Gaza: è ora della ricostruzione, ma da dove iniziare?
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Gaza: è ora della ricostruzione, ma da dove iniziare?
Settimanale d’informazione ANNO LVI- N. 4 www.vocedellavallesina.it euro 1 Jesi, domenica 8 febbraio 2009 Impôt reprisé Tassa riscossa Ufficio di Jesi Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, DCB - Jesi Difensore civico Giustizia Intervista all’avvocato Paolo Marcozzi Crisi economica Il bilancio di un anno delle Procure 6 di Riccardo Ceccarelli 4 Sadam Trema l’indotto Fiat. Un paracadute per le piccole imprese di Confartigianato 4 Famiglia I diritti della salute e quelli degli operai di Uncini e La Rovere 4 e 11 Il fidanzamento come momento della conoscenza di Federico Cardinali 6 Gaza: è ora della ricostruzione, ma da dove iniziare? L a tanto sospirata tregua, a Gaza, sembrerebbe arrivata. Il condizionale è d’obbligo, perché tanta violenza e tanto spargimento di sangue non sono di certo delle premesse rassicuranti, per gettare le fondamenta di una pace reale. Le armi ancora non tacciono e ogni giorno qualche innocente continua a pagare con la propria vita per il fallimento della politica, della diplomazia, del diritto internazionale. Il problema fondamentale è e resta uno solo: l’umanità ha smesso di parlare con la lingua della coscienza e di lavorare per una soluzione di pace che tenga conto dei diritti di tutti, optando per il politichese, una lingua tra le più antiche del mondo, di circostanza, in cui si dice tutto e niente allo stesso tempo, che omette le verità scomode e che non tiene conto del dolore, delle atrocità, della sofferenza di chi è costretto a vivere in condizioni disumane. Una lingua che ha omesso di dirci che a Gaza l’emergenza umanitaria era grave già prima dell’inizio dei nuovi bombardamenti israeliani, a causa dell’embargo durato oltre un anno. Anzi, in questa lingua l’embargo viene definito uno strumento utile per indebolire gruppi politici e militari scomodi, come se a patire la fame e gli stenti non fossero i civili indifesi. Basta ricordare le disastrose conseguenze che l’embargo in Iraq ha provocato sulla popolazione, dove si sono moltiplicati i casi di cecità infantile e dove si muore persino di dissenteria. Una lingua che non ci riferisce nemmeno gli allarmi lanciati dalla Croce Rossa internazionale, che ha parlato ora di emergenza umanitaria gravissima. Ma cosa vuole dire emergenza umanitaria? Che non ci sono medicinali, unità ematiche, strutture ed apparecchiature medico-sanitarie adeguate, in grado di coprire almeno i casi più urgenti, che mancano acqua potabile, luce e gas, che ci sono migliaia di persone costrette a vivere in tende di fortuna perché non hanno più una casa. Non si tratta solo di questo, c’è di più, molto di più. Emergenza umanitaria signi- fica anche che c’è una nuova generazione di mutilati ed invalidi, una generazione di bambini che non hanno più i genitori, che c’è un’intera comunità che porterà sul suo corpo, per anni, i segni delle bombe al fosforo (già perché il politichese è una lingua che non mette le didascalie sotto le foto dei bombardamenti, quando tutto il mondo, forse per la prima volta in modo così evidente, ha visto sganciare le bombe a grappolo). Significa che migliaia di bambini, da una parte e dall’altra di questo incessante conflitto, hanno conosciuto da vicino cosa significhino le bombe ed hanno visto la morte negli occhi. Questi bambini, un giorno, diventeranno adolescenti e poi uomini, uomini che si porteranno nel corpo e nel cuore il ricordo di tanta paura, di tanto orrore e che, se le cose non cambieranno, cresceranno in quel senso di risentimento ed ira che una simile situazione può provocare. C’è da chiedersi, a questo punto, se sarà mai possibile, in quell’area martoriata, sacra per tutte le religioni monoteiste, comprendere ancora il significato della parola pace. Forse apparirà come uno dei vocaboli della lingua politichese, di cui non si comprende il senso, forse sarà sinonimo di utopia, di una chimera irraggiungibile, di un sogno negato. Sarebbe davvero la fine. Oltre che riunirsi ai tavoli e stanziare fondi economici per avviare la ricostruzione, bisognerebbe impegnare forze umane per lavorare dal basso, gettando i semi della pace e della giustizia, perché solo da questi potrà nascere l’albero del perdono e dell’umana fratellanza. Questi non sono concetti irraggiungibili, irrealizzabili, sono le condizioni e le premesse irrinunciabili perché in Terra Santa i bambini che oggi sono feriti e spaventati, un domani possano stringersi la mani, armarsi solo per abbattere i muri e per costruire, insieme, una realtà dove ogni uomo sia libero, abbia un nome, un’identità, una casa, una patria. Asmae Dachan Medio Oriente: in preghiera per la pace in Terra Santa - Foto Siciliani L’Europa in crisi politica ed economica va verso le elezioni Legge elettorale: deve prevedere lo sbarramento e le preferenze I l Parlamento, proprio in questi giorni, sta discutendo la legge elettorale in vista delle elezioni europee che si svolgeranno il 7 giugno. Sembra ci sia già un’intesa di massima tra i partiti maggiori sulla possibilità da parte dell’elettore di esprimere la preferenza e sulla introduzione dello sbarramento del 4%, (cioè soltanto i partiti che superano il 4% dei voti validi, avranno diritto a parlamentari in proporzione ai voti ricevuti). Mentre tutti concordano sulla necessità delle preferenze, sullo sbarramento si sta sviluppando una polemica incandescente tra due fronti: da una parte i partiti che prevedono di superare lo sbarramento, dall’altra quelli che il 4% se lo sognano. E sono tanti: almeno una decina solo i partiti “storici”. Diciamo subito che è grave che le proposte dei partiti avvengano in base al tornaconto dei singoli contendenti e non in base ad un criterio obbiettivo che possa valere per sempre. La cosa peggiore è quella che sta avvenendo: si ritocca la legge ad ogni turno elettorale, sulla base dell’interesse di chi ha maggior potere o maggiore convenienza. A me pare che il diritto dell’elettore alla scelta della preferenza sia intoccabile. E altrettanto intoccabile sia la necessità di uno sbarramento – bene il 4%, meglio il 5% - che elimini chi non gode di un minimo di suffragi. O vogliamo continuare ad essere rappresentati in Europa da ben 15 partiti? Una vergogna. Ma vediamo qualche situazione particolare. Tutti i partiti che si dicono comunisti e socialisti sono ormai al lumicino: Rf di Ferrara, Rps di Vendola, Comunisti italiani di Diliberto, Sinistra democratica di Fava e vari minimi socialismi. E nonostante questo, l’unico che aveva una qualche possibilità di superare lo sbarramento, quel Rifondazione comunista che fu di Bertinotti, si è spaccato quasi a metà e si è formata una nuova costola di Marx, quella di Vendola. Ora sono ben quattro le forze politiche che si vantano di essere “comuniste”, ciascuna con una previsione dell’uno-due per cento di voti. E di fronte ad una tale cecità della sinistra, di fronte a chi è rimasto indietro nella storia di almeno trenta anni, il parlamento non deve prevedere di eliminare il rischio che, come pochi mesi fa con Mastella, chi detiene un pugno di voti, punti ai ricatti e a determinare scelte politiche? E se quattro partiti che si dicono tutti di sinistra, tutti con comune matrice ideologica, non riescono a trovare la minima intesa tra di loro, è mai pensabile che un’intesa programmatica sia possibile tra qualcuno di questi e un partito come il Pd o l’Udc? Del resto gli italiani hanno constatato nei due recenti governi Prodi l’impossibilità di un’intesa. Sono militanti che non riescono a comprendere il millenario principio che l’ottimo è nemico del bene. Men che meno recepiscono l’insegnamento del loro Lenin: “L’estremismo è malattia infantile”. Così, pur avendo avuto la possibilità, negli ultimi anni, di governare, hanno fatto saltare il loro governo in men che non si dica. Ed era la prima volta, nella storia di oltre un secolo, che raggiungevano il potere grazie all’apertura di forze di centrosinistra. Da Livorno in poi, hanno conosciuto soltanto divisioni e autolesionismo. Ed oggi raccolgono la totale sfiducia dei lavoratori. I Verdi e i Radicali sono monotematici. E questa non è politica. *** Lo sbarramento di almeno il 4% - Germania e Francia hanno il 5, l’Inghilterra il 9 – facilita l’avvento di forze politiche di un certo peso e di una marcata differenza programmatica tra di loro. Che poi l’assenza in parlamento di chi ha una modestissima incidenza sull’elettorato, possa voler dire che si va verso la dittatura, vuol dire accusare di mancanza di democrazia gli Usa e la maggior parte degli Stati europei. La legge elettorale deve essere un aiuto ai politici perché anche in Italia, finalmente, si stabilizzino due poli che, sufficientemente omogenei al loro interno e programmaticamente diversi possano alternarsi alla guida del Paese. Obbiezione: ma senza le sinistre di varia tinta non si raggiungerà mai l’alternativa. Risposta tripla: 1- con un’alleanza di estrema sinistra non si riesce a governare; 2vuol dire che il popolo vuole il centro-destra; 3- mai dire mai. Vittorio Massaccesi [email protected] Dove siamo Voce della Vallesina è disponibile, oltre che su abbonamento e nelle parrocchie, nelle seguenti edicole e librerie di Jesi: Isi Center di via San Giuseppe - Edicola Pinocchio di viale della Vittoria - Nuova edicola Romagnoli di viale Trieste Edicola Avaltroni di piazza della Repubblica - Edicola Balleani (già Torcoletti) di via Gallodoro Libreria Cattolica di corso Matteotti - Edicola al distributore Erg di viale del Lavoro 2 Cultura e società 8 febbraio 2009 Del più e del meno Majolati Spontini: celebrato l’Anniversario della morte di Spontini Obiezione, Vostro Onore! di Giuseppe Luconi “L uconi contro Luconi”. Il titolo dell’articolo di v.m. (Vittorio Massaccesi) pubblicato da Voce nel numero scorso fa pensare ad un derby casereccio, da serie Z. Per male che vada, anche dopo i tempi supplementari e i calci di rigore, a vincere sarei sempre io. E andrei a festeggiare, scialacquando tra fiumi di bibite analcoliche e montagne di pasticcini senza zucchero… Naturalmente l’interpretazione da dare al titolo è un’altra: è quella del Luconi che dice e poi si contraddice, che incappa in uno storico madornale errore, che, dopo un lungo appostamento, finalmente è colto in flagrante mentre offende decine di generazioni… Roba grossa, da nascondersi sotto terra! Ma è sicuro, Massaccesi, di aver letto bene quanto scriveva don Carli nel 1765? Perché, a mio parere, c’è all’origine un diverso modo, tra me e lui, di interpretare la frase del prete turista di due secoli e mezzo fa. Massaccesi la riporta così: (a Jesi) “non vi si trovano né iscrizioni ne altri monumenti pubblici”, ma la frase va letta per intero: iscrizioni e monumenti pubblici “della antichissima Jesi”. Nel mio commento aggiungevo che oggi il giudizio di don Carli non cambierebbe molto. Massaccesi contesta questo mio commento ed elenca gli undici monumenti che allora non c’erano ed oggi ci sono.. Io non credo che don Carli – parlando di “antichissima Jesi” - si riferisse a monumenti di questo tipo. A parte il monumento a Federico II, infatti, nessuno di quelli elencati da Massaccesi ci riporta alla Jesi di dieci quindici venti secoli fa… Aggiungo anche che, ad eccezione del “monumento” al piccolo cordaio, nessuno degli altri ricorda una precisa tipicità jesina. In altre parole, io penso che don Carli volesse sottolineare la mancanza di testimonianze dirette della Jesi antica: per esempio, della Jesi dell’età imperiale, quando esistevano qui, fra l’altro, un teatro semicircolare capace di 2500 posti (tre volte il Pergolesi), il foro “con tempi pagani e palazzi pubblici” e le terme. Cosa ci resta di quelle opere? Molto si è perso o quasi anche dei secoli successivi. Basta ricordare le avventure – anzi le disavventure – della chiesa di Santa Maria del Piano: “sorta forse sull’area di un antecedente tempio pagano”, “potente antica abbazia benedettina”, vittima di “trasformazioni e manomissioni effettuate nel corso dei secoli”. Penso anche alla Rocca: se ancora oggi viene ricordata – dall’intestazione di una via - come “Roccabella”, vuol dire che non fosse proprio da buttare… Per completezza di informazione, va detto che io nell’articolo in questione non ho parlato di completa indifferenza o insensiblità degli jesini. “Le cronache di ieri e di oggi – avevo scritto - ci parlano di cittadini che si sono dati da fare e si danno da fare affinché il passato non venga cancellato”. Pensavo, in particolare: a don Urieli, al quale si deve il museo diocesano, e all’Archeoclub, al quale si devono importanti ritrovamenti. Ma avevo subito aggiunto che le stesse cronache “ci dicono anche di autorità che si sono mosse e si muovono in senso contrario”. Infatti, mentre il museo diocesano è pienamente in servizio, i reperti rinvenuti dai soci dell’Archeoclub sono sottochiave ma inaccessibili, insieme a quanto altro, nel museo comunale. Per chiudere, chiedo all’amico Massaccesi di prestarmi le sue parole, quanto cioè ha scritto su Jesi e la sua Valle a proposito della proposta di Lorenzo Verdolini di realizzare un museo dedicato alle attività che hanno caratterizzato il lavoro nella nostra città, “dai cordai alle filandaie, dai fabbri e calderai alle fiammiferaie, dagli orefici ai fornaciai, dagli operai meccanici agli ebanisti”. Ha scritto Massaccesi: “La mia meraviglia è stata quella di aver dovuto registrare il silenzio da parte di tutti, amministratori e privati cittadini…. Lasciar morire la proposta Verdolini vuol dire far morire definitivamente un pezzo straordinario della nostra storia”. Ci sono buone probabilità che il don Giovanni Girolamo Carli che visiterà la Jesi del 2265 scriverà nel suo diario le stesse cose annotate dal suo omonimo del 1765… Nuova bancarella promozionale L’Oikos al mercato Nel mese di febbraio i volontari dell’Associazione Oikos saranno presenti nel centro storico di Jesi, davanti al loggiato di Palazzo dei Convegni, per allestire una “nuova bancarella promozionale”. Si tratta infatti di una bancarella rinnovata: oltre ai tradizionali manufatti realizzati direttamente dai volontari dell’Oikos, anche alcuni capi di abbigliamento per bambini e ragazzi dai 4 ai 14 anni, donati all’Associazione da una nota ditta giovanile. Questa iniziativa ha lo scopo di promuovere l’attività svolta dall’Oikos, nata nel giugno del 1990 per rispondere al meglio ai bisogni dei giovani affetti da problemi di dipendenze patologiche, anche grazie ad una capillare azione di prevenzione attraverso interventi nelle scuole, e sviluppatasi in seguito anche con lo scopo di aiutare i minori in stato di abbandono. Gli appuntamenti per ora previsti sono quelli di sabato 7 febbraio e, durante la settimana di Carnevale, mercoledì 18 e sabato 21 febbraio. Le offerte ricavate verranno devolute in favore dei bambini ospiti delle case famiglie di Jesi e Osimo e dei ragazzi assistiti nelle strutture dell’Accoglienza in Ancona, della Comunità Terapeutica Residenziale a Serra de’ Conti e della Comunità Terapeutica di Reiserimento a Jesi. Serena Tittarelli Una preziosa donazione D omenica 25 gennaio è stato celebrato il CLVIII Anniversario della morte del Musicista Gaspare Spontini e, come da sentita tradizione, tutta la cittadinanza ha partecipato alle solenni celebrazioni. Prima della funzione religiosa si è svolta la cerimonia di consegna di una significativa