disponibile - comprensorio alpino valle brembana
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Periodico di cultura venatoria e gestione faunistico-ambientale del Comprensorio Venatorio Alpino Valle Brembana - Poste italiane S.p.A spedizione in A.P. - 70% - DCB Bergamo - Cod. ISSN 1723-5758 - contiene IP IN VAL BREMBANA Settembre 2011 Anno XIII - n. 41 O LP B R RI EM BA NA C O M PR E NSO A IN O L VA LE ASSEMBLEA ANNUALE RASSEGNA ANNUALE DEI TROFEI 4° SAGRA ESTIVA PER UCCELLI DA RICHIAMO CANI E FAUNA SELVATICA: UNA CONVIVENZA POSSIBILE? CONCORSO DI CUCINA ALL’ISTITUTO ALBERGHIERO DI SAN PELLEGRINO PROVA NAZIONALE CANI DA TRACCIA 2° TROFEO ALTA VALLE BREMBANA DI TIRO CON LA CARABINA Sommario 3 editoriale Alessandro Balestra 4 ATTUALITÀ Saluto dall’assessore Cottini 8Progetto sviluppo turistico Val Fondra 5LETTERE Il gesto di un vile G. B. Gozzi 6 Duro colpo alla cinofilia Massimo Peres 10COMMISSIONI Tipica alpina Marco Bonaldi 11Ungulati Luigi Capitanio 12 Capanni Alessandro Raffaele Balestra 13 Lepre Stefano Bianchi 15 ARTICOLI Assembela annuale Relazione del Presidente 20Se ci sei batti un colpo G. B. Gozzi 21Il protocollo tecnico per la gestione degli ungulati selvatici poligastrici in provincia di Bergamo Dr. Claudio Cesaris 31I prelievi per il monitoraggio sanitario per la stagione venatoria 2011 Dr.ssa Alessandra Gaffuri Direttore responsabile 32Etica venatoria e... andare sull’anschuss Flavio Galizzi Alessandro Raffaele Balestra, 34Cani e fauna selvatica: una convivenza possibile? Andreaa Galizzi Hanno collaborato 36Concorso di cucina all’istituto albeghiero di San Pellegrino Flavio Galizzi Stefano Bianchi, Marco Bonaldi, Nani Cadorin, 38Prova nazionale per cani da traccia Osvaldo Valtulini Stefania Pendezza, Massimo Peres, 41Trofeo Alta Valle Brembana a cura degli organizzatori 41Recupero della fauna selvatica a cura della redazione Coordinatore Flavio Galizzi Redazione: Flavio Galizzi, Bruno Calvi, Giambattista Gozzi, Luigi Capitanio, Piergiacomo Oberti Per i testi Tiziano Ambrosi, Alessandro Raffaele Balestra, Bruno Calvi, Luigi Capitanio, Annibale Facchini, Sergio Fezzoli, Andrea Galizzi, Flavio Galizzi, Alessandra Gaffuri, Gianbattista Gozzi, Osvaldo Valtulini Per le immagini Sergio e Manuel Carminati, Andrea Galizzi, Flavio Galizzi, Gianni Gritti, Fulvio Manzoni, Aurelio Paganoni, Pieroweb, Valbrembanaweb, Archivio Di Liddo, Archivio Provincia Direzione e redazione RUBRICHE 43 Infertilità della cagna Tiziano Ambrosi 45Le canne da fucile “Nani” Cadorin 47Educazione faunisticoambientale Stefania Pendezza 48Pagine d’autore Annibale Facchini 49Curiosità Flavio Galizzi Lenna (Bg) - Piazza IV Novembre, 10 Tel. e Fax 0345/82565 www.comprensorioalpinovb.it e-mail comprensorio: [email protected] Impaginazione e stampa Tipografia Diliddo, San Pellegrino Terme Editore Comprensorio Venatorio Alpino Valle Brembana Registrazione presso il Tribunale di Bergamo, n° 29/97 del 22/07/97 22Rassegna annuale dei trofei Luigi Capitanio 50Proposte di lettura Luigi Capitanio 274^ Sagra estiva uccelli da richiamo Alessandro Raffaele Balestra 51Editoria giornalistica di settore Flavio Galizzi La rivista si avvale della collaborazione di tutti i 29Risultati delle analisi svolte nell’ambito del controllo sanitario della fauna selvatica nella provincia di Bergamo 2010/2011 Dr.ssa Alessandra Gaffuri 54Storia e tradizioni Flavio Galizzi riserva di vagliare ed eventualmente modificare 55Prova pratica per cani da recupero 56Gli amici cacciatori che sono andati avanti la redazione 57 2 Alessandro Balestra Informazioni e scadenze Rivista dei Soci del Comprensorio Venatorio Alpino Valle Brembana Soci, con scritti e materiale grafico fotografico, senza impegni da parte della Redazione, che si quanto pervenuto, e tratterrà il materiale nel proprio archivio. La riproduzione anche parziale è vietata, salvo il consenso degli autori e del Comitato di Gestione Foto copertina Luciano Lavadini Editoriale Amici Cacciatori Siamo ormai all’apertura della caccia. Si parte il 18 settembre in quasi tutto il territorio, ad eccezione delle ZPS, nelle quali l’apertura è posticipata al 1 ottobre, mentre alcuni cacciatori di selezione, limitatamente per il prelievo dei maschi di capriolo e dei maschi giovani di cervo, sono già partiti il 17 agosto. Dalle comunicazioni che mi sono pervenute dalle Commissioni risulta che i censimenti degli ungulati e della tipica hanno dato buoni risultati, con presenza di selvaggina in aumento. Questo significa per tutti noi che siamo in presenza di una buona gestione, ed emerge, soprattutto, un sempre maggior rispetto per la fauna e l’ambiente e le norme di gestione del prelievo. Un grazie a tutti quelli che si impegnano su questo fronte, che offrono le loro giornate di lavoro a beneficio della gestione e di tutto quanto necessita per andare avanti con la costante volontà di migliorare sempre le cose. Ne sono prova la perfetta organizzazione della prova nazionale dei cani da traccia, la mostra dei trofei, i censimenti, la 4° edizione della fiera degli uccelli, le giornate informative per i turisti sull’impatto dei cani sulla fauna e l’ecosistema, di cui diamo ampia documentazione negli articoli di questo numero della rivista. Sicuramente siamo in un momento storico difficile per l’Italia intera, e nonostante questo abbiamo ministri del Governo che pensano più a diventare baluardo degli animalisti urbani che ai problemi essenziali del vivere quotidiano. Per contro il nostro mondo, noi compresi come amministratori tecnici ai quali è assegnato il delicato compito della gestione della fauna, sta vivendo una fase di coesione mai vista in passato. Basti pensare all’evento storico di avere un unico CUPAV regionale e provinciale, e a movimenti trasversali di aggregazione come il C.R.C.A. (Civiltà Rurale Caccia ed Ambiente). Questa nuova realtà, sicuramente già di per sé positiva, ha dato dei buoni risultati in Regione Lombardia, dove non si sono mai viste tante proposte, e così rapidamente in successione, presentate dai nostri consiglieri regionali per l’applicazione del regime di caccia in deroga in Lombardia . Credo, senza peccare di presunzione, che solo con tale spirito di coesione in difesa della civiltà rurale, della caccia e dell’ambiente, il nostro mondo è riuscito a scuotere la sensibilità di alcune parti politiche locali e regionali che fino ad ora non sembravano dare ascolto agli appelli della parte sindacale frammentata delle associazioni venatorie. A livello locale abbiamo purtroppo sofferto di episodi gravissimi, che hanno colpito in particolare un nostro membro del C.T.G., l’amico Roberto Fiorona, al quale va il mio pieno supporto e la mia solidarietà. Come se non bastasse vi sono stati anche altri casi di vandalismo anche gravi, subiti da amici carissimi, che lasciano un senso di sconforto e di vuoto a cui dobbiamo reagire in modo forte e determinato. Dobbiamo tutti lavorare affinché ciascuno riesca ad essere uomo, prima che cacciatore. Mi auguro che anche questi durissimi colpi possano essere assorbiti, e che insieme all‘etica venatoria, tanto sottolineata come carattere distintivo di un corretto atteggiamento del cacciatore verso la fauna, tutti noi siamo in grado di riscoprire, ancor prima, il rispetto verso il prossimo. Al di là di questo sfogo doveroso, devo riscontrare attorno al CTG un’adesione di intenti e uno spirito di collaborazione veramente gratificanti, di cui mi complimento, a testimonianza di come sono ben maggiori le cose di cui vantarsi che quelle di cui rammaricarsi. Spirito di amicizia, di rispetto e condivisione degli obiettivi devono sempre caratterizzare il nostro lavoro, per saperlo poi correttamente trasporlo nel nostro essere cacciatori, rispettosi dell’ambiente e della fauna, in un autentico spirito di condivisione con gli altri di questa nostra straordinaria passione. A tutti un cordiale “in bocca al lupo” per la prossima stagione venatoria. Alessandro Balestra 3 Attualità Bergamo, Settembre 2011 RI EM BA NA C O M PR E NSO Cari cacciatori, simpatizzanti e operatori del mondo venatorio, un nuovo anno spalanca le sue porte alla passione che, da secoli, caratterizza la storia e la tradizione della nostra Provincia Orobica. Si, perché di vera e propria passione si tratta. La caccia non è, come qualcuno vuol far credere, un hobby o semplicemente un passatempo. La caccia è, prima di tutto, passione, amore per il territorio, rispetto delle tradizioni, necessità di rivivere le stesse emozioni e sensazioni di chi, prima di noi, ha percorso i medesimi sentieri e attraversato le stese valli. La caccia è storia, è la nostra storia.È la storia di chi , in un confronto diretto e leale con la natura, utilizzava questo strumento per sfamare le proprie famiglie e per confermare il primato dell’uomo su quanto Dio ci aveva affidato. La caccia è anche, in un momento di particolare difficoltà economica, un importante volano turistico e finanziario. Gli oltre 80’000 cacciatori lombardi creano un indotto diretto e indiretto di oltre 250 milioni di Euro, oltre alle tasse nazionali e regionali che entrano nelle casse dell’erario. La caccia è anche uno degli ambienti più controllati da un punto di vista normativo, regolamentare e giudiziario. Non dimentichiamo che tutti i cacciatori devono avere, oltre ad una fedina penale perfetta, un comportamento caratteriale irreprensibile, pena la confisca delle armi e la revoca delle licenze. E allora?? Se tutto quanto in premessa corrisponde al vero, perché tutto questo accanimento psicologico, economico, fisico, mediatico e normativo contro la caccia e, più ancora, contro i cacciatori??? Perché negli ultimi decenni è stata diffusa una informazione completamente distorta e univoca sul mondo venatorio destinata a far credere o presumere che la caccia sia uno strumento incontrollato di sterminio nei confronti della fauna selvatica. Questo, oggi, deve cambiare. Il mondo venatorio, i cacciatori, devono utilizzare tutti gli strumenti esistenti per comunicare con la società e con il mondo esterno. Devono informare, soprattutto i giovani, delle regole e delle norme che regolamentano la caccia. Devono far comprendere che tutto ciò che viene cacciato è passato al vaglio di commissioni e istituti nazionali e internazionali e che il prelievo effettuato è sostenibile. Devono soprattutto far comprendere che in un ambiente naturale disequilibrato sono proprio i prelievi dei cacciatori, soprattutto quelli destinati ai nocivi e ai predatori, a mantenere un giusto equilibrio naturale. Bisogna far comprendere che tutti gli interventi di ripopolamento e di armonizzazione naturale avvengono con i soldi dei cacciatori e che gli stessi cacciatori rappresentano una sentinella vigile del territorio. Tutto questo compete a VOI !!! Avete l’obbligo morale di farlo per tramandare ai nostri giovani questa grande passione. Il nostro compito, quello dei politici, è di darvi tutti gli strumenti migliori per cacciare con serenità e certezza dei vostri limiti e dei vostri diritti. Ed è per questo che, in meno di un anno, il mio settore, la Provincia di Bergamo, ha già sottoscritto tre importanti protocolli. Uno triennale con l’ ISPRA per i censimenti, uno di cinque anni, sempre con l’ISPRA, per la caccia ai nocivi, e l’importante protocollo per il rilascio del certificato di equipollenza nazionale per la caccia di selezione. Si aggiungono i numerosi rilasci di fauna selvatica anche autoctona, l’approvazione del regolamento per le sanzioni accessorie, richiesto dai cacciatori, l’avvio per la predisposizione del nuovo piano faunistico e l’avvio delle procedure per la semplificazione della legge regionale 26, con Bergamo che avrà un posto di rilievo, nel gruppo di lavoro Regionale, per tale semplificazione. A ciò si aggiungono i due importanti corsi effettuati per l’inserimento di circa 500 nuovi operatori faunistici per i nocivi e di circa 300 nuovi operatori per il controllo del cinghiale. La costante pressione per l’approvazione della caccia in deroga, per l’apertura degli impianti di cattura, per la sistemazione dei diritti acquisiti di appartenenza agli ambiti e i prossimi emendamenti che verranno proposti ai nostri consiglieri regionali. A 4 PI R O B auguri di serenità. Un abbraccio a tutti, un forte “ in boccaLal lupo” per la prossima stagione e tanti cari NO LL VA E L’Assessore Alessandro Cottini Lettere Il gesto di un vile E’ una mattina come le altre, mi alzo per andare al lavoro, saluto i miei figli e la moglie. Esco e passo davanti al box dei miei cani, ne vedo due sdraiati ed uno in piedi. Penso stiano ancora riposando, ieri sera siamo rientrati tardi dall’ultimo addestramento. Verso le 11 mi raggiunge la telefonata accorata di mia moglie che incredula mi dice che è successo qualcosa di gravissimo ai miei cani. Non ha il coraggio né di dirmi la verità, né di verificare cosa è successo; si fida del racconto del figlio minore che riferisce di aver portato come al solito la colazione ai suoi cani “ ma non escono e non si alzano”……Immediatamente penso al peggio e mentre mi precipito a casa i pensieri si affollano e si aggrovigliano nella mia mente. Ma perché….. cosa ho fatto…… Ma come possono avere fatto una cosa simile!! L’hanno fatto. E qualcuno l’ha fatto con una precisione diabolica e sicuramente premeditata. Non si sono accontentati di avvelenare i campioni ormai affermati. Anche le loro discendenze novelle hanno voluto colpire e distruggere perché non rimanesse traccia alcuna di una selezione di campioni. Sette cani per i quali sono stati spesi anni di paziente lavoro e che ora stavano ricompensando dei tanti sacrifici e di tante legittime aspirazioni. L’hanno fatto con pazienza e cura, assicurandosi che ogni bocca avesse il suo boccone avvelenato e che lo accettasse come un regalo inaspettato con l’ingenua avidità tipica di un cane nei confronti di un appetitoso pezzo di carne. Sembra incredibile che possano esistere persone con una capacità così mostruosa di compiere un atto criminale, ma la precisione scientifica dell’esecuzione porta inevitabilmente a sospettare legittimamente che il boia appartenga al nostro ambiente, un frequentatore delle stesse nostre competizioni, magari uno che consideriamo anche “amico” e con il quale magari parliamo di cinofilia.... A questo punto è lecito temere anche per la sicurezza della tua famiglia e delle cose che hai più care. E continui a chiederti il perché, ma non trovi spiegazioni, almeno con la razionalità dei ragionamenti, non ritieni nemmeno possibile che nel nostro mondo di cinofili e cacciatori o tra i tuoi antagonisti con i quali ogni domenica ti confronti lealmente nelle varie competizioni possa celarsi un essere dotato di tale malvagità. Ti confortano sicuramente gli attestati di solidarietà e comprensione che ti giungono dagli amici e dagli stessi tuoi avversari valga per tutti il nobile gesto di un avversario di tante sfide, Giacomo Giorgi, il quale, piazzato in seconda posizione e con la finale da disputare per aggiudicarsi il trofeo Montagne Bresciane, ha ritirato il proprio cane dalla competizione in segno di rispetto per la mancanza dell’avversario. Comportamenti che fanno onore alla nostra categoria, rari esempi di onestà e di stima reciproca che forse ti danno la forza per ricominciare. Ma ti rimane dentro un fuoco che arde e ti consuma, e l’amarezza di dover rispondere a tuo figlio di 4 anni, che insistentemente continua a chiederti “...ma perché papà! Perché li hanno uccisi tutti?” Indugi e lo accarezzi. “Perché erano i più bravi, erano campioni!” Non è più una mattina come le altre, non lo sarà più per molto tempo. G.B. Gozzi 5 Lettere Duro colpo alla cinofilia Mercoledì 3 agosto, una mattina, come tante altre, immerso nei miei impegni di lavoro che come sempre prima di un periodo di ferie si fanno più consistenti, ricevo una telefonata dall’amico Roberto Fiorona. Vedo il suo nome apparire sul telefono, cosa che peraltro capita spesso, direi quotidianamente vista la stretta amicizia che ci lega, ma non avrei mai potuto pensare di sentire una voce soffocata da un evidente stato di angoscia che senza nessun preambolo dice: “Massimo mi hanno ucciso tutti i cani”, chiudendo la comunicazione. Per un attimo resto basito, poi realizzo, cerco di richiamare, non mi risponde, più volte. Poi mi richiama scusandosi per avermi chiuso la comunicazione e ripetendo la stessa frase. Io chiedo spiegazioni, voglio non crederci, gli chiedo cosa dovrei fare e mi chiede di recarmi presso la sua abitazione. Sono nel mio studio, già mi si chiude lo stomaco, mollo tutto, in un attimo arrivo sul posto sperando che si possa fare qualcosa, arrivo nella strada di accesso, l’auto di Roberto è lì in mezzo alla strada, per un attimo spero, forse bisogna caricare velocemente, bisogna correre da un Veterinario, giro l’angolo del canile, tutte le speranze che avevo alimentato in quei minuti crollano. Non mi resta che lasciarmi cadere sulle ginocchia, quel recinto carico di vitalità, di cani festosi che solitamente quando avvicinavamo esprimevano con salti e scodinzolii la voglia di essere portati fuori………. silenzio, solo corpi inermi. La mia mente, come è sempre capitato davanti ad un mio cane morto, ripercorre tutte le vicende vissute. I cuccioli che correvano dinoccolati e noi che cercavamo, da quelle corse a tratti, di intravedere, scambiandoci opinioni, quello che la loro razza poteva esprimere. Poi cucciolini, le prime uscite, i primi incontri. Il Berry Setter tricolore da cucciolo sembrava non bellissimo, per poi costruirsi in un bell’esemplare di buon carattere, ben equilibrato, con ottime qualità venatorie, addestrato in breve tempo e positivo da subito, collezionando diversi successi in questo quinquennio. Lo Sky non particolarmente stilista, ma grande cacciatore. La Amanda, figlia d’arte (Poker delle orobiche) dell’amico veterinario Gamba Toni, femmina importante per genealogia e qualità naturali, la quale avrebbe dovuto dare altri notevoli risultati in riproduzione. La Alba, Setterina di 1 anno, precocissima, con un carattere fantastico, nello stesso tempo irruente e docile, perfino simpatica, si diceva con il Roby, la quale ad ogni ferma esprimeva tutta la razza Setter che si portava dentro. La Nola, sempre di 1 anno, probabilmente la più stilista nell’andatura, meno docile ma positiva. Il Flan, anch’esso di 1 anno, splendido esemplare di razza, il quale da poco ci aveva fatto cominciare ad intravedere la possibilità di presentarlo al derby, e doveva essere l’inizio di un’altra e corposa carriera. La Ily, Pointerina di 8 mesi, dell’allevamento di Tartari Adriano, bella di fattura ai suoi primi incontri, dell’amico Rottoli Luca. 6 Lettere Intanto che questi pensieri mi attraversavano la mente non riuscivo a trattenere la commozione, come del resto mi capita ora, mentre scrivo rivivendo quello che ho vissuto in quella mattina. Poi i pensieri vanno verso chi ha avuto il coraggio di porgere a delle bestie festose un boccone, l’ultimo, nella piena consapevolezza del gesto che stava compiendo. Chiaramente la prima cosa che mi venne in mente fu come sarebbe stato bello averlo tra le mani, ma poi scatta una sorta di pena nei confronti di chi, probabilmente invaso da invidia per non essere mai riuscito nei suoi intenti, sfoga tutti i suoi rancori con un ignobile gesto di vigliaccheria e crudeltà per ledere chi invece c’è riuscito. Da subito scatta nei confronti dell’amico una gara di solidarietà da parte dei cinofili di tutta Italia, con telefonate, mail, articoli… Da rimarcare una mossa di grande sportività messa in atto da Giorgi Giacomo (allevamento “di Crocedomini”) il quale doveva, il giorno 18 agosto, giocarsi con Roberto il primo posto al “Trofeo montagne bresciane”: per sua libera scelta non ha presentato la sua Eva di Crocedomini per lasciare il primo posto al Berry, già avanti di 4 punti in classifica. Di conseguenza l’organizzazione del trofeo sembra aver deciso di svolgere comunque quella prova, senza classifica, ma solo per solidarietà, e dedicare quella giornata all’accaduto per rimarcarne la condanna. Invito l’amico Roberto a non mollare, a far prevalere la passione e questo atto ignobile che ha subito gli sia di ulteriore stimolo, mettendomi a disposizione come sempre con la mia modesta competenza nonché come supporto morale. Poi i pensieri vanno verso chi ha avuto il coraggio di porgere a delle bestie festose un boccone, l’ultimo, nella piena consapevolezza del gesto che stava compiendo. C’è una indagine della Magistratura in corso. Mi rifiuto di pensare che l’autore di questa vigliaccata possa essere un individuo anch’egli animato dalla stessa nostra passione per i cani; che la stessa mano che amorevolmente accarezza i suoi, sia stata capace di infierire così crudelmente nei confronti di quelli di altri, il cui unico torto era di avere conseguito maggiori risultati, di essere stati meglio addestrati, più amati. Ma se così fosse, voglio invitarlo ad una riflessione. Se spesso con il tuo cane hai avuto difficoltà ad instaurare un rapporto e non sei riuscito ad ottenere i risultati che volevi, béh, la risposta è questa: i cani percepiscono le nostre emozioni, sia positive che negative, ed interagiscono con noi di conseguenza, quindi loro non ne hanno colpa devi lavorare su te stesso. Se leggendo queste note ti ha pervaso un senso di commozione e ti si è chiuso lo stomaco, allora sei un vero Uomo, un vero “Cinofilo”. Massimo Peres 7 Attualità “Progetto Sviluppo Turistico Val Fondra” Se ne è sentito parlare in diverse sedi, anche se il progetto è ancora nella sua fase embrionale, e in particolare si è sentito coinvolto il mondo venatorio, considerato che una parte di questo progetto, seppur marginalmente riguardo al contenuto complessivo del