Gaza: è ora della ricostruzione, ma da dove iniziare?

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Gaza: è ora della ricostruzione, ma da dove iniziare?
Settimanale d’informazione
ANNO LVI- N. 4
www.vocedellavallesina.it euro 1
Jesi, domenica 8 febbraio 2009
Impôt reprisé Tassa riscossa Ufficio di Jesi
Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, DCB - Jesi
Difensore civico
Giustizia
Intervista
all’avvocato Paolo
Marcozzi
Crisi economica
Il bilancio di
un anno delle
Procure
6
di Riccardo Ceccarelli
4
Sadam
Trema l’indotto
Fiat. Un
paracadute per le
piccole imprese
di Confartigianato
4
Famiglia
I diritti della
salute e quelli
degli operai
di Uncini
e La Rovere
4 e 11
Il fidanzamento
come momento
della conoscenza
di Federico Cardinali
6
Gaza: è ora della ricostruzione, ma da dove iniziare?
L
a tanto sospirata tregua, a Gaza,
sembrerebbe arrivata. Il condizionale è d’obbligo, perché tanta violenza
e tanto spargimento di sangue non sono di
certo delle premesse rassicuranti, per gettare le fondamenta di una pace reale. Le
armi ancora non tacciono e ogni giorno
qualche innocente continua a pagare con
la propria vita per il fallimento della politica, della diplomazia, del diritto internazionale. Il problema fondamentale è e resta
uno solo: l’umanità ha smesso di parlare
con la lingua della coscienza e di lavorare
per una soluzione di pace che tenga conto
dei diritti di tutti, optando per il politichese, una lingua tra le più antiche del mondo,
di circostanza, in cui si dice tutto e niente allo stesso tempo, che omette le verità
scomode e che non tiene conto del dolore, delle atrocità, della sofferenza di chi è
costretto a vivere in condizioni disumane.
Una lingua che ha omesso di dirci che a
Gaza l’emergenza umanitaria era grave
già prima dell’inizio dei nuovi bombardamenti israeliani, a causa dell’embargo durato oltre un anno. Anzi, in questa lingua
l’embargo viene definito uno strumento
utile per indebolire gruppi politici e militari scomodi, come se a patire la fame e
gli stenti non fossero i civili indifesi. Basta
ricordare le disastrose conseguenze che
l’embargo in Iraq ha provocato sulla popolazione, dove si sono moltiplicati i casi di
cecità infantile e dove si muore persino di
dissenteria. Una lingua che non ci riferisce
nemmeno gli allarmi lanciati dalla Croce
Rossa internazionale, che ha parlato ora
di emergenza umanitaria gravissima.
Ma cosa vuole dire emergenza umanitaria?
Che non ci sono medicinali, unità ematiche, strutture ed apparecchiature medico-sanitarie adeguate, in grado di coprire
almeno i casi più urgenti, che mancano
acqua potabile, luce e gas, che ci sono migliaia di persone costrette a vivere in tende di fortuna perché non hanno più una
casa. Non si tratta solo di questo, c’è di più,
molto di più. Emergenza umanitaria signi-
fica anche che c’è una nuova generazione
di mutilati ed invalidi, una generazione
di bambini che non hanno più i genitori,
che c’è un’intera comunità che porterà sul
suo corpo, per anni, i segni delle bombe
al fosforo (già perché il politichese è una
lingua che non mette le didascalie sotto le
foto dei bombardamenti, quando tutto il
mondo, forse per la prima volta in modo
così evidente, ha visto sganciare le bombe a grappolo). Significa che migliaia di
bambini, da una parte e dall’altra di questo
incessante conflitto, hanno conosciuto da
vicino cosa significhino le bombe ed hanno
visto la morte negli occhi. Questi bambini,
un giorno, diventeranno adolescenti e poi
uomini, uomini che si porteranno nel corpo e nel cuore il ricordo di tanta paura, di
tanto orrore e che, se le cose non cambieranno, cresceranno in quel senso di risentimento ed ira che una simile situazione può
provocare. C’è da chiedersi, a questo punto,
se sarà mai possibile, in quell’area martoriata, sacra per tutte le religioni monoteiste, comprendere ancora il significato della
parola pace. Forse apparirà come uno dei
vocaboli della lingua politichese, di cui non
si comprende il senso, forse sarà sinonimo
di utopia, di una chimera irraggiungibile, di
un sogno negato. Sarebbe davvero la fine.
Oltre che riunirsi ai tavoli e stanziare fondi
economici per avviare la ricostruzione, bisognerebbe impegnare forze umane per lavorare dal basso, gettando i semi della pace
e della giustizia, perché solo da questi potrà nascere l’albero del perdono e dell’umana fratellanza. Questi non sono concetti
irraggiungibili, irrealizzabili, sono le condizioni e le premesse irrinunciabili perché in
Terra Santa i bambini che oggi sono feriti
e spaventati, un domani possano stringersi
la mani, armarsi solo per abbattere i muri e
per costruire, insieme, una realtà dove ogni
uomo sia libero, abbia un nome, un’identità,
una casa, una patria.
Asmae Dachan
Medio Oriente: in preghiera per la pace in
Terra Santa - Foto Siciliani
L’Europa in crisi politica ed economica va verso le elezioni
Legge elettorale: deve prevedere lo sbarramento e le preferenze
I
l Parlamento, proprio in
questi giorni, sta discutendo la legge elettorale in
vista delle elezioni europee che si svolgeranno il 7
giugno. Sembra ci sia già
un’intesa di massima tra i
partiti maggiori sulla possibilità da parte dell’elettore
di esprimere la preferenza
e sulla introduzione dello
sbarramento del 4%, (cioè
soltanto i partiti che superano il 4% dei voti validi,
avranno diritto a parlamentari in proporzione ai
voti ricevuti). Mentre tutti
concordano sulla necessità
delle preferenze, sullo sbarramento si sta sviluppando
una polemica incandescente tra due fronti: da una
parte i partiti che prevedono di superare lo sbarramento, dall’altra quelli che
il 4% se lo sognano. E sono
tanti: almeno una decina
solo i partiti “storici”.
Diciamo subito che è grave
che le proposte dei partiti
avvengano in base al tornaconto dei singoli contendenti
e non in base ad un criterio
obbiettivo che possa valere
per sempre. La cosa peggiore
è quella che sta avvenendo:
si ritocca la legge ad ogni
turno elettorale, sulla base
dell’interesse di chi ha maggior potere o maggiore convenienza.
A me pare che il diritto
dell’elettore alla scelta della
preferenza sia intoccabile. E
altrettanto intoccabile sia la
necessità di uno sbarramento – bene il 4%, meglio il 5%
- che elimini chi non gode di
un minimo di suffragi. O vogliamo continuare ad essere
rappresentati in Europa da
ben 15 partiti? Una vergogna.
Ma vediamo qualche situazione particolare.
Tutti i partiti che si dicono
comunisti e socialisti sono
ormai al lumicino: Rf di Ferrara, Rps di Vendola, Comunisti italiani di Diliberto, Sinistra democratica di Fava e
vari minimi socialismi. E nonostante questo, l’unico che
aveva una qualche possibilità
di superare lo sbarramento,
quel Rifondazione comunista che fu di Bertinotti, si è
spaccato quasi a metà e si è
formata una nuova costola
di Marx, quella di Vendola. Ora sono ben quattro le
forze politiche che si vantano di essere “comuniste”,
ciascuna con una previsione
dell’uno-due per cento di
voti. E di fronte ad una tale
cecità della sinistra, di fronte
a chi è rimasto indietro nella
storia di almeno trenta anni,
il parlamento non deve prevedere di eliminare il rischio
che, come pochi mesi fa con
Mastella, chi detiene un pugno di voti, punti ai ricatti e a
determinare scelte politiche?
E se quattro partiti che si
dicono tutti di sinistra, tutti
con comune matrice ideologica, non riescono a trovare
la minima intesa tra di loro,
è mai pensabile che un’intesa
programmatica sia possibile
tra qualcuno di questi e un
partito come il Pd o l’Udc?
Del resto gli italiani hanno
constatato nei due recenti
governi Prodi l’impossibilità
di un’intesa. Sono militanti
che non riescono a comprendere il millenario principio
che l’ottimo è nemico del
bene. Men che meno recepiscono l’insegnamento del
loro Lenin: “L’estremismo è
malattia infantile”. Così, pur
avendo avuto la possibilità,
negli ultimi anni, di governare, hanno fatto saltare il
loro governo in men che non
si dica. Ed era la prima volta,
nella storia di oltre un secolo,
che raggiungevano il potere
grazie all’apertura di forze di
centrosinistra. Da Livorno in
poi, hanno conosciuto soltanto divisioni e autolesionismo. Ed oggi raccolgono la
totale sfiducia dei lavoratori.
I Verdi e i Radicali sono monotematici. E questa non è
politica.
***
Lo sbarramento di almeno
il 4% - Germania e Francia
hanno il 5, l’Inghilterra il 9 –
facilita l’avvento di forze politiche di un certo peso e di
una marcata differenza programmatica tra di loro. Che
poi l’assenza in parlamento
di chi ha una modestissima
incidenza sull’elettorato, possa voler dire che si va verso la
dittatura, vuol dire accusare
di mancanza di democrazia
gli Usa e la maggior parte degli Stati europei.
La legge elettorale deve essere un aiuto ai politici perché
anche in Italia, finalmente, si
stabilizzino due poli che, sufficientemente omogenei al
loro interno e programmaticamente diversi possano alternarsi alla guida del Paese.
Obbiezione: ma senza le sinistre di varia tinta non si
raggiungerà mai l’alternativa.
Risposta tripla: 1- con un’alleanza di estrema sinistra
non si riesce a governare; 2vuol dire che il popolo vuole
il centro-destra; 3- mai dire
mai.
Vittorio Massaccesi
[email protected]
Dove siamo
Voce della Vallesina è disponibile, oltre che su abbonamento e nelle parrocchie, nelle seguenti edicole e librerie di Jesi:
Isi Center di via San Giuseppe - Edicola Pinocchio di viale della Vittoria - Nuova edicola Romagnoli di viale Trieste Edicola Avaltroni di piazza della Repubblica - Edicola Balleani (già Torcoletti) di via Gallodoro Libreria Cattolica di corso Matteotti - Edicola al distributore Erg di viale del Lavoro
2
Cultura e società
8 febbraio 2009
Del più e del meno
Majolati Spontini: celebrato l’Anniversario della morte di Spontini
Obiezione, Vostro Onore!
di Giuseppe Luconi
“L
uconi contro Luconi”. Il titolo dell’articolo di v.m. (Vittorio Massaccesi)
pubblicato da Voce nel numero scorso fa
pensare ad un derby casereccio, da serie
Z. Per male che vada, anche dopo i tempi
supplementari e i calci di rigore, a vincere
sarei sempre io. E andrei a festeggiare, scialacquando tra fiumi di bibite analcoliche e
montagne di pasticcini senza zucchero…
Naturalmente l’interpretazione da dare
al titolo è un’altra: è
quella del Luconi che
dice e poi si contraddice, che incappa in
uno storico madornale errore, che, dopo un
lungo appostamento,
finalmente è colto in
flagrante mentre offende decine di generazioni… Roba grossa,
da nascondersi sotto
terra!
Ma è sicuro, Massaccesi, di aver letto
bene quanto scriveva don Carli nel 1765?
Perché, a mio parere, c’è all’origine un diverso modo, tra me e lui, di interpretare la
frase del prete turista di due secoli e mezzo
fa. Massaccesi la riporta così: (a Jesi) “non
vi si trovano né iscrizioni ne altri monumenti pubblici”, ma la frase va letta per intero: iscrizioni e monumenti pubblici “della
antichissima Jesi”. Nel mio commento aggiungevo che oggi il giudizio di don Carli
non cambierebbe molto. Massaccesi contesta questo mio commento ed elenca gli undici monumenti che allora non c’erano ed
oggi ci sono..
Io non credo che don Carli – parlando
di “antichissima Jesi” - si riferisse a monumenti di questo tipo. A parte il monumento
a Federico II, infatti, nessuno di quelli elencati da Massaccesi ci riporta alla Jesi di dieci quindici venti secoli fa… Aggiungo anche che, ad eccezione del “monumento” al
piccolo cordaio, nessuno degli altri ricorda
una precisa tipicità jesina.
In altre parole, io penso che don Carli
volesse sottolineare la mancanza di testimonianze dirette della Jesi antica: per esempio,
della Jesi dell’età imperiale, quando esistevano qui, fra l’altro, un teatro semicircolare
capace di 2500 posti (tre volte il Pergolesi),
il foro “con tempi pagani e palazzi pubblici”
e le terme. Cosa ci resta di quelle opere?
Molto si è perso o quasi anche dei secoli successivi. Basta ricordare le avventure – anzi le disavventure – della chiesa di
Santa Maria del Piano: “sorta forse sull’area
di un antecedente tempio pagano”, “potente
antica abbazia benedettina”, vittima di “trasformazioni e manomissioni effettuate nel
corso dei secoli”. Penso anche alla Rocca: se
ancora oggi viene ricordata – dall’intestazione di una via - come
“Roccabella”, vuol dire
che non fosse proprio
da buttare…
Per completezza di
informazione, va detto che io nell’articolo
in questione non ho
parlato di completa
indifferenza o insensiblità degli jesini. “Le
cronache di ieri e di
oggi – avevo scritto - ci
parlano di cittadini che
si sono dati da fare e si
danno da fare affinché il passato non venga
cancellato”. Pensavo, in particolare: a don
Urieli, al quale si deve il museo diocesano,
e all’Archeoclub, al quale si devono importanti ritrovamenti. Ma avevo subito aggiunto che le stesse cronache “ci dicono anche
di autorità che si sono mosse e si muovono
in senso contrario”. Infatti, mentre il museo diocesano è pienamente in servizio, i
reperti rinvenuti dai soci dell’Archeoclub
sono sottochiave ma inaccessibili, insieme a
quanto altro, nel museo comunale.
Per chiudere, chiedo all’amico Massaccesi di prestarmi le sue parole, quanto cioè
ha scritto su Jesi e la sua Valle a proposito
della proposta di Lorenzo Verdolini di realizzare un museo dedicato alle attività che
hanno caratterizzato il lavoro nella nostra
città, “dai cordai alle filandaie, dai fabbri e
calderai alle fiammiferaie, dagli orefici ai
fornaciai, dagli operai meccanici agli ebanisti”. Ha scritto Massaccesi: “La mia meraviglia è stata quella di aver dovuto registrare
il silenzio da parte di tutti, amministratori
e privati cittadini…. Lasciar morire la proposta Verdolini vuol dire far morire definitivamente un pezzo straordinario della
nostra storia”.
Ci sono buone probabilità che il don
Giovanni Girolamo Carli che visiterà la Jesi
del 2265 scriverà nel suo diario le stesse
cose annotate dal suo omonimo del 1765…
Nuova bancarella promozionale
L’Oikos al mercato
Nel mese di febbraio i volontari
dell’Associazione Oikos saranno
presenti nel centro storico
di Jesi, davanti al loggiato di
Palazzo dei Convegni, per
allestire una “nuova bancarella
promozionale”. Si tratta infatti
di una bancarella rinnovata:
oltre ai tradizionali manufatti
realizzati direttamente dai
volontari dell’Oikos, anche
alcuni capi di abbigliamento
per bambini e ragazzi dai 4 ai 14
anni, donati all’Associazione
da una nota ditta giovanile.
Questa iniziativa ha lo scopo
di promuovere l’attività svolta
dall’Oikos, nata nel giugno del
1990 per rispondere al meglio
ai bisogni dei giovani affetti
da problemi di dipendenze
patologiche, anche grazie
ad una capillare azione
di prevenzione attraverso
interventi nelle scuole, e
sviluppatasi in seguito anche
con lo scopo di aiutare i minori
in stato di abbandono.
Gli appuntamenti per ora
previsti sono quelli di sabato 7
febbraio e, durante la settimana
di Carnevale, mercoledì 18 e
sabato 21 febbraio.
Le offerte ricavate verranno
devolute in favore dei bambini
ospiti delle case famiglie di Jesi
e Osimo e dei ragazzi assistiti
nelle strutture dell’Accoglienza
in Ancona, della Comunità
Terapeutica Residenziale a Serra
de’ Conti e della Comunità
Terapeutica di Reiserimento a
Jesi.
Serena Tittarelli
Una preziosa donazione
D
omenica 25 gennaio è stato
celebrato il CLVIII Anniversario della morte del Musicista Gaspare Spontini e, come
da sentita tradizione, tutta la
cittadinanza ha partecipato
alle solenni celebrazioni. Prima della funzione religiosa si è
svolta la cerimonia di consegna
di una significativa donazione al Museo Gaspare Spontini.
Come è noto, Gaspare Spontini ha dedicato tutta la sua vita
al paese natale provvedendo ai
bisogni primari della comunità,
occupandosi, tra l’altro, degli anziani, della scolarizzazione, del lavoro, del credito e
di molte altre necessità; allo stesso modo
ha continuato Celeste Erard, sua fedele
consorte, così la Reggenza delle Opere
Pie. Tra i servizi realizzati nei vari anni a
vantaggio della popolazione ci fu, in concorso con l’Amministrazione comunale,
anche l’istituzione di una Farmacia. Ora
al piano terra della casa Spontini, dove
erano le cucine, sono stati sistemati i mobili della farmacia.
Nel ricordo dei genitori dott. Lorenzo Allatere e dott.ssa Sveva Albani, farmacisti
a Majolati dal 1938 al 1947, i figli la dott.
ssa Renata e il dott. Lucio, quest’ultimo
residente in Svezia, con grande piacere,
hanno donato al Museo Spontini dei ricordi della farmacia del dott. Lorenzo. Si
tratta di cinque vasi in porcellana bianca
con coperchio, con decorazioni e scritte
in oro; quattro piccoli vasi con coperchio
sempre in porcellana bianca e oro; di una
bilancina da farmacia; di un contenitore
con pesi; di un coccodrillo in ferro con incavi idonei a dare la giusta forma ai tappi;
di tre imbuti per preparazioni e di un dosatore di gocce in vetro, due vasi di vetro
colorato con l’indicazione della sostanza
e un pesantissimo mortaio con pestello.
Questi oggetti, interessanti anche per il
valore economico, già utilizzati nella farmacia di Majolati, ora sono stati collocati
all’interno del mobilio valorizzando ancora di più le collezioni esistenti.
Durante la cerimonia di consegna molti
Majolatesi hanno ricordato il dott. Lorenzo e la dott.ssa Sveva, anche con aneddoti che riguardavano la vita militare e gli
anni della guerra. Infatti, il dott. Lorenzo
partecipò alla campagna di Russia nel ’40
come ufficiale medico e fu la dott.ssa Sveva ad opporsi alla chiusura della farmacia,
accollandosi il peso di mandarla avanti da
sola e dando aiuto a tutta la popolazione
con grande entusiasmo e dedizione. Il
sindaco Giancarlo Carbini, l’assessore alla
Cultura Sandro Grizi e il presidente delle Opere Pie Spontini Pier Luigi Ruggeri
hanno espresso parole di gratitudine alla
signora Renata e al consorte ing. Gian
Galeazzo Caccia per aver donato al Museo Spontini oggetti di così grande pregio che andranno a potenziare le raccolte
presenti.
La dott.ssa Renata, cittadina majolatese,
ha precisato che per Lei, oramai residente a Caronno Pertusella, in provincia di
Varese, la donazione ha rappresentato un
gesto per ricordare in perpetuo i propri
genitori e la propria infanzia trascorsa
a Majolati. Subito dopo ci si è trasferiti
nell’antistante Chiesa di San Giovanni per
la messa di suffragio celebrata dal parroco don Marco Cecconi che nell’omelia
ha ricordato sia il Musicista, sia Celeste
Erard che per ventisette anni, da sola, ha
sostenuto i progetti filantropici avviati dal
marito, Istituzioni che ancora assolvono
molte necessità del paese ed offrono anche opportunità di lavoro. La chiesa gremita, come al solito, ha visto la presenza
del Gonfalone comunale scortato dai
Vigili Urbani, insieme alla presenza del
Sindaco, della Giunta comunale e della
Reggenza delle Opere Pie. Al termine della Santa Messa, suscitando il solito struggente sentimento di malinconia, la Società
Filarmonica Gaspare Spontini ha eseguito
la Marcia Funebre, il noto brano tratto dal
Terzo atto de La Vestale. E’ stata una giornata memorabile, fissata anche dalle telecamere della Rai Regione presente con la
giornalista Simonetta Ippoliti e i tecnici
Sandro Borgiani e Carlo Bragoni.
Fotoservizio Marco Palmolella
SCUOLA PER I MINISTERI – 2° ANNO
Incontri aperti a chi ha a cuore l’educazione
C
he l’educazione abbia una “emergenza” e che la CEI stessa lo abbia
ribadito è conosciuto. Ma poi che fare?
La scuola per i ministeri si è attrezzata
con due interventi di due guide capaci,
già sperimentate l’anno passato. Paolo
Cingolani, pedagogista, anche quest’anno offre la sua competenza e la sua esperienza sia in ambito ecclesiale che familiare per una serie di incontri su alcuni
atteggiamenti educativi di base importanti nel cammino di fede dei ragazzi.
9 febbraio: educare allo stupore e alla
scoperta in famiglia
16 febbraio: educare all’ascolto e all’accoglienza in famiglia
23 febbraio: educare al perdono in famiglia
2 marzo: educare alla comunione in
famiglia
Chi segue l’itinerario Emmaus e vuole
coinvolgere i genitori in questo cam-
mino, trova in questi incontri la possibilità di preparare i contenuti e di
focalizzarne gli scopi.
Serena Cesaroni, esperta in training
educativi prosegue il suo laboratorio
nei tre incontri successivi sull’educazione alla responsabilità. Chi svolge
un ministero, un servizio, deve crescere nella responsabilità.
16 marzo: Training: educarsi alla responsabilità … ma quale?
23 marzo: Training: educarsi alla responsabilità… come risposta a se stessi
30 marzo: Training: educarsi alla responsabilità... come risposta all’altro
Gli incontri si svolgono sempre di lunedì, dalle ore 21 alle ore 22,30 presso la
scuola per i ministeri (Via Lotto) e sono
aperti a tutti, anche ad uditori occasionali.
Don Mariano Piccotti
3
Cultura
8 febbraio 2009
Il calendario delle iniziative per il 2009 della Fondazione Federico II Hohenstaufen
Mostre, convegni, conferenze, pubblicazioni...
SCUSATE IL BISTICCIO
(ghiribizzi lessicali)
Peter Pun (con la u)
www.peterpun.it
PAROLA DI CRETINO DOC
Maiuscole e minuscole
Gli intelligentoni dell’ateismo militante
hanno ragione a scrivere sugli autobus
che dio non esiste (probabilmente,
aggiungono: onore all’onestà; anche se
l’avverbietto rischia di rovinare la festa).
Sì, dio non esiste. Esiste Dio.
CASTIGAT RIDENDO MORES
Anagramma pedagogico
Della satira il fine è far pensare
(non solo una risata provocare)
ALLA PROVA DEI FATTI
Cambio di consonante demistificante
Si spacciava per sciatore provetto. Ma, in
vacanza sulle Alpi Retiche, dette ampia
dimostrazione della propria goffaggine in
materia.
Sulle nevi del Bernina
venne messo alla berlina
VITALITA’ SENILE
Cambio di consonante ottimistico
Ottuagenario arzillo. Grinzoso, ma grintoso.
“L’AMORE E’ CIECO”
Anagramma sapienziale
Non solo la Fortuna – secondo
l’immaginario popolare – è una dea
bendata. Anche Venere, la dea dell’amore,
oltre a essere notoriamente strabica, ha
grossi problemi di vista: è un luogo comune
anche letterario.
Xxxxxxxx – sentenziano i gran vati
ha gli occhi di prosciutto xxxxxxx.