donazione al Museo Gaspare Spontini. Come è noto, Gaspare Spontini ha dedicato tutta la sua vita al paese natale provvedendo ai bisogni primari della comunità, occupandosi, tra l’altro, degli anziani, della scolarizzazione, del lavoro, del credito e di molte altre necessità; allo stesso modo ha continuato Celeste Erard, sua fedele consorte, così la Reggenza delle Opere Pie. Tra i servizi realizzati nei vari anni a vantaggio della popolazione ci fu, in concorso con l’Amministrazione comunale, anche l’istituzione di una Farmacia. Ora al piano terra della casa Spontini, dove erano le cucine, sono stati sistemati i mobili della farmacia. Nel ricordo dei genitori dott. Lorenzo Allatere e dott.ssa Sveva Albani, farmacisti a Majolati dal 1938 al 1947, i figli la dott. ssa Renata e il dott. Lucio, quest’ultimo residente in Svezia, con grande piacere, hanno donato al Museo Spontini dei ricordi della farmacia del dott. Lorenzo. Si tratta di cinque vasi in porcellana bianca con coperchio, con decorazioni e scritte in oro; quattro piccoli vasi con coperchio sempre in porcellana bianca e oro; di una bilancina da farmacia; di un contenitore con pesi; di un coccodrillo in ferro con incavi idonei a dare la giusta forma ai tappi; di tre imbuti per preparazioni e di un dosatore di gocce in vetro, due vasi di vetro colorato con l’indicazione della sostanza e un pesantissimo mortaio con pestello. Questi oggetti, interessanti anche per il valore economico, già utilizzati nella farmacia di Majolati, ora sono stati collocati all’interno del mobilio valorizzando ancora di più le collezioni esistenti. Durante la cerimonia di consegna molti Majolatesi hanno ricordato il dott. Lorenzo e la dott.ssa Sveva, anche con aneddoti che riguardavano la vita militare e gli anni della guerra. Infatti, il dott. Lorenzo partecipò alla campagna di Russia nel ’40 come ufficiale medico e fu la dott.ssa Sveva ad opporsi alla chiusura della farmacia, accollandosi il peso di mandarla avanti da sola e dando aiuto a tutta la popolazione con grande entusiasmo e dedizione. Il sindaco Giancarlo Carbini, l’assessore alla Cultura Sandro Grizi e il presidente delle Opere Pie Spontini Pier Luigi Ruggeri hanno espresso parole di gratitudine alla signora Renata e al consorte ing. Gian Galeazzo Caccia per aver donato al Museo Spontini oggetti di così grande pregio che andranno a potenziare le raccolte presenti. La dott.ssa Renata, cittadina majolatese, ha precisato che per Lei, oramai residente a Caronno Pertusella, in provincia di Varese, la donazione ha rappresentato un gesto per ricordare in perpetuo i propri genitori e la propria infanzia trascorsa a Majolati. Subito dopo ci si è trasferiti nell’antistante Chiesa di San Giovanni per la messa di suffragio celebrata dal parroco don Marco Cecconi che nell’omelia ha ricordato sia il Musicista, sia Celeste Erard che per ventisette anni, da sola, ha sostenuto i progetti filantropici avviati dal marito, Istituzioni che ancora assolvono molte necessità del paese ed offrono anche opportunità di lavoro. La chiesa gremita, come al solito, ha visto la presenza del Gonfalone comunale scortato dai Vigili Urbani, insieme alla presenza del Sindaco, della Giunta comunale e della Reggenza delle Opere Pie. Al termine della Santa Messa, suscitando il solito struggente sentimento di malinconia, la Società Filarmonica Gaspare Spontini ha eseguito la Marcia Funebre, il noto brano tratto dal Terzo atto de La Vestale. E’ stata una giornata memorabile, fissata anche dalle telecamere della Rai Regione presente con la giornalista Simonetta Ippoliti e i tecnici Sandro Borgiani e Carlo Bragoni. Fotoservizio Marco Palmolella SCUOLA PER I MINISTERI – 2° ANNO Incontri aperti a chi ha a cuore l’educazione C he l’educazione abbia una “emergenza” e che la CEI stessa lo abbia ribadito è conosciuto. Ma poi che fare? La scuola per i ministeri si è attrezzata con due interventi di due guide capaci, già sperimentate l’anno passato. Paolo Cingolani, pedagogista, anche quest’anno offre la sua competenza e la sua esperienza sia in ambito ecclesiale che familiare per una serie di incontri su alcuni atteggiamenti educativi di base importanti nel cammino di fede dei ragazzi. 9 febbraio: educare allo stupore e alla scoperta in famiglia 16 febbraio: educare all’ascolto e all’accoglienza in famiglia 23 febbraio: educare al perdono in famiglia 2 marzo: educare alla comunione in famiglia Chi segue l’itinerario Emmaus e vuole coinvolgere i genitori in questo cam- mino, trova in questi incontri la possibilità di preparare i contenuti e di focalizzarne gli scopi. Serena Cesaroni, esperta in training educativi prosegue il suo laboratorio nei tre incontri successivi sull’educazione alla responsabilità. Chi svolge un ministero, un servizio, deve crescere nella responsabilità. 16 marzo: Training: educarsi alla responsabilità … ma quale? 23 marzo: Training: educarsi alla responsabilità… come risposta a se stessi 30 marzo: Training: educarsi alla responsabilità... come risposta all’altro Gli incontri si svolgono sempre di lunedì, dalle ore 21 alle ore 22,30 presso la scuola per i ministeri (Via Lotto) e sono aperti a tutti, anche ad uditori occasionali. Don Mariano Piccotti 3 Cultura 8 febbraio 2009 Il calendario delle iniziative per il 2009 della Fondazione Federico II Hohenstaufen Mostre, convegni, conferenze, pubblicazioni... SCUSATE IL BISTICCIO (ghiribizzi lessicali) Peter Pun (con la u) www.peterpun.it PAROLA DI CRETINO DOC Maiuscole e minuscole Gli intelligentoni dell’ateismo militante hanno ragione a scrivere sugli autobus che dio non esiste (probabilmente, aggiungono: onore all’onestà; anche se l’avverbietto rischia di rovinare la festa). Sì, dio non esiste. Esiste Dio. CASTIGAT RIDENDO MORES Anagramma pedagogico Della satira il fine è far pensare (non solo una risata provocare) ALLA PROVA DEI FATTI Cambio di consonante demistificante Si spacciava per sciatore provetto. Ma, in vacanza sulle Alpi Retiche, dette ampia dimostrazione della propria goffaggine in materia. Sulle nevi del Bernina venne messo alla berlina VITALITA’ SENILE Cambio di consonante ottimistico Ottuagenario arzillo. Grinzoso, ma grintoso. “L’AMORE E’ CIECO” Anagramma sapienziale Non solo la Fortuna – secondo l’immaginario popolare – è una dea bendata. Anche Venere, la dea dell’amore, oltre a essere notoriamente strabica, ha grossi problemi di vista: è un luogo comune anche letterario. Xxxxxxxx – sentenziano i gran vati ha gli occhi di prosciutto xxxxxxx. *** input, Putin La Citazione N on tutti i fedeli cultori di storia fe- Un altro progetto che non si esaudericiana hanno avuto la possibilità rirà nell’arco dell’anno riguarda di seguire le conferenze organizzate nel una giornata di studio dedicata 2008 dalla Fondazione Federico II Ho- ad un luogo delle Marche implihenstaufen di Jesi , dislocate a volte fuo- cato, in epoca federiciana, nella ri dalla città o fuori della regione. A loro lotta fra guelfi e ghibellini. Avrà specialmente sono dedicate le Tabulae per tema quest’anno “La pace di n° 40, pubblicate a dicembre con allega- Polverigi”. to il De rebus actis, e a quanti vogliono I Licei di Jesi, l’Università di Ficonservare memoria di incontri cultura- renze, l’Istituto Pristem della Bocli sempre di altissimo livello che hanno coni, l’Università di Heidelberg visto la partecipazione dei più autorevo- e quelle di diverse città italiane li medievisti nazionali e internazionali. I saranno coinvolti in un incontrodue volumi si aggiungono agli altri con i conferenza a tema “Fibonacci, quali la Fondazione continua a costru- matematico alla corte di Feire una biblioteca interamente dedicata derico II”. Su “Erbe officinali all’Imperatore svevo che, senza timore e medicali del Medioevo” invece sarà di smentita, può dirsi nel suo genere organizzata una mostra che sarà molto probabilmente commentata anche una unica al mondo. Otto sono le conferenze, riportate nelle conferenza da tenersi presso l’Abbazia recenti Tabulae, con le quali illustri stu- di Fiastra. diosi hanno trattato argomenti diversi: “Il romanzo storico e Federico II”, ‘Federico II e Filippo il Bello’ (Dome- come pure “Il Medioevo nel cinema” nico Lancianise); ‘Lo spazio dell’ozio saranno ugualmente argomenti da trate della festa’ (Maria Stella Calò Ma- tare con associazioni specializzate. Alriani); ‘L’architettura federiciana tre iniziative ancora da perfezionare in Sicilia e Castel Maniace’ (Ferdi- riguardano il poema lirico-sinfonico “Il nando Maurici); ‘Birribaida, riserva segreto del tempio” del M° O. Kuscas, di caccia dell’Imperatore’ (Mariano l’appropriata sistemazione del monuLa Barbera); ‘Bellumvider, castel- mento a Federico II, viaggi di studio e lo inedito di Federico II’ (Giuseppe manifestazioni varie delle quali la più Salluzzo); ‘Bellumvider, da presidio rilevante sarà, a Palermo, l’assegnazione militare a palazzo ducale’ (Pasquale dell’XI° Premio Federichino. ContiCalamia). Con un’escursione nella poe- nuerà poi l’attività scientifica e divulsia pascoliana il prof. Massimo Castol- gativa con ulteriori pubblicazioni. Il di ha considerato la figura di Re Enzo potenziamento del patrimonio librario in ‘Stante in un raggio è fiso il Re, di della Fondazione sarà favorito da acsole’ e un tema simile la prof. Anna quisti diretti e scambi con biblioteche e Maria Trombetti Budriesi ha trattato istituzioni culturali. con ‘Re Enzo a Bologna. L’Impero e i Comuni’. Chi ha preso parte agli incon- Per l’eclettico Imperatore tri o chi avrà in mano il volume potrà La proiezione del film di Marco Cercaci, constatare che non sempre allineate, ma “L’ombra di Federico II”, del quale ancoa volte anche palesemente contestatrici ra non è possibile parlare essendo stasono state le interpretazioni della figura to presentato solo in forma privata, ha di Federico II; a prova che la Fondazione dato il via alle manifestazioni del 2009 è disponibile ad accogliere e a discutere che proseguiranno al ritmo medio di tesi storiche diverse purché attendibil- due conferenze o convegni al mese. Eccone brevemente i titoli: mente documentate. 10 marzo, a Jesi. “Donne contro gli Un anno fervido d’iniziative Staufen: Stamira di Ancona e Santa Poco dopo la pubblicazione delle ‘Tabu- Rosa da Viterbo”. Prof. A. Lucarini e lae’ la Fondazione ha reso noto il calen- dott. C. Fornari. dario delle iniziative programmate per 26 marzo, Jesi. “Federico II e S. Franil 2009; ancora suscettibili di modifiche cesco D’Assisi”. Prof. L. Sperduti ma, mese per mese, regolarmente pre- 2 aprile, Jesi. “Il fisco di Federico II”. figurate. Alcune riguardano da vicino la Prof. K. Toomaspoeg città: come la proiezione, per gli studen- 21 aprile, Jesi. Proiezione per le scuole ti delle scuole medie e superiori del film del film di M. Cercaci “L’ombra di Fedi Marco Cercaci “L’ombra di Fede- derico II” rico II”, presentato presso la sede della In data de definire, maggio, Ancona. Fondazione, in anteprima assoluta, il 29 Improvvisazioni su Federico II di gennaio. Successivamente, grazie all’in- Pippo Franco teressamento della Provincia e di diversi 21 maggio, Jesi. “Federico II nelle comuni, è previsto che il film passi an- Marche”. Prof. J. Claude Marie Viche in altre città della regione. gueur a cura di Riccardo Ceccarelli C inema Se non esiste… Se la Verità non esiste, se il Bene non attrae, se l’uomo non ricerca qualcosa di grande, a cosa può essere educato? Rimane solo la noia… e per noia si uccide, ci si droga, si consuma l’amore, lo si sperpera, lo si trascina miseramente nel fango. Francesco Agnoli in “Il Foglio”, sabato 3 gennaio 2009. La pulce L’Italia ha posto il veto sulla riduzione dei gas serra, perché costa troppo. Berlusconi come Bush nel 2001: all’ecologia preferisce l’economia. Poi si picca se gli dicono che guida l’Italia come un’azienda. C In data da definire, giugno, Jesi. “Federico II e l’Università di Napoli”. Prof. E. Cuozzo Luglio, Jesi e Abbazia di Fiastra. Mostra sulle erbe officinali e medicinali nel Medioevo 8 settembre, Jesi. “Una nuova biografia su Federico II”. Prof. H. Houben In data da definire le successive manifestazioni: Settembre, Jesi. “Le profezie e la nascita di Federico II”. Prof. C. D. Fonseca Ottobre, Ancona. “Ripartiamo dalla corte di Federico II”. Prof. E. Coccia Ottobre, Palermo. XI° Edizione Premio Federichino Novembre, Osimo. Convegno “La pace di Polverigi” Novembre, Ancona. “Valenza delle università nel Medioevo”. Prof. R. Lambertini Dicembre, Jesi. “L’infanzia di Federico II in Umbria”. Prof. S. Nessi Dicembre, Jesi. Iniziative per il compleanno di Federico II 12 dicembre, Jesi. Manifestazione e convegno “Frecce nella rocca federiciana”. Esperti dell’Aquila su armi e mestieri del Medioevo. I viaggi di studio previsti raggiungeranno l’Abbazia di Farfa, Rieti e dintorni (28-29 marzo); Palermo e i castelli dei dintorni (18-23 giugno); Abbazia di Montecassino e dintorni (20 settembre) Come si può constatare le iniziative saranno numerose, di varia natura e di diverso interesse, ma tutte giustificatamente suggerite dall’eclettismo dell’Imperatore. La Fondazione Federico II Hohenstaufen mette a disposizione di chi volesse conoscere le sue attività un sito Internet. E’ il seguente: www.fondazionefedericoIIjesi.it Fotoservizio Augusta Franco Cardinali Nella foto: Marco Cercaci, regista de ‘L’ombra di Federico II’, in occasione dell’anteprima del film Il regista americano Stanley Kubrik e i suoi capolavori Il dottor Stranamore ontinua il nostro viaggio nel mondo del cinema e dei suoi autori. Dal Messico di Inarritu ci spostiamo negli Stati Uniti. Partiamo da un ospedale di Manhattan dove il 26 luglio 1928 nasce un mostro sacro della settima arte: Stanley Kubrick. Nella sua lunga carriera, Kubrick gira tredici film e tre cortometraggi, non molti a differenza di molti suoi colleghi. Kubrick è stato in grado di affrontare quasi tutti i generi della narrazione cinematografica e per ognuno di essi ha realizzato un capolavoro. Ha diretto quattro film di guerra, due thriller, due film di fantascienza, due film storici, un film dell’orrore e due pellicole sulle relazioni amorose. In un’intervista ha spiegato perché ama girare film di genere: «Una delle attrattive delle storie di guerra o di cronaca nera è che esse forniscono un’opportunità pressoché unica di mettere a confronto la nostra società contemporanea con una consolidata struttura di valori condivisi di cui il pubblico diventa pienamente consapevole. In particolare, la guerra agisce come una sorta di fucina in cui gli atteggiamenti e i sentimenti si formano in modo rapido e forzoso». Una delle sue pellicole più geniali, se si considera la convivenza di due generi, il film di guerra e la satira, vede la luce nel 1964 ed ha un titolo a dir poco esilarante: Il dottor Stranamore. Ovvero come imparai a non preoccuparmi e ad amare la bomba. Il riferimento alla bomba atomica è figlio del periodo storico in cui viene girato il film. Kubrick, prendendo spunto dalla premessa di un romanzo di Peter George, vuole esorcizzare a suo modo la Guerra Fredda e lo fa mettendo in scena una carrellata di personaggi assurdi, vere e proprie caricature dei politici che hanno in mano la sopravvivenza dell’intero pianeta. Il film inizia con un delirio di onnipotenza del generale americano Ripper che dà l’ordine ad una flotta di B-52 di sganciare la bomba sull’Unione Sovietica. Avvertiti dell’attacco, il presidente degli Stati Uniti e i capi di stato maggiore si incontrano nella sala della guerra. Nonostante gli