Progetto, sembrerebbe ipotizzare anche la costituzione di una Azienda Faunistico - Venatoria da parte dei Comuni della Val di Fondra. Riguardo a tale argomento il CTG del Comprensorio Alpino Valle Brembana, nella seduta del 20 luglio 2011, ha avuto modo di approfondire l’argomento, grazie alla chiara illustrazione del Progetto da parte del sindaco di Carona Bianchi Giovanni Alberto, rappresentante della Comunità Montana e membro del CTG. Di seguito riportiamo quanto deliberato a riguardo al Comitato Tecnico di Gestione nella stessa seduta. “Bianchi G.A. spiega il progetto Val Fondra (studio Oycos) dove il C.T.G. ha preso visione della proposta di studio di sviluppo turistico abbozzata dal Prof. Tosi con specifiche ancora preliminari. Bianchi G.A. ribadisce che tale proposta deve essere rivista dalle amministrazioni comunali della Val Fondra, con requisiti più completi che variano dalla pesca ai funghi all’ambiente agli impianti sciistici ecc.. e non solo ad un’azienda faunistica. Il C.T.G. delibera la sua contrarietà assoluta (voto unanime con Bianchi G.A. non partecipante alla votazione per ovvi motivi di conflitto di interesse) ad un’azienda faunistica su larga scala dando per contro pieno supporto all’iniziativa chiedendo il coinvolgimento fin da queste fasi preliminari di studio. Bianchi G.A. si rende disponibile a tener informato il CTG su tutte le evoluzioni di questo studio/progetto.” L’attenzione del CTG riguardo ai temi ambientali che coinvolgono in qualche modo il territorio sotto l’aspetto della gestione faunistica, sarà sempre molto attenta e puntuale, senza mai far mancare la propria collaborazione e il proprio supporto tecnico e di esperienza nei confronti di iniziative che tendono a far crescere la nostra Valle, senza stravolgere quanto già con fatica, impegno e professionalità si è riusciti a costruire. Ne è testimonianza il fatto che il CTG ha in corso ben tre progetti su media scala di miglioramento ambientale sul nostro territorio, in fase di definizione, che avranno positivi risvolti anche sul piano turistico e di utilizzo più in generale del territorio. Il Comitato Tecnico di Gestione 8 9 Commissioni O Commissione tipica alpina Censimenti estate 2011 Si riportano di seguito alcune indicazioni relative all’attuazione dei censimenti su fauna selvatica stanziale. La metodologia ricalca quanto è stato fatto nelle scorse stagioni. La Provincia di Bergamo con Delibera di G.P. n. 212 del 26/04/2011, ha approvato il nuovo testo integrato della “Direttiva tecnica per l’attuazione dei censimenti di ungulati, fauna selvatica tipica alpina (tetraonidi, coturnice e lepre bianca), lepre comune, coniglio selvatico e della volpe”. Il documento indica chiaramente che le zone di censimento dovranno essere individuate sia in “territorio di caccia programmata” sia nelle “zone di tutela”. Ci viene quindi sottolineata l’importanza dell’operazione di censimento su tutto il territorio del nostro Comprensorio: ribadisco l’assoluta necessità che i cacciatori debbano aver sotto controllo costante l’andamento delle popolazioni su tutto il territorio, e non limitarsi ad una sola porzione. Ricordo anche la necessità di avere rilevamenti costanti effettuati secondo criteri di censimento consolidati, in modo che i dati rilevati siano costantemente confrontabili con quelli rilevati negli anni precedenti. Qualcuno potrebbe obiettare che la Direttiva Tecnica recentemente approvata, esplicita chiaramente che “ai fini della stima delle popolazioni censite dovranno essere considerati esclusivamente i dati rilevati nei censimenti effettuati nel territorio a caccia programmata” e di 10 LP B R RI EM BA NA C O M PR E NSO A IN O L VA LE conseguenza pare inutile censire le aree tutelate! Rimango tuttavia convinto che rientri fra i nostri doveri di “cacciatori-gestori di fauna tipica alpina” quello di censire (e conoscere) la totalità (o almeno la maggior parte possibile) del nostro territorio (sia esso in zona libera o in oasi); in tal modo potremo permetterci serene valutazioni alla luce dei fatti e non basandoci su ipotetiche stime, che (ahimè) spesso e volentieri si rivelano plagiate in funzione di numeri inesistenti. Il censimento estivo di COTURNICE, PERNICE BIANCA E GALLO FORCELLO con cane da ferma, ha preso il via dalla terza domenica di agosto per concludersi alla seconda domenica di settembre. A tali operazioni sono ammessi esclusivamente coloro che sono stati autorizzati alla forma di caccia “Avifauna tipica alpina” nella stagione venatoria 2010/2011. Si riportano di seguito le indicazioni a cui si devono attenere coloro che effettuano i censimenti. Le uscite vanno concordate preventivamente con i sigg. Responsabili di Settore. Nel caso che il responsabile di settore sia impossibilitato a presenziare personalmente alle fasi di censimento, lo stesso dovrà nominare un responsabile delle operazioni, a cui darà indicazioni dettagliate per la mappatura del percorso e per la compilazione delle schede di censimento. Commissioni Tutte le uscite per operazioni di censimento, dovranno essere obbligatoriamente documentate con: - compilazione delle schede di censimento; - sottoscrizione con firma leggibile dei partecipanti alle operazioni; - indicazione degli avvistamenti sulla cartografia e/o ortofotocarta. Si richiamano inoltre tutti i partecipanti, affinché prendano parte con estrema correttezza e attenzione a tutta la fase di censimento, seguendo le indicazioni del responsabile al fine di perlustrare al meglio la “zona campione” e affinché le operazioni siano meno invasive possibili. Il responsabile dell’uscita è tenuto a sollecitare i partecipanti ad una corretta partecipazione e se del caso, segnalare l’eventuale inadeguatezza dei partecipanti al Comitato di Gestione. Il presidente Marco Bonaldi CENTRI DI VERIFICA AVIFAUNA TIPICA ALPINA Riguardo alla prossima stagione venatoria, sollecito i cacciatori affinché diano la propria disponibilità per la partecipazione alle operazioni di verifica dei capi abbattuti presso i Centri di Verifica di Lenna, San Giovanni Bianco e Serina. In particolare si richiede la disponibilità per i Centri di Piazza Brembana e San Giovanni Bianco, dove si concentra la maggior parte del lavoro di verifica. Si tratta di dare la propria disponibilità per due-tre ore a fine giornata (dalle ore 18,30 - 19,00 in poi) la domenica e il mercoledì. Le operazioni da svolgere sono le consuete: riconoscimento dell’età del soggetto (nei casi dubbi di coturnice, è indispensabile provvedere attraverso un’incisione nel sottocoda); pesatura, misurazione; Coloro che sono interessati a partecipare sono pregati di lasciare il proprio nominativo alla segreteria del Comprensorio. Si procederà ad una riunione preliminare (entro la fine di settembre) per stabilire i turni di presenza e per eventuale chiarimenti circa la tecnica da usarsi nelle operazione di verifica del selvatico. In ultimo va sottolineato che, considerata l’importanza di dette operazioni, l’attività giornaliera presso i Centri di Verifica, verrà equiparata ad un’uscita di censimento per la futura stagione venatoria 2011 2012, e sarà quindi conteggiata per il raggiungimento della soglia minima di giornate lavorative o di censimento. Commissione Ungulati Essendo state ridotte a due le pubblicazioni del giornalino, il numero si settembre ci vede impegnati a riassumere il lavoro della Commissione cercando di sintetizzarne i contenuti che, per ovvie ragioni, abbracciano un periodo di lavoro più lungo. Ci siamo lasciati con il numero di Gennaio, magari ancora reduci della stagione di caccia da poco conclusa, per ritrovarci ora con una nuova stagione appena cominciata. Mentre ci accingiamo ad andare in stampa con questo numero, la Commissione è in trepida attesa che la Provincia comunichi l’approvazione dei piani di prelievo, per consentire così ai Responsabili di settore di procedere nei confronti dei soci Cacciatori con le assegnazioni dei capi da prelevare. I censimenti primaverili del capriolo e del cervo hanno fornito dati confortanti. I caprioli si confermano in lento ma costante recupero, mentre per il cervo il numero dei capi censiti sono risultati superiori anche alle più ottimistiche previsioni. Per rigore d’informazione dobbiamo sottolineare che i metodi attuali di stesura dei piani di prelievo, in ottemperanza alle direttive contenute nel protocollo emanato dall’I.S.P.R.A e recepite integralmente dalla Provincia e dal nostro Comprensorio già da un paio d’anni, prevede che la proposta di prelievo venga avanzata in funzione dei capi veramente censiti (contati certi); a differenza di un metodo ormai abbandonato che utilizzava come base di lavoro una “stima di presenza”, dedotta dal reale numero dei capi contati ed integrati numericamente sulla scorta delle esperienze acquisite nel corso degli anni. In virtù di questa nuova disposizione, i Responsabili di Settore hanno sensibilizzato i propri Cacciatori a coprire con le uscite per il censimento la maggiore porzione di territorio possibile, in modo di raccogliere una quantità di informazioni maggiori e consolidare così anche la convinzione degli stessi Cacciatori che di caprioli e di cervi ce ne sono davvero. Il cervo poi sta colonizzando ogni ambiente a lui congeniale, questo ovviamente ci gratifica per le scelte effettuate una decina d’anni fa, prese di posizione considerate da qualche Cacciatore “audaci” per l’esiguità delle presenze che registrava il nostro territorio. Oggi, a distanza di pochissimi anni, la Commissione già s’interroga sulla possibilità di considerare questa caccia come una vera “specializzazione”, costruendo per essa un vero e proprio “impianto normativo” dove tutti i cacciatori abilitati possano scegliere di praticare questa forma di prelievo senza l’assillo di dover necessariamente “prelevare di fretta” un selvatico tanto importante. Si avrà comunque tempo e modo di raccogliere nei prossimi incontri tutti i suggerimenti sull’argomento. Per quanto 11 Commissioni riguarda il camoscio, invece, dobbiamo sottolineare che il nuovo protocollo del censimento, anche questo già in uso nel nostro Comprensorio, penalizza l’avvistamento dei maschi adulti, forse anche per la conformazione del nostro territorio che, moderatamente ridotto nell’altitudine, offre grandi spazi di protezione nei boschi misti di latifoglie presenti in percentuale molto elevata rispetto al territorio utile a questa specie. Il censimento del camoscio, necessariamente svolto nel periodo di ricomposizione dei gruppi famigliari, ha da sempre penalizzato l’avvistamento dei maschi adulti, proprio per l’indole solitaria che caratterizza questa classe, soprattutto in questo periodo dell’anno dove l’accumulo dei grassi per la prossima stagione invernale ha già raggiunto una discreta consistenza, riducendone così la mobilità sul territorio. Ora però, a differenza del passato, la stesura del piano di prelievo si basa solo sul “numero minimo certo”, cioè il numero di capi realmente contati durante le uscite programmate; differente da un sistema ormai non più utilizzabile che teneva in considerazione anche la “probabile presenza”, quindi la “stima” di questi soggetti. Questa differenza di metodo crea oggi il problema di dover considerare uno sbilanciamento numerico della popolazione a favore delle femmine rispetto alla realtà. Situazione questa che si traduce poi necessariamente in un considerevole aumento degli abbattimenti delle stesse, forzatamente introdotte in numero consistente nel piano di prelievo, nel tentativo di riequilibrare un rapporto tra i sessi che, di fatto, riteniamo già corretto ma non dimostrabile, proprio in funzione del periodo in cui vengono svolte queste indagini. La Commissione, in questa fase di rodaggio del nuovo protocollo, ha dunque evidenziato il problema attraverso l’interessamento diretto 12 del Tecnico Faunistico che supporta il nostro lavoro, che ha già ottenuto il parere favorevole dell’ISPRA per un supplemento di censimento autunnale sui maschi di camoscio. CENSIMENTI INTEGRATIVI AL CAMOSCIO In accordo con l’ISPRA e il Tecnico Faunistico, la Commissione ha deciso che quest’anno verrà effettuato un ulteriore censimento integrativo al camoscio, al fine di una più puntuale verifica del numero dei maschi adulti. Le date stabilite sono le seguenti: Domenica 6 Novembre e Sabato 12 Novembre. MODALITÀ • Le modalità di svolgimento sono le stesse dei censimenti estivi. • La partecipazione è obbligatoria almeno ad uno dei due censimenti previsti. • L’organizzazione e la pianificazione è demandata ai responsabili di settore e ai capisquadra. • Al fine di una corretta comparazione e integrazione dei dati, devono essere censite tutte le zone già censite nel corso dei censimenti estivi. • I dati verranno raccolti dai responsabili di Settore per l’inoltro alla Commissione. Un caloroso in bocca al lupo a tutti Voi per una buona stagione di caccia. “Waidmannsheil” Il Presidente Luigi Capitanio Commissioni Commissione Capanni Commissione Lepre Cari capannisti, anche per quest’anno finalmente sta arrivando il momento più bello, il nostro momento, quello in cui la caccia “parlata” cede il posto alla vera passione che ci accomuna nella pratica di questa antica tradizione. Negli ultimi mesi la commissione si è riunita con spirito di concorde collaborazione e volontà operativa per mettere a punto le attività riguardanti l’inizio dell’imminente stagione venatoria, che ci si presenta con la reintroduzione della caccia in deroga ad alcune note specie ornitiche, ma con i soliti ormai inveterati e ingiusti vincoli relativi alle zone ZPS. Per le delibere riguardanti l’uso dei richiami vivi e l’apertura dei roccoli bisognerà invece attendere la terza settimana di settembre, quando il Consiglio Regionale predisporrà gli opportuni (speriamo) provvedimenti in materia. La nostra operazione più importante ha riguardato la verifica degli elenchi per la distribuzione dei presicci che, come sempre, rispetteranno il criterio della rotazione per favorire un’equa ed omogenea assegnazione dei capi ai cacciatori che ne hanno il diritto. A questo proposito, si ricorda a tutti i soci il rispetto scrupoloso di quelle poche regole inerenti la fase della distribuzione, onde consentire la tempestiva azione degli addetti impegnati al centro. Da segnalare anche l’iniziativa di distribuire a tutti i cacciatori che lo desiderino piante di sorbo di qualità e basso costo durante la prossima stagione autunnale; per la prenotazione delle piante è necessario lasciare il proprio nominativo presso la sede del comprensorio in occasione della timbratura del tesserino. Vorrei ora permettermi una riflessione sulla nostra assemblea annuale che si è svolta il 13 maggio scorso presso la sala comunale di Lenna: spiace, a questo proposito, notare l’esigua partecipazione dei soci capannisti (una settantina su circa cinquecento), considerato il fatto che le riunioni sono un’opportunità preziosa e costruttiva per definire e discutere insieme le strategie operative della commissione. Invito quindi tutti i soci ad una presenza più numerosa in occasione dei prossimi incontri. Un successo di pubblico veramente lusinghiero è stata invece la 4^ sagra estiva degli uccelli da richiamo, svoltasi il 13 agosto scorso presso il centro sportivo comunale di Lenna. Alla gara degli uccelli canori, inserita per la prima volta nel circuito del campionato regionale lombardo, che ha messo in evidenza la bravura e l’esperienza degli allevatori partecipanti, ha fatto da contorno la passerella per cani meticci, molto apprezzata dagli intervenuti. La commissione ringrazia il comitato fiera per la puntigliosa organizzazione e l’ottima riuscita dell’evento, che ormai si configura come uno dei momenti centrali fra tutte le attività promosse dal comprensorio alpino. Non resta ora che attendere la prima alba e lo zirlo sommesso del tordo per iniziare, con ragione e passione, una stagione che mi auguro ricca di soddisfazioni e serenità per tutti noi. Il Presidente Alessandro Raffaele Balestra Come ogni anno la stagione venatoria sta per cominciare, approfitto dell’occasione per ricordare alcuni punti molto importanti, a volte non chiari e a conoscenza di tutti i cacciatori. LEPRE VARIABILE Da quest’anno sarà possibile effettuare il censimento alla lepre variabile con due metodi: 1° metodo:Rilevazione di tutti gli avvistamenti casuali effettuati durante le operazioni di censimento delle altre specie. 2° metodo:Valutazione critica delle “pasture” (pellets count) con l’ausilio di un cane da seguita Superficie per aree campione 80-200 ettari 1° periodo: tra il 1° aprile ed il 31 maggio 2° periodo:dalla 3° domenica di agosto alla 2° domenica di settembre Alle operazioni con cani da seguita possono accedere coloro che hanno optato per la forma di caccia”Vagante alla lepre Comune” nell’anno precedente e altro personale volontario con qualificata esperienza faunistica e cinofila, autorizzati dal comitato di Gestione del Comprensorio Alpino, individuato tra i cacciatori soci. I cani da seguita dovranno essere di età superiore a 2 anni e nel numero di un cane a operatore. Chi volesse partecipare ai censimenti deve prendere accordi col responsabile di settore della tipica alpina per non sovrapporre i censimenti, e comunicarne l’uscita al Comprensorio. Il Comprensorio mette a disposizione delle schede di verifica da compilare per i rilievi: per maggiore chiarezza e copertura del territorio, se è possibile, è fondamentale contattare anche un membro della Commissione che vi indicherà le zone già censite e da censire. Quattro piccoli di lepre europea 13 Commissioni Un’altra disposizione importante inserita nel calendario venatorio provinciale 2011-2012 è la seguente: “L’addestramento e l’allenamento dei cani da caccia, nonché l’attività venatoria con l’uso del cane, sono vietati nei 7 giorni successivi alla data di rilascio delle lepri da ripopolamento. Durante la commissione di luglio è stato invitato a partecipare il Tecnico Faunistico dr. Claudio Cesaris che dopo aver preso visione di alcuni dati degli abbattimenti ha redatto la seguente relazione. RELAZIONE LEPRE 2011 L’analisi dei dati relativi ai piani di prelievo approvati e dei prelievi poi effettivamente effettuati, nel periodo 20002010, mostra come la media dei prelievi sia stata in percentuale superiore al 90% (94,73%) escludendo chiaramente i due anni, 2001 e 2010 in cui si è sforato rispetto a quanto assegnato. Questo dato suggerisce come il prelievo non abbia mai intaccato la popolazione perché su di un ciclo di undici anni la popolazione, dai dati che emergono dai censimenti e in conseguenza anche delle operazioni di ripopolamento con lepri d’allevamento, non sembra aver subito tracolli che si sarebbero manifestati con una percentuale di prelievo molto più bassa di anno in anno. La situazione generale non si può certo considerare come ottimale, ma occorre pensare che l’ambiente non è sicuramente quello ideale per cui non ci si possono aspettare densità simili a quelle riscontrabili nelle migliori situazioni di pianura o di collina. Il prelievo non sembra aver fino ad ora influenzato la popolazione e ritengo che il censimento di quest’anno confermi l’andamento di questa popolazione. Alla luce di quanto esposto il piano di prelievo della lepre può essere confermato sui numeri che l’hanno caratterizzato nella scorsa stagione, anche se ritengo che in un futuro non sia impropo- nibile una percentuale più alta a seguito di verifiche, per esempio sul successo delle operazioni di ripopolamento. Naturalmente fermo restando che nella mia analisi devo partire dal presupposto che i dati raccolti durante le operazioni di censimento siano veritieri e come tali devo utilizzarli non avendo comunque modo di metterli in discussione. Nell’ultima riunione della Commissione lepre ho esortato il Presidente della medesima ad aumentare il numero dei transetti da sottoporre a censimento per avere più informazioni possibili, in quanto ritengo che l’attuale superficie censita sia troppo esigua per fornire dati sufficienti ad una corretta analisi delle consistenze. Ho inoltre richiesto che tutti, ma proprio tutti, gli esemplari che vengono a qualsiasi titolo immessi sul territorio siano marcati con bottone auricolare numerato inamovibile, sempre nell’ottica di avere il massimo delle informazioni relative alla popolazione di lepri del Comprensorio e alla bontà degli interventi che vengono effettuati, a cominciare dai dati relativi alla sopravvivenza degli esemplari liberati ottenibile attraverso il recupero dei bottoni auricolari su esemplari trovati morti o prelevati durante la stagione venatoria. Dr. Claudio Cesaris Ringraziando per la relazione il Tecnico Faunistico, sarà nostro compito in questi mesi cercare di migliorare i censimenti, ampliandoli e trovando altre modalità di svolgimento. Una novità importante: da quest’anno i cacciatori di lepre potranno partecipare alle indagini sanitarie previste a livello provinciale sulla specie Lepre condotte dall’Ist. Zooprofilattico, sez. di Bergamo, che già svolge importanti ricerche sulla salute degli ungulati. I cacciatori di Lepre verranno dotati di una provetta per il prelievo del sangue dei capi abbattuti, e di un contenitore per eventuali organi interni da esaminare, che potranno consegnare al Centro di verifica Ungulati di Lenna nelle giornate di apertura (tutti i giorni esclusi martedì e venerdì). Dal livello di partecipazione al progetto si misurerà il senso di responsabilità dei cacciatori di lepre allo studio delle parassitosi che interessano le nostre popolazioni di lagomorfi. Un passo avanti nella crescita del senso di partecipazione allo svolgimento di un sevizio gestionale fondamentale nei confronti della fauna del nostro comprensorio. Concludo