Prima casa esentasse, bonus ristrutturazioni dal 36 al 50% Part time
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Prima casa esentasse, bonus ristrutturazioni dal 36 al 50% Part time
2 Venerdì 16 Ottobre 2015 Corriere della Sera # Primo piano La manovra Una manovra più sociale, mettiamo 400 milioni sul fondo. Di alcuni nostri concittadini con disabilità la politica si è occupata un po’ troppo poco Matteo Renzi Famiglie Prima casa esentasse, bonus ristrutturazioni dal 36 al 50% Part time per gli over 63. Contante, limite a 3 mila euro Il commento I nuclei familiari nuovo motore della ripresa di Mario Sensini G iù le tasse sulla casa, ma anche più soldi per le disabilità e le case popolari, l’aumento della no-tax area per i pensionati, e per finire anche la riduzione del famigerato canone Rai. Dopo gli 80 euro ai lavoratori dipendenti e gli sgravi Irap, in attesa del taglio delle tasse sugli utili delle imprese, il governo propone anche alle famiglie uno «choc fiscale». Meno tasse per favorire i consumi, e con essi la domanda interna, che in questa fase di incertezza dell’economia internazionale dovrà svolgere un ruolo cruciale nel sostegno dell’economia. Il commercio mondiale langue, i ritmi vertiginosi della crescita in Cina e nei Paesi asiatici rallentano, e l’economia del vecchio continente, compresa la nostra, rischia un nuovo pesante rallentamento, proprio ora che la ripresa sembrava finalmente sbocciata. Per compensarne gli effetti, ed evitare il pericolo, Renzi e Padoan giocano la carta dei consumi interni. E difendono con i denti la scelta di togliere le tasse sulla casa, che fino a ieri era stata una battaglia della destra, e che Bruxelles non vede certo di buon occhio. Ridurre le tasse di possesso sulla casa equivale a liberare risorse spendibili per i consumi. Ed il fatto che quasi l’80% degli italiani viva in una casa di proprietà estende la platea dei possibili beneficiari della misura ben oltre quella, limitata ai lavoratori dipendenti con redditi bassi, interessata dal bonus di 80 euro varato l’anno scorso e confermato quest’anno. Nessuno, nel governo, contesta la tesi di scuola degli economisti, sposata in pieno dalla Commissione Ue, secondo la quale, per favorire la crescita, occorre spostare il peso della tassazione dal lavoro al capitale, quindi dal reddito alla rendita. L’obiezione che Padoan e Renzi sono pronti a sostenere a Bruxelles, a parte la peculiarità italiana, è che lo sgravio delle imposte sulla casa è solo un tassello di una manovra ben più ampia di riduzione delle imposte. Dopo gli 80 euro e l’Irap, adesso è il turno della Tasi e dell’Imu, poi verrà quello delle imprese, con il taglio dell’Ires programmato nel 2017, ma che potrebbe essere anticipato all’anno prossimo, e poi l’Irpef sulle persone fisiche. Nell’ultimo anno di legislatura. © RIPRODUZIONE RISERVATA Le diapositive relative alla legge di Stabilità illustrate ieri dal premier 3,7 miliardi è il valore della misura che prevede l’abolizione di Imu e Tasi su prima casa 80 la percentuale delle famiglie italiane che vive in una casa di proprietà e paga Imu e Tasi 63 gli anni (più 7 mesi) che permettono ai dipendenti di lavorare part time al 75% dello stipendio 7,75 le migliaia di euro che rappresentano il limite della no tax area per gli under 75 (8,142 per gli over 75) Abitazione Via Imu e Tasi Esenti anche gliinquilini Bonus Gli 80 euro trasformati in sgravi Povertà Un piano da 2,9 miliardi in tre anni Imposte Canone Rai da gennaio in bolletta A I I L bolire l’Imu (l’imposta municipale unica) e la Tasi (tassa sui servizi indivisibili) sulla prima casa è lo choc fiscale per spingere la ripresa. Il premier rivendica l’eliminazione delle tasse sulle prime abitazioni dal 2016 per ridare fiducia all’economia. La misura vale 3,7 miliardi e secondo Renzi rappresenta un segnale inequivocabile in un Paese che ha l’80% di proprietari. L’intervento sulla casa, del resto, è più generale e include i bonus per le ristrutturazioni mantenuti al 50% e per l’acquisto di mobili. La Tasi viene abolita anche per gli inquilini. Andrea Ducci © RIPRODUZIONE RISERVATA l bonus degli 80 euro ha cambiato vestito: diventa uno sgravio che viene tolto dalla busta paga. In questo modo c’è un alleggerimento della pressione fiscale perché il bonus è considerato oggi una «prestazione sociale» e quindi figura come maggior spesa per ben 10 miliardi l’anno. Con la trasformazione in «detrazione» il peso del fisco cala dal 43,1% attuale al 42,6% nel prossimo anno. Inoltre la cifra finale non sarà più la stessa: lo sgravio sarà variabile a seconda del reddito, ma in ballo ci sono solo una manciata di euro (non più di 5). F. D.F. © RIPRODUZIONE RISERVATA n tutto si tratta di quasi 3 miliardi in un triennio. Le