***
input, Putin
La Citazione
N
on tutti i fedeli cultori di storia fe- Un altro progetto che non si esaudericiana hanno avuto la possibilità rirà nell’arco dell’anno riguarda
di seguire le conferenze organizzate nel una giornata di studio dedicata
2008 dalla Fondazione Federico II Ho- ad un luogo delle Marche implihenstaufen di Jesi , dislocate a volte fuo- cato, in epoca federiciana, nella
ri dalla città o fuori della regione. A loro lotta fra guelfi e ghibellini. Avrà
specialmente sono dedicate le Tabulae per tema quest’anno “La pace di
n° 40, pubblicate a dicembre con allega- Polverigi”.
to il De rebus actis, e a quanti vogliono I Licei di Jesi, l’Università di Ficonservare memoria di incontri cultura- renze, l’Istituto Pristem della Bocli sempre di altissimo livello che hanno coni, l’Università di Heidelberg
visto la partecipazione dei più autorevo- e quelle di diverse città italiane
li medievisti nazionali e internazionali. I saranno coinvolti in un incontrodue volumi si aggiungono agli altri con i conferenza a tema “Fibonacci,
quali la Fondazione continua a costru- matematico alla corte di Feire una biblioteca interamente dedicata derico II”. Su “Erbe officinali
all’Imperatore svevo che, senza timore e medicali del Medioevo” invece sarà
di smentita, può dirsi nel suo genere organizzata una mostra che sarà molto
probabilmente commentata anche una
unica al mondo.
Otto sono le conferenze, riportate nelle conferenza da tenersi presso l’Abbazia
recenti Tabulae, con le quali illustri stu- di Fiastra.
diosi hanno trattato argomenti diversi: “Il romanzo storico e Federico II”,
‘Federico II e Filippo il Bello’ (Dome- come pure “Il Medioevo nel cinema”
nico Lancianise); ‘Lo spazio dell’ozio saranno ugualmente argomenti da trate della festa’ (Maria Stella Calò Ma- tare con associazioni specializzate. Alriani); ‘L’architettura federiciana tre iniziative ancora da perfezionare
in Sicilia e Castel Maniace’ (Ferdi- riguardano il poema lirico-sinfonico “Il
nando Maurici); ‘Birribaida, riserva segreto del tempio” del M° O. Kuscas,
di caccia dell’Imperatore’ (Mariano l’appropriata sistemazione del monuLa Barbera); ‘Bellumvider, castel- mento a Federico II, viaggi di studio e
lo inedito di Federico II’ (Giuseppe manifestazioni varie delle quali la più
Salluzzo); ‘Bellumvider, da presidio rilevante sarà, a Palermo, l’assegnazione
militare a palazzo ducale’ (Pasquale dell’XI° Premio Federichino. ContiCalamia). Con un’escursione nella poe- nuerà poi l’attività scientifica e divulsia pascoliana il prof. Massimo Castol- gativa con ulteriori pubblicazioni. Il
di ha considerato la figura di Re Enzo potenziamento del patrimonio librario
in ‘Stante in un raggio è fiso il Re, di della Fondazione sarà favorito da acsole’ e un tema simile la prof. Anna quisti diretti e scambi con biblioteche e
Maria Trombetti Budriesi ha trattato istituzioni culturali.
con ‘Re Enzo a Bologna. L’Impero e i
Comuni’. Chi ha preso parte agli incon- Per l’eclettico Imperatore
tri o chi avrà in mano il volume potrà La proiezione del film di Marco Cercaci,
constatare che non sempre allineate, ma “L’ombra di Federico II”, del quale ancoa volte anche palesemente contestatrici ra non è possibile parlare essendo stasono state le interpretazioni della figura to presentato solo in forma privata, ha
di Federico II; a prova che la Fondazione dato il via alle manifestazioni del 2009
è disponibile ad accogliere e a discutere che proseguiranno al ritmo medio di
tesi storiche diverse purché attendibil- due conferenze o convegni al mese. Eccone brevemente i titoli:
mente documentate.
10 marzo, a Jesi. “Donne contro gli
Un anno fervido d’iniziative
Staufen: Stamira di Ancona e Santa
Poco dopo la pubblicazione delle ‘Tabu- Rosa da Viterbo”. Prof. A. Lucarini e
lae’ la Fondazione ha reso noto il calen- dott. C. Fornari.
dario delle iniziative programmate per 26 marzo, Jesi. “Federico II e S. Franil 2009; ancora suscettibili di modifiche cesco D’Assisi”. Prof. L. Sperduti
ma, mese per mese, regolarmente pre- 2 aprile, Jesi. “Il fisco di Federico II”.
figurate. Alcune riguardano da vicino la Prof. K. Toomaspoeg
città: come la proiezione, per gli studen- 21 aprile, Jesi. Proiezione per le scuole
ti delle scuole medie e superiori del film del film di M. Cercaci “L’ombra di Fedi Marco Cercaci “L’ombra di Fede- derico II”
rico II”, presentato presso la sede della In data de definire, maggio, Ancona.
Fondazione, in anteprima assoluta, il 29 Improvvisazioni su Federico II di
gennaio. Successivamente, grazie all’in- Pippo Franco
teressamento della Provincia e di diversi 21 maggio, Jesi. “Federico II nelle
comuni, è previsto che il film passi an- Marche”. Prof. J. Claude Marie Viche in altre città della regione.
gueur
a cura di Riccardo Ceccarelli
C inema
Se non esiste…
Se la Verità non esiste, se il Bene non attrae, se l’uomo
non ricerca qualcosa di grande, a cosa può essere educato? Rimane solo la noia… e per noia si uccide, ci si droga,
si consuma l’amore, lo si sperpera, lo si trascina miseramente nel fango.
Francesco Agnoli in “Il Foglio”, sabato 3 gennaio 2009.
La
pulce
L’Italia ha posto il veto sulla riduzione dei gas serra,
perché costa troppo. Berlusconi come Bush nel 2001:
all’ecologia preferisce l’economia. Poi si picca se gli dicono
che guida l’Italia come un’azienda.
C
In data da definire, giugno, Jesi. “Federico II e l’Università di Napoli”. Prof.
E. Cuozzo
Luglio, Jesi e Abbazia di Fiastra. Mostra sulle erbe officinali e medicinali
nel Medioevo
8 settembre, Jesi. “Una nuova biografia su Federico II”. Prof. H. Houben
In data da definire le successive manifestazioni:
Settembre, Jesi. “Le profezie e la nascita di Federico II”. Prof. C. D. Fonseca
Ottobre, Ancona. “Ripartiamo dalla
corte di Federico II”. Prof. E. Coccia
Ottobre, Palermo. XI° Edizione Premio Federichino
Novembre, Osimo. Convegno “La
pace di Polverigi”
Novembre, Ancona. “Valenza delle università nel Medioevo”. Prof. R.
Lambertini
Dicembre, Jesi. “L’infanzia di Federico II in Umbria”. Prof. S. Nessi
Dicembre, Jesi. Iniziative per il compleanno di Federico II
12 dicembre, Jesi. Manifestazione e
convegno “Frecce nella rocca federiciana”. Esperti dell’Aquila su armi e
mestieri del Medioevo.
I viaggi di studio previsti raggiungeranno l’Abbazia di Farfa, Rieti e dintorni
(28-29 marzo); Palermo e i castelli dei
dintorni (18-23 giugno); Abbazia di
Montecassino e dintorni (20 settembre)
Come si può constatare le iniziative
saranno numerose, di varia natura e di
diverso interesse, ma tutte giustificatamente suggerite dall’eclettismo dell’Imperatore.
La Fondazione Federico II Hohenstaufen mette a disposizione di chi volesse
conoscere le sue attività un sito Internet.
E’ il seguente: www.fondazionefedericoIIjesi.it
Fotoservizio
Augusta Franco Cardinali
Nella foto: Marco Cercaci, regista de
‘L’ombra di Federico II’, in occasione
dell’anteprima del film
Il regista americano Stanley Kubrik e i suoi capolavori
Il dottor Stranamore
ontinua il nostro viaggio nel
mondo del cinema e dei suoi
autori. Dal Messico di Inarritu ci
spostiamo negli Stati Uniti. Partiamo
da un ospedale di Manhattan dove il
26 luglio 1928 nasce un mostro sacro
della settima arte: Stanley Kubrick.
Nella sua lunga carriera, Kubrick
gira tredici film e tre cortometraggi,
non molti a differenza di molti suoi
colleghi.
Kubrick è stato in grado di affrontare
quasi tutti i generi della narrazione
cinematografica e per ognuno di essi
ha realizzato un capolavoro. Ha diretto
quattro film di guerra, due thriller, due
film di fantascienza, due film storici,
un film dell’orrore e due pellicole sulle
relazioni amorose. In un’intervista
ha spiegato perché ama girare film
di genere: «Una delle attrattive delle
storie di guerra o di cronaca nera è
che esse forniscono un’opportunità
pressoché unica di mettere a confronto
la nostra società contemporanea
con una consolidata struttura di
valori condivisi di cui il pubblico
diventa pienamente consapevole. In
particolare, la guerra agisce come una
sorta di fucina in cui gli atteggiamenti
e i sentimenti si formano in modo
rapido e forzoso».
Una delle sue pellicole più geniali,
se si considera la convivenza di due
generi, il film di guerra e la satira, vede
la luce nel 1964 ed ha un titolo a dir
poco esilarante: Il dottor Stranamore.
Ovvero come imparai a non
preoccuparmi e ad amare la bomba.
Il riferimento alla bomba atomica è
figlio del periodo storico in cui viene
girato il film. Kubrick, prendendo
spunto dalla premessa di un romanzo
di Peter George, vuole esorcizzare
a suo modo la Guerra Fredda e lo fa
mettendo in scena una carrellata di
personaggi assurdi, vere e proprie
caricature dei politici che hanno in
mano la sopravvivenza dell’intero
pianeta.
Il film inizia con un delirio di
onnipotenza del generale americano
Ripper che dà l’ordine ad una flotta di
B-52 di sganciare la bomba sull’Unione
Sovietica. Avvertiti dell’attacco, il
presidente degli Stati Uniti e i capi
di stato maggiore si incontrano nella
sala della guerra. Nonostante gli
sforzi compiuti per intercettare gli
aerei, un solitario B-52, pilotato dal
maggiore Kong, riesce a sganciare la
sua bomba. Memorabile la scena in cui
lo stesso maggiore si lancia a cavallo
della bomba, con tanto di cappello da
cowboy. Sfortunatamente i russi hanno
messo in funzione l’ordigno “fine del
mondo”, programmato per sterminare,
in caso di attacco atomico, ogni
forma di vita del pianeta. La massima
autorità scientifica americana, il dottor
Stranamore, suggerisce di trasferire un
gruppo di uomini scelti (dieci donne
per ogni uomo) in un profondo pozzo
minerario, facendoli riprodurre.
Magistrale la prova d’attore di
Peter Sellers che interpreta ben
tre ruoli: il confidente del generale
Ripper, il presidente USA ed il dottor
Stranamore. Il dottor Stranamore
dà libero sfogo, attraverso la sua
poesia comica, a quei sentimenti
di impotenza e frustrazione che
affliggono tutti noi.
Andrea Antolini
4
Attualità
8 febbraio 2009
Confartigianato: le piccole imprese non hanno “paracadute”
Lo stato della giutizia
di Riccardo Ceccarelli
O
gni anno di questi giorni, verso la
fine di gennaio, la solita manfrina.
All’apertura dell’anno giudiziario da parte
del primo presidente della Cassazione ed
in ordine sparso dai presidenti delle Corti
d’Appello in tutta Italia si esamina lo stato
della giustizia. La novità di quest’anno è
che ci hanno dato la classifica internazionale, siamo oltre al 130° posto, dopo non
pochi paesi africani. Non c’è da rallegrarsi.
Sono le lagnanze, i deficit, che ogni anno
vengono segnalati. Alla ormai consueta
mancanza di organici, di risorse, di spazi
idonei (“Ho 21 giudici in una stanzetta,
dove li metto?”, ha detto il presidente della
Corte dell’Appello di Bologna, Giuliano
Lucentini), si è aggiunto il problema delle
intercettazioni. Per alcuni sono troppe
con spese insostenibili, per altri sono poche, per altri ancora sono indispensabili. Il
Governo vuole intervenire, ma è difficile
trovare un accordo che soddisfi tutti. Poi
la separazione delle carriere, la lunghezza
dei processi, il ministro Brunetta che dice
che i magistrati non lavorano molto, altri
invece dicono che lavorano sopra le loro
forze, si invoca che la politica non occupi
le istituzioni; le scarcerazioni facili, troppo facili, anche per delitti ignominiosi, la
necessità di nuove carceri, mentre carceri
da anni pronte rimangono inutilizzabili
per cavilli burocratici. Un coro di lagnanze fino a quella che denuncia la mancanza
di fondi per fotocopie o per i cancellieri
da far sospendere le udienze. Disfunzioni
vecchie per non dire antiche. E quando si
vuol mettere mano ad una riforma della
giustizia per farla funzionare senza ledere
i diritti dei cittadini, non si riesce a trovare uno straccio di accordo se non qualche
pannicello caldo: i politici la vogliono in
un modo (o in diversi modi inconciliabili tra loro), i magistrati la vogliono e la
pretendono in tutt’altra direzione. Così si
fa poco o nulla. E rimangono i tempi biblici per una vertenza e per una sentenza
definitiva. Con l’affollamento dei processi.
Mercoledì scorso 4 febbraio una sezione
della Cassazione ha avuto in calendario 66
processi da discutere nell’udienza pubblica di quel giorno. Si è sottolineata anche
la “sindrome di onnipotenza che attraversa la magistratura”, quando “in uno Stato
di diritto il giudice non può rifiutare una
risposta, per quanto nuova o difficile sia la
domanda di giustizia che gli viene rivolta”,
magari facendo giri di parole come nella
sentenza di eutanasia (perché oggettivamente così è) nei confronti di Eleuna
Englaro quando si dice di garantirle “un
adeguato accudimento accompagnatorio,
durante tutto il periodo successivo alla
sospensione del trattamento di sostegno
vitale”. Espressioni che hanno colpito e
meravigliato il professor Massimo Vari,
presidente emerito della Corte Costituzionale. Una sentenza che prevede
l’eutanasia quasi fosse già una prestazione obbligatoria. E le sentenze si debbono
eseguire, hanno ribadito i giudici. L’eco
comunque suscitata dalle relazioni sullo
stato della giustizia si placherà ben presto, si riproporrà il prossimo anno. Una
situazione a dir poco triste e penosa se
non fosse incancrenita, con procedure
obsolete, con poltrone e poteri consolidati, con i cittadini che “debbono fidarsi
di questa giustizia”. Che altro debbono
fare? Altro il convento non passa. Qui
l’eclisse della ragione sembra essere codificato dalla legge. La speranza tuttavia è
ultima a morire. La speranza per una giustizia più efficiente, più adeguata ad una
convivenza più civile e più umana, più
dignitosa e rispettosa anche di chi è oggetto di ingiustizia e di sopruso, più decisa e precisa nei confronti di chi mette in
forse la dignità della vita e del quotidiano
vivere, questa speranza rimane e deve
rimanere e con la possibilità che fughi
l’eclisse della ragione che da temporaneo
rischia di prolungarsi oltre ogni limite
sopportabile. Che prevalga insomma la
ragione. Un desiderio che spesso però,
disgraziatamente, rimane tale.
N
Trema l’indotto Fiat
on solo le maestranze direttamente
alle dipendenze della Fiat sperimentano sulla propria pelle le conseguenze
della crisi finanziaria che sta mettendo
a dura prova anche il settore automobilistico, ma è tutto l’indotto legato all’auto a pagare caramente la crisi. Crisi che
ha pesanti riflessi anche sul nostro territorio. Nello Jesino, sottolinea Fabio
Marcatili responsabile sindacale della
Confartigianato della Vallesina, sono
numerose le imprese che lavorano per
conto della case automobilistiche e dei
veicoli industriali.
Non solo comparto auto, ma anche camion, trattori e componentistica come
plance o paraurti.
Un arcipelago, fatto di tante piccole
aziende che producono il 65 per cento
dell’automobile e che ora rischiano di
pagare il prezzo più salato della ristrutturazione. Si calcola che per ogni lavoratore Fiat in esubero ci siano almeno altri
tre addetti dell’indotto che rischiano di
perdere il posto di lavoro.
Gli effetti della crisi si faranno sentire
soprattutto sugli anelli deboli della catena, nelle aziende dell’indotto. Si tratta di imprese di dimensioni ridotte, dai
fatturati esili e dagli organici contenuti,
dove il ricorso alla cassa integrazione
straordinaria è limitato solo ad alcuni
comparti della meccanica.
Sono contemporaneamente in crisi auto,
veicoli commerciali, camion e macchine
movimento terra. E non è in crisi solo un
produttore ma tutti i produttori europei e
mondiali. Gli artigiani e le piccole imprese
del comparto metalmeccanico rischiano
addirittura la chiusura di fronte a pesanti
tagli alla produzione delle case automobilistiche: quindi occorre agire in fretta.
Il decreto anti crisi del Governo, sottolinea Gilberto Gasparoni responsabile sindacale della Confartigianato provinciale di
Ancona, non è sufficiente per consentire
alle imprese di affrontare la crisi.
Confartigianato conferma il giudizio positivo sulle misure approvate dal Parlamento ma sottolinea la necessità di interventi
più incisivi per ridurre la pressione fiscale,
per diminuire il costo del lavoro e per migliorare le condizioni di accesso al credito.
Analogo impegno viene sollecitato al fine
di abbattere le aliquote contributive e fiscali che pesano sul costo del lavoro. Un
obiettivo che si potrà raggiungere con interventi di detassazione al secondo livello
di contrattazione. Le piccole imprese non
hanno aiuti di Stato ne “ paracaduti” e rischiano quindi di pagare il prezzo più alto
di questa crisi. Troviamo spesso piccole
imprese e imprese artigiane, operanti in
regime di monocommittenza, specializzate nella produzione di un particolare o
utilizzabili durante i periodi in cui si verificano picchi produttivi. Nonostante le capacità tecniche ed il know-how maturato
da queste imprese, esse rappresentano il
vero anello debole del settore automobilistico.
Vanno approntate, ricorda la Confartigianato, misure per rilanciare l’imprenditoria
locale con un mix di interventi che coniughino il capitale di rischio ed il sostegno
pubblico. Misure indispensabili anche per
aiutare la riconversione e l’innovazione
produttiva delle piccole imprese dell’indotto e del contoterzismo coinvolte dalla
crisi della Fiat e di altri settori.
Altrettanto necessaria la “riforma del sistema degli ammortizzatori sociali che,
così come è oggi impostato, si risolve in
una precoce ‘rottamazione’ di risorse professionali ancora giovani e discrimina i lavoratori delle piccole imprese.
Per favorire lo sviluppo bisogna puntare
sulle iniziative nei settori a maggiore valore aggiunto, occorre investire in formazione, ricerca e innovazione, nel potenziamento delle reti materiali e immateriali,
delle infrastrutture più necessarie all’attività d’impresa.
Giornata della Memoria: una mostra ad Urbino fino al 28 febbraio
La crudeltà della guerra e della persecuzione
M
artedì 27 gennaio, si è
celebrato il giorno della
Memoria della Shoa. Lo spirito di questa giornata dovrebbe
essere non solo un evento commemorativo di quanto successo
nei lager nazisti, ma soprattutto
un evento culturale per ricordare alle generazioni di oggi e
a quelle future la crudeltà della seconda guerra mondiale e
della persecuzione degli ebrei,
zingari e dissidenti politici che
ha avuto luogo nei campi di
sterminio nazisti. La scelta di
questo giorno, il 27 gennaio appunto, coincide con l’apertura
dei cancelli del campo di Auschwitz, diventato poi simbolo
della Shoa.
In occasione di questa ricorrenza, l’Istituto Superiore di Industrie artistiche di Urbino, la
facoltà di sociologia dell’università degli studi di Urbino “Carlo
Bo” e l’Accademia di Belle Arti
di Urbino hanno presentato
una mostra intitolata “53396
(R)esistere per immagini”.
Questa mostra si divide in cinque parti, la prima “(R)esistere
per immagini Germano Facetti dalla rappresentazione del
Lager alla storia del XX seco-
lo”, prodotta dal Museo Diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei
Diritti e della Libertà; curata
dall’Istituto piemontese per la
storia della Resistenza e della
società contemporanea “Giorgio Agosti” presentata lo scorso anno a Torino.
La seconda parte, “R-esistenze,
Video-testimonianze di partigiani”, è un documentario prodotto dall’Accademia di Belle
Arti di Urbino nel Biennio
Specialistico di Visual Design
realizzato da alcuni studenti.
La terza, “Grafici per la Democrazia”, è una ricerca sulla vita
e il lavoro di alcuni grafici internazionali che si sono spesi
per la libertà dell’Europa dal
nazi-fascismo allestita dagli
studenti del Biennio specialistico dell’Isia. Gli studenti presentano nove grafici e le loro
opere, dedicando loro un libro
che ripercorre la loro storia e il
loro impegno umano e professionale contro il nazi-fascismo.
Si continua con “Penguin, cover story 1960-70” curata dalla
biblioteca dell’Isia, è una raccolta di libri curati dall’Art director della Penguin di quegli
anni, Germano Facetti.
Quinta e ultima parte “19381945, la persecuzione degli
ebrei in Italia. Documenti per
una storia”, una mostra a stampa della Fondazione Centro
di Documentazione Ebraica
Contemporanea. Questa parte mostra il drammatico evolversi della persecuzione degli
ebrei nel nostro paese.
La mostra, rimarrà aperta fino
al 28 febbraio, tutti i giorni
dalle ore 9 alle 18 sabato e domenica esclusi.
Sara Federici
Riconversione della Sadam: l’etica del produrre e l’etica del consumare
Siamo prigionieri del consumo di energia
N
ell’assemblea di venerdì 30 gennaio indetta dal
comitato contro la costruzione della centrale a bio-massa
della Sadam, in una sala gremita, il prof. Gabriele Fava e il
priore Camaldolese dell’eremo
di Monte Giove, padre Natale
Brescianini, si sono confrontati
sul senso etico delle scelte che
in materia di ambiente si stanno compiendo in Vallesina. Si
sono posti domande di etica
sull’uso e l’abuso dell’ambiente. Nelle scelte del produrre c’è
un’etica da rispettare? Quale?
Evidentemente riguarda anche
quella del consumare in cui il
consumismo è il motore dello
sviluppo che pone l’equilibrio
tra l’ambiente e il suo sfruttamento, inquinandolo, riducendolo allo sfruttamento e meno
alla conservazione. Guardando la sala illuminata mi veniva
spontanea la domanda da dove
venisse l’energia che ci illuminava? La Regione Marche per
più di un terzo è dipendente
dall’energia che viene importata. Quell’energia proviene dalle
centrali nucleari che costellano
le nostre Alpi. La più vicina non
è neanche a trecento chilometri
da Torino. Pensare ad un incidente come quello di Cernobyl
fa venire i brividi! Allora ecco
che il padre Natale Brescianini
si pone subito la domanda del
condizionamento del produrre collegandolo al consumare.
Oggi la società ha bisogno sempre più di energia! Si deve rifornire il motore dello sviluppo!
Ma come e chi deve produrla?
Non si sono considerate le esigenze della natura, gli equilibri
ambientali, lo sfruttamento
equo delle risorse, il rispetto
dei Paesi poveri fonte di innumerevoli energie; con il tempo
è aumentata la fame di risorse
energetiche e abbiamo peggiorato la situazione. Abbiamo
assaltato la terra come dei “pirati” facendoci del male da soli.
Il “buon vivere” dell’opulento
mondo occidentale è connotato da cose superflue, dall’accumulazione della ricchezza,
dallo sfizio alimentare costoso, dal non porsi il problema
dell’inquinamento compromettendo l’atmosfera. Pensate che
per produrre l’olio di palma che
sarà il carburante per la nuova
centrale, intere regioni dell’Asia
si stanno deforestando. Oppure per il bio-diesel si mettono
in competizione le coltivazioni
di grano che servivano solo per
la alimentazione ma che oggi
si sono dimostrate anche fonti
energetiche facendo schizzare
verso l’alto i prezzi. Poi dove
bruciare se l’impatto ambientale avrà sempre una ricaduta
ambientale? Sia nel produrre
energia e sia nel consumarla
c’è un impatto ecologico, per
questo si pone un problema di
etica che si domanda quanto
sia giusto sfruttare la terra distruggendo! Però tutti vogliamo
l’energia!
Come fare? Noi non la vogliamo produrre per non inquinare ma dobbiamo rispondere
alle esigenze energetiche della
nostra vita contemporanea.
L’alternativa è soltanto dire
no? Oppure avere ipotetiche
garanzie? Ma quali? Ecco che
la questione etica si confronta
con l’esigenza del fare! La battaglia che si sta conducendo a Jesi
può scontrarsi contro una realtà che rifiuta la centrale perché inserita in un contesto già
molto inquinato, però alla fine
la necessità di realizzarla diventa vincente perché siamo prigionieri del consumo del quale
non possiamo fare a meno. Non
siamo infatti disponibili a cambiare il nostro livello di vita.