augurando a tutti una buona stagione venatoria. Il presidente Stefano Bianchi Lepre nel recinto di ambientamento 14 Assemblea annuale del 15 Aprile 2011 Riportiamo la Relazione del Presidente ing. Alessandro Balestra - A cura della Redazione Dopo il benvenuto rivolto ai partecipanti, il Presidente illustra le iniziative e le attività su cui si è concentrato il CTG in questo suo primo anno di mandato. Il Comitato durante questo primo anno si è attivato principalmente per realizzare i seguenti obiettivi: Creare una forza d’unione tra i cacciatori indipendentemente dall’ associazione venatoria e dalla forma di caccia a cui appartengono. Coinvolgere maggiormente le Istituzioni (Regione, Provincia, Comunità Montana, Ente Parco ecc., i Comprensori/ ATC, agricoltori e gli Enti Tecnico/Scientifici). Risolvere l’annoso problema delle deroghe e dei roccoli Ridefinire i confini delle ZPS…. anche mantenendo la stessa superficie. ATTIVITÀ SVOLTE • Partecipazione alle consulte provinciali (in particolare per calendario e piano faunistico). • Valutazione delle proposte delle Commissioni. • Coordinamento dei censimenti faunistici e piani di prelievo. • Concorso Gastronomico con Istituto Alberghiero. • Pubblicazione Periodico Caccia in Val Brembana. • Ripristini ambientali. • Compartecipazione a corsi per allevatori di turdidi in collaborazione con la Provincia • Presenza e patrocinio a Fiere vallari e agricole, Manifestazioni cinofile e venatorie con contributi di vario importo e natura. • Organizzazione di corsi di formazione per nuovi cacciatori e cacciatori di specializzazione ungulati. • Ripopolamenti di selvaggina. OBIETTIVI RAGGIUNTI • La Riapertura del Gallo Forcello. • Il raggiungimento del 90% del piano di prelievo degli ungulati approvato in forma integrale come proposto. • Afferimento dei 4 migliori roccoli della nostra Valle, con un incremento del 30% delle catture. • Riconferma tecnico faunistico e nuova collaborazione con Università di Pavia per verifica conformità censimenti e piani di prelievo con protocolli ISPRA. • Digitalizzazione di mappe ora georeferenziate (zone vocate, censimenti, abbattimenti, settori, ZPS, Parco etc…). • Utilizzo e rinnovo nuovo sw GFAUNA con creazione e mantenimento DB faunistico MANTENIMENTO DEI PRINCIPALI SERVIZI AI CACCIATORI • Distribuzione presicci. • Centro Verifica ungulati. • Rimborso ai Soci OVER 80. • Fornitura modulistica e assistenza alla compilazione. • Servizio di consegna e ritiro pratiche presso la Provincia LE COMMISSIONI DI LAVORO Dopo la presentazione ai soci dei membri delle Commissioni di lavoro, il Presidente ha illustrato il lavoro svolto dalle commissioni. Sono state fatte complessivamente n° 30 riunioni, in cui sono stati trattati n° 80 argomenti, dei quali n° 34 proposte sono state accolte dal CTG. 15 COMMISSIONE CAPANNISTI • È stata realizzata una voliera per appastellamento dei presicci non distribuiti in giornata. • Acquistate 50 gabbie (a norma di legge) per la distribuzione. • Potenziato centro di distribuzione (tre persone scelte con apposito bando). ANDAMENTO DEI ROCCOLI Le catture del 2010 sono state complessivamente di 1789 migratori, così suddivisi: • 532 Tordi Bottacci • 500 Tordi Sasselli • 312 Cesene • 445 Merli La mortalità complessiva ha interessato solamente 58 esemplari (pari al 3,25%). SAGRA VENATORIA ESTIVA Il gruppo organizzatori fiera nel 2010 ha saputo organizzare con impegno e capacità la 3° fiera degli uccelli da richiamo, che ha avuto un ottimo successo, e si sta già attivando per l’Organizzazione del Campionato di Lombardia per uccelli da richiamo che si terrà il 13 Agosto 2011 a Lenna. COMMISSIONE TIPICA • Adeguamento censimenti e piani di prelievo ai protocolli ISPRA e allo studio del prof. Artuso. • Convegno sulla Tipica di Monte a Gromo (studio su miglioramenti ambientali). • Richiesta al Parco per autorizzazione a svolgere il monitoraggio della pernice bianca, anche con collaborazione di personale esterno, e modifica al calendario venatorio. 16 COMMISSIONE RIPOPOLABILE Sono stati immessi: • 900 fagiani • 550 starne • L’OBIETTIVO ATTUALE È QUELLO DI IMMETTERE ANCHE RIPRODUTTORI! COMMISSIONE LEPRE • Censimento alla lepre bianca durante i censimenti all’avifauna tipica alpina con cane segugio al guinzaglio in parallelo al censimento della tipica. • Aggiunta di due nuove zone campione (di prova) per censimento alla lepre. • Immissione di leprotti in recinti auto-gestiti, con rilascio dopo due mesi di ambientamento. ANDAMENTO DELLA STAGIONE VENATORIA 2010 LEPRE • Il piano di abbattimento della Lepre approvato dalla Provincia è stato di n. 120. • Lepri abbattute sono state 121 di cui 18 con auricolare. • Raggiungimento del piano 20 gg prima della chiusura. COMMISSIONE UNGULATI La mostra di gestione venatoria si terrà Presso la Palestra comunale di Olmo al Brembo nei giorni di: Sabato 4 e Domenica 5 Giugno 2011. • Nuovo regolamento del cervo con meno restrizioni. • Nuovo regolamento del capriolo con misure più rigorose. • Registrazione della presenza ai censimenti ungulati sia alla partenza che al rientro. • Nuova procedura di verifica dei prelievi con foto e localizzazione. OBIETTIVI DELLA COMMISSIONE TIPICA La commissione si sta attivando in tutte le sedi opportune per: • Ottenere l’autorizzazione a posizionare alcune gabbie Larsen per cattura di Corvidi al fine di limitarne l’espansione. • Collaborare con Enti Pubblici, Comuni, Provincia, Parco, per sensibilizzare gli escursionisti a tenere sempre i cani al guinzaglio nei periodi di riproduzione della fauna. ANDAMENTO DELLA STAGIONE VENATORIA UNGULATI 2010: ANDAMENTO DELLA STAGIONE VENATORIA TIPICA ALPINA 2010: Il piano di abbattimento del gallo forcello approvato dalla Provincia è stato di n. 22 capi. I galli abbattuti sono stati 11. (Le giornate consentite per il prelievo dei suddetti capi sono state 5). Al termine della relazione il Presidente ha ringraziato calorosamente tutti i partecipanti, sottolineando in particolare l’entusiasmo e il rinnovato spirito di collaborazione dimostrato da tutti i Soci del Comprensorio in questo primo anno d lavoro, che si augura possa caratterizzare tutti gli anni futuri del suo mandato. CAPRIOLO - Piano di prelievo: 168 capi - Prelevati: 148 capi CAMOSCIO - Piano di prelievo: 398 capi - Prelevati: 347 capi CERVO- Piano di prelievo: 11 capi - Prelevati 10 capi. Approvazione del Bilancio Consuntivo 2010 RENDICONTO TECNICO FINANZIARIO ESERCIZIO 01/01/2010 - 31/12/2010 CAP. ART. PREVENTIVO 2010 VOCI DI ENTRATA CONSUNTIVO 2010 ENTRATE CORRENTI 1 1/A Capanno PROVENTI QUOTE ASSOCIATIVE N. 521 x € 40,00 € 20.000,00 € 1/B Migratoria e stanziale N. 91 x € 80,00 € 8.000,00 € 7.280,00 1/C Avifauna t. N. 164 x € 160,00 € 25.600,00 € 26.240,00 1/D Lepre N. 93 x € 160,00 € 16.000,00 € 14.880,00 1/E Ungulato N. 209 x € 210,00 € 42.000,00 € 43.890,00 TOTALE PROVENTI QUOTE ASSOC. N. 1078 € 111.600,00 € 113.130,00 1/F N. 10 € 50,00 € 51,60 € 450,00 20.840,00 PROVENTI DIVERSI Mobilità Sopravenienze attive x € 5,16 Proventi straordinari € 500,00 € 1.773,90 Contributi straordinari erogati dalla Provincia € 3.260,00 € 3.360,87 Interessi attivi banca € 300,00 € 17,39 € 4.110,00 € 5.653,76 118.783,76 TOTALE PROVENTI DIVERSI TOTALE ENTRATE 2010 € 115.710,00 € Disponibilità finanziarie al 01/01/2010 € 65.376,48 € 65.376,48 TOTALE ENTRATE CORRENTI € 181.086,48 € 184.160,24 3.009,28 Residui attivi € Partite di giro Dopo una dettagliata lettura del Bilancio consuntivo da parte del Revisore dei conti Rag. Assi Delio, non essendo intervenuto nessun Socio, alle ore 21,30 si chiede alla platea di esprimere il proprio consenso con alzata di mano: • CONTRARI: NESSUNO • ASTENUTI: NESSUNO • FAVOREVOLI: TUTTI I PRESENTI Il Bilancio consuntivo risulta pertanto APPROVATO ALL’UNANIMITÀ DEI PRESENTI. 17 CAP. ART. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 PREVENTIVO 2010 VOCI DI SPESA SPESE CORRENTI Acquisto selvaggina Impianti per ambientamento selvaggina Tabellamento Gare e manifestazioni sportive Contributo solidarietà Risarcimento danni Ripristino ambientale IRAP Competenze personale dipendente Quota TFR Compensi a collaboratori Spese legali Consulenze amministrative e faunistiche Competenze revisori dei conti Rimborso spese viaggi ai collaboratori Rimborso spese collaboratori per preciscci Fitti passivi e oneri locativi Assicurazioni Valori bollati e telegrafiche Telefoniche Cancelleria e stampati Rivista periodica “Caccia in Val Brembana” (n. 2 pubblicazioni) Acquisto libri, giornali riviste venatorie Spese manutenzione e riparazioni Attrezzatura Spese generali e varie amministrative Spese rappresentanza Commissioni Bancarie Rimborso spese cattura volpi Analisi dei capi Rimborso quote soci onorari n. 28 Fondo di riserva TOTALE SPESE CORRENTI CONSUNTIVO 2010 Residui passivi Partite di giro € € € € € € € € € € € € € € € € € € € € € € € € € € € € € 28.000,00 8.000,00 13.000,00 500,00 20.000,00 1.000,00 2.000,00 5.000,00 10.000,00 2.000,00 7.000,00 10.000,00 4.500,00 1.200,00 2.000,00 2.000,00 3.000,00 15.000,00 1.000,00 1.000,00 2.000,00 1.000,00 2.000,00 1.500,00 2.000,00 3.000,00 3.000,00 30.386,48 181.086,48 € € € € € € € € € € € € € € € € € € € € € € € € € € € € € € € € € € 27.444,00 125,28 7.626,20 150,00 18.407,66 10.838,46 2.308,80 5.612,56 7.080,00 4.005,08 830,00 1.929,76 1.638,00 3.965,54 10.755,62 2.135,07 4.339,34 217,09 225,00 1.175,71 1.320,00 6.000,00 3.000,00 121.129,17 56.527,79 Approvazione del Bilancio Preventivo 2011 BILANCIO PREVENTIVO ESERCIZIO 2011 CAP. ART. PREVENTIVO 2011 ENTRATE CORRENTI 1 1/A Capanno PROVENTI QUOTE ASSOCIATIVE N. 521 x € 40,00 € 20.840,00 € 1/B Migratoria e stanziale N. 91 x € 80,00 € 7.280,00 € 7.280,00 1/C Avifauna t. N. 164 x € 160,00 € 26.240,00 € 26.240,00 20.840,00 1/D Lepre N. 93 x € 160,00 € 14.880,00 € 14.880,00 1/E Ungulato N. 209 x € 210,00 € 43.890,00 € 43.890,00 TOTALE PROVENTI QUOTE ASSOC. N. 1078 € 113.130,00 € 113.130,00 1/F N. 10 € 51,60 € 51,60 Sopravenienze attive 450,00 € Proventi straordinari € 1.773,90 € 500,00 Contributi straordinari erogati dalla Provincia € 3.360,87 € 3.000,00 Interessi attivi banca Mobilità PROVENTI DIVERSI 18 CONSUNTIVO 2010 VOCI DI ENTRATA TOTALE PROVENTI DIVERSI x € 5,00 € 17,39 € 50,00 € 5.653,76 € 3.600,00 116.730,00 TOTALE ENTRATE 2010 € 118.783,76 € Disponibilità finanziarie al 01/01/2010 € 65.376,48 € 63.031,07 TOTALE ENTRATE CORRENTI € 184.160,24 € 179.761,07 CAP. ART. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 CONSUNTIVO 2010 VOCI DI SPESA SPESE CORRENTI Acquisto selvaggina Impianti per ambientamento selvaggina Tabellamento Gare e manifestazioni sportive Contributo solidarietà Risarcimento danni Ripristino ambientale IRAP Competenze personale dipendente Quota TFR Compensi a collaboratori Spese legali Consulenze amministrative e faunistiche Competenze revisori dei conti Rimborso spese viaggi ai collaboratori Rimborso spese collaboratori per preciscci Fitti passivi e oneri locativi Assicurazioni Valori bollati e telegrafiche Telefoniche Cancelleria e stampati Rivista periodica “Caccia in Val Brembana” (n. 3 pubblicazioni) Acquisto libri, giornali riviste venatorie Spese manutenzione e riparazioni Attrezzatura Spese generali e varie amministrative Spese rappresentanza Commissioni Bancarie Rimborso spese cattura volpi Analisi dei capi Rimborso quote soci onorari n. 28 TOTALE SPESE CORRENTI Fondo di riserva TOTALE A PAREGGIO PREVENTIVO 2011 € € € € € € € € € € € € € € € € € € € € € € € € € € € € € € 27.444,00 125,28 7.626,20 150,00 18.407,66 10.838,46 2.308,80 5.612,56 7.080,00 4.005,08 830,00 1.929,76 1.638,00 3.965,54 10.755,62 2.135,07 4.339,34 1.000,00 2.000,00 1.500,00 2.000,00 3.000,00 3.000,00 30.386,48 121.129,17 € € € € € € € € € € € € € € € € € € € € € € € € € € € € € € € € € € 30.000,00 1.000,0 5,000,00 15.000,00 500,00 20.000,00 1.000,00 1.000,00 3.000,00 14.000,00 2.000,00 7.000,00 10.000,00 15.000,00 1.200,00 2.000,00 2.000,00 3.000,00 17.000,00 2.000,00 2.000,00 2.000,00 1.000,00 1.500,00 800,00 3.000,00 3.000,00 165.000,00 14.761,07 179.761,07 Alle ore 21,45 si chiede alla platea di esprimere il proprio consenso con alzata di mano: • CONTRARI: NESSUNO • ASTENUTI: NESSUNO • FAVOREVOLI: TUTTI I PRESENTI. Il Bilancio preventivo risulta pertanto APPROVATO ALL’UNANIMITÀ DEI PRESENTI. 19 In margine all’assemblea G.B. Gozzi Se ci sei….batti un colpo!! Si è svolta come ogni anno venerdì 15 Aprile, l’Assemblea annuale del comprensorio, appuntamento non solo tradizionale ma necessario ed obbligatorio per Statuto. L’Assemblea dei soci è infatti l’unico organismo delegato alla approvazione dei bilanci. Ma è anche un momento di incontro e di confronto tra il Comitato di Gestione rappresentato dal suo Presidente, e la base dei soci che legittimamente in Assemblea hanno la facoltà di chiedere chiarimenti, formulare proposte e perché no, criticare magari qualche scelta. Insomma è l’appuntamento più importante che succede una volta all’anno e come tale richiederebbe un minimo di partecipazione. Ecco è appunto la partecipazione che ha deluso le attese e dimostrato la inguaribile indifferenza del popolo dei cacciatori. Lo scorso anno, ho avuto parole di elogio e di plauso per le presenze registrate; d’accordo vi era l’importantissima elezione del Presidente e la mobilitazione è stata addirittura entusiasmante, (ricordo per la cronaca 480 presenti e 180 deleghe!!) mentre quest’anno è meglio stendere un velo pietoso. La riflessione che sorge quasi spontanea da questa situazione è come evidentemente per mobilitare i cacciatori sia necessario sempre un evento straordinario, altrimenti nella normalità della vita associativa, non vi sono interessi di sorta. Ed ha voglia il nostro Presidente di illustrare le attività svolte, le iniziative in programma, il lavoro prezioso delle Commissioni, oltre naturalmente allo stato delle nostre finanze e su come pensiamo di spendere i soldi dei cacciatori! Mi dispiace doverlo sottolineare ancora una volta, ma questo distacco dalla vita associativa e questo modo di delegare i problemi sempre agli altri, non è condivisibile ne tantomeno costruttivo. Parlare a delle poltrone vuote non è sicuramente incoraggiante e 20 non aiuta e sostiene chi con grande impegno si sta occupando dei nostri problemi. Non deve sempre esserci sulla testa una sospensione della caccia per un ricorso al Tar per mobilitare i cacciatori, a volte, ci si aspetterebbe che anche solo per educazione e riconoscenza per il tempo che viene dedicato, il cacciatore dimostrasse appunto con la sua presenza, un minimo di apprezzamento per quanto si sta facendo. Ecco dov’è importanza della partecipazione! Far sentire solo ed unicamente con la presenza la propria vicinanza, che serve poi a confermare la fiducia ed a rinnovare quel voto massiccio espresso l’anno precedente. Non mi sembra chiedere molto! Guarda caso all’Assemblea annuale si incontrano sempre e solo i soliti noti ovvero quelli che nella buona o nella cattiva sorte (sia che ricoprano cariche o siedano in panchina) ci sono, partecipano, magari non condividono, ma assicurano la loro presenza facendo crescere così anche l’interesse ed il prestigio della Assemblea. Ricordiamoci per il futuro, la partecipazione ha molto valore per chi gestisce e deve fare delle scelte, è un implicito segno di fiducia ed apprezzamento ed è anche una gratificazione che compensa solo parzialmente il tempo che volontariamente si mette a disposizione per la causa dei cacciatori. Vale anche la pena ribadire, caso mai qualcuno pensasse che i membri del Comitato di Gestione sono retribuiti, o siedono li per lucrare i soldi dei cacciatori, che tutte le cariche a partire da quella del Presidente per finire ai membri delle Commissioni, ripeto tutte, sono prestate con puro spirito di volontariato ed in forma assolutamente gratuita e quindi per semplice e pura passione. Riusciamo a ricompensarli almeno con la partecipazione?? Il protocollo tecnico per la gestione degli ungulati selvatici poligastrici in provincia di Bergamo Dr. Claudio Cesaris Tecnico Faunistico del Comprensorio L’adozione del Protocollo Tecnico per la Gestione degli Ungulati Poligastrici nel Territorio della provincia di Bergamo da parte dell’Amministrazione provinciale di Bergamo, di concerto con l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (I.S.P.R.A), che diventerà operativo a partire dalla prossima stagione venatoria, rappresenta una scelta mirata, di estrema importanza, tesa a migliorare la gestione faunistica delle specie interessate (camoscio, capriolo, cervo, daino e muflone) e consentirne un prelievo venatorio sostenibile e compatibile. La decisione di adottare il protocollo, suggerito da tempo dall’I.S.P.R.A e prima ancora dall’INFS (Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica) a tutte le Amministrazioni che intendano seguire una gestione degli ungulati fondata su basi scientifiche, immagino sia stata presa dopo molteplici incontri con i vertici dell’I.S.P.R.A., al fine di chiarire ogni aspetto di questo accordo nei minimi particolari e risolvere preventivamente eventuali incomprensioni di non facile risoluzione in una seconda fase, dopo l’adozione del documento. La scelta di operare secondo quanto previsto dal Protocollo naturalmente non è priva di difficoltà, derivanti soprattutto dalle necessità di adeguarsi alle richieste di documentazioni specifiche (in formato digitale, preferito a quello cartaceo) al fine di creare quella piattaforma necessaria alla standardizzazione dei criteri di gestione. L’applicazione del protocollo comporta il rispetto di alcune fasi attraverso le quali si articola il protocollo stesso: dall’invio di materiale cartografico digitale alle modalità di censimento, dalla stesura dei piani di prelievo secondo quanto indicato nel documento del protocollo sino alla redazione di relazioni annuali relative all’annata venatoria precedente ecc. Il fine del Protocollo è quello di standardizzare i criteri di gestione per ogni unità di gestione, sia esso Ambito Territoriale di Caccia o Comprensorio Alpino, e anche nelle sub-unità di gestione, indicate normalmente come settori. La scelta di adottare il Protocollo è nata dalla necessità di avere informazioni dettagliate da ogni unità di gestione, ma soprattutto rendere queste informazioni comparabili tra di loro in quanto solo l’ uniformità di metodologia nella raccolta dei dati rende possibile una gestione delle popolazioni ad ampio raggio, senza interpretazioni che poco hanno di scientifico e che spesso portano a grossolani errori che si ripercuotono pesantemente sul successo di una politica gestionale tesa a mantenere o, dove necessario, incrementare una popolazione di ungulati selvatici. Troppi esempi in Italia di dati raccolti in modo empirico, e/o di pessimo utilizzo dei dati raccolti, hanno spinto alla necessità di avere certezze che possano permettere una più generale visione della situazione italiana delle popolazioni di ungulati senza il dubbio, purtroppo certezza per varie realtà, che i dati sottoposti all’elaborazione fossero fasulli o poco attendibili. La gestione faunistica è una cosa maledettamente seria, soprattutto se si intendono rispettare quelle che sono le necessità della natura e delle specie animali. Si è assistito nel tempo all’ingerenza da parte della politica nella gestione faunistica e le conseguenze sono purtroppo evidenti; la mancanza delle elementari conoscenze di base delle necessità biologiche delle specie animali e dei rapporti tra le varie specie e l’ambiente hanno portato alle conseguenze sulla caccia che tutti conosciamo, in particolare sulla piccola selvaggina dove non vige altro modello gestionale che il ripopolamento. L’imperativo è diventato accontentare i cacciatori, ma la gestione faunistica è tutt’altra cosa. Mi auguro che in un domani non troppo lontano si adottino strumenti operativi, quale è questo Protocollo, elaborati da tecnici specializzati nella gestione faunistica, e soprattutto non manomessi poi dai politici, anche per gestire al meglio tutte le specie selvatiche oggetto di prelievo, quindi non solo gli ungulati, nel rispetto di tutte quelle componenti, anche i non cacciatori, che sono poi la maggioranza degli italiani, che vogliono godersi la natura in tutte le sue manifestazioni. 