sforzi compiuti per intercettare gli aerei, un solitario B-52, pilotato dal maggiore Kong, riesce a sganciare la sua bomba. Memorabile la scena in cui lo stesso maggiore si lancia a cavallo della bomba, con tanto di cappello da cowboy. Sfortunatamente i russi hanno messo in funzione l’ordigno “fine del mondo”, programmato per sterminare, in caso di attacco atomico, ogni forma di vita del pianeta. La massima autorità scientifica americana, il dottor Stranamore, suggerisce di trasferire un gruppo di uomini scelti (dieci donne per ogni uomo) in un profondo pozzo minerario, facendoli riprodurre. Magistrale la prova d’attore di Peter Sellers che interpreta ben tre ruoli: il confidente del generale Ripper, il presidente USA ed il dottor Stranamore. Il dottor Stranamore dà libero sfogo, attraverso la sua poesia comica, a quei sentimenti di impotenza e frustrazione che affliggono tutti noi. Andrea Antolini 4 Attualità 8 febbraio 2009 Confartigianato: le piccole imprese non hanno “paracadute” Lo stato della giutizia di Riccardo Ceccarelli O gni anno di questi giorni, verso la fine di gennaio, la solita manfrina. All’apertura dell’anno giudiziario da parte del primo presidente della Cassazione ed in ordine sparso dai presidenti delle Corti d’Appello in tutta Italia si esamina lo stato della giustizia. La novità di quest’anno è che ci hanno dato la classifica internazionale, siamo oltre al 130° posto, dopo non pochi paesi africani. Non c’è da rallegrarsi. Sono le lagnanze, i deficit, che ogni anno vengono segnalati. Alla ormai consueta mancanza di organici, di risorse, di spazi idonei (“Ho 21 giudici in una stanzetta, dove li metto?”, ha detto il presidente della Corte dell’Appello di Bologna, Giuliano Lucentini), si è aggiunto il problema delle intercettazioni. Per alcuni sono troppe con spese insostenibili, per altri sono poche, per altri ancora sono indispensabili. Il Governo vuole intervenire, ma è difficile trovare un accordo che soddisfi tutti. Poi la separazione delle carriere, la lunghezza dei processi, il ministro Brunetta che dice che i magistrati non lavorano molto, altri invece dicono che lavorano sopra le loro forze, si invoca che la politica non occupi le istituzioni; le scarcerazioni facili, troppo facili, anche per delitti ignominiosi, la necessità di nuove carceri, mentre carceri da anni pronte rimangono inutilizzabili per cavilli burocratici. Un coro di lagnanze fino a quella che denuncia la mancanza di fondi per fotocopie o per i cancellieri da far sospendere le udienze. Disfunzioni vecchie per non dire antiche. E quando si vuol mettere mano ad una riforma della giustizia per farla funzionare senza ledere i diritti dei cittadini, non si riesce a trovare uno straccio di accordo se non qualche pannicello caldo: i politici la vogliono in un modo (o in diversi modi inconciliabili tra loro), i magistrati la vogliono e la pretendono in tutt’altra direzione. Così si fa poco o nulla. E rimangono i tempi biblici per una vertenza e per una sentenza definitiva. Con l’affollamento dei processi. Mercoledì scorso 4 febbraio una sezione della Cassazione ha avuto in calendario 66 processi da discutere nell’udienza pubblica di quel giorno. Si è sottolineata anche la “sindrome di onnipotenza che attraversa la magistratura”, quando “in uno Stato di diritto il giudice non può rifiutare una risposta, per quanto nuova o difficile sia la domanda di giustizia che gli viene rivolta”, magari facendo giri di parole come nella sentenza di eutanasia (perché oggettivamente così è) nei confronti di Eleuna Englaro quando si dice di garantirle “un adeguato accudimento accompagnatorio, durante tutto il periodo successivo alla sospensione del trattamento di sostegno vitale”. Espressioni che hanno colpito e meravigliato il professor Massimo Vari, presidente emerito della Corte Costituzionale. Una sentenza che prevede l’eutanasia quasi fosse già una prestazione obbligatoria. E le sentenze si debbono eseguire, hanno ribadito i giudici. L’eco comunque suscitata dalle relazioni sullo stato della giustizia si placherà ben presto, si riproporrà il prossimo anno. Una situazione a dir poco triste e penosa se non fosse incancrenita, con procedure obsolete, con poltrone e poteri consolidati, con i cittadini che “debbono fidarsi di questa giustizia”. Che altro debbono fare? Altro il convento non passa. Qui l’eclisse della ragione sembra essere codificato dalla legge. La speranza tuttavia è ultima a morire. La speranza per una giustizia più efficiente, più adeguata ad una convivenza più civile e più umana, più dignitosa e rispettosa anche di chi è oggetto di ingiustizia e di sopruso, più decisa e precisa nei confronti di chi mette in forse la dignità della vita e del quotidiano vivere, questa speranza rimane e deve rimanere e con la possibilità che fughi l’eclisse della ragione che da temporaneo rischia di prolungarsi oltre ogni limite sopportabile. Che prevalga insomma la ragione. Un desiderio che spesso però, disgraziatamente, rimane tale. N Trema l’indotto Fiat on solo le maestranze direttamente alle dipendenze della Fiat sperimentano sulla propria pelle le conseguenze della crisi finanziaria che sta mettendo a dura prova anche il settore automobilistico, ma è tutto l’indotto legato all’auto a pagare caramente la crisi. Crisi che ha pesanti riflessi anche sul nostro territorio. Nello Jesino, sottolinea Fabio Marcatili responsabile sindacale della Confartigianato della Vallesina, sono numerose le imprese che lavorano per conto della case automobilistiche e dei veicoli industriali. Non solo comparto auto, ma anche camion, trattori e componentistica come plance o paraurti. Un arcipelago, fatto di tante piccole aziende che producono il 65 per cento dell’automobile e che ora rischiano di pagare il prezzo più salato della ristrutturazione. Si calcola che per ogni lavoratore Fiat in esubero ci siano almeno altri tre addetti dell’indotto che rischiano di perdere il posto di lavoro. Gli effetti della crisi si faranno sentire soprattutto sugli anelli deboli della catena, nelle aziende dell’indotto. Si tratta di imprese di dimensioni ridotte, dai fatturati esili e dagli organici contenuti, dove il ricorso alla cassa integrazione straordinaria è limitato solo ad alcuni comparti della meccanica. Sono contemporaneamente in crisi auto, veicoli commerciali, camion e macchine movimento terra. E non è in crisi solo un produttore ma tutti i produttori europei e mondiali. Gli artigiani e le piccole imprese del comparto metalmeccanico rischiano addirittura la chiusura di fronte a pesanti tagli alla produzione delle case automobilistiche: quindi occorre agire in fretta. Il decreto anti crisi del Governo, sottolinea Gilberto Gasparoni responsabile sindacale della Confartigianato provinciale di Ancona, non è sufficiente per consentire alle imprese di affrontare la crisi. Confartigianato conferma il giudizio positivo sulle misure approvate dal Parlamento ma sottolinea la necessità di interventi più incisivi per ridurre la pressione fiscale, per diminuire il costo del lavoro e per migliorare le condizioni di accesso al credito. Analogo impegno viene sollecitato al fine di abbattere le aliquote contributive e fiscali che pesano sul costo del lavoro. Un obiettivo che si potrà raggiungere con interventi di detassazione al secondo livello di contrattazione. Le piccole imprese non hanno aiuti di Stato ne “ paracaduti” e rischiano quindi di pagare il prezzo più alto di questa crisi. Troviamo spesso piccole imprese e imprese artigiane, operanti in regime di monocommittenza, specializzate nella produzione di un particolare o utilizzabili durante i periodi in cui si verificano picchi produttivi. Nonostante le capacità tecniche ed il know-how maturato da queste imprese, esse rappresentano il vero anello debole del settore automobilistico. Vanno approntate, ricorda la Confartigianato, misure per rilanciare l’imprenditoria locale con un mix di interventi che coniughino il capitale di rischio ed il sostegno pubblico. Misure indispensabili anche per aiutare la riconversione e l’innovazione produttiva delle piccole imprese dell’indotto e del contoterzismo coinvolte dalla crisi della Fiat e di altri settori. Altrettanto necessaria la “riforma del sistema degli ammortizzatori sociali che, così come è oggi impostato, si risolve in una precoce ‘rottamazione’ di risorse professionali ancora giovani e discrimina i lavoratori delle piccole imprese. Per favorire lo sviluppo bisogna puntare sulle iniziative nei settori a maggiore valore aggiunto, occorre investire in formazione, ricerca e innovazione, nel potenziamento delle reti materiali e immateriali, delle infrastrutture più necessarie all’attività d’impresa. Giornata della Memoria: una mostra ad Urbino fino al 28 febbraio La crudeltà della guerra e della persecuzione M artedì 27 gennaio, si è celebrato il giorno della Memoria della Shoa. Lo spirito di questa giornata dovrebbe essere non solo un evento commemorativo di quanto successo nei lager nazisti, ma soprattutto un evento culturale per ricordare alle generazioni di oggi e a quelle future la crudeltà della seconda guerra mondiale e della persecuzione degli ebrei, zingari e dissidenti politici che ha avuto luogo nei campi di sterminio nazisti. La scelta di questo giorno, il 27 gennaio appunto, coincide con l’apertura dei cancelli del campo di Auschwitz, diventato poi simbolo della Shoa. In occasione di questa ricorrenza, l’Istituto Superiore di Industrie artistiche di Urbino, la facoltà di sociologia dell’università degli studi di Urbino “Carlo Bo” e l’Accademia di Belle Arti di Urbino hanno presentato una mostra intitolata “53396 (R)esistere per immagini”. Questa mostra si divide in cinque parti, la prima “(R)esistere per immagini Germano Facetti dalla rappresentazione del Lager alla storia del XX seco- lo”, prodotta dal Museo Diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà; curata dall’Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea “Giorgio Agosti” presentata lo scorso anno a Torino. La seconda parte, “R-esistenze, Video-testimonianze di partigiani”, è un documentario prodotto dall’Accademia di Belle Arti di Urbino nel Biennio Specialistico di Visual Design realizzato da alcuni studenti. La terza, “Grafici per la Democrazia”, è una ricerca sulla vita e il lavoro di alcuni grafici internazionali che si sono spesi per la libertà dell’Europa dal nazi-fascismo allestita dagli studenti del Biennio specialistico dell’Isia. Gli studenti presentano nove grafici e le loro opere, dedicando loro un libro che ripercorre la loro storia e il loro impegno umano e professionale contro il nazi-fascismo. Si continua con “Penguin, cover story 1960-70” curata dalla biblioteca dell’Isia, è una raccolta di libri curati dall’Art director della Penguin di quegli anni, Germano Facetti. Quinta e ultima parte “19381945, la persecuzione degli ebrei in Italia. Documenti per una storia”, una mostra a stampa della Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea. Questa parte mostra il drammatico evolversi della persecuzione degli ebrei nel nostro paese. La mostra, rimarrà aperta fino al 28 febbraio, tutti i giorni dalle ore 9 alle 18 sabato e domenica esclusi. Sara Federici Riconversione della Sadam: l’etica del produrre e l’etica del consumare Siamo prigionieri del consumo di energia N ell’assemblea di venerdì 30 gennaio indetta dal comitato contro la costruzione della centrale a bio-massa della Sadam, in una sala gremita, il prof. Gabriele Fava e il priore Camaldolese dell’eremo di Monte Giove, padre Natale Brescianini, si sono confrontati sul senso etico delle scelte che in materia di ambiente si stanno compiendo in Vallesina. Si sono posti domande di etica sull’uso e l’abuso dell’ambiente. Nelle scelte del produrre c’è un’etica da rispettare? Quale? Evidentemente riguarda anche quella del consumare in cui il consumismo è il motore dello sviluppo che pone l’equilibrio tra l’ambiente e il suo sfruttamento, inquinandolo, riducendolo allo sfruttamento e meno alla conservazione. Guardando la sala illuminata mi veniva spontanea la domanda da dove venisse l’energia che ci illuminava? La Regione Marche per più di un terzo è dipendente dall’energia che viene importata. Quell’energia proviene dalle centrali nucleari che costellano le nostre Alpi. La più vicina non è neanche a trecento chilometri da Torino. Pensare ad un incidente come quello di Cernobyl fa venire i brividi! Allora ecco che il padre Natale Brescianini si pone subito la domanda del condizionamento del produrre collegandolo al consumare. Oggi la società ha bisogno sempre più di energia! Si deve rifornire il motore dello sviluppo! Ma come e chi deve produrla? Non si sono considerate le esigenze della natura, gli equilibri ambientali, lo sfruttamento equo delle risorse, il rispetto dei Paesi poveri fonte di innumerevoli energie; con il tempo è aumentata la fame di risorse energetiche e abbiamo peggiorato la situazione. Abbiamo assaltato la terra come dei “pirati” facendoci del male da soli. Il “buon vivere” dell’opulento mondo occidentale è connotato da cose superflue, dall’accumulazione della ricchezza, dallo sfizio alimentare costoso, dal non porsi il problema dell’inquinamento compromettendo l’atmosfera. Pensate che per produrre l’olio di palma che sarà il carburante per la nuova centrale, intere regioni dell’Asia si stanno deforestando. Oppure per il bio-diesel si mettono in competizione le coltivazioni di grano che servivano solo per la alimentazione ma che oggi si sono dimostrate anche fonti energetiche facendo schizzare verso l’alto i prezzi. Poi dove bruciare se l’impatto ambientale avrà sempre una ricaduta ambientale? Sia nel produrre energia e sia nel consumarla c’è un impatto ecologico, per questo si pone un problema di etica che si domanda quanto sia giusto sfruttare la terra distruggendo! Però tutti vogliamo l’energia! Come fare? Noi non la vogliamo produrre per non inquinare ma dobbiamo rispondere alle esigenze energetiche della nostra vita contemporanea. L’alternativa è soltanto dire no? Oppure avere ipotetiche garanzie? Ma quali? Ecco che la questione etica si confronta con l’esigenza del fare! La battaglia che si sta conducendo a Jesi può scontrarsi contro una realtà che rifiuta la centrale perché inserita in un contesto già molto inquinato, però alla fine la necessità di realizzarla diventa vincente perché siamo prigionieri del consumo del quale non possiamo fare a meno. Non siamo infatti disponibili a cambiare il nostro livello di vita. Remo Uncini A pag. 11 il contributo di Maria Chiara La Rovere sulla conferenza e l’aggiornamento sul confronto in merito alla riconversione. Incontro proposto dall’Udc Il gruppo Udc - Unione di Centro della Regione Marche invita la cittadinanza a partecipare, venerdì 6 febbraio alle ore 18,30 presso la sede di Jesi in via Pergolesi, 8, all’incontro sul tema: “Sadam: problematiche occupazionali Jesi e Vallesina”. Prenderanno parte al confronto Marcello Pentericci, capogruppo Udc in Comune, Gilberto Baldassarri, vicesindaco di Falconara marittima, Claudia Domizio, segretaria provinciale del partito e Luigi Viventi capogruppo Udc nel consiglio regionale. 