FondiCaritasnellatruffadellevilledasogno

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savona provincia
IL SECOLO XIX
SABATO
24 OTTOBRE 2015
19
MAXI INCHIESTA DEI CARABINIERI: DUE ARRESTI, UNDICI VITTIME NELLA RETE DELLE FALSE VENDITE IMMOBILIARI
Fondi Caritas nella truffa delle ville da sogno
Prete di Loano prosciuga i conti della parrocchia per partecipare a un business fasullo
ALBERTO PARODI
SAVONA.C’èchihapersotut-
to rincorrendo il sogno di
avere una casa a Tenerife, prima, e poi di rivenderla facendoci sopra una montagna di
soldi. L’azienda di famiglia,
prosciugata e andata in fallimento, facendo finire in povertà il padrone con i familiari. Finiti a vivere in un camper
vicino alla chiesa del parroco
che li ha aiutati a non affondare. Parroco che a sua volta
ha prosciugato i conti della
sua parrocchia, arrivando a
non avere più soldi per pagarelebollette,attingendopoia
quelli della Diocesi e della Caritas per complessivi 140 mila euro. Prima voleva aiutare
e poi cercare di trarre guadagno dall’operazione Canarie.
C’è chi si è rovinato correndo dietro il sogno di incamerare interessi del 25% accettando le proposte di vendere
le loro case dei desideri a Tenerife e annesse quote di
multiproprietà da parte di
una gang di truffatori tra Italia e Spagna che si appoggiavano ad un’agenzia immobiliare di Arona (“Lupain Properties”). Due arrestati e 14
indagati.
Sono a migliaia ad essere finiti nella loro rete passando
dalla Riviera di Ponente (Loano), secondo le stime dei carabinieri di Albenga che ieri
mattina hanno presentato i
risultati del loro lavoro durato circa un anno sotto la regia
del sostituto procuratore
Giovanni Battista Ferro volato con i carabinieri del nucleo
operativo di Albenga a Tenerife per eseguire i sequestri
insieme alla guardia civil
spagnola. I militari quando
hanno potuto sono riusciti a
stoppare le finte trattative di
compravendita prima che si
concludessero.
«Non firmate, non vendete,
non versate soldi, sono truffe». In fumo però erano già
andati circa 2 milioni di euro.
Una decina le vittime dei
raggiri accertate direttamente dai carabinieri. Tra cui
quattro savonesi. In base alle
mail sequestrate le trattative
truffa gli acquirenti a rischio
sarebbero più di un migliaio.
Arrestati per truffa Emanuele Galassi, bolognese,
considerato il capo dell’organizzazione, e Massimiliano
Madonia, romano, agente
immobiliare
dell’agenzia
spagnola “Lupain Properties”
che è risultata estranea al
maxi raggiro. Infatti Madonia intercettava prima i raggirati, che erano clienti dell’agenzia, facendoli confluire
nei canali paralleli della truffa. In cui lui e Madonia si fingevano professionisti, giudici, avvocati, bancari, interpreti che ponevano finti problemi e questioni (fallimenti,
cause giudiziarie) per sbloccare i soldi da consegnare dopo la vendita.
Madonia intercettava, tra i
clienti interessati a vendere
gli immobili di loro proprietà
a Tenerife, quelli più anziani,
considerati più “vulnerabili”,
e li dirottava su Galassi, che a
quel punto inscenava un “teatrino” proponendo ai clienti
affari estremamente vantaggiosi. Le richieste di ulteriori
soldi, per sbloccare la “montagna” pattuita, erano ovviamente supportate da documenti falsi. Gli anziani raggirati sborsavano ingenti somme per ottenere il capitale
promesso. Ai militari che
hanno condotto le indagini a
livello internazionale seguiti
dal tenente Rossi, dal maggiore Bianco e dal colonnello
Parisi, le vittime fornivano cifre più basse di quelle reali
nel timore di essere “rimproverati” per la loro ingenuità.
