Le canne rigate)
Le canne rigate prendono il nome dalle scanalature elicoidali dell’anima, appunto la rigatura, e qui i discorsi si
fanno un po’ più complicati, dato che esse devono assicurare che i proiettili lascino la canna con velocità sempre
ripetitive, con una velocità di rotazione appropriata e perfettamente allineati con l’asse dell’anima: questo richiede
particolari attenzioni nella lavorazione.
Cominciamo dalle velocità: ammesso che le pressioni dei
gas di lancio siano ogni volta costanti nel loro sviluppo nel
tempo, occorre che sia assicurata una tenuta quanto più
possibile uniforme tra le pareti dell’anima ed il proiettile,
per evitare trafilature dei gas lungo il contatto anima-proiettile. Questo richiede che sia ridotto al minimo lo spazio
tra proiettile ed anima, sia nei vuoti che nei pieni della
rigatura e sulle pareti selle righe stesse; questa caratteristica deve essere realizzata su tutta la lunghezza della
canna. Il guaio è però che esistono le tolleranze di lavorazione dei proiettili, le cui misure esterne possono aver lievi
variazioni: se si vuole esser sicuri che la tenuta ai gas sia
assicurata, occorre dimensionare la canna in modo che si
adatti alla misura minima possibile del proiettile, e questo
produrrà un forzamento nel caso di proiettili al massimo
del diametro consentito. Intendiamoci: si parla di centesimi di millimetro, e non c’è alcun pericolo di pressioni eccessive; c’è però la possibilità che la maggior resistenza
al moto del proiettile alteri lo sviluppo delle pressioni dei
gas, e che questo dia una variazione delle velocità. Le dimensioni dei vuoti e dei pieni della rigatura devono essere
mantenute il più possibile costanti lungo tutta l’anima, per
evitare che in qualche punto un allargamento provochi un
calo di tenuta dei gas, o che un restringimento deformi il
proiettile deteriorando la tenuta nel tratto successivo di
anima. La velocità di rotazione dipende dalla velocità iniziale del proiettile e dal passo della rigatura, che si usa
esprimere di solito in centimetri oppure in pollici per giro;
il suo compito è mantenere l’asse del proiettile sempre
allineato con la direzione della sua traiettoria, o come si
dice, di “stabilizzarlo”. Infatti se l’asse del proiettile non
coincide con la traiettoria, la resistenza dell’aria si esercita maggiormente su un lato del proiettile e tende a farlo
deviare. Per ottenere la stabilizzazione però il proiettile
deve ruotare ad una velocità che cresce col crescere della lunghezza del proiettile. Siccome ogni canna ha una
sua determinata rigatura, le velocità di rotazione dei proiettili cresceranno al crescere della velocità iniziale alla
volata: però un proiettile più lungo, che richiede maggiore
velocità iniziale, è anche più pesante, e questa maggior
velocità iniziale non può quindi essere ottenuta. Questo
spiega perché una canna che è in grado di stabilizzare
un proiettile leggero non riesca a stabilizzarne uno più
pesante: avrebbe bisogno di un passo più corto. Resta la
questione dell’allineamento al momento dell’uscita dalla
volata dell’arma: questo è essenziale per non disperdere
i vari colpi tutto intorno alla traiettoria corretta. Supponiamo che il proiettile lasci la canna con un angolo tra il suo
asse e l’asse della canna, che in quel momento corrisponde alla traiettoria del proiettile. La resistenza dell’aria agirà sul proiettile con due azioni distinte: tenderà anzitutto
a spostarlo lateralmente, fuori dalla traiettoria corretta,
45
ARMI E BALISTICA
inoltre tenderà a farlo ruotare per aumentare l’angolo che
esso forma con la traiettoria; però il proiettile ha una sua
velocità di rotazione e si comporta come un giroscopio,
cioè se si tenta di far ruotare il suo asse di rotazione, ad
esempio da orizzontale ad inclinato verso l’alto, lui testardamente girerà ad esempio verso destra. Di conseguenza questo nuovo orientamento cambia la direzione delle
azioni dell’aria sul proiettile: il movimento che risulterà
sarà simile a quello dell’asse di una trottola, e questo porterà il proiettile a percorrere una traiettoria che assomiglia
ad una elica che si allarga sempre di più, ed il punto d’impatto sarà spostato in conseguenza. Per cercare di ottenere un’anima che soddisfi tutte queste esigenze sono
stati individuati vari sistemi di lavorazione. Il più antico è
quello che realizza le righe una per una, partendo da un
tubo di grosso spessore, col foro interno del diametro corrispondente a quello dei pieni della rigatura. Inizialmente l’operazione veniva fatta manualmente, servendosi di
un utensile all’estremità di una lunga asta comandato da
una guida elicoidale esterna che riproduceva il passo desiderato scavando, con diversi passaggi successivi, una
riga sino alla profondità corrispondente al diametro del
proiettile che si desiderava impiegare. Fatta una riga, la
guida veniva ruotata in modo che il procedimento potesse
continuare scavando la riga successiva, e così via sino
al completamento della rigatura. Questo sistema aveva
l’enorme svantaggio di adattarsi bene a rigature di calibro
diverso, purché con lo stesso passo, mentre richiedeva la
costruzione di guide esterne differenti per i diversi passi.
Il procedimento venne meccanizzato e furono introdotte
macchine che realizzano sempre le righe una ad una, ma
con la possibilità di variare il passo con una semplice regolazione; per la costruzione in serie esistono macchine che
lavorano con questo sistema più canne simultaneamente.
Sistemi di lavorazione più economici hanno soppiantato
questa tecnologia per le produzioni di serie: essa rimane
però valida per le piccole produzioni di pochi esemplari
con una grande varietà di passi e di calibri.
