Elettrostimolatore anti incontinenza
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Elettrostimolatore anti incontinenza
Trento l'Adige SALUTE lunedì 4 gennaio 2016 11 Grazie alla collaborazione tra Urologia e l’ospedale riabilitativo di Villa Rosa ora questo trattamento è accessibile anche per i pazienti trentini. Aperto anche uno specifico ambulatorio Elettrostimolatore anti incontinenza Intervento al S. Chiara con la nuova tecnica Problemi di incontinenza? I farmaci non riescono a risolvere il problema? Mercoledì scorso, all’ospedale S. Chiara, è stato effettuato il primo intervento chirurgico che prevede l’inserimento di un piccolissimo dispositivo sottopelle che invia impulsi elettrici di bassa intensità ai nervi dorsali che servono al control- Tommaso Cai: «Stimolando le radici sacrali il paziente torna ad avere il controllo delle funzioni urinarie» lo della vescica: una sorta di pacemaker della vescica. Il neurostimolatore sacrale funziona stimolando le radici sacrali e aiutando il paziente a riavere il controllo delle proprie funzioni urinarie. «Da fine anno anche i pazienti trentini, grazie alla collaborazione tra l’Unità Operativa di Urologia e l’Ospedale Riabilitativo di Villa Rosa - spiega il dottor Tommaso Cai, urologo al S. Chiara - possono beneficiare di questo trattamento. Tale procedura viene eseguita in sala operatoria con solo l’anestesia locale con il paziente sveglio e collaborante. Tutto viene fatto sotto il controllo radiologico. Nella prima fase viene inserito un elettrodo che raggiunge le radici nervose e viene lasciato sottocute. Verrà collegato ad un elettrostimolatore esterno temporaneo che il paziente porterà per 20 giorni. Se alla fine del periodo di prova il paziente vedrà buoni risultati allora si farà l’impianto del definitivo sottocute. Alla fine il paziente non avrà nulla all’esterno». Un traguardo importante frutto della collaborazione collaborazione tra la direttrice della Medicina Fisica e Riabilitazione dell’Ospedale di Villa Rosa a Pergine ed il Primario di urologia, dottor Gianni Malossini. «In questo modo abbiamo a disposizione tutte le strategie terapeutiche necessarie per trattare i pazienti e le pazienti con incontinenza - spiega il dottor Cai - . Questa collabo- LA TERAPIA Quando insorge l’incontinenza i trattamenti con farmaci possono funzionare nella maggior parte dei casi, quando avviati precocemente. Ma in molti casi, purtroppo, si assiste ad un fallimento della terapia. Ed è proprio per questi pazienti che il neurostimolatore sacrale può giocare un ruolo decisivo per la vita dei pazienti. razione tra le nostre due Unità operative, inoltre, ha portato alla creazione di un Ambulatorio dell’alvo e vescica neurologica presso il presidio Ospedaliero di Villa Rosa a Pergine, in cui, insieme alla dottoressa Cristiana Pederzolli ed al personale infermieristico dedicato, seguiamo tutti i pazienti che hanno problemi di intestino e di vescica dopo patologie neurologiche. Per fare un esempio, ci sono, purtroppo, molte patologie neurologiche come la Sclerosi Multipla, che hanno un grosso impatto sulla qualità di vita dei pazienti in termini di disturbi intestinali e vescicali». «In tutti questi pazienti, spesso di giovane età - conclude la dottoressa Nunzia Mazzini, oggi, possiamo offrire, al pari dei IL CASO centri di eccellenza in Europa, il meglio delle strategie terapeutiche: dai farmaci, all’infiltrazione di botulino, all’impianto del neuromodulatore sacrale. Resta ancora molto da fare per implementare la cura e soprattutto la qualità di vita di questi pazienti con problematiche vescicali, ma avere a disposizione queste nuove tecnologie ci porta sicuramente all’avanguardia nella diagnosi e nella cura di tali patologie». Purtroppo le patologie funzionali della vescica sono piuttosto frequenti. In particolare, i dati più recenti dimostrano come 1 italiano su 10 soffra di incontinenza. Tra questi, la maggioranza sono le donne, con una prevalenza fino al 35% nell’età della menopausa. ARMANDO SI È SPENTO A 93 ANNI Addio all’imprenditore Rangoni Si è spento nella sua abitazione, in centro città, l’imprenditore Armando Rangoni. Aveva 93 anni. Mantovano d’origine, il suo nome rimane legato all’arrivo in Trentino della Fiat, quando, negli anni Cinquanta, assieme al cugino Nazzaro aprì la prima concessionaria in via Brennero. Nel 1974, mentre Nazzaro e il cugino Luigi continuavano l’ attività con le auto, Armando puntò su Scania, diventando importatore unico per l’Italia. Come i collaboratori ricordano, Armando sapeva guardare lontano: diplomato ragioniere, seguì le orme del padre (pure lui imprenditore per Fiat), per poi scommettere su Scania e dedicare a questa nuova attività quasi trent’anni di lavoro, con successo. Uomo riservato, Rangoni si è sempre tenuto lontano dalle cronache. Lascia i figli Renzo e Renato, e la moglie Carla Corneliani, della famiglia che fondò l’omonimo brand di alta moda. Il funerale verrà celebrato oggi, in forma strettamente privata. Bestemmia in trasmissione a Capodanno: «Basta con i format volgari» Don Ivan: «Degrado etico in tv» Vita Trentina, divenuto un riferimento nel mondo della comunicazione che riguarda la Chiesa. «Sicuramente la piattaforma digitale offre enormi possibilità di comunicazione, ma accanto a tante potenzialità di espressione ci si accorge da una parte che c’è un aumento di lavoro, dall’altra un’accelerazione dei tempi che spesso rende difficile la verifica, o il controllo - L’accusa: «La polemica e l’errore sono quasi volutamente cercati» sottolinea - E questo è un fatto oggettivo, che constato anche nel mio lavoro». Secondo don Ivan Maffeis, «la nostra televisione pubblica ha due facce: ci sono professionisti eccezionali, animati da grande passione, pronti al cambiamento, preparati e nel contempo dei format che sono arrivati al capolinea, spesso volgari, con polemiche costruite ad arte, piazze televisive dove tutti possono vomitare di tutto. E dove dunque la polemica e l’errore sono non solo dietro l’angolo, ma quasi, ineluttabilmente, cercati. Mentre la Rai dovrebbe recuperare un ruolo di alta qualità, come è stato nel dopoguerra, quando contribuì all’alfabetizzazione del Paese». G5122401 Don Ivan Maffeis, responsabile comunicazione della Cei «Esiste un degrado etico che innanzitutto squalifica chi ne è autore. E che poi, purtroppo, in un’epoca digitale come la nostra, dove i mezzi di comunicazione si intrecciano, finisce con il “contaminare” contesti e formati che hanno tutt’altro fine e obiettivo». Lo dice don Ivan Maffeis, il sacerdote trentino responsabile della comunicazione della Cei, in un’intervista apparsa ieri sul Corriere della Sera partendo dalle polemiche sulla trasmissione Rai di Capodanno e l’sms con una bestemmia apparsa in sovrimpressione. La questione ha aperto un ampio confronto, con anche alcune richieste di intervento contro i responsabili del «misfatto». A prendere posizione è ora anche l’ex direttore di