5 Cultura 8 febbraio 2009 Gli ultimi concerti della Stagione Sinfonica: da dicembre a gennaio V La musica della gioia, del dolore, del silenzio arietà di autori, di stili, di prano Tiziana Tramonti linguaggi, di contenuti ha presentato alcune arie che nei più recenti appuntamenti mostrano, pure nello stile della Stagione Sinfonica. Ha galante, un’adesione appromandato in visibilio il pub- priata al sentimento, alla pablico il ‘Concerto di Natale’ rola, all’emozione. Dirigeva il del 15 dicembre che ha visto M° Hubert Soudant, per la sul podio il M° Pietro Mia- prima volta al Pergolesi. niti e, straordinario solista, “La musica aiuta a non senGianluca Littera, virtuoso tire dentro il silenzio che di uno strumento popolare, c’è fuori”. Sono parole di J. S. l’armonica a bocca, rara- Bach che appropriatamenmente usato in orchestra, ma te sottotitolano il concerto suggestivamente impiegato ‘Per non dimenticare’ del 30 da alcuni compositori con- gennaio, dedicato alla Giortemporanei; come lo statu- nata della Memoria. Con la nitense J. Moody e il nostro manifestazione si è voluto grandissimo Ennio Morri- ricordare lo sterminio di cone che l’ha utilizzata in circa 140.000 ebrei, intelletfamose colonne sonore. tuali ed artisti, che venneDi diverso interesse il con- ro deportati nella cittadella certo del 10 gennaio ‘I clas- fortificata di Terezìn dove sici viennesi’ che ha messo a sopravvissero per qualche confronto tre autori: Haydn, tempo prima della ‘soluzioMozart e Beethoven. Del ne finale’ di Auschwitz. Solo Salisburghese la voce mor- per scopi propagandistici a bidamente cesellata del so- Terezìn alcuni musicisti po- terono comporre. Fra questi il praghese H. Krása, autore di una ‘Ouverture per orchestra da camera’ mai eseguita prima del 1993, che presenta tutte le caratteristiche della Nuova Musica europea condannata dal nazismo perché ‘decadente’. Vi affiora a tratti un grottesco ‘umorismo nero’ che ricorda da vicino Sciostakovich. Più tragicamente significativo è lo ‘Studio per orchestra d’archi’ di P. Haas che qui, quasi presagio funesto di una tragedia, sembra raccogliere i frammenti scomposti di un fraseggio esasperato, disperato, aspro di dissonanze. Si accede ad un clima struggente di memorie con i ‘Three pieces’ tratti dalla colonna sonora del film ‘Schindler’s List’ per la quale l’autore, J. Williams, ottenne l’Oscar. E’ un’umana compassione che ispira l’opera trascendendo la tragedia. Ebreo, ma non vittima dell’Olocausto fu G. Mahler del quale, tratto dalla sua Sinfonia n° 5, è stato presentato, tratto dal 4° movimento, l’Adagetto’ che venne usato come leit motiv del film ‘Morte a Venezia’. Impossibile ora non accostare questa musica ad immagini che descrivono il pigro torpore e il barbaglio di una laguna e la dissolvenza di sentimenti struggenti. E’ stata ascoltata infine la Sinfonia n° 38 di Mozart, detta ‘di Praga’ per essere stata in questa città composta ed eseguita per la prima volta. E’ un’opera della piena maturità, ricca di contrasti ora drammatici e mesti, ora incalzanti, sincopati, energici che culminano in un esultante finale. Rende efficacemen- te il carattere del compositore che alternava momenti di irrefrenabile gioia ad altri di assorta malinconia. In assetto variabile la Filarmonica Marchigiana è stata affidata al M° Stefano Furini, direttore e prodigioso violino solista. Suona una strumento uscito, nel 1669, dalla mani di Andrea Guarnieri, capostipite della famosa famiglia di liutai cremonesi, ed è tutto dire. Fotoservizio Augusta Franco Cardinali Nella foto: il solista di armonica Gianluca Littera (a sinistra) con il maestro Pietro Mianiti ROMA: presentato il volume di storia dell’arte medievale mariana di Emma Simi Varanelli N L’origine di un dogma dalla fede del popolo testimoniata dall’arte el pomeriggio dello Vergine Maria, futura madre scorso venerdì 30 gen- di Cristo, al peccato originale naio si è tenuta, presso l’Au- sin dal Medioevo, in cinque la Magna dell’università principali tipologie di raffiromana Lumsa, la presen- gurazione della Madonna: tazione del volume Maria l’albero di Jesse, la Madonna l’Immacolata. La rappresen- dell’umiltà coronata con i tazione nel Medioevo (Roma, simboli dell’Apocalisse, Eva e De Luca, 2008, pagine 262), Maria, la Madonna gravida e risultato delle recenti fati- la Vergine fanciulla nel Sole. che della docente di Storia L’incontro, moderato dalla dell’Arte Medievale Emma prof.ssa Giulia Aurigemma e Simi Varanelli e delle sue svoltosi alla presenza dell’augiovani collaboratrici Bar- trice, si è aperto con il benbara Carmignola e Cecilia venuto del Magnifico Rettore Paolucci. della Lumsa Giuseppe Dalla La convinzione che ha gui- Torre, il quale ha espresso dato lo studio dell’autrice è soddisfazione per il lavoro quella che l’affermazione di della docente del proprio un dogma non tragga la sua Ateneo, realizzato anche con legittimazione unicamente il supporto dell’università. A da un’imposizione dall’alto, seguire, la lettura del saluto ma la fede in esso lieviti per del Direttore Generale per secoli nel Popolo di Dio pri- i Beni Librari e gli Istituti ma di venir fissata dal Som- Culturali, finanziatore del mo Pontefice. Così sembra progetto, Maurizio Fallace, essere avvenuto anche per assente a causa di impegni la verità di fede riguardante istituzionali. l’Immacolata Concezione Si è passati poi agli illumiprima della sua formulazio- nanti interventi di P. Stefano ne, avvenuta l’8 dicembre De Fiores e mons. Timothy 1854 per opera di Pio IX. Verdon. Il primo, Ordinario Simi Varanelli – attraverso emerito di Mariologia alla un raffinato percorso ico- Pontificia Università Gregonografico che parte dall’In- riana, ha riferito al pubblico ghilterra benedettina del convenuto le sue riflessioni XII secolo, attraversa l’Italia sul tema “Io sono l’Immacotrecentesca (con particolare lata Concezione”. Valori teocoinvolgimento delle Mar- logici e antropologici, focalizche), e arriva a comprendere zando la sua attenzione sulla la Francia, la Spagna e l’Eu- proclamazione del dogma e ropa intera alle soglie della sulla successiva autorivelaControriforma – sostiene zione della Madonna come di poter rintracciare testi- “Immacolata Concezione” monianze della sussistenza nelle apparizioni di Lourdes dell’idea dell’estraneità della quattro anni dopo. «Nella definizione di Pio IX – sostiene P. De Fiores – “Immacolata Concezione” sorregge un genitivo, “della Vergine”; con le apparizioni di Lourdes si compie un passo avanti: Maria si fa tutt’uno con la grazia della preservazione dal peccato originale fino ad identificarsi con essa». Quindi, «l’autodefinizione lourdiana di Maria, lungi dall’essere soltanto un’eco o una conferma della definizione dogmatica, rappresenta un approfondimento teologico». Venendo al libro della Simi Varanelli, P. De Fiores rileva l’impossibilità di proiettare all’indietro la luce di questo punto di massima chiarezza ma, secondo le parole della stessa autrice, «dell’Immacolata si possono solo tratteggiare i tentativi della sua espressione iconografica, dal tempo primo della sua gestazione nell’alto medioevo fino agli albori dell’età moderna». «Non si potranno, dunque, trovare raffigurazioni espli- Concerto all’Enoteca Sabato 7 febbraio alle ore 20.30 presso l’Enoteca della Regione Marche, sezione di Jesi si esibirà il Track Quartet – Zap Juice – Social Music Festival nel corso di una cena concerto alla quale si può partecipare in seguito a prenotazione presso l’Enoteca (tel. 0731 213386). Si esibiranno alla tromba Gia- como Uncini; al sax Antonangelo Giudice e Tommaso Uncini, al contrabbasso Ludovico Carmenati. Zap Juice promuove la campagna sociale per il consumo consapevole dell’alcol “drink smart” in collaborazione con forze dell’ordine e polizia stradale di Jesi e Fabriano e Polizia municipale di Jesi. cite dell’esenzione di Maria dal peccato originale, soprattutto nel basso medioevo – continua De Fiores –; tuttavia, la «ragnatela contestuale» tessuta dall’autrice e dalle sue collaboratrici spinge a caricare di contenuti immacolisti raffigurazioni della Madonna a prima vista lontane da questo significato». Riassumendo lo scenario antropologico e teologico della questione, egli spiega che «nella storia del processo dell’arrivo alla chiarezza circa l’Immacolata Concezione, ci sono tre fattori portanti: il popolo, che percepisce qualcosa di incompatibile tra la madre del Signore, che collabora con lui per la liberazione del mondo dal peccato, e il peccato stesso; il magistero della Chiesa, che compie opera moderatrice e, qualche volta, promotrice, finché alla fine si pronuncia in maniera indefettibile e infallibile; i teologi, che sciolgono il nodo generato dal ragionamento secondo cui se Maria fosse immune dal peccato origi- nale, Cristo non potrebbe es- che il problema dell’Immasere suo redentore: in realtà, colata Concezione non si secondo Duns Scoto, «è più possa considerare risolto perfetto quel redentore che in quanto minaccia ancora invece di lasciar cadere una la validità della redenziopersona nel peccato per poi ne, e pur avanzando qualriazzarla, la trattiene con la che dubbio sul fatto che un forza della sua redenzione percorso iconografico meperché non pecchi». Nella dievale possa avere stretdefinizione dogmatica di Pio ta relazione con l’idea del IX, infatti, Maria è “Imma- concepimento “sine macula” colata” «in vista dei meriti di di Maria, ha apprezzato il Cristo Redentore». lavoro della Simi VaranelMons. Timothy Verdon, Ja- li come un’opera “aperta”, mes Burke Professor alla passibile di nuovi apporti Stanford University , nel suo ed approfondimenti, dal intervento Aspetti dell’ico- momento che, mentre fanografia dell’Immacolata ha vorisce una lettura iconointrodotto qualche elemento grafica delle opere prese iconografico di dipinti fio- in esame, lascia spazio ad rentini successivi al medio- ulteriori riflessioni per una evo, antecedenti o appena lettura iconologica, magari posteriori alla definizione da indagare in un prossimo dello schema adoperato dal volume. Seicento in poi per questo Il pomeriggio si è conclusoggetto. so piacevolmente con una Infine, la parola è stata data proiezione delle immagini al Direttore del Master in analizzate nel volume preStudi Storico Artistici della sentato, a cui ha fatto da Lumsa ed ex Direttore Ge- sottofondo musicale l’esinerale dei Beni Culturali, bizione del coro d’Ateneo Francesco Sisinni, il quale, “Lumsa Gospel Singers”. pur affermando di ritenere Rosa Coscia Nicola Rossini: una personale fino al 15 febbraio Una vita di mille panorami N icola Rossini è uno dei più importanti artisti della nostra terra. Periodicamente ritorna nella sua Jesi, lui che ormai vive a Parma da anni, dove lavora senza sosta e, rituffandosi nelle atmosfere che gli sono sempre care, magari ritrova lo stimolo a creare nuovi quadri, vedere luci che si buttano su angoli che, fino a ieri, erano forse senza colori. Nicola non deve mettersi in discussione: è uno dei maggiori chiaristi ed esprime il senso e l’amore dello spazio e delle immagini, collocando la sua visione della natura di fronte all’occhio attento del fruitore. Il suo ritorno è importante, per la Città. Ha inaugurato una sua personale intitolata “Oltre cinquant’anni di pittura di Nicola Rossini” il 31 gennaio prossimo al Palazzo dei Convegni di Jesi, mostra che resterà aperta sino al 15 febbraio. Rossini ripercorrerà, nella mostra, coi tanti lavori che abbracciano un lunghissimo arco di tempo, un panorama a lui molto caro, che ha amato e che ama profondamente, con coerenza e passione, con oli, acquarelli, pastelli e disegni che riempiranno, con mille macchie di colore, le sale del Palazzo. Rossini ama lo spazio ma dello spazio ha una sua particolare visione, una visione appagante e che penetra dentro lo spettatore che si pone, senza eccessivi problemi di interpretazione, ad osservare, scrutare, restare coinvolto dalle luci che abbagliano o dalle colline che scendono, inondate dal sole, verso il mare. E’ un lungo percorso, quello di Nicola Rossini, che racconta una vita fatta di mille panorami, di tetti, di centri storici che parlano linguaggi antichi, di orizzonti sul mare o, anche, delle mura della sua città. Il suo “chiarismo” lo ha sempre contraddistinto, nella sua carriera che lo ha visto esporre in ogni parte d’Italia e d’Europa, in una sorta, quasi, di scommessa con se stesso: non tradire le sue mani che ricevono impulsi e vibrazioni da un cervello innamorato delle mille luci emozionali che un “paesaggio” – in generale – propone. Giovanni Filosa 6 Jesi 8 febbraio 2009 L’avvocato pianeta famiglia risponde di Jesi: l’avvocato Marcozzi è il nuovo difensore civico Indipendente e imparziale P aolo Marcozzi è il nuovo difensore civico della città di Jesi, eletto dal consiglio comunale nel pomeriggio di venerdì 30 gennaio. Inizia il suo mandato in un momento in cui sul ruolo del difensore civico ci sono molte polemiche, soprattutto dopo le dichiarazioni del precedente difensore civico, l’avvocato Francesco Conti. Paolo Marcozzi, avvocato, collabora da tempo con il nostro settimanale: prima con la rubrica “Jesi per via” ed ora con “L’avvocato risponde”; inoltre ha curato per i collaboratori di Voce un incontro sul delicato tema del rispetto della legge sulla privacy; è impegnato in diversi ruoli nelle associazioni di volontariato; ha partecipato alla vita politica della città. Avvocato, da diverso tempo partecipa al bando per difensore civico del comune di Jesi ma solo ora è stato nominato. Forse perché ci si è resi conto della necessità che questo ruolo sia svolto da una persona che conosce bene la realtà civile e politica della città oltre ad avere una lunga esperienza professionale? Che il difensore civico debba conoscere a fondo la realtà civile e politica della città è profondamente vero; una lunga esperienza professionale aiuta senz’altro; ma non penso che siano queste le ragioni della mia nomina. Fin da quando, nei primi anni novanta, in occasione della stesura dello Statuto della Città di Jesi, contribuii a delineare la figura del difensore civico, ebbi a sostenere che questa figura doveva essere, per sua natura, totalmente indipendente dal potere costituito: è per questo che mi ero battuto perchè la sua nomina rimanesse affidata alla sorte, mediante estrazione del nome dalla terna scaturita dalla selezione fra le domande pervenute, così come avvenne per l’elezione del primo difensore civico, l’avvocato Fabio Fittajoli; solo l’estrazione a sorte, infatti, può garantire l’autonomia del difensore dal potere politico. Invece, successivamente, tale sistema fu sostituito dalla nomina da parte del Consiglio Comunale e questo, a mio parere, non è garanzia di totale indipen- denza del difensore. Penso che, con la mia nomina (che, sinceramente, non mi aspettavo), il consiglio comunale abbia voluto scegliere qualcuno che, oltre ad avere esperienza, non fosse emanazione dei partiti e non ne fosse, quindi, condizionato. E’ certo, comunque, che il consiglio comunale non voleva un politico. La sua nomina ha avuto un largo consenso in Consiglio: secondo lei per quale motivo? Anche questa è stata una sorpresa: infatti, ho sempre sostenuto che il difensore civico, quando entra in un ufficio dovrebbe incutere timore, perchè egli rappresenta il cittadino che si sente prevaricato dal potere pubblico; non pensavo, quindi, di essere eletto. Probabilmente ha prevalso la considerazione che la mia età poteva evitare le irruenze, tipiche della giovinezza, alle quali il difensore civico uscente ha attribuito i contrasti sorti nel corso del suo mandato. Quali saranno le priorità del suo mandato? Anzitutto far capire ai cittadini che cosa è il difensore civico. Molti credono che sia un giudice (lo confondono con il Giudice di Pace, che è tutt’altra cosa) o un tutore