Lo stesso sacerdote di Loano, don Renato Gusto che
aveva accolto la famiglia
Maina (vedi articolo sotto) è
caduto vittima a sua volta
della truffa. Prima per aiutare
l’anziano e poi nella speranza
di trarre guadagno, sborsando in totale 140.000 euro.
Mentre i truffatori, ironia
della sorte, vivevano a Tenerife in un complesso residenziale con piscina il cui affitto
era pagato proprio dalle vittime. I carabinieri hanno poi
individuato i complici residenti in Italia, le persone che
si prestavano a fare da “bancomat”, da tramite per i trasferimenti di capitale dall’Italia alla Spagna.
Ferro e gli agenti al momento dell'irruzione nella villa di Galassi
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L’EX IMPRENDITORE TORINESE COSTRETTO A VIVERE IN UNA ROULOTTE A LOANO
«Spero riescano a pignorare qualcosa
così possiamo riavere i nostri soldi»
Maina è una delle vittima della banda. Aveva investito il tesoretto di famiglia
LA STORIA
FEDERICA PELOSI
LOANO. Il signor Pierpaolo
Maina apre le porte del suo
camper con una dignità che
nessun balordo gli può portare
via. Nemmeno chi, tre anni fa,
ha approfittato della sua buona
fede per succhiargli i risparmi
di una vita, costringendolo a lasciare la sua Piossasco e a trasferirsi nel retro della parrocchia di Sant’Agostino, a Loano,
dove un cancello blu nasconde
la sua modesta dimora con le
ruote.
C’è anche lui tra quei proprietari di immobili a Tenerife
truffati da finti agenti immobiliari che, dopo averli convinti a
vendere le proprie case inscenando trattative e affari mai
conclusi,liconvincevanoaversareulteriorisommepersbloc-
NEL QUARTIERE DI VADINO AD ALBENGA
Dipendente
della Croce rossa
stroncato da ictus
durante il servizio
Era stato assunto da pochi mesi:
«Persona brillante e carismatica»
L’ex imprenditore, originario di Piossasco, Piercarlo Maina
care gli iter di vendita che, in un
modo o nell’altro, incontravano sempre strani intoppi. In
questo modo, il signor Maina
ha perso una somma che si aggira attorno ai 700.000 euro e
oggi,all’etàdi74anni,invecedi
godersi i frutti del suo lavoro
vive accampato dietro una
chiesa.
«Avevo una piccola azienda
ad Avigliana specializzata in
automatismi per macchine
utensili – racconta – Gli affari
andavano bene, avevo accumulato un tesoretto che avrebbe permesso a me e mia moglie
di vivere più che dignitosamente e di goderci la vecchiaia.
E invece ho incontrato quelli là
e ora sono ridotto a vivere della
mia piccola pensione. Meno-
ALBENGA. Un malore im-
che ieri mattina faceva parte
dell'equipaggio di quell'ambulanza. Era qui da pochi mesi, dall'inizio di agosto, quando era stato assunto dalla sede locale della Croce Rossa.
Un primo contratto a termine e subito la proposta di rinnovo, subito sottoscritta.
«Si era subito integrato, ed
in questi pochi mesi aveva
già dato prova della sua professionalità, e anche di un carattere brillante e carismatico che lo aveva fatto benvolere da tutti» afferma costernato il commissario Cri Sergio
Iorio, che si unisce al dolore
dei genitori e della compagna.
Quellodiierimattina,però,
provviso, ed il milite si accascia senza vita. Un dramma
che si è consumato ieri mattina al Villaggio Iris, nel quartiere di Vadino, dove un'ambulanza della Croce Rossa era
impegnata in un intervento
di soccorso. Un servizio piuttosto “ordinario” per chi è
abituato ad intervenire in caso di incidenti talvolta catastrofici, per chi da tempo vive
nel mondo delle ambulanze,
prima come volontario poi
come dipendente, per chi
non esita, o non esitava, a definire quel mondo come la
propria famiglia. Proprio come Marco Pensato, cinquantunenne di Campomorone,
male che c’è don Renato che ci
aiuta».