21 Rassegna annuale dei trofei Luigi Capitanio Anche quest’anno abbiamo realizzato la nostra bella mostra dei trofei. Dall’attenzione prestata ad ogni piccolo dettaglio, si è potuto notare come tutti i cacciatori che si sono impegnati nei lavori di preparazione, siano stati particolarmente uniti per raggiungere l’obiettivo di presentare una rassegna veramente bella. Ci sono riusciti. In queste occasioni vengono momentaneamente accantonate quelle rivalità naturali che emergono durante la stagione di caccia; in questi momenti, che ci trovano intenti ad allestire ciò che più ci piace, siamo tutti molto più concilianti, e si ritrova così un po’ di quello spirito antico che muove da sempre la caccia: l’aggregazione degli uomini. Diventata ormai una consuetudine, la mostra dei trofei con le relative relazioni conclude una stagione di caccia e, nel limite del possibile, ne traccia i contorni di una nuova. Previsioni le nostre, oggi più che in passato, circondate da qualche incertezza visti i continui attacchi che la nostra passione è costantemente costretta a registrare. Ormai da alcuni anni la rassegna dei trofei riveste carattere “itinerante”, questo si inquadra in un progetto che ha come scopo principale il coinvolgimento di ogni località interessata ad ospitare la manifestazione, in un sorta di fine settimana di festa. Appunto una 22 festa della caccia e dei cacciatori. Questa edizione è stata affidata, per quanto riguarda la sua realizzazione e la scelta della sede, al settore tre. La scelta per questa edizione è stata Olmo al Brembo, località poco distante da Piazza Brembana, con una palestra di grandi dimensioni in grado di ospitare l’esposizione dei trofei e un numero sufficiente di posti a sedere per gli abituali incontri; di carattere didattico con le scolaresche, programmato per il sabato, mentre le relazioni tecniche come sempre si sono svolte nella giornata di domenica. L’Amministrazione Comunale interessata, sempre attenta alle esigenze ricreative e culturali del proprio territorio, si è dimostrata all’altezza della situazione offrendo al gruppo di lavoro tutto il sostegno necessario per la buona riuscita dell’evento. Nei giorni precedenti l’apertura della Rassegna molti cacciatori hanno offerto il loro contributo di lavoro e questo atteggiamento ha di certo contribuito alla buona riuscita della mostra. Il sabato, giorno dell’apertura ufficiale, ha visto come di consueto l’intervento del socio Flavio Galizzi, ancora una volta in veste di “insegnante”, per illustrare ai ragazzi della locale scuola dell’obbligo le peculiarità dell’attività venatoria nel contesto generale della “gestione” della fauna, elemento questo che ha piacevolmente coinvolto anche il corpo docente che accompagnava questi ragazzi. E’ bene sottolineare come anche altri cacciatori siano stati, nelle giornate di apertura della manifestazione, molto attenti alle richieste di spiegazioni delle persone che hanno visitato il padiglione espositivo. Al riguardo debbo sottolineare come si sia lavorato molto nel corso degli ultimi anni per promuovere una capacità da parte dei cacciatori di trasmettere informazioni molto attente e in sintonia con i veri valori della caccia a chi, probabilmente a digiuno di ogni conoscenza venatoria, viene oggi bombardato da parte dei “media”, spesso affannati nel dipingere un’immagine della caccia faziosa e per nulla rispondente alla realtà. La domenica, giornata dedicata alle relazioni sui risultati della stagione appena conclusa, ha registrato la presenza di un pubblico numeroso ed attento. Al tavolo di lavoro erano presenti il nostro Presidente Ing. Balestra per gli onori di casa e in veste di moderatore, l’Assessore Cottini, che non manca mai ai nostri appuntamenti più significativi, la dott.ssa Gaffuri, che segue con attenzione ormai da oltre un decennio la situazione sanitaria dei nostri selvatici, il Tecnico Faunistico dott. Cesaris che collabora con la Commissione e coordina la stesura dei piani di prelievo, il Responsabile del settore Egman, i rappresentanti del CTG Calvi e Migliorini. Dopo il consueto saluto da parte del Sindaco di Olmo Amboni Sergio, e il rinnovato impegno da parte delle Istituzioni Provinciali nel favorire le iniziative di confronto e di divulgazione messe in atto dal nostro Comprensorio, subito si è entrati nei dettagli tecnici che hanno da sempre caratterizzato questi incontri. L’introduzione degli aspetti tecnicamente più significativi è iniziata con l’analisi dell’andamento della popolazione di capriolo. Questa ha visto come riferimento la buona crescita della popolazione, aumento che, seppur ancora in una fase di recupero parziale delle consistenze registrate alcuni anni fa, ci consentono di guardare il futuro con meno apprensione. Va ricordato che da due anni il nostro Comprensorio ha recepito in modo integrale le direttive emanate dall’I.S.P.R.A attraverso un apposito protocollo, ragion per cui ogni confronto numerico con dati i raccolti, antecedenti il 2009, deve necessariamente tenere in considerazione i metodi di utilizzo finale dei dati stessi. La proposta del piano di prelievo ha necessariamente dovuto tenere in considerazione alcuni parametri non in equilibrio tra di loro. CAPRIOLO Questo il territorio utile alla specie del capriolo e territorio parziale censito nei diversi settori. CAPRIOLO Ettari zona vocata Ettari censiti Perc. territorio cens. 50% Settore 1 6.400 3.200 Settore 2 7.880 2.758 35% Settore 3 5.640 2.102 37,27% Settore 4 3.136 1.500 47,83% Settore 5 8.562 2.653 30,99% 31.618 12.213 media 38,63% Questi i risultati dei censimenti del capriolo relativi ad ogni settore - Anno 2010 M2 F2 Ind. Totale Densità (x100 ha) 60 79 101 54 335 10,47 11 39 35 27 129 4,68 37 49 86 20 221 10,51 9,27 Settore M1 F1 1 41 2 17 3 29 4 18 26 28 49 18 139 5 23 46 51 71 15 206 7,76 128 180 246 342 134 1030 8,43 23 Di seguito, il rapporto tra i sessi del censito si è ancora una volta rilevato a favore delle femmine, ragion per cui la proposta del piano di prelievo ne ha tenuto in debito conto; elemento che preoccupa molto appare anche il rapporto tra giovaniadulti che risulta eccessivamente sbilanciato (almeno nei dati raccolti durante i censimenti) a favore di questi ultimi, con 1:1,91. Anche per questo aspetto nella proposta di prelievo si è tenuta in considerazione la volontà di apportare i dovuti correttivi per migliorare questi rapporti. Piano di prelievo presentato e integralmente approvato - Anno 2010 Settore Kitz M1 F1 M2 F2. Prelievo % sul censito 22% 1 11 7 11 19 27 75 2 2 2 2 5 5 16 12% 3 3 3 3 6 11 26 12% 4 3 2 3 4 8 20 15% 5 5 2 5 8 11 31 15% Totale 24 16 24 42 62 168 16,3 I prelievi attuati, 148, pari all’88% del piano approvato sono comunque considerati buoni sia nel numero complessivo che nella qualità dei capi conferiti al Centro di Verifica, questo a conferma di una buona ripresa anche qualitativa del capriolo nel nostro comprensorio. CAMOSCIO Per il camoscio, l’introduzione del nuovo sistema di censimento e della relativa proposta di prelievo, appare meno problematica rispetto al capriolo. Le indagini numeriche che riguardano questa specie, in pratica, hanno sempre tenuto in considerazione la possibilità di estendere il più possibile le zone di censimento, proprio per avere una raccolta dei dati maggiormente corrispondente alla realtà di ogni piccola porzione di territorio. A differenza del capriolo, sono necessarie alcune considerazioni aggiuntive per questa specie. Il censimento al camoscio, a differenza del censimento al capriolo, è sicuramente meno condizionato dalla stagionalità che si manifesta con la crescita del “primo verde”. Per il capriolo è sufficiente un errore di programmazione di soli 8/10 giorni nelle uscite per ridurre sensibilmente il numero degli esemplari avvistati. Per il camoscio, l’opportunità di effettuare numerose uscite su una vegetazione ormai in maturazione, in un periodo dove le femmine ricostituiscono i gruppi nei pascoli più elevati, offre la possibilità di avvistare le femmine, i piccoli e i giovani di uno, due, tre anni. Questi avvistamenti rimangono costanti per un periodo di tempo maggiore, e in alcuni casi, si protraggono per quattro o cinque settimane. La programmazione dei censimenti risulta pertanto molto più facile e, tranne rare eccezioni, le uscite sono sempre coronate da successo. Qui il protocollo di intesa con l’I.S.P.R.A non tiene però in considerazione l’utilizzo dei capi nati nel corso dell’anno (kitz) nella stesura del piano di prelievo, così pure per i camosci visti a grande distanza e inseriti in tabella come Dati riassuntivi dei censimenti all’interno di ogni settore - Anno 2010 Settore 24 F3 Ind. Totale Dens. c. (x100 ha) 135 0 42 587 9,29 193 10 79 749 9,11 209 13 63 822 14,14 33 132 8 16 495 9,37 21 135 2 48 591 6,92 176 804 33 248 3244 9,49 Kitz Jarling M1 M2 M3 F1 1 114 133 58 59 0 46 2 168 131 61 61 5 34 3 166 150 71 101 7 42 4 109 89 45 51 12 5 110 132 60 81 2 667 635 295 360 26 F2 “indeterminati”, anche questi non si dovrebbero conteggiare in fase di raccolta finale dei dati contenuti nelle schede di censimento. Nel nostro Comprensorio, da molti anni ormai, utilizziamo i dati annuali che riguardano i piccoli (kitz) e i giovani di un’anno (jahrling) come elemento fondamentale per la stima di sopravvivenza invernale. Infatti, è nostra convinzione, maturata con l’esperienza di molti anni di lavoro, che la mortalità maggiore nella stagione invernale colpisce proprio i soggetti giovani e, il confronto dei dati raccolti su queste due classi d’età, rimane a nostro avviso un buon indice di valutazione della sopravvivenza complessiva della popolazione. Alcuni aggiustamenti a questi nuovi modelli di indagine e di valutazione delle consistenze, probabilmente, al termine di una normale fase di “rodaggio” del sistema, potranno in qualche modo esserci riconosciuti. PROPOSTA DEL PIANO DI PRELIEVO DEL CAMOSCIO 2010 Vista la buona situazione della popolazione che si riscontra dai dati di censimento, la Commissione, su parere del Tecnico che ne coordina il lavoro, ha chiesto e ottenuto dalla Provincia, che si è avvalsa del parere favorevole dell’I.S.P.R.A, una percentuale di prelievo pari al 12% della popolazione censita. Di seguito lo schema riassuntivo del piano approvato. Settore Kitz Jarling M1 M2/M3 F1 1 5 24 2 7 24 F2/F3 Totale 8 11 10 16 73 8 13 7 24 83 3 7 28 10 19 9 26 98 4 4 16 6 11 7 16 62 5 4 24 8 15 5 16 72 27 117 40 69 38 98 389 PRELIEVO DEI CAMOSCI EFFETTUATO NEL 2010 La caccia al camoscio come ogni anno nel nostro Comprensorio appassiona e coinvolge tutti i cacciatori. Il prelievo, rallentato improvvisamente a causa del cattivo tempo nell’ultimo mese di attività, si è fermato a 347 capi, pari all’89,2%. Per quanto riguarda questa specie, si deve notare come le attenzioni per lo stato di salute dei soggetti che vengono conferiti presso il centro di verifica sia sempre molto elevato. Tutti i Verificatori che lavorano presso il centro sono molto attenti anche nella semplice raccolta dei pesi; questa scrupolosa attenzione ci permette annualmente di effettuare confronti con i risultati precedenti, e “tracciare” così un grafico indicativo dello stato di salute generale della nostra popolazione di camosci. Anche in questa stagione alcuni soggetti giovani presentavano pesi decisamente inferiori alla norma e, confrontati con quelli abbattuti nelle passate stagioni, ci inducono a pensare che in alcune località del Comprensorio le densità, in riferimento anche all’utilizzo dei pascoli per il bestiame domestico, siano decisamente molto elevate. A conferma delle nostre ipotesi anche la relazione dello stato di salute dei camosci presentata dalla Dottoressa Alessandra Gaffuri, la quale si è soffermata nella sua puntuale ed appassionata esposizione, sull’aumento considerevole delle problematiche respiratorie che presentano soprattutto i camosci provenienti dalla zona Torcola-Monte del ColleVallenzana-Piodere. In queste località, con presenza storica e consistente del camoscio, le densità probabilmente hanno raggiunto livelli di criticità molto elevati, pertanto sarà nostro preciso compito ridurre gli effettivi attraverso operazioni di prelievo mirate, e nel contempo assumiamo un preciso impegno a monitorare costantemente l’evoluzione di questa nuova situazione. 25 CERVO A differenza del capriolo e del camoscio, il censimento e la conseguente richiesta di prelievo tiene in giusta considerazione le indicazioni contenute nei documenti di programmazione Provinciali che attribuiscono al nostro territorio una capacità di ospitare circa 800 cervi. I censimenti a questa specie, elusiva oltre ogni limite, ci ha comunque permesso di valutare attraverso le informazioni di carattere numerico raccolte che la popolazione sta aumentando in modo considerevole e questo aumento interessa tutto il Comprensorio. La programmazione dei censimenti, operazione quanto mai difficoltosa se fatta con tanti mesi d’anticipo, ci ha comunque permesso di contare 112 cervi (85 la Riepilogo censimento del cervo - Anno 2010 Maschi Femmine Settore 1 2 3 4 1 2 3 Indet. totali 1 4 2 3 0 7 11 0 4 31 2 3 0 2 0 0 2 0 2 9 3 1 1 0 0 3 3 0 6 14 4 0 1 0 0 3 3 0 4 11 5 4 10 4 1 9 6 6 7 47 Totale 12 14 9 1 22 25 6 23 112 stagione precedente) ben distribuiti sul territorio che abitualmente viene frequentato nella stagione invernale da questa specie. Il piano di prelievo del cervo è stato proposto in considerazione di un atteggiamento da parte della Commissione improntato all’accrescimento della popolazione in tutti i settori. Si è convenuto in fase di stesura della richiesta che, anche nei settori dove il cervo è presente in modo massiccio con quartieri di estivazione e di svernamento, il prelievo debba essere moderato per permettere alla specie di colonizzare attraverso il naturale irradiamento, il restante territorio. Prelievo del cervo nel 2010 La caccia al cervo, iniziata il 16 di Agosto in coincidenza con l’apertura della caccia al capriolo, ha visto impegnati numerosi cacciatori che, avvalendosi anche di una modifica al regolamento specifico per la caccia al cervo approvato dal Comprensorio, hanno abbattuto in poche uscite 10 degli 11 capi in piano di tiro. Per quanto riguarda gli abbattimenti del cervo auspichiamo che il calendario venatorio possa in futuro modificare i periodi 26 Richiesta del piano di prelievo del cervo - Anno 2010 Settore M1 1 M2 Vitello 1 2 1 3 1 4 F1 F2 Prelievo % sul censito 1 1 3 10% 1 10% 2 10% 1 10% 1 1 5 1 1 Totale 1 2 2 di prelievo che riguardano i maschi adulti. Oggi, il prelievo degli adulti viene rimandato alla fine di settembre, giustificando tale scelta con la volontà di evitare il disturbo nel periodo degli amori che, alle nostre latitudine, solitamente termina in coincidenza dell’apertura della caccia al maschio. Riteniamo tuttavia che tale posticipo non goda affatto dei benefici ipotizzati in quanto gli areali del cervo e del capriolo nel nostro comprensorio sono sovrapponibili tra 1 1 4 10% 3 3 11 10% di loro. L’apertura della caccia al maschio adulto, nello stesso periodo della caccia al fusone, inoltre, faciliterebbe e velocizzerebbe il prelievo di entrambi le classi d’età in quanto, frequentemente, chi ambisce al prelievo del maschio adulto non opera nessun prelievo fino alla data di apertura, ritardando così il proseguimento nei prelievi di tutti i soggetti. Ricordo che tale facilitazione di calendario potrebbe trovare un limite provvisorio, almeno fino alla regolamentazione definitiva con l’assegnazione nominativa dei capi da prelevare. 4° SAGRA ESTIVA per uccelli da richiamo Alessandro Raffaele Balestra Alle ore 5.00 del 13 agosto scorso ha preso il via la 4^ edizione della Sagra Estiva degli uccelli da richiamo, tenutasi per il terzo anno consecutivo presso il centro sportivo comunale di Lenna e inserita per la prima volta nel circuito del campionato regionale lombardo. L’affluenza di pubblico è stata lusinghiera fin dall’inizio e si è fatta via via più massiccia nelle ore seguenti, quando davvero il campo di gara era gremito di appassionati di tutte le età. Emozionante e combattuta la gara degli uccelli canori (sei le specie incluse nella competizione), che da subito hanno dato prova della loro bravura e della fine preparazione tecnica degli allevatori partecipanti, a testimonianza che in questo settore si sono ormai raggiunti traguardi veramente degni di nota. I giudici si sono impegnati con attenzione nell’ascolto delle qualità vocali degli esemplari esposti, eseguendo periodici controlli sul campo; non sarà stato certamente facile valutare una competizione combattuta tra cantori di così alta qualità. Verso le 10.30 la giuria ha proposto la classifica finale, presentata al folto pubblico dopo i discorsi introduttivi delle autorità intervenute. Alla gara è seguita, come tradizione, la passerella dei cani meticci, molto apprezzata da tutti i presenti, che hanno potuto ammirare le qualità fisiche e il carattere degli esemplari partecipanti all’evento. Puntigliosa e ben congegnata è stata l’organizzazione 27 logistica della rassegna da parte del Comitato fiera che, nel corso degli anni, coadiuvato dal Comprensorio Alpino, ha sempre voluto migliorare tutti i momenti della manifestazione, dal ricco mercatino presente all’esterno del campo di gara al reparto ristorazione, che ben ha soddisfatto le esigenze gastronomiche di tutto il pubblico. La sagra si presenta pertanto a pieno titolo come un centrale momento culturale del nostro patrimonio venatorio locale che, a torto, da molti profani è giudicato barbaro e unicamente inteso alla indiscriminata soppressione degli animali. Non è così, se si pensa a quali profonde radici abbia la caccia sul nostro territorio e al raffinato profilo professionale di tutti coloro che si dedicano ai tanti aspetti inerenti questa tradizione. CLASSIFICA FIERA LENNA TORDO BOTTACCIO 1° classificato Boschetti Michele Cr 2° classificato Bacalli Stefano 3° classificato Sala Romano TORDO SASSELLO 1° classificato Calandrelli Ermanno Cr 2° classificato Felini Giorgio 3° classificato Pasinetti Maurizio MERLO 1° classificato Gaudenzi Severino Cr 2° classificato Allievi Tiziano Ms 3° classificato Locatelli Dario ALLODOLA 1° classificato Trezzi Luigi Cr 2° classificato Vanoncini Mario 3° classificato Lancini Stefano CARDELLINO 1° classificato Reboldi Elena Cr 2° classificato Mohammed Kattavi 3° classificato Allievi Tiziano FRINGUELLO 1° classificato Allievi Tiziano Cr Ms 2° classificato Locatelli Giancarlo 3° classificato Aliprandi Giulio Cr= Campione regionale Ms= Miglior soggetto 28 Risultati delle analisi svolte nell’ambito del controllo sanitario della fauna selvatica in Provincia di Bergamo 2010/2011. ISTITUTO ZOOPROFILATTICO SPERIMENTALE DELLA LOMBARDIA E DELL’EMILIA ROMAGNA ‟BRUNO BURTINI” Sezione diagnostica provinciale di bergamo Nelle tabelle sottostanti sono riportati i dati delle analisi svolte su campioni prelevati durante la stagione venatoria 2010-2011 e sugli animali rinvenuti morti sul territorio del C.A. Valle Brembana e conferiti dalle guardie del Corpo di Polizia Provinciale o dall’ ASL. CAPRIOLO Malattia Toxoplasma Paratubercolosi (anticorpi nel sangue) Anaplasma Polmoni POS/TOTALE 18/76 0/76 26/76 2/2 Commento ai dati Come l’anno scorso diversi animali sono risultati positivi a Toxoplasma ( agente di malattia abortiva che si trasmette anche all’uomo tramite il consumo di carne poco cotta o alimenti crudi contaminati dalle oocisti eliminate con le feci dal gatto infetto) e ad Anaplasma, un parassita del sangue che si trasmette tramite le zecche. I polmoni dei caprioli n. 90 e 93 presentavano lesioni parassitarie da M. capillaris. POS/TOTALE 0/3 0/3 0/3 0/3 0/1 Commento ai dati Nulla da segnalare Nota dell’Uff. Provinciale Caccia e Pesca Considerata l’importanza del Progetto Europeo EMIDA di Monitoraggio Sanitario sulla Tubercolosi del Cervo, a cui questa provincia partecipa, si chiede di dare la massima collaborazione CAMOSCIO Malattia Paratubercolosi ( anticorpi nel sangue ) Neospora Anaplasma IBR (Herpes virus bovino ) Polmoni CERVO Malattia Toxoplasma Paratubercolosi (anticorpi nel sangue) Anaplasma Blue Tongue Polmoni POS/TOTALE 0/212 In corso 63/193 3/202 3/3 Commento ai dati Anche nel camoscio si segnala una positività degna di nota per Anaplasmosi. La positività per IBR, anche se limitata a pochi campioni, deve essere valutata in rapporto alla segnalazione di animali con polmonite o con isolamento virale (vedi polmone n. 789). Infatti nel polmone del camoscio n. 789, che presentava una bronco polmonite catarrale, è stata evidenziata la presenza di un Herpes virus. I polmoni n. 567 e 696 avevano una polmonite parassitaria mentre il polmone n. 720 è stato prelevato in quantità insufficiente per essere analizzato. all’incaricato Dott.Luca Pellicioli concordando con il medesimo le modalità di prelievo dei linfonodi dalle carcasse di cervo e cinghiale presentate presso i consueti Centri di Verifica e Valutazione Biometrica. Si chiede inoltre ai Comitati di Gestione in indirizzo di promuovere presso i cacciatori di selezione una capillare raccolta delle provette di sangue degli ungulati prelevati. Si ringrazia per la preziosa collaborazione. Giacomo Moroni 29 CARCASSE CONFERITE DA CORPO DI POLIZIA PROVINCIALE e ASL SPECIE LOCALITÀ e data conferimento LESIONI E DIAGNOSI CAMOSCIO Piazzatorre, loc. Mulino, 7.10.2010 Grave polmonite e pericardite. Ricerche virologiche in corso di approfondimento. Esame sierologico positivo per Herpes virus. Presenza di parasssiti polmonari e gastro intestinali CAMOSCIO Piazzatorre, loc. Colonia campo, 23.08.2010 Femmina adulta molto magra; massiva infestazione da parassiti abomasali ed intestinali CAMOSCIO Valleve, Chiesa, 13.07.2010 Femmina adulta in lattazione, piuttosto magra. Esiti di cheratocongiuntivite ( positiva per M. conjiunctivae ) parassitosi polmonare, gangrena gassosa a livello muscolare perineale. CAMOSCIO Piazzatorre, loc. pattinaggio 16.05.2010 Femmina adulta con esiti bilaterali di cheratocongiuntivite. Polmonite batterica, residui di invogli fetali a livello di utero, assenza di latte. CAMOSCIO Valleve, loc. Foeni, 1.05.2010 Femmina adulta molto magra; massiva infestazione da ectoparassiti; polmonite batterica, parziale prolasso dell’utero, assenza di latte. Presenza di parassiti gastro intestinali . CAMOSCIO Carona, loc. Piodere, 22.03.2010 Femmina gravida con polmonite batterica. CAPRIOLO Olmo al Brembo, loc. Brina 11.05.2010 2 soggetti molto magri e con numerosi ectoparassiti; presenza di parassiti intestinali. CAPRIOLO Roncobello, loc. Piccarelli, 10.04.2010 Lesione traumatica. CAPRIOLO Taleggio, loc. Fraggio, 10.11.2010 Ascesso in cavità addominale, lesioni parassitarie polmonari e presenza di strongili gastro-intestinali VOLPE Roncobello Negativa per Rabbia, Trichinella e Tularemia, positiva per Salmonella VOLPE Non comunicato Negative per Rabbia, Trichinella, Tularemia e Salmonella Ringraziando i cacciatori per la loro collaborazione e per il lavoro svolto, esprimiamo la nostra disponibilità per qualsiasi chiarimento. Il Dirigente Responsabile Dr. Franco Paterlini 30 Il responsabile del laboratorio di diagnostica Dr .ssa Alessandra Gaffuri I prelievi per il monitoraggio sanitario per la stagione venatoria 2011 Dott.ssa Alessandra Gaffuri Responsabile dell’IZLER Anche quest’anno è stato attivato il programma di monitoraggio sanitario sulla fauna selvatica , che prevede la raccolta da parte del cacciatore di materiale da sottoporre alle analisi. I prelievi richiesti per le diverse specie sono i seguenti: CERVO: una provetta di sangue, milza, e una porzione dell’intestino (valvola ileocecale) oppure, in sostituzione, le feci dell’ultimo tratto dell’intestino. Inoltre, dato che la provincia di Bergamo partecipa ad un progetto europeo sul controllo della tubercolosi del cervo, avremo bisogno di prelevare i linfonodi retrofaringei, tracheobronchiali, mediastinici e meseraici; vista la difficoltà del prelievo, il compito è stato affidato ad un veterinario che si metterà in contatto con i responsabili del Centro di Verifica per poter eseguire il campionamento. CAMOSCIO: una provetta di sangue e milza. A seguito di alcuni casi di polmonite da Herpes virus che si sono verificati lo scorso anno, sarebbe opportuno ispezionare con attenzione i polmoni ed inviare per le analisi quelli che presentano delle lesioni. LEPRE: una provetta di sangue, milza e fegato. Da tutte le specie prelevare sempre organi con lesioni e zecche, e conferire anche le carcasse che vengono rinvenute sul territorio. Per qualsiasi chiarimento e informazioni potete contattare direttamente i veterinari dell’Istituto Zooprofilattico di Bergamo al seguente numero di telefono: 035 4236036 o per mail a [email protected]. CAPRIOLO: una provetta di sangue, milza, e una porzione dell’intestino (valvola ileocecale) oppure, in sostituzione, le feci dell’ultimo tratto dell’intestino. 