Remo Uncini
A pag. 11 il contributo di Maria
Chiara La Rovere sulla conferenza e l’aggiornamento sul
confronto in merito alla riconversione.
Incontro proposto dall’Udc
Il gruppo Udc - Unione di Centro della Regione Marche invita
la cittadinanza a partecipare, venerdì 6 febbraio alle ore
18,30 presso la sede di Jesi in
via Pergolesi, 8, all’incontro sul
tema: “Sadam: problematiche
occupazionali Jesi e Vallesina”.
Prenderanno parte al confronto
Marcello Pentericci, capogruppo Udc in Comune, Gilberto Baldassarri, vicesindaco di
Falconara marittima, Claudia
Domizio, segretaria provinciale del partito e Luigi Viventi
capogruppo Udc nel consiglio
regionale.
5
Cultura
8 febbraio 2009
Gli ultimi concerti della Stagione Sinfonica: da dicembre a gennaio
V
La musica della gioia, del dolore, del silenzio
arietà di autori, di stili, di prano Tiziana Tramonti
linguaggi, di contenuti ha presentato alcune arie che
nei più recenti appuntamenti mostrano, pure nello stile
della Stagione Sinfonica. Ha galante, un’adesione appromandato in visibilio il pub- priata al sentimento, alla pablico il ‘Concerto di Natale’ rola, all’emozione. Dirigeva il
del 15 dicembre che ha visto M° Hubert Soudant, per la
sul podio il M° Pietro Mia- prima volta al Pergolesi.
niti e, straordinario solista, “La musica aiuta a non senGianluca Littera, virtuoso tire dentro il silenzio che
di uno strumento popolare, c’è fuori”. Sono parole di J. S.
l’armonica a bocca, rara- Bach che appropriatamenmente usato in orchestra, ma te sottotitolano il concerto
suggestivamente impiegato ‘Per non dimenticare’ del 30
da alcuni compositori con- gennaio, dedicato alla Giortemporanei; come lo statu- nata della Memoria. Con la
nitense J. Moody e il nostro manifestazione si è voluto
grandissimo Ennio Morri- ricordare lo sterminio di
cone che l’ha utilizzata in circa 140.000 ebrei, intelletfamose colonne sonore.
tuali ed artisti, che venneDi diverso interesse il con- ro deportati nella cittadella
certo del 10 gennaio ‘I clas- fortificata di Terezìn dove
sici viennesi’ che ha messo a sopravvissero per qualche
confronto tre autori: Haydn, tempo prima della ‘soluzioMozart e Beethoven. Del ne finale’ di Auschwitz. Solo
Salisburghese la voce mor- per scopi propagandistici a
bidamente cesellata del so- Terezìn alcuni musicisti po-
terono comporre. Fra questi
il praghese H. Krása, autore
di una ‘Ouverture per orchestra da camera’ mai eseguita
prima del 1993, che presenta
tutte le caratteristiche della
Nuova Musica europea condannata dal nazismo perché
‘decadente’. Vi affiora a tratti un grottesco ‘umorismo
nero’ che ricorda da vicino
Sciostakovich.
Più tragicamente significativo è lo ‘Studio per orchestra
d’archi’ di P. Haas che qui,
quasi presagio funesto di una
tragedia, sembra raccogliere
i frammenti scomposti di un
fraseggio esasperato, disperato, aspro di dissonanze.
Si accede ad un clima struggente di memorie con i ‘Three pieces’ tratti dalla colonna
sonora del film ‘Schindler’s
List’ per la quale l’autore, J.
Williams, ottenne l’Oscar. E’
un’umana compassione che
ispira l’opera trascendendo la
tragedia.
Ebreo, ma non vittima
dell’Olocausto fu G. Mahler
del quale, tratto dalla sua
Sinfonia n° 5, è stato presentato, tratto dal 4° movimento,
l’Adagetto’ che venne usato come leit motiv del film
‘Morte a Venezia’. Impossibile ora non accostare questa musica ad immagini che
descrivono il pigro torpore
e il barbaglio di una laguna e
la dissolvenza di sentimenti
struggenti.
E’ stata ascoltata infine la
Sinfonia n° 38 di Mozart,
detta ‘di Praga’ per essere
stata in questa città composta ed eseguita per la prima
volta. E’ un’opera della piena
maturità, ricca di contrasti
ora drammatici e mesti, ora
incalzanti, sincopati, energici
che culminano in un esultante finale. Rende efficacemen-
te il carattere del compositore che alternava momenti di
irrefrenabile gioia ad altri di
assorta malinconia.
In assetto variabile la Filarmonica Marchigiana è stata
affidata al M° Stefano Furini, direttore e prodigioso
violino solista. Suona una
strumento uscito, nel 1669,
dalla mani di Andrea Guarnieri, capostipite della famosa famiglia di liutai cremonesi, ed è tutto dire.
Fotoservizio Augusta
Franco Cardinali
Nella foto: il solista di
armonica Gianluca Littera
(a sinistra) con il maestro
Pietro Mianiti
ROMA: presentato il volume di storia dell’arte medievale mariana di Emma Simi Varanelli
N
L’origine di un dogma dalla fede del popolo testimoniata dall’arte
el pomeriggio dello Vergine Maria, futura madre
scorso venerdì 30 gen- di Cristo, al peccato originale
naio si è tenuta, presso l’Au- sin dal Medioevo, in cinque
la Magna dell’università principali tipologie di raffiromana Lumsa, la presen- gurazione della Madonna:
tazione del volume Maria l’albero di Jesse, la Madonna
l’Immacolata. La rappresen- dell’umiltà coronata con i
tazione nel Medioevo (Roma, simboli dell’Apocalisse, Eva e
De Luca, 2008, pagine 262), Maria, la Madonna gravida e
risultato delle recenti fati- la Vergine fanciulla nel Sole.
che della docente di Storia L’incontro, moderato dalla
dell’Arte Medievale Emma prof.ssa Giulia Aurigemma e
Simi Varanelli e delle sue svoltosi alla presenza dell’augiovani collaboratrici Bar- trice, si è aperto con il benbara Carmignola e Cecilia venuto del Magnifico Rettore
Paolucci.
della Lumsa Giuseppe Dalla
La convinzione che ha gui- Torre, il quale ha espresso
dato lo studio dell’autrice è soddisfazione per il lavoro
quella che l’affermazione di della docente del proprio
un dogma non tragga la sua Ateneo, realizzato anche con
legittimazione unicamente il supporto dell’università. A
da un’imposizione dall’alto, seguire, la lettura del saluto
ma la fede in esso lieviti per del Direttore Generale per
secoli nel Popolo di Dio pri- i Beni Librari e gli Istituti
ma di venir fissata dal Som- Culturali, finanziatore del
mo Pontefice. Così sembra progetto, Maurizio Fallace,
essere avvenuto anche per assente a causa di impegni
la verità di fede riguardante istituzionali.
l’Immacolata
Concezione Si è passati poi agli illumiprima della sua formulazio- nanti interventi di P. Stefano
ne, avvenuta l’8 dicembre De Fiores e mons. Timothy
1854 per opera di Pio IX. Verdon. Il primo, Ordinario
Simi Varanelli – attraverso emerito di Mariologia alla
un raffinato percorso ico- Pontificia Università Gregonografico che parte dall’In- riana, ha riferito al pubblico
ghilterra benedettina del convenuto le sue riflessioni
XII secolo, attraversa l’Italia sul tema “Io sono l’Immacotrecentesca (con particolare lata Concezione”. Valori teocoinvolgimento delle Mar- logici e antropologici, focalizche), e arriva a comprendere zando la sua attenzione sulla
la Francia, la Spagna e l’Eu- proclamazione del dogma e
ropa intera alle soglie della sulla successiva autorivelaControriforma – sostiene zione della Madonna come
di poter rintracciare testi- “Immacolata
Concezione”
monianze della sussistenza nelle apparizioni di Lourdes
dell’idea dell’estraneità della quattro anni dopo. «Nella
definizione di Pio IX – sostiene P. De Fiores – “Immacolata Concezione” sorregge
un genitivo, “della Vergine”;
con le apparizioni di Lourdes
si compie un passo avanti:
Maria si fa tutt’uno con la
grazia della preservazione
dal peccato originale fino ad
identificarsi con essa». Quindi, «l’autodefinizione lourdiana di Maria, lungi dall’essere soltanto un’eco o una
conferma della definizione
dogmatica, rappresenta un
approfondimento teologico».
Venendo al libro della Simi
Varanelli, P. De Fiores rileva
l’impossibilità di proiettare
all’indietro la luce di questo
punto di massima chiarezza
ma, secondo le parole della
stessa autrice, «dell’Immacolata si possono solo tratteggiare i tentativi della sua
espressione iconografica, dal
tempo primo della sua gestazione nell’alto medioevo fino
agli albori dell’età moderna».
«Non si potranno, dunque,
trovare raffigurazioni espli-
Concerto all’Enoteca
Sabato 7 febbraio alle ore 20.30 presso
l’Enoteca della Regione Marche, sezione di
Jesi si esibirà il Track Quartet – Zap Juice
– Social Music Festival nel corso di una cena
concerto alla quale si può partecipare in seguito a prenotazione presso l’Enoteca (tel.
0731 213386). Si esibiranno alla tromba Gia-
como Uncini; al sax Antonangelo Giudice e
Tommaso Uncini, al contrabbasso Ludovico Carmenati. Zap Juice promuove la campagna sociale per il consumo consapevole
dell’alcol “drink smart” in collaborazione
con forze dell’ordine e polizia stradale di Jesi
e Fabriano e Polizia municipale di Jesi.
cite dell’esenzione di Maria
dal peccato originale, soprattutto nel basso medioevo – continua De Fiores –;
tuttavia, la «ragnatela contestuale» tessuta dall’autrice e
dalle sue collaboratrici spinge a caricare di contenuti immacolisti raffigurazioni della
Madonna a prima vista lontane da questo significato».
Riassumendo lo scenario antropologico e teologico della
questione, egli spiega che
«nella storia del processo
dell’arrivo alla chiarezza circa l’Immacolata Concezione,
ci sono tre fattori portanti: il
popolo, che percepisce qualcosa di incompatibile tra la
madre del Signore, che collabora con lui per la liberazione del mondo dal peccato, e
il peccato stesso; il magistero della Chiesa, che compie
opera moderatrice e, qualche
volta, promotrice, finché alla
fine si pronuncia in maniera
indefettibile e infallibile; i teologi, che sciolgono il nodo
generato dal ragionamento
secondo cui se Maria fosse
immune dal peccato origi-
nale, Cristo non potrebbe es- che il problema dell’Immasere suo redentore: in realtà, colata Concezione non si
secondo Duns Scoto, «è più possa considerare risolto
perfetto quel redentore che in quanto minaccia ancora
invece di lasciar cadere una la validità della redenziopersona nel peccato per poi ne, e pur avanzando qualriazzarla, la trattiene con la che dubbio sul fatto che un
forza della sua redenzione percorso iconografico meperché non pecchi». Nella dievale possa avere stretdefinizione dogmatica di Pio ta relazione con l’idea del
IX, infatti, Maria è “Imma- concepimento “sine macula”
colata” «in vista dei meriti di di Maria, ha apprezzato il
Cristo Redentore».
lavoro della Simi VaranelMons. Timothy Verdon, Ja- li come un’opera “aperta”,
mes Burke Professor alla passibile di nuovi apporti
Stanford University , nel suo ed approfondimenti, dal
intervento Aspetti dell’ico- momento che, mentre fanografia dell’Immacolata ha vorisce una lettura iconointrodotto qualche elemento grafica delle opere prese
iconografico di dipinti fio- in esame, lascia spazio ad
rentini successivi al medio- ulteriori riflessioni per una
evo, antecedenti o appena lettura iconologica, magari
posteriori alla definizione da indagare in un prossimo
dello schema adoperato dal volume.
Seicento in poi per questo Il pomeriggio si è conclusoggetto.
so piacevolmente con una
Infine, la parola è stata data proiezione delle immagini
al Direttore del Master in analizzate nel volume preStudi Storico Artistici della sentato, a cui ha fatto da
Lumsa ed ex Direttore Ge- sottofondo musicale l’esinerale dei Beni Culturali, bizione del coro d’Ateneo
Francesco Sisinni, il quale, “Lumsa Gospel Singers”.
pur affermando di ritenere
Rosa Coscia
Nicola Rossini: una personale fino al 15 febbraio
Una vita di mille panorami
N
icola Rossini è uno dei
più importanti artisti
della nostra terra. Periodicamente ritorna nella sua
Jesi, lui che ormai vive a
Parma da anni, dove lavora
senza sosta e, rituffandosi
nelle atmosfere che gli sono
sempre care, magari ritrova lo stimolo a creare nuovi
quadri, vedere luci che si
buttano su angoli che, fino
a ieri, erano forse senza colori. Nicola non deve mettersi in discussione: è uno
dei maggiori chiaristi ed
esprime il senso e l’amore
dello spazio e delle immagini, collocando la
sua visione della natura di fronte all’occhio attento del fruitore. Il suo ritorno è importante,
per la Città. Ha inaugurato una sua personale intitolata “Oltre cinquant’anni di pittura di
Nicola Rossini” il 31 gennaio prossimo al Palazzo dei Convegni di Jesi, mostra che resterà
aperta sino al 15 febbraio.
Rossini ripercorrerà, nella mostra, coi tanti
lavori che abbracciano un lunghissimo arco
di tempo, un panorama a lui molto caro, che
ha amato e che ama profondamente, con coerenza e passione, con oli, acquarelli, pastelli
e disegni che riempiranno, con mille macchie di
colore, le sale del Palazzo. Rossini ama lo spazio
ma dello spazio ha una
sua particolare visione,
una visione appagante
e che penetra dentro lo
spettatore che si pone,
senza eccessivi problemi
di interpretazione, ad osservare, scrutare, restare
coinvolto dalle luci che
abbagliano o dalle colline
che scendono, inondate
dal sole, verso il mare. E’
un lungo percorso, quello
di Nicola Rossini, che racconta una vita fatta di mille panorami, di tetti, di centri storici
che parlano linguaggi antichi, di orizzonti sul
mare o, anche, delle mura della sua città. Il
suo “chiarismo” lo ha sempre contraddistinto, nella sua carriera che lo ha visto esporre
in ogni parte d’Italia e d’Europa, in una sorta,
quasi, di scommessa con se stesso: non tradire le sue mani che ricevono impulsi e vibrazioni da un cervello innamorato delle mille
luci emozionali che un “paesaggio” – in generale – propone.
Giovanni Filosa
6
Jesi
8 febbraio 2009
L’avvocato
pianeta famiglia
risponde
di
Jesi: l’avvocato Marcozzi è il nuovo difensore civico
Indipendente e imparziale
P
aolo Marcozzi è il nuovo
difensore civico della città di Jesi, eletto dal consiglio
comunale nel pomeriggio di
venerdì 30 gennaio. Inizia il
suo mandato in un momento in cui sul ruolo del difensore civico ci sono molte polemiche, soprattutto dopo le
dichiarazioni del precedente
difensore civico, l’avvocato
Francesco Conti.
Paolo Marcozzi, avvocato,
collabora da tempo con il
nostro settimanale: prima
con la rubrica “Jesi per via”
ed ora con “L’avvocato risponde”; inoltre ha curato
per i collaboratori di Voce un
incontro sul delicato tema
del rispetto della legge sulla
privacy; è impegnato in diversi ruoli nelle associazioni
di volontariato; ha partecipato alla vita politica della città.
Avvocato, da diverso tempo partecipa al bando per
difensore civico del comune di Jesi ma solo ora è
stato nominato. Forse perché ci si è resi conto della
necessità che questo ruolo
sia svolto da una persona
che conosce bene la realtà
civile e politica della città
oltre ad avere una lunga
esperienza professionale?
Che il difensore civico debba
conoscere a fondo la realtà
civile e politica della città
è profondamente vero; una
lunga esperienza professionale aiuta senz’altro; ma
non penso che siano queste
le ragioni della mia nomina.
Fin da quando, nei primi
anni novanta, in occasione
della stesura dello Statuto
della Città di Jesi, contribuii a delineare la figura
del difensore civico, ebbi a
sostenere che questa figura
doveva essere, per sua natura, totalmente indipendente
dal potere costituito: è per
questo che mi ero battuto
perchè la sua nomina rimanesse affidata alla sorte, mediante estrazione del
nome dalla terna scaturita
dalla selezione fra le domande pervenute, così come
avvenne per l’elezione del
primo difensore civico, l’avvocato Fabio Fittajoli; solo
l’estrazione a sorte, infatti,
può garantire l’autonomia
del difensore dal potere
politico. Invece, successivamente, tale sistema fu sostituito dalla nomina da parte
del Consiglio Comunale e
questo, a mio parere, non è
garanzia di totale indipen-
denza del difensore. Penso
che, con la mia nomina (che,
sinceramente, non mi aspettavo), il consiglio comunale
abbia voluto scegliere qualcuno che, oltre ad avere
esperienza, non fosse emanazione dei partiti e non ne
fosse, quindi, condizionato.
E’ certo, comunque, che il
consiglio comunale non voleva un politico.
La sua nomina ha avuto un
largo consenso in Consiglio: secondo lei per quale
motivo?
Anche questa è stata una
sorpresa: infatti, ho sempre
sostenuto che il difensore civico, quando entra in un ufficio dovrebbe incutere timore, perchè egli rappresenta il
cittadino che si sente prevaricato dal potere pubblico; non pensavo, quindi, di
essere eletto. Probabilmente
ha prevalso la considerazione che la mia età poteva
evitare le irruenze, tipiche
della giovinezza, alle quali
il difensore civico uscente
ha attribuito i contrasti sorti nel corso del suo mandato.
Quali saranno le priorità
del suo mandato?
Anzitutto far capire ai cittadini che cosa è il difensore
civico. Molti credono che sia
un giudice (lo confondono
con il Giudice di Pace, che
è tutt’altra cosa) o un tutore dell’ordine pubblico o un
avvocato che li difenda in
giudizio. Se vogliamo, la figura dell’avvocato, è la più
somigliante alle funzioni
del difensore civico, perchè
egli vigila affinchè vengano
tutelati i principi del buon
andamento e dell’imparzialità dell’azione amministrativa, nonchè i diritti e
gli interessi dei cittadini in
attuazione delle leggi e dei
regolamenti comunali; tuttavia, anche se la sua azione si svolge nei confronti
del Comune e delle aziende
autonome e speciali e degli
enti dallo stesso control-
Federico Cardinali
FIDANZAMENTO: il tempo della conoscenza
Ancora un pensiero su questa fase del ciclo vitale della
famiglia.
La settimana scorsa abbiamo parlato del corteggiamento, indicandolo come il
momento in cui ha inizio la
storia di una nuova famiglia.
Avevamo usato la parola corteggiamento per evidenziare
come questa fase ci accomuni, in natura, a tutto il mondo animale. A questo punto,
focalizzando il nostro campo visivo sull’animale-uomo,
possiamo riprendere una parola che appartiene alla nostra cultura: fidanzamento.
E’ una parola, in verità, che
viene usata sempre meno,
che rischia di essere messa
in archivio: il luogo dove si
conservano i documenti che
vanno ‘messi da parte’. Chi
sa, magari per riprenderli
al momento opportuno… Il
mio timore è che il disuso di
questa parola nasca dal fatto
che è una parola impegnativa. Se ci pensate, essa ha in
sé una radice verbale ‘seria’:
la parola fides, che in latino
significa fiducia, fedeltà, affidamento. Oggi molti giovani,
e non solo i giovani, piuttosto che ‘siamo fidanzati’ preferiscono dire ‘stiamo insieme’. Quando non addirittura,
semplicemente ‘usciamo insieme’. Come se non ci fosse
nessun impegno. Né una reciprocità.
Vorrei dire ora una parola
con i genitori. Cambiamo
pure i riti, se vogliamo. Può
essere che abbia perso di
senso il ‘fidanzamento ufficiale’, il momento in cui lui
fa entrare la sua ragazza in
famiglia e lei presenta il suo
ragazzo ai suoi. Ma con che
cosa li sostituiamo? Tante
volte noi adulti siamo così
spaventati di proporre ai figli
i nostri valori… Ma se non
glieli proponiamo noi, chi
altri può farlo al nostro polati, non va visto come un
avvocato difensore in un
giudizio contro il Comune, bensì come un soggetto
che rimuove gli ostacoli che
impediscono una corretta e
sana amministrazione della cosa pubblica. Il difensore civico: come
dovrebbe porsi verso i cittadini e i responsabili delle istituzioni?
Il difensore civico dovrebbe
prendere per mano il cittadino e accompagnarlo
attraverso un percorso nei
sto? La televisione? Che ci
sa presentare i rapporti tra
un uomo e una donna solo
come rapporti ‘di letto’ (= a
letto)? Non ci accorgiamo
che i telefilm, le telenovele,
il cinema ogni volta che ci
fa vedere due persone che si
incontrano, dopo tre minuti
ce li mostra a letto a fare sesso? A fare sesso, non a fare
l’amore! Come si fa, del resto,
a fare l’amore se non si costruiscono pensieri condivisi,
se non c’è un tempo per costruire il confronto, il dialogo? Se non c’è un tempo perché le nostre anime possano
parlarsi e ascoltarsi, nella
reciprocità? Se non c’è, cioè,
un tempo per conoscersi!
Il fidanzamento è il tempo
della conoscenza. Meglio,
il tempo dell’inizio della conoscenza. Perché questo sarà
un processo che ci accompagnerà per tutto il tempo
che condivideremo con una
persona.
E’ un tempo prezioso. Solo
su una buona conoscenza
può fondarsi una sufficiente
consapevolezza per maturare la decisione se scegliersi
per condividere la vita.
Ma questo tempo della conoscenza è anche il tempo
dell’innamoramento. E’ il
tempo, cioè, in cui l’altro viene idealizzato.
Si dice che essere innamorati è un po’ come essere malati.
Sempre, quando guardiamo un’altra persona, noi la
vediamo in modo parziale:
certe cose le guardiamo di
più, altre di meno. Se siamo
in buoni rapporti, tendiamo
a guardare di più gli aspetti
positivi dell’altro e a passare
sopra a certi elementi fastidiosi. Viceversa, se i rapporti
non sono buoni, amplifichiamo ai nostri occhi i limiti
dell’altro e ne sminuiamo i
meandri del sistema e fare
in modo che il primo capisca il funzionamento
del secondo ed il secondo
comprenda le esigenze del
primo; egli deve evitare
prevaricazioni, ingiustizie
e disparità di trattamento da parte del sistema, ma
deve anche riuscire a far
capire al cittadino che la
macchina comunale è spesso farraginosa e non sempre è così semplice tappare
una buca sul marciapiede
di casa. Certo, se la buca è
lì da decenni ... pregi.
Quando siamo innamorati questo processo è ancora
più amplificato. I nostri occhi vedono a colori tutti gli
aspetti ‘buoni’ dell’altro e
mettono in ombra, in un’area
molto poco illuminata, certi
limiti e certe caratteristiche
che, in altre circostanze, ci
farebbero essere piuttosto
critici verso questa persona.
Tutto ciò è naturale. Niente
da ridire.
Tanto ‘naturale’ che se volessimo analizzare con gli strumenti della biologia come
sta funzionando il nostro
cervello, vedremmo che certi processi biochimici sono
alterati. I mediatori chimici
(= quelle sostanze che fanno
sì che le cellule del cervello
dialoghino tra loro) agiscono
in maniera alterata rispetto alla normalità degli altri
tempi della vita. Il cervello
‘innamorato’ funziona diversamente da come funziona
in tempi di ‘normalità’. Questo fenomeno lo conosciamo
così bene che ci siamo creati anche un modo di dire:
quando vediamo qualcuno
tanto contento, sorridente, con lo sguardo luminoso,
che si prende cura di sé più
del solito, magari anche un
po’ distratto… gli diciamo
“ma che sei innamorato!?”.
Che è un po’ come dire “ma
non sei normale!”.
Attenzione, però. Perché parallelamente dovremmo dire
che siamo malati (= i nostri
processi mentali sono alterati) anche quando, invece,
siamo in una relazione di
grande conflittualità con una
persona. Se da innamorati
ne vediamo (quasi) esclusivamente gli aspetti positivi
e siamo pronti a giustificare
ogni possibile sbaglio, ora,
immersi nel conflitto, attiviamo una modalità opposta.