dell’ordine pubblico o un avvocato che li difenda in giudizio. Se vogliamo, la figura dell’avvocato, è la più somigliante alle funzioni del difensore civico, perchè egli vigila affinchè vengano tutelati i principi del buon andamento e dell’imparzialità dell’azione amministrativa, nonchè i diritti e gli interessi dei cittadini in attuazione delle leggi e dei regolamenti comunali; tuttavia, anche se la sua azione si svolge nei confronti del Comune e delle aziende autonome e speciali e degli enti dallo stesso control- Federico Cardinali FIDANZAMENTO: il tempo della conoscenza Ancora un pensiero su questa fase del ciclo vitale della famiglia. La settimana scorsa abbiamo parlato del corteggiamento, indicandolo come il momento in cui ha inizio la storia di una nuova famiglia. Avevamo usato la parola corteggiamento per evidenziare come questa fase ci accomuni, in natura, a tutto il mondo animale. A questo punto, focalizzando il nostro campo visivo sull’animale-uomo, possiamo riprendere una parola che appartiene alla nostra cultura: fidanzamento. E’ una parola, in verità, che viene usata sempre meno, che rischia di essere messa in archivio: il luogo dove si conservano i documenti che vanno ‘messi da parte’. Chi sa, magari per riprenderli al momento opportuno… Il mio timore è che il disuso di questa parola nasca dal fatto che è una parola impegnativa. Se ci pensate, essa ha in sé una radice verbale ‘seria’: la parola fides, che in latino significa fiducia, fedeltà, affidamento. Oggi molti giovani, e non solo i giovani, piuttosto che ‘siamo fidanzati’ preferiscono dire ‘stiamo insieme’. Quando non addirittura, semplicemente ‘usciamo insieme’. Come se non ci fosse nessun impegno. Né una reciprocità. Vorrei dire ora una parola con i genitori. Cambiamo pure i riti, se vogliamo. Può essere che abbia perso di senso il ‘fidanzamento ufficiale’, il momento in cui lui fa entrare la sua ragazza in famiglia e lei presenta il suo ragazzo ai suoi. Ma con che cosa li sostituiamo? Tante volte noi adulti siamo così spaventati di proporre ai figli i nostri valori… Ma se non glieli proponiamo noi, chi altri può farlo al nostro polati, non va visto come un avvocato difensore in un giudizio contro il Comune, bensì come un soggetto che rimuove gli ostacoli che impediscono una corretta e sana amministrazione della cosa pubblica. Il difensore civico: come dovrebbe porsi verso i cittadini e i responsabili delle istituzioni? Il difensore civico dovrebbe prendere per mano il cittadino e accompagnarlo attraverso un percorso nei sto? La televisione? Che ci sa presentare i rapporti tra un uomo e una donna solo come rapporti ‘di letto’ (= a letto)? Non ci accorgiamo che i telefilm, le telenovele, il cinema ogni volta che ci fa vedere due persone che si incontrano, dopo tre minuti ce li mostra a letto a fare sesso? A fare sesso, non a fare l’amore! Come si fa, del resto, a fare l’amore se non si costruiscono pensieri condivisi, se non c’è un tempo per costruire il confronto, il dialogo? Se non c’è un tempo perché le nostre anime possano parlarsi e ascoltarsi, nella reciprocità? Se non c’è, cioè, un tempo per conoscersi! Il fidanzamento è il tempo della conoscenza. Meglio, il tempo dell’inizio della conoscenza. Perché questo sarà un processo che ci accompagnerà per tutto il tempo che condivideremo con una persona. E’ un tempo prezioso. Solo su una buona conoscenza può fondarsi una sufficiente consapevolezza per maturare la decisione se scegliersi per condividere la vita. Ma questo tempo della conoscenza è anche il tempo dell’innamoramento. E’ il tempo, cioè, in cui l’altro viene idealizzato. Si dice che essere innamorati è un po’ come essere malati. Sempre, quando guardiamo un’altra persona, noi la vediamo in modo parziale: certe cose le guardiamo di più, altre di meno. Se siamo in buoni rapporti, tendiamo a guardare di più gli aspetti positivi dell’altro e a passare sopra a certi elementi fastidiosi. Viceversa, se i rapporti non sono buoni, amplifichiamo ai nostri occhi i limiti dell’altro e ne sminuiamo i meandri del sistema e fare in modo che il primo capisca il funzionamento del secondo ed il secondo comprenda le esigenze del primo; egli deve evitare prevaricazioni, ingiustizie e disparità di trattamento da parte del sistema, ma deve anche riuscire a far capire al cittadino che la macchina comunale è spesso farraginosa e non sempre è così semplice tappare una buca sul marciapiede di casa. Certo, se la buca è lì da decenni ... pregi. Quando siamo innamorati questo processo è ancora più amplificato. I nostri occhi vedono a colori tutti gli aspetti ‘buoni’ dell’altro e mettono in ombra, in un’area molto poco illuminata, certi limiti e certe caratteristiche che, in altre circostanze, ci farebbero essere piuttosto critici verso questa persona. Tutto ciò è naturale. Niente da ridire. Tanto ‘naturale’ che se volessimo analizzare con gli strumenti della biologia come sta funzionando il nostro cervello, vedremmo che certi processi biochimici sono alterati. I mediatori chimici (= quelle sostanze che fanno sì che le cellule del cervello dialoghino tra loro) agiscono in maniera alterata rispetto alla normalità degli altri tempi della vita. Il cervello ‘innamorato’ funziona diversamente da come funziona in tempi di ‘normalità’. Questo fenomeno lo conosciamo così bene che ci siamo creati anche un modo di dire: quando vediamo qualcuno tanto contento, sorridente, con lo sguardo luminoso, che si prende cura di sé più del solito, magari anche un po’ distratto… gli diciamo “ma che sei innamorato!?”. Che è un po’ come dire “ma non sei normale!”. Attenzione, però. Perché parallelamente dovremmo dire che siamo malati (= i nostri processi mentali sono alterati) anche quando, invece, siamo in una relazione di grande conflittualità con una persona. Se da innamorati ne vediamo (quasi) esclusivamente gli aspetti positivi e siamo pronti a giustificare ogni possibile sbaglio, ora, immersi nel conflitto, attiviamo una modalità opposta. Vediamo (quasi) esclusivaIn che modo i cittadini potranno contattarla? L’ufficio del difensore civico trova attualmente accesso dall’Ufficio Relazioni con il Pubblico, in Piazza della Repubblica: il cittadino si può recare colà nei giorni di ricevimento (dovrebbero essere lunedì, dalle 8:30 alle 11:30, e giovedì, dalle 14:30 alle 17:30); oppure può scrivere una lettera da inviare a mezzo posta o fax. A breve, comunque, uscirà un manifesto con tutte le indicazioni. mente gli aspetti negativi: qualunque cosa l’altro fa o dice, immediatamente gli attribuiamo un significato negativo, un’intenzione ‘cattiva’ nei nostri confronti. E non siamo disposti a giustificare nessuno sbaglio o parola o gesto che possa farci male. E’ quello che succede quando in una relazione di coppia siamo sull’orlo di una separazione, per esempio. Ma anche in mille altre circostanze. Ma che c’entra questo con il fidanzamento? Dicevamo che da innamorati siamo specializzati nel vedere gli aspetti positivi dell’altro, anche rischiando di esagerare. Bene. Facciamone una scorta, perché ci serviranno quando ci succederà di affrontare momenti difficili con il nostro partner. Avremo bisogno, allora, di attingere a questa riserva per non cadere nella trappola di veder tutto nero e dirci, con tanta, troppa facilità e velocità, che abbiamo sbagliato a metterci con questa persona! Chi sa? Se il fidanzamento, da innamorati, potesse essere come aprire un conto in banca - la banca del nostro cuore - dove depositare i nostri tesori (= tutto il positivo dell’altro), sarà lì che andremo ad attingere al momento del bisogno: quando la vita ci metterà davanti la necessità di fare delle ‘spese’ che, da fidanzati, non avevamo previsto… (Pianeta famiglia 5. continua) Chi vuole scrivere allo psicologo può farlo o per email ([email protected] o cardinali@itfa. it) o per posta a Voce della Vallesina - colloqui con lo psicologo - P.za Federico II, 8 - 60035 JESI Meic: 10 febbraio Il gruppo Meic “Edith Stein” di Jesi comunica che martedì 10 febbraio alle ore 18 nella sala conferenze del museo diocesano sarà presentato il libro “Quotidiana – mente” della poetessa Nandina Menotti Muzi di Jesi. Introdurrà l’incontro la poetessa Maria Rita Sampaolesi; l’autrice commenterà alcune sue liriche. Diego Donati e Tommaso Uncini con chitarra e sassofono animeranno la serata. L’incontro è aperto a tutti. IMPIANTI IDRAULICI ASSISTENZA TECNICA MATERIALI PER BAGNI TERMOIDRO di GIANFRANCO MUZI Castelplanio - 60032 (An) - Via Roma, 117 Tel. 0731.813444 r.a. - Fax 814149 - www.fazibattaglia.com Via Giuseppe Guerri, 17 JESI Tel. 0731 200337 - 335.247108 Vita ecclesiale LA CHIESA LOCALE IL DIARIO DEL VESCOVO GERARDO Venerdì 6 febbraio ore 15.30: Maiolati Spontini, S. Messa e incontro con gli ospiti della casa di riposo ore 18: Conferenza presso la Biblioteca Petrucciana Domenica 8 febbraio ore 9: S. Maria Nuova, ritiro con i Catechisti di S. Maria N. e Collina ore 11.30: S. Maria Nuova, S. Messa ore 15.30: Pianello, incontro con i Bambini di Prima Comunione Martedì 10 febbraio ore 15.00-18.00: il Vescovo riceve nella cappella di San Floriano, in Duomo, coloro che desiderano confessarsi o avere un colloquio spirituale. Senza appuntamento. ore 18.30: Consiglio Caritas ore 21: Incontro Biblico con i Corsisti Mercoledì 11 febbraio ore 9.30: Seminario Regionale: Incontro per operatori della pastorale vocazionale ore 15.30: Seminario, Inizio Esercizi Spirituali con un gruppo di Studenti di Teologia ore 17: Pantiere, S. Messa nella memoria di N.S. di Lourdes ore 18.30: Parrocchia San Giovanni Battista, S. Messa nella Festa del Sangue Giusto Giovedì 12 febbraio ore 21: S. Maria del Piano, Incontro con i fidanzati Parola di Dio 8 febbraio 2009 7 8 febbraio 2009 - 5^ domenica del tempo ordinario - anno b Guai a me se non annuncio il Vangelo la stessa lettera aveva detto “.. la conoscenza riempie di orFratelli, annunciare il Vangelo non è per me un vanto, perché è una goglio, mennecessità che mi si impone: guai a me se non annuncio il Vangelo! tre l’amore Se lo faccio di mia iniziativa, ho diritto alla ricompensa; ma se non edifica” (v. 2). lo faccio di mia iniziativa, è un incarico che mi è stato affidato. Qual Questi versetti è dunque la mia ricompensa? Quella di annunciare gratuitamente il possono esseVangelo senza usare il diritto conferitomi dal Vangelo. Infatti, pur esre definiti la sendo libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti per guadagnarne il magna charta maggior numero. Mi sono fatto debole per i deboli, per guadagnare i dell’evangelizdeboli; mi sono fatto tutto per tutti, per salvare a ogni costo qualcuno. zatore cristiaMa tutto io faccio per il Vangelo, per diventarne partecipe anch’io. no. E’ uno che Parola di Dio ha ricevuto la chiamata (non lo fa di COMMENTO scandalizzerebbero, allora per sua iniziativa) al servizio del Continuiamo a seguire a Pa- la carità verso questi “deboli” , Vangelo; vi risponde e con rola di Dio come ha fatto San i “forti” rinuncino al diritto di spirito di servizio; la sua riPaolo. I versetti della Prima mangiare questa carne. sposta lo coinvolge in tutta la Corinti ci offrono in questa Ed ecco un tratto autobiografi- sua esistenza (mi sono fatto domenica un tratto autobio- co. Paolo presenta la sua scel- tutto a tutti); lo fa con gratuità grafico, insieme ad una rispo- ta. Avrebbe avuto il diritto di assoluta. L’unica ricompensa sta ad un problema e all’indi- essere mantenuto dalla comu- è l’onore della partecipaziocazione di principio. Partiamo nità, ma vi ha rinunciato, per ne alla missione del Vangelo. dal problema. La lettera ri- la carità verso i Corinti. Voleva La forza dell’Amore parte dai sponde a tanti problemi di favorire al meglio la loro ade- deboli e sente l’urgenza di ragquesta vivace comunità. Uno sione al Vangelo, senza essere giungere tutti. di questi era la possibilità o confuso con i tanti predicatori In questo memento di crisi meno di mangiare la carne del tempo che (come i maghi economica e sociale, la Chiesacrificata agli idoli, poi ven- di oggi) ci mettono di mezzo sa è chiamata con urgenza a duta nei mercati della città. sempre il denaro. “Mi sono seguire il suo esempio. AfferSiccome gli idoli non esisto- debole con i deboli, per gua- ma il Papa nel messaggio per no – dice Paolo – si può man- dagnare i deboli” è la formula la pace del 1° gennaio 2009: giare. Ma siccome alcuni si della sua carità. Nel cap. 8 del- “Mettere i poveri al primo po- Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi (1Cor 9,16-19.22-23) 9 febbraio: Beata Anna Katharina Emmerick La Passione e il Rosario A sto comporta…. che si riservi uno spazio adeguato a una corretta logica economica da parte degli attori del mercato internazionale, ad una corretta logica politica da parte degli attori istituzionali e ad una corretta logica partecipativa capace di valorizzare la società civile locale e internazionale.” (n. 12). La corretta logica che offre la Comunità cristiana è la carità. Che tu sia benedetto, o Padre per quanti si spendono a servizio del Vangelo. Che tu sia benedetto per la loro vicinanza ai poveri, ai malati, a quanti non sono in grado di stare in piedi da soli. Che tu sia benedetto per la loro risposta alla tua chiamata e per la loro dedizione assoluta a Te e ai poveri. Che tu sia benedetto per la loro vita fatta servizio; per le loro mani che danno una mano; per i loro piedi che vogliono raggiungere tutti; per la loro umiltà di cuore, che fa spazio ai deboli. LA SOMARA DEL PROFETA (4) dei cristiani verso il Santissimo Sacramento e morì nel (istruzione religiosa) Sabato 14 febbraio 1824 dopo che fu terminata ore 15.30: Macerata, Incontro con i giovani la stesura delle sue visioni Quest’inverno ho partecipa- o niente. dell’Unitalsi sulla Passione di Cristo. Chi to ad un corso per sommel- E così… ore 19: Santuario delle Grazie, Incontro e S. avrà letto il suo racconto lier: uno di quei corsi dove ti …Conosco gente, con nome Messa per coppie di sposi e fidanzati non potrà più guardare un insegnano qualche cosa sul e cognome s’intende, che ore 20.30: Parrocchia Divino Amore, Incontro Crocifisso senza pensare, vino. costruisce stampi e lavora con i Corsisti anche solo per un istante, a Ce lo teneva un giovanotto- al tornio digitale, che è più ciò che realmente ha patito ne ben vestito, mano sinistra preciso di una macchina per Domenica 15 febbraio il Cristo. La Passione del Si- infilzata nella tasca del pan- la microchirurgia laser al ore 10: Cupramontana, S. Messa nella Festa della gnore si snoda visivamente talone, l’altra sempre in mo- cervello, e sotto le sue mani Madonna di Lourdes davanti agli occhi del lettore vimento a commentare il di- lo fa suonare come Pollini il ore 16: Chiesa dell’Ospedale, S. Messa per malati come in un film. I personag- scorso brillante e disinvolto. pianoforte; ma di robba di e Volontari dell’Unitalsi gi che vi appaiono, da Gesù Ogni volta, parlava per due religione brancola nel buio. ore 21: Incontro a carattere vocazionale Cristo a Maria... al cireneo, ore de fila e senza ‘rcoje’ fia- …Conosco un uomo, padre risultano vivi e realistici. La do. Usava termini che facevo di due bei figli, che guida varietà di dettagli e di par- fatica a capire, tanto che lo un trattore tre volte più alto ticolari rende la narrazione dovevo spesso interrompere di me e che fa ‘no scassado incredibilmente ricca. Nel per fargli qualche domanda de ‘n medro e mezzo. Al poracconto si susseguono mi- altrimenti non ci tiravo fuori sto suo, io, non