90 piedi questa la nuova frontiera dell`America`s Cup

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90 piedi questa la nuova frontiera dell`America`s Cup
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1 - 15 LUGLIO 2007
LOUIS VUITTON
Presentata
la Keepall
waterproof
Roberto Imbastaro
N
el rispetto del «Deed of
Gift» Alinghi ha presentato il protocollo deciso
tra il Defender e il «Challenger of
Record», ovvero Desafio, la barca
spagnola, che detta le regole per la
prossima America’s Cup, la 33ma.
L’originale «Deed of Gift» venne
stipulato tra il sindacato proprietario dello schooner America che
nel 1851 vinse la Coppa delle 100
Ghinee a Cowes, in Inghilterra, e
il New York Yacht Club e rappresenta il documento ufficiale su
cui si sono basate tutte le regate
di Coppa America anche se, nel
corso degli anni, ha subito molte
modifiche. Il nuovo Protocollo
è stato annunciato durante una
conferenza stampa nel Port America’s Cup di Valencia da Michel
Bonnefous, CEO della società
organizzatrice, Brad Butterworth,
skipper del team Defender Alinghi,
e Hamish Ross, consigliere generale di Alinghi.
Suspence, ma non troppa, sulla
sede della 33ma America’s Cup.
Sarà Valencia, a meno di incredibili
colpi di scena, e sarà comunicata
entro il 31 dicembre 2007.
«Abbiamo un’ottima relazione
con Valencia e la Spagna - ha
dichiarato Michel Bonnefous - e
ovviamente stiamo discutendo la
possibilità di riavere Valencia quale
sede per la prossima edizione, ma
non abbiamo ancora raggiunto
un accordo. Se dovesse accadere,
non tarderemo a darne l’annuncio, altrimenti inizieremo un’altra
selezione per scegliere la prossima
sede». La 33ma America’s Cup sarà
non prima del 2009 e non oltre
il 2011. Consisterà in preregate
(che potrebbero essere utilizzate
per selezionare i challenger in
vista dell’evento principale), e
nell’evento ‘clou’ che, a sua volta,
sarà formato dai ‘trials’, dalle regate
di selezione sfidanti e dal Match di
America’s Cup. Il programma e il
calendario saranno confermati
entro il 31 dicembre 2007.
La novità più grande riguarda la
VelaInternazionale
SFRUTTANDO L’ECO della manifestazione velica che porta il suo
nome Louis Vuitton ha deciso di
lanciare, per la prima volta nella
storia della Maison, la versione
impermeabile della nota borsa
da viaggio Keepall. É infatti
stata presentata la Waterproof
Keepall, interamente realizzata
con materiali impermeabili (tela
Monogram, poliammide, poliure-
tano e pezzi metallici in ottone e
zamak) frutto di un tecnologico
processo di «termosaldatura ad
alta frequenza» che garantisce la
perfetta resistenza della borsa:
anche se totalmente immersa nell’acqua, garantisce la protezione
assoluta del contenuto. Il prodotto
(1300 euro, il prezzo) è ideale per
chi ama trascorrere con stile le
vacanze in barca. Nonostante
l’elevatissimo tasso tecnologico,
questa borsa mantiene uno
stretto legame col passato: creata
negli anni venti, la Keepall è l’antesignana della moderna borsa da
viaggio. Pensata in origine come
borsa supplementare in cotone
ripiegabile, fu presto disponibile
in una versione in tela Monogram
che serviva come versatile borsone porta tutto.
90 piedi questa la nuova
frontiera dell’America’s Cup
Alinghi e il «Challenger of Record» Desafio Espanol presentano
il protocollo della 33ma America’s Cup. La sede a Valencia (forse)
Emigranti di lusso nella vela che conta
Una Coppa quasi tutta Italiana
Questa 32^ edizione della Coppa America è
stata molto, molto italiana. Tre team, questo lo
sapete tutti, a rappresentarci ufficialmente con
scarsa fortuna nonostante l’impegno profuso.
Ma oltre loro anche un quarto team, quello sudafricano di Shosholoza, capitanato (è proprio il
caso di dirlo) da un italiano doc, anche se con
passaporto sudafricano, il Capitano Sarno. E
poi Alinghi, il Defender trionfatore, con il romano,
ma naturalizzato svizzero, Ernesto Bertarelli.
Ma a bordo dei Team non italiani erano molti i
nostri velisti «emigranti». Su Desafio, il Team
Spagnolo, ad esempio, c’erano i grinder
Federico Giovannelli, ex Luna Rossa a
Auckland, e l’esperto Carlo Castellano, con un
passato prossimo da Mascalzone e un passato
remoto con Raoul Gardini sul Moro di Venezia.
A bordo di Shosholoza, il timoniere Paolo
nuova barca che per Brad Butterworth rappresenta una porta
aperta per i team, poiché tutti
partiranno dallo steso livello.
«Sembra che tutti vogliano una
barca più grande, più veloce, più
spettacolare e anche più difficile
da portare», ha detto lo skipper di
Alinghi, «e noi stiamo studiando
qualcosa per accontentarli. Le
barche con cui abbiamo corso fino
a oggi sono state fantastiche, ma io
credo che siano arrivate alla fine
della loro vita competitiva. La gente
si aspetta qualcosa di più grande e
complesso. I ragazzi dovranno
essere atleti, saranno barche dure
da condurre». Durante le preregate, i team utilizzeranno ancora
le barche di America’s Cup Class
e, quindi, il «circo» non si fermerà.
Tra la pubblicazione della nuova
Classe e la prima regata con le
nuove barche, passeranno non
meno di 18 mesi. Ora si attendono
le reazioni degli altri Team. Ricordiamo le peplessità di Bertelli (Luna
Rossa) e le difficoltà economiche
che i team meno ricchi potrebbero
incontrare nel progettare barche di
questa dimensione.
Cian, napoletano e anche lui ex Mascalzone, e
Tommaso Chieffi, tattico già in Coppa America
nel 1987 con Italia, con il Moro di Venezia nel
1992 e Bmw Oracle nel 2002. Poi due tailer,
Salvatore Pavone e Pierluigi Fornelli. Per
finire il «Dream team», ovvero Alinghi, dove il
Comandante Francesco «Cico» Celon, ha portato quest’anno i due «novellni» (9 coppe in due)
Lorenzo Mazza e Claudio «Ciccio» Celon.