Vediamo (quasi) esclusivaIn che modo i cittadini potranno contattarla?
L’ufficio del difensore civico
trova attualmente accesso dall’Ufficio Relazioni con
il Pubblico, in Piazza della
Repubblica: il cittadino si
può recare colà nei giorni
di ricevimento (dovrebbero essere lunedì, dalle 8:30
alle 11:30, e giovedì, dalle
14:30 alle 17:30); oppure
può scrivere una lettera da
inviare a mezzo posta o fax.
A breve, comunque, uscirà
un manifesto con tutte le
indicazioni.
mente gli aspetti negativi:
qualunque cosa l’altro fa o
dice, immediatamente gli attribuiamo un significato negativo, un’intenzione ‘cattiva’
nei nostri confronti. E non
siamo disposti a giustificare
nessuno sbaglio o parola o
gesto che possa farci male. E’
quello che succede quando
in una relazione di coppia
siamo sull’orlo di una separazione, per esempio. Ma anche in mille altre circostanze.
Ma che c’entra questo con il
fidanzamento?
Dicevamo che da innamorati siamo specializzati nel
vedere gli aspetti positivi
dell’altro, anche rischiando
di esagerare. Bene. Facciamone una scorta, perché ci
serviranno quando ci succederà di affrontare momenti
difficili con il nostro partner. Avremo bisogno, allora,
di attingere a questa riserva
per non cadere nella trappola di veder tutto nero e dirci,
con tanta, troppa facilità e
velocità, che abbiamo sbagliato a metterci con questa
persona!
Chi sa? Se il fidanzamento,
da innamorati, potesse essere come aprire un conto in
banca - la banca del nostro
cuore - dove depositare i
nostri tesori (= tutto il positivo dell’altro), sarà lì che
andremo ad attingere al momento del bisogno: quando
la vita ci metterà davanti la
necessità di fare delle ‘spese’
che, da fidanzati, non avevamo previsto…
(Pianeta famiglia 5.
continua)
Chi vuole scrivere allo psicologo può farlo o per email ([email protected] o cardinali@itfa.
it) o per posta a Voce della
Vallesina - colloqui con lo
psicologo - P.za Federico II,
8 - 60035 JESI
Meic: 10 febbraio
Il gruppo Meic “Edith Stein”
di Jesi comunica che martedì
10 febbraio alle ore 18 nella
sala conferenze del museo
diocesano sarà presentato il
libro “Quotidiana – mente”
della poetessa Nandina Menotti Muzi di Jesi. Introdurrà
l’incontro la poetessa Maria
Rita Sampaolesi; l’autrice
commenterà alcune sue liriche. Diego Donati e Tommaso Uncini con chitarra e sassofono animeranno la serata.
L’incontro è aperto a tutti.
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Vita ecclesiale
LA CHIESA LOCALE
IL DIARIO
DEL VESCOVO
GERARDO
Venerdì 6 febbraio
ore 15.30: Maiolati Spontini, S. Messa e incontro
con gli ospiti della casa di riposo
ore 18: Conferenza presso la Biblioteca
Petrucciana
Domenica 8 febbraio
ore 9: S. Maria Nuova, ritiro con i Catechisti di S.
Maria N. e Collina
ore 11.30: S. Maria Nuova, S. Messa
ore 15.30: Pianello, incontro con i Bambini di
Prima Comunione
Martedì 10 febbraio
ore 15.00-18.00: il Vescovo riceve nella cappella
di San Floriano, in Duomo, coloro che desiderano
confessarsi o avere un colloquio spirituale. Senza
appuntamento.
ore 18.30: Consiglio Caritas
ore 21: Incontro Biblico con i Corsisti
Mercoledì 11 febbraio
ore 9.30: Seminario Regionale: Incontro per
operatori della pastorale vocazionale
ore 15.30: Seminario, Inizio Esercizi Spirituali con
un gruppo di Studenti di Teologia
ore 17: Pantiere, S. Messa nella memoria di N.S.
di Lourdes
ore 18.30: Parrocchia San Giovanni Battista, S.
Messa nella Festa del Sangue Giusto
Giovedì 12 febbraio
ore 21: S. Maria del Piano, Incontro con i
fidanzati
Parola
di Dio
8 febbraio 2009
7
8 febbraio 2009 - 5^ domenica del tempo ordinario - anno b
Guai a me se non annuncio il Vangelo
la stessa lettera
aveva detto “..
la conoscenza
riempie di orFratelli, annunciare il Vangelo non è per me un vanto, perché è una
goglio, mennecessità che mi si impone: guai a me se non annuncio il Vangelo!
tre
l’amore
Se lo faccio di mia iniziativa, ho diritto alla ricompensa; ma se non
edifica” (v. 2).
lo faccio di mia iniziativa, è un incarico che mi è stato affidato. Qual
Questi versetti
è dunque la mia ricompensa? Quella di annunciare gratuitamente il
possono esseVangelo senza usare il diritto conferitomi dal Vangelo. Infatti, pur esre definiti la
sendo libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti per guadagnarne il
magna charta
maggior numero. Mi sono fatto debole per i deboli, per guadagnare i
dell’evangelizdeboli; mi sono fatto tutto per tutti, per salvare a ogni costo qualcuno.
zatore cristiaMa tutto io faccio per il Vangelo, per diventarne partecipe anch’io.
no. E’ uno che
Parola di Dio
ha
ricevuto
la
chiamata
(non lo fa di
COMMENTO
scandalizzerebbero, allora per sua iniziativa) al servizio del
Continuiamo a seguire a Pa- la carità verso questi “deboli” , Vangelo; vi risponde e con
rola di Dio come ha fatto San i “forti” rinuncino al diritto di
spirito di servizio; la sua riPaolo. I versetti della Prima mangiare questa carne.
sposta lo coinvolge in tutta la
Corinti ci offrono in questa Ed ecco un tratto autobiografi- sua esistenza (mi sono fatto
domenica un tratto autobio- co. Paolo presenta la sua scel- tutto a tutti); lo fa con gratuità
grafico, insieme ad una rispo- ta. Avrebbe avuto il diritto di
assoluta. L’unica ricompensa
sta ad un problema e all’indi- essere mantenuto dalla comu- è l’onore della partecipaziocazione di principio. Partiamo nità, ma vi ha rinunciato, per ne alla missione del Vangelo.
dal problema. La lettera ri- la carità verso i Corinti. Voleva La forza dell’Amore parte dai
sponde a tanti problemi di favorire al meglio la loro ade- deboli e sente l’urgenza di ragquesta vivace comunità. Uno
sione al Vangelo, senza essere
giungere tutti.
di questi era la possibilità o
confuso con i tanti predicatori In questo memento di crisi
meno di mangiare la carne
del tempo che (come i maghi
economica e sociale, la Chiesacrificata agli idoli, poi ven- di oggi) ci mettono di mezzo
sa è chiamata con urgenza a
duta nei mercati della città. sempre il denaro. “Mi sono
seguire il suo esempio. AfferSiccome gli idoli non esisto- debole con i deboli, per gua- ma il Papa nel messaggio per
no – dice Paolo – si può man- dagnare i deboli” è la formula la pace del 1° gennaio 2009:
giare. Ma siccome alcuni si
della sua carità. Nel cap. 8 del- “Mettere i poveri al primo po-
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo
ai Corinzi (1Cor 9,16-19.22-23)
9 febbraio: Beata Anna Katharina Emmerick
La Passione e il Rosario
A
sto comporta…. che si riservi
uno spazio adeguato a una
corretta logica economica da
parte degli attori del mercato
internazionale, ad una corretta logica politica da parte degli attori istituzionali e ad una
corretta logica partecipativa
capace di valorizzare la società civile locale e internazionale.” (n. 12). La corretta logica
che offre la Comunità cristiana è la carità.
Che tu sia benedetto, o
Padre
per quanti si spendono a
servizio del Vangelo.
Che tu sia benedetto per la
loro vicinanza ai poveri, ai
malati, a quanti non sono
in grado di stare in piedi da
soli.
Che tu sia benedetto per
la loro risposta alla tua
chiamata e per la loro
dedizione assoluta a Te e ai
poveri.
Che tu sia benedetto per la
loro vita fatta servizio; per
le loro mani che danno una
mano; per i loro piedi che
vogliono raggiungere tutti;
per la loro umiltà di cuore,
che fa spazio ai deboli.
LA SOMARA DEL PROFETA
(4)
dei cristiani verso il Santissimo Sacramento e morì nel
(istruzione religiosa)
Sabato 14 febbraio
1824 dopo che fu terminata
ore 15.30: Macerata, Incontro con i giovani
la stesura delle sue visioni Quest’inverno ho partecipa- o niente.
dell’Unitalsi
sulla Passione di Cristo. Chi to ad un corso per sommel- E così…
ore 19: Santuario delle Grazie, Incontro e S.
avrà letto il suo racconto lier: uno di quei corsi dove ti …Conosco gente, con nome
Messa per coppie di sposi e fidanzati
non potrà più guardare un insegnano qualche cosa sul e cognome s’intende, che
ore 20.30: Parrocchia Divino Amore, Incontro
Crocifisso senza pensare, vino.
costruisce stampi e lavora
con i Corsisti
anche solo per un istante, a Ce lo teneva un giovanotto- al tornio digitale, che è più
ciò che realmente ha patito ne ben vestito, mano sinistra preciso di una macchina per
Domenica 15 febbraio
il Cristo. La Passione del Si- infilzata nella tasca del pan- la microchirurgia laser al
ore 10: Cupramontana, S. Messa nella Festa della
gnore si snoda visivamente talone, l’altra sempre in mo- cervello, e sotto le sue mani
Madonna di Lourdes
davanti agli occhi del lettore vimento a commentare il di- lo fa suonare come Pollini il
ore 16: Chiesa dell’Ospedale, S. Messa per malati
come in un film. I personag- scorso brillante e disinvolto. pianoforte; ma di robba di
e Volontari dell’Unitalsi
gi che vi appaiono, da Gesù Ogni volta, parlava per due religione brancola nel buio.
ore 21: Incontro a carattere vocazionale
Cristo a Maria... al cireneo, ore de fila e senza ‘rcoje’ fia- …Conosco un uomo, padre
risultano vivi e realistici. La do. Usava termini che facevo di due bei figli, che guida
varietà di dettagli e di par- fatica a capire, tanto che lo un trattore tre volte più alto
ticolari rende la narrazione dovevo spesso interrompere di me e che fa ‘no scassado
incredibilmente ricca. Nel per fargli qualche domanda de ‘n medro e mezzo. Al poracconto si susseguono mi- altrimenti non ci tiravo fuori sto suo, io, non saprei dove
nuziose descrizioni degli le gambe. Insomma discor- mettermi le mani; ma so alambienti, dettagliate narra- si cólti ed argomentati: sul trettanto bene che l’ultimo
zioni delle scene, dei colori, vino, sulle bottiglie, i tappi e libro che ha avuto tra le mani
dei suoni...: tutto ciò lascia le etichette.
(tra le mani, dico: non letto)
Il vescovo di Jesi, mons. Gerardo Rocconi ogni matintravedere, con gli occhi Tutte le sere, quel giovanot- è stata l’antologia dell’ultidella fantasia del lettore, tone mi lasciava a bocca mo anno di scuola; so che
tina alle 7.20, sulle frequenze di Radio Duomo (106,7
tutti i momenti della dolo- aperta.
al bar guarda le figure sulMhz) propone una sua breve riflessione a partire dal
rosa Passione. L’incredibile Talvolta mi veniva una do- la Gazzetta dello sport; so
Vangelo del giorno. La rubrica vuole proporre una
caratteristica del suo rac- manda:
che tiene dietro alla cronaca
chiave di lettura cristiana verso le vicende quotidiaconto è che è “vero” al pun- “Questo sa tutto de tutta ‘sta nera locale per sapere se c’è
ne ed essere un semplice strumento per offrire agli
to tale da riuscire persino a robba, ma di religione, quan- qualcuno che conosce, e se
ascoltatori un pensiero di serenità e fiducia che emerfar giungere al lettore anche to ne saprà?”
gli arriva un foglio a casa ed
ge dalla Parola di Dio, un aiuto per aumentare la conle sensazioni e i sentimenti! Non l’ho mai saputo perché intuisce che è importante, se
sapevolezza che l’amicizia con Gesù riempie il cuore
(La dolorosa Passione di non gliel’ho mai domandato, lo va a fa’ legge’ dai sindacati;
e la vita e un incoraggiamento nel vivere la giornata
nostro migliore Gesù Cristo, ma, a lume de naso, avrei so che sta dietro alla politica
con la forza della fede.
Editrice SHALOM).
scommesso non so che cosa con le notizie che vede sulla
Giordano Maria Mascioni che ne sapeva molto ma mol- televisione tra ‘no spalùcino
to di più sua nonna, che ha e ‘n’antro prima di andare a
messo piede fuori di Cupra letto.
Montana solo pé gi, ‘na ‘olta Di religione? Zero carbonelPiazza Federico II, 8 - 60035 Jesi An
all’anno, a Loredo, che lui!
la!
Telefono 0731.208145
È un esempio, chi dice. Un E di questi, quanti ce ne
esempio sui tantissimi che sono!!
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conosco; dei tantissimi che Anche quelli che navigano
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ognuno conosce.
su Internet, che parlano col
www.vocedellavallesina.it
Un esempio che è servito, computer, che fanno footing
c/c postale 13334602
alla somara di Balaam, per có’ i fili che je spendola da
Settimanale di ispirazione cattolica
costatare quanto poco regni le ‘recchie: molti di loro, in
fondato nel 1953
l’istruzione, in fatto religioso, fatto di religione, sono del
Direttore responsabile Beatrice Testadiferro • Proprietà Diocesi di Jesi • Registrazione Tribunale di Ancona n. 143
tra il nostro popolo.
tutto digiuni.
del 10.1.1953 • Stampa Galeati Industrie Grafiche, Imola www.galeati.it • Spedizione in abbonamento postale • AbAlt: non voglio dire che la Anche quelli che, cravatta
bonamento annuo 35 euro - di amicizia 50 euro - sostenitore 100 euro • Tutti i diritti riservati • Esce ogni mercoledì •
gente sia stupida e che i bra- nera su camicia grigia, scenAssociato alla Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici)
vi siamo noi: me ne guardi il dono dall’ultimo tipo di Audi
Signore solo al pensarlo. No: e sono rappresentanti di maAi sensi dell’articolo 13 del D. Lgs 196/2003 (Codice privacy) si comunica che i dati dei destinatari del giornale sono contenuti in un archivio
dico che moltissimi sanno e teriali sofisticatissimi di cui
informatico idoneo a garantire la sicurezza e la riservatezza. Saranno utilizzati, salvo divieto espresso per iscritto dagli interessati, oltre che
conoscono, ma sanno e co- la somara di Balaam non coper il rispetto al rapporto di abbonamento, anche per proprie attività istituzionali e per conformarsi ad obblighi di legge.
noscono solo il loro campo
segue a pag.8
specifico. Di religione poco
le riflessioni del vescovo
nna Katharina Emmerick nacque nel 1774 in
Germania da una povera e
devota famiglia di contadini ed ebbe visioni e doni
mistici sin dall’infanzia. Nel
1802, superando l’opposizione familiare e con l’aiuto
di una ricca amica borghese
entrò monaca tra le Agostiniane. Qui fu discriminata
per la sua umile condizione
sociale e soffrì numerose
infermità. Nel 1811, dopo la
soppressione del convento,
Katharina entrò a servizio
del sacerdote Lambert e i
fenomeni mistici si intensificarono. La Beata ricevette
le stigmate e unì le sue sofferenze a Gesù, pregando
ed esortando a pregare soprattutto per i non credenti
e per i sacerdoti. Ella ebbe
visioni sulla vita di Gesù e
di Maria - grazie alle quali
fu individuata la casa della Madonna ad Efeso -, ma
soprattutto sulla Passione di
Cristo.
Tra le preghiere esaltò la
preziosità del Rosario che
“si può gustare solo con
grande grazia,innocenza e
devozione”. Anna Katharina
soffrì penose e dolorose malattie in espiazione dell’indifferenza e della tiepidezza
di don Mariano Piccotti
[email protected]
8
Vita Ecclesiale
8 febbraio 2009
In ricordo di Umberto Marasca
Tra il teatro povero e quello
ricco...
Pochi giorni fa ci ha lasciati Lucio Longhi. Figlio del commediografo jesino Lello Longhi del quale abbiamo ancora il ricordo
delle sue commedie rappresentate da diverse compagnie dialettali jesine.
Prima delle festività natalizie, lo andai a trovare in ospedale
insieme alla direttrice di “Voce della Vallesina”: è stato un incontro pieno di affetto, nel vederci, lui era consapevole del male
che aveva, non aveva perso la speranza. Sul comodino aveva dei
fogli scritti. Anche lui poeta dialettale, come il padre, oltre che
scrittore di commedie collaborava anche con il nostro settimanale e con Jesi e la sua Valle.
Nel corso del concerto di Capodanno della Banda musicale
cittadina al Teatro Pergolesi, ho letto una poesia che aveva dedicato alla banda della città: il pubblico, commosso, gli attribuì
un caloroso applauso. Durante il nostro incontro mi raccontò
che il busto di suo padre era stato rimosso dall’entrata del teatro
dove era stato da sempre e che era abbandonato in un magazzino. Gli dispiacque molto – mi disse - non riusciva a spiegarsi
il perché dal momento che considerava suo padre la memoria
storica dialettale di Jesi; il padre molte volte gli rammentava che
un popolo che non riesce a conservare la memoria è un popolo senza futuro. Forse è stato giudicato che quel busto non era
all’altezza degli altri busti esposti! Lucio Longhi, insieme ad altri
con il vernacolo, dietro le orme paterne faceva esprimere una
cultura di popolo; come lui altri ancora oggi con le compagnie
amatoriali e con grandi sacrifici riescono a portare avanti.
Nel mese di febbraio, al teatro Pergolesi saranno rappresentate
alcune commedie dialettali: il 21 e il 22 febbraio andrà in scena
la commedia di Carlo Loreti “Se r’campasse nonno”, la settima
commedia che Loreti ha scritto e recitato. Carlo Loreti, nel suo
vernacolo, parte dalle storie di un vissuto familiare per approfondire i riflessi che può avere nella realtà non solo jesina, ma
la collega anche alle contraddizioni profonde e problematiche
per tutti.
Nei prossimi mesi altre compagnie si susseguiranno in questa
rappresentazione del “teatro povero”. Povero non per i contenuti ma per i mezzi che adoperano, appoggiati al volontariato e
alla passione.
Anche per loro è sempre più difficile trovare spazio nel teatro
Pergolesi che richiede un affitto oneroso, con la difficoltà a coprire le spese perché i costi superano di molto i ricavi, anche se
l’amministrazione comunale cerca in ogni modo di venire incontro alle loro esigenze. Il teatro “ricco” invece viene visto un
po’ come vetrina per la collettività e per questo non ci si meraviglia tanto dei costi ma piuttosto della risonanza. Servirebbero
strutture più flessibili e più economiche nell’utilizzo. Il Teatro
San Floriano poi diventato Teatro “Valeria Moriconi” serviva a
questo: diventare l’alternativa più economica al Teatro Pergolesi anche se poi per alcuni gruppi è impossibile usare anche
questa alternativa per il costo. Dare spazio al “locale” non è togliere spazio ad eventi nazionali o internazionali! La comunità
dovrebbe essere sempre sensibile verso le compagnie locali che
non guadagnano dal loro hobby, ma che alla pari sono anch’esse interessate ad usufruire delle strutture pubbliche che sono
mantenute con i fondi della collettività.
Come diceva Lucio Longhi, citando il padre, la memoria storica
è un patrimonio non si può mettere in un fondo di una cantina a testa in giù, perché quello che cementa una comunità è
avere una terra da condividere, ma anche un sentire comune: il
dialetto avvicina perché aumenta il senso di appartenenza alla
comunità e il teatro è il luogo di una comunità che si ritrova!
Remo Uncini
istruzione religiosa
segue da pag.7
nosce nemmeno l’esistenza.
***
Sarebbe stupida, la somara
del profeta, se dicesse che tutti i nostri cristiani siano così:
no, non è possibile generalizzare, la somara stima che siano il 99,5 %.
***
Sulla testa di questa gente i
Balaam di turno stendono
piani, progetti e strategie
culturali; davanti a questa
realtà ci invitano pressantemente a dire alla gente che
legga la Bibbia (l’argomento
dell’ultimo Sinodo è stato
proprio questo) e, per completare il quadro, si meravigliano pure che il popolo
non ci dà retta!!
Don Maurizio
CHIESA dell’ADORAZIONE
luogo di adorazione e di ascolto
Dal lunedì al venerdì (eccetto i giorni festivi infrasettimanali), dalle ore 16 alle 19,30 un Sacerdote è a disposizione nella
Chiesa dell’Adorazione, in Piazza della Repubblica 2 a Jesi, per
le Confessioni e il colloquio spirituale. Questo servizio, offerto
a tutti, vuol essere in modo particolare una opportunità data ai
giovani. Tutti i venerdì dalle 19 alle 20 un piccolo gruppo di giovani si riunisce nella Chiesa dell’Adorazione per un’ora di preghiera davanti alla SS Eucaristia. Sono invitati altri giovani che
cercano un momento di silenzio, di meditazione sulla Parola di
Dio e di preghiera di adorazione.
Giovedì 29 gennaio, alle
18, nella sua abitazione
a Jesi, si è spento Umberto Marasca, all’età di 90
anni. La nipote Barbara
lo ricorda così.
Ti guardo sull’ultima foto
in cui eri in piedi,
vedo la forza, la voglia di
vivere
l’attaccamento alla vita
nel tuo sguardo.
La durezza della corazza
che t’eri creato per vivere
tra gli stenti
e quella che avevi indossato più avanti con gli anni
per resistere al dolore dei
tuoi malanni.
E ti guardo ora, seduto su
quella sedia,
con la coperta sulle gam-
be con quella luce che si
sta spegnendo nei tuoi
occhi.
Ti parlo e non mi ascolti,
ti saluto e non mi parli,
ti voglio bene, spero che
tu lo senta.
Mi avvicino a te,
t’accarezzo la piccola testa ormai canuta,
ti pungo, ti medico, ti
Giornata del Malato
Si celebra l’11 febbraio la
XVII Giornata Mondiale
del Malato che quest’anno sarà sul tema “Educare alla salute, educare
alla vita”. Educare alla
salute, educare alla vita,
significa educare al rispetto della dignità della persona umana con
particolare attenzione,
sostegno, vicinanza e
accoglienza del malato.
Nella nostra Diocesi gli
operatori della sanità ed i
volontari che si dedicano
alle diverse associazioni
locali per l’assistenza ai
malati e alle persone sole
sono invitati a partecipare alla celebrazione della
Santa Messa, presieduta
dal Vescovo, alla chiesa
dell’Ospedale di Jesi, domenica 15 febbraio alle
ore 16.
Unitalsi diocesana
Il prossimo appuntamento formativo per tutto
il personale unitalsiano
della Diocesi sarà a Macerata il 14 e il 15 febbraio, una due giorni dedicata alla spiritualità e
all’approccio con il malato. Il tema della proposta
è: “Conosciamo noi stessi,
per conoscere l’altro”: saranno presenti il vescovo
Gerardo, sr Annalisa Bini
e la dott.ssa Martina Nocelli.
Unitalsi, gruppo Moie
Mercoledì 11 febbraio
alle ore 15 i volontari
dell’Unitalsi sono invitati
a partecipare alla Santa
Messa celebrata da don
Marco Cecconi, parroco
di Maiolati, presso la casa
di cura Villa Jolanda.
giro e rigiro come un
bambino.
Pochi giorni fa mi hai
chiesto l’uovo di Pasqua,
chissà se riuscirò mai a
portartelo, nonno.
Il mio cuore soffre nel vederti così,
la mia anima non si rassegna
benché hai quasi 90 anni.
E ti rivedo nella vecchia
casa all’Acquasanta,
che mi tiravi fuori dal garage la macchina,
che mandavi nonna ad
aiutarmi coi bambini,
che mi preparavi la colazione d’estate col pane
pomodoro e salame.
Adesso sei lassù con tutti
i tuoi cari
tra il cielo azzurro e le
nubi bianche come il latte
a riposarti meritatamente sul grande prato verde
del Signore.
Sei stato sempre presente
nella nostra vita
hai sempre lavorato faticosamente
per non far mancare
niente ai tuoi figli.