IL POLIGONO DI TIRO A UBIALE - CLANEZZO
“POLIGONO OROBICO” - Circolo culturale
È stato recentemente aperto a Ubiale, a disposizione dei cacciatori e di quanti praticano il tiro con armi da fuoco a
canna rigata, un poligono di tiro che può offrire un valido contributo per coloro che desiderano impratichirsi con l’uso
della carabina, per chi ricarica le proprie cartucce, e per chi vuole fare delle prove con la propria arma prima dell’inizio dell’attività venatoria. Ricordiamo che la pratica del tiro costituisce anche un’occasione importante per conoscere
meglio la propria arma al fine della sicurezza individuale e degli altri. Si tratta di una iniziativa privata, che però viene
incontro ad esigenze già sentite dai cacciatori del nostro Comprensorio, viste le passate esperienze di apertura e
chiusura di poligoni per i cacciatori. Una risorsa che, nonostante non sia ancora provvisto di una linea a 200 metri, il
cui allestimento è in programma entro fine anno, comunque necessaria per una corretta taratura dell’arma per uso
venatorio, dà alcune risposte al mondo dei cacciatori di ungulati e di quanti praticano il tiro come passione. Un grosso
favore e un’occasione importante per quanti vogliono intraprendere l’affascinante passione della ricarica, per la quale
l’avere a disposizione vicina una linea di tiro a 100 metri costituisce un’opportunità di pratica e di verifica del lavoro
svolto. Oltre alle linee di tiro per la carabina, sono in funzione diversi campi di tiro dinamico con la Pistola: 5 da 20 metri,
1 da 25 e uno da 35 metri. È in funzione anche un linea di tiro al Cinghiale corrente. Il Comprensorio ha stipulato un
accordo che prevede alcune facilitazioni per i Soci Cacciatori.
La Redazione
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EDUCAZIONE FAUNISTICO-AMBIENTALE
a cura di Stefania Pendezza
esperta di didattica fauno-ambientale
“La montagna lombarda e le sue comunità:
problemi attuali
e politiche per il futuro”
È stata recentemente presentata a Milano la ricerca “La
montagna lombarda e le sue comunità: problemi attuali e
politiche per il futuro”, realizzata da ERSAF – Ente regionale per i servizi all’agricoltura e alle foreste - per conto
dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale lombardo. L’indagine promossa dalla Regione ha evidenziato
come i mutamenti della società negli ultimi quarant’anni abbiano determinato destini diversi per le comunità locali delle aree di montagna, contrapponendo i luoghi
agganciati al cambiamento e allo sviluppo ad altre realtà
che ne sono invece al margine.
Ma quali sono le ragioni del successo o dell’insuccesso
di una comunità?
Quando si parla di montagna, una discriminante fondamentale riguarda necessariamente il modello di sviluppo
proprio delle aree rurali, di fatto preponderanti in quasi
tutte le realtà montane.
Prendiamo il caso della provincia di Bergamo, dove l’agricoltura di montagna ha ancora una funzione importante
in termini economici, ma soprattutto sotto il profilo ambientale. Un interessante esempio della persistenza di
questa funzione di presidio dell’agricoltura montana sul
nostro territorio provinciale è offerta dall’attività d’alpeggio, che proprio in questo periodo si sta avviando verso la
conclusione della stagione.
La maggioranza degli alpeggi attualmente utilizzati in
Bergamasca a fini zootecnici, lo ricordiamo, è ubicata sulle montagne della Valle Seriana, della Valle Brembana e
della Valle di Scalve e, anche se la tendenza degli ultimi
anni è stata quella di avere un numero inferiore di alpeggi monticati rispetto al passato, d’altra parte si osserva
la propensione ad effettuare interventi di miglioramento
strutturale: questi spaziano dalla rimessa a nuovo delle
tradizionali casere e di piccole stalle d’alta quota fino al
ripristino della funzionalità di vecchie strade agro-silvopastorali e sentieri abbandonati, nel quadro di piani di riqualificazione della viabilità di accesso alle malghe.
La tradizionale pratica di pascolo, come è noto, prevede il caricamento dei pascoli per un periodo di circa tre
mesi, lasso di tempo considerato idoneo ad un completo
utilizzo di tutte le risorse pascolive presenti in alpe. Assistiamo quindi ad un lavoro d’alpeggio caratterizzato da
un grande potenziale, che si esprime attraverso il valore
pastorale della malga ma anche grazie alla qualità delle
produzioni zootecniche e casearie.
Bergamo, peraltro, è l’unica realtà lombarda in cui la stessa amministrazione provinciale risulta proprietaria di un
alpeggio, l’Alpe Neel sito nel territorio del comune di Ardesio, da oltre quindici anni teatro di sperimentazioni finalizzate alla promozione ambientale, sociale e culturale
dell’attività zootecnica d’alpeggio.
Come valorizzare, dunque, l’economia rurale delle zone
di montagna? Ne hanno parlato recentemente i dottori
agronomi e i dottori forestali della Lombardia associati a
FODAF nel corso di una Giornata nazionale di studi su
“Foreste e Montagna” tenutasi a Sondrio.
In quell’occasione è stata espressa una forte presa di posizione a difesa delle aree rurali: l’attenzione degli agronomi lombardi si è concentrata in special modo proprio
sull’agricoltura e sulle imprese agricole collocate in zone
47
di montagna. La parola d’ordine che ne è emersa è
stata: valorizzare le aree marginali. Mentre le aziende
storicamente insediate nelle zone più favorevoli del
territorio lombardo, in particolare in pianura - fanno
notare gli agronomi lombardi - cominciano a fare i
conti con i limiti e i problemi di un modello di sviluppo
intensivo, si fanno strada alcune esperienze aziendali
che scommettono sulla possibilità di valorizzazione
dei terreni cosiddetti marginali, ossia situati in zona
montana o pedemontana oppure caratterizzati semplicemente da minori tassi di produttività. Si tratta di
aziende spesso condotte da imprenditori non di rado
provenienti da realtà lavorative diverse rispetto al settore primario, ma caratterizzati da forte motivazione
professionale o, più semplicemente, da una forte passione per l’ambiente e dalla sincera volontà di mettere
le proprie capacità e una parte del proprio tempo al
servizio del territorio locale.
Nascono così piccole e medie realtà imprenditoriali
che generalmente si orientano verso un’agricoltura
di tipo multifunzionale, con soluzioni che vanno dalle
varie forme di agriturismo e vendita diretta fino alla
promozione di progetti basati sulla didattica rurale.