risorse disponibili sono 600 milioni nel 2016 e, poi, un miliardo di euro all’anno nel biennio successivo. A tanto ammonta l’importo che il governo intende destinare alle misure per contrastare la povertà. Ma a rafforzare l’intervento dell’esecutivo ci saranno anche 100 milioni di euro all’anno attraverso il contributo delle fondazioni bancarie, in accordo con enti locali e terzo settore. In tutto dunque un fondo da 2,9 miliardi. È previsto, infine, uno stanziamento da 400 milioni per il fondo sociale. An. Duc. a riforma del canone Rai passa per la bolletta elettrica: il balzello più evaso d’Italia (non lo pagano il 27% delle famiglie, contro i circa 15 milioni di nuclei paganti) non sarà più 113,5 euro attuali, ma scenderà a 100 per il 2016 e a 95 nel 2017. Nel 2015 il gettito totale del canone è stato di quasi 1,6 miliardi. La tassa non sarà più legata al possesso di un televisore e lo strumento della bolletta elettrica dovrebbe permettere di snidare proprio la maggior parte degli evasori. Oltre a problemi tecnici, le compagnie elettriche sono contrarie. F. D.F. © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA 600 i milioni di euro destinati per il prossimo anno a contrastare la povertà 27% le famiglie italiane che non pagano il canone della Rai: nel 2015 il gettito totale è stato di quasi 1,6 miliardi Pensioni «No tax» area più alta, uscite più flessibili 100 I 400 l dipendente con almeno 63 e sette mesi d’età, potrà scegliere il part time al 50% negli ultimi tre anni di lavoro. Il suo stipendio sarà il 75% dello stipendio pieno, perché l’azienda metterà in busta paga una parte dei contributi. La sua pensione futura non scenderà perché i contributi mancanti saranno pagati dallo Stato. La misura è sperimentale e contingentata: costo massimo 100 milioni di euro l’anno. L’azienda non sarà tenuta ad assumere un giovane ma avrà qualche motivo in più per farlo perché risparmierà sugli stipendi di chi ha scelto il part time. Ci sarà un nuovo intervento per 24 mila esodati, i lavoratori che rischiano di rimanere senza stipendio e senza pensione, e l’estensione di opzione donna al 2016. Per i pensionati sale la no tax area: 7.750 per gli under 75; 8 mila per gli over 75. L. Sal. © RIPRODUZIONE RISERVATA euro il costo del canone Rai nel 2016, contro i 113,5 euro che si pagano attualmente milioni di euro il rifinanziamento del Fondo per la non autosufficienza previsto dalla manovra PRIMO PIANO Corriere della Sera Venerdì 16 Ottobre 2015 3 # Questa manovra abbatte le tasse su prima casa e sulle attività delle imprese, abbattiamo le tasse su tutto il campo Imprese Pier Carlo Padoan Assunzioni, l’anno prossimo detrazioni ridotte del 40% Regime forfettario a 30 mila euro, franchigia Iva a 13.000 Il commento Lavoro con meno sconti, una spinta agli investimenti di Lorenzo Salvia B Investimenti Un’agevolazione del 140% sui macchinari Occupazione Il bonus scende dal 2016 a 3.200 euro Aziende Arriva il Jobs act per le partite Iva 2017, meno Ires Giornali Iva al 4% anche per le edizioni digitali L S «I Q a legge di Stabilità rafforza gli sgravi fiscali a chi investe in macchinari e impianti. In pratica, i super-ammortamenti consentono a chi effettua investimenti nei beni strumentali della propria azienda di ammortizzarli al 140% anziché al 100%. Renzi lo ha definito uno sconto aggiuntivo destinato agli imprenditori che «ci credono» e che già dal 15 ottobre potranno beneficiare dello sgravio. Il meccanismo è semplice e prevede la possibilità per chi investe una cifra pari a 100 di dedurne una pari a 140, vedendosi riconoscere da subito il beneficio. L’intento della misura è sostenere il trend degli acquisti e degli investimenti delle aziende anche nella parte conclusiva del 2105. Diversamente dalla precedente agevolazione, la cosidetta Guidi-Padoan, predisposta per chi acquistava macchinari, il bonus inserito riconosce come detto un 40% in più del valore fiscale del bene da poter utilizzare per tutto il periodo di ammortamento. Significa cioè che a differenza degli sgravi previsti, per esempio, dal governo francese non c’è decalage. An.Duc. © RIPRODUZIONE RISERVATA cende più velocemente del previsto lo sconto sui contributi per i contratti a tempo indeterminato. Per le assunzioni fatte fino alla fine di dicembre avrà una durata massima di 3 anni e un tetto di 8.060 euro. Per i contratti firmati nel 2016 la durata massima sarà di due anni con un taglio al 40% per la somma scaricabile, che scende quindi a 3.200 euro. Dal 2017 la cosidetta decontribuzione calerà ancora: durata massima un anno e tetto a 1.600 euro. Nel 2018 il meccanismo dovrebbe essere completamente azzerato. Questo potrebbe portare ad una corsa alle assunzioni, o meglio allo sconto sui contributi, in questa