1 Dal ddl 1260 alla legge delega del governo: quali
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1 Dal ddl 1260 alla legge delega del governo: quali
Dal ddl 1260 alla legge delega del governo: quali opportunità pedagogiche Donatella Savio Università di Pavia Con il mio intervento intendo proporre alcune riflessioni su 3 opportunità pedagogiche per i servizi educativi 0-6 sottese al ddl 1260 “Disposizioni in materia di sistema integrato di educazione e istruzione dalla nascita fino ai sei anni e del diritto delle bambine e dei bambini alle pari opportunità di apprendimento”. Si tratta di questioni da anni al centro del dibattito sui servizi educativi per l’infanzia italiani e che proprio per questo rischiano di essere trattate come “etichette”, richiamate diffusamente senza che siano più chiari il senso e le ragioni che le sostengono. Perciò vorrei tentare di ripuntualizzare il loro senso e le loro ragioni. Tre opportunità, da rilanciare e presidiare 1. Unitarietà del percorso educativo 0-6, le ragioni 2. Identità educativa peculiare del sistema educativo 0-6 3. Formazione: universitaria, permanente, condivisa 1° opportunità: unitarietà del percorso educativo 0/6 1. Unitarietà del percorso educativo 0-6, le ragioni Con il ddl 1260 viene istituito il “sistema integrato per l’infanzia” affermando - la continuità del percorso educativo da zero a sei anni - la necessità che i servizi che lo compongono, pur nella loro autonomia e specificità, si strutturino come contesto unitario (fisicamente, nella progettazione e formazione) Perché un percorso unitario 0/6 rappresenterebbe un’opportunità pedagogica? Perché equivarrebbe a riconoscere la necessità di un percorso educativo peculiare per poter incontrare e rispondere adeguatamente alla peculiarità della mente infantile, al modo del tutto particolare del bambino tra 0/6 anni di rapportarsi al mondo. Si tratta per lo sguardo educativo di non guardare troppo oltre, per concentrasi sul bambino del “qui e ora” e accogliere la sua alterità come via elettiva per promuovere la formazione dell’uomo che intende costruire. Con ciò non intendo dire che il bambino di 6 mesi è come quello di 3 anni e che quello di 3 anni è come quello di 6, né che quello di 7 è radicalmente diverso da quello di 6. Piuttosto intendo mettere in luce che, con gradualità diverse, tutta l’infanzia presenta dei tratti caratteristici e peculiari di entrare in relazione con il mondo, ampiamente riconosciuti dagli studi della psicologia evolutiva, che la identificano e differenziano da altre età della vita. Il percorso educativo 0-6 deve proporsi come unitario, pur con le sue articolazioni, autonomie e specificazioni interne perchè deve caratterizzarsi in modo peculiare, specifico e differenziato in quanto il bambino da 0 a 6 anni ha un suo modo peculiare di rapportarsi al mondo e apprendere: fenomenologicamente si può “trovare” il bambino solo se ci chiediamo cosa fa del mondo, come configura e interpreta ciò che vive, fuori da prospettive e aspettative evolutive 1 Per andare ancora più dentro le etichette, propongo una generalissima e non esaustiva presentazione di alcuni dei tratti peculiari della mente infantile Il bambino prima dei 6 anni - tratti distintivi e comuni (con riferimento a una prospettiva piagetiana, psicoanalitica, di psicologia sociale, di sociologia dell’infanzia) 1) E’corpo più che linguaggio 2) Dialoga col mondo e lo conosce primariamente attraverso l’azione e la percezione Organizza e rappresenta mentalemente le esperienze “in modo concreto” - schemi mentali e connessioni per associazioni ancorate alla percezione (Piaget, 1945) 3) E’ preda di pulsioni/vissuti emotivi potenti, che ancora non riesce a padroneggiare né a nominare - la sua attività mentale è soprattutto impegnata dalla rappresentazione drammatica dei propri desideri e delle proprie fantasie (Isaacs,1944) - il suo rapporto col mondo fisico è determinato dai vissuti emotivi, dalla possibilità di proiettarli su di esso come su di uno schermo 4) La sua capacità di ragionamento deriva da situazioni concrete, ancora non può sostenersi per conto proprio, ma si manifesta e sviluppa solo a certe condizioni (ambiente generoso, che va incontro ai suoi interessi e fornisce mezzi per seguirli) (Isaacs,1944) 5) E’ prevalentemente centrato sul suo punto di vista - percettivo, cognitivo, emotivo - soprattutto nella relazione con l’adulto, perciò è un partner sociale impegnato e impegnativo (Piaget,1947; 1932) 6) Sviluppa un senso d’identità ancora incerto, attraverso la possibilità di sperimentarsi nelle relazioni col mondo fisico e sociale (Emiliani, Carugati 1985) 7) Il suo linguaggio, e quindi il suo principale strumento di conoscenza, è il gioco (prospettiva vygotskyana