Si sviluppano altresì movimenti di volontariato locale
spesso in grado di generare apporti significativi a difesa delle tradizioni, della cultura e dell’ambiente: si
pensi al contributo offerto dalle ormai numerose forme di
collaborazione in atto nelle aree montane tra agricoltori e
rappresentanze del mondo venatorio, capaci di dare vita
a progetti di riqualificazione e manutenzione ambientale di alto pregio, spesso uniti a interventi educativi e di
sensibilizzazione rivolti alle giovani generazioni e a intere
comunità locali. Negli anni a venire le aree rurali saranno chiamate a confrontarsi con scenari complessi in cui i
problemi legati all’occupazione e allo sviluppo economico s’intrecceranno con le richieste di difesa delle risorse
ambientali. Per diverse aree montane le potenzialità di
sviluppo saranno legate anche all’uso delle nuove tecnologie della comunicazione e dell’informazione. Altre opportunità riguarderanno la valorizzazione del territorio per
lo sviluppo di un turismo che sia però compatibile, come
abbiamo sottolineato, con una visione multifunzionale e
conservativa dell’agricoltura e dell’ambiente.
La sfida che ci attende sarà quella di riuscire a mettere in
rete i diversi attori della montagna - istituzioni, comunità,
operatori economici, gruppi di volontariato - realizzando
forme di cooperazione all’interno di una stessa area, così
come di collaborazione tra aree montane diverse, al fine
di indirizzare tutte le risorse disponibili verso un approccio integrato alla competitività, all’innovazione e, al tempo
stesso, alla difesa della qualità della vita delle popolazioni
locali.
Naso e mimetismo
“La sfida nel bosco tra il fiuto eccezionale del
Setter Ali, di soli 9 mesi, e le straordinarie
capacità mimetiche di una beccaccia,
la Regina…” - Belotti Giancarlo,
di S. Giovanni Bianco.
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CURIOSITÀ
a cura di Flavio Galizzi
il “Vecchio Camoscio”
di Ponte dell’acqua
Sono certo che sia capitato a molti, negli anni scorsi, di
vedere questo vecchio camoscio pascolare, a qualsiasi
ora, nel prato al di là la valletta che si immette nel laghetto artificiale di Ponte dell’Acqua, sulla sponda sinistra del
torrente. Sicuramente lo conoscevano gli abitanti della
casa di fronte, per il quali era sicuramente una sorta di
“amico”. Certo di anni ne deve avere avuti molti, viste
le condizioni di salute precarie e il consumo, con relativa caduta, di entrambe le corna. Durante il rientro da
un’escursione a Ca`San Marco, nell’autunno del 2009,
ho avuto la possibilità di un incontro ravvicinato, spinto
più che altro dalla curiosità di sapere se era maschio o
femmina, ma anche per una foto ricordo. Dopo tanti anni
di onorata presenza penso che se la meritasse. Non è
assolutamente possibile risalire all’età esatta, visto che
non era disponibile ad un incontro diretto né ad una in-
tervista. Possiamo però ipotizzare,
visto che le aspettative
massime di vita, per i maschi,
possono raggiungere anche i 16/18 anni, e
considerate le sue condizioni di salute, che ne avesse sicuramente più di 15/16. Il pennello, ancora visibile, mi ha
dato il responso che cercavo: si trattava di “un vecchio maschio”; un’informazione per quanti, in quegli anni, lo avessero visto pascolare su quel praticello, ai bordi della pineta.
Lo scorso anno non l’ho più rivisto.
Le acrobazie degli stambecchi
Questo straordinario documento fotografico che ci ha inviato Piero Gritti (Pieroweb per gli amici che lo frequentano
sul Web), che ringraziamo per il prezioso contributo documentario, è assai eloquente sull’abilità del nostro signore
delle rocce, sua maestà lo Stambecco, di sapersi muovere con la massima disinvoltura su qualsiasi superficie e a
qualsiasi pendenza. Un vero maestro di free-climbing, lo
stile di arrampicata su roccia più spettacolare.
Come può, lo stambecco, ottenere queste prestazioni?
La risposta trova la sua chiave di lettura nei principi
dell’evoluzione Darwiniana, sull’effetto che l’ambiente
esercita lentamente sulle specie dopo che esse permangono, per ragioni diverse, in determinati ambienti e a determinate condizioni. In particolare, se vogliamo dare uno
sguardo d’insieme agli ungulati che vivono sulle nostre
Orobie sotto questo profilo di adattabilità dello zoccolo
ai diversi ambienti da loro frequentati e agli adattamenti
che nel corso dell’evoluzioni sono sopravvenuti, possiamo
ordinarli secondo una certa scala. Hanno zoccoli meno
specializzati quelli che conducono vita di bosco, come il
capriolo e il cervo, con la “solea”, quel particolare cuscinetto morbido che si trova proprio all’interno dell’unghia,
a contatto con il suolo, quasi fosse un polpastrello, che in
queste due specie è sì robusto, ma al contempo delicato,
proprio per il tipo di suolo che deve calpestare e la sensibilità che deve avere. Una posizione intermedia la ricopre
il Camoscio, il quale, considerato l’ambiente roccioso, ma
anche misto, che frequenta, ha una “solea” e unghie decisamente più robuste dei cervidi, ma non all’altezza di
quelle dello stambecco. In più però, per lui, l’evoluzione ha
provveduto a dotarlo di una membrana interdigitale che gli
permette di muovesi con maggior disinvoltura sulla neve,
limitandone lo sprofondamento, che per i cervidi rappresenta invece un grave e pericoloso ostacolo in caso di
fuga da un predatore. La massima aderenza sulle rocce, e
la documentazione fotografica ne rende pienamente atto,
l’hanno raggiunta gli stambecchi, grazie ai bordi delle unghie particolarmente robusti, che permettono un’aderenza
massima alle più piccole asperità delle rocce, e a una
“solea” particolarmente morbida e al contempo robusta,
in grado di offrire una straordinaria forza di adesione, una
“grip” veramente straordinaria.
49
d’au
Pagine d’autore
PAGINE D’AUTORE
a cura di Annibale Facchini
Proponiamo, in questo numero, un emozionante
brano tratto dal racconto “Il gallo di Monte Inferno”
pubblicato nel libro “UOMINI, MONTI E ANIMALI”, a
cura dell’Associazione Cacciatori Bellunesi, fresco di
stampa, edito dalla Casa Editrice Terra ferma – Crocetta
del Montello (TV). L’autore, Claudio Betta, che molti
di noi conoscono è un grande cacciatore e un ottimo
scrittore, dalle grandi passioni, dal profondo amore per
la montagna e per tutto quanto ruota intorno al mondo
della caccia e della fauna.