parte finale dell’anno. Sarebbe positivo per l’occupazione ma anche un problema per le casse dello Stato visto che già adesso le risorse stanziate per questa voce non sono sufficienti. Dal 2018, poi, c’è l’idea, tutta da verificare, di un taglio delle tasse sul lavoro per tutti i contratti, non solo quelli nuovi ma anche quelli già in essere. Stanziati 500 milioni di euro per incentivi fiscali ai contratti di secondo livello e agli accordi sul welfare aziendale. L. Sal. © RIPRODUZIONE RISERVATA l Jobs act» degli autonomi. Così il presidente del Consiglio ha definito il pacchetto di misure messo a punto per favorire i piccoli e piccolissimi imprenditori titolari di partita Iva. Per i cosiddetti minimi arriva, tra l’altro, l’innalzamento a 13.000 euro della franchigia Irap, Imposta regionale sulle attività produttive. E il tetto sui ricavi per rientrare nel regime forfettario sale da 15 mila a 30 mila euro. Viene estesa la possibilità di accesso al regime forfettario ai lavoratori dipendenti e pensionati che hanno anche un’attività in proprio a condizione che il loro reddito da lavoro dipendente o da pensione non superi i 30.000 euro. Nel frattempo il governo prepara la strada per anticipare al 2016 la riduzione delle tasse sugli utili delle imprese. Se dalla Ue arrivasse il via libera alla sterilizzazione dei costi sostenuti per l’immigrazione, si creerebbero nel bilancio 2016 i margini per ridurre l’Ires (Imposta sul reddito delle società) dall’attuale 27,5% al 24%. Il taglio beneficerebbe solo le società di capitali come spa e srl, le cooperative e le multinazionali, ma non le imprese individuali. M. Sen. © RIPRODUZIONE RISERVATA uotidiani e periodici in versione digitale beneficeranno dell’abbattimento dell’Iva al 4%, equiparando così il trattamento fiscale tra giornali ed e-book. Il governo ha previsto nella legge di Stabilità una misura che la Fieg, la Federazione degli editori di giornali, aveva sollecitato lo scorso anno alla vigilia del varo della legge di bilancio, stante, tra l’altro, il pressing delle associazioni dei consumatori. Sono infatti i lettori i maggiori beneficiari della riduzione dell’Iva correlata agli abbonamenti digitali ai giornali. Il presidente della Fieg e di Rcs MediaGroup, Maurizio Costa, sottolinea che si tratta «di una misura importante, in grado di dare una spinta significativa alla modernizzazione di tutto il sistema editoriale». La Fieg chiedeva un intervento normativo partendo dalla considerazione che un giornale resta un giornale, indipendentemente dal supporto sul quale viene diffuso. Ragione per avanzare la richiesta di fissare un’aliquota fiscale agevolata anche per i giornali online. Per Costa si tratta della dimostrazione «di sensibilità» da parte del governo. An. Duc. © RIPRODUZIONE RISERVATA Palazzo Chigi, per spiegare la manovra, ha coniato l’hashtag #italiacolsegnopiù 40 punti percentuali in più di detrazioni (da 100 a 140) per chi investe in macchinari 800 milioni di euro le misure nel loro insieme a sostegno dell’agricoltura (fisco agevolato, eliminazione dell’Imu) 65% l’ecobonus la detrazione sulle spese per gli interventi di riqualificazione energetica degli immobili attuta a fine serata di uno dei tecnici che ha seguito il capitolo imprese della Stabilità: «Dal metadone siamo passati alla diavolina». Sembra una forzatura ma in fondo spiega bene quello che è successo. Il metadone è lo sconto sui contributi per i contratti a tempo indeterminato, una misura che ha spinto gli imprenditori ad assumere nel momento più difficile della crisi. Proprio come il metadone andrà a scalare, per scomparire nel 2018. La diavolina è il super ammortamento, cioè la possibilità di portare in detrazione fino al 140% degli investimenti fatti in azienda. Un incentivo che parte adesso e durerà fino alla fine dell’anno prossimo. Viene quindi eliminato il metadone che in qualche modo aveva «drogato» il mercato del lavoro per spingere con la diavolina quegli investimenti che dovrebbero portare ad assunzioni «naturali». Una scommessa sul fatto che il vento dell’economia sia davvero cambiato. In realtà ci doveva essere anche un’altra scintilla: l’anticipo al 2016 del taglio dell’Ires, per ora fissato al 2017. Ci sarà solo se Bruxelles darà il suo ok ad un altro pezzo di flessibilità, quella legata all’emergenza migranti. Ma forse non è un male non sovrapporre due incentivi. Non ci sono invece agevolazioni specifiche per il Sud. Risorse che non bastano ma anche una scelta politica: meglio non alzare una palla alla Lega di Salvini. lorenzosalvia © RIPRODUZIONE RISERVATA Tradition Chronographe Indépendant 7077 B R E G U E T B O U T I Q U E – V I A M O N T E N A P O L E O N E , 19 M I L A N O + 3 9 0 2 / 7 6 0 0 7 7 5 6 – W W W. B R E G U E T. C O M