saprei dove nuziose descrizioni degli le gambe. Insomma discor- mettermi le mani; ma so alambienti, dettagliate narra- si cólti ed argomentati: sul trettanto bene che l’ultimo zioni delle scene, dei colori, vino, sulle bottiglie, i tappi e libro che ha avuto tra le mani dei suoni...: tutto ciò lascia le etichette. (tra le mani, dico: non letto) Il vescovo di Jesi, mons. Gerardo Rocconi ogni matintravedere, con gli occhi Tutte le sere, quel giovanot- è stata l’antologia dell’ultidella fantasia del lettore, tone mi lasciava a bocca mo anno di scuola; so che tina alle 7.20, sulle frequenze di Radio Duomo (106,7 tutti i momenti della dolo- aperta. al bar guarda le figure sulMhz) propone una sua breve riflessione a partire dal rosa Passione. L’incredibile Talvolta mi veniva una do- la Gazzetta dello sport; so Vangelo del giorno. La rubrica vuole proporre una caratteristica del suo rac- manda: che tiene dietro alla cronaca chiave di lettura cristiana verso le vicende quotidiaconto è che è “vero” al pun- “Questo sa tutto de tutta ‘sta nera locale per sapere se c’è ne ed essere un semplice strumento per offrire agli to tale da riuscire persino a robba, ma di religione, quan- qualcuno che conosce, e se ascoltatori un pensiero di serenità e fiducia che emerfar giungere al lettore anche to ne saprà?” gli arriva un foglio a casa ed ge dalla Parola di Dio, un aiuto per aumentare la conle sensazioni e i sentimenti! Non l’ho mai saputo perché intuisce che è importante, se sapevolezza che l’amicizia con Gesù riempie il cuore (La dolorosa Passione di non gliel’ho mai domandato, lo va a fa’ legge’ dai sindacati; e la vita e un incoraggiamento nel vivere la giornata nostro migliore Gesù Cristo, ma, a lume de naso, avrei so che sta dietro alla politica con la forza della fede. Editrice SHALOM). scommesso non so che cosa con le notizie che vede sulla Giordano Maria Mascioni che ne sapeva molto ma mol- televisione tra ‘no spalùcino to di più sua nonna, che ha e ‘n’antro prima di andare a messo piede fuori di Cupra letto. Montana solo pé gi, ‘na ‘olta Di religione? Zero carbonelPiazza Federico II, 8 - 60035 Jesi An all’anno, a Loredo, che lui! la! Telefono 0731.208145 È un esempio, chi dice. Un E di questi, quanti ce ne esempio sui tantissimi che sono!! Fax 0731.208145 conosco; dei tantissimi che Anche quelli che navigano [email protected] ognuno conosce. su Internet, che parlano col www.vocedellavallesina.it Un esempio che è servito, computer, che fanno footing c/c postale 13334602 alla somara di Balaam, per có’ i fili che je spendola da Settimanale di ispirazione cattolica costatare quanto poco regni le ‘recchie: molti di loro, in fondato nel 1953 l’istruzione, in fatto religioso, fatto di religione, sono del Direttore responsabile Beatrice Testadiferro • Proprietà Diocesi di Jesi • Registrazione Tribunale di Ancona n. 143 tra il nostro popolo. tutto digiuni. del 10.1.1953 • Stampa Galeati Industrie Grafiche, Imola www.galeati.it • Spedizione in abbonamento postale • AbAlt: non voglio dire che la Anche quelli che, cravatta bonamento annuo 35 euro - di amicizia 50 euro - sostenitore 100 euro • Tutti i diritti riservati • Esce ogni mercoledì • gente sia stupida e che i bra- nera su camicia grigia, scenAssociato alla Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici) vi siamo noi: me ne guardi il dono dall’ultimo tipo di Audi Signore solo al pensarlo. No: e sono rappresentanti di maAi sensi dell’articolo 13 del D. Lgs 196/2003 (Codice privacy) si comunica che i dati dei destinatari del giornale sono contenuti in un archivio dico che moltissimi sanno e teriali sofisticatissimi di cui informatico idoneo a garantire la sicurezza e la riservatezza. Saranno utilizzati, salvo divieto espresso per iscritto dagli interessati, oltre che conoscono, ma sanno e co- la somara di Balaam non coper il rispetto al rapporto di abbonamento, anche per proprie attività istituzionali e per conformarsi ad obblighi di legge. noscono solo il loro campo segue a pag.8 specifico. Di religione poco le riflessioni del vescovo nna Katharina Emmerick nacque nel 1774 in Germania da una povera e devota famiglia di contadini ed ebbe visioni e doni mistici sin dall’infanzia. Nel 1802, superando l’opposizione familiare e con l’aiuto di una ricca amica borghese entrò monaca tra le Agostiniane. Qui fu discriminata per la sua umile condizione sociale e soffrì numerose infermità. Nel 1811, dopo la soppressione del convento, Katharina entrò a servizio del sacerdote Lambert e i fenomeni mistici si intensificarono. La Beata ricevette le stigmate e unì le sue sofferenze a Gesù, pregando ed esortando a pregare soprattutto per i non credenti e per i sacerdoti. Ella ebbe visioni sulla vita di Gesù e di Maria - grazie alle quali fu individuata la casa della Madonna ad Efeso -, ma soprattutto sulla Passione di Cristo. Tra le preghiere esaltò la preziosità del Rosario che “si può gustare solo con grande grazia,innocenza e devozione”. Anna Katharina soffrì penose e dolorose malattie in espiazione dell’indifferenza e della tiepidezza di don Mariano Piccotti [email protected] 8 Vita Ecclesiale 8 febbraio 2009 In ricordo di Umberto Marasca Tra il teatro povero e quello ricco... Pochi giorni fa ci ha lasciati Lucio Longhi. Figlio del commediografo jesino Lello Longhi del quale abbiamo ancora il ricordo delle sue commedie rappresentate da diverse compagnie dialettali jesine. Prima delle festività natalizie, lo andai a trovare in ospedale insieme alla direttrice di “Voce della Vallesina”: è stato un incontro pieno di affetto, nel vederci, lui era consapevole del male che aveva, non aveva perso la speranza. Sul comodino aveva dei fogli scritti. Anche lui poeta dialettale, come il padre, oltre che scrittore di commedie collaborava anche con il nostro settimanale e con Jesi e la sua Valle. Nel corso del concerto di Capodanno della Banda musicale cittadina al Teatro Pergolesi, ho letto una poesia che aveva dedicato alla banda della città: il pubblico, commosso, gli attribuì un caloroso applauso. Durante il nostro incontro mi raccontò che il busto di suo padre era stato rimosso dall’entrata del teatro dove era stato da sempre e che era abbandonato in un magazzino. Gli dispiacque molto – mi disse - non riusciva a spiegarsi il perché dal momento che considerava suo padre la memoria storica dialettale di Jesi; il padre molte volte gli rammentava che un popolo che non riesce a conservare la memoria è un popolo senza futuro. Forse è stato giudicato che quel busto non era all’altezza degli altri busti esposti! Lucio Longhi, insieme ad altri con il vernacolo, dietro le orme paterne faceva esprimere una cultura di popolo; come lui altri ancora oggi con le compagnie amatoriali e con grandi sacrifici riescono a portare avanti. Nel mese di febbraio, al teatro Pergolesi saranno rappresentate alcune commedie dialettali: il 21 e il 22 febbraio andrà in scena la commedia di Carlo Loreti “Se r’campasse nonno”, la settima commedia che Loreti ha scritto e recitato. Carlo Loreti, nel suo vernacolo, parte dalle storie di un vissuto familiare per approfondire i riflessi che può avere nella realtà non solo jesina, ma la collega anche alle contraddizioni profonde e problematiche per tutti. Nei prossimi mesi altre compagnie si susseguiranno in questa rappresentazione del “teatro povero”. Povero non per i contenuti ma per i mezzi che adoperano, appoggiati al volontariato e alla passione. Anche per loro è sempre più difficile trovare spazio nel teatro Pergolesi che richiede un affitto oneroso, con la difficoltà a coprire le spese perché i costi superano di molto i ricavi, anche se l’amministrazione comunale cerca in ogni modo di venire incontro alle loro esigenze. Il teatro “ricco” invece viene visto un po’ come vetrina per la collettività e per questo non ci si meraviglia tanto dei costi ma piuttosto della risonanza. Servirebbero strutture più flessibili e più economiche nell’utilizzo. Il Teatro San Floriano poi diventato Teatro “Valeria Moriconi” serviva a questo: diventare l’alternativa più economica al Teatro Pergolesi anche se poi per alcuni gruppi è impossibile usare anche questa alternativa per il costo. Dare spazio al “locale” non è togliere spazio ad eventi nazionali o internazionali! La comunità dovrebbe essere sempre sensibile verso le compagnie locali che non guadagnano dal loro hobby, ma che alla pari sono anch’esse interessate ad usufruire delle strutture pubbliche che sono mantenute con i fondi della collettività. Come diceva Lucio Longhi, citando il padre, la memoria storica è un patrimonio non si può mettere in un fondo di una cantina a testa in giù, perché quello che cementa una comunità è avere una terra da condividere, ma anche un sentire comune: il dialetto avvicina perché aumenta il senso di appartenenza alla comunità e il teatro è il luogo di una comunità che si ritrova! Remo Uncini istruzione religiosa segue da pag.7 nosce nemmeno l’esistenza. *** Sarebbe stupida, la somara del profeta, se dicesse che tutti i nostri cristiani siano così: no, non è possibile generalizzare, la somara stima che siano il 99,5 %. *** Sulla testa di questa gente i Balaam di turno stendono piani, progetti e strategie culturali; davanti a questa realtà ci invitano pressantemente a dire alla gente che legga la Bibbia (l’argomento dell’ultimo Sinodo è stato proprio questo) e, per completare il quadro, si meravigliano pure che il popolo non ci dà retta!! Don Maurizio CHIESA dell’ADORAZIONE luogo di adorazione e di ascolto Dal lunedì al venerdì (eccetto i giorni festivi infrasettimanali), dalle ore 16 alle 19,30 un Sacerdote è a disposizione nella Chiesa dell’Adorazione, in Piazza della Repubblica 2 a Jesi, per le Confessioni e il colloquio spirituale. Questo servizio, offerto a tutti, vuol essere in modo particolare una opportunità data ai giovani. Tutti i venerdì dalle 19 alle 20 un piccolo gruppo di giovani si riunisce nella Chiesa dell’Adorazione per un’ora di preghiera davanti alla SS Eucaristia. Sono invitati altri giovani che cercano un momento di silenzio, di meditazione sulla Parola di Dio e di preghiera di adorazione. Giovedì 29 gennaio, alle 18, nella sua abitazione a Jesi, si è spento Umberto Marasca, all’età di 90 anni. La nipote Barbara lo ricorda così. Ti guardo sull’ultima foto in cui eri in piedi, vedo la forza, la voglia di vivere l’attaccamento alla vita nel tuo sguardo. La durezza della corazza che t’eri creato per vivere tra gli stenti e quella che avevi indossato più avanti con gli anni per resistere al dolore dei tuoi malanni. E ti guardo ora, seduto su quella sedia, con la coperta sulle gam- be con quella luce che si sta spegnendo nei tuoi occhi. Ti parlo e non mi ascolti, ti saluto e non mi parli, ti voglio bene, spero che tu lo senta. Mi avvicino a te, t’accarezzo la piccola testa ormai canuta, ti pungo, ti medico, ti Giornata del Malato Si celebra l’11 febbraio la XVII Giornata Mondiale del Malato che quest’anno sarà sul tema “Educare alla salute, educare alla vita”. Educare alla salute, educare alla vita, significa educare al rispetto della dignità della persona umana con particolare attenzione, sostegno, vicinanza e accoglienza del malato. Nella nostra Diocesi gli operatori della sanità ed i volontari che si dedicano alle diverse associazioni locali per l’assistenza ai malati e alle persone sole sono invitati a partecipare alla celebrazione della Santa Messa, presieduta dal Vescovo, alla chiesa dell’Ospedale di Jesi, domenica 15 febbraio alle ore 16. Unitalsi diocesana Il prossimo appuntamento formativo per tutto il personale unitalsiano della Diocesi sarà a Macerata il 14 e il 15 febbraio, una due giorni dedicata alla spiritualità e all’approccio con il malato. Il tema della proposta è: “Conosciamo noi stessi, per conoscere l’altro”: saranno presenti il vescovo Gerardo, sr Annalisa Bini e la dott.ssa Martina Nocelli. Unitalsi, gruppo Moie Mercoledì 11 febbraio alle ore 15 i volontari dell’Unitalsi sono invitati a partecipare alla Santa Messa celebrata da don Marco Cecconi, parroco di Maiolati, presso la casa di cura Villa Jolanda. giro e rigiro come un bambino. Pochi giorni fa mi hai chiesto l’uovo di Pasqua, chissà se riuscirò mai a portartelo, nonno. Il mio cuore soffre nel vederti così, la mia anima non si rassegna benché hai quasi 90 anni. E ti rivedo nella vecchia casa all’Acquasanta, che mi tiravi fuori dal garage la macchina, che mandavi nonna ad aiutarmi coi bambini, che mi preparavi la colazione d’estate col pane pomodoro e salame. Adesso sei lassù con tutti i tuoi cari tra il cielo azzurro e le nubi bianche come il latte a riposarti meritatamente sul grande prato verde del Signore. Sei stato sempre presente nella nostra vita hai sempre lavorato faticosamente per non far mancare niente ai tuoi figli. Ed io vorrei ricordarti sempre così: con la vanga mentre lavoravi l’orto, in cantina mentre facevi il vino, e con la doppietta in spalla la domenica mattina quando andavi a caccia. Ti voglio bene nonno, non lasciare mai i miei ricordi! Barbara In ricordo 12-8-1931 3-1- 2009 Augusto Bertini Gustì La comunità parrocchiale di San Giuseppe ricorda con affetto il carissimo Gustì del Calderaro, figura caratteristica di Borgo Garibaldi, passato alla Casa del Padre a 78 anni di età all’inizio di questo nuovo anno. Si unisce alla preghiera del fratello Romolo e di quanti lo hanno conosciuto e stimato in vita per la sua laboriosità presso la Casa Famiglia per Anziani gestita dai Fratelli di Nostra Signora della Misericordia. In ricordo 8-2-1925 25-11-2008 Lina Luconi in Santoni E’ con grande dolore che ti abbiamo perduto ma ci rimane il tuo fulgido esempio e la certezza di rivederti in cielo. I familiari IL REFRATTARIO Cerchiamo di fare un ragionamento pacato, a bocce ferme. In data 21 gennaio 2009, Benedetto XVI ha revocato la scomunica ai quattro vescovi della Fraternità sacerdotale San Pio X, meglio conosciuti come lefebvriani, dal nome del loro fondatore, il vescovo Marcel Lefebvre, che li aveva ordinati nel 1988 senza il consenso del Papa. Quello di Papa Ratzinger è stato un gesto molto bello di misericordia, che farà un gran bene alla Chiesa e che speriamo permetterà di intraprendere un serio dialogo che possa consentire a questi fratelli cattolici di rientrare nella piena comunione con Roma. Non voglio soffermarmi qui sulle polemiche scatenate a seguito delle gravissime dichiarazioni negazioniste sull’Olocausto di uno dei quattro vescovi e di un prete dello stesso gruppo. Dichiarazioni dalle quali peraltro ha preso le distanze, chiedendo perdono, la stessa Fraternità. Quello che mi preme è cercare di fare alcune riflessioni. Dopo il Concilio Vaticano II si è assistito allo scempio della sacra e immutabile Tradizione cattolica, soprattutto in campo liturgico, uno scempio che Benedetto XVI da cardinale denunciò in più occasioni e al quale ora, da Papa, sta cercando di porre un freno. Hanno notato i nostri vescovi, i nostri sacerdoti e i nostri cattolici impegnati i piccoli ma significativi cambiamenti che Benedetto XVI ha apportato alle liturgie che presiede? Se non sono ciechi, sono sicuro di si, anche se su questo cala il silenzio e si fa finta di niente. Prima di tutto, quando il Papa dice messa, sull’altare sono poste sempre le candele e un crocifisso, che sta a indicare in maniera più chiara che quello che si celebra è la ripresentazione del sacrificio della croce. Così facendo, tutti rivolgono lo sguardo verso Gesù crocifisso, che si offre in riparazione dei