Domande di riepilogo - Corsi a Distanza

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Domande di riepilogo - Corsi a Distanza
Economia e organizzazione aziendale II
Domande di riepilogo
Domande di riepilogo
UNITÁ B – ANALISI DI BILANCIO: LA REDDITIVITÀ
OPERATIVA
Lezione 3 Produttività dei fattori produttivi
Produttività del lavoro
Domanda 1
Chiarire la distinzione tra produttività monoprodotto e produttività multiprodotto.
Risposta
Produttività del lavoro e eterogeneità
Valore in moneta dell ’output
Quantità di input di lavoro
Trasformazione degli output fisici eterogenei in un
output omogeneo in valore:
N
Σp
i=1
PL =
i
qi
N
Σp
i=1
PR =
i
0
qi
PV =
PL
PR
Indice dei prezzi impliciti nel calcolo di PR
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Se l’impresa produce un unico prodotto, la produttività può essere espressa come rapporto tra
quantità di input (per esempio numero di unità prodotte) e quantità di output (per esempio ore di
lavoro). Se invece l’impresa produce più beni, si deve ricorrere a una misura monetaria (euro)
dell’output che incorpori però il concetto delle quantità.
Occorre pertanto calcolare il valore reale della produzione (PR) come sommatoria delle quantità
correnti prodotte, ma valorizzate ai prezzi di un anno base (per esempio dell’anno precedente). Essa
risulta quindi diversa dal valore corrente della produzione (PL), definita come sommatoria delle
quantità correnti valorizzate ai prezzi dell’anno in corso. Il rapporto tra valore corrente e valore
reale definisce l’indice dei prezzi impliciti (si veda la figura).
Nell’analisi finanziaria, non disponendo di informazioni dettagliate sulla produzione, si procede a
ritroso: si divide il valore della produzione lorda (indicata nel conto economico) con un indice dei
prezzi delle vendite, in genere indicato nella relazione degli amministratori o nella nota integrativa
allegata al bilancio.
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Domanda 2
Definire la produttività media per addetto e indicare pregi e difetti.
Risposta
Produttività media del lavoro
Due misure del prodotto medio per addetto
λPL =
λPO =
Valore reale della produzione
PR
=
Numero dei lavoratori
NL
PO/PV
PO/PV λPL
= λPL
=
> λPL
NL
PL/PV PL/PO
se PL < PO
Quota della produzione sui proventi operativi
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Il prodotto medio per addetto può essere espresso come rapporto tra valore reale della produzione e
numero medio dei dipendenti dell’impresa (informazione disponibile nel bilancio) ed
eventualmente può essere corretto mediante la quota della produzione lorda sui proventi operativi.
Ha il pregio di essere facilmente calcolabile, ma ha alcuni grossi difetti:
- fa riferimento al valore della produzione e non al valore aggiunto, considerando quindi
prodotto dell’impresa anche i beni e servizi acquisiti dall’esterno;
- utilizza la forza media di tutti i lavoratori e non solo di quelli addetti alla produzione;
- risente fortemente delle fluttuazioni della domanda di mercato (le variazioni del fatturato
reale), in quanto il denominatore include una componente di lavoratori indiretti (gli addetti
all’organizzazione) che è indipendente rispetto alle variazioni della produzione.
Domanda 3
Definire le misure corrette della produttività del lavoro e indicarne pregi e difetti.
Risposta
Produttività corretta del lavoro
Correggiamo i difetti delle misure di produttività:
la produzione acquisita dall’esterno
i lavoratori non addetti alla produzione
Produttività interna e della manodopera
λNL =
VR
NL
λLP =
VR
LP + LI
= λNL (1 +
) = λNL (1 + θLI)
LP
LP
λHL =
VR
HL
= GIV λPO < λPO per GIV < 1
=
λLP
HLM
=
λLP
(1 – TA – TU) HTM
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La produttività interna del lavoro esclude i costi esterni e quindi utilizza correttamente il valore
aggiunto reale (VR) come misura dell’output, anche se lascia invariato il denominatore, attribuendo
quindi il prodotto a tutti i lavoratori (NL), indipendentemente dal fatto che alcuni siano preposti
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all’organizzazione (LI) e non alla produzione (LP). Se si utilizza questo indicatore per assegnare
incentivi al personale:
- ha il difetto di non premiare esclusivamente chi ha realizzato la produzione;
- ha il pregio di evitare conflitti interni all’impresa, incentivando tutti i lavoratori al
raggiungimento di un obiettivo intermedio dell’impresa.
La produttività della manodopera esprime invece un rapporto tra grandezze omogenee: il valore
aggiunto reale (VR) e il numero medio degli addetti alla produzione (LP). Si può ottenere dalla
precedente misura di produttività maggiorandola per effetto del rapporto tra personale preposto
all’organizzazione e quello addetto alla produzione (LI/LP), in quanto la produttività della
manodopera deve essere più elevata per recuperare il peso del personale indiretto. Questo indicatore
è anche utile per assegnare incentivi diretti alla manodopera in base alla sua effettiva performance.
