luoghi a perdere - Edizioni Helicon
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luoghi a perdere - Edizioni Helicon
Roberto Borghetti LUOGHI A PERDERE Prefazione di Paolo Borsoni Edizioni Helicon Brevi tracce “Ma io non lo so, non lo so e mi aggrappo a questo come alla salvezza di un corriamo” (Wislawa Szymborska) Alla cieca Anche se luce improvvisa dirada dov’è il prodigio dell’aria verso mondi che muovi solo con gli occhi per questo tempo di ore sparse? In ogni tuo gesto, in ogni tuo sorriso difficile trovare stentate parole è un cullare di lontani rintocchi un anagramma di respiro a petto nudo inventandosi nuove geometrie del corpo, amici passi che segui nell’ombra di sconfinate maree. Non lasci mai impronte sull’acqua, fingi soltanto: è spazio imprevisto che s’apre, entra nel vortice svuota i polmoni e strozza il respiro, è fuga dalle mani peso d’uno squarcio di cielo, dove immagini mare affondi. Rovesciati allora la pelle per indossarla con le fodere in vista. La brezza porterà pioviggine e stasera sarà come sentirlo addosso questo mondo nella profonda apnea dentro raggi di luna senza riemergere col cuore soffocato in gola. Verso te, tutto e niente, dentro un buio tra le rovine di pensieri dove intuisci chiarori; sei la punteggiatura su di un foglio bianco che rimandi al mittente, sei ciò che alla natura continua a mentire. Perciò, abbandonati senza occhi rivolto al cielo con labbra di sale, sfamato alla finestra da molliche di pane, pioggia calpestata al suolo. Distenditi sul prato, odorati di bufera i capelli paziente aspetterai qui, a lato delle palpebre quando verrai derubato del sonno. - 13 - Stanze Vani scale Attraversiamo stanze nel buio o invase da luce contiamo i nostri passi da un angolo all’altro i fiati chiusi nelle crepe nascoste da quadri gli occhi rappresi nello specchio. Altra è la soglia che s’allontana e l’urgenza estrema di questo procedere assieme prima del sonno, dopo aver consumato gli avanzi del pranzo. Non c’è amore sui ballatoi tra le due rampe a salire ma anche a scendere non vi sosta più l’infanzia terrena solo la filippina di turno s’accanisce con tenacia sopra i cerchi tracciati dai sottovasi. La nostra potrebbe essere ricognizione di vicinanza impressa nei volti da marciapiede o nell’errore del non detto. La mano arranca nella penombra verso l’altra mano per sostare, per andare avanti. - 14 - Attraversi vani insoliti quando manca la corrente e l’ascensore supera l’ultimo piano; l’unica via di fuga è la porta accanto di chi nemmeno ti saluta e ti semina molliche sul balcone. E se la chiave non terminasse mai le mandate se una volta entrato suonasse l’allarme e ti trovassi riflessa di fronte la tua stessa ombra? - 15 - Di inutili geometrie la guardiamo per dimenticare gli assilli Ci stupiamo delle misure subito, la sua parte più oscura ci svela la vera sapienza dei crateri. della calma piatta che prelude al boato delle traversate oceaniche seguendo linee migratorie, dello scacco matto mosso da Fisher oltre cortina ed anche della pazienza del ragno nel tessere le deformazioni del cerchio. Confidiamo spesso nella geometria si cerca l’equilibrio nel baricentro d’ogni cosa nella crudeltà della forma. Dove le rette si prolungano verso la terza dimensione inventano piani, angoli diedri, assegnano volumi sottovuoto ai singoli sentimenti nella distrazione delle orbite. Base per altezza, solido a punta o tronco-conico, in ogni caso si avanza su piani inclinati pesi diversi, a seconda delle pendenze. Poco importa se lungo i perimetri del grano ancora indugiano le solite fisse dei pittori e se tra le ciglia della sera la luna non è una sfera perfetta: - 16 - - 17 - È come l’insinuare quanto accanimento potrà ancora su noi avere la vita. Locus cessat Anche tra pareti di cartone si cerca alloggio, neanche il numero affisso a dirmi che sono arrivato. Spegni la notte, sognare non ti si addice i denari cambiano la stanchezza della mano tesa mai. La notte ci sgomenta, ma è anche redenzione: rare stelle illuminano l’approssimarsi dell’alba resta sola una preghiera incagliata tra i denti. Svegliati piano, non spaurire i minimi oggetti posati nel silenzio. Ha smesso di piovere, fuori ho appuntamento con l’ombra; il vento abbandona le vele in secca entra dall’uscio, s’infila di soppiatto colma le federe vuote e scompiglia amore. Se ti fai spazio nell’incavo scavato dalle gocce potrai vedere scivolare il mondo e se appena inclini lo sguardo un’infinità di cose cadere. Hai mai avvertito il cuore saltare un battito? (o un fremito alle palpebre?) - 18 - - 19 -