nostri peccati, così come si faceva un tempo con i vecchi altari addossati al muro. Inoltre, il Papa ha riscoperto e riutilizzato vecchi abiti liturgici di una bellezza incomparabile se confrontati con lo squallore di molti di quelli moderni che comunemente si usano nelle nostre diocesi. Quando si compie l’atto di adorazione a Dio, tutto deve essere bello, perché tutto deve contribuire a dare sacralità e trascendenza, in modo da poter unirsi più facilmente all’Assoluto. Infine, ma è la cosa più importante, è ormai diventato prassi il fatto che Benedetto XVI distribuisca la comunione ai fedeli in ginocchio e sulla lingua, secondo l’antichissima usanza della Chiesa, risalente ai tempi dei primi cristiani. Usanza, anche questa, che il Concilio mai ha detto di sopprimere e che resta ancora oggi la regola, almeno giuridicamente. L’ abominevole pratica della comunione sulla mano, cui gli uomini di Chiesa degli ultimi anni non hanno avuto la forza di opporsi, è di derivazione massonica ed è stata studiata proprio per far perdere la fede nella presenza reale di Gesù nell’Eucaristia. In Italia questa abitudine passò alla Cei per un solo voto di scarto! Tra l’altro nell’istruzione Redemptionis Sacramentum del 2004 si raccomanda, a chi fa la comunione in piedi, almeno di inchinarsi prima di ricevere Gesù. Ma chi segue tale suggerimento? Chi invita a farlo? Quante volte, inoltre, si ricorre ai ministri straordinari della comunione anche senza particolari necessità, contraddicendo la già citata istruzione? Ora, esposte queste riflessioni che faranno storcere il naso ai moder(nist)i teologi e liturgisti e non solo, mi viene da dire: perché nelle nostre diocesi e nelle nostre parrocchie non si inizia a imitare e seguire ciò che fa il Papa? E’ vero che non ci sono leggi a riguardo, almeno per ora. Ma quante cose, in questi ultimi quarant’anni sono state fatte contravvenendo alle disposizioni esistenti o addirittura introducendole ex novo? Se vogliamo rilanciare le vocazioni e vogliamo far uscire la Chiesa dalla situazione di grave crisi in cui si trova, occorre ripartire dal senso del sacro, dalla fede in Gesù eucaristico, dal rispetto anche con gesti esteriori di Nostro Signore. Tutto ciò per il bene dei fedeli. Per il bene della Chiesa. Ora è più facile, perché la Tradizione non è più scomunicata. Federico Catani In diocesi 8 febbraio 2009 9 Duomo di Jesi,1° febbraio: Con tanti bambini la liturgia per la “Giornata della Vita” N Un dono da accogliere con fede ella “Giornata della vita” la Chiesa esorta la comunità credente a pregare e ad operare per la difesa del diritto alla vita di ogni essere umano, dal concepimento fino al suo termine naturale. Perché l’esistenza, per il cristiano, è dono dell’amore di Dio, un mistero e un prodigio che si rivela nella storia in forme e modi imprevedibili e tende verso una meta che è la felicità eterna. Il Duomo di Jesi, la sera del 1° febbraio, mostra un volto diverso dal solito: l’austera bellezza della basilica con i suoi marmi e le sue opere d’arte svanisce come per incanto e tu vedi emergere dall’abside la tenerezza di una Madre che apre le sue braccia per accogliere e proteggere la vita: tanti bambini variopinti delle cinque Scuole materne cattoliche della Diocesi, disseminati lungo il Vita (Cav) di Jesi, fondato e l’associazione Oikos di Jesi presbiterio, vicino all’ambo- due anni fa come “braccio animeranno insieme il nuone, ai lati dell’altare. E’ la fe- operativo” del Movimento vo Corso di sensibilizzazione sta della vita! Con i genitori per la Vita, e ad Anna Maria per “l’affido e l’appoggio”. e con le maestre sono venu- Massaccio, responsabile del ti a ringraziare il Signore…, Consultorio “La famiglia”, Una storia vera ma senza chiasso. E in coro, operante a Jesi da decenni. Dopo la lettura del Vangelo, all’inizio della Messa, hanno Adriana parla di “cultura del- il Vescovo Gerardo annuncia: cantato il loro “bisogno di li- la vita”: il CAV dà un aiuto “La mia omelia per la Giorbertà e di felicità”. concreto a chi si trova in dif- nata della vita è il racconto di Non c’erano solo gli scola- ficoltà: accogliamo mamme, una storia vera che raggiunretti quella sera, ma tanta ragazze madri, le ascoltiamo ge il suo culmine oggi. Parlo gente, forse con qualche sof- e, a volte basta un sorriso perché sono autorizzato a ferenza, con qualche pena perché emerga il coraggio parlare. nel cuore…o forse con dub- per andare avanti. Siamo col- Una coppia di giovani sposi bi e interrogativi rimasti in legati con i Centri di acco- attende un bambino; lei ha sospeso lì, nella coscienza… glienza. Il Progetto Gemma fatto l’ecografia di controllo. circa la sorte di Eluana, da 16 (le “gemme” sono i bambini, Il medico le dice che le verteanni in un letto di dolore, ma che fioriscono…) prevede bre del bambino, per la magviva; circa la tortura e la pena un aiuto economico di 160 gior parte, sono aperte con la di morte…o le inaudite for- euro al mese per la mamma conseguente fuoriuscita del me di violenza nelle famiglie, in attesa, per un periodo di midollo spinale e il dannegsulle strade, nei boschi… diciotto mesi. Lo può dare giamento del cervelletto. La un singolo,una famiglia, un situazione è disastrosa, nesIl Progetto “Gemma” e un Gruppo: adottando un bam- suna speranza… che il bamCorso per l’affido bino si può salvare la vita bino nasca normale. Il mediFra la gente della Domeni- della madre e del figlio.” co consiglia l’aborto. ca c’erano anche “Il messaggio dei Vesco- I due giovani si confidano persone che tanto vi - dice Anna Maria - fa ri- con me: sposati da un anno si impegnano a fa- flettere sulla sofferenza che vivono nella disperazione. vore della Vita. Il attraversa tutte le fasi della Che fare? vescovo Gerardo vita. Il Consultorio familiare Parlando del valore della vita, che presiedeva la si prende cura delle persone ad un certo punto faccio loro Liturgia Eucari- offrendo, a chi lo chiede, un questa domanda: “Gesù che stica, dopo il rito servizio di consulenza per vi chiede?” E gli sposi: “Noi d’inizio, ha dato la singoli, coppie, gruppi; fa non ci fidiamo di noi stessi, parola ad Adriana opera di educazione e pre- siamo spaventati pensando Borgognoni, tra i venzione; promuove forme ad un bambino che non avrà fondatori del Cen- di sostegno per le famiglie . una vita normale, che non si tro Aiuto alla Il consultorio “La Famiglia” potrà muovere…” Poi vanno Castelplanio: per tutti gli incontri della civetta Come attraversare la notte? E ccoci al terzo incontro della civetta: un momento che il prof. Roberto Mancini ha offerto ad un’assemblea affollata. “Dall’altro al tu, la relazione fino alla comunione” è il titolo della riflessione che ha attirato tanti ascoltatori, pochi giovani, molto di più i meno giovani. Incalzante e coinvolgente è stato il ritmo delle sollecitazioni, delle prospettive, dell’analisi sull’attuale umano esistere nella nostra società. Cruciale la domanda di fondo che guida i nostri incontri della civetta: Come attraversare questa notte, questo buio sociale ed individuale? Precisa e sferzante è stata la provocazione costante del prof. Mancini: Riusciamo a vincere la tentazione del sonno, dell’addormentamento del bene e della giustizia, fino a trasformarci in persone che collaborano al bene, oppure cadiamo lentamente in una tacita collaborazione al male, inevitabile, che ci sovrasta perché incastra meccanismi al di sopra di noi? Riusciamo a mantenere la nostra identità di persone che conoscono un bene incarnato da Gesù e non possono far altro che tentare di attuarlo ogni giorno, proprio perché lo conoscono come possibilità concreta, reale e non come ideologia? Come e con quali ultimi, con quali poveri stiamo camminando verso quella porta che non ci lascerà passare da soli? Profonda e impegnativa la riflessione proposta sull’individualismo che inevitabilmente ci porta a negare l’indispensabile legame con l’altro, con quel “tu” senza il quale non possiamo attuare la realtà di creatura che si relaziona, sia al fratello che al Creatore. Con che armi affrontare questa ve- glia, questa necessità di stare ad occhi aperti? Mancini ci ha presentato nella “buona mediazione” quella relazione d’amore contro corrente che ci permetta di dare una svolta critica e feconda nelle scelte concrete. Ancora provocatoria e carica della necessità di ulteriore riflessione la constatazione che in tutto ciò, il cristiano assiduo, praticante, obbediente, rischia più di chiunque altro di vivere un inconsapevole sonno profondo, dove paura, assuefazione, luoghi comuni non gli permettono di vedere la realtà con la dignità di creatura chiamata ad una rinascita alla felicità. Urgente dunque diventare persone nuove, attente a se stesse ed all’altro con la stessa inscindibile cura, con la stessa tensione verso l’irrinunciabile bene. Davvero molti gli spunti per ulteriori confronti e risonanze. Il quarto incontro “della civetta” avrà luogo la domenica 15 febbraio alle ore 15,30. Si concluderà con il Vespro insieme con la comunità del Centro di Spiritualità a Castelplanio. Tutti sono invitati. In Cattedrale la religiosità popolare Venerdì 27 febbraio ore 21 a Jesi al Teatro Studio Valeria Moriconi nell’ambito della Rassegna Scompagina/2 Libri in scena con dedica a Valeria Moriconi e in collaborazione con la Diocesi di Jesi per l’ottavo centenario della Cattedrale medievale - La Macina & Lo Sperimentale Teatro A porteranno in scena “PIANGE PIANGE MARIA POVERA DONNA… Tradizione e religiosità nella cultura orale umbro-marchigiana”. Lo spettacolo è firmato nella regia da Allì Caracciolo; interpreti e musici sono Maria Novella Gobbi, Gastone Petrucci, Fabio Bacaloni, Marco Gigli, Roberto Picchio, Adriano Taborro. La ricerca e direzione musicale è di Gastone Petrucci, la ricerca per la sezione teatro di Giorgio Sposetti, l’organizzazione tecnica di Giorgio Cellinese, i costumi di Maurizio Agasucci. L’ingresso allo spettacolo è gratuito con assegnazione del posto obbligatoria fino ad esaurimento disponibilità. Informazioni: Fondazione Pergolesi Spontini tel. 0731 202944 in un Santuario per un ritiro sta per il 2 febbraio…, ma le spirituale: chiedono luce e doglie arrivano in anticipo forza al Signore. e i due sposi, immaginate Il giorno dopo vengono da con quale animo, partono me e mi dicono: “Abbiamo per Roma. Il bambino nasce deciso; ci mettiamo nelle giovedì 29 gennaio e pomani di Dio e accogliamo il che ore dopo viene operato. bambino come il Signore ce Mangia, strilla, si muove…, lo dà”. è sano. Poche ore fa i due Il Vescovo: “Abbiamo prega- genitori mi hanno detto che to…fra persone e famiglie si i medici non si pronunciaè formata una catena di pre- no… La sposina: “Il Signore ghiera per sostenere i due fa cose grandi”. Ed io: “Sì. Se sposi. La diagnosi del medi- ci mettiamo nelle sue mani e co era chiara, ma loro erano confidiamo in Lui, il Signore sereni. Solo che si sentivano non ci deluderà”. Il coro dei giudicati male dalla gente bambini, alla fine della ceche non approvava la loro lebrazione, canta con gioia: scelta… Cercano una Clini- “Mattone per mattone coca a Roma, dove trovano un struiamo la grande Casa”. E’ Primario che aveva fonda- la festa della Vita! to un’Associazione di aiuto Maria Crisafulli alla vita. Dagli ultimi esami Nelle foto di Lucia Romiti clinici risulta che alcune e Alessandro Priori un vertebre del bambino co- momento della celebrazione minciano a chiudersi. Passa e Adriana Borgognoni il tempo, la nascita è previdel Cav di Jesi Moie: celebrata in parrocchia la Giornata per la Vita “La vita è un tesoro” “P er me la vita è un dono di Dio e un tesoro senza confini; la vita è bella e gioiosa e tutti i bambini dovrebbero essere fortunati come noi. La vita è ringraziare il Signore e condividere le nostre cose con i bambini che non hanno niente. Nella vita dobbiamo ascoltare quello che Gesù ci dice; la vita è bella perché non siamo soli!”. Sono alcune delle tante espressioni che i bambini dei gruppi di catechismo della parrocchia di Moie hanno scritto e disegnato su oltre cento bigliettini. Questi messaggi sono poi volati lontano, appesi a tanti palloncini colorati. Si è ripetuta così a Moie una bella tradizione in occasione della Giornata per la Vita in cui i bambini sono stati i veri protagonisti. La celebrazione del battesimo dei piccoli Andrea e Giulia ha reso ancora più bella la giornata perché il Battesimo è “radicarci nella Parola di Dio” ha detto il parroco don Fabio Belelli che ha poi sottolineato che è Gesù il vero profeta che con la sua Parola, più forte di tutto, ci guarisce. E’ la Parola di Dio che aiuta a ritrovare la giusta direzione e dal Vangelo impariamo la bontà di Dio, a fidarci di Dio, a credere sempre nella vita e nelle persone. I bambini nei gruppi di catechismo avevano preparato dei cartelloni sulla vita e sull’importanza della pace leggendo anche alcuni articoli della Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo che è stata scritta da sessanta anni ma che è ancora attuale. “I diritti riconosciuti e delineati nella Dichiarazione – aveva detto Giovanni Paolo II – si applicano ad ognuno in virtù della comune origine della persona che rimane il punto più alto del disegno creatore di Dio per il mondo e per la storia. Tali diritti sono basati sul- la legge naturale iscritta nel cuore dell’uomo e presente nelle diverse culture e civiltà”. Tutte le persone che hanno partecipato a questa celebrazione hanno ricevuto una copia di questa Dichiarazione e un messaggio sulla vita da parte delle associazioni Avis e Aido di Moie le quali hanno anche donato i palloncini colorati. Ad ogni bambino è stato dato un palloncino che hanno poi, tutti insieme, lasciato libero di volare e portare il suo messaggio di pace e di amore per la vita. 10 Cultura e società 8 febbraio 2009 DA JESI AD ANCONA: spettacoli di teatro più o meno convenzionale per il 2009 I Contr aria: teatro per andare incontro alla vita l germe della cultura ha da tempo trovato territorio fertile in Vallesina. Tante sono le piccole ma ferventi realtà, attive nei più svariati campi delle arti, pronte a dare incondizionata ospitalità all’incontro tra chi l’arte la agisce e chi, invece, la fruisce. Teatrotello, affacciato sul fiume Esino, nelle periferie di Jesi (via Esino 13), sede dalla Cooperativa Culturale Jesina, è uno di questi spazi. Luogo di ritrovo e riflessione tra artisti, di formazione per amatori o aspiranti professionisti, di performance spettacolari, opera nel vasto mondo della cultura teatrale sotto l’egida del regista Gianfranco Frelli e della prof.ssa Patrizia Taglianini. È partita a gennaio la rassegna Contr aria, con lo sco- po di riunire scrittori di teatro, attori, acrobati e circensi provenienti da tutto il mondo. Secondo gli organizzatori, «Contr aria è un luogo di vita, di passioni, di coinvolgimento emotivo. Vogliamo andare incontro all’aria per sentirne tutti i suoni, per avvertire le sfumature del vento. Uomini comuni, figure non di successo, che pur impegnandosi da sempre nel teatro hanno rifiutato la notorietà e la fama, lavorano per sondare i sentimenti, per creare un’espressione vicina all’amore per l’uomo e per la vita, in un mondo che vada contro l’odio, il sangue, la paura e il dolore». Il cartellone è ancora ricco di appuntamenti, che saranno accolti in vari spazi teatrali della provincia di Ancona. Il più imminente è previsto timo, provoca un terremo- ideali delle moltissime donne to emotivo nei personaggi che hanno sacrificato la vita presenti, che si trovano a per