Ed io vorrei ricordarti
sempre così:
con la vanga mentre lavoravi l’orto, in cantina
mentre facevi il vino, e
con la doppietta in spalla la domenica mattina
quando andavi a caccia.
Ti voglio bene nonno,
non lasciare mai i miei
ricordi!
Barbara
In ricordo
12-8-1931 3-1- 2009
Augusto Bertini
Gustì
La comunità parrocchiale di
San Giuseppe ricorda con
affetto il carissimo Gustì del
Calderaro, figura caratteristica di Borgo Garibaldi, passato alla Casa del Padre a 78
anni di età all’inizio di questo nuovo anno. Si unisce alla preghiera del fratello Romolo
e di quanti lo hanno conosciuto e stimato in vita per la sua
laboriosità presso la Casa Famiglia per Anziani gestita dai
Fratelli di Nostra Signora della Misericordia.
In ricordo
8-2-1925 25-11-2008
Lina Luconi
in Santoni
E’ con grande dolore che
ti abbiamo perduto ma ci
rimane il tuo fulgido esempio e la certezza di rivederti in cielo.
I familiari
IL REFRATTARIO
Cerchiamo di fare un ragionamento
pacato, a bocce ferme. In data 21 gennaio 2009, Benedetto XVI ha revocato
la scomunica ai quattro vescovi della
Fraternità sacerdotale San Pio X, meglio conosciuti come lefebvriani, dal
nome del loro fondatore, il vescovo
Marcel Lefebvre, che li aveva ordinati
nel 1988 senza il consenso del Papa.
Quello di Papa Ratzinger è stato un
gesto molto bello di misericordia, che
farà un gran bene alla Chiesa e che
speriamo permetterà di intraprendere
un serio dialogo che possa consentire a
questi fratelli cattolici di rientrare nella
piena comunione con Roma.
Non voglio soffermarmi qui sulle polemiche scatenate a seguito delle gravissime dichiarazioni negazioniste
sull’Olocausto di uno dei quattro vescovi e di un prete dello stesso gruppo.
Dichiarazioni dalle quali peraltro ha
preso le distanze, chiedendo perdono,
la stessa Fraternità.
Quello che mi preme è cercare di fare
alcune riflessioni. Dopo il Concilio
Vaticano II si è assistito allo scempio
della sacra e immutabile Tradizione
cattolica, soprattutto in campo liturgico, uno scempio che Benedetto XVI
da cardinale denunciò in più occasioni
e al quale ora, da Papa, sta cercando di
porre un freno.
Hanno notato i nostri vescovi, i nostri
sacerdoti e i nostri cattolici impegnati
i piccoli ma significativi cambiamenti
che Benedetto XVI ha apportato alle liturgie che presiede? Se non sono ciechi,
sono sicuro di si, anche se su questo
cala il silenzio e si fa finta di niente.
Prima di tutto, quando il Papa dice
messa, sull’altare sono poste sempre
le candele e un crocifisso, che sta a
indicare in maniera più chiara che
quello che si celebra è la ripresentazione del sacrificio della croce. Così
facendo, tutti rivolgono lo sguardo
verso Gesù crocifisso, che si offre in
riparazione dei nostri peccati, così
come si faceva un tempo con i vecchi
altari addossati al muro.
Inoltre, il Papa ha riscoperto e riutilizzato vecchi abiti liturgici di una
bellezza incomparabile se confrontati con lo squallore di molti di quelli
moderni che comunemente si usano
nelle nostre diocesi. Quando si compie l’atto di adorazione a Dio, tutto
deve essere bello, perché tutto deve
contribuire a dare sacralità e trascendenza, in modo da poter unirsi più
facilmente all’Assoluto.
Infine, ma è la cosa più importante,
è ormai diventato prassi il fatto che
Benedetto XVI distribuisca la comunione ai fedeli in ginocchio e sulla
lingua, secondo l’antichissima usanza della Chiesa, risalente ai tempi dei
primi cristiani. Usanza, anche questa,
che il Concilio mai ha detto di sopprimere e che resta ancora oggi la regola, almeno giuridicamente. L’ abominevole pratica della comunione
sulla mano, cui gli uomini di Chiesa
degli ultimi anni non hanno avuto
la forza di opporsi, è di derivazione
massonica ed è stata studiata proprio
per far perdere la fede nella presenza reale di Gesù nell’Eucaristia. In
Italia questa abitudine passò alla Cei
per un solo voto di scarto! Tra l’altro
nell’istruzione Redemptionis Sacramentum del 2004 si raccomanda, a
chi fa la comunione in piedi, almeno
di inchinarsi prima di ricevere Gesù.
Ma chi segue tale suggerimento? Chi
invita a farlo? Quante volte, inoltre,
si ricorre ai ministri straordinari della comunione anche senza particolari
necessità, contraddicendo la già citata istruzione?
Ora, esposte queste riflessioni che faranno storcere il naso ai moder(nist)i
teologi e liturgisti e non solo, mi viene da dire: perché nelle nostre diocesi e nelle nostre parrocchie non si
inizia a imitare e seguire ciò che fa il
Papa? E’ vero che non ci sono leggi a
riguardo, almeno per ora. Ma quante cose, in questi ultimi quarant’anni
sono state fatte contravvenendo alle
disposizioni esistenti o addirittura
introducendole ex novo?
Se vogliamo rilanciare le vocazioni e
vogliamo far uscire la Chiesa dalla situazione di grave crisi in cui si trova,
occorre ripartire dal senso del sacro,
dalla fede in Gesù eucaristico, dal
rispetto anche con gesti esteriori di
Nostro Signore. Tutto ciò per il bene
dei fedeli. Per il bene della Chiesa.
Ora è più facile, perché la Tradizione
non è più scomunicata.
Federico Catani
In diocesi
8 febbraio 2009
9
Duomo di Jesi,1° febbraio: Con tanti bambini la liturgia per la “Giornata della Vita”
N
Un dono da accogliere con fede
ella “Giornata della vita”
la Chiesa esorta la comunità credente a pregare e
ad operare per la difesa del
diritto alla vita di ogni essere umano, dal concepimento
fino al suo termine naturale.
Perché l’esistenza, per il cristiano, è dono dell’amore di
Dio, un mistero e un prodigio che si rivela nella storia
in forme e modi imprevedibili e tende verso una meta
che è la felicità eterna.
Il Duomo di Jesi, la sera del
1° febbraio, mostra un volto
diverso dal solito: l’austera
bellezza della basilica con
i suoi marmi e le sue opere d’arte svanisce come per
incanto e tu vedi emergere
dall’abside la tenerezza di
una Madre che apre le sue
braccia per accogliere e proteggere la vita: tanti bambini
variopinti delle cinque Scuole materne cattoliche della
Diocesi, disseminati lungo il Vita (Cav) di Jesi, fondato e l’associazione Oikos di Jesi
presbiterio, vicino all’ambo- due anni fa come “braccio animeranno insieme il nuone, ai lati dell’altare. E’ la fe- operativo” del Movimento vo Corso di sensibilizzazione
sta della vita! Con i genitori per la Vita, e ad Anna Maria per “l’affido e l’appoggio”.
e con le maestre sono venu- Massaccio, responsabile del
ti a ringraziare il Signore…, Consultorio “La famiglia”, Una storia vera
ma senza chiasso. E in coro, operante a Jesi da decenni.
Dopo la lettura del Vangelo,
all’inizio della Messa, hanno Adriana parla di “cultura del- il Vescovo Gerardo annuncia:
cantato il loro “bisogno di li- la vita”: il CAV dà un aiuto “La mia omelia per la Giorbertà e di felicità”.
concreto a chi si trova in dif- nata della vita è il racconto di
Non c’erano solo gli scola- ficoltà: accogliamo mamme, una storia vera che raggiunretti quella sera, ma tanta ragazze madri, le ascoltiamo ge il suo culmine oggi. Parlo
gente, forse con qualche sof- e, a volte basta un sorriso perché sono autorizzato a
ferenza, con qualche pena perché emerga il coraggio parlare.
nel cuore…o forse con dub- per andare avanti. Siamo col- Una coppia di giovani sposi
bi e interrogativi rimasti in legati con i Centri di acco- attende un bambino; lei ha
sospeso lì, nella coscienza… glienza. Il Progetto Gemma fatto l’ecografia di controllo.
circa la sorte di Eluana, da 16 (le “gemme” sono i bambini, Il medico le dice che le verteanni in un letto di dolore, ma che fioriscono…) prevede bre del bambino, per la magviva; circa la tortura e la pena un aiuto economico di 160 gior parte, sono aperte con la
di morte…o le inaudite for- euro al mese per la mamma conseguente fuoriuscita del
me di violenza nelle famiglie, in attesa, per un periodo di midollo spinale e il dannegsulle strade, nei boschi…
diciotto mesi. Lo può dare giamento del cervelletto. La
un singolo,una famiglia, un situazione è disastrosa, nesIl Progetto “Gemma” e un Gruppo: adottando un bam- suna speranza… che il bamCorso per l’affido
bino si può salvare la vita bino nasca normale. Il mediFra la gente della Domeni- della madre e del figlio.”
co consiglia l’aborto.
ca c’erano anche “Il messaggio dei Vesco- I due giovani si confidano
persone che tanto vi - dice Anna Maria - fa ri- con me: sposati da un anno
si impegnano a fa- flettere sulla sofferenza che vivono nella disperazione.
vore della Vita. Il attraversa tutte le fasi della Che fare?
vescovo Gerardo vita. Il Consultorio familiare Parlando del valore della vita,
che presiedeva la si prende cura delle persone ad un certo punto faccio loro
Liturgia
Eucari- offrendo, a chi lo chiede, un questa domanda: “Gesù che
stica, dopo il rito servizio di consulenza per vi chiede?” E gli sposi: “Noi
d’inizio, ha dato la singoli, coppie, gruppi; fa non ci fidiamo di noi stessi,
parola ad Adriana opera di educazione e pre- siamo spaventati pensando
Borgognoni, tra i venzione; promuove forme ad un bambino che non avrà
fondatori del Cen- di sostegno per le famiglie .
una vita normale, che non si
tro Aiuto alla Il consultorio “La Famiglia” potrà muovere…” Poi vanno
Castelplanio: per tutti gli incontri della civetta
Come attraversare la notte?
E
ccoci al terzo incontro
della civetta: un momento
che il prof. Roberto Mancini
ha offerto ad un’assemblea
affollata. “Dall’altro al tu, la
relazione fino alla comunione” è il titolo della riflessione
che ha attirato tanti ascoltatori, pochi giovani, molto di
più i meno giovani. Incalzante e coinvolgente è stato
il ritmo delle sollecitazioni,
delle prospettive, dell’analisi
sull’attuale umano esistere
nella nostra società. Cruciale la domanda di fondo che
guida i nostri incontri della
civetta: Come attraversare
questa notte, questo buio
sociale ed individuale?
Precisa e sferzante è stata la
provocazione costante del
prof. Mancini: Riusciamo
a vincere la tentazione del
sonno, dell’addormentamento del bene e della giustizia,
fino a trasformarci in persone che collaborano al bene,
oppure cadiamo lentamente
in una tacita collaborazione al male, inevitabile, che
ci sovrasta perché incastra
meccanismi al di sopra di
noi? Riusciamo a mantenere
la nostra identità di persone
che conoscono un bene incarnato da Gesù e non possono far altro che tentare di
attuarlo ogni giorno, proprio
perché lo conoscono come
possibilità concreta, reale e
non come ideologia? Come
e con quali ultimi, con quali
poveri stiamo camminando
verso quella porta che non
ci lascerà passare da soli?
Profonda e impegnativa la
riflessione proposta sull’individualismo che inevitabilmente ci porta a negare
l’indispensabile legame con
l’altro, con quel “tu” senza il
quale non possiamo attuare la realtà di creatura che
si relaziona, sia al fratello
che al Creatore. Con che
armi affrontare questa ve-
glia, questa necessità di stare
ad occhi aperti? Mancini ci
ha presentato nella “buona
mediazione” quella relazione d’amore contro corrente
che ci permetta di dare una
svolta critica e feconda nelle
scelte concrete.
Ancora provocatoria e carica
della necessità di ulteriore riflessione la constatazione che
in tutto ciò, il cristiano assiduo, praticante, obbediente,
rischia più di chiunque altro
di vivere un inconsapevole
sonno profondo, dove paura,
assuefazione, luoghi comuni
non gli permettono di vedere la realtà con la dignità di
creatura chiamata ad una rinascita alla felicità. Urgente
dunque diventare persone
nuove, attente a se stesse ed
all’altro con la stessa inscindibile cura, con la stessa
tensione verso l’irrinunciabile bene. Davvero molti gli
spunti per ulteriori confronti
e risonanze.
Il quarto incontro “della
civetta” avrà luogo la domenica 15 febbraio alle ore
15,30. Si concluderà con il
Vespro insieme con la comunità del Centro di Spiritualità a Castelplanio. Tutti
sono invitati.
In Cattedrale la religiosità popolare
Venerdì 27 febbraio ore
21 a Jesi al Teatro Studio Valeria Moriconi nell’ambito della Rassegna
Scompagina/2 Libri in
scena con dedica a Valeria Moriconi e in collaborazione con la Diocesi di
Jesi per l’ottavo centenario
della Cattedrale medievale - La Macina & Lo Sperimentale Teatro A porteranno in scena “PIANGE
PIANGE MARIA POVERA DONNA… Tradizione
e religiosità nella cultura
orale umbro-marchigiana”.
Lo spettacolo è firmato
nella regia da Allì Caracciolo; interpreti e musici
sono Maria Novella Gobbi,
Gastone Petrucci, Fabio
Bacaloni, Marco Gigli, Roberto Picchio, Adriano Taborro. La ricerca e direzione musicale è di Gastone
Petrucci, la ricerca per la
sezione teatro di Giorgio
Sposetti, l’organizzazione
tecnica di Giorgio Cellinese, i costumi di Maurizio Agasucci. L’ingresso
allo spettacolo è gratuito
con assegnazione del posto obbligatoria fino ad
esaurimento disponibilità.
Informazioni: Fondazione
Pergolesi Spontini tel. 0731
202944
in un Santuario per un ritiro sta per il 2 febbraio…, ma le
spirituale: chiedono luce e doglie arrivano in anticipo
forza al Signore.
e i due sposi, immaginate
Il giorno dopo vengono da con quale animo, partono
me e mi dicono: “Abbiamo per Roma. Il bambino nasce
deciso; ci mettiamo nelle giovedì 29 gennaio e pomani di Dio e accogliamo il che ore dopo viene operato.
bambino come il Signore ce Mangia, strilla, si muove…,
lo dà”.
è sano. Poche ore fa i due
Il Vescovo: “Abbiamo prega- genitori mi hanno detto che
to…fra persone e famiglie si i medici non si pronunciaè formata una catena di pre- no… La sposina: “Il Signore
ghiera per sostenere i due fa cose grandi”. Ed io: “Sì. Se
sposi. La diagnosi del medi- ci mettiamo nelle sue mani e
co era chiara, ma loro erano confidiamo in Lui, il Signore
sereni. Solo che si sentivano non ci deluderà”. Il coro dei
giudicati male dalla gente bambini, alla fine della ceche non approvava la loro lebrazione, canta con gioia:
scelta… Cercano una Clini- “Mattone per mattone coca a Roma, dove trovano un struiamo la grande Casa”. E’
Primario che aveva fonda- la festa della Vita!
to un’Associazione di aiuto
Maria Crisafulli
alla vita. Dagli ultimi esami
Nelle foto di Lucia Romiti
clinici risulta che alcune
e Alessandro Priori un
vertebre del bambino co- momento della celebrazione
minciano a chiudersi. Passa
e Adriana Borgognoni
il tempo, la nascita è previdel Cav di Jesi
Moie: celebrata in parrocchia la Giornata per la Vita
“La vita è un tesoro”
“P
er me la vita è un dono
di Dio e un tesoro senza
confini; la vita è bella e gioiosa
e tutti i bambini dovrebbero
essere fortunati come noi. La
vita è ringraziare il Signore
e condividere le nostre cose
con i bambini che non hanno
niente. Nella vita dobbiamo
ascoltare quello che Gesù
ci dice; la vita è bella perché
non siamo soli!”. Sono alcune
delle tante espressioni che i
bambini dei gruppi di catechismo della parrocchia di Moie
hanno scritto e disegnato su
oltre cento bigliettini. Questi
messaggi sono poi volati lontano, appesi a tanti palloncini
colorati. Si è ripetuta così a
Moie una bella tradizione in
occasione della Giornata per
la Vita in cui i bambini sono
stati i veri protagonisti. La
celebrazione del battesimo
dei piccoli Andrea e Giulia
ha reso ancora più bella la
giornata perché il Battesimo
è “radicarci nella Parola di Dio”
ha detto il parroco don Fabio
Belelli che ha poi sottolineato
che è Gesù il vero
profeta che con la
sua Parola, più forte
di tutto, ci guarisce.
E’ la Parola di Dio
che aiuta a ritrovare
la giusta direzione
e dal Vangelo impariamo la bontà
di Dio, a fidarci di
Dio, a credere sempre nella vita e nelle
persone. I bambini
nei gruppi di catechismo avevano preparato dei cartelloni sulla vita e
sull’importanza della pace
leggendo anche alcuni articoli della Dichiarazione dei
Diritti dell’Uomo che è stata
scritta da sessanta anni ma
che è ancora attuale. “I diritti
riconosciuti e delineati nella
Dichiarazione – aveva detto
Giovanni Paolo II – si applicano ad ognuno in virtù della
comune origine della persona
che rimane il punto più alto
del disegno creatore di Dio
per il mondo e per la storia.
Tali diritti sono basati sul-
la legge naturale iscritta nel
cuore dell’uomo e presente
nelle diverse culture e civiltà”.
Tutte le persone che hanno
partecipato a questa celebrazione hanno ricevuto una
copia di questa Dichiarazione
e un messaggio sulla vita da
parte delle associazioni Avis
e Aido di Moie le quali hanno anche donato i palloncini
colorati. Ad ogni bambino è
stato dato un palloncino che
hanno poi, tutti insieme, lasciato libero di volare e portare il suo messaggio di pace
e di amore per la vita.
10
Cultura e società
8 febbraio 2009
DA JESI AD ANCONA: spettacoli di teatro più o meno convenzionale per il 2009
I
Contr aria: teatro per andare incontro alla vita
l germe della cultura ha da
tempo trovato territorio
fertile in Vallesina. Tante
sono le piccole ma ferventi
realtà, attive nei più svariati campi delle arti, pronte a
dare incondizionata ospitalità all’incontro tra chi l’arte la agisce e chi, invece, la
fruisce.
Teatrotello, affacciato sul
fiume Esino, nelle periferie
di Jesi (via Esino 13), sede
dalla Cooperativa Culturale
Jesina, è uno di questi spazi.
Luogo di ritrovo e riflessione tra artisti, di formazione
per amatori o aspiranti professionisti, di performance
spettacolari, opera nel vasto
mondo della cultura teatrale sotto l’egida del regista
Gianfranco Frelli e della
prof.ssa Patrizia Taglianini.
È partita a gennaio la rassegna Contr aria, con lo sco-
po di riunire scrittori di teatro, attori, acrobati e circensi
provenienti da tutto il mondo. Secondo gli organizzatori, «Contr aria è un luogo di
vita, di passioni, di coinvolgimento emotivo. Vogliamo
andare incontro all’aria per
sentirne tutti i suoni, per
avvertire le sfumature del
vento. Uomini comuni, figure non di successo, che pur
impegnandosi da sempre
nel teatro hanno rifiutato la
notorietà e la fama, lavorano per sondare i sentimenti,
per creare un’espressione vicina all’amore per l’uomo e
per la vita, in un mondo che
vada contro l’odio, il sangue,
la paura e il dolore».
Il cartellone è ancora ricco di
appuntamenti, che saranno
accolti in vari spazi teatrali
della provincia di Ancona.
Il più imminente è previsto
timo, provoca un terremo- ideali delle moltissime donne
to emotivo nei personaggi che hanno sacrificato la vita
presenti, che si trovano a per la libertà dal fascismo.
dover gestire la giornata più Il 9 maggio al Teatrotello, e
particolare della loro vita. Il il 16 maggio alla Casa delle
7 marzo, al Teatro “Valeria Culture di Ancona, “DesaMoriconi” di Jesi, andrà in parecidos. Argentina una
scena “In principio erava- tragedia italiana”, la storia di
mo bambini...”, spettacolo alcuni nostri connazionali
scritto ed interpretato da scomparsi in Argentina negli
20 ragazzi delle scuole su- anni 70. Il 30 e il 31 maggio,
periori di Jesi, inserito nel ancora al Teatrotello, “Decircuito “Teatri dell’Anima” liziami”, opera prima di un
della Commissione di Parità giovane jesino under 30. Il
della Regione Marche. Il 20 giugno, al Teatro “Mori21 marzo al Teatrotello, e coni”, “Strasse”, l’incubo di fail 28 marzo alla Casa delle scismo e nazismo visto ancor
Culture di via Vallemiano prima del suo attuarsi. Infine,
per il 14 febbraio, al Teatro- 21 e 22 febbraio, sempre al – Ancona, “I fiori futuristi”, il 29 novembre, ad Ancona,
tello, con il testo “Sangue Teatrotello, sarà la volta di per discutere col pubblico “Percussao”, festa finale con
per bene”, dove una madre è “È una caratteristica di fami- di amore, follia, novità, in acrobazie, trampoli, fuoco,
alle prese con la propria fol- glia”, nel quale l’arrivo in un maniera sognante e stralu- giocoleria, racconti e mimi.
lia, la famiglia, l’economia e ospedale di un’ex infermiera, nata. Il 24 aprile, al Teatro (L’ingresso agli spettacoli è
il Martini, in una vicenda di ex amante del dottor Mor- comunale di Monte san Vito, libero oppure di 5 euro; per
vita quotidiana a tratti esila- timore, nonché madre del “Nome di battaglia Maria”, info: 3331600201).
rante e a tratti amara. Poi, il figlio illegittimo di quest’ul- che ripercorre la vita e gli
Rosa Coscia
2 febbraio: Giornata della vita consacrata
“Figli preziosissimi”
C
ome ogni anno, il 2 febbraio abbiamo celebrato in Cattedrale la festa
della Presentazione al Tempio di Gesù,
nonché giornata della Vita Consacrata.
Ci siamo ritrovati per celebrare insieme i vespri ed ascoltare una riflessione
di padre. Valentino Natalini. Successivamente, abbiamo vissuto insieme la
celebrazione eucaristica, presieduta
dal nostro Vescovo don Gerardo ed
iniziata con la processione di tutti i fedeli con le candele accese verso l’altare,
simbolo della Chiesa che va incontro
al suo Sposo Gesù. Durante l’omelia il Vescovo
ha messo in evidenza
soprattutto il senso di
questa celebrazione, che
lega l’offerta di Gesù,
attraverso la quale abbiamo ricevuto il dono
della salvezza, all’offerta
di ogni consacrato, che
dona tutta la sua vita,
cercando di imitare il proprio modello,
Gesù stesso. E’ in questa appartenenza completa, a cui ogni consacrato è
chiamato, che acquista senso il dono
della sua vita, così come è stato per San
Paolo che gridava: “Cristo vive in me”,
coinvolto come era in questo appassionato rapporto con Gesù. La Chiesa
invita i consacrati a guardare se stessi
come figli preziosissimi - ha detto ancora don Gerardo - prediletti perché
chiamati a vivere un’offerta di se stessi
ad imitazione di Gesù, da cui scaturi-
sce un ruolo trainante nella Chiesa:
proprio perché chiamati per primi ad
essere santi, diventano un incoraggiamento per tutti alla santità; proprio
perché chiamati a testimoniare con
la loro vita la gioia che scaturisce dal
rapporto con il Signore, diventano il
segno di un Amore capace di colmare
il cuore della persona umana e al quale
non si può anteporre nulla; la Chiesa
ha bisogno di modelli autentici, capaci di mostrare che l’amore del Cristo
ci possiede, ci avvolge, ci coinvolge, ci
travolge! Il Vescovo ha terminato la sua
omelia chiedendo a Maria, modello di
ogni consacrazione, una intercessione
per tutti, affinché il sì di ciascuno sia
sempre pieno e generoso. Una celebrazione intensa, partecipata, sicuramente
incoraggiante per tutti: ringraziamone
il Signore e il Pastore della nostra Diocesi, don Gerardo, attraverso il quale
Lui ci parla.
Stefania Marchetti
Rinnovamento nello Spirito
Giovani e missione
“I
giovani sono chiamati da Dio a diventare
discepoli di Gesù. Egli vi
chiama per nome, vi invita
a non avere paura, e aspetta con grande trepidazione
il vostro sì”. Così, domenica
scorsa, presso la chiesa di
san Massimiliano Kolbe a
Jesi, ha parlato ai ragazzi del
Rinnovamento nello Spirito
marchigiano il coordinatore
regionale del Movimento,
Federico Luzietti. Circa 40
i partecipanti, tra i venti e
i trent’anni, provenienti da
tutta la regione, a partire
da San Benedetto, Ancona,
Urbino e Ascoli Piceno. Il
tema scelto per la giornata
è stato tratto dal vangelo di
Matteo: “E strada facendo,
predicate che il regno dei
cieli è vicino. Gratuitamente
avete ricevuto, gratuitamen-
Al Circolo “C.Ferrini”: conferenza del prof. Ciuffolotti – (1° parte)
“…Come stella in cielo in me scintilla”
P
er iniziativa del Circolo “Contardo
Ferrini”, il 27 gennaio, a Jesi, nella
sala-conferenze del Museo diocesano,
un pubblico numeroso e qualificato
ha potuto rivivere il clima degli anni
di scuola, da una parte o dall’altra, dai
banchi o dalla cattedra…, ascoltando una lezione di cultura e di vita sul
tema “Dante uomo e poeta alla ricerca
di Dio”.
Il relatore, prof. Enrico Ciuffolotti, per
molti anni docente di Lettere nei Licei
di Jesi e poi preside,
ha delineato la figura dell’uomo e del
poeta a partire dai ritratti di Giotto e
Raffaello e da alcune note biografiche:
lo “studente eccezionale” della Scuola
francescana di Santa Croce, l’incontro
con Beatrice, l’impegno politico e l’integrità morale di fronte alle fazioni in
lotta e al potere ambiguo e corrotto del
papa Bonifacio VIII.
Chiaro ed essenziale il riferimento alla
visione politica del cittadino Dante,
espressa nell’opera “De monarchia”, “in
bel latino”, dove l’Impero e la Chiesa
sono rappresentati come “due soli”che
illuminano il cammino dell’uomo verso
la felicità terrena e la beatitudine celeste; a patto che Chiesa e Impero abbiano autonomia reciproca, perché la
fusione fra potere temporale e potere
spirituale porterebbe grave danno alla
società. Questa visione etica della politica fa capire come in Dante possano
convivere il rispetto per l’autorità della
Chiesa, la “reverenza delle sante chiavi”,
e le invettive contro il potere temporale dei papi.
Una vita piena di esperienze dramma-
Diocedi di Jesi_manifesto_san valentino:Layout 1
tiche che culminano nell’avventura
dell’esilio, quando il Poeta dovrà imparare giorno dopo giorno “sì come
sa di sale/ lo pane altrui, e come é
duro calle/ lo scendere e salir per
l’altrui scale” (Par.17°, 58-60).
Continua al prossimo numero
Maria Crisafulli
Foto Franco Grilli
Matelica: restauri alla chiesa del Suffragio
Sono state ricollocate negli altari della chiesa del
Suffragio di Matelica, al termine del restauro, le
due ampie tele settecentesche di Biagio Puccini,
raffiguranti: “Madonna col Bambino in trono, S.
Pio V e S. Francesco di Paola” e “Madonna col
Bambino e Santi”. Il complesso e delicato intervento
di recupero è stato condotto dalla restauratrice
Melissa Ceriachi, affidato dalla Soprintendenza dei
Beni Artistici e Storici delle Marche.
Sabato 7 febbraio, alle ore 16, nella chiesa del
Suffragio, il vescovo di Fabriano e Matelica, mons.
Vecerrica presiederà la presentazione
delle due opere, il dott. Barucca della
Soprintendenza e la restauratrice Ceriachi
illustreranno il lavoro di recupero.
2-02-2009
9:53
te date”. Un Dio che rispetta
la libertà dell’uomo, l’unico
in cui può esserci salvezza,
la risposta al cuore inquieto di ogni giovane. E alla
missione, Luzietti, durante
la sua catechesi ha invitato
tutti. Anche se costa fatica,
anche se si rischia di essere
presi in giro. Il coordinatore
ha esortato ad evangelizzare
con coraggio, nella certezza
di essere sostenuti dall’amore di Dio. Uno stile, quello
dell’evangelizzazione, che
certo non manca ai giovani
del Rinnovamento, spesso
impegnati nelle cosiddette
missioni di evangelizzazione. L’incontro – il primo del
2009 – è iniziato alle ore 10 e
si è concluso nel pomeriggio
con la santa Messa celebrata
dal consigliere spirituale regionale don Luca Principi. A
promuoverlo, la
delegata regionale per i giovani Valentina
Girolimetti.
Lucia Romiti
Pagina 1
Diocesi di Jesi
L’Opera onlus
San Valentino
festa degli innamorati
Jesi
sabato 14 febbraio 2009
ore 19,00
Santuario delle Grazie
S. Messa
presieduta da
Mons. Gerardo Rocconi
con benedezione delle coppie,
fidanzati e sposi
ore 20,30
Cena delle coppie e serata danzante
previa prenotazione entro il 10 febbraio 2009
340.6452327 (Sandro) - 340.5403028 (Danilo)
proposto da
Comunione e Liberazione
in collaborazione con
Azione Cattolica
Vallesina
8 febbraio 2009
11
CUPRAMONTANA: presentato il 25° volume della collana La Pieve
L
Dialetto: parole del cuore
a settimana scorsa a Cupramontana è stato presentato
il 25° volume della Collana La
Pieve: “Il collezionista di Lampi”,
un’antologia di poesie in dialetto
cuprense, scritto e curato da Pietro Anderlucci. Gremita la chiesa
di San Leonardo che ha ospitato
l’evento ed ha visto l’intervento
dello storico Riccardo Ceccarelli, del parroco don Giovanni
Ferracci, creatore della Collana e,
naturalmente, dell’autore. L’importanza di questo libro, spiega
Ceccarelli, sta nel fatto che raccoglie scritti dialettali dove dentro vi si ritrova Cupramontana
nel ‘900, perché i poeti sono tutti
del ‘900. La parola vernacolare
ha un significato diverso dalla
parola italiana, questa non serve per comunicare con il mondo,
ma serve a far dialogare insieme
la gente del paese, aiuta a farsi
comprendere. La parola dialettale si caratterizza come parola che
trasferisce all’esterno quello che
si ha nel cuore. Questa pubblicazione, nata quasi a complemento
del “Vocabolario di Cupra Montana” di Mauro Perticaroli, aiuta a
salvaguardare il dialetto cuprense,
un’operazione importante perché
nel dialetto vi ritroviamo tutto un
paese, un vissuto e il quotidiano
della gente. L’autore ha invece
sottolineato, ai tanti presenti, il
fine che ha voluto perseguire con
questa sua pubblicazione: recuperare il dialetto nella forma, ma
soprattutto nel suono, grazie al
CD allegato al libro, dove quattro
voci narranti cuprensi leggono
buona parte delle poesie raccolte.
A termine dell’antologia anche un
insieme di filastrocche, stornelli,
ninne nanne, etc, oltre che un piccolo glossario per comprendere
alcuni termini dialettali presenti
nelle poesie. La scelta del titolo,
Il collezionista di lampi, nasce da
una visione ottimistica della vita:
a volte la vicende della vita fanno sì, spiega l’autore, che il cielo
si oscuri, ma basta un lampo di
luce per raggiungere la meta e se
il buio persiste, si aspetta il prossimo lampo. “Ho vissuto lo stesso effetto del lampo alla lettura
di una vecchia poesia, che in un
momento buio della mia vita mi
ha permesso di avere la risposta
che cercavo. Così avendo raccolto
in questa antologia diverse poesie
di vari autori sono diventato un
collezionista di lampi”. Ricordia-
Fava e Brescianini sulla questione riconversione Sadam
Continua il dibattito
“R
iconversione Sadam…
anche una questione
etica”: un dibattito di quasi
tre ore il 30 gennaio nel Palazzo dei Convegni di Jesi,
organizzato dal Comitato
per la tutela della salute e
dell’ambiente della Vallesina. Due relatori di spessore,
mondo laico e mondo cattolico che si ritrovano a discutere la spinosa questione:
il prof. Gabriele Fava, esponente dell’associazione Italia
Nostra, e padre Natale Brescianini, priore dell’eremo di
Monte Giove (Fano).
Voce autorevole della socie- vuole fermezza di carattere
tà civile, Fava ha esposto le politico, una scelta che salragioni di un “ragionevole vaguardi una parte di prono” a questa proposta di ri- fitto ma non comprometta
conversione, ricordando, ad l’intero assetto del territoesempio, il rapporto Onu rio».
secondo cui per ogni dolla- L’intervento di padre Brero dall’industria dell’olio di scianini ha preso le mosse
palma se ne perderebbero dal Compendio della dotda 50 a 100 per le aumenta- trina sociale della Chiesa
te emissioni di CO2. Ma c’è del 2004, dove si dedicava
soprattutto la questione mo- una parte specifica al tema
rale: «il genocidio delle po- ambientale. E i criteri sono:
polazioni indigene strappate «bene comune, destinazioalle loro foreste, lo sterminio ne universale dei beni, susdegli animali che perdono sidiarietà, partecipazione,
il loro habitat, con l’estin- solidarietà, in un quadro in
zione di numerose specie» cui l’ambiente è una casa e
chiarisce il professore «l’in- non una risorsa». Questo il
cremento della produzione concetto forte: «essere dodi biodiesel da olio, inoltre, minatori della Terra, bibliche ha fatto schizzare verso camente, vuol dire mettersi
l’alto i prezzi, quello dell’olio al servizio della Terra e credi palma a + 70%».
are l’armonia». Il religioso
Critico verso i moderni modi camaldolese pone l’accento
di produzione e di consumo sulla ricerca di nuovi stili di
«tutt’altro che coerenti con vita, «sobri, giusti e solidauna prospettiva di sviluppo li», sulla pazienza, «perché
sostenibile» Fava attacca la per i cambiamenti ci vuole
modalità di realizzazione tempo», e sulla «speranza,
dell’energia pulita «senza un non solo nel buon Dio ma
piano programmato, e con negli uomini e nelle donne»,
iniziative, prevalentemente e parla di una Chiesa che si
di tipo privato, condotte se- sta aprendo ai temi del ricondo la legge del massimo spetto ambientale.
profitto economico, con le Tanti i cittadini ad interveamministrazioni pubbliche nire, tra chi invoca un reche spesso subiscono quelle ferendum, chi pretende un
scelte». Indica infine alcune percorso partecipato, chi
applicazioni ecologiche pra- condanna la politica «che
ticabili, come le biomasse non dice la verità, come per
verdi, il solare, il mini-eolico la turbogas». Intervengono
per piccole utenze domesti- anche i consiglieri comunali
che, il geotermico da giardi- Melappioni e Rossetti (Jesi
no o da pozzo, il micro idro- è Jesi), a ribadire il loro “no”
elettrico, l’impiego di moto alla riconversione.
ed auto elettrici a ricarica E il Comitato continua la
fotovoltaica.
Traduzione: raccolta di firme per otposti di lavoro, risparmio tenere la bonifica dei siti
energetico, problema nelle ex zuccherificio, per cui in
mani più etiche dei cittadini, consiglio comunale è stato
in collaborazione tra loro o approvato un tavolo tecnico.
con le amministrazioni lo- Presidente e vicepresidente
cali. «Da jesino non capisco (Marco Gambini-Rossano
come si possa credere ad e Massimo Gianangeli) riun’operazione come quella badiscono: «in una zona
proposta» conclude Fava «ci AERCA (ad elevato rischio
mo che all’interno dell’antologia
troviamo autori viventi e non viventi di Cupra Montana, tra cui
degli inediti di un giovane Luigi
Bartolini. A rendere la serata
ancora più piacevole è stata la
lettura delle poesie dal vivo, con
accompagnamento musicale del
Maestro Fisarmonicista Giole
Zampa, delle voci del CD che
sono quelle di: Anastasio Priori,
Catia Paccusse, Paola Pittori ed
Elisa Scuppa. La chiusura è andata al sindaco, Fabio Fazi, e al
vicepresidente della Fondazione
Cassa di Risparmio Cupramontana e Fabriano, Vittorio Gagliardini, che ne ha permesso
la pubblicazione. L’intervista
all’autore è visibile al sito: www.
vallesina.tv.
Cristiana Simoncini
San Marcello: convegno nazionale su Antonio Meucci
S
Storia e tecnologia del telefono
i è parlato di storia, di cultura e
di tecnologia in modo semplice,
facilmente comprensibile ma, allo
stesso tempo, in modo approfondito e professionale. E’ questo il segreto del successo del convegno nazionale dedicato alla figura di Antonio
Meucci, tenutosi a San Marcello
venerdì 23 gennaio. Autorità politiche e militari, esperti di telecomunicazioni ma soprattutto giovani
studenti hanno gremito il Teatro
Ferrari per l’ultimo appuntamento
con le celebrazioni del Bicentenario
della nascita di Antonio Meucci, inventore del Telefono. Dopo i saluti
di rito da parte delle istituzioni locali e regionali (presente tra gli altri anche
il consigliere regionale Katia Mammoli), la
parola al prof. Fausto Casi, ideatore dell’iniziativa e direttore del Museo dei Mezzi di
Comunicazione di Arezzo, con un excursus sulla vita dell’inventore toscano. Molto
apprezzati gli interventi del collezionista
Giuseppe Renzini, di David Sani, esperto di
tecnologia delle telecomunicazioni, di Gianfranco Gervasi, presidente dell’Associazione Radioamatori Italiani e di Alfonso Maria
ambientale), abbiamo un siCapriolo, presidente del Sistema Museale di
stema di monitoraggio che
Ancona. Grande assente lo storico della tenon funziona e né Arpam né
lefonia nella Vallesina Fioravante Fornaroli,
assessore ci hanno spiegato
figlio di Arnaldo Fornaroli, uno dei primi
perché. L’Europa ha parlache, nel 1913, portarono la rete telefonica in
to chiaro con la risoluzione
Vallesina. A conclusione del convegno, model 17 dicembre 2008. Chiederato dalla giornalista Catiuscia Ceccarelli,
diamo che il progetto venga
imperdibile la visita al prestigioso Museo del
cambiato e sia sostenibile
Telefono che conferma San Marcello alla riambientalmente e lavoratibalta della cultura nazionale.
vamente; non vogliamo arric.c.
vare a rivendicare dei diritti
per via giudiziaria, ma diciaAl Palascherma il XXX convegno di Filatelia e Numismatica
mo a chi firmerà l’accordo
che poi pagherà con nome
e cognome per i danni alla
comunità».
i è svolto presso la Palemanifestazioni. Una granIntanto Gaetano Maccaferri,
stra per la Scherma, nei
de passione la sua, nata in
presidente del gruppo omolui che era ancora bambino,
nimo, di cui fa parte Erida- giorni 17 e 18 gennaio, il
XXX Convegno sulla Filatecirca cinquantacinque anni
nia Sadam,
fa, quando con la sua clastorna a farsi sentire. An- lia e la Numismatica, orgase elementare visitò per la
che il caso di Jesi compare nizzato dal Circolo Filateprima volta il museo di Jesi.
nell’intervista pubblicata il lico e Numismatico di Jesi
Dopo aver visto tutti quei
31 gennaio sul quotidiano “Federico II”.
vecchi oggetti e i reperti ronazionale il Giornale, in cui Collezionisti, commercianmani, cominciò a raccoglieMaccaferri punta il dito su ti, curiosi provenienti da
re e a mettere da parte qualComuni e “comitati pseudo- ogni parte d’Italia si sono
siasi cosa appartenesse al
ambientalisti”, che ostacole- incontrati negli ampi spazi
passato. Oggi, in una grande
rebbero i progetti di energia del Palazzetto, proponendo
stanza, conserva sia ciò che
pulita, e invoca la nomina proprio di tutto: cartoline
trova da solo, sia ciò che gli
di commissari per garantire d’epoca, francobolli, monete,
vecchie figurine di calciatori
offre la gente, che ormai col’interesse nazionale.
È di questi giorni una dura e schede telefoniche, calen- gadget pubblicitari, manife- nosce la sua passione e…il
stini teatrali, foto, libri…Un suo tallone di Achille, fatto
nota delle segreterie citta- darietti, libri…
dine di Rifondazione e del Unitamente al mercatino, patrimonio di Antichità e di dai dirigibili dell’ormai legPartito dei comunisti italiani, l’associazione ha esposto le Storia che Ambrosi ha sem- gendario hangar jesino.
Fotoservizio Paola Cocola
che condannano «l’atteggia- numerose medaglie da essa pre prestato e presta tuttora
mento di chiusura del grup- coniate in questi anni e le generosamente per la realizNella prima foto Fabio
po Eridania Sadam e la man- recenti pubblicazioni per zazione di libri e importanti
Ambrosi
cata presentazione da parte immagini realizzate da Vitdella società di un qualsiasi torio Cappannari sulla Jesi
ulteriore documento tecnico di una volta. C’era anche
e progettuale», mentre chie- Fabio Ambrosi, il più grandono a sindaco e assessori de collezionista della città.
competenti informazione e La sua raccolta conta oltre
20000 pezzi tra carte intestapercorsi partecipativi.
La scadenza del 5 marzo te, lettere, statuti di diverse
(vertice al Ministero delle società jesine, timbri, annulpolitiche agricole) si avvici- li, sigilli, manifestini pubblicitari, prezzari: materiali
na.
Maria Chiara La Rovere vari di un’epoca compresa
tra il 1500 e il 1950…E poi
Nella foto: da sinistra
oggetti della vita economica,
Gabriele Fava, Marco
utilizzati nelle Filande, nelGambini-Rossano, Massimo
le aziende Zappelli, Guerri,
Gianangeli, padre Natale
Sima, Pieralisi…E ancora
Brescianini
S
Una invincibile passione…
12
Jesi
8 febbraio 2009
Moie: una delegazione albanese visita la scuola
Conoscersi per integrarsi
U
na delegazione albanese del distretto di
Durazzo è stata ospite, il
28 gennaio scorso, presso l’Istituto Comprensivo
“Carlo Urbani” di Moie, accompagnata dall’assessore
ai servizi sociali di Maiolati
Spontini Manolo Bucciarelli e da Giampaolo Gherardi della Cooss Marche.
Nell’incontro con la realtà
scolastica è avvenuta la
presentazione del progetto
Ccosla (Costruzione di Centri di Aggregazione Femminile e Giovanile nell’area di
Spitalla-Durazzo-Albania),
promosso da EuropeAid,
la Direzione generale della
Commissione Europea responsabile della gestione dei
programmi e dei progetti di
assistenza esterna nel mondo. Il progetto Ccosla mira
ad accrescere la presenza
delle Organizzazioni non
Governative a Durazzo (la
più antica e la più importante città albanese, dopo
la capitale Tirana), per migliorare la qualità della vita
degli abitanti, attraverso
l’integrazione dei soggetti
più esposti al disagio sociale.
La delegazione era costituita
dal Provveditore della Regione Durazzo Vasillag Papai, dal sindaco di Gramsh
Kastriot Zero, dalla presidente dell’associazione delle
donne con problemi sociali
di Durazzo Bajana Zevelì,
da progettisti e i responsabili albanesi e da Giampaolo Gherardi, esperto della
Cooss Marche, associazione
partner del progetto Coosla.
Durante l’incontro si è parlato anche dei sistemi scolastici italiano ed albanese, uno
scambio di notizie che ha
evidenziato gli stretti legami
fra la comunità albanese e
quella italiana. L’italiano è
la seconda lingua straniera dopo l’inglese in Albania. – ha spiegato il Provveditore di Durazzo - Da noi
è indispensabile studiare
l’italiano per comunicare
con le tante famiglie albanesi che vivono in Italia e
perché tanti giovani, terminate le scuole superiori,
decidono di venire in Italia
a frequentare l’Università. Noi siamo interessati
alla collaborazione con la
scuola italiana per scambi
di esperienze, di curricula,
per mantenere un legame
con gli albanesi emigrati
nel vostro paese. Il Diri-
gente Scolastico di Moie,
Nicola Brunetti, evidenzia
la forte presenza di alunni
stranieri nell’Istituto (circa il 15%, con una predominanza albanese) Per far
fronte a questo fenomeno
e rispondere in modo adeguato, la scuola e i Comuni
interessati hanno istituito
il Laboratorio Linguistico
Territoriale - ha detto Brunetti - una struttura educativa che ha il compito di
accogliere alunni stranieri,
accompagnandoli
verso
l’integrazione. Organizziamo, inoltre, corsi di italiano e di informatica per gli
adulti stranieri. La scuola
cerca di farsi carico dei
problemi e di dare risposte
positive affinché sia possi-
bile una vera integrazione.
Dall’incontro è emersa la
volontà della delegazione
albanese di cooperare con i
Paesi, le istituzioni internazionali, le associazioni, gli
enti desiderosi di migliorare le condizioni di vita
dell’infanzia, dei giovani e
dei soggetti più esposti al
disagio sociale, per costruire un tessuto sociale partecipativo e democratico.
Fotoservizio
Tiziana Tobaldi
Nella foto: la delegazione
albanese con il Dirigente
Scolastico di Moie Nicola
Brunetti, l’assessore ai
servizi sociali di Maiolati
Spontini Manolo Bucciarelli
e l’esperto della COOSS
Marche Giampaolo Gherardi
La diversità è ricchezza. Una città a colori: dalla relazione del sociologo Vittorio Lannutti (2° parte)
Le seconde generazioni e l’integrazione
Che cosa si intende per seconde generazioni
Per seconde generazioni si intendono i figli degli stranieri
nati nel Paese ospite o i ragazzi
immigrati che hanno qui compiuto la formazione scolastica
primaria e oltre.
Il problema delle seconde generazioni si pone non perché
i giovani di origine immigrata
siano culturalmente poco integrati, ma al contrario perché,
essendo cresciuti in contesti
economicamente più sviluppati, hanno assimilato gusti,
aspirazioni, modelli di consumo propri dei loro coetanei
autoctoni. Diventati adulti,
come gli autoctoni tendono a
rifiutare le occupazioni subalterne accettate di buon grado
dai loro padri. Se non hanno
successo nella scuola, e se non
riescono a trovare spazio nel
mercato del lavoro qualificato,
i figli di immigrati rischiano
di alimentare un potenziale
serbatoio di esclusione sociale,
devianza, opposizione alla società ricevente e alle sue Istituzioni.
Le seconde generazioni in
Italia
In Italia per seconde generazioni si intendono le seguenti
situazioni:
- minori nati in Italia
- minori ricongiunti (tra i quali
sono compresi sia coloro che
sono giunti in età prescolare
che coloro che sono arrivati
dopo aver iniziato la scolarizzazione nel proprio Paese)
- minori giunti soli (e presi in
carico da progetti educativi
realizzati in Italia)
- minori rifugiati (“bambini
della guerra”)
- minori arrivati per adozione
internazionale
- figli di coppie miste.
Il numero di minori di origine
straniera presenti in Italia, tra
nati e ricongiunti, al 31 dicembre 2007, era di 767.060 di cui
450.000 sono nati sul territorio italiano; nel solo 2007 ne
sono nati 63.000. Nelle scuole
italiane vi sono 594.133 alunni
stranieri (con un aumento annuo di circa 70.000 studenti)
e 45.000 giovani iscritti nelle
Università, con 5.000 nuovi
laureati ogni anno. L’incidenza degli studenti sull’insieme
della popolazione scolastica è
del 6,4%.
A differenza degli altri Paesi
con una tradizione migratoria
più lunga, in Italia le seconde
generazioni sono un fenomeno ancora molto recente,
quindi non si è ancora giunti
ad un modello teorico unico
di riferimento; tuttavia, negli
ultimi anni i sociologi stanno
svolgendo numerose ricerche
per comprenderne i vari risvolti. È interessante ciò che
evidenzia Maurizio Ambrosini riguardo la non-conoscenza della lingua all’arrivo
dei migranti, a differenza, per
esempio di quanto accade in
Francia o in Gran Bretagna,
i cui immigrati provengono
principalmente dalle ex colonie, quindi non hanno difficoltà di comprensione della
lingua. Questo è determinante per i processi di inclusione
e di integrazione, soprattutto
delle seconde generazioni che
sono uno snodo strategico, un
passo irreversibile nell’adattamento reciproco tra immigrati
e società ricevente. Il modo in
cui queste entrano a far parte
della società è fondamentale
sia per le società che da essa
scaturiscono, sia perché retroagisce su quella precedente.
I segnali di allarme sono: gli
insuccessi
nell’inserimento
sociale delle seconde generazioni con fallimenti scolastici,
la marginalità occupazionale,
la segregazione residenziale e
i comportamenti devianti. Alla
luce di ciò c’è da considerare
che questi giovani immigrati,
in genere, frequentano poco le
associazioni di immigrati, preferendo i passatempi dei loro
coetanei italiani.
Ciò che si sta verificando in
Italia è che da un lato abbiamo
l’aumento di giovani immigrati nelle scuole superiori e nelle
Università, e dall’altro fenomeni di marginalità tra i figli
di lavoratori in occupazioni a
basso riconoscimento sociale,
mentre sono più integrati i figli dei lavoratori indipendenti.
Se le seconde generazioni non
riescono bene a scuola e non
trovano lavori qualificati rischiano di restare escluse, ciò
può comportare devianza ed
opposizione alla società ricevente.
Le seconde generazioni nelle Marche
Nel 2006 le seconde generazioni presenti nella nostra regione erano 24.047. Nell’anno
scolastico 2007/2008 essi rappresentano 1’11% degli alunni
presenti nelle scuole di Infan-
zia, Primaria e Secondaria di
primo grado (rispettivamente
6,7%, 7,7% e 7,3% il dato nazionale) e costituiscono il 6,8%
in quella di secondo grado (il
dato nazionale è 4,3%). Le comunità con il maggior numero
di alunni stranieri sono: albanese, marocchina, macedone,
romena e cinese.
Le dinamiche familiari
La famiglia è l’agenzia di socializzazione nella quale l’individuo impara a distinguere tra la
sfera privata e quella pubblica
dell’esistenza, tra un dentro e
un fuori, così l’individuo impara che ci sono dei confini. Tuttavia, la famiglia contemporanea, parallelamente a quanto
sta succedendo all’intera società, sta vivendo un continuo
spostamento di questi confini,
quindi un rimodellamento
della sua struttura interna e
dei suoi principi base. Questo
processo di rimodellamento
implica un momento di crisi e
se la famiglia costituisce il nesso simbolico tra le generazioni
ascendenti e quelle discendenti, nel momento in cui si parla
di crisi della famiglia, ci troviamo di fronte ad una perdita di
identità generazionale. A ciò
non sono immuni le famiglie
migranti. All’interno della famiglia migrante, entrambe le
generazioni, seppur con delle
differenze, sono tenute a rielaborare la propria identità
alla luce di una simultaneità
che implica il prima e il dopo
la partenza ed il qui e l’altrove
rispetto al luogo dove si vive,
anche perché la famiglia in
migrazione si trova a vivere
la discrepanza tra due modi
di concepire sia il mondo, sia
i rapporti familiari (marito moglie, genitori - figli).
Nel rapporto tra le due generazioni il nuovo contesto sociale rimette in discussione i
comportamenti legati alla tradizione e si possono verificare
scontri causati dall’acquisizione dei modelli di vita della società d’accoglienza da parte dei
giovani, che non si riconoscono più in quelli della società di
provenienza, proposti dai genitori, anche se la provenienza
nazionale dei genitori tende
comunque a essere un criterio
rispetto a cui essi definiscono
la propria identità (C. Marra,
2005). Le famiglie migranti
sono state viste alternativamente come unità portatrici di
valori normativi e pratiche sociali “tradizionali”, come la netta divisione dei ruoli maschili
e femminili, la devozione dei
figli nei confronti dei genitori,
l’attaccamento agli interessi
della famiglia, regolati dal padre, a discapito dell’affermazione individuale; oppure, al
polo opposto, come vittime
di processi di disintegrazione
e perdita di influenza normativa nell’impatto con il mondo
Occidentale. Assetti e comportamenti
“moderni”, tensioni
emancipative e rifiuto di assetti patriarcali, investono anche le
famiglie coinvolte nei processi
migratori.
L’integrazione scolastica
La scuola è stata studiata come
il possibile trampolino della
promozione sociale oppure
come l’istituzione sociale in
cui si determinano le premesse per il confinamento dei figli
degli immigrati ai margini della buona occupazione e delle
opportunità di effettiva integrazione nelle società ospitanti. Il livello di istruzione
dei genitori è il più importante
predittore del successo scolastico. Il funzionamento dei sistemi scolastici si vede dal grado di apertura verso gli alunni
con un background linguistico
e culturale diverso, dagli investimenti nell’accompagnamento del loro inserimento e
nell’educazione interculturale
come valore.
La distribuzione di alunni stranieri nelle scuole italiane è più
elevata nelle scuole elementari, seguite dalle medie e dalle
materne. Molto più contenuta
è la presenza nelle scuole medie superiori. Il fenomeno migratorio, in ambito scolastico,
comporta le seguenti problematiche: accoglienza, incontro
tra culture diverse, preparazione degli insegnanti, riuscita
scolastica e scelte future, ecc.
La riuscita scolastica può essere definita in larga misura dal
grado di benessere/disagio, dal
grado di sicurezza/insicurezza,
dalle aspettative alte o basse
verso il proprio futuro. Un certo peso lo ha anche lo status
socio-economico.
Un fattore di potenziale insuccesso e di difficoltoso inserimento per gli alunni stranieri
nella scuola italiana è rappresentato dal ritardo scolastico e
cioè la differenza temporale in
termini di anni fra classe in cui
lo studente è immesso e quella
teorica in cui dovrebbe essere
collocato in base alla sua età.
In molti casi accade che, per
via delle difficoltà linguistiche e di deficit di conoscenze,
molti alunni stranieri appena arrivati in Italia vengano
collocati in classi non corrispondenti alla loro età. Questi
fenomeni sono molto diffusi:
circa quattro alunni stranieri
su dieci, con una percentuale
di circa due punti. La situazione in provincia di Ancona non
si discosta in maniera sensibile
da quella nazionale.
(continua)
Fotoservizio Paola Cocola
Jesi: un corteo di donne per la pace
Nasceranno uomini migliori?
N
asceranno da noi
uomini migliori. La generazione che dovrà venire
sarà migliore di chi è nato
dalla terra, dal ferro e dal
fuoco. Senza paura e senza
troppo riflettere i nostri
nipoti si daranno la mano e
rimirando le stelle del cielo
diranno: «Com’è bella la
vita!»
Intoneranno una canzone nuovissima, profonda
come gli occhi dell’uomo,
fresca come un grappolo
d’uva, una canzone libera e
gioiosa.
Nessun albero ha mai dato
frutti più belli. E nemmeno
la più bella delle notti di
primavera ha mai conosciuto questi suoni, questi
colori…
Con queste parole il poeta
turco Nazim Hikmet lanciava, nella prima metà del
secolo scorso, un inno di
speranza nell’avvenire e di
fiducia nelle future generazioni per la costruzione di
un mondo migliore, fatto
di gioia di vivere, di amore
e pace.
Allo stesso modo sabato 31
gennaio, il nero filo spinato disegnato sugli striscioni che
delimitavano il corteo fatto
soprattutto di mamme, anche con il pancione, che ha
sfilato lungo corso Matteotti
-, germogliando in un ramo
verde e rigoglioso di foglie
e di fiori, ha rilanciato lo
stesso messaggio. Quasi una
dolce invocazione tra la folla
a tratti interessata e a tratti
indifferente…E, al tempo
stesso, una promessa forte
e determinata a favore della
vita in un mondo di pace,
contrario a tutte le guerre.
Fotoservizio Paola Cocola
13
In dialogo
Opinioni
a confronto
8 febbraio 2009
In questa rubrica diamo spazio a lettere, opinioni o contributi dei lettori. Chiediamo agli scriventi di essere sintetici. La
pubblicazione non significa condivisione dei contenuti. Le lettere, per essere pubblicate, devono contenere esplicitamente il nome,
l’indirizzo e il numero di telefono del mittente Gli scritti si possono inviare per email a [email protected]
I vantaggi del federalismo
Egregio Direttore,
anche questa settimana lo scrivente il fondo di prima pagina mi obbliga a rispondere sulla sua interpretazione della rivoluzione fiscale.
Il pessimismo dell’autore nasce dal fatto che da sempre è stato un intellettuale molto orientato e, come tale, legge il Corriere della Sera
a cui attribuisce – per quello che scrive – poteri di lex e fede cieca
come se fosse il Vangelo. Ma non lo è.
Per Massaccesi la sostanza del discorso si racchiude nel concetto
populista messo in bocca a Bossi: “il Nord d’Italia cammini per la
sua strada in modo spedito, il Sud vada a remengo”. Perdendosi
in elucubrazioni sui servizi, sulla burocrazia, le tasse, ecc. fornendo,
ovviamente, la sua versione; sul fatto che il ministro Tremonti “non
è in grado, ad oggi, di prevedere l‘onere finanziario che la riforma richiede”. Per concludere con un altro “delirium”: “il federalismo
fiscale costituisce il primo grande passo verso la separazione del
Nord dal Sud. E’ il grande sogno della Lega”.
Non mi interessa come abbiano votato i partiti; vado al concreto e
non cito il giornale “X” o il giornale “Y”, ma lo studio della CGIA di
Mestre (basta andare sul sito dell’organizzazione sindacale). Credo
che il centro studi della CGIA di Mestre sia al di sopra delle parti,
tanto che istituzioni pubbliche, sindacali, partiti, considerano quanto
sostiene di grande serietà e precisione. Anche nella circostanza della
riforma federale. Oggi ogni italiano versa in media il 77,7% allo Stato
e solo il 22,3% finisce nelle casse degli enti locali. E’ il dato più importante dell’area euro, senza contare che l’attuale pressione tributaria sul lavoratore , cioè la quota di reddito che finisce all’erario, sfiora
il 30%. In termini reali a fronte di 459,8 miliardi di euro di entrate
tributarie totali registrate nel 2007, 357,1 vanno all’erario e “solo”
102,7 miliardi alle amministrazioni locali. Ciò vuol dire, secondo il
direttore della CGIA di Mestre, che l’autonomia fiscale dei nostri
territori, rispetto ai principali Paesi europei, è ridotta al minimo.
Invece la nuova legge delega approvata in questi giorni dal Senato
prevede che gli enti locali avranno la possibilità di compartecipare
ai tributi dello Stato (Iva, irpef, imposta sugli immobili) per finanziare l’erogazione dei servizi, senza contare che gli enti territoriali
saranno coinvolti nell’attività di contrasto all’evasione fiscale.
Potrei dilungarmi per illustrare meglio i punti cardine dell’attuazione dell’articolo 119 della Costituzione (il Federalismo non è una
invenzione della Lega) non commentando il documento, ma giornalisticamente riportando i punti principali della legge. Mi rendo
conto, però, che le ruberei troppo spazio per una “chiarificazione”
che forse a molti lettori non interessa.
Una cosa ancora me la deve permettere, però. Sui dubbi di Tremonti evidentemente Massaccesi non ama molto seguire altri mezzi di
informazione al di fuori del Corriere della Sera, perché se guardasse anche la TV, quella di Stato, non quella di Berlusconi o di
Murdoch, forse qualcosa di più sull’argomento avrebbe saputo. Un
paio di domeniche fa su canale 3 della Rai, nella rubrica di Lucia Annunziata, è stato intervistato il ministro Calderoli sull’argomento. E
Calderoli ha reso noto che Tremonti ha avviato da oltre due mesi un
tavolo tecnico di lavoro con la banca d’Italia, funzionari del suo ministero, della ragioneria dello Stato, dei servizi vari della Agenzia delle entrate e non ricordo quali altri enti, i quali stanno elaborando un
piano finanziario che eviti interventi singoli, che eviti che si “sparino”
cifre a vanvera dall’una o dall’altra parte, creando solo allarmismi e
confusione. E poi tirerà fuori le cifre, appena concluso questo lavoro
congiunto.
Nicola Di Francesco
Precisazioni: Carlo Maratti
Mi riferisco all’articolo “Un pittore da riscoprire “ (Voce n. 1/2009) ,
dove l’estensore (la segreteria Meic), sottolinea come il cav. Domenico Luigi Valeri (non è un mio antenato: la mia origine è contadina) sia “stato influenzato da maestri del classicismo quali…. e Carlo
Maratta”.
Rudolph nel bellissimo volume edito dall’Assessorato alla Cultura di
Camerano, dal titolo “Un gioiello barocco romano a Camerano: la
chiesa di Santa Faustina e la cappellania istituita da Carlo Maratti”.
“…converrà aggiungere che qualsiasi dubbio sull’ortografia di tale cognome è stato fugato nel 1916: sia Tomaso che Carlo si firmavano
“Maratti”. Benchè la versione “Maratta” si affacciasse sporadicamente
poco avanti la scomparsa del pittore e prendesse quota soprattutto
nell’800, né è tornata in uso, da almeno cinquant’anni, la dicitura
corretta”.
E nella nota n. 13, a pagina 28, ribadisce “... la recente invenzione di
Carlo Maratti detto il Maratta, andrebbe cessata, in quanto priva
di fondamento storico”.
Da rilevare che la Pinacoteca di Jesi possiede, di Carlo Maratti, un
disegno su carta della metà del secolo XVIII “L’Adorazione dei Pastori” (vedi “Jesi e la sua Valle n. 1/2008 “Natum videtis”) .
Non ho potuto ancora accertare se la Pinacoteca usa esattamente
o no il nome del pittore: può farlo a suo agio il vostro collaboratore, don Vittorio Magnanelli, anche buon critico d’arte, quando
avrà terminato l’ennesimo articolo sulla Cattedrale di Jesi!
Sarebbe opportuno che il volume sopra descritto ben figurasse
nella Biblioteca di “Voce”. Tutto questo per dirle che sono la guida ufficiale di questa Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei
Martiri dove si trova il monumento funebre di Carlo Maratti. Da
cinque anni ho istituito visite gratuite alla Basilica e sarò ben lieto
di accogliere gli jesini.
Giuseppe Valeri
Ringraziamo Giuseppe Valeri che ci segue da Roma, per la segnalazione e per il suo puntuale contributo alla conoscenza della storia
della città e delle persone. Accogliamo e diffondiamo la sua disponibilità nel fare da guida ai turisti jesini in visita alla Basilica di Santa
Maria degli Angeli e dei Martiri.
controspigolature
Le cose come sono?
Pubblichiamo il contributo
di Franco Cecchini, direttore
del Centro Studi Valeria
Moriconi di Jesi all’articolo
– commento al film “La
pianista” di Augusta Franco
Cardinali (Voce n. 3 della
settimana scorsa, a pagina 4)
Mio malgrado, debbo replicare e me ne scuso in anticipo.
Riconosco che, per chi vuol
passare “due ore di sereno
divertimento con un’allegra
compagnia di amici dopo una
pizza”, un film come La pianista è sconsigliabile. Anzi da
vietare, anche se questo film
non era vietato (mentre l’altro
non si sa: visto l’estate scorsa e
descritto come una sarabanda
infernale per più di mezzo articolo, non se ne dà neanche il
titolo, per paura di avergli fatto pubblicità con tutti quegli
improperi! E così è impossibile per noi qualsiasi interessante raffronto tra i due film…).
Ma anche altre persone, per
una propria sensibilità o per
qualsiasi motivo rispettabilissimo, possono non gradire un
film del genere. E proprio per
questo, nel volantino pubblicitario, avevamo voluto inserire, accanto alla riproduzione
del noto manifesto, tanto di
scheda critica, breve ma chiarissima. Le parole chiave vi si
ritrovano tutte, quelle forti dei
fatti narrati e quelle che potevano suggerire certe linee interpretative. Perché questo è il
punto: le stesse cose e gli stessi fatti, anche i più scabrosi,
si possono dire, esprimere in
tanti modi (è l’aspetto formale,
estetico) e si possono compiere o narrare o raffigurare per
tanti motivi (è l’aspetto etico
o ideologico). È difficile quindi dire in questi casi “le cose
come sono”. Lo stesso ragazzo della favola di Andersen
sappiamo che ha esclamato
soltanto “il re è nudo!”, non ha
preteso di dire né che il re, così,
era “brutto”, né che era “schifoso”. Cose che dice invece un
adulto che, in base ai parametri che ha elaborato negli anni
– rispettabilissimi – esprime
giudizi di carattere estetico ed
etico, altrettanto legittimi se
non pretendono però di dire
“le cose come sono” ma solo
come le vede lui.
Nelle “spigolature” poi non
ci si limita a giudicare e condannare il fatto, l’opera in sé,
ma addirittura anche chi la
visiona, vi presta attenzione,
vi trova un qualche motivo di
interesse critico: cioè lo spet-
tatore, che viene coinvolto e
bollato a sua volta come “dotato di istinti sadomasochistici”, “maniaco” (a meno che
non sia uno “psichiatra”, l’unica alternativa ammessa per
motivi professionali!). Non è
il caso qui di rievocare i tempi
lontani, superati, delle “opere all’indice”, con la condanna
sia dell’opera che del lettore, o
quelli attuali, presso culture e
sistemi altrettanto deprecati; è
questione di un atteggiamento
sempre esistito, in tutti i campi, di un rischio sempre incombente nella vita culturale
e sociale.
Lo dico non per difesa degli
enti pubblici che hanno programmato La pianista, perché, come ho avuto già modo
di chiarire, il film aveva tutte
le credenziali e le carte in regola, tra cui l’informazione
in anticipo, la presentazione
all’inizio e il dibattito dopo.
Lo dico per rispetto del pubblico, a cui mi sento in dovere
di offrire altri elementi di riflessione, prima di scandalizzarsi. E con rispetto anche di
chi ha scritto in questo caso
cose che non condivido, ma
che in tanti altri casi ho condiviso, apprezzato e continuerò
ad apprezzare.
Franco Cecchini
14
Pagina Aperta
8 febbraio 2009
Jesi – Il Palazzo e dintorni
AGENDA
Il santo del giorno
Giovedì 5 febbraio santa Agata, venerdì 6 san Paolo
Miki, sabato 7 san Teodoro, domenica 8 san Girolamo, lunedì 9 santa Apollonia, martedì 10 sant’Arnaldo, mercoledì 11 Nostra Signora di Lourdes, giovedì 12
santa Eulalia, venerdì 13 sante Fosca e Maura, sabato
14 san Valentino, domenica 15 santi Faustino e Giovita.
Farmacie
Farmacia di turno, la notte, a Jesi
Giovedì 5 febbraio Grammercato, venerdì 6 Coppi, sabato 7 Moretti, domenica 8 Coppi, lunedì 9 Coppi,
martedì 10 Calcatelli, mercoledì 11 Coppi, giovedì 12
Comunale 1, venerdì 13 Cerni, sabato 14 Comunale 2,
domenica 15 Grammercato.
Farmacia di turno, la notte, in Vallesina
Giovedì 5 febbraio Moie (Angelico), venerdì 6 Macine,
sabato 7 Moie (Lucarelli), domenica 8 Angeli, lunedì 9
Poggio San Marcello, martedì 10 Castelbellino Stazione,
mercoledì 11 Pianello, giovedì 12 Montecarotto, venerdì 13 Moie (Angelico), sabato 14 Macine, domenica 15
Moie (Lucarelli).
Santa Maria Nuova
Bere moderato è uno stile di vita
L
’abuso di alcol è un fe- brochure cerca di sottolinenomeno in continua are come l’equilibrato uso
crescita tra giovani e giova- della bevanda alcolica possa
nissimi ed è diventato fonte essere apprezzato come un
di grande preoccupazione tipico momento di aggregaanche nei nostri paesi, non zione e di festa e non come
solo perché è spesso causa “sballo”, cercando di far codi gravi incidenti strada- noscere gli effetti che l’abuso
li, ma per i rischi sanitari e provoca a molti organi del
sociali ad esso connessi. Al corpo umano. E’ stato spiefine di attivare azioni volte gato ai ragazzi di scegliere
ad informare i giovani sui un percorso responsabile
rischi del consumo di alcol di comportamento sapendo
ed a proporre comporta- conciliare un moderato conmenti corretti, è stato ef- sumo del vino con una sana
fettuato un incontro nella alimentazione utilizzandolo
sala riunioni della Chiesa per gustare il cibo. Il forte
Parrocchiale di Santa Maria incremento del consumo
Nuova con alcuni ragazzi di alcol da parte dei ragazzi
affrontando problemi di dagli 11 ai 18 anni e delle racultura e di atteggiamento gazze dai 16 ai 20 è motivo
nei confronti del vino e del di grande apprensione, di
bere moderato con il gior- qui la necessità di proporre
nalista Riccardo Ceccarelli modelli di comportamento
ed il sommelier Sauro Bo- in sintonia con l’equilibrio
ria. Per l’occasione è stata della persona che sa utilizdistribuita una brochure zare sia il bere che il maninformativa come strumen- giare come momenti di gioia
to per conoscere il vino condivisa e non come inutied approfondire il bere ed le evasione o come moda
il mangiare nel contesto squalificante la dignità deldell’equilibrio della persona, la persona stessa. La “moda
evitando ogni messaggio del tracannare” non si addiaggressivo e colpevolizzan- ce insomma all’intelligenza
te che avrebbe prodotto delle persone: un messaggio
una reazione negativa. La per tutti. Giovani compresi.
Nuovo ospedale: sgocciola!
Anzi no, però…
Appena una decina di
giorni fa – pioveva - mi
trovo nell’arioso ingresso
del nuovo ospedale, e che
ti vedo? Un secchiello là in
mezzo con il pietoso compito di raccogliere le gocce
che lentamente cadevano
dall’ampia copertura in
travi di ferro. E all’interno
della guardiola di secchielli
ce n’erano ben tre, ciascuno con il preciso mandato
di raccogliere quel che, di
sua competenza, cadeva
dal tetto. Quattro sgocciolamenti! Ma, miracolo:
oggi, 2 febbraio, piove, ma
i secchielli sono spariti e lo
sgocciolamento è cessato.
Complimenti ad direttore
e a chi per lui. Chissà se
però sono state eliminate anche le infiltrazioni
dell’acqua all’ultimo piano,
quelle che, prima o poi,
arriveranno anche alle
scatole dell’impianto elettrico, con le conseguenze
facili da immaginare…
Approfitto per togliermi
due sassoloni:
Primo: la nuova strada,
quella prevista a sud e
che dovrebbe costituire
l’ingresso principale? Ancora non c’è aria di inizio
dei lavori. So che ci sono
beghe legali in corso. Ma
è mai possibile che, dopo
anni, non si riesca a ri-
solvere il problema? Un
po’ di volontà politica…
un po’ di violenza…un
impegno a fondo…. Ritardi come questi sono cose
che il cittadino non capirà mai e mai perdonerà al
sindaco o all’assessore o al
direttore dell’ospedale….
Secondo: accade che io,
solo perché firmo articoli
in questo settimanale, mi
sento investito, via telefono, dalla rabbia di cittadini per il fatto che, in
certe ore del giorno, non
si riesce a trovare un posto per l’auto. Mi si dice:
e il bel parcheggio a pettine, ampio, lunghissimo,
nella zona a sud-est, e
con tanto di possibile accesso già pronto a sinistra
dell’attuale ingresso? Ma
perchè, mi dicono alcuni
super-arrabbiati, non lo
si mette a disposizione?
Quali gli impedimenti?
Almeno è possibile farli
conoscere a questi cittadini che, forse, hanno
mille ragioni?
***
Perché, se veramente il
nuovo ospedale dovrà essere un modello regionale,
vediamo di risolvere, finalmente, almeno questi due
macroscopici problemi.
v.m.
Elica vince il premio Etica e Impresa
Il Gruppo Elica ha vinto il premio Etica e Impresa 2009 nella categoria “Responsabilità
Sociale d’Impresa”, promosso,
per il terzo anno consecutivo,
dalla Agenquadri CGIL (Associazione Generale Quadri)
dalla AIDP (Associazione
Italiana per la Direzione del
Personale), APQ – CISL (Associazione Progetto Quadri
ed Alte Professionalità) dalla
CIQ – UIL (Confederazione
Italiana Quadri) e dalla Federmanager, con il patrocinio
della Presidenza del Consiglio
dei Ministri e del Ministero
del Lavoro e delle Politiche
Sociali. Il Gruppo fabrianese
si è aggiudicato il primo posto
in una rosa di 15 tra aziende
ed enti candidati, tra cui figuravano anche il Comune e la
Provincia di Milano e Poste
Italiane. Ad assegnare il riconoscimento, presso la sede
del CNEL di Roma, è stato un
qualificato comitato scientifico, composto da docenti delle
Università Roma 3, La Sapienza, SDA Bocconi, Luiss, Siena
e Federico II di Napoli
La motivazione con cui la
giuria ha assegnato il riconoscimento è “per aver saputo
rendere effettivi in modo innovativo e concreto i principi
fondamentali della Responsabilità Sociale d’Impresa, coniugando efficacemente metodo partecipativo e sistema
premiante”.
Nella seconda metà del 2008
Elica ha firmato, in accordo
con i sindacati, il suo primo Contratto Integrativo di
gruppo, che si distingue per
modernità e lungimiranza.
Storie di ogni giorno: i rifiuti
Il Selezionatore
C’è una nuova figura professionale, misconosciuta ai più,
che si è aggiunta al vasto numero delle attività lavorative
più o meno volontarie che
operano nel mondo economico sommerso di questa
nostra Italia. Egli opera principalmente all’interno delle abitazioni, alla sera tardi,
quando tutti sono andati a
dormire o alla mattina presto,
quando fa ancora buio e gli
altri occupanti sono ancora
nel mondo dei sogni.
Il Nostro si aggira per casa
raccogliendo pezzi di carta
piccoli e grandi, vecchi giornali e riviste, lattine di birra
lasciate accanto al divano,
bottiglie di plastica rinvenute
negli angoli più disparati ed
impensabili della casa: sotto
i letti, in bagno, vicino ai tavoli dove si studia, accanto al
computer …
Ma è sul lavello della cucina
che il Selezionatore profonde
le sue fatiche più grosse ed
esprime tutto il suo potenziale. Lì, infatti, dove tutto il
resto della famiglia scarica
le cose più incredibili, il Selezionatore separa le lattine
del tonno (dopo averne scolato l’olio residuo in apposita
bottiglia), gli ossi delle olive
lasciati nei piatti durante la
cena della sera precedente,
le capature dell’insalata improvvidamente appoggiate in
un sacchetto di plastica non
degradabile, i tovaglioli di
carta accuratamente appallottolati, le buste dei biscotti
e delle patatine, gli imballaggi di polistirolo, i supporti
delle compresse di aspirina, il fil di ferro ricoperto di
plastica per chiudere i sac-
chetti, i vasetti di vetro delle
cipolline sott’olio (anch’essi
dopo averli accuratamente
scolati nell’apposita bottiglia), i tappi di plastica delle
bottiglie di plastica dell’acqua
minerale, le bottiglie di vetro
del verdicchio (o lacrima di
Morro, a seconda dei gusti),
la buccia della mela, i pannolini del bambino, l’ovatta
per struccarsi, i cottonfioc
usati, le batterie dell’ipod, lo
spaghetto sfuggito al colapasta, i gusci di noce, la scorza
di melarancia, le bucce dei
lupini …
Solo lui è in grado di capire in quale dei bidoni debba
essere smaltito l’uno o l’altro
rifiuto. A lui si rivolge l’intera
famiglia con la classica domanda: “Questo dove si butta?” E la risposta deve essere
immediata: se, per caso, il
Selezionatore, immerso nella
pennica postprandiale, non è
pronto a rispondere, la cosa
da smaltire viene scaricata
sul lavello, dove il Selezionatore potrà smaltirla a tempo
e comodo.
Ormai, in casa, nessuno si
azzarda più a buttare via
qualche cosa, nel timore di
reazioni inconsulte da parte
del Selezionatore, il quale è
sempre pronto a redarguire il membro della famiglia
che, incautamente, si azzarda ad introdurre il tovagliolo
di carta nell’indifferenziato, invece che nell’organico.
Per cui, il Selezionatore non
può neanche lamentarsi del
compito gravoso che si è volontariamente assunto. Per la
serie: “hai voluto la bicicletta?
Adesso pedala!”
Paolo Marcozzi
Latte Fresco
Alta Qualità
15
Sport
Sport e marketing: concorso BANCA MARCHE DAY
“Amiamo il gioco di squadra”
C’
erano delegazioni delle
formazioni di pallavolo
di A1 maschile e femminile sponsorizzate da Banca
Marche all’estrazione dei
premi del concorso “Banca
Marche day”, che si è svolta
presso la direzione generale
della Banca a Jesi, promosso dall’Azienda di credito.
“L’unico zero che vale una
vittoria!” era, infatti, lo slogan del concorso a premi a
Base Zero, il conto corrente
online a zero canone, che ha
coinvolto il mondo del volley
marchigiano per sei giornate. Si è iniziato il 4 dicembre la schiacciatrice Simona Ricon Monte Schiavo – Scavo- nieri, con le alzatrici Maja
lini e si è concluso il 6 gen- Ognjenovic e Moira Cerioni,
naio con Scavolini Despar l’allenatore Dragan Nesic e
Perugia, passando per Lube il dirigente Michele Maiola.
– Gabeca ed altre tre gare di Infine, la Lube Banca Marcartellone che hanno visto in che, giunta direttamente da
campo le tre squadre di mag- Forlì portando, attesissima
giore spessore della regione. ed applaudita dal pubbliAll’ingresso dei palasport gli co presente, la Coppa Italia
spettatori avevano ricevuto vinta la sera precedente. Asuna cartolina che conteneva sonnati ma felici, c’erano il
un coupon. Riconsegnan- centrale Marko Podraskanin
dolo compilato a Banca e lo schiacciatore Jan WilMarche Point del palasport, lem Snippe, oltre all’addetto
hanno avuto subito in omag- stampa Marco Tentella. In
gio un gadget della linea di più, e faceva bella mostra di
merchandising Base Zero ed sè, la Coppa Italia vinta, per
hanno acquisito il diritto a la quarta volta, poche ore
partecipare all’estrazione di prima.
60 soggiorni per 2 persone Il presidente Lauro Costa ha
in una struttura del circui- sottolineato che “amiamo
to “Dimore di charme”. Per il gioco di squadra”, slogan
il primo dei due incontri in coniato da Banca Marche, si
programma in ogni palasport addice al mondo della palil gadget era costituito da una lavolo che brilla solamente
t-shirt che riprende gli ele- se il collettivo lavora con
menti della fortunata campa- grande sintonia. Il direttore
gna pubblicitaria a supporto generale Massimo Bianconi
del conto, per il secondo un ha concluso, affermando che
portacellulare trendy. Ospiti, “in un momento di criticità
dunque, molto graditi, sono così importante per il monstate le campionesse della do economico, finanziario
Scavolini, presenti con l’alza- e sociale, è determinante
trice Francesca Ferretti, con ribadire la necessità di sola centrale Christiane Furst stenere iniziative, a carattee coi dirigenti Marcello Mi- re culturale e sportivo, che
niucchi e Giacomo Mariotti. coinvolgono l’intera ComuCon loro la Monte Schiavo nità e che le danno una diBanca Marche, presente con mensione notevole in cam-
CALCIO
Eccellenza
La Jesina, dopo un fitto periodo
di buone partite, probabilmente stanca o appagata, ha ceduto
nell’incontro ad Urbino con i feltreschi. Non ha tenuto botta per
pochi minuti, quando ormai gli
infreddoliti spettatori (circa duecento) pensavano all’inevitabile
pareggio. Si era al quarantesimo
del secondo tempo ed i contendenti si erano convinti a dividersi
la posta in palio. Invece il grigiore della partita e della previsione
scontata viene illuminato dall’urbinate Piersanti, che vola alto e
colpisce a rete: 1-0 all’85’.
L’inaspettato fulmine di testa dà
la vittoria ai padroni di casa, che
festeggiano clamorosamente nello spogliatoio, mentre i nostri
inghiottiscono l’amaro boccone.
Non possiamo accusarli di disimpegno o di aver preso sottogamba
la partita: gli avversari difatti non
ci credevano più alla conclusione
da … manna dal cielo!
Oggi viene al Carotti la Montura-
Soresina in diretta su Rai Sport Più
A
lla Fileni Bpa non piacciono
i finali in volata. Dopo il ko
nei secondi finali con Pistoia,
gli arancio-blu si sono ripetuti
sabato scorso al PalaTriccoli. A
vincere stavolta è stato il Brindisi (80-78), sostenuto da oltre
duecento tifosi, giunti nelle
Marche con quattro pullman.
L’Aurora ha pagato il blackout degli ultimi cinque minuti,
dove si è lasciata rimontare un
vantaggio di 70 a 57. La sconfitta con Brindisi è costata cara
al tecnico jesino, Andrea Zanchi, esonerato
lunedì. La squadra è stata affidata al suo vice,
Luca Ciaboco, che ha debuttato giovedì 5 sul
difficile campo di Roseto per il turno infrasettimanale.
La classifica dopo il terzo turno di ritorno:
Varese 24 punti; Soresina, Casale Monferrato 22; Veroli, Fileni Bpa Jesi, Reggio Emilia
20; Rimini, Scafati, Sassari 18;
Roseto, Livorno, Brindisi, Pavia,
Venezia 16; Imola 14; Pistoia 12
punti.
Oggi, domenica 8 febbraio, gli
arancio-blu ospitano al PalaTriccoli il Soresina (ore 20), per
una sfida di alta classifica. La
gara sarà trasmessa in diretta
da Rai Sport Più. Punti di forza della compagine allenata dal
tecnico Cioppi, sono i due americani Lollis
e Bell, più l’italo-francese Calabria ed il giovane Cusin. All’andata i lombardi si imposero 78 a 65. Ex di turno è l’irlandese Damian
Ryan (nella foto).
Giuseppe Papadia
Monte Schiavo alle finali di Coppa Italia
L
po nazionale. Valori, questi,
che determinano l’evolversi
futuro della Società”. Enzo
Telloni, infine, responsabile
dell’Area Pianificazione, ha
spiegato i termini del Concorso per il quale, alla fine,
Mauro Mancini, della Camera di Commercio di Ancona, ha provveduto, dopo
la prima estrazione svolta
dagli atleti presenti, all’estrazione definitiva dei premi. I
nominativi estratti saranno
esposti presso tutte le Filiali
di Banca Marche a partire
dal 4 febbraio.
Giovanni Filosa
Nella prima foto da sinistra
Giovanni Filosa, Massimo
Bianconi, Lauro Costa, Enzo
Telloni; nell’altra foto
lo schiacciatore
Jan Willem Snippe.
nese, ultima della classe. Ricuperiamo?
Promozione
Il San Marcello ha segnato quattro reti a Falconara, fanalino di
coda. A Moie, il Vallesina torna
a sorridere contro l’Azzurra di
Colbordolo (3-2). Da sottolineare la doppietta di Cocilova, bravo
bomber.
Prima categoria
Tre pareggi: Cupramontana-Borghetto (0-0). Monserra-Loreto
due gol per parte (2-2). A Montefano, altrettanto per Le Torri di
Castelplanio (2-2).
Seconda categoria
Pareggio della capolista Monsano
in casa dell’Aurora Jesi (0-0). La
Sampaolese impatta a Jesi con la
Aesina (1-1). Castelbellino pari
(0-0) a Serra San Quirico. Borgo
Minonna 1 a 1 in casa della Labor
V.P.
Vir
Sport, valori e solidarietà
dalla Fondazione “Gabriele
Cardinaletti” di Jesi con l’intento di promuovere nel nostro Paese una nuova cultura
dello Sport. L’iniziativa partì con la sottoscrizione del
primo “Codice Atletico” da
parte di campioni del calibro
BASKET Fileni Bpa: Esonerato Zanchi, al suo posto il vice Ciaboco
VOLLEY: Da venerdì a domenica ad Eboli
La Fondazione Gabriele Cardinaletti e l’Amico Atletico
Trovare e premiare chi, con i
suoi comportamenti, innalzi i valori etici dello Sport.
Oggi più che mai é sempre
lo stesso, e si amplia ad 8
regioni, l’obiettivo del concorso “l’Amico Atletico”, il
progetto avviato nel 2005
8 febbraio 2009
di Roberto Mancini, Stefano
Cerioni e Valentina Vezzali.
Ma sono bastati pochi anni,
perché si coinvolgessero tanti altri personaggi del mondo dello Sport, ritrovatisi
attorno ai valori della lealtà,
dell’amicizia, dell’impegno e
a diretta Sky Sport,
per la Monte Schiavo
Banca Marche, fa rima
con tie break. Come era
accaduto alla prima di
campionato a Vicenza,
anche lunedì scorso nel
posticipo serale giocato
al PalaTriccoli, le “priline” hanno superato
il Perugia dell’ex Togut
dopo cinque tiratissimi set
(parziali: 25-19, 25-20, 17-25,
19-25, 15-13). Decisivo nel
finale, un muro di Raffaella
Calloni (nella foto di Ballarini). La classifica dopo la quarta giornata di ritorno: Pesaro
49 punti; Bergamo 39; Novara 36; Monte Schiavo Banca Marche Jesi 35; Sassuolo,
Busto Arsizio 30; Perugia 29;
Conegliano 24; Castellana
Grotte 23; Pavia 19; Cesena
15, Santeramo 14; Vicenza 10;
Chieri 4 punti. Questo fine
settimana si disputano ad
Eboli, in provincia di Salerno,
le finali di Coppa Italia. Per
tre giorni, le squadre più forti
del campionato si affronteranno per il primo trofeo della stagione. La Monte Schiavo
venerdì 6 se la vedrà nei
quarti con il Busto Arsizio (ore 18.30). In caso
di passaggio del turno,
Rinieri e compagne nella semifinale di sabato 7
(ore 16.15) incroceranno
la vincente tra Pesaro e
Conegliano. Domenica
la finalissima è alle ore
16.15. Tutte le gare saranno trasmesse in diretta da
Sky Sport.
Giovedì 12 le “prilline” torneranno in campo per l’andata
dei quarti della Challenge
Cup. Al PalaTriccoli (ore
20.30) riceveranno la visita
delle francesi dell’Albi. Il ritorno in Francia è previsto
per mercoledì 18.
Gip
Jesina: la Juniores stende la Filottranese
“Arriveremo secondi”
I
giovani bianco-rossi tornano a sorridere: riecco i tre
punti che mancavano da ben
tre settimane!
La “truppa” di mister Belardinelli aveva infatti racimolato soltanto due punti nelle
ultime tre partite, frutto del
pareggio (2-2) a Belvedere,
della sconfitta interna (0-3)
contro la Vigor Senigallia e
del pareggio (2-2) contro il
Vallesina Calcio nel match di
Pianello.
Tornando all’incontro di sabato 31 gennaio, basta un gol poca concentrazione. L’im- ginetta” Piano San Lazzaro,
di Fava (che sale così a quota portante è comunque aver imbattuta per ben 17 gare.
tre nella classifica dei mar- evitato la “beffa”! Nota posi- Con il successo di sabato il
catori “leoncelli”; Sassaroli tiva del pomeriggio: la retro- collettivo di Belardinelli si
ancora leader con sei centri) guardia “leoncella”, attenta conferma in quarta posizionella seconda frazione di e determinata, che riesce a ne, a quota 32 punti, insieme
gara per stendere la modesta non subire gol. Finalmente! alla Falconarese, a meno treFilottranese la quale occupa L’ultimo match senza gol al dici lunghezze dal Piano San
attualmente la zona bassa “passivo” risale al “lontano” Lazzaro. Il primo posto è andella classifica del campiona- 8 novembre 2008: la Jesina dato, per il secondo c’è tanto
to regionale Juniores girone vinse tra le mura amiche per “traffico”, ma... Nicholas SanB. I locali soffrono più del 1 a 0 contro la Falconarese.
tucci, inamovibile difensore
previsto, soprattutto nella li- Proprio la formazione di Fal- jesino, è convinto: “Arriverenea mediana dove sbagliano conara è riuscita a sconfigge- mo secondi!”.
molti passaggi, mostrando re sabato 31 gennaio la “reDaniele Bartocci
della solidarietà, del rispetto
delle regole e dell’avversario.
Ad affiancare la Fondazione,
inizialmente come partner
ed oggi come main sponsor,
la UBI >< Banca Popolare di
Ancona. Il concorso “l’Amico Atletico” vuole premiare atleti, dirigenti e tecnici,
professionisti e non, che
con il loro comportamento rappresentano i valori di
etica sportiva, correttezza
e fair play. La segnalazione degli “Amici Atletici” si
può effettuare sul sito www.
codiceatletico.it o chiamando il numero verde gratuito
800.550.388 fino al 23 aprile
prossimo. Per ogni segnalazione ricevuta, la UBI ><
Banca Popolare di Ancona
devolverà 1 euro ai vincitori
che, a loro volta, destineranno la somma ad Associazioni senza fini di lucro da loro
indicate.
16
Esperienze
8 febbraio 2009
Angeli di Rosora: Una azienda leader nelle Marche e nel mondo
L
La L.u.a.j. in visita agli Atelier Loccioni
a Libera Università per Adulti ha visitato il 29 gennaio, ad Angeli di Rosora, Gli Atelier Loccioni, azienda leader
nell’impiantistica industriale specializzata
nella realizzazione di progetti e sistemi di
automazione, collaudo e controllo di ogni
tipo per le più grandi firme del mondo. Il
successo crescente conquistato dalla Loccioni in quaranta anni di attività è motivato da filosofie e strategie operative vincenti
che guardano al futuro: attenzione costante alle richieste di mercato, innovazione
tecnologica d’avanguardia, sfruttamento
intelligente di energia pulita. Creatività e
fantasia, quindi ‘gioco’, sono ugualmente
forze trainanti e stimolanti dell’azienda
in cui lavorano 290 giovani collaboratori
dell’età media di 33 anni, reclutati fra laureati e diplomati dei quali l’azienda stessa
provvede a formare le competenze. Oltre
quaranta sono i paesi del mondo in cui
ha installato i suoi laboratori ed opera la
Loccioni che ha ricevuto riconoscimenti
prestigiosi e non cessa di espandere la sua
attività nei settori produttivi più diversi. Il
più recente è quello della sanità per il quale nel 2006 ha varato il progetto Cytocare.
Cordialissima è stata l’accoglienza dei visitatori ai quali hanno fatto da guida alcuni giovani ingegneri e lo stesso titolare
dell’azienda, Enrico Loccioni che, prima
del congedo, ha esortato a non credere
solo a diffuse, allarmanti notizie di difficoltà e crisi economica. Esiste anche una
realtà solida e positiva – ha serenamente
dichiarato - che lascia ben sperare nel futuro.
A tutti è stato offerto un simpatico omaggio: il libro ‘Jesi dentro le mura’ di Armando Ginesi, illustrato da Corrado Olmi,
la cui pubblicazione è stata recentemente
sponsorizzata dalla Loccioni.
Fotoservizio
Augusta Franco Cardinali
Nelle foto: I visitatori di fronte agli
Atelier Loccioni; in ascolto nel salone
di ricevimento; il presidente della Luaj,
prof. Giancarlo Vecci,
a sinistra, con Enrico Loccioni,
titolare dell’azienda
Jesi dal 6 all’8 febbraio: Comune, Enoteca, Arca Felice ed Ital Cook
U
“Tutti in... pista! All’insegna del biologico”
na nuova iniziativa nel
fine settimana per valorizzare la nostra tradizione
gastronomica: “Tutti in...pista! All’insegna del biologico” è organizzata e promossa
dall’Assessorato al Turismo e
allo Sviluppo Economico del
Comune di Jesi in collaborazione con l’Enoteca Regionale
– Assivip, Italcook – Istituto
Superiore di Gastronomia e
l’Azienda Agraria Arcafelice,
per valorizzare gli aspetti enogastronomici del territorio
legati al maiale, la storia della sua diffusione nel mondo
contadino e la tradizione della
norcineria. Il coinvolgimento
nell’iniziativa di partner protagonisti della produzione,
promozione e valorizzazione
dei prodotti della nostra filiera
agroalimentare rappresenterà
un’ottima occasione per rivalutare la tradizione della pista
del maiale, la trasformazione
delle sue carni, le abitudini
culinarie ad esse connesse e
gli abbinamenti con i vini della zona. La peculiarità dell’intera manifestazione sarà quella di utilizzate carni di maiale
allevato con il metodo biologico. Venerdì 6 febbraio alle
19 si svolgerà il corso di cucina sulla tradizione del maiale,
al quale seguirà una cena, organizzato dall’Italcook presso
i locali di Palazzo Balleani, in
via Federico Conti, 5: una lezione di cucina con ricette a
base di carne di suino biologico, che i partecipanti realizzeranno sotto la guida dello
chef Paolo Piaggesi, docente
all’Istituto Alberghiero Panzi-
ni di Senigallia.
Sabato 7 febbraio “Tutti in...
pista!” si sposterà nei locali
dell’Enoteca Regionale delle
Marche, dove, alle 21, si terrà
una degustazione guidata da
un sommelier con musica dal
vivo. Ai vini saranno accompagnati degli assaggi a base
di carni di maiale biologico, il
tutto illustrato con dovizia di
particolari dallo studioso di
tradizioni popolari e contadine Riccardo Ceccarelli. L’ultimo ma non meno importante
appuntamento di questa iniziativa articolata in tre giornate sarà all’Azienda Agraria
Arcafelice, in via Minonna 75.
Alle 10 i norcini inizieranno la
pista del maiale, illustrandone
le varie fasi e alle 13,00 tutto
sarà pronto per una superlativa degustazione di carni suine rigorosamente biologiche
e di insaccati abbinati a vini
marchigiani prodotti biologicamente. Simone Bompadre
e Roberto Raponi, del gruppo
folk Vincanto, allieteranno la
giornata con canti della tradizione popolare e contadina
marchigiana. La partecipazione alle tre diverse giornate
sarà su prenotazione rivolgendosi all’ufficio turismo in
piazza della Repubblica.
Nella foto di Maria Chiara La
Rovere: da sinistra Sandro
Sbarbati, presidente di
Ital Cook, Graziano Vittori,
presidente della società
comunale Arca Felice,
Daniele Olivi, assessore
al turismo, Sara Graziosi,
responsabile
Enoteca Regionale.
Un nuovo progetto dell’associazione Salute e Guida coordinata da Franco Burattini
La guida richiede attenzione costante
L
’associazione Salute e Guida ha presentato la settimana scorsa, a Jesi presso la sede
della Myolab, centro di riabilitazione, il block
notes “Guida, non farti guidare” per contribuire a creare maggiore consapevolezza sul
rispetto delle regole. L’associazione è attiva da diverso tempo
a Jesi e si rivolge soprattutto alla
prevenzione verso i giovani affinchè siano sempre più consapevoli dell’importanza di salvaguardare la propria salute. “La
prima iniziativa sulla sicurezza
stradale – ricorda il presidente
Franco Burattini - risale al 1986:
era quello l’anno della sicurezza
stradale promosso dalla Comunità Europea”. Da allora tanti i progetti realizzati con associazioni, con enti, con le istituzioni rivolti non solo ai giovani ma a tutti perché
per strada non sono solo i giovani esposti al
rischio. Dai 15 ai 40 anni la maggiore causa di
mortalità è l’incidente stradale: bisogna produrre, quindi, una nuova cultura della sicurezza. L’Azienda sanitaria, zona di Jesi, l’Ordine
degli Psicologi delle Marche, la Polizia Stradale,
il Comune di Jesi e il laboratorio farmaceutico
CT di San Remo hanno reso possibile la realizzazione dell’agenda in tremila copie distribuite
agli operatori sanitari. Maurizio De Magistris,
presidente della Myolab, sensibile fin da subito
alle proposte dell’associazione, ha sottolineato come il costo dell’infortunistica stradale,
causata molto spesso dall’abuso di alcol, sia
altissimo in Italia: “Spesso i giovani non sono
consapevoli di ciò che stanno rischiando: in un
incidente stradale sono in gioco forze talmente
lontane dalla nostra esperienza quotidiana da
non rendersi conto che anche a pochi chilo-
metri orari si possono creare danni gravissimi”.
Il direttore commerciale del Laboratorio Farmaceutico CT, Silvio Amorth, la cui azienda
ha realizzato l’agenda ha sottolineato la qualità
e l’innovazione del progetto Salute e Guida e
del block notes o meglio Esi – notes.
Lo slogan dell’associazione è “Guida NON
FARTI guidare”, serigrafato su tutte le auto della Scuola di Guida Sicura. Ha tre diversi livelli
di messaggio: un primo livello riguarda la guida ed è l’invito a non farsi guidare dall’auto ma
a essere sempre padroni del mezzo meccanico;
il secondo livello porta all’interno di una relazione di gruppo dove è importante conservare
la propria individualità; il terzo livello è giocato sulla differenza grafica della scritta – NON
FARTI – che equivale a non usare sostanze.