e psicoanalitica Col gioco (in particolare quello simbolico) il bambino - accede al mondo dei significati (usare un cucchiaio per fingere di mangiare è fare i conti con il significato di cucchiaio e dell’azione del cibarsi) - approfondisce e consolida le sue esperienze e conoscenze del mondo fisico e sociale (che proprietà ha un cucchiaio? cosa significa “cibarsi”nel contesto socio-culturale di appartenenza?) - fa i conti, elabora e arriva a padroneggiare i suoi vissuti emotivi, rendendo possibile un rapporto col mondo fisico più diretto e libero dalle interferenze del mondo emotivo - esprime il suo punto di vista sul mondo e co-costruisce una “cultura” propria con i pari (Corsaro,1997) 2 Da queste considerazioni si possono individuare alcune prime indicazioni generali per le caratteristiche di un percorso educativo unitario 0/6. Un percorso educativo 0-6 che voglia essere efficace deve svilupparsi come unitario a partire dal riconoscimento delle peculiarità della mente infantile: - anche nel proporre contenuti di conoscenza (scientifici, letterari, artistici) occorre calibrarli e predisporre contesti ad hoc perché la mente infantile possa incontrarli, svilupparli e svilupparsi; - non si può far riferimento a metodologie, didattiche, strutturazione di esperienze e ambienti educativi caratteristiche e adatte a ordini scolastici superiori, pena l’inefficacia quando non il “danno”; - nel raccordo con ordini scolastici superiori, per garantire la continuità del percorso educativo pur con le dovute ed evolutive differenziazioni, è necessario che questi ultimi “guardino un po’ verso il basso” prevedendo una contaminazione nei due sensi, perché il bambino di 6 anni non è così diverso da quello di 5... 2°opportunità: un’identità educativa peculiare per il sistema integrato 0/6 Entrando più nel merito delle caratteristiche di un percorso educativo 0/6 capace di incontrare le peculiarità della mente infantile e promuoverne lo sviluppo, il ddl 1260 offre alcuni spunti utili da approfondire. In quanto testo normativo non si addentra in riflessioni pedagogiche; tuttavia è possibile individuare in alcuni passaggi il suggerimento di orientamenti educativi, di un’identità educativa per lo 0-6. Sono in particolare 4 i passaggi che vorrei riprendere e sviluppare dal mio punto di vista cercando di mostrare quali opportunità pedagogiche possono rappresentare. Quali le caratteristiche di un percorso educativo capace di incontrare la mente infantile per quello che è, sostenerla nelle sue peculiarità e potenzialità? Quali le peculiarità dell’identità educativa di un sistema educativo integrato 0/6? Il ddl 1260 suggerisce, e propone come riferimento nazionale, un’identità educativa dei servizi 0-6 che: a) riconosce e sostiene le potenzialità infantili di relazione, autonomia, creatività, apprendimento b) garantisce ai bambini il diritto all’educazione, istruzione, cura, relazione, gioco c) nel rispetto della personalità (i ritmi di vita e di crescita) dei bambini d) in un contesto ricco dal punto di vista cognitivo, ludico e affettivo 3 Primo orientamento: un’idea di bambino, potenzialmente ricco di competenze (di relazione, di azione e pensiero autonomi, di costruzione di apprendimenti) ma bisognoso di sostegno per svilupparle. a) riconosce e sostiene le potenzialità infantili di relazione, autonomia, creatività, apprendimento Il sistema integrato 0/6 deve guardare a un bambino potenzialmente capace -di relazione: sa e/ma ha bisogno di allargare le sue esperienze sociali per crescere nell’esercizio del suo diritto di cittadinanza - di autonomia/creatività: sa e/ma ha bisogno di fare/pensare da solo per capire chi è, costruire il senso e i confini della sua identità di apprendimento: sa e/ma ha bisogno di costruire percorsi (a partire dai suoi interessi) per crescere, sviluppare competenze Secondo orientamento: intreccio tra educazione e istruzione attraverso 1. la cura, che sostiene il riconoscimento e la crescita del bambino come persona 2. la relazione: che sostiene la crescita del bambino come persona e culturalmente, come membro di un certo contesto socio-culturale 3. il gioco, che sostiene la crescita del bambino a tutto tondo (emotivamente, socialmente, cognitivamente, culturalmente, come persona) b) garantisce ai bambini il diritto all’educazione, istruzione, cura, relazione, gioco Il sistema integrato 0/6 deve garantire al bambino: - la possibilità di crescere come persona e culturalmente intreccio tra dimensione sociale/valoriale/relazionale (educazione) e delle conoscenze (istruzione) attraverso 3 vie principali - il rapporto intimo e affettivo con adulti che hanno a cuore il suo benessere intreccio tra cura e educazione - le esperienze sociali è nella