31 Etica venatoria e… andare sull’anschuss Flavio Galizzi Quello della verifica dell’anschuss da parte del cacciatore/ accompagnatore è un argomento più volte toccato dalle riviste di settore, a volte non sufficientemente sottolineato. Perché vale la pena soffermarcisi e dedicargli una riflessione a parte? Perché l’etica nella caccia non deve essere un optional, un argomento per raffinati o per perditempo, “ per quegli insicuri che non sanno nemmeno dove hanno sparato”, come direbbero molti che conosciamo. Così si esprimono molte volte coloro che hanno a cuore solamente l’esito finale favorevole, che per loro significa essenzialmente portare a casa in ogni caso un capo, o meglio il trofeo che porta, per cui un’eventuale ricerca e individuazione dell’esito del tiro, specialmente quando si tratta di un tiro lungo, che impegna un vallone o una valletta, su terreno impervio, vorrebbe dire sospendere la caccia per dedicare un po’ di tempo alla ricerca dei segni dell’esito del colpo sparato, con il problema dell’eventuale chiamata del conduttore di cane e della chiusura della giornata con esito incerto. Preferisco non fare stime sull’entità numerica di 32 tali cacciatori, considerato che le percentuali dicono alla fine poco. Di solito ci si rifà ad un indice, cui molti fanno riferimento, che vedrebbe la percentuale stimata degli errori di tiro, riferiti ai ferimenti, assestarsi attorno al 20%. Personalmente credo che sia molto inferiore, ma non è dato conoscerlo, e personalmente, da ottimista che sono e per la realtà che conosco, penso che sia molto inferiore. A questo indice alcuni vorrebbero correlare il numero delle chiamate dei conduttori di cani, innescando spesso polemiche inutili e rimbrotti generici, e anche se per qualcuno ci si azzecca, per la maggior parte dei casi non è così. Più passano gli anni, più la confidenza con la propria arma porta a raggiungere livelli di conoscenza e sicurezza sul tiro sempre più elevate. Le stesse munizioni oggi prodotte sono sempre più accurate, e molti cacciatori scelgono per la caccia munizioni della serie ”premium”, o “gold”, o altro indicatore che ne certifichi l’accuratezza di costruzione e l’alto indice di precisione e costanza, vanto di molte case. Ma non basta, anche sulla scelta della tipologia di palla c’è una sempre maggior presa di coscienza che certi effetti balistici che privilegiano esclusivamente la precisione del tiro, importante a caccia ma non da considerare valore unico assoluto, vanno contemperati al buon esito del colpo inteso come effetto balistico terminale, per cui alla precisione deve sempre essere associata, nella scelta della palla da utilizzare a caccia, la sua efficacia sul selvatico, il suo potere di arresto, senza eccedere nei suoi effetti distruttivi, pena la perdita indesiderata di parte dell’animale. Ecco quindi che la scelta si indirizza molto spesso sulle munizioni ad espansione controllata, magari sulle ultime munizioni senza piombo, affascinanti perché alla precisione intrinseca che è pari a quelle con nucleo di piombo, non disperdono nelle carni dell’animale microgranuli di piombo, che poi ci troviamo inevitabilmente nello stomaco quando trasformiamo la nostra preda in un piatto festoso da condividere con gli amici. Una sottigliezza etica e di buon gusto, oltre che di valenza importante sotto il profilo della salute nostra e degli ospiti che invitiamo a pranzo. A tutto questo contribuiscono le buone riviste di caccia, le letture che ci dovrebbero accompagnare durante i mesi di pausa venatoria, per tenere vivo il piacere con riflessioni e aggiornamenti su tutto quello che gravita introno all’argomento caccia, dall’abbigliamento alle armi, dalla balistica all’approfondimento della conoscenza delle specie che cacciamo, alla condivisione delle esperienze altrui, comprese le forme di caccia diverse da quelle che pratichiamo noi, anche se sappiamo con certezza che non le praticheremo mai. La conoscenza non deve avere confini, per non impoverire il presente e ciò di cui siamo abituati a godere, ma va acquisita nel rispetto delle tradizioni e delle passioni degli altri: più avremo questa predisposizione, più saremo in grado di apprezzare ed amare ciò che facciamo. Ciò vale ovviamente per tutte le cose, ma mi piace sottolinearlo. Tornando all’importanza della verifica dell’anschuss, va sottolineato che deve essere intesa come una scelta/dovere di ogni cacciatore, a maggior ragione quindi un dovere assoluto per l’accompagnatore, il cui livello di responsabilità è maggiore, così come la partecipazione alla corretta gestione del patrimonio fauna deve essere più responsabile. Fare le verifiche dell’esito del colpo ogni volta che spariamo, anche se ci costa un po’ di sacrificio, deve diventare un’abitudine, e ci deve ovviamente dare soddisfazione, anche nella situazione classica in cui il capo abbattuto è a pochi metri dal punto di impatto, o più lontano ma visibile; d’istinto si va direttamente sull’animale, si verifica il colpo e l’effetto della palla, e si trascurano le tracce lasciate sull’anschuss. Vediamo brevemente perché val la pena approfondire. Innanzitutto verificare e analizzare l’anschuss ci permette di fare valutazioni più complete sull’effetto terminale della palla, l’esito sulla spoglia, che verifichiamo sul capo abbattuto, ma anche “come” questo esito si manifesta nei segni esterni lasciati in sito. Associando questi dati alla reazione dell’animale al colpo siamo in grado di avere quadri visivi di tali comportamenti, che costituiscono un archivio dati mnemonico importante per le occasioni future, arricchendolo sempre più. I segni lasciati sul campo vanno attentamente letti e interpretati, così verifichiamo e approfondiamo la nostra conoscenza sul “tipo” di traccia evidenziata, sul tipo di sangue che possiamo “toccare” e memorizzare, sul pelo che possiamo trovare, associandolo alla parte del corpo interessata dal colpo, agli eventuali pezzi di osso che si rinvengono e alla parte anatomica coinvolta. Tutti elementi di un puzzle che pian piano, man mano che completiamo l’analisi dell’anschuss e successivamente del corpo, completando questa seconda parte con la visita al macello al momento dello scuoiamento e del sezionamento delle parti anatomiche da destinare al consumo, ci daranno la mappa completa relativa ai diversi indici sopra evidenziati: reazione al colpo, effetto balistico terminale sulla spoglia, effetto balistico come traccia sull’anschuss, effetto più o meno distruttivo della palla impiegata, sotto il profilo del consumo, sulle parti edibili dell’animale. Si tratta di valutazioni di tipo qualitativo, per completare quell’insieme di conoscenze che fanno del cacciatore di selezione un cacciatore completo, responsabile e in grado di manifestare e testimoniare la propria maturità nei confronti delle responsabilità gestionali che gli sono affidate. Un’ultima considerazione la faccio relativamente all’azione di caccia nel suo insieme, poiché alcune delle analisi fatte possono essere realizzate nella loro pienezza solamente alla condizione che a caccia si vada in due. Quindi meglio due amici affiatati che da soli, meglio di tutto un accompagnatore amico, con cui mettere abilmente assieme tutti i pezzi del puzzle di cui abbiamo detto, parlandone, ricostruendo compiutamente l’azione di caccia e la sua conclusione, arricchendo così di un valore qualitativo la giornata di caccia, nella condivisione delle emozioni, delle conoscenze e del piacere della acquisizione di una più matura e completa etica di comportamento, che va oltre l’abbattimento, oltre il trofeo, per centrare l’obiettivo della crescita personale. Come un bel voto e un commento lusinghiero ad un esame, che va oltre la promozione in sé, per diventare un momento indimenticabile, di cui poter parlare a lungo con piacere e soddisfazione. 33 Cani e fauna selvatica: una convivenza possibile? Andrea Galizzi Grosso cane pastore incustodito “in caccia” sul monte Faino in zona camosci. - Ore 20:30, fine luglio 2011 La sera del 04 agosto presso la biblioteca di Serina si è svolta la serata che ha come tema principale la convivenza tra i cani e la fauna selvatica. L’iniziativa organizzata dal Comprensorio Alpino Valle Brembana in collaborazione con il Parco delle Orobie e l’Università di Pavia, nasce dalla volontà di sensibilizzare tutti i fruitori delle nostre montagne sull’importanza di una corretta conduzione dei nostri cani che spesso ci accompagnano nelle escursioni. L’obbiettivo principale della serata è la volontà di creare una maggiore cultura e attenzione rivolta alla fauna selvatica per tutti coloro che si recano in ambienti dove questa è presente e diffusa. Spesso durante un’escursione, se non si è più che attenti, sfuggono i segnali di presenza degli abitanti del luogo, e per chi si fa accompagnare dal fido compagno a 4 zampe l’attenzione 34 è rivolta soprattutto a quest’ultimo, finalmente libero di correre e sfogarsi lontano dai pericoli dell’urbe. Senza voler demonizzare o puntare il dito su nessuno, è comunque doveroso ricordare che lasciare libero il proprio cane potrebbe mettere in pericolo gli animali selvatici presenti, in particolare i soggetti giovani, i nati nell’anno, che sono in fase di apprendimento delle strategie per meglio adattarsi all’ambiente e difendersi dai pericoli e dalle insidie. La serata di Serina, ha avuto una relatrice di tutto rispetto, la Dott.ssa Chiara Crotti, da tutti conosciuta per gli lo studi che sta conducendo in collaborazione con il Parco delle Orobie sui grandi predatori, che ha piacevolmente illustrato le principali specie animali presenti nel nostro territorio evidenziando i danni che i cani possono causare, e proponendo alcune foto molto eloquenti dei “danni” riscontrati nelle nostre valli da cani non gestiti correttamente. Il cane, che fortunatamente ha mantenuto una piccola vena di istinto naturale, quando sente la presenza di una potenziale preda, atavicamente viene spinto a cacciarla… il che vuol dire che la rincorre e, se ci riesce, la prende, anche solo per gioco, come fa un gatto che porta sullo zerbino un topolino o una lucertola. Questo istinto potrebbe arrecare anche un danno notevole se durante le passeggiate il naso del cane incrocia l’odore di un capriolo, o di una covata di galli forcelli. In sostanza questo è stato il messaggio che si vuole trasmettere: ATTENZIONE QUANDO SIETE A PASSEGGIO CON IL VOSTRO CANE, NON SIETE SOLI E POTRESTE ESSERE INVOLONTARIAMENTE CAUSA DI DANNI ANCHE GRAVI ALLA FAUNA Il consiglio che ne deriva è quindi quello che il cane dovrebbe essere sempre condotto al guinzaglio. Il messaggio può sembrare scontato, ma al contrario è sicuramente un consiglio fondamentale per tutti coloro che nella buona fede non vedono l’ora di veder saltare di gioia il proprio beniamino. Ricordiamo anche, e questo discorso vale ancor di più per i cacciatori, che queste norme comportamentali le dovrebbero già conoscere, che esiste una norma regionale che riconduce la responsabilità della conduzione dei cani sui padroni, o i temporanei conduttori, per i quali sono previste sanzioni anche molto salate in caso di danni accertati causati dai cani non correttamente gestiti. La serata è stata poi dedicata ad un altro aspetto altrettanto importante, a cui il nostro territorio è fortemente sensibile: quello dei cani cosiddetti vaganti, ovvero cani che vengono lasciati dal padrone liberi durante il giorno ed anche la notte. Il secondo relatore, Silvano Sonzogni, segretario dell’ambito prealpino di caccia, ben conosciuto a molti per il suo hobby di fototrappolatore, ha potuto documentare con i suoi scatti come la presenza di cani liberi e incustoditi che scorrazzano sul nostro territorio, a qualsiasi ora del giorno o della notte, sia purtroppo una realtà ben superiore a quanto si potrebbe immaginare. Questi agiscono anche spesso a coppie, come è nel loro istinto, oppure addirittura organizzati in piccoli branchi, e rappresentano, soprattutto in inverno, durante il periodo delle cove e delle nascite dei piccoli dei mammiferi, dalla lepre al capriolo, ma anche al camoscio, vere minacce all’ecosistema, arrivando a fare vere e proprie stragi. Fatti che sono documentati anche dalla Polizia Provinciale, che nel 2008 ha verificato e documentato come almeno un centinaio, tra caprioli e camosci, siano stati uccisi da predatori, molti dei quali sono sicuramente da ricondurre ad attacchi di cani vaganti. L’iniziativa, nuova nel suo genere, è importante che sia partita dal Nostro Comprensorio, a dimostrazione dell’attenzione che il mondo venatorio rivolge alle tematiche di tutela del nostro patrimonio faunistico. 35 L’annuale concorso di cucina all’Istituto Alberghiero di San Pellegrino Flavio Galizzi Come ogni anno, secondo una tradizione ormai consolidata, si è svolto, presso l’Istituto Alberghiero di San Pellegrino, il Concorso di cucina dedicato alla selvaggina. Quest’anno è stata la volta del Cinghiale. Anche se non è un selvatico del nostro Comprensorio, abbiamo pensato che la sua ottima fama in Cucina poteva rappresentare un’occasione valida, per gli allievi, di cimentarsi in qualche piatto d’eccellenza. Così è stato. Come per le volte precedenti, non ci si è fermati solo all’aspetto culinario. Per il Comprensorio il Concorso non è solo un momento dedicato all’utilizzo delle carni di selvaggina in cucina e nella ristorazione alberghiera, anche se questo è ovviamente il tema chiave, ma vuole essere anche un momento culturale, in cui gli studenti possano apprendere qualcosa in più sugli ungulati che vivono sul nostro territorio, e sul valore culinario, economico e turistico delle risorse faunistiche. Tutti noi sappiamo quanto sia difficile oggi reperire carni che non provengano da allevamenti, e che non abbiano subito manipolazioni da parte dell’uomo, sia sotto il profilo sanitario, per difenderli dalle malattie, sia sotto il profilo della selezione, per raggiungere standard qualitativi ovviamente sicuri, 36 ma anche uniformati nel gusto, perdendo molte delle caratteristiche originarie delle varietà specifiche che le rendeva uniche. Una risorsa che oggi sempre più si cerca di riscoprire, anche ai fini di un turismo gastronomico che recuperi gli antichi sapori regionali. Una proposta, questa, che alla dirigenza dell’Istituto Alberghiero è sempre piaciuta, nella direzione di una collaborazione con il territorio alla riscoperta delle tradizioni della bergamasca. Il Concorso è stato preceduto da un incontro con gli studenti per scoprire i segreti della vita degli ungulati delle Orobie, tenuto da Flavio Galizzi, che da anni sviluppa e approfondisce questi temi nelle scuole, e da Bruno Calvi, vicepresidente del Comprensorio. Una mattinata vissuta dai ragazzi con grande interesse e partecipazione. Il Concorso ha visto partecipare, come ogni anno, dieci studenti, scelti tra i molti che hanno presentato delle proposte interessanti. Una preselezione necessaria per esigenze operative, che nulla toglie alle proposte che non hanno trovato opportunità di concretizzarsi. I piatti che presenteremo nel prossimo numero di gennio, nella rubrica “In cucina” di questo numero, i menù premiati, hanno costretto la giuria a un lavoro di selezione impegnativo, fino alla scelta finale piuttosto sofferta, poiché quasi tutti meritavano certamente di essere tra i premiati, a dimostrazione dell’ottimo livello che hanno ormai raggiunto gli allievi delle classi terze, nella miglior tradizione di questo Istituto. Dobbiamo ringraziare, per l’ottimo successo dell’iniziativa, la Dirigente, Prof.ssa Silvana Nespoli,oltre agli altri collaboratori. Per il Settore Cucina: il Prof. Calvetti Carlo e gli studenti della classe 3A Cucina, che si sono fatti carico, in maniera impeccabile, della preparazione della cena per gli oltre 200 ospiti, e il Prof. Becherini Luca, con gli Assistenti Tecnici Di noia Luciano, Zuccali Fabio e Gotti Vincenzo. Per il Settore Sala e Bar: il Prof. Parimbelli Claudio e gli studenti della classe 3F Sala e Bar, e l’Assistente Tecnico Corna Giovanni, che con impeccabile classe hanno servito ai tavoli. anno ci permettono di realizzare questo importante incontro con l’offerta dei loro prodotti di grande qualità: l’Azienda Agricola SALERA, Cascina Vallere, di Martinengo (BG),per le farine, il riso e i cereali; la casARRIGONI della Val Taleggio, di Peghera (BG), per i suoi straordinari formaggi, la ditta RASMO, di Gerosa (BG), per i suoi eccellenti tipici salumi bergamaschi, e la Ditta 4R, QUATTROERRE, di Torre dei Roveri (BG) per i suoi eccellenti vini di qualità. Non dimentichiamo tutto il Personale dell’Istituto, che ha collaborato con grande professionalità per la buona riuscita dell’iniziativa. Fulcro del Concorso di Cucina è stata la Giuria, che ha seguito in ogni fase della preparazione gli studenti fin dal primo pomeriggio, tra le pentole e i profumi delle cucine, mettendo a loro agio i concorrenti senza trascurare domande e precisazioni sulla preparazione dei loro piatti, elaborati e raffinati. Hanno fatto parte della Giuria, come sempre caratterizzata da un alto profilo professionale: il sig. Petrucci Mario, Segretario Nazionale AMIRA (Ass. Maítres Italiani Ristoranti e Alberghi), presidente, gli Chef Ronzoni Emilio e Rossi Manuela, la sig.ra Arrigoni Ernestina e il giornalista dell’Eco di Bergamo Ghisalberti Giovanni. Per il Settore Ricevimento: la Prof. ssa Arzuffi Giuseppina, instancabile coordinatrice dell’iniziativa, e gli studenti della classe 2H, il Prof. De Martino, e gli studenti della classe 3G Ricevimento, oltre all’Assistente Tecnico Torallo Pietro, che si sono curati della Reception e del pieghevole con la presentazione dei Menù del concorso, distribuito a tutti gli ospiti. Dobbiamo inoltre doverosamente ringraziare gli Sponsor, che ogni 37 Prova nazionale per cani da traccia 1° Trofeo Valtorta Osvaldo Valtulini Valtorta, 15 maggio 2011 Nella splendida cornice quale è quella offerta dalla località “Ceresola” in Valtorta, si è svolta quest’anno, per la prima volta in questa vallata, la Prova Nazionale per Cani da Traccia organizzata dal Gruppo Conduttori Cani da Traccia della Provincia di Bergamo. Il “Gruppo Conduttori Cani da Traccia della Provincia di Bergamo” è un sodalizio legalmente costituitosi nel 2002 per volontà, ma soprattutto per passione, di alcuni amici cacciatori di ungulati “Brembani” che, stimolati dal compianto Dott. Roberto Gatti, stimato amico e socio del C.A. Valle Brembana, nonché Giudice ENCI per le prove di lavoro per le razze da traccia, si sono avvicinati all’affascinante e coinvolgente attività di recupero. Le favorevoli situazioni ambientali unitamente ad un’oculata gestione venatoria hanno consentito in questi ultimi anni un notevole incremento della popolazione d’ungulati presenti sul nostro territorio raggiungendo numeri e densità tali da consentire un piano di prelievo pari a circa 1.200 capi per l’intero territorio provinciale. L’incremento numerico del piano d’abbattimento degli ungulati, ha imposto quindi un nuovo approccio nei confronti dell’eventualità di un ferimento. Chiunque ha a cuore la sorte della selvaggina che caccia ed ha provato l’esperienza di un tiro mal riuscito, con ferimento ed allontanamento del selvatico, ha sicuramente 38 provato un senso di delusione e rammarico per la mancata conclusione dell’azione, nonché, almeno per i più sensibili, un fastidioso senso di colpa per il danno causato all’animale e le sofferenze conseguenti. In questo caso è necessario attuare tutte le attività possibili per cercare di rintracciare l’animale ferito o presunto tale ed escludere in tal modo la possibilità di una sua eventuale sofferenza o, peggio, inutile morte. Queste sono sostanzialmente le motivazioni che hanno indotto, e animano, un gruppo d’appassionati cacciatori, forse più sensibili di altri, ad organizzarsi e diventare “conduttori di cani da traccia” nel tentativo di ridurre al minimo la possibilità di perdere inutilmente preziosi capi di selvaggina. L’associazione nasce con queste premesse sul principio del volontariato e offre i propri servigi gratuitamente a