la libertà dal fascismo. dover gestire la giornata più Il 9 maggio al Teatrotello, e particolare della loro vita. Il il 16 maggio alla Casa delle 7 marzo, al Teatro “Valeria Culture di Ancona, “DesaMoriconi” di Jesi, andrà in parecidos. Argentina una scena “In principio erava- tragedia italiana”, la storia di mo bambini...”, spettacolo alcuni nostri connazionali scritto ed interpretato da scomparsi in Argentina negli 20 ragazzi delle scuole su- anni 70. Il 30 e il 31 maggio, periori di Jesi, inserito nel ancora al Teatrotello, “Decircuito “Teatri dell’Anima” liziami”, opera prima di un della Commissione di Parità giovane jesino under 30. Il della Regione Marche. Il 20 giugno, al Teatro “Mori21 marzo al Teatrotello, e coni”, “Strasse”, l’incubo di fail 28 marzo alla Casa delle scismo e nazismo visto ancor Culture di via Vallemiano prima del suo attuarsi. Infine, per il 14 febbraio, al Teatro- 21 e 22 febbraio, sempre al – Ancona, “I fiori futuristi”, il 29 novembre, ad Ancona, tello, con il testo “Sangue Teatrotello, sarà la volta di per discutere col pubblico “Percussao”, festa finale con per bene”, dove una madre è “È una caratteristica di fami- di amore, follia, novità, in acrobazie, trampoli, fuoco, alle prese con la propria fol- glia”, nel quale l’arrivo in un maniera sognante e stralu- giocoleria, racconti e mimi. lia, la famiglia, l’economia e ospedale di un’ex infermiera, nata. Il 24 aprile, al Teatro (L’ingresso agli spettacoli è il Martini, in una vicenda di ex amante del dottor Mor- comunale di Monte san Vito, libero oppure di 5 euro; per vita quotidiana a tratti esila- timore, nonché madre del “Nome di battaglia Maria”, info: 3331600201). rante e a tratti amara. Poi, il figlio illegittimo di quest’ul- che ripercorre la vita e gli Rosa Coscia 2 febbraio: Giornata della vita consacrata “Figli preziosissimi” C ome ogni anno, il 2 febbraio abbiamo celebrato in Cattedrale la festa della Presentazione al Tempio di Gesù, nonché giornata della Vita Consacrata. Ci siamo ritrovati per celebrare insieme i vespri ed ascoltare una riflessione di padre. Valentino Natalini. Successivamente, abbiamo vissuto insieme la celebrazione eucaristica, presieduta dal nostro Vescovo don Gerardo ed iniziata con la processione di tutti i fedeli con le candele accese verso l’altare, simbolo della Chiesa che va incontro al suo Sposo Gesù. Durante l’omelia il Vescovo ha messo in evidenza soprattutto il senso di questa celebrazione, che lega l’offerta di Gesù, attraverso la quale abbiamo ricevuto il dono della salvezza, all’offerta di ogni consacrato, che dona tutta la sua vita, cercando di imitare il proprio modello, Gesù stesso. E’ in questa appartenenza completa, a cui ogni consacrato è chiamato, che acquista senso il dono della sua vita, così come è stato per San Paolo che gridava: “Cristo vive in me”, coinvolto come era in questo appassionato rapporto con Gesù. La Chiesa invita i consacrati a guardare se stessi come figli preziosissimi - ha detto ancora don Gerardo - prediletti perché chiamati a vivere un’offerta di se stessi ad imitazione di Gesù, da cui scaturi- sce un ruolo trainante nella Chiesa: proprio perché chiamati per primi ad essere santi, diventano un incoraggiamento per tutti alla santità; proprio perché chiamati a testimoniare con la loro vita la gioia che scaturisce dal rapporto con il Signore, diventano il segno di un Amore capace di colmare il cuore della persona umana e al quale non si può anteporre nulla; la Chiesa ha bisogno di modelli autentici, capaci di mostrare che l’amore del Cristo ci possiede, ci avvolge, ci coinvolge, ci travolge! Il Vescovo ha terminato la sua omelia chiedendo a Maria, modello di ogni consacrazione, una intercessione per tutti, affinché il sì di ciascuno sia sempre pieno e generoso. Una celebrazione intensa, partecipata, sicuramente incoraggiante per tutti: ringraziamone il Signore e il Pastore della nostra Diocesi, don Gerardo, attraverso il quale Lui ci parla. Stefania Marchetti Rinnovamento nello Spirito Giovani e missione “I giovani sono chiamati da Dio a diventare discepoli di Gesù. Egli vi chiama per nome, vi invita a non avere paura, e aspetta con grande trepidazione il vostro sì”. Così, domenica scorsa, presso la chiesa di san Massimiliano Kolbe a Jesi, ha parlato ai ragazzi del Rinnovamento nello Spirito marchigiano il coordinatore regionale del Movimento, Federico Luzietti. Circa 40 i partecipanti, tra i venti e i trent’anni, provenienti da tutta la regione, a partire da San Benedetto, Ancona, Urbino e Ascoli Piceno. Il tema scelto per la giornata è stato tratto dal vangelo di Matteo: “E strada facendo, predicate che il regno dei cieli è vicino. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamen- Al Circolo “C.Ferrini”: conferenza del prof. Ciuffolotti – (1° parte) “…Come stella in cielo in me scintilla” P er iniziativa del Circolo “Contardo Ferrini”, il 27 gennaio, a Jesi, nella sala-conferenze del Museo diocesano, un pubblico numeroso e qualificato ha potuto rivivere il clima degli anni di scuola, da una parte o dall’altra, dai banchi o dalla cattedra…, ascoltando una lezione di cultura e di vita sul tema “Dante uomo e poeta alla ricerca di Dio”. Il relatore, prof. Enrico Ciuffolotti, per molti anni docente di Lettere nei Licei di Jesi e poi preside, ha delineato la figura dell’uomo e del poeta a partire dai ritratti di Giotto e Raffaello e da alcune note biografiche: lo “studente eccezionale” della Scuola francescana di Santa Croce, l’incontro con Beatrice, l’impegno politico e l’integrità morale di fronte alle fazioni in lotta e al potere ambiguo e corrotto del papa Bonifacio VIII. Chiaro ed essenziale il riferimento alla visione politica del cittadino Dante, espressa nell’opera “De monarchia”, “in bel latino”, dove l’Impero e la Chiesa sono rappresentati come “due soli”che illuminano il cammino dell’uomo verso la felicità terrena e la beatitudine celeste; a patto che Chiesa e Impero abbiano autonomia reciproca, perché la fusione fra potere temporale e potere spirituale porterebbe grave danno alla società. Questa visione etica della politica fa capire come in Dante possano convivere il rispetto per l’autorità della Chiesa, la “reverenza delle sante chiavi”, e le invettive contro il potere temporale dei papi. Una vita piena di esperienze dramma- Diocedi di Jesi_manifesto_san valentino:Layout 1 tiche che culminano nell’avventura dell’esilio, quando il Poeta dovrà imparare giorno dopo giorno “sì come sa di sale/ lo pane altrui, e come é duro calle/ lo scendere e salir per l’altrui scale” (Par.17°, 58-60). Continua al prossimo numero Maria Crisafulli Foto Franco Grilli Matelica: restauri alla chiesa del Suffragio Sono state ricollocate negli altari della chiesa del Suffragio di Matelica, al termine del restauro, le due ampie tele settecentesche di Biagio Puccini, raffiguranti: “Madonna col Bambino in trono, S. Pio V e S. Francesco di Paola” e “Madonna col Bambino e Santi”. Il complesso e delicato intervento di recupero è stato condotto dalla restauratrice Melissa Ceriachi, affidato dalla Soprintendenza dei Beni Artistici e Storici delle Marche. Sabato 7 febbraio, alle ore 16, nella chiesa del Suffragio, il vescovo di Fabriano e Matelica, mons. Vecerrica presiederà la presentazione delle due opere, il dott. Barucca della Soprintendenza e la restauratrice Ceriachi illustreranno il lavoro di recupero. 2-02-2009 9:53 te date”. Un Dio che rispetta la libertà dell’uomo, l’unico in cui può esserci salvezza, la risposta al cuore inquieto di ogni giovane. E alla missione, Luzietti, durante la sua catechesi ha invitato tutti. Anche se costa fatica, anche se si rischia di essere presi in giro. Il coordinatore ha esortato ad evangelizzare con coraggio, nella certezza di essere sostenuti dall’amore di Dio. Uno stile, quello dell’evangelizzazione, che certo non manca ai giovani del Rinnovamento, spesso impegnati nelle cosiddette missioni di evangelizzazione. L’incontro – il primo del 2009 – è iniziato alle ore 10 e si è concluso nel pomeriggio con la santa Messa celebrata dal consigliere spirituale regionale don Luca Principi. A promuoverlo, la delegata regionale per i giovani Valentina Girolimetti. Lucia Romiti Pagina 1 Diocesi di Jesi L’Opera onlus San Valentino festa degli innamorati Jesi sabato 14 febbraio 2009 ore 19,00 Santuario delle Grazie S. Messa presieduta da Mons. Gerardo Rocconi con benedezione delle coppie, fidanzati e sposi ore 20,30 Cena delle coppie e serata danzante previa prenotazione entro il 10 febbraio 2009 340.6452327 (Sandro) - 340.5403028 (Danilo) proposto da Comunione e Liberazione in collaborazione con Azione Cattolica Vallesina 8 febbraio 2009 11 CUPRAMONTANA: presentato il 25° volume della collana La Pieve L Dialetto: parole del cuore a settimana scorsa a Cupramontana è stato presentato il 25° volume della Collana La Pieve: “Il collezionista di Lampi”, un’antologia di poesie in dialetto cuprense, scritto e curato da Pietro Anderlucci. Gremita la chiesa di San Leonardo che ha ospitato l’evento ed ha visto l’intervento dello storico Riccardo Ceccarelli, del parroco don Giovanni Ferracci, creatore della Collana e, naturalmente, dell’autore. L’importanza di questo libro, spiega Ceccarelli, sta nel fatto che raccoglie scritti dialettali dove dentro vi si ritrova Cupramontana nel ‘900, perché i poeti sono tutti del ‘900. La parola vernacolare ha un significato diverso dalla parola italiana, questa non serve per comunicare con il mondo, ma serve a far dialogare insieme la gente del paese, aiuta a farsi comprendere. La parola dialettale si caratterizza come parola che trasferisce all’esterno quello che si ha nel cuore. Questa pubblicazione, nata quasi a complemento del “Vocabolario di Cupra Montana” di Mauro Perticaroli, aiuta a salvaguardare il dialetto cuprense, un’operazione importante perché nel dialetto vi ritroviamo tutto un paese, un vissuto e il quotidiano della gente. L’autore ha invece sottolineato, ai tanti presenti, il fine che ha voluto perseguire con questa sua pubblicazione: recuperare il dialetto nella forma, ma soprattutto nel suono, grazie al CD allegato al libro, dove quattro voci narranti cuprensi leggono buona parte delle poesie raccolte. A termine dell’antologia anche un insieme di filastrocche, stornelli, ninne nanne, etc, oltre che un piccolo glossario per comprendere alcuni termini dialettali presenti nelle poesie. La scelta del titolo, Il collezionista di lampi, nasce da una visione ottimistica della vita: a volte la vicende della vita fanno sì, spiega l’autore, che il cielo si oscuri, ma basta un lampo di luce per raggiungere la meta e se il buio persiste, si aspetta il prossimo lampo. “Ho vissuto lo stesso effetto del lampo alla lettura di una vecchia poesia, che in un momento buio della mia vita mi ha permesso di avere la risposta che cercavo. Così avendo raccolto in questa antologia diverse poesie di vari autori sono diventato un collezionista di lampi”. Ricordia- Fava e Brescianini sulla questione riconversione Sadam Continua il dibattito “R iconversione Sadam… anche una questione etica”: un dibattito di quasi tre ore il 30 gennaio nel Palazzo dei Convegni di Jesi, organizzato dal Comitato per la tutela della salute e dell’ambiente della Vallesina. Due relatori di spessore, mondo laico e mondo cattolico che si ritrovano a discutere la spinosa questione: il prof. Gabriele Fava, esponente dell’associazione Italia Nostra, e padre Natale Brescianini, priore dell’eremo di Monte Giove (Fano). Voce autorevole della socie- vuole fermezza di carattere tà civile, Fava ha esposto le politico, una scelta che salragioni di un “ragionevole vaguardi una parte di prono” a questa proposta di ri- fitto ma non comprometta conversione, ricordando, ad l’intero assetto del territoesempio, il rapporto Onu rio». secondo cui per ogni dolla- L’intervento di padre Brero dall’industria dell’olio di scianini ha preso le mosse palma se ne perderebbero dal Compendio della dotda 50 a 100 per le aumenta- trina sociale della Chiesa te emissioni di CO2. Ma c’è del 2004, dove si dedicava soprattutto la questione mo- una parte specifica al tema rale: «il genocidio delle po- ambientale. E i criteri sono: polazioni indigene strappate «bene comune, destinazioalle loro foreste, lo sterminio ne universale dei beni, susdegli animali che perdono sidiarietà, partecipazione, il loro habitat, con l’estin- solidarietà, in un quadro in zione di numerose specie» cui l’ambiente è una casa e chiarisce il professore «l’in- non una risorsa». Questo il cremento della produzione concetto forte: «essere dodi biodiesel da olio, inoltre, minatori della Terra, bibliche ha fatto schizzare verso camente, vuol dire mettersi l’alto i prezzi, quello dell’olio al servizio della Terra e credi palma a + 70%». are l’armonia». Il religioso Critico verso i moderni modi camaldolese pone l’accento di produzione e di consumo sulla ricerca di nuovi stili di «tutt’altro che coerenti con vita, «sobri, giusti e solidauna prospettiva di sviluppo li», sulla pazienza, «perché sostenibile» Fava attacca la per i cambiamenti ci vuole modalità di realizzazione tempo», e sulla «speranza, dell’energia pulita «senza un non solo nel buon Dio ma piano programmato, e con negli uomini e nelle donne», iniziative, prevalentemente e parla di una Chiesa che si di tipo privato, condotte se- sta aprendo ai temi del ricondo la legge del massimo spetto ambientale. profitto economico, con le Tanti i cittadini ad interveamministrazioni pubbliche nire, tra chi invoca un reche spesso subiscono quelle ferendum, chi pretende un scelte». Indica infine alcune percorso partecipato, chi applicazioni ecologiche pra- condanna la politica «che ticabili, come le biomasse non dice la verità, come per verdi, il solare, il mini-eolico la turbogas». Intervengono per piccole utenze domesti- anche i consiglieri comunali che, il geotermico da giardi- Melappioni e Rossetti (Jesi no o da pozzo, il micro idro- è Jesi), a ribadire il loro “no” elettrico, l’impiego di moto alla riconversione. ed auto elettrici a ricarica E il Comitato continua la fotovoltaica. Traduzione: raccolta di firme per otposti di lavoro, risparmio tenere la bonifica dei siti energetico, problema nelle ex zuccherificio, per cui in mani più etiche dei cittadini, consiglio comunale è stato in collaborazione tra loro o approvato un tavolo tecnico. con le amministrazioni lo- Presidente e vicepresidente cali. «Da jesino non capisco (Marco Gambini-Rossano come si possa credere ad e Massimo Gianangeli) riun’operazione come quella badiscono: «in una zona proposta» conclude Fava «ci AERCA (ad elevato rischio mo che all’interno dell’antologia troviamo autori viventi e non viventi di Cupra Montana, tra cui degli inediti di un giovane Luigi Bartolini. A rendere la serata ancora più piacevole è stata la lettura delle poesie dal vivo, con accompagnamento musicale del Maestro Fisarmonicista Giole Zampa, delle voci del CD che sono quelle di: Anastasio Priori, Catia Paccusse, Paola Pittori ed Elisa Scuppa. La chiusura è andata al sindaco, Fabio Fazi, e al vicepresidente della Fondazione Cassa di Risparmio Cupramontana e Fabriano, Vittorio Gagliardini, che ne ha permesso la pubblicazione. L’intervista all’autore è visibile al sito: www. vallesina.tv. Cristiana Simoncini San Marcello: convegno nazionale su Antonio Meucci S Storia e tecnologia del telefono i è parlato di storia, di cultura e di tecnologia in modo semplice, facilmente comprensibile ma, allo stesso tempo, in modