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LE CRITICHE RELATIVE AGLI SPETTACOLI DEL CARTELLONE DEL
CALABRONE CRITICO
SPETTACOLO: IL MERCANTE DI VENEZIA
RECENSIONE DI: NICOLE CONDOLEO, ISTITUTO PITENTINO
"Il Mercante di Venezia" è un'opera teatrale composta da William Shakespeare e diretto, nello
spettacolo proposto a Mantova il 27 ottobre 2013 al Teatro Ariston, da Valerio Binasco.
La pièce teatrale è stata molto gradevole e ho trovato piacevole la scelta di ambientare la
vicenda non nel periodo storico originale -cioè il XVI secolo- ma di svilupparla nel XIX secolo,
sommando elementi moderni che negli anni '20 o '30 non c'erano (come le borse di plastica).
La storia si sviluppa attorno a un gruppo di amici e ai quattro personaggi principali, ovvero
Bassanio, giovane innamorato di Porzia, ricca ereditiera di Belmonte (la quale ricoprirà un ruolo
importante verso la fine della vicenda) che chiede in prestito tremila ducati -per conquistare
Porzia- al suo fedele amico Antonio, il mercante di Venezia. Egli, avendo investito la maggior
parte dei suoi guadagni in traffici marittimi, stabilisce un contratto con l'ebreo Shylock che, in
caso della mancata restituzione del debito, pretende una libbra di carne del mercante.
Sprizzi di comicità e pungente ironia si intrecciano in questa bellissima opera teatrale, che non
nasconde però alcuni aspetti razzisti e antisemiti purtroppo comuni tra le persone; si nota una
netta divisione tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, e questa scissione è rappresentata
dagli amici dei protagonisti che si schierano contro Shyloch, colpevole di essere ebreo. E' la
religione cristiana ad essere considerata "buona", "giusta". Shyloch ricopre un duplice ruolo: è
sia vittima (da parte dei protagonisti di fede cattolica) sia carnefice (per vendicarsi delle offese
subite da Antonio, chiede di prelevare una libbra della sua carne nel caso della mancata
restituzione dei soldi avuti in prestito). Il finale è gestito magnificamente e il ruolo ricoperto da
Porzia diventa decisivo per salvare il mercante di Venezia dalla punizione prevista dall'accordo
con Shyloch.
I dialoghi sono ben sviluppati e le frasi, anche se complesse, sono comprensibili, profonde,
pungenti e intelligenti.
Pur non essendo mai tema principale, ho trovato sgradevole la vena antisemitica e omofobica
della storia che comunque rispecchia un lato purtroppo ancora presente nella nostra società,
come in quella in cui ha vissuto Shakespeare.
Emergono infine molte tematiche umane, come l'amore, l'amicizia, il desiderio di vendetta,
l'odio e il disprezzo per il diverso: sono stati questi, secondo me, gli aspetti più interessanti di
tutta la vicenda. È presente anche un aspetto cinico che avvolge il tutto ma che non diventa
mai eccessivo. Come tutte le opere shakespeariane, "Il Mercante di Venezia" non lascia lo
spettatore insoddisfatto.
SPETTACOLO: IL MERCANTE DI VENEZIA
RECENSIONE DI: ADELE ZANGROSSI, ISTITUTO PITENTINO
Lo spettacolo è stato allestito dalla Popular Shakespeare Kompany con la straordinaria ed
eccezionale presenza si Silvio Orlando. Egli si è perfettamente calato nel ruolo dello strozzino
ebreo Shylock. L’opera teatrale è stata ambientata durante il XIX secolo toccando vari
argomenti come ad esempio il razzismo e lo“strozzinaggio”. Tutto ciò si differenzia moltissimo
dall’opera originaria di Shakespeare ambientata nel XVI secolo. La pièce teatrale narra la storia
di Bassanio, un giovane che desidererebbe sposare la ricca ereditiera Porzia di Belmonte. Il
giovane chiede un finanziamento al suo caro amico Antonio, il mercante di Venezia. Antonio
però non può prestargli la somma di denaro richiesta dall’amico, perciò egli si rivolgerà a
Shylock, un usuraio ebreo. Shylock accorda il prestito a Bassanio a condizione che, nel caso
non riuscissero a restituirgli la somma con gli interessi, l’usuraio potrà prendersi una libbra
della carne posta vicino al cuore di Antonio. A mio parere lo spettacolo è stato piacevole,
poiché la recitazione e la trama adottate sono state molto coinvolgenti e credibili.
SPETTACOLO: MUSICI ALLA CORTE DEI GONZAGA
RECENSIONE DI: FRANCESCO ZANGRILLO, SCUOLA BERTAZZOLO
Lo spettacolo Musici alla corte dei Gonzaga è stato molto bello e coinvolgente perché inserito
nella bellissima cornice della Sala dei fiumi del Palazzo Ducale, che ha reso più realistico l’
ambito della musica barocca, tema principale dei brani dello spettacolo.
Le opere erano dei famosi compositori Monteverdi e Da Palestrina, che lavorarono per i
Gonzaga. I cantanti erano giovani ragazzi di talento selezionati, che interpreteranno
successivamente L’ Orfeo .
I brani che si sono distinti perche mi hanno colpito sono stati quelli delle vicende di Didone ed
Enea da H.Purcell interpretati dal soprano Kachi Sanae e dal tenore Angelo Goffredi.
Belle anche le interpretazioni in tedesco, cantate perfettamente.
Perciò, nonostante lievissimi errori durante la presentazione, il risultato dello spettacolo è
pressoché perfetto, soprattutto perché fa capire ai giovani che anche la musica classica è da
apprezzare.