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FTA Morning View
martedì 5 aprile 2016
Dalla Redazione di FTAOnline News
MERCATO USA
Borsa Usa: avvio di settimana negativo
A New York i principali indici hanno chiuso la prima seduta della settimana in calo. Il Dow Jones ha perso lo 0,31%,
l'S&P 500 lo 0,32% e il Nasdaq Composite lo 0,46%. A pesare sui listini azionari Usa sono state le parole di Eric
Rosengren. Secondo il presidente della Fed di Boston, la Banca centrale americana potrebbe aumentare i tassi di
interesse prima del previsto. Negativo il dato macroeconomico pubblicato in giornata. Nel mese di febbraio gli ordini
industriali sono diminuiti dell'1,7% dopo l'incremento dell'1,2% registrato a gennaio. Gli economisti avevano stimato
un decremento dell'1,7% su base mensile. Sul fronte societario Virgin America +41,67%. Alaska Air ha annunciato
l'acquisto della compagnia aerea low-cost fondata da Richard Branson per 2,6 miliardi di dollari (57 dollari per azione).
Tesla Motors +3,96%. Gli ordini per la Model 3, la nuova versione lanciata dalla casa specializzata in auto elettriche,
hanno superato le 253 mila unità. Smith & Wesson -17,94%. Cowen & Co ha peggiorato la raccomandazione sul titolo
del produttore di armi a market perform da outperform. Time +1,04%. Secondo quanto riporta in esclusiva Reuters, il
gruppo media starebbe valutando di allearsi con un private equity per presentare un’offerta sul core business di Yahoo!
(che comprende servizi come Yahoo! Mail, la piattaforma di advertising online e siti d’informazione sportiva).
General Electric -2,22%. Bernstein ha tagliato il rating sul titolo del conglomerato a market perform da outperform.
SunEdison -50,70%. Secondo il Wall Street Journal, il gruppo delle energie rinnovabili potrebbe dichiarare bancarotta.
MERCATI ASIATICI
Fed e petrolio affondano l’Asia: crolla Tokyo ma Shanghai guadagna oltre l’1%
Mercati asiatici in declino in scia all’ennesimo deprezzamento del petrolio e a messaggi contrastanti in arrivo dalla
Federal Reserve (Fed). Wti e Brent hanno continuato a perdere sui mercati asiatici dopo il declino intorno al 3%
registrato lunedì. Wall Street ha chiuso in flessione, seppure moderata, in scia al deludente dato sugli ordinativi
industriali. Dopo tre sedute consecutive di rafforzamento della divisa nipponica il risultato è stato un netto declino
della piazza di Tokyo. Il Nikkei 225 ha segnato in chiusura una perdita del 2,42% (persino peggio ha fatto l’indice più
ampio Topix, deprezzatosi del 2,62% al termine delle contrattazioni), appesantito ancora una volta dai grandi
esportatori (Toyota ha perso oltre il 3%). In declino, seppure più contenuto, anche Seoul: il Kospi ha infatti segnato una
perdita dello 0,82% in chiusura.
Se complessivamente la seduta è stata negativa (l’indice Msci Asia-Pacific, Giappone escluso, ha toccato una perdita
dell’1,30%), le Borse cinesi alla riapertura degli scambi, dopo la festività di Qingming celebrata lunedì, sono andate a
due velocità. Avvicinandosi alla chiusura infatti, Shanghai Composite e Shanghai Shenzhen Csi 300 guadagnano circa
l’1,30% mentre è ampiamente superiore al 2% il progresso dello Shenzhen Composite. Di segno opposto la seduta di
Hong Kong: l’Hang Seng è infatti in declino di circa l’1,50% (performance simile anche per l’Hang Seng China
Enterprises Index, sottoindice di riferimento nell’ex colonia britannica per la Corporate China). Perdite generalizzate, dai
settori minerario e petrolifero come pure dai titoli bancari, hanno spinto in deciso declino anche Sydney: l’S&P/ASX
200 ha perso infatti l’1,65% al termine delle contrattazioni. In precedenza La Reserve Bank of Australia (Rba), come
ampiamente previsto dagli osservatori, aveva lasciato per la decima volta consecutiva invariati i tassi d’interesse ai
minimi del 2,00% (valore raggiunto nel maggio dello scorso anno con il taglio di 25 punti base dopo che già in
febbraio era stata effettuata una riduzione di pari entità).
PREAPERTURA ITALIA/EUROPA
Future sugli indici azionari europei in flessione: Eurostoxx 50 -0,9%, DAX -1,2%, CAC 40 -0,8%, FTSE 100 -0,5%. Le
chiusure dei principali indici europei della seduta precedente: Eurostoxx 50 +0,13%, Francoforte (DAX) +0,28%, Parigi
(CAC 40) +0,53%, Londra (FTSE 100) +0,30%, Milano (FTSE Mib) -0,77%.