IL GALLO DEL MONTE INFERNO
……. È una sera calma e tiepida, una di quelle sere dei primi di
maggio che quassù sui monti portano il presagio della primavera imminente. L’aria dolce solo di tanto in tanto percorsa da
un brivido residuo dell’inverno, porta tanta speranza nei cuori
degli uomini e degli animali. Le nevi si sciolgono lente, le prime
gemme si aprono alla vita, il bucaneve sboccia violento dalla terra
umida e in fermento. C’è la speranza nel nostro cuore che ammira estasiato lo stupendo scenario della natura in risveglio: le stelle
brillano più vivide, la luna fa scendere i suoi raggi fra le chiome
degli abeti e dei cirmi, mentre nelle radure ancor bianche di neve
salta festosa la lepre alpina e la volpe scivola frettolosa a tessere
le sue insidie. Si sente il rumore del ruscello gonfio d’acqua che
impetuoso scende a valle, e a poca distanza l’urlo triste del rapace
notturno che vola tra le piante in cerca della preda.
Ma questa sera non mi affascina lo scenario stupendo delle vette
che brillano alla luna, né la vita misteriosa che palpita nella notte;
il mio il mio pensiero è lassù, tra gli ultimi cirmi, su quella costa
scoscesa dove tra poche ore si ripeterà più bello che mai l’inno
all’amore e alla vita; la giostra solenne e violenta, la lotta dei
forcelli. È la terza volta quest’anno che salgo il sentiero coperto di
neve; si vedono ancora vagamente le orme lasciate dalle racchette
tre giorni fa.
Questa volta però la fatica si fa sentire: mentre prima la neve era
ancora gelata e con le racchette affondavo pochissimo, oggi, dopo
un paio di giorni caldi di sole la neve non regge più il mio peso;
ho dovuto rinunciare alle racchette e ora salgo verso la malga
affondando fino al ginocchio e più. Benché l’aria sia molto fresca
perché sono quasi sui duemila metri, il sudore gronda copioso sul
mio viso; lo zaino col thermos del tè, il pane e io salame, la piccola
scure e il sacco a pelo pesano sulle spalle, la cinghia del fucile sembra volermi tagliare la pelle; ad ogni passo i muscoli delle gambe
dolgono di più. Ma non importa, questa è la volta buona o mai
più, e la fatica non conta. Ho negli occhi la visione del vecchio
gallo impazzito d’amore che da due primavere si fa gioco di me; e
anche l’autunno scorso mi ha fatto dannare assieme al cane, con
50
le sue pedonate furtive e lunghissime, su per il bosco selvaggio,
per pi levarsi sempre al coperto, dannatissimo uccello beffardo.
Questa è la terza volta quest’anno: la prima il gallo sospettoso
non è venuto al mio richiamo, e quando ho cercato l’avvicinamento si è alzato lontano. La seconda volta un vento impetuoso
l’ha fatto tacere e nascondersi nel folto della macchia, mentre io
giacevo intirizzito e stanco ad aspettare invano. Questa deve essere la volta buona: devo prendere il vecchio campione imbattuto
o non avrò più pace. E allora avanti nella neve molle e pesante,
avanti stringendo i denti con rabbia, mentre le labbra sanno di
sale e il cuore salta nel petto.
Sono arrivato alla malga umida e muffita, sporca, nera, triste. Mi
getto sulla panca senza togliermi lo zaino,
affranto. Fra poco più di un’ora, dopo
aver bevuto il buon tè ristoratore,
sarò di nuovo in cammino per
raggiungere la posta. Ancora un
passo e ci sono; dalla neve si
innalza per alcuni metri una
roccia nera: la neve nello
sciogliersi si è staccata dal
sasso e io posso infilarmi
nella crepa. Con la schiena alla
roccia, solo le spalle, le braccia e la
testa emergono dalla neve. Davanti
a me tre giorni fa ho piantato alcuni
rami di cirmo per mascherarmi; il
gallo si sarà abituato a vederli e non
sospetterà di niente. È questo il
posto che ho scelto per tendere
l’agguato al vecchio maschio nero:
ho giurato che se non lo prendo
oggi non verrò più a sfidarlo. Un
lungo sorso di grappa e l’attesa
comincia. Sono arrivato
appena in tempo; già
utore
a levante una tenue luce chiara dà l’avviso del giorno che
nasce; alcuni minuti e poi i primi uccelli si fanno sentire
intorno a me. La gola mi brucia, mi pare di dover tossire,
ma devo resistere. Am
Anche il mio cuore fa un rumore indiavolato, e il naso comincia a pizzicare. Non devo soffiarlo, non devo muovermi,
devo resistere anche se una gamba mi duole. Forse ce la farò.
Un leggero battito d’ali, un alito che mi sfiora e un colpo sordo sulla neve: il vecchio è arrivato puntuale. Qualche secondo
di silenzio, poi un lieve miagolio. Sento il rumore delle zampe
che si muovono sulla neve: mi è così vicino che se allungassi
una mano lo toccherei. Chiudo gli occhi perché non mi veda e
il gallo, dopo un paio di soffi potenti, comincia la danza di sfida
e d’amore.
Lo sento saltare, strisciare le ali irrigidite sulla neve mentre i soffi
di sfida sono sempre più forti e numerose si alternano al “gurù
gurù” del suo canto. Non capisco più niente, non vedo l’alba che
nasce, non vedo le stelle impallidire, spero solo che il forcello non
fugga o non si allontani prima che io lo possa scorgere e mirare. Il
canto prosegue a ritmo sempre più travolgente, dai colpi d’ala che
sento e di salti il vecchio deve essere al colmo della furia erotica:
i suoi soffi sibilano rochi nell’aria come fischi di locomotiva, e
qualche miagolio nasale interrompe di tanto in tanto le corone
del “gurù gurù”. Sembra che un’intera orda di galli abbia intonato una sinfonia selvaggia, ma è solo lui, il campione, il domina-
tore, il vecchio re della montagna che sfida tutti, ed è sempre lui
solo, poiché nessuno osa contrastarlo.