tutti i cacciatori che malauguratamente si vengono a trovare nell’impossibilità di trovare un ungulato accidentalmente ferito. Il servizio vale anche per il recupero di ungulati feriti in caso d’investimento (sempre più frequente in questi ultimi tempi) o per controllo di eventuali azioni di bracconaggio. L’associazione è riconosciuta quale organo di riferimento per l’attività di recupero degli ungulati feriti dagli organi Provinciali competenti. La Provincia stessa, attraverso i Suoi funzionari più attenti alle problematiche venatorie e connesse, ha stilato e poi approvato uno specifico regolamento per la disciplina del recupero degli ungulati feriti che, si evidenzia, non è considerata azione di caccia. L’attività di recupero è organizzata ed attivata dal Gruppo tramite la “stazione di recupero” con un referente unico al quale sono convogliate le chiamate per ogni tipo d’intervento. Il responsabile, in base alla disponibilità dei soci conduttori ed alle carat- O teristiche dei cani da loro posseduti, in relazione al tipo d’intervento, predispone l’azione di recupero avvisando la vigilanza venatoria. Attualmente sono in attività 8 conduttori con relativi cani abilitati. Un impegno costante è rivolto anche alla diffusione della cultura e dell’etica venatoria che deve, e in futuro dovrà ancora di più, visti i numerosi detrattori, essere volta ad una caccia sempre più coscienziosa e rispettosa soprattutto della fauna oggetto della nostra attività di prelievo al fine di far emergere la figura del moderno cacciatore/ gestore/fruitore, su licenza, di un bene comune a tutta la collettività. A tale scopo l’impegno del Gruppo si completa anche con l’organizzazione annuale di una prova di lavoro ENCI su traccia artificiale riservata alle razze d’elezione per il recupero, Bavarese ed Annoveriano, che, itinerante per le valli della Provincia (2002 Valserina, 2003 Valtaleggio, 2004 Valimagna, 2005 Valbondione, 2006 Val di Scalve, 2007 Valbrembana, 2008 Valgandino con raduno di razza a Cene, 2009 Valtaleggio, 2010 Valbrembilla, e l’ultima del 2011 in Valtorta) ha anche come secondo fine Organigramma del gruppo “Conduttori Cani da Traccia della Provincia di Bergamo”: Presidente: VALTULINI Osvaldo Vice Presidenti: ACQUAROLI Danilo BASSANELLI Giuseppe Segretario: VASSALLI Diego Consiglieri: CAGNONI Alex CORTESI Giancarlo Sindaci: CAPITANIO Luigi RASMO Roberto Soci effettivi: n. 46 Conduttori e cani abilitati in attività: Vassali Diego Bassanelli Giuseppe Cagnoni Alex Rasmo Roberto Alborghetti Dante Invernizzi Egidio Pesenti Giovanni Giupponi Fausto con Hs “Toy” (ch it. lavoro) con Hs “Minosse” con Hs “Odino” con Hs. “Kira” con Bgs “Jula” (ch it. lavoro) e con Bgs “Otto” LP B R RI EM BA NA C O M PR E NSO A IN O L VA LE la dimostrazione e divulgazione dell’attività di recupero ed ogni anno, con enorme soddisfazione, si ha il piacere di raccoglie sempre più plausi anche da parte dei non addetti ai lavori. La prossima manifestazione è programmata per il 03 Giugno 2012 in un’altra delle nostre magnifiche valli con località ancora da destinarsi. Per tornare al resoconto della Prova di Valtorta, come sempre l’organizzazione è stata impegnativa ed è stata possibile grazie alla collaborazione dei cacciatori locali nonché dei soci del Gruppo e l’appoggio delle autorità locali con particolar riferimento alla persona del Sindaco di Valtorta, Cav. Pietro Busi. La prova si è svolta in un ambiente unico e spettacolare, ricco di storia e natura come pochi nella bergamasca. Alla prova erano iscritti 12 cani, 8 nella classe “libera” (cani oltre 24 mesi) e 4 nella classe “giovani” (cani da 12 a 30 mesi), con i loro conduttori. La giuria era costituita dai giudici Hans Bernhart (Austria), Ezio Albertini (Trento) e Osvaldo Valtulini (Bergamo). Le tracce artificiali sono state predisposte il giorno precedente dai giudici, ed i percorsi si sono dimostrati piuttosto impegnativi, sia per la natura dei terreni, che per la buona presenza di ungulati, così che la conduzione delle tracce con il ritrovamento della spoglia, al di là del punteggio ottenuto e della classifica, sono state in grado di dare maggiori indicazioni tecniche sulla preparazione dei cani ed offrire anche ai conduttori più emozioni e soddisfazione, simulando al meglio le condizioni e le difficoltà che si possono incontrare in un recupero naturale. Il giudice Osvaldo Valtulini ha seguito le prove dei “giovani”, che si sono svolte attorno alla pista di fondo, mentre Ezio Albertini e Hans Bernhart hanno seguito i cani iscritti alla classe “libera”, a quote più elevate in località Ceresola incrociando le piste di discesa. Il tempo, dopo una notte perturbata che ha riservato la sorpresa delle vette imbiancate, ha permesso lo svolgimento tranquillo delle prove con addirittura, in tarda mattinata, una splendida giornata fresca e soleggiata, con soddisfazione di tutti i partecipanti. Il momento più emozionante è sempre quello iniziale, quando tutti i concorrenti si ritrovano per la prova dell’ “attesa del conduttore”, anche detta dello sparo, che a volte delude alcuni partecipanti perché i con Bgs “Buck” con Bgs “Fred” con Bgs “Raul” 39 loro cani abbandonano la posizione assegnata e vengono quindi non ammessi alle discipline successive (obbedienza - lavoro su traccia - comportamento fine traccia -comportamento sul selvatico - guardia del selvatico). In questa occasione solo un partecipante nella classe giovani non ha superato la prova mentre tutti gli altri hanno dato dimostrazione del buon livello di preparazione dei soggetti con grande soddisfazione dei conduttori. Le prove sulla traccia, che si sono poi svolte, hanno confermato un buon livello di preparazione dei binomi cane/ conduttore, anche se naturalmente non tutti hanno potuto ottenere il massimo. Nella classe “libera” il primo posto con la qualifica di Ecc. (punti 66,50) è stato assegnato a “Raul” (Bgs), condotto dal nostro socio Giupponi Fauso di Camerata Cornello (BG), mentre al secondo posto si è qualificata con M.B. (punti 58,50) “Asia” (Bgs) di Speziali Mario, di San Martino in Val Masino (SO) ed al terzo po- 40 sto, con la qualifica B. (punti 49,50), “Zac” (Bgs) di Rizzoli Mario, di Cavalese (TN) Nella classe “giovani” è stato assegnato un meritato “ECCELLENTE”, con punti 53,70, a “Iago” (Bgs), condotto da Manzoni Pietro, di Ballabio (LC). Secondo posto a “Greis” (Bgs) di Zani Maurizio di Ardenno (SO). Un grazie doveroso è stato rivolto, al termine della manifestazione, al Sindaco di Valtorta Cav. Pietro Busi e, tramite i suoi rappresentanti, al Presidente del Comprensorio Alpino Valle Brembana Alessandro Balestra, agli organizzatori e a tutti i collaboratori che hanno premesso l’ottima riuscita della manifestazione. Le premiazioni, i commenti dei giudici relativi all’operato dei cani e la conclusione della giornata sono state impeccabilmente coordinate dall’immancabile Diego Vassalli, segretario del Gruppo Conduttori e nell’occasione responsabile dell’Organizzazione. TROFEO ALTA VALLE BREMBANA DI TIRO CON LA CARABINA a cura degli organizzatori Anche quest’anno, grazie all’impegno dei cacciatori della sezione C.P.A. di Valleve e Foppolo, con il patrocinio della Provincia di Bergamo, del Comune di Foppolo e del nostro Comprensorio Alpino, si è svolto a Foppolo, in località Foppelle, nei pressi del ristorante K2, il “2° TROFEO ALTA VALLE BREMBANA”, la due giorni di tiro con la carabina datata 11-12 giugno. Una delle novità più significative da riconoscere, rispetto alla passata edizione, è sicuramente l’inserimento della manifestazione nel “2° TROFEO PROVINCIA DI BERGAMO”, circuito di cinque prove, svolte in località differenti con un unico regolamento, pubblicato sulle locandine distribuite dalla Provincia: una prova di tiro con la carabina a mt 200 su sagoma di capriolo, con riferimenti e punteggi non visibili. Solo chi aveva partecipato ad almeno tre delle cinque prove totali in calendario, poteva ambire all’assegnazione del 2° Trofeo Provincia di Bergamo, considerando la somma dei migliori punteggi ottenuti nelle stesse. I migliori cinque classificati, sparavano poi nello “scheibe”. Per la prova locale, invece, sono stati premiati i migliori tre tiratori con dei cesti di prodotti tipici locali. Compresa nella quota dell’iscrizione che ammontava, anche per questa edizione, a euro quindici. Ogni partecipante aveva diritto ad una camicia e a un biglietto dell’estrazione, tenutasi grazie alla sempre gradita partecipazione dei nostri sponsor. Una possibilità per tutti quindi di vincere ricchi premi, tra i quali una Carabina SABATTI ROVER 6,5 X 55, utensili per la ricarica, capi d’abbigliamento e zaini. Per i cacciatori che non erano in possesso di una carabina personale, è stata garantita inoltre la possibilità di affittare una SABATTI CALIBRO 222 REM direttamente sul posto, già ben tarata. Altra novità importante, l’introduzione alla manifestazione della prova di tiro a lunga distanza, 500 mt categoria sport, disciplina molto ambita dai tiratori e per la quale abbiamo avuto un ottimo riscontro. Va segnalato, inoltre, che i primi cinque classifi- cati nelle categorie caccia, sport e basculanti hanno potuto sparare negli “scheibe”, magistralmente dipinti dall’artista Fabrizio Tiraboschi. Nonostante il maltempo di sabato, la manifestazione si è svolta con successo e con un ottimo numero di partecipanti, anche da fuori provincia, testimoni quindi del divertimento di tutti e la serietà dell’organizzazione, gestita dai cacciatori e curata nei minimi dettagli. Si ringraziano pertanto tutti coloro i quali hanno collaborato per la buona riuscita della manifestazione. Si sottolinea il prezioso lavoro offerto dai ragazzi della sezione di Foppolo e Valleve con il supporto di altri giovani del posto che hanno fatto sì che la manifestazione si svolgesse nel miglior modo possibile e la collaborazione del Comune di Foppolo per aver ospitato questo importante evento, da quest’anno, anche a livello provinciale. L’unica mancanza da riconoscere, purtroppo, è stata la scarsa partecipazione dei cacciatori del nostro Comprensorio, nonostante la possibilità, oltre alla partecipazione alla manifestazione, di effettuare l’eventuale taratura della propria arma, servizio offerto ad ogni tiratore dall’organizzazione con l’aiuto di persone qualificate. Ci auguriamo quindi che questa manifestazione sia anche per tutti i cacciatori, di ungulati e non, del nostro Comprensorio, un punto di ritrovo e una partenza per la formazione di qualche giovane tiratore, affinché ci si possa confrontare e competere con le altre realtà dei Comprensori della nostra Provincia, e per i cacciatori provenienti da altre zone, un modo ai quali promuovere e far scoprire tutti gli aspetti e le bellezze che la nostra località montana è in grado di offrire. L’auspicio è che questa sia un’ulteriore occasione per il territorio, affinché possa essere conosciuto, apprezzato e frequentato da tanta gente che prima non lo conosceva o che lo aveva negli anni dimenticato. A tutti quindi un arrivederci all’anno prossimo nella straordinaria Alta Val Brembana, con l’augurio di essere sempre più numerosi. 41 Recupero della fauna selvatica a cura della redazione Riportiamo alcuni dati interessanti sui recuperi della Fauna Selvatica effettuati dal Corpo di Polizia Provinciale - Servizio di Vigilanza Ittico - Venatorio. Non serve sottolineare l’importanza di questo lavoro, anche in relazione all’immagine che ne deriva di attenzione e “servizio” svolto nei confronti di tutta la fauna che vive sul nostro territorio provinciale, che va al di là delle sole specie di interesse venatorio, delle quali riportiamo i dati che riguardano la nostra Valle. Per una visione più completa dei dati il Rapporto è in visione nella sede del Comprensorio. Piazzatorre 3 Valleve Olmo al Brembo Lenna 3 1 1 12 Totale C. A. Valle Brembana C. A. Valle Brembana 4 Media Valle Capriolo Camoscio Carona Val Taleggio Ramo Mezzoldo Ramo Branzi Val Serina Vedeseta Taleggio Totale S. Giovanni B. Lenna Camerata C. Totale Olmo al Brembo Cassiglio Mezzoldo Piazza Brembana Cusio Ornica S. Brigida Piazzatorre Piazzolo Valtorta Totale Roncobello Isola di Fondra Branzi Carona Valleve Totale Oltre il Colle Serina Cornalba Totale Totale 9 5 14 5 2 1 8 8 3 3 3 2 2 2 1 1 1 26 11 7 4 4 2 28 3 2 1 6 82 NOTA FINALE Per quanto riguarda gli incidenti stradali denunciati che hanno coinvolto fauna selvatica in provincia, va sottolineato come questi abbiano interessato nella stragrande maggioranza i Cervidi. Su 36 casi denunciati, ben 16 hanno visto coinvolti i Caprioli, e 10 Cervi. 42 APPUNTI DI BIOLOGIA ANIMALE a cura del Dr. Tiziano Ambrosi Medico veterinario Infertilità della cagna (Seconda parte) la prima parte è stata pubblicata sul numero 39 della rivista. CICLI NORMALI La cagna sana manifesta fasi cicliche pro estrali ogni 7 mesi. L’intervallo interestrale (periodo compreso tra il termine della fase estrale e l’inizio del proestro successivo) ha una durata variabile tra i 5 e i 10 mesi, mentre intervalli inferiori ai 4 mesi vengono associati ad infertilità e quelli superiori agli 11 mesi possono associarsi a fenomeni di ipofertilità o anche ad infertilità. FASI DEL CICLO ESTRALE Il ciclo estrale è costituito da 4 fasi: PROESTRO Inizia con la comparsa di uno scolo siero-ematico vulvare e termina con la recettività sessuale. Si nota inoltre turgore della vulva. In questa fase la cagna rifiuta il maschio anche con reazioni aggressive . mantenendo la coda tra le gambe. Col passare dei giorni questo atteggiamento si attenua . Fisiologicamente tra l’inizio del proestro e il primo accoppiamento passano tra i 6 e gli 11 giorni . Le fasi pro estrali possono durare fino a 25 giorni . ESTRO Caratterizzato dalla disponibilità all’accoppiamento da parte della cagna. Il turgore vulvare si attenua e lo scolo diventa più chiaro, rosato, raramente ancora emorragico. La durata è variabile da un minimo di 1-2 giorni ad un massimo di 18-20 giorni. DIESTRO Segue alla fase coitale. Si assiste nuovamente ad un netto rifiuto del maschio , la vulva riprende le dimensioni e il tono tipici del periodo di anestro. La durata media in una cagna gravida è di 56-58 giorni, 60-80 nell’animale non gravido. ANESTRO E’ la fase in cui, l’utero non gravido, va incontro ad un processo di involuzione, nella femmina invece gravida inizia col parto per terminare con la comparsa del proestro successivo. L’infertilità della femmina può essere causata da una gestione errata degli accoppiamenti , dall’infertilità del maschio,da anomalie anatomiche della cagna stessa, da infezioni o ancora da morte embrionale precoce. In una cagna con cicli estrali normali, la principale causa di infertilità e’ da ricercare nello stallone per questo può essere sempre d’aiuto una valutazione del seme e un’anamnesi sulle precedenti attività riproduttive del maschio. È essenziale determinare il primo giorno dell’estro nella cagna attraverso l’osservazione delle alterazioni comportamentali o dalla citologia . Si procede poi alla determinazione dei livelli di progeste- 43 rone per stabilire il giorno dell’ovulazione e quindi il giorno ottimale per la fecondazione. La percentuale di successo sugli accoppiamenti migliora effettuando almeno due inseminazioni, di solito a distanza di 24-48 ore . Dopo la fecondazione, la femmina va portata alla vista dopo 20-30 giorni per stabilire se è gravida, attraverso la palpazione addominale o con l’ecografia. Nel caso in cui la femmina risultasse non gravida, sarebbe ottimale determinare la concentrazione del progesterone per confermare l’avvenuta ovulazione: basse concentrazioni di progesterone, possono far pensare ad un’ insufficienza dell’ovulazione o ad una prematura luteinizzazione che esita nel riassorbimento fetale. La morte embrionale precoce può anche essere dovuta ad anomalie della placenta , dell’embrione stesso o della madre, così come gli agenti infettivi. I microrganismi responsabili sono parecchi ma i principali sono: Brucella canis, Brucella abortus ed Escherichia coli. Tra i virus responsabili di aborto nella cagna si ricorda l’herpesvirus e il virus del cimurro. CAUSE DI ABORTO E RIASSORBIMENTO FETALE Le cause possono essere anomalie materne, embrionali o placentari. Se gli embrioni muoiono precocemente non si osservano sintomi clinici . Qualsiasi alterazione incompatibile con la sopravvivenza fetale che insorga durante lo sviluppo, conduce a morte e riassorbimento o espulsione del feto. Tutti quei fattori che sono in grado di produrre effetti stressanti o danni alle strutture uterine sono responsabili di morte fetale, cosi come gravi patologie sistemiche , disfunzioni cardiache che compromettono il normale circolo uterino con conseguente anossia e morte fetale. Un ulteriore gruppo di eventi abortigeni comprende quelle cagne affette da insufficienza ovarica, incapaci di mantenere i tassi di ormone progestinico al di sopra della soglia critica. I feti abortiti e le placente vanno esaminate, per poter identificare al meglio le possibili cause di mortalità. MORTALITÀ E MORBILITÀ NEONATALI Il periodo più critico sono le prime due settimane . le principali cause di morte precoce sono dovute a parti difficoltosi e prolungati. Seguono poi i fattori ambientali: la sanificazione, il controllo delle malattie infettive , la temperatura e l’umidità. I più comuni segni di malattia neonatale sono il pianto persistente, la riduzione dell’attività, nonché della suzione , il mancato incremento ponderale e una diminuzione del 44 tono muscolare. Le cause di morte neonatale si possono suddividere in due gruppi: infettive e non infettive. Tra le non infettive, che rappresentano la maggior causa di morte dei neonati compresi tra 0 e 3 giorni, ci sono: ipotermia, ipoglicemia, anomalie anatomiche e traumi. Per quanto riguarda il primo gruppo, quello delle patologie infettive, i neonati possono contrarre l’infezione in utero, durante il parto , attraverso l’ombelico o per via oronasale. GESTIONE DELL’ACCOPPIAMENTO Di fondamentale importanza risulta la valutazione del tasso di progesterone sierico, al fine di poter ottenere i giorni migliori per la fecondazione. Nel proestro il progesterone si mantiene su valori inferiori a 1ng/ml, per poi aumentare nella fase estrale fino a raggiungere i 4-8 ng/ml durante l’ovulazione. Il momento migliore per l’accoppiamento è due giorni dopo l’ovulazione. Di solito si necessita di 2-4 dosaggi di progesterone per individuare i giorni ottimali per la fecondazione. Inoltre, conoscere il giorno dell’ovulazione ci aiuta anche nella previsione del giorno del parto: la cagna dovrebbe partorire 62-63 giorni dopo l’ovulazione e non dopo la monta! Il dosaggio del progesterone va sempre comunque affiancato dalla valutazione citologica di uno striscio vaginale per ottenere maggiori informazioni, soprattutto in quelle cagne che hanno cicli estrali variabili. La femmina deve essere portata dal maschio, e non il contrario, nei giorni indicati come fertili. GETIONE DELLA CAGNA PRIMA E DOPO L’ACCOPPIAMENTO Prima dell’accoppiamento e’ necessario che siano state presi in considerazione i trattamenti antielmintici di routine, nonché un esame fisico completo. Durante la gravidanza l’assunzione di cibo solitamente aumenta, soprattutto negli ultimi 20 giorni, momento in cui risulta indicata una dieta con almeno il 30% di proteine , 18% di grassi e 20-30% di carboidrati. Al momento del parto la cagna starà consumando il 60% di cibo in più rispetto al normale. Durante la gravidanza la dieta della cagna deve soddisfare anche il mantenimento dei cuccioli e se la sua alimentazione non porta i livelli nutritivi necessari, la prima cosa che viene penalizzata è il mantenimento della fattrice, a beneficio dei cuccioli. Nonostante ciò bisogna prestare molta attenzione a non incorrere nel problema opposto di una sovralimentazione: un eccessivo apporto calorico può contribuire all’insorgenza di patologie nei cuccioli e causare un aumento del peso della fattrice con conseguente aumento della probabilità di distocie durante il parto. ARMI E BALISTICA a cura di “Nani” Cadorin tratto da CACCIA 2000 dell’Ass. Cacciatori Bellunesi Armi e Balistica LE CANNE DA FUCILE (Seconda parte: Le canne rigate) Le canne rigate prendono il nome dalle scanalature elicoidali dell’anima, appunto la rigatura, e qui i discorsi si fanno un po’ più complicati, dato che esse devono assicurare che i proiettili lascino la canna con velocità sempre ripetitive, con una velocità di rotazione appropriata e perfettamente allineati con l’asse dell’anima: questo richiede particolari attenzioni nella lavorazione. Cominciamo dalle velocità: ammesso che le pressioni dei gas di lancio siano ogni volta costanti nel loro sviluppo nel tempo, occorre che sia assicurata una tenuta quanto più possibile uniforme tra le pareti dell’anima ed il proiettile, per evitare trafilature dei gas lungo il contatto anima-proiettile. Questo richiede che sia ridotto al minimo lo spazio tra proiettile ed anima, sia nei vuoti che nei pieni della rigatura e sulle pareti selle righe stesse; questa caratteristica deve essere realizzata su tutta la lunghezza della canna. Il guaio è però che esistono le tolleranze di lavorazione dei proiettili, le cui misure esterne possono aver lievi variazioni: se si vuole esser sicuri che la tenuta ai gas sia assicurata, occorre dimensionare la canna in modo che si adatti alla misura minima possibile del proiettile, e questo produrrà un forzamento nel caso di proiettili al massimo del diametro consentito. Intendiamoci: si parla di centesimi di millimetro, e non c’è alcun pericolo di pressioni eccessive; c’è però la possibilità che la maggior resistenza al moto del proiettile alteri lo sviluppo delle pressioni dei gas, e che questo