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Future sugli indici azionari americani al momento in ribasso dello 0,3% circa. Le chiusure della seduta precedente a
Wall Street: S&P 500 -0,32%, Nasdaq Composite -0,46%, Dow Jones Industrial -0,31%.
In netto ribasso Tokyo con il Nikkei 225 a -2,42%. Borse cinesi contrastate: l'indice CSI 300 di Shanghai e Shenzhen al
momento segna +1,3% circa, mentre a Hong Kong l'indice Hang Seng al momento segna -1,4% circa.
Euro poco mosso contro dollaro. EUR/USD in area 1,1385.
Future obbligazionari eurozona in rialzo. Il Bund future segna 163,95 punti dai 163,76 delle 17:30 della seduta
precedente, +0,12% rispetto alla chiusura delle 22:00.
Petrolio in ulteriore flessione. Il future sul Brent tocca i 37,37 $/barile (minimo dal 4 marzo), quello sul WTI si spinge
fin sui 35,28 $/barile (minimo dal 4 marzo).
Oro in recupero nella notte. Al momento le quotazioni segnano 1228 $/oncia.
DATI MACRO ATTESI
Martedì 5 Aprile 2016
08:00 GER Ordinativi industriali Feb;
09:15 SPA Indice PMI servizi Mar;
09:30 EUR Intervento Weidmann (BCE);
09:45 ITA Indice PMI servizi Mar;
09:50 FRA Indice PMI servizi Mar;
09:55 GER Indice PMI servizi Mar;
10:00 EUR Indice PMI servizi Mar;
10:00 EUR Indice PMI composito Mar;
10:30 GB Indice PMI servizi Mar;
11:00 EUR Vendite al dettaglio Feb;
14:30 USA Saldo bilancia commerciale Feb;
15:45 USA Indice PMI servizi Mar;
16:00 USA Indice ISM non manifatturiero Mar.
16:00 USA Indice JOLTs (mercato del lavoro) Feb.
HEADLINES
Australia: Rba lascia invariati i tassi al 2% per il decimo meeting consecutivo
La Reserve Bank of Australia (Rba), come ampiamente previsto dagli osservatori, ha lasciato per la decima volta
consecutiva invariati i tassi d’interesse ai minimi del 2,00% (valore raggiunto nel maggio dello scorso anno con il
taglio di 25 punti base dopo che già in febbraio era stata effettuata una riduzione di pari entità). “L'inflazione
costantemente bassa permette la possibilità di politiche più accomodanti, nel caso siano adeguate a sostenere la
domanda”, ha comunicato la Rba.
Giappone: per Kuroda (BoJ) non ci sono limiti all’allentamento monetario
Haruhiko Kuroda, governatore della Bank of Japan (BoJ), ha ribadito ancora una volta che agirà prontamente con
ulteriori politiche monetarie se necessario, anche se è rimasto vago sulla possibile tempistica di tali interventi, che
potrebbero comprendere l’incremento del riacquisto di asset da parte dell’istituto centrale o l’ulteriore taglio in
negativo dei tassi d’interesse. Parlando davanti al Parlamento nipponico, Kuroda ha sottolineato quanto sia “difficile
stabilire in anticipo se ci sarà un aumento quantitativo in questo tipo di situazione o se invece si agirà sui tassi
d’interesse”.
Kaplan della Fed di Dallas chiede investimenti in infrastrutture
Gli Usa avranno difficoltà nello spingere la crescita oltre i tassi attuali, a meno che il governo non investa in
infrastrutture, gestisce le politiche sull’immigrazione e migliori l’istruzione. Lo ha dichiarato lunedì Robert Kaplan, che
dallo scorso settembre ha preso il posto di Richard Fisher al vertice della Federal Reserve di Dallas, parlando alla
University of Texas di Arlington. “La forza lavoro in percentuale sulla popolazione si sta riducendo e questo erode il Pil
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potenziale. Una grande sfida è come possiamo pagare per i benefit sanitari di chi si prepara ad andare in pensione
quando c’è una percentuale in calo di persone che pagano per essi e il numero di chi ne ha diritto invece cresce”, ha
sottolineato Kaplan.
Kashkari (Fed di Minneapolis) appoggia la politica monetaria Usa
Neel Kashkari, da inizio anno president della Federal Reserve (Fed) di Minneapolis, ha spiegato lunedì di essere “a suo
agio” con l’attuale posizione presa in politica monetaria da parte degli Usa e prevede una “moderata” crescita per
l’economia di Washington. “Il mio punto di vista è mettiamo le persone al lavoro mentre abbiamno margine
sull'inflazione”, ha detto alla stampa Kashkari, che non sarà membro votante del Federal Open Market Committee
(Fomc, la commissione che si occupa di politiche monetarie) fino al prossimo anno.
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