Ora vedo una macchia nera a una decina di metri che sembra
muoversi sulla neve; ma la luce è poca ed è facile che l’occhio
s’inganni. Un attimo di sosta, di silenzio e dall’altro lato ella
costa una femmina chiama il gallo. Non posso più attendere, tra
qualche secondo il forcello abbandonerà la posta per volare verso
il richiamo. Con le mani che tremano, la fronte imperlata di
sudore e il cuore in gola arrischio la fucilata, anche se gli occhi mi
bruciano, puntando la macchia informe sulla neve, il colpo secco
si ripercuote nel silenzio del mattino, ritorna l’eco dalle gole e
dalle vette vicine risponde un cupo boato……………………………
Quanta emozione, quanta intensità…
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PROPOSTE DI LETTURA
a cura di Luigi Capitanio
Proposte
di lettura
Anche Settembre tutto sommato è un mese che “sente”
ancora un po’ di ferie. I più sono tornati al lavoro, molti
cacciatori, che le vacanze estive ancora non le hanno
godute, iniziano in questo periodo il meritato riposo
annuale. Vien da pensare che il cacciatore, in questo
periodo, sia molto indaffarato per i preparativi che
riguardano la sua passione e quindi consigliare un buon
libro da leggere possa sembrare un appello inutile o
almeno non ascoltato. Non è così. Molte volte proprio
il cacciatore, nelle ore serali che precedono il riposo
notturno, leggono qualche pagina di un libro.
È una sana abitudine che ci aiuta a distendere i nervi
e soprattutto stimola il lettore a vedere con occhio
diverso tutto quanto ci circonda. In questo numero del
nostro “giornalino” la proposta di lettura riguarda un
libro che spazia nel mondo che vive a cavallo tra la
fantasia e la realtà. Il titolo: “LEGGENDE E STORIE
INSOLITE DELLE DOLOMITI”. L’autore Dino Dibona,
è nato e vive a Cortina d’Ampezzo. Grande conoscitore
della montagna è Accademico del Gruppo Italiano
Scrittori di Montagna. Laureato in Scienze Forestali
è docente in Pedologia alle Università di Padova
e di Modena. I racconti contenuti in questa opera
sono ispirati e ambientati nel magico scenario delle
montagne considerate oggi le più belle del mondo:
Le Dolomiti. Si tratta di storie originali, fantastiche,
frutto dell’immaginario, dove realtà e fantasia spesso
si confondono e appaiono come nucleo aggregante
del racconto stesso. I personaggi dei racconti sono
persone realmente esistite e narrate con altri nomi
e altri destini. Lo stesso vale anche per i nomi delle
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località, villaggi montani oggi abbandonati e dimenticati.
L’autore, con incredibile maestria, attraverso l’intreccio
di vicende veramente vissute, associate a verità del
tutto immaginarie, ci conduce alla scoperta di località
incantate, forse uniche al mondo. Edito da Newton
Compton editori, è reperibile nelle librerie ad un prezzo
veramente modico.
Il libro che presentiamo, “UOMINI, MONTI E ANIMALI”,
storie di montagna bellunesi” è il risultato di un’iniziativa
prestigiosa, che merita di essere elogiata per lo sforzo
editoriale e la qualità del contenuto, oltre che per la
grafica. È una raccolta di 13 racconti di caccia, di
autori diversi, pubblicati sulla rivista CACCIA 2000 nel
corso dei vent’anni di vita dell’Associazione Cacciatori
Bellunesi, arricchita da numerose e splendide fotografie
di ambienti, fauna e flora alpina. Un vanto per gli amici
cacciatori bellunesi. I testi sono di Erio Bernard, Claudio
Betta, Maria Teresa Colle, Elvio Dal Pan, Paolo Piccolo
e Alessandro Vieceli. wBasta sfogliarla per rendersi
conto della bellezza delle immagini, che parlano di
montagna, di fauna e di fiori, cose che tutti noi amiamo,
patrimonio che ci viene affidato da custodire e godere
anche nelle nostre Orobie. I racconti ci parlano delle
bellezze della montagna, delle fatiche e delle della
caccia, dell’amore per la montagna e dei sentimenti
che la solitudine in quota sa far nascere nel cuore del
cacciatore.
Una pubblicazione che a pieno titolo può trovare un
posto d’onore tra i libri della biblioteca del cacciatore di
montagna.
Il libro, pubblicato dall’Editore Terra Ferma, Crocetta del
Montello (TV), fresco di stampa, è stato presentato a
Pedavena (BL) il 2 Settembre di quest’anno.
EDITORIA GIORNALISTICA DI SETTORE
a cura di Flavio Galizzi
L’EDITORIA GIORNALISTICA DI SETTORE E
L’AGGIORNAMENTO DEL CACCIATORE
Non esiste attività umana che non
richieda un aggiornamento costante.
E questo vale ovviamente anche
per noi cacciatori. Il panorama delle
testate che si occupano di caccia si è
molto arricchito, tanto che la stampa
a cui tutti siamo in qualche modo
abbonati, quella dell’associazione di
appartenenza, si è dovuta adeguare
aggiornando e migliorando i propri
strumenti di comunicazione. Ma la
stampa specialistica richiede livelli
qualitativi sempre più alti, e i migliori
“esperti” del settore sono piuttosto
contesi. Ciò rappresenta un valore in
più per il cacciatore, che può tenersi
sempre aggiornato e fare tesoro delle
esperienze degli altri, migliorando
così il suo livello di competenza,
a beneficio della gestione e della
crescita culturale e delle competenze
della “categoria”. Anche sul versante
dell’editoria libraria stanno nascendo
e si stanno diffondendo, a beneficio
di tutti noi, nuove collane che
dedicano alle diverse specie oggetto
di interesse venatorio pubblicazioni
specifiche sempre più di alto livello.
Ben vengano. Di quelle cerchiamo
di tenervi aggiornati con la rubrica
“Proproste di lettura”, curata da
Capitanio.