Una misura ancora più specifica della produttività della manodopera utilizza come input al
denominatore le ore lavorate e si ottiene dividendo la misura precedente per le ore lavorate in media
per addetto (HLM). Per un’analisi delle cause di variazione di quest’ultima variabile, è utile
scomporle in tre componenti: il tasso di assenteismo (TA), il tasso di disoccupazione interna (TU) e
le ore teoriche medie per addetto (HTM) previste nel contratto di lavoro.
Produttività congiunta dei fattori
Domanda 1
Perché si propone di utilizzare un indice di produttività totale o congiunta dei fattori produttivi?
Risposta
La produttività del lavoro è un indicatore parziale di efficienza: se intervengono cambiamenti delle
tecniche di produzione (introduzione di macchinari più efficienti a parità di lavoro o di uguale
efficienza, ma labour-saving) la produttività del lavoro sale sensibilmente a parità d’impegno della
manodopera. In questi casi sarebbe utile mettere al denominatore di un indice di produttività, come
misura dell’input, entrambi i fattori (lavoro e capitale). Ma, causa della loro eterogeneità, si deve
ricorrere a una misura monetaria: il costo reale dei fattori produttivi (CRF), ossia le quantità di
lavoro e capitale valutate a prezzi fissi di un anno base.
Domanda 2
Definire e commentare l’indice di produttività totale o congiunta dei fattori produttivi.
Risposta
Produttività congiunta dei fattori
Gli indicatori di produttività del lavoro non sono
utili se intervengono cambiamenti tecnologici
λKL =
VR
Valore aggiunto reale
=
WLR + CKR
Costo reale dei fattori K e L
Costo reale del lavoro
Costo reale del capitale
WL / PW
(DKT + ρ*) KTR
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La produttività totale o congiunta dei fattori è definita dal rapporto tra valore aggiunto reale (VR) e
costo reale dei fattori lavoro (WLR) e capitale (CKR), come indicato nella figura.
Il primo si ottiene agevolmente dividendo il costo del lavoro WL (indicato nel conto economico, se
si fa riferimento a tutto il personale dipendente) per un indice PW costruito sulla base della
variazione percentuale del costo unitario del lavoro (WL/NL).
Il secondo comporta un calcolo più complesso:
- innanzitutto si stima il tasso di ammortamento tecnico-economico (DKT) del capitale (in
genere si considerano solo le immobilizzazioni materiali) e il tasso di profitto ρ*, che il
management ritiene necessario realizzare come normale rendimento per la tipologia di
attività svolta;
- si calcola una misura del capitale tecnico in termini reali (KTR), come rapporto tra il valore
delle immobilizzazioni materiali lorde KT (indicate nella nota integrativa del bilancio) e un
indice del prezzo implicito nel capitale (PK), approssimato con dati extracontabili sui prezzi
dei beni d’investimento;
- si approssima il costo unitario reale del capitale come somma del tasso di ammortamento e
del tasso di profitto normale e lo si applica al capitale tecnico reale.
Produttività delle imprese italiane
Domanda 1
Quali differenze emergono nelle imprese italiane riguardo alla produttività media del lavoro (in
termini di proventi operativi)?
Risposta
Produttività media del lavoro
λNL= GIV λPO
Produttività dei fattori produttivi:
produttività delle imprese italiane
λPO
358
Private
λLP = λNL
NL
LP
417
316
Medie
323
Industriali
Servizi
Imprese
244
Dalla figura emerge che le differenze appaiono moderate con un picco per le imprese industriali.
Ma l’indicatore non è adeguato a cogliere correttamente i differenziali di produttività, a causa del
diverso grado d’integrazione e del diverso rapporto tra personale addetto all’organizzazione e alla
produzione.
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Domanda 2
Quali differenze emergono nelle imprese italiane riguardo alla produttività interna del lavoro (in
termini di valore aggiunto per unità di personale)?
Risposta
Produttività interna del lavoro
λNL= GIV λPO
Produttività dei fattori produttivi:
produttività delle imprese italiane
λNL
λLP = λNL
NL
LP
120
56
Private
38
Medie
50
Industriali
Servizi
Imprese
247
Dalla figura emerge che la produttività delle grandi imprese è superiore del 50% a quella delle
medie per effetto di un maggior grado d’integrazione e dell’adozione di tecnologie più intensive di
capitale. La produttività delle public utilities è più che doppia di quella delle imprese industriali, a
causa del diverso processo di produzione (altamente integrato e più intensivo di capitale).
Domanda 3
Quali differenze emergono nelle imprese italiane riguardo alla produttività della manodopera?
Risposta
Produttività della manodopera
λNL= GIV λPO
Produttività dei fattori produttivi:
produttività delle imprese italiane
λLP
λLP = λNL
NL
LP
627
116
Private
60
Medie
93
Industriali
Servizi
Imprese
249
La produttività delle grandi imprese è doppia di quella delle medie per effetto dell’adozione di
tecnologie più intensive di capitale, che comportano di conseguenza un maggior peso della struttura
organizzativa. La produttività delle public utilities è addirittura 7 volte quella delle imprese
industriali, a causa dell’elevato grado di automazione delle tecnologie.
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