dia una variazione delle velocità. Le dimensioni dei vuoti e dei pieni della rigatura devono essere mantenute il più possibile costanti lungo tutta l’anima, per evitare che in qualche punto un allargamento provochi un calo di tenuta dei gas, o che un restringimento deformi il proiettile deteriorando la tenuta nel tratto successivo di anima. La velocità di rotazione dipende dalla velocità iniziale del proiettile e dal passo della rigatura, che si usa esprimere di solito in centimetri oppure in pollici per giro; il suo compito è mantenere l’asse del proiettile sempre allineato con la direzione della sua traiettoria, o come si dice, di “stabilizzarlo”. Infatti se l’asse del proiettile non coincide con la traiettoria, la resistenza dell’aria si esercita maggiormente su un lato del proiettile e tende a farlo deviare. Per ottenere la stabilizzazione però il proiettile deve ruotare ad una velocità che cresce col crescere della lunghezza del proiettile. Siccome ogni canna ha una sua determinata rigatura, le velocità di rotazione dei proiettili cresceranno al crescere della velocità iniziale alla volata: però un proiettile più lungo, che richiede maggiore velocità iniziale, è anche più pesante, e questa maggior velocità iniziale non può quindi essere ottenuta. Questo spiega perché una canna che è in grado di stabilizzare un proiettile leggero non riesca a stabilizzarne uno più pesante: avrebbe bisogno di un passo più corto. Resta la questione dell’allineamento al momento dell’uscita dalla volata dell’arma: questo è essenziale per non disperdere i vari colpi tutto intorno alla traiettoria corretta. Supponiamo che il proiettile lasci la canna con un angolo tra il suo asse e l’asse della canna, che in quel momento corrisponde alla traiettoria del proiettile. La resistenza dell’aria agirà sul proiettile con due azioni distinte: tenderà anzitutto a spostarlo lateralmente, fuori dalla traiettoria corretta, 45 ARMI E BALISTICA inoltre tenderà a farlo ruotare per aumentare l’angolo che esso forma con la traiettoria; però il proiettile ha una sua velocità di rotazione e si comporta come un giroscopio, cioè se si tenta di far ruotare il suo asse di rotazione, ad esempio da orizzontale ad inclinato verso l’alto, lui testardamente girerà ad esempio verso destra. Di conseguenza questo nuovo orientamento cambia la direzione delle azioni dell’aria sul proiettile: il movimento che risulterà sarà simile a quello dell’asse di una trottola, e questo porterà il proiettile a percorrere una traiettoria che assomiglia ad una elica che si allarga sempre di più, ed il punto d’impatto sarà spostato in conseguenza. Per cercare di ottenere un’anima che soddisfi tutte queste esigenze sono stati individuati vari sistemi di lavorazione. Il più antico è quello che realizza le righe una per una, partendo da un tubo di grosso spessore, col foro interno del diametro corrispondente a quello dei pieni della rigatura. Inizialmente l’operazione veniva fatta manualmente, servendosi di un utensile all’estremità di una lunga asta comandato da una guida elicoidale esterna che riproduceva il passo desiderato scavando, con diversi passaggi successivi, una riga sino alla profondità corrispondente al diametro del proiettile che si desiderava impiegare. Fatta una riga, la guida veniva ruotata in modo che il procedimento potesse continuare scavando la riga successiva, e così via sino al completamento della rigatura. Questo sistema aveva l’enorme svantaggio di adattarsi bene a rigature di calibro diverso, purché con lo stesso passo, mentre richiedeva la costruzione di guide esterne differenti per i diversi passi. Il procedimento venne meccanizzato e furono introdotte macchine che realizzano sempre le righe una ad una, ma con la possibilità di variare il passo con una semplice regolazione; per la costruzione in serie esistono macchine che lavorano con questo sistema più canne simultaneamente. Sistemi di lavorazione più economici hanno soppiantato questa tecnologia per le produzioni di serie: essa rimane però valida per le piccole produzioni di pochi esemplari con una grande varietà di passi e di calibri. IL POLIGONO DI TIRO A UBIALE - CLANEZZO “POLIGONO OROBICO” - Circolo culturale È stato recentemente aperto a Ubiale, a disposizione dei cacciatori e di quanti praticano il tiro con armi da fuoco a canna rigata, un poligono di tiro che può offrire un valido contributo per coloro che desiderano impratichirsi con l’uso della carabina, per chi ricarica le proprie cartucce, e per chi vuole fare delle prove con la propria arma prima dell’inizio dell’attività venatoria. Ricordiamo che la pratica del tiro costituisce anche un’occasione importante per conoscere meglio la propria arma al fine della sicurezza individuale e degli altri. Si tratta di una iniziativa privata, che però viene incontro ad esigenze già sentite dai cacciatori del nostro Comprensorio, viste le passate esperienze di apertura e chiusura di poligoni per i cacciatori. Una risorsa che, nonostante non sia ancora provvisto di una linea a 200 metri, il cui allestimento è in programma entro fine anno, comunque necessaria per una corretta taratura dell’arma per uso venatorio, dà alcune risposte al mondo dei cacciatori di ungulati e di quanti praticano il tiro come passione. Un grosso favore e un’occasione importante per quanti vogliono intraprendere l’affascinante passione della ricarica, per la quale l’avere a disposizione vicina una linea di tiro a 100 metri costituisce un’opportunità di pratica e di verifica del lavoro svolto. Oltre alle linee di tiro per la carabina, sono in funzione diversi campi di tiro dinamico con la Pistola: 5 da 20 metri, 1 da 25 e uno da 35 metri. È in funzione anche un linea di tiro al Cinghiale corrente. Il Comprensorio ha stipulato un accordo che prevede alcune facilitazioni per i Soci Cacciatori. La Redazione 46 EDUCAZIONE FAUNISTICO-AMBIENTALE a cura di Stefania Pendezza esperta di didattica fauno-ambientale “La montagna lombarda e le sue comunità: problemi attuali e politiche per il futuro” È stata recentemente presentata a Milano la ricerca “La montagna lombarda e le sue comunità: problemi attuali e politiche per il futuro”, realizzata da ERSAF – Ente regionale per i servizi all’agricoltura e alle foreste - per conto dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale lombardo. L’indagine promossa dalla Regione ha evidenziato come i mutamenti della società negli ultimi quarant’anni abbiano determinato destini diversi per le comunità locali delle aree di montagna, contrapponendo i luoghi agganciati al cambiamento e allo sviluppo ad altre realtà che ne sono invece al margine. Ma quali sono le ragioni del successo o dell’insuccesso di una comunità? Quando si parla di montagna, una discriminante fondamentale riguarda necessariamente il modello di sviluppo proprio delle aree rurali, di fatto preponderanti in quasi tutte le realtà montane. Prendiamo il caso della provincia di Bergamo, dove l’agricoltura di montagna ha ancora una funzione importante in termini economici, ma soprattutto sotto il profilo ambientale. Un interessante esempio della persistenza di questa funzione di presidio dell’agricoltura montana sul nostro territorio provinciale è offerta dall’attività d’alpeggio, che proprio in questo periodo si sta avviando verso la conclusione della stagione. La maggioranza degli alpeggi attualmente utilizzati in Bergamasca a fini zootecnici, lo ricordiamo, è ubicata sulle montagne della Valle Seriana, della Valle Brembana e della Valle di Scalve e, anche se la tendenza degli ultimi anni è stata quella di avere un numero inferiore di alpeggi monticati rispetto al passato, d’altra parte si osserva la propensione ad effettuare interventi di miglioramento strutturale: questi spaziano dalla rimessa a nuovo delle tradizionali casere e di piccole stalle d’alta quota fino al ripristino della funzionalità di vecchie strade agro-silvopastorali e sentieri abbandonati, nel quadro di piani di riqualificazione della viabilità di accesso alle malghe. La tradizionale pratica di pascolo, come è noto, prevede il caricamento dei pascoli per un periodo di circa tre mesi, lasso di tempo considerato idoneo ad un completo utilizzo di tutte le risorse pascolive presenti in alpe. Assistiamo quindi ad un lavoro d’alpeggio caratterizzato da un grande potenziale, che si esprime attraverso il valore pastorale della malga ma anche grazie alla qualità delle produzioni zootecniche e casearie. Bergamo, peraltro, è l’unica realtà lombarda in cui la stessa amministrazione provinciale risulta proprietaria di un alpeggio, l’Alpe Neel sito nel territorio del comune di Ardesio, da oltre quindici anni teatro di sperimentazioni finalizzate alla promozione ambientale, sociale e culturale dell’attività zootecnica d’alpeggio. Come valorizzare, dunque, l’economia rurale delle zone di montagna? Ne hanno parlato recentemente i dottori agronomi e i dottori forestali della Lombardia associati a FODAF nel corso di una Giornata nazionale di studi su “Foreste e Montagna” tenutasi a Sondrio. In quell’occasione è stata espressa una forte presa di posizione a difesa delle aree rurali: l’attenzione degli agronomi lombardi si è concentrata in special modo proprio sull’agricoltura e sulle imprese agricole collocate in zone 47 di montagna. La parola d’ordine che ne è emersa è stata: valorizzare le aree marginali. Mentre le aziende storicamente insediate nelle zone più favorevoli del territorio lombardo, in particolare in pianura - fanno notare gli agronomi lombardi - cominciano a fare i conti con i limiti e i problemi di un modello di sviluppo intensivo, si fanno strada alcune esperienze aziendali che scommettono sulla possibilità di valorizzazione dei terreni cosiddetti marginali, ossia situati in zona montana o pedemontana oppure caratterizzati semplicemente da minori tassi di produttività. Si tratta di aziende spesso condotte da imprenditori non di rado provenienti da realtà lavorative diverse rispetto al settore primario, ma caratterizzati da forte motivazione professionale o, più semplicemente, da una forte passione per l’ambiente e dalla sincera volontà di mettere le proprie capacità e una parte del proprio tempo al servizio del territorio locale. Nascono così piccole e medie realtà imprenditoriali che generalmente si orientano verso un’agricoltura di tipo multifunzionale, con soluzioni che vanno dalle varie forme di agriturismo e vendita diretta fino alla promozione di progetti basati sulla didattica rurale. Si sviluppano altresì movimenti di volontariato locale spesso in grado di generare apporti significativi a difesa delle tradizioni, della cultura e dell’ambiente: si pensi al contributo offerto dalle ormai numerose forme di collaborazione in atto nelle aree montane tra agricoltori e rappresentanze del mondo venatorio, capaci di dare vita a progetti di riqualificazione e manutenzione ambientale di alto pregio, spesso uniti a interventi educativi e di sensibilizzazione rivolti alle giovani generazioni e a intere comunità locali. Negli anni a venire le aree rurali saranno chiamate a confrontarsi con scenari complessi in cui i problemi legati all’occupazione e allo sviluppo economico s’intrecceranno con le richieste di difesa delle risorse ambientali. Per diverse aree montane le potenzialità di sviluppo saranno legate anche all’uso delle nuove tecnologie della comunicazione e dell’informazione. Altre opportunità riguarderanno la valorizzazione del territorio per lo sviluppo di un turismo che sia però compatibile, come abbiamo sottolineato, con una visione multifunzionale e conservativa dell’agricoltura e dell’ambiente. La sfida che ci attende sarà quella di riuscire a mettere in rete i diversi attori della montagna - istituzioni, comunità, operatori economici, gruppi di volontariato - realizzando forme di cooperazione all’interno di una stessa area, così come di collaborazione tra aree montane diverse, al fine di indirizzare tutte le risorse disponibili verso un approccio integrato alla competitività, all’innovazione e, al tempo stesso, alla difesa della qualità della vita delle popolazioni locali. Naso e mimetismo “La sfida nel bosco tra il fiuto eccezionale del Setter Ali, di soli 9 mesi, e le straordinarie capacità mimetiche di una beccaccia, la Regina…” - Belotti Giancarlo, di S. Giovanni Bianco. 48 CURIOSITÀ a cura di Flavio Galizzi il “Vecchio Camoscio” di Ponte dell’acqua Sono certo che sia capitato a molti, negli anni scorsi, di vedere questo vecchio camoscio pascolare, a qualsiasi ora, nel prato al di là la valletta che si immette nel laghetto artificiale di Ponte dell’Acqua, sulla sponda sinistra del torrente. Sicuramente lo conoscevano gli abitanti della casa di fronte, per il quali era sicuramente una sorta di “amico”. Certo di anni ne deve avere avuti molti, viste le condizioni di salute precarie e il consumo, con relativa caduta, di entrambe le corna. Durante il rientro da un’escursione a Ca`San Marco, nell’autunno del 2009, ho avuto la possibilità di un incontro ravvicinato, spinto più che altro dalla curiosità di sapere se era maschio o femmina, ma anche per una foto ricordo. Dopo tanti anni di onorata presenza penso che se la meritasse. Non è assolutamente possibile risalire all’età esatta, visto che non era disponibile ad un incontro diretto né ad una in- tervista. Possiamo però ipotizzare, visto che le aspettative massime di vita, per i maschi, possono raggiungere anche i 16/18 anni, e considerate le sue condizioni di salute, che ne avesse sicuramente più di 15/16. Il pennello, ancora visibile, mi ha dato il responso che cercavo: si trattava di “un vecchio maschio”; un’informazione per quanti, in quegli anni, lo avessero visto pascolare su quel praticello, ai bordi della pineta. Lo scorso anno non l’ho più rivisto. Le acrobazie degli stambecchi Questo straordinario documento fotografico che ci ha inviato Piero Gritti (Pieroweb per gli amici che lo frequentano sul Web), che ringraziamo per il prezioso contributo documentario, è assai eloquente sull’abilità del nostro signore delle rocce, sua maestà lo Stambecco, di sapersi muovere con la massima disinvoltura su qualsiasi superficie e a qualsiasi pendenza. Un vero maestro di free-climbing, lo stile di arrampicata su roccia più spettacolare. Come può, lo stambecco, ottenere queste prestazioni? La risposta trova la sua chiave di lettura nei principi dell’evoluzione Darwiniana, sull’effetto che l’ambiente esercita lentamente sulle specie dopo che esse permangono, per ragioni diverse, in determinati ambienti e a determinate condizioni. In particolare, se vogliamo dare uno sguardo d’insieme agli ungulati che vivono sulle nostre Orobie sotto questo profilo di adattabilità dello zoccolo ai diversi ambienti da loro frequentati e agli adattamenti che nel corso dell’evoluzioni sono sopravvenuti, possiamo ordinarli secondo una certa scala. Hanno zoccoli meno specializzati quelli che conducono vita di bosco, come il capriolo e il cervo, con la “solea”, quel particolare cuscinetto morbido che si trova proprio all’interno dell’unghia, a contatto con il suolo, quasi fosse un polpastrello, che in queste due specie è sì robusto, ma al contempo delicato, proprio per il tipo di suolo che deve calpestare e la sensibilità che deve avere. Una posizione intermedia la ricopre il Camoscio, il quale, considerato l’ambiente roccioso, ma anche misto, che frequenta, ha una “solea” e unghie decisamente più robuste dei cervidi, ma non all’altezza di quelle dello stambecco. In più però, per lui, l’evoluzione ha provveduto a dotarlo di una membrana interdigitale che gli permette di muovesi con maggior disinvoltura sulla neve, limitandone lo sprofondamento, che per i cervidi rappresenta invece un grave e pericoloso ostacolo in caso di fuga da un predatore. La massima aderenza sulle rocce, e la documentazione fotografica ne rende pienamente atto, l’hanno raggiunta gli stambecchi, grazie ai bordi delle unghie particolarmente robusti, che permettono un’aderenza massima alle più piccole asperità delle rocce, e a una “solea” particolarmente morbida e al contempo robusta, in grado di offrire una straordinaria forza di adesione, una “grip” veramente straordinaria. 49 d’au Pagine d’autore PAGINE D’AUTORE a cura di Annibale Facchini Proponiamo, in questo numero, un emozionante brano tratto dal racconto “Il gallo di Monte Inferno” pubblicato nel libro “UOMINI, MONTI E ANIMALI”, a cura dell’Associazione Cacciatori Bellunesi, fresco di stampa, edito dalla Casa Editrice Terra ferma – Crocetta del Montello (TV). L’autore, Claudio Betta, che molti di noi conoscono è un grande cacciatore e un ottimo scrittore, dalle grandi passioni, dal profondo amore per la montagna e per tutto quanto ruota intorno al mondo della caccia e della fauna. IL GALLO DEL MONTE INFERNO ……. È una sera calma e tiepida, una di quelle sere dei primi di maggio che quassù sui monti portano il presagio della primavera imminente. L’aria dolce solo di tanto in tanto percorsa da un brivido residuo dell’inverno, porta tanta speranza nei cuori degli uomini e degli animali. Le nevi si sciolgono lente, le prime gemme si aprono alla vita, il bucaneve sboccia violento dalla terra umida e in fermento. C’è la speranza nel nostro cuore che ammira estasiato lo stupendo scenario della natura in risveglio: le stelle brillano più vivide, la luna fa scendere i suoi raggi fra le chiome degli abeti e dei cirmi, mentre nelle radure ancor bianche di neve salta festosa la lepre alpina e la volpe scivola frettolosa a tessere le sue insidie. Si sente il rumore del ruscello gonfio d’acqua che impetuoso scende a valle, e a poca distanza l’urlo triste del rapace notturno che vola tra le piante in cerca della preda. Ma questa sera non mi affascina lo scenario stupendo delle vette che brillano alla luna, né la vita misteriosa che palpita nella notte; il mio il mio pensiero è lassù, tra gli ultimi cirmi, su quella costa scoscesa dove tra poche ore si ripeterà più bello che mai l’inno all’amore e alla vita; la giostra solenne e violenta, la lotta dei forcelli. È la terza volta quest’anno che salgo il sentiero coperto di neve; si vedono ancora vagamente le orme lasciate dalle racchette tre giorni fa. Questa volta però la fatica si fa sentire: mentre prima la neve era ancora gelata e con le racchette affondavo pochissimo, oggi, dopo un paio di giorni caldi di sole la neve non regge più il mio peso; ho dovuto rinunciare alle racchette e ora salgo verso la malga affondando fino al ginocchio e più. Benché l’aria sia molto fresca perché sono quasi sui duemila metri, il sudore gronda copioso sul mio viso; lo zaino col thermos del tè, il pane e io salame, la piccola scure e il sacco a pelo pesano sulle spalle, la cinghia del fucile sembra volermi tagliare la pelle; ad ogni passo i muscoli delle gambe dolgono di più. Ma non importa, questa è la volta buona o mai più, e la fatica non conta. Ho negli occhi la visione del vecchio gallo impazzito d’amore che da due primavere si fa gioco di me; e anche l’autunno scorso mi ha fatto dannare assieme al cane, con 50 le sue pedonate furtive e lunghissime, su per il bosco selvaggio, per pi levarsi sempre al coperto, dannatissimo uccello beffardo. Questa è la terza volta quest’anno: la prima il gallo sospettoso non è venuto al mio richiamo, e quando ho cercato l’avvicinamento si è alzato lontano. La seconda volta un vento impetuoso l’ha fatto tacere e nascondersi nel folto della macchia, mentre io giacevo intirizzito e stanco ad aspettare invano. Questa deve essere la volta buona: devo prendere il vecchio campione imbattuto o non avrò più pace. E allora avanti nella neve molle e pesante, avanti stringendo i denti con rabbia, mentre le labbra sanno di sale e il cuore salta nel petto. Sono arrivato alla malga umida e muffita, sporca, nera, triste. Mi getto sulla panca senza togliermi lo zaino, affranto. Fra poco più di un’ora, dopo aver bevuto il buon tè ristoratore, sarò di nuovo in cammino per raggiungere la posta. Ancora un passo e ci sono; dalla neve si innalza per alcuni metri una roccia nera: la neve nello sciogliersi si è staccata dal sasso e io posso infilarmi nella crepa. Con la schiena alla roccia, solo le spalle, le braccia e la testa emergono dalla neve. Davanti a me tre giorni fa ho piantato alcuni rami di cirmo per mascherarmi; il gallo si sarà abituato a vederli e non sospetterà di niente. È questo il posto che ho scelto per tendere l’agguato al vecchio maschio nero: ho giurato che se non lo prendo oggi non verrò più a sfidarlo. Un lungo sorso di grappa e l’attesa comincia. Sono arrivato appena in tempo; già utore a levante una tenue luce chiara dà l’avviso del giorno che nasce; alcuni minuti e poi i primi uccelli si fanno sentire intorno a me. La gola mi brucia, mi pare di dover tossire, ma devo resistere. Am Anche il mio cuore fa un rumore indiavolato, e il naso comincia a pizzicare. Non devo soffiarlo, non devo muovermi, devo resistere anche se una gamba mi duole. Forse ce la farò. Un leggero battito d’ali, un alito che mi sfiora e un colpo sordo sulla neve: il vecchio è arrivato puntuale. Qualche secondo di silenzio, poi un lieve miagolio. Sento il rumore delle zampe che si muovono sulla neve: mi è così vicino che se allungassi una mano lo toccherei. Chiudo gli occhi perché non mi veda e il gallo, dopo un paio di soffi potenti, comincia la danza di sfida e d’amore. Lo sento saltare, strisciare le ali irrigidite sulla neve mentre i soffi di sfida sono sempre più forti e numerose si alternano al “gurù gurù” del suo canto. Non capisco più niente, non vedo l’alba che nasce, non vedo le stelle impallidire, spero solo che il forcello non fugga o non si allontani prima che io lo possa scorgere e mirare. Il canto prosegue a ritmo sempre più