Si tratta di due settori editoriali,
quello librario e quello delle “riviste
periodiche”, dalle caratteristiche un po’
diverse. Se il primo tende a migliorare
e fare il punto sui “fondamentali”,
cioè su quelle conoscenze specifiche
derivanti dagli studi sempre in atto
sulle diverse specie animali, nel nostro
caso di quelle di interesse venatorio,
facendo tesoro delle esperienze in
atto e dei risultati ottenuti, il secondo,
quello della stampa periodica, è un
po’ più dinamico. Il periodico di settore
tende a vivacizzare l’interesse e del
lettore ponendo l’attenzione, con
analisi di sintesi, sui diversi aspetti
dell’attività venatoria, dando per
scontato a volte la conoscenza dei
“fondamentali”, con aggiornamenti
sugli studi di settore “in tempi reali”.
Esso può spaziare, proprio per
questa sua caratteristica “sintetica” e
“giornalistica”, su innumerevoli aspetti
che gli studi sulle specie e sulla loro
gestione devono necessariamente
trascurare. Troviamo così articoli
interessanti sulle tecniche di caccia,
sulle armi, sulla balistica interna, sula
balistica terminale, sulle attrezzature,
le ottiche, l’abbigliamento: su tutto
quanto ruota attorno al mondo della
caccia. Al lettore serve la capacità,
ovviamente, di sapersi districare
tra le informazioni puramente
commerciali dei prodotti presentati,
che ovviamente tendono a illustrare
quel prodotto descritto come “il non
plus ultra”, mentre si tratta per lo più
di un prodotto come tanti altri, anche
se sicuramente di qualità. Ma la
pubblicità è un aspetto imprescindibile,
visti gli alti costi dell’editoria, e spetta
a noi saperci districare e cogliere
l’essenziale, trascurando un po’ la
“moda” del momento. Tra le novità
che mi hanno incuriosito e mi
hanno piacevolmente fatto riflettere
sull’importanza di saper saggiamente
utilizzare la gran mole di informazioni
contenute nelle annate delle riviste, ci
sono GLI SPECIALI DI CACCIARE
A PALLA. Si tratta di pubblicazioni
di sintesi di tipo giornalistico. Essi
raccolgono i migliori e più importanti
interventi specialistici, a firma di
esperti di indubbia fama, sui diversi
aspetti della caccia di selezione agli
ungulati. Si nota un trend di crescita
qualitativa, a partire dal primo sul
capriolo, fino all’ultimo di quest’anno,
sul Cervo, che rende atto di un
percorso d’informazione negli anni
sempre più accurato, trasformando
un prodotto di consumo, appunto
quello della rivista, che si sfoglia e si
lascia in attesa di informazioni nuove,
in un prodotto di qualità, che può
trovare una giusta collocazione in una
spazio della nostra biblioteca, tra i libri
importanti di interesse venatorio.
53
STORIA E TRADIZIONI
a cura di Flavio Galizzi
“Leggendo l’interessantissima pubblicazione sulla
storia della Val Taleggio: “CENNI, ED OSSERVAZIONI SULLA VALLATA DI TALEGGIO”, curata da Arrigo
Arrigoni, del Centro Storico Culturale Valle Brembana “Felice Riceputi”, che documenta uno scorcio di
quella “piccola storia” che ha interessato la gente
di questa valle, ho trovato notizie storiche di grandissimo interesse. Voglio proporre ai nostri lettori
gli interessanti capitoli dedicati alla “caccia”, così
come redatti dall’autore Giuseppe Locatelli, Perito
Agrimensore, nel 1823, quasi due secoli fa. Quando
parliamo, difendendo la pratica della “caccia”, di difesa delle “tradizioni”, facciamo riferimento a “queste tradizioni”, che tanto hanno segnato, per secoli,
la vita dei nostri valligiani.”
Capt.o 7°
§.41 Delle Uccellinade, e Caccie
§.42. Roccoli.
La principale e maggior insidia che si fa agli uccelli sono i Roccoli
col piantare in semicircolo delle piante alte sopra otto Braccia 163
comuni a doppio ordine, ed eguale distanza, tagliate a ceppaia.
Nell’interno del circolo esteriore vi si colloca una rete altrettanto
alta e lunga, fatta a maglie sottili di buon filo di lino, e tesa lungo
il semicircolo medesimo. Poco distante ma in sito più eminente
si costruisce un casino a comodo dell’uccellatore; da dove osserva
nascosto gli uccelli, che sopra i rami delle apposite naturali piante
collocate nel centro del Roccolo si soffermano invitati dagli uccelli
di gabbia, che situate sui tronchi delle piante stesse invitangli con
canto primaverile a fermarsi, e nell’atto stesso veduti dall’ucellatore lancia qualche pezzo di legno, e fa del rumore del che spauriti si
abbassano, e nell’uscire si avvolgono nella rete, dalla quale si levano a comodo del cacciatore. L’uccellanda incomincia dalla metà di
7bre e dura tutto 8bre tempo consueto in cui fanno il solito passaggio gli uccelli e cadaun Roccolo proporzionatamente prende circa
n° 1200 chi più, chi meno a seconda della posizione più favorevole,
e la maggiore o minor disinvoltura dell’uccellatore. Il numero poi
di essi Roccoli nell’interno della Valle è di 20 che rendono ognuno l’annua somma di Lire 60 nitide, complessivamente Lire 1200.
Le specie d’uccelli da Roccolo sono il Fringuello, il Montanello,
che si ferma anche l’inverno se trova la Faggiuola, i Logarini, Laverini, Pagliarane, Becchi in croce, e poche altre specie di grossi
come Frisoni, Tordi, e qualche Dresso in quelli più vicini ai monti,
ed ai ginepri del cui frutto ne è ghiottissimo.
§.42.1/2 Archetti.
La seconda specie d’insidie è quella degli Archetti: questi si formano con verdi elastiche verghe di faggio, od altro legno, e ripiegate
in se stesse formano un elisse, alla estremità gli si tende un forte
doppio filo di canape, che con apposito nodo trattiene una piccola
freccia pure di legno lunga quattro dita, quelli si appostano alle
siepi nelle campagne, ed ai cespuglj, ove svolazzano gli ucceletti
anche sulla freccia: essa cade, e loro rimangon presi e costretti dal
detto doppio filo ad una estremità della verga curvata. Le specie
più comuni sono i moratti, indi i picialetti, qualche tordo, e merlo.
e se ne cava la verosimile somma annua di Lire 1000, a circa soldi
dieci la dozzina. Il terzo meno circa di valore di quelli da Roccolo.