Maina ha investito i suoi soldi in una multiproprietà a Tenerife per aiutare la sorella che,
poi, è stata contattata da Emanuele Galassi, la mente dell’organizzazione truffaldina, che,
cambiando in continuazioni
nomi e scuse per succhiare altro denaro, lo ha praticamente
ridotto sul lastrico.
«Chiedevano sempre soldi e
non sapevano mai spiegare bene il perché. Inventavano intoppi burocratici di ogni tipo, e
così continuavano a intascarsi
tutti i miei risparmi. Per fortuna che c’è chi ha denunciato.
Spero che riescano a pignorare
almeno qualche bene e a restituirci una parte dei nostri soldi.
Non che mi aspetti più niente,
ma almeno un piccolo risarcimento. Cosa devo fare, mettermi a sparare? Devo essere paziente, non ho scelta. E sperare».
Marco Pensato
I NOMI DELLA GANG
L’appello
degli inquirenti:
«Le vittime
si facciano avanti»
SAVONA. Nomi finti, gli alias
utilizzati dai truffatori arrestati che si spacciavano per
avvocati, cantanti, ispettori,
traduttori, interpreti e bancari. E nomi veri, oltre agli arrestati anche quelli degli indagati procacciatori di clienti, “polli”. Soprattutto anziani. Alle vittime arrivavano
carte taroccate e telefonate
dalle Canarie, sfruttando immagini dei giudici della Corte
Suprema prese dal “Daily
Mail”. Mentre gli atti a firma
dell’avvocato Billy Pontoni,
con tanto di firma, erano
ispirati da Billy Pontoni un
celebre cantante folk colombiano che siglava i propri cd
in vendita con la sua firma.
Ripresa pari pari sugli atti
farlocchi con cui venivano
chiesti soldi ai raggirati in
Italia con la casa da vendere a
Tenerife. Vari gli alias utilizzati dal boss Galassi a capo
dell’associazione. Oltre a
Pontoni, al telefono o per
iscritto, si presentava come
Rudolph Cabral, oppure l’avvocato Pietro Giglio, Marco
Lippmann, Giacomo De Angelis. E infine il dottor Madera. Dopo Madonia, Galassi è
stato catturato a fine settembre in Spagna grazie ad un
mandato di arresto europeo.
È stato preso in consegna ieri
dai carabinieri a Fiumicino.
Oltre Galassi e Madonia, entrambi arrestati, sono finiti
sotto indagine Giordano Dell’Otto, Alessandro Tisci, Riccardo Spartà, Antonio Coletti,
Riccardo Sfragaro, Marco
Ciarfera, Andrea Graziano,
Roberto Fortuna (Novara),
Monica Capellupo (Biella),
Francesca Delle Vacche, oltre
a quattro componenti della
stessa famiglia: Natasha, Justine Louise, Christine Ann e
John Arthur Kennedy.
L’appello del colonnello
Alessandro Parisi: «Chiunque
ritenga di essere stato vittima di un raggiro simile, o abbia avuto contatti con una
persona che utilizzava i nomi
elencati, si rivolga ai carabinieri».
A. P.
per Marco Pensato è stato
l'ultimo soccorso. Un malore
lo ha colpito appena sceso
dall'ambulanza. Probabilmente un ictus, che non gli ha
lasciato scampo. Subito soccorso dai suoi compagni di
equipaggio,ilcinquantunenne genovese è subito apparso
in condizioni disperate, e
non ha più ripreso conoscenza, ed ogni sforzo per rianimarlo e per dargli una speranza di sopravvivenza si è
ben presto rivelato vano. La
vita di Marco Pensato finisce
qui, sulla stessa ambulanza
con cui ne aveva forse salvata
qualcuna i questi pochi mesi
ingauni.
L. REB.