relazione con gli altri che si cresce - il gioco il gioco è la fonte principale di sviluppo negli anni che precedono la scuola (Vygotsky, 1966) 4 Terzo orientamento: rispettare la personalità (inclinazioni, temperamento...) e i ritmi di crescita dei bambini, che implica anche un certo modo di rapportarsi al tema della valutazione del bambino. c. nel rispetto della personalità (i ritmi di vita e di crescita) dei bambini Il sistema integrato 0-6 deve rispettare personalità, ritmi di vita e di crescita del bambino anche e proprio attraverso l’assunzione di una prospettiva 0-6 in quanto apre alla possibilità di riconoscere e accogliere i tempi e ritmi evolutivi tipici dell’infanzia, che sono altamente personali e non omologabili a nessun parametro di riferimento se non a rischio di forzature, pericolose per il benessere e la buona crescita del bambino Che ne è della valutazione del bambino? Se ci si propone di rispettare personalità e tempi di crescita infantili, la valutazione del bambino non può che essere: personalizzata; situata, in azione, coinvolta; mediatrice; evolutiva; consapevole delle capacità e potenzialità della mente infantile. Valutazione del bambino personalizzata: sganciata da rigidi riferimenti evolutivi e dall’utilizzo di prove standardizzate, rispettosa della personalità individuale dei suoi ritmi e interessi situata, in azione e coinvolta: si rapporta a quel bambino nello svolgersi autentico della sua interessata esplorazione del mondo mediatrice: sviluppata dall’insegnante come mediazione tra bambino ed esperienza, sostegno continuo e ricorsivo alla sua capacità di auto-valutarsi in base agli esiti delle sue esperienze di esplorazione del mondo ... evolutiva: ... per monitorarle verso una sempre maggiore e più evoluta comprensione/approfondimento/articolazione consapevole delle capacità e potenzialità della mente infantile: ... sulla base della consapevolezza dell’insegnante (coscienza vicaria, Bruner, 1986)) del livello attuale (ciò che sa fare/pensare da solo) e potenziale (ciò che sa fare/pensare se aiutato) del bambino (Zona Prossimale di Sviluppo vygotskyana) 5 Quarto orientamento: realizzare un contesto ricco dal punto di vista cognitivo, ludico e affettivo offrendo generose opportunità di crescita sulla base dell’idea di bambino presa a riferimento (primo orientamento) d. in un contesto ricco dal punto di vista cognitivo, ludico e affettivo Il sistema integrato 0-6 deve progettare accuratamente - spazi, materiali, tempi - relazioni tra bambini, tra adulti, tra adulti e bambini - proposte di esperienze in modo da offrire al bambino generose opportunità - di costruire legami affettivamente sicuri sulla cui base poter affrontare con fiducia l’esplorazione del mondo fisico/sociale - di esperienza pratica e libera - di esprimere i suoi interessi in percorsi ricerca/esplorazione a carattere ludico - di avere i suoi interessi accolti attraverso un’azione assidua e progressiva di messa a disposizione di mezzi per seguirli e approfondirli (Isaacs,1944) 3° opportunità: formazione universitaria, permanente, condivisa Se quella descritta è un’identità educativa di riferimento per un sistema educativo 0/6, il terzo orientamento rintracciabile nel ddl 1260 rappresenta un presupposto imprescindibile: la formazione universitaria, continua e condivisa. Si tratta infatti di un’identità educativa che richiede una professionalità alta e specializzata, la quale può essere costruita solo attraverso percorsi iniziali a livello universitario e formazione in servizio permanente, condivisi da tutti gli operatori educativi 0/6. Solo in tal modo sono garantiti riferimenti comuni in termini di valori e orientamenti educativi, e quindi l’unitarietà pedagogica del sistema educativo 0/6, pur salvaguardando le differenti declinazioni operative in relazione alle peculiarità dei diversi servizi e delle età a cui si rivolgono. Il ddl 1260 prevede per il personale educativo qualificazione universitaria e continua, con attività di formazione comuni tra i servizi, all’interno di una dimensione collegiale del lavoro, col supporto di un coordinamento pedagogico Conoscere le peculiarità della mente infantile e riuscire a coglierla in azione, nei suoi interessi, capacità e potenzialità modulare una relazione, un contesto e delle proposte educative capaci di incontrarla, rispettarla, sostenerla, promuoverla stimolando processi di autovalutazione richiede una professionalità - alta e specializzata - che, per mantenersi tale, deve essere continuamente nutrita e sostenuta ento pedagogico Non può esserci unitarietà e continuità del percorso educativo 0-6 se non vi è unitarietà nei percorsi formativi, che costruisce condivisione di idee, conoscenze, valori = identità educativa 6