§.43. Lacci.
Ometterò quivi la descrizione delle trappole, avendone di già parlato nel paragrafo dei Boschi di Faggio; ma non quella dei Lacci:
questi si fanno di crini di Cavallo, si tendono sotto de ginepri, sul
Tiglio, e sopra i spini bianchi per prendere Dresse, Vischere, Tordi,
e Sdordini. Ossia si tendono in terra nei siti umidi, piani, ed ombreggiati facendovi lungo i lati una parata di sassi, acciò non vi sia
altro passaggio, e ciò particolarmente si usa per le Pole nel mese di
8bre, che ghiotte di insetti e vermicelli, che su simili luoghi più abbondanti esistono; nel cercar de quali rimane preso questo uccello
pregiatissimo e di grossa mole. In alcuni anni se ne prende sino a n°
100, che a Lire 3 cadauno portano la somma di Lire 300.
§.44. Collo Schioppo.
Usasi anche lo schioppo per prendere uccelli, coll’andarne in cerca
tra i boschi; ma più coll’appostazione del luogo vicino a qualche
pianta da frutto; quivi si erige un piccolo stanziolo ombreggiandolo con frasche, ed entro vi si nasconde il cacciatore aspettando
l’uccello a pascersi del frutto della vicina pianta; la prima di queste
cacce si fa sulle cerase per i merli e frisoni; indi sui spini bianchi
per i Merli, Tordi, e Sdordini; sui Sorbi e Frassenelle per le Dresse e
Vischere, e qualche annata sull’alpestre de nostri Monti di questa
specie se ne prendono in quantità. Il tutto non ascenderà l’ annua
somma di Lire 200 Milanesi, poco più poco meno.
54
ATTIVITÀ DEL COMPRENSORIO
Prova pratica per
cani da recupero
Giornata splendida, nonostante la pioggia della sera
prima, che è continuata durante la notte. Uno spunto in
più per rendere più impegnativa la traccia. Lo scenario
è stato quello della bellissima Val Taleggio, nella conca
poco prima di capo Foppa, già teatro della prova
nazionale del 2009. Si è trattato questa volta di un
incontro amicale, per cani da abilitare e far lavorare su
tracce brevi per i più giovani e regolari per i cani adulti,
comunque impegnative, come ormai ci si è abituati
ad organizzare con grande competenza da parte dei
nostri recuperatori. Le tracce erano state predisposte
il giorno prima dai due Giudici nazionali Diego Vassalli
già presidente del gruppo, e Osvaldo Valtulini, attuale
presidente del gruppo provinciale dei Conduttori di cani
da traccia.
Erano presenti alla prova Carminati Sergio, con Kira,
bavarese, Giupponi Fausto, con Raul, bavarese, Orlando
Italia, con Milù, bavarese, la sig.ra Adriana Corticelli,
con “Zara”, hannoveriano, Pesenti Giovanni, con Fred,
bavarese, e Tòi, hannoveriano di Diego Vassalli, già
campione.
Le prove hanno dato la possibilità di riprendere sul
campo gli addestramenti in vista della prossima stagione
venatoria e della prove di abilitazione per i più giovani,
che si svolgono normalmente nel mese di maggio –
giugno di ogni anno, che quest’anno si sono svolte agli
Spiazzi di Gromo.
Un’occasione importante, che dimostra la grande
passione del gruppo bergamasco, sempre attivo e
pieno di entusiasmo, i cui obiettivi prioritari sono
quelli di far raggiungere a tutti i Soci un alto livello
di professionalità. Un passione che ogni anno si
alimenta e coinvolge nuovi recuperatori. Penso
che l’obiettivo massimo potrebbe essere quello
di avere in ogni settore almeno tre recuperatori,
così che sul piano operativo, nel periodo di
caccia, ogni settore si possa rendere autonomo,
e sul piano dell’utilizzo pratico si sia sempre in
grado di avere a disposizione un recuperatore esperto
del territorio dove viene chiamato ad intervenire e dove
pratica anche l’attività di prelievo.
Spero non sia solo un sogno, e che si avveri presto.
Innanzitutto per gratificare i recuperatori che si dedicano
a questa attività, così importante e qualificante per
la gestione venatoria del nostro Comprensorio, la cui
finalità prima è quella di completare sempre ogni azione
di caccia, in caso di ferimento del capo, con l’azione di
recupero da parte di un cane abilitato, gratificante per
il cacciatore e l’accompagnatore, e qualificante per la
gestione stessa.
Una giornata veramente piacevole, che si è conclusa
a Capo Foppa, con una grigliata, salumi del Rasmo,
formaggio della Val Taleggio e un ottimo bicchiere di
vino, fino al dolce preparato da Adriana, nello stile
tradizionalmente amicale dei cacciatori.
55
Remo
Gli amici cacciatori che “Sono andati avanti”
Vogliamo ricordare, perché sono stati amici di tutti noi, i cacciatori che sono “andati avanti”. Ci piace utilizzare questa
espressione perché la nostra è una valle Alpina, che nei tempi addietro ha dato quasi tutti i suoi giovani a questo Corpo, per
cui riteniamo di poterci esprimere anche noi cacciatori di montagna con questa bellissima espressione, che nasce da un
profondo e sincero sentimento di amicizia vera che caratterizza tutta la nostra gente di montagna.
Ricordiamo con affetto i cacciatori Italo Arioli, di Piazzatorre, e Ermenegildo Dominoni, di Camerata Cornello, Remo per gli
amici, che per anni hanno praticato la caccia di Selezione nel nostro Comprensorio. Sono stati esempio di attaccamento
alla montagna e alle più nobili tradizioni venatorie della nostra valle. Hanno amato la montagna, e hanno avuto il privilegio di
poter godere intensamente dei suoi frutti, dei suoi silenzi, delle albe e dei tramonti, e dei momenti più magici e intensi che la
montagna e la caccia sanno regalare.