travolgente, dai colpi d’ala che sento e di salti il vecchio deve essere al colmo della furia erotica: i suoi soffi sibilano rochi nell’aria come fischi di locomotiva, e qualche miagolio nasale interrompe di tanto in tanto le corone del “gurù gurù”. Sembra che un’intera orda di galli abbia intonato una sinfonia selvaggia, ma è solo lui, il campione, il domina- tore, il vecchio re della montagna che sfida tutti, ed è sempre lui solo, poiché nessuno osa contrastarlo. Ora vedo una macchia nera a una decina di metri che sembra muoversi sulla neve; ma la luce è poca ed è facile che l’occhio s’inganni. Un attimo di sosta, di silenzio e dall’altro lato ella costa una femmina chiama il gallo. Non posso più attendere, tra qualche secondo il forcello abbandonerà la posta per volare verso il richiamo. Con le mani che tremano, la fronte imperlata di sudore e il cuore in gola arrischio la fucilata, anche se gli occhi mi bruciano, puntando la macchia informe sulla neve, il colpo secco si ripercuote nel silenzio del mattino, ritorna l’eco dalle gole e dalle vette vicine risponde un cupo boato…………………………… Quanta emozione, quanta intensità… 51 PROPOSTE DI LETTURA a cura di Luigi Capitanio Proposte di lettura Anche Settembre tutto sommato è un mese che “sente” ancora un po’ di ferie. I più sono tornati al lavoro, molti cacciatori, che le vacanze estive ancora non le hanno godute, iniziano in questo periodo il meritato riposo annuale. Vien da pensare che il cacciatore, in questo periodo, sia molto indaffarato per i preparativi che riguardano la sua passione e quindi consigliare un buon libro da leggere possa sembrare un appello inutile o almeno non ascoltato. Non è così. Molte volte proprio il cacciatore, nelle ore serali che precedono il riposo notturno, leggono qualche pagina di un libro. È una sana abitudine che ci aiuta a distendere i nervi e soprattutto stimola il lettore a vedere con occhio diverso tutto quanto ci circonda. In questo numero del nostro “giornalino” la proposta di lettura riguarda un libro che spazia nel mondo che vive a cavallo tra la fantasia e la realtà. Il titolo: “LEGGENDE E STORIE INSOLITE DELLE DOLOMITI”. L’autore Dino Dibona, è nato e vive a Cortina d’Ampezzo. Grande conoscitore della montagna è Accademico del Gruppo Italiano Scrittori di Montagna. Laureato in Scienze Forestali è docente in Pedologia alle Università di Padova e di Modena. I racconti contenuti in questa opera sono ispirati e ambientati nel magico scenario delle montagne considerate oggi le più belle del mondo: Le Dolomiti. Si tratta di storie originali, fantastiche, frutto dell’immaginario, dove realtà e fantasia spesso si confondono e appaiono come nucleo aggregante del racconto stesso. I personaggi dei racconti sono persone realmente esistite e narrate con altri nomi e altri destini. Lo stesso vale anche per i nomi delle 52 località, villaggi montani oggi abbandonati e dimenticati. L’autore, con incredibile maestria, attraverso l’intreccio di vicende veramente vissute, associate a verità del tutto immaginarie, ci conduce alla scoperta di località incantate, forse uniche al mondo. Edito da Newton Compton editori, è reperibile nelle librerie ad un prezzo veramente modico. Il libro che presentiamo, “UOMINI, MONTI E ANIMALI”, storie di montagna bellunesi” è il risultato di un’iniziativa prestigiosa, che merita di essere elogiata per lo sforzo editoriale e la qualità del contenuto, oltre che per la grafica. È una raccolta di 13 racconti di caccia, di autori diversi, pubblicati sulla rivista CACCIA 2000 nel corso dei vent’anni di vita dell’Associazione Cacciatori Bellunesi, arricchita da numerose e splendide fotografie di ambienti, fauna e flora alpina. Un vanto per gli amici cacciatori bellunesi. I testi sono di Erio Bernard, Claudio Betta, Maria Teresa Colle, Elvio Dal Pan, Paolo Piccolo e Alessandro Vieceli. wBasta sfogliarla per rendersi conto della bellezza delle immagini, che parlano di montagna, di fauna e di fiori, cose che tutti noi amiamo, patrimonio che ci viene affidato da custodire e godere anche nelle nostre Orobie. I racconti ci parlano delle bellezze della montagna, delle fatiche e delle della caccia, dell’amore per la montagna e dei sentimenti che la solitudine in quota sa far nascere nel cuore del cacciatore. Una pubblicazione che a pieno titolo può trovare un posto d’onore tra i libri della biblioteca del cacciatore di montagna. Il libro, pubblicato dall’Editore Terra Ferma, Crocetta del Montello (TV), fresco di stampa, è stato presentato a Pedavena (BL) il 2 Settembre di quest’anno. EDITORIA GIORNALISTICA DI SETTORE a cura di Flavio Galizzi L’EDITORIA GIORNALISTICA DI SETTORE E L’AGGIORNAMENTO DEL CACCIATORE Non esiste attività umana che non richieda un aggiornamento costante. E questo vale ovviamente anche per noi cacciatori. Il panorama delle testate che si occupano di caccia si è molto arricchito, tanto che la stampa a cui tutti siamo in qualche modo abbonati, quella dell’associazione di appartenenza, si è dovuta adeguare aggiornando e migliorando i propri strumenti di comunicazione. Ma la stampa specialistica richiede livelli qualitativi sempre più alti, e i migliori “esperti” del settore sono piuttosto contesi. Ciò rappresenta un valore in più per il cacciatore, che può tenersi sempre aggiornato e fare tesoro delle esperienze degli altri, migliorando così il suo livello di competenza, a beneficio della gestione e della crescita culturale e delle competenze della “categoria”. Anche sul versante dell’editoria libraria stanno nascendo e si stanno diffondendo, a beneficio di tutti noi, nuove collane che dedicano alle diverse specie oggetto di interesse venatorio pubblicazioni specifiche sempre più di alto livello. Ben vengano. Di quelle cerchiamo di tenervi aggiornati con la rubrica “Proproste di lettura”, curata da Capitanio. Si tratta di due settori editoriali, quello librario e quello delle “riviste periodiche”, dalle caratteristiche un po’ diverse. Se il primo tende a migliorare e fare il punto sui “fondamentali”, cioè su quelle conoscenze specifiche derivanti dagli studi sempre in atto sulle diverse specie animali, nel nostro caso di quelle di interesse venatorio, facendo tesoro delle esperienze in atto e dei risultati ottenuti, il secondo, quello della stampa periodica, è un po’ più dinamico. Il periodico di settore tende a vivacizzare l’interesse e del lettore ponendo l’attenzione, con analisi di sintesi, sui diversi aspetti dell’attività venatoria, dando per scontato a volte la conoscenza dei “fondamentali”, con aggiornamenti sugli studi di settore “in tempi reali”. Esso può spaziare, proprio per questa sua caratteristica “sintetica” e “giornalistica”, su innumerevoli aspetti che gli studi sulle specie e sulla loro gestione devono necessariamente trascurare. Troviamo così articoli interessanti sulle tecniche di caccia, sulle armi, sulla balistica interna, sula balistica terminale, sulle attrezzature, le ottiche, l’abbigliamento: su tutto quanto ruota attorno al mondo della caccia. Al lettore serve la capacità, ovviamente, di sapersi districare tra le informazioni puramente commerciali dei prodotti presentati, che ovviamente tendono a illustrare quel prodotto descritto come “il non plus ultra”, mentre si tratta per lo più di un prodotto come tanti altri, anche se sicuramente di qualità. Ma la pubblicità è un aspetto imprescindibile, visti gli alti costi dell’editoria, e spetta a noi saperci districare e cogliere l’essenziale, trascurando un po’ la “moda” del momento. Tra le novità che mi hanno incuriosito e mi hanno piacevolmente fatto riflettere sull’importanza di saper saggiamente utilizzare la gran mole di informazioni contenute nelle annate delle riviste, ci sono GLI SPECIALI DI CACCIARE A PALLA. Si tratta di pubblicazioni di sintesi di tipo giornalistico. Essi raccolgono i migliori e più importanti interventi specialistici, a firma di esperti di indubbia fama, sui diversi aspetti della caccia di selezione agli ungulati. Si nota un trend di crescita qualitativa, a partire dal primo sul capriolo, fino all’ultimo di quest’anno, sul Cervo, che rende atto di un percorso d’informazione negli anni sempre più accurato, trasformando un prodotto di consumo, appunto quello della rivista, che si sfoglia e si lascia in attesa di informazioni nuove, in un prodotto di qualità, che può trovare una giusta collocazione in una spazio della nostra biblioteca, tra i libri importanti di interesse venatorio. 53 STORIA E TRADIZIONI a cura di Flavio Galizzi “Leggendo l’interessantissima pubblicazione sulla storia della Val Taleggio: “CENNI, ED OSSERVAZIONI SULLA VALLATA DI TALEGGIO”, curata da Arrigo Arrigoni, del Centro Storico Culturale Valle Brembana “Felice Riceputi”, che documenta uno scorcio di quella “piccola storia” che ha interessato la gente di questa valle, ho trovato notizie storiche di grandissimo interesse. Voglio proporre ai nostri lettori gli interessanti capitoli dedicati alla “caccia”, così come redatti dall’autore Giuseppe Locatelli, Perito Agrimensore, nel 1823, quasi due secoli fa. Quando parliamo, difendendo la pratica della “caccia”, di difesa delle “tradizioni”, facciamo riferimento a “queste tradizioni”, che tanto hanno segnato, per secoli, la vita dei nostri valligiani.” Capt.o 7° §.41 Delle Uccellinade, e Caccie §.42. Roccoli. La principale e maggior insidia che si fa agli uccelli sono i Roccoli col piantare in semicircolo delle piante alte sopra otto Braccia 163 comuni a doppio ordine, ed eguale distanza, tagliate a ceppaia. Nell’interno del circolo esteriore vi si colloca una rete altrettanto alta e lunga, fatta a maglie sottili di buon filo di lino, e tesa lungo il semicircolo medesimo. Poco distante ma in sito più eminente si costruisce un casino a comodo dell’uccellatore; da dove osserva nascosto gli uccelli, che sopra i rami delle apposite naturali piante collocate nel centro del Roccolo si soffermano invitati dagli uccelli di gabbia, che situate sui tronchi delle piante stesse invitangli con canto primaverile a fermarsi, e nell’atto stesso veduti dall’ucellatore lancia qualche pezzo di legno, e fa del rumore del che spauriti si abbassano, e nell’uscire si avvolgono nella rete, dalla quale si levano a comodo del cacciatore. L’uccellanda incomincia dalla metà di 7bre e dura tutto 8bre tempo consueto in cui fanno il solito passaggio gli uccelli e cadaun Roccolo proporzionatamente prende circa n° 1200 chi più, chi meno a seconda della posizione più favorevole, e la maggiore o minor disinvoltura dell’uccellatore. Il numero poi di essi Roccoli nell’interno della Valle è di 20 che rendono ognuno l’annua somma di Lire 60 nitide, complessivamente Lire 1200. Le specie d’uccelli da Roccolo sono il Fringuello, il Montanello, che si ferma anche l’inverno se trova la Faggiuola, i Logarini, Laverini, Pagliarane, Becchi in croce, e poche altre specie di grossi come Frisoni, Tordi, e qualche Dresso in quelli più vicini ai monti, ed ai ginepri del cui frutto ne è ghiottissimo. §.42.1/2 Archetti. La seconda specie d’insidie è quella degli Archetti: questi si formano con verdi elastiche verghe di faggio, od altro legno, e ripiegate in se stesse formano un elisse, alla estremità gli si tende un forte doppio filo di canape, che con apposito nodo trattiene una piccola freccia pure di legno lunga quattro dita, quelli si appostano alle siepi nelle campagne, ed ai cespuglj, ove svolazzano gli ucceletti anche sulla freccia: essa cade, e loro rimangon presi e costretti dal detto doppio filo ad una estremità della verga curvata. Le specie più comuni sono i moratti, indi i picialetti, qualche tordo, e merlo. e se ne cava la verosimile somma annua di Lire 1000, a circa soldi dieci la dozzina. Il terzo meno circa di valore di quelli da Roccolo. §.43. Lacci. Ometterò quivi la descrizione delle trappole, avendone di già parlato nel paragrafo dei Boschi di Faggio; ma non quella dei Lacci: questi si fanno di crini di Cavallo, si tendono sotto de ginepri, sul Tiglio, e sopra i spini bianchi per prendere Dresse, Vischere, Tordi, e Sdordini. Ossia si tendono in terra nei siti umidi, piani, ed ombreggiati facendovi lungo i lati una parata di sassi, acciò non vi sia altro passaggio, e ciò particolarmente si usa per le Pole nel mese di 8bre, che ghiotte di insetti e vermicelli, che su simili luoghi più abbondanti esistono; nel cercar de quali rimane preso questo uccello pregiatissimo e di grossa mole. In alcuni anni se ne prende sino a n° 100, che a Lire 3 cadauno portano la somma di Lire 300. §.44. Collo Schioppo. Usasi anche lo schioppo per prendere uccelli, coll’andarne in cerca tra i boschi; ma più coll’appostazione del luogo vicino a qualche pianta da frutto; quivi si erige un piccolo stanziolo ombreggiandolo con frasche, ed entro vi si nasconde il cacciatore aspettando l’uccello a pascersi del frutto della vicina pianta; la prima di queste cacce si fa sulle cerase per i merli e frisoni; indi sui spini bianchi per i Merli, Tordi, e Sdordini; sui Sorbi e Frassenelle per le Dresse e Vischere, e qualche annata sull’alpestre de nostri Monti di questa specie se ne prendono in quantità. Il tutto non ascenderà l’ annua somma di Lire 200 Milanesi, poco più poco meno. 54 ATTIVITÀ DEL COMPRENSORIO Prova pratica per cani da recupero Giornata splendida, nonostante la pioggia della sera prima, che è continuata durante la notte. Uno spunto in più per rendere più impegnativa la traccia. Lo scenario è stato quello della bellissima Val Taleggio, nella conca poco prima di capo Foppa, già teatro della prova nazionale del 2009. Si è trattato questa volta di un incontro amicale, per cani da abilitare e far lavorare su tracce brevi per i più giovani e regolari per i cani adulti, comunque impegnative, come ormai ci si è abituati ad organizzare con grande competenza da parte dei nostri recuperatori. Le tracce erano state predisposte il giorno prima dai due Giudici nazionali Diego Vassalli già presidente del gruppo, e Osvaldo Valtulini, attuale presidente del gruppo provinciale dei Conduttori di cani da traccia. Erano presenti alla prova Carminati Sergio, con Kira, bavarese, Giupponi Fausto, con Raul, bavarese, Orlando Italia, con Milù, bavarese, la sig.ra Adriana Corticelli, con “Zara”, hannoveriano, Pesenti Giovanni, con Fred, bavarese, e Tòi, hannoveriano di Diego Vassalli, già campione. Le prove hanno dato la possibilità di riprendere sul campo gli addestramenti in vista della prossima stagione venatoria e della prove di abilitazione per i più giovani, che si svolgono normalmente nel mese di maggio – giugno di ogni anno, che quest’anno si sono svolte agli Spiazzi di Gromo. Un’occasione importante, che dimostra la grande passione del gruppo bergamasco, sempre attivo e pieno di entusiasmo, i cui obiettivi prioritari sono quelli di far raggiungere a tutti i Soci un alto livello di professionalità. Un passione che ogni anno si alimenta e coinvolge nuovi recuperatori. Penso che l’obiettivo massimo potrebbe essere quello di avere in ogni settore almeno tre recuperatori, così che sul piano operativo, nel periodo di caccia, ogni settore si possa rendere autonomo, e sul piano dell’utilizzo pratico si sia sempre in grado di avere a disposizione un recuperatore esperto del territorio dove viene chiamato ad intervenire e dove pratica anche l’attività di prelievo. Spero non sia solo un sogno, e che si avveri presto. Innanzitutto per gratificare i recuperatori che si dedicano a questa attività, così importante e qualificante per la gestione venatoria del nostro Comprensorio, la cui finalità prima è quella di completare sempre ogni azione di caccia, in caso di ferimento del capo, con l’azione di recupero da parte di un cane abilitato, gratificante per il cacciatore e l’accompagnatore, e qualificante per la gestione stessa. Una giornata veramente piacevole, che si è conclusa a Capo Foppa, con una grigliata, salumi del Rasmo, formaggio della Val Taleggio e un ottimo bicchiere di vino, fino al dolce preparato da Adriana, nello stile tradizionalmente amicale dei cacciatori. 55 Remo Gli amici cacciatori che “Sono andati avanti” Vogliamo ricordare, perché sono stati amici di tutti noi, i cacciatori che sono “andati avanti”. Ci piace utilizzare questa espressione perché la nostra è una valle Alpina, che nei tempi addietro ha dato quasi tutti i suoi giovani a questo Corpo, per cui riteniamo di poterci esprimere anche noi cacciatori di montagna con questa bellissima espressione, che nasce da un profondo e sincero sentimento di amicizia vera che caratterizza tutta la nostra gente di montagna. Ricordiamo con affetto i cacciatori Italo Arioli, di Piazzatorre, e Ermenegildo Dominoni, di Camerata Cornello, Remo per gli amici, che per anni hanno praticato la caccia di Selezione nel nostro Comprensorio. Sono stati esempio di attaccamento alla montagna e alle più nobili tradizioni venatorie della nostra valle. Hanno amato la montagna, e hanno avuto il privilegio di poter godere intensamente dei suoi frutti, dei suoi silenzi, delle albe e dei tramonti, e dei momenti più magici e intensi che la montagna e la caccia sanno regalare. Alle loro famiglie rivolgiamo con grande affetto le nostre più sentite condoglianze, e a loro un sincero saluto amicale, e un cordiale ”Arrivederci”. La Redazione Italo 56 O D VEN COMPRO - a cura Mosca Fausto NOCANNA O M E L I C U “Vendo F ondizioni C e n o u B n ele” CAL. 24 I 828 - Mich 6 3 0 3 8 3 3 Cell. ”VENDO MONOCANNA 20 DEL 2010 Cell. 339 6468693 - Bonfanti” VARIAZIONI AL CALENDARIO VENATORIO 2011 - 2012 a cura di Calvi Bruno CARNIERE STAGIONALE DELL’AVIFAUNA TIPICA ALPINA: 3 CAPI ADDESTRAMENTO CANI: ZONA B:DAL 20 AGOSTO AL 14 SETTEMBRE DAL 27 AGOSTO AL 14 SETTEMBRE CANI DA FERMA. ZONA A: DAL 11 SETTEMBRE AL 25 SETTEMBRE L’ADDESTRAMENTO CANI E’ CONSENTITO PER TRE GIORNI FISSI SETTIMANALI (MERCOLEDI’-SABATO E DOMENICA) SIA PER LA ZONA A CHE PER LA ZONA B. CACCIA NELLE ZPS: NEL MESE DI GENNAIO 2012 LA CACCIA DA APPOSTAMENTO FISSO NEL COMPRENSORIO ALPINO VALLE BREMBANA È CONSENTITA ESCLUSIVAMENTE NEI GIORNI MERCOLEDÌ E SABATO. OPPORTUNITÀ VENATORIE: I CACCIATORI CAPANNISTI Possono effettuare dalla TERZA DOMENICA DI OTTOBRE 15 GIORNATE di caccia vagante alla selvaggina migratoria, anche con l’uso del cane, negli ATC o nella zona B del CA in cui sono iscritti. I CACCIATORI VAGANTI Possono effettuare dal PRIMO DI OTTOBRE 15 GIORNATE di caccia da appostamento fisso in tutti gli ATC o CA della Lombardia, previo consenso del titolare dell’autrizzazione dell’appostamento fisso. AVVERTENZA IMPORTANTE In entrambi i casi è previsto l’obbligo di evidenziare, tramite cerchiatura indelebile, la giornata di caccia utilizzata in difformità all’opzione di caccia prescelta. CENSIMENTO ALLA LEPRE BIANCA: La delibera dei censimenti n. 145 del 29.03.2007 è stata modificata per quanto riguarda il censimento alla lepre bianca che si potrà svolgere con l’ausilio di un cane da seguita e con la seguente regolamentazione: “Alle operazioni con cani da seguita possono accedere coloro che hanno optato per la forma di caccia “Vagante alla lepre comuine” nell’anno precedente e altro personale volontario con qualificata esperienza faunistica e cinofila, autorizzati dal Comitato di Gestione del Comprensorio alpino, individuato tra i cacciatori soci. I cani da seguita dovranno essere di età superirore a 2 anni e nel numero di un cane per operatore. L’uscita di censimento dovrà essere notificata al Comprensorio (anche sulla segreteria telefonica) indicando il nome degli operatori, la data e la zona di censimento. CACCIA VAGANTE CON L’AUSILIO DEL CANE: Durante la consulta Provinciale di Giugno il Comprensorio Alpino ha proposto di dare solo alle forme di caccia 2 e 3 (Zona B e Tipica) la possibilità di utilizzo del cane. Siamo in attesa di una delibera integrativa in tal senso da parte della Giunta Provinciale. 57 58 COMPRENSORIO VENATORIO ALPINO VALLE BREMBANA Presidente Alessandro Balestra Rappresentante Provincia Bianchi Valeriano Rappresentante Comunità Montana Bianchi Giovanni Alberto Rappresentante CPA Alessandro Balestra Rappresentante CPA Bruno Calvi Rappresentante ANUU Migliorini Giovanni Rappresentante F.I.D.C Fiorona Roberto Rappresentante F.I.D.C Gozzi G. Battista Gruppo Cinofilo Bergamasco Athos Curti Rappresentante C.A.I. Bonetti G. Antonio Rappresentante C.A.I. Bosatelli Daniel Rappresentanti Coldiretti Francesco Locatelli • Sperandio Colombo COMMISSIONI Avifauna tipica alpina e ripopolabile: Presidente Marco Bonaldi Ungulati: Presidente Luigi Capitanio Lepre: Presidente Stefano Bianchi Capanno: Alessandro Raffaele Balestra O LP B R RI EM BA NA C O M PR E NSO A SEDE Lenna (BG) • Piazza IV Novembre, 10 tel./fax 034582565 www.comprensorioalpinovb.it e-mail: [email protected] IN O L VA LE Segretaria: Alba Rossi Orari di apertura: Mercoledì, Giovedì e Venerdì: dalle 9.00 alle 12.30 e dalle 14.00 alle 16.30 Sabato dalle 9.00 alle 12.30 ASSESSORATO PROVINCIALE SETTORE CACCIA, PESCA E SPORT Via San Giorgio • Tel. 035387700 Assessore Sett. Caccia, Pesca e Sport Alessandro Cottini Ufficio Tecnico Caccia e Pesca Dirigente • Dr. Gian Carlo Bosio Referente: Giacomo Moroni Servizio di Vigilanza Provinciale: Responsabile • Gian Battista Albani Rocchetti Collaboratori • Bruno Boffelli, Cristiano Baroni SERVIZI DI PUBBLICA UTILITÀ Pronto Soccorso Sanitario Ospedale Civile S. Giovanni B.: Tel. 034527111 Centro antiveleni • Ospedali Riuniti di Bergamo: Tel 035269469 (Tel 118) Soccorso Alpino CAI • Elisoccorso: Clusone: Tel. 034623123 Pronto Soccorso Veterinario • BG Via Corridoni 91 • Tel. 035362919 Corpo Polizia Provinciale: numero verde 800350035 Emergenza Sanitaria: Tel. 118 Vigili del fuoco: Tel 115 SET TEM BR E 2011 QUA D R I M E S TR A LE D E L CO M PR E N S O R IO A LPIN O VA LLE B R E M BA N A