Alle loro famiglie rivolgiamo con grande affetto le nostre più sentite condoglianze, e a loro un sincero saluto amicale, e un
cordiale ”Arrivederci”.
La Redazione
Italo
56
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a cura Mosca Fausto
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VARIAZIONI AL CALENDARIO VENATORIO 2011 - 2012
a cura di Calvi Bruno
CARNIERE STAGIONALE DELL’AVIFAUNA
TIPICA ALPINA: 3 CAPI
ADDESTRAMENTO CANI:
ZONA B:DAL 20 AGOSTO AL 14 SETTEMBRE
DAL 27 AGOSTO AL 14 SETTEMBRE CANI
DA FERMA.
ZONA A: DAL 11 SETTEMBRE AL 25 SETTEMBRE
L’ADDESTRAMENTO CANI E’ CONSENTITO
PER TRE GIORNI FISSI SETTIMANALI
(MERCOLEDI’-SABATO E DOMENICA) SIA
PER LA ZONA A CHE PER LA ZONA B.
CACCIA NELLE ZPS:
NEL MESE DI GENNAIO 2012 LA CACCIA DA
APPOSTAMENTO FISSO NEL COMPRENSORIO
ALPINO VALLE BREMBANA È CONSENTITA
ESCLUSIVAMENTE NEI GIORNI MERCOLEDÌ E
SABATO.
OPPORTUNITÀ VENATORIE:
I CACCIATORI CAPANNISTI
Possono effettuare dalla TERZA DOMENICA DI
OTTOBRE 15 GIORNATE di caccia vagante alla
selvaggina migratoria, anche con l’uso del cane, negli ATC
o nella zona B del CA in cui sono iscritti.
I CACCIATORI VAGANTI
Possono effettuare dal PRIMO DI OTTOBRE 15
GIORNATE di caccia da appostamento fisso in tutti gli
ATC o CA della Lombardia, previo consenso del titolare
dell’autrizzazione dell’appostamento fisso.
AVVERTENZA IMPORTANTE
In entrambi i casi è previsto l’obbligo di evidenziare, tramite
cerchiatura indelebile, la giornata di caccia utilizzata in
difformità all’opzione di caccia prescelta.
CENSIMENTO ALLA LEPRE BIANCA:
La delibera dei censimenti n. 145 del 29.03.2007 è stata
modificata per quanto riguarda il censimento alla lepre
bianca che si potrà svolgere con l’ausilio di un cane
da seguita e con la seguente regolamentazione: “Alle
operazioni con cani da seguita possono accedere coloro
che hanno optato per la forma di caccia “Vagante alla lepre
comuine” nell’anno precedente e altro personale volontario
con qualificata esperienza faunistica e cinofila, autorizzati
dal Comitato di Gestione del Comprensorio alpino,
individuato tra i cacciatori soci.
I cani da seguita dovranno essere di età superirore a 2 anni
e nel numero di un cane per operatore.
L’uscita di censimento dovrà essere notificata al
Comprensorio (anche sulla segreteria telefonica)
indicando il nome degli operatori, la data e la zona di
censimento.
CACCIA VAGANTE CON L’AUSILIO DEL CANE:
Durante la consulta Provinciale di Giugno il Comprensorio
Alpino ha proposto di dare solo alle forme di caccia 2 e 3
(Zona B e Tipica) la possibilità di utilizzo del cane.
Siamo in attesa di una delibera integrativa in tal senso da
parte della Giunta Provinciale.
57
58
COMPRENSORIO VENATORIO
ALPINO VALLE BREMBANA
Presidente
Alessandro Balestra
Rappresentante Provincia
Bianchi Valeriano
Rappresentante Comunità Montana
Bianchi Giovanni Alberto
Rappresentante CPA
Alessandro Balestra
Rappresentante CPA
Bruno Calvi
Rappresentante ANUU
Migliorini Giovanni
Rappresentante F.I.D.C
Fiorona Roberto
Rappresentante F.I.D.C
Gozzi G. Battista
Gruppo Cinofilo Bergamasco
Athos Curti
Rappresentante C.A.I.
Bonetti G. Antonio
Rappresentante C.A.I.
Bosatelli Daniel
Rappresentanti Coldiretti
Francesco Locatelli • Sperandio Colombo
COMMISSIONI
Avifauna tipica alpina e ripopolabile:
Presidente Marco Bonaldi
Ungulati:
Presidente Luigi Capitanio
Lepre:
Presidente Stefano Bianchi
Capanno:
Alessandro Raffaele Balestra
O
LP
B
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RI
EM
BA
NA
C O M PR E NSO
A
SEDE
Lenna (BG) • Piazza IV Novembre, 10
tel./fax 034582565
www.comprensorioalpinovb.it
e-mail: [email protected]
IN
O
L
VA
LE
Segretaria: Alba Rossi
Orari di apertura: Mercoledì, Giovedì e Venerdì:
dalle 9.00 alle 12.30 e dalle 14.00 alle 16.30
Sabato dalle 9.00 alle 12.30
ASSESSORATO PROVINCIALE
SETTORE CACCIA, PESCA E SPORT
Via San Giorgio • Tel. 035387700
Assessore Sett. Caccia, Pesca e Sport
Alessandro Cottini
Ufficio Tecnico Caccia e Pesca
Dirigente • Dr. Gian Carlo Bosio
Referente: Giacomo Moroni
Servizio di Vigilanza Provinciale:
Responsabile • Gian Battista Albani Rocchetti
Collaboratori • Bruno Boffelli, Cristiano Baroni
SERVIZI DI PUBBLICA UTILITÀ
Pronto Soccorso Sanitario
Ospedale Civile S. Giovanni B.: Tel. 034527111
Centro antiveleni • Ospedali Riuniti di Bergamo:
Tel 035269469 (Tel 118)
Soccorso Alpino CAI • Elisoccorso: Clusone:
Tel. 034623123
Pronto Soccorso Veterinario • BG
Via Corridoni 91 • Tel. 035362919
Corpo Polizia Provinciale:
numero verde 800350035
Emergenza Sanitaria: Tel. 118
Vigili del fuoco: Tel 115
SET TEM BR E 2011
QUA D R I M E S TR A LE D E L CO M PR E N S O R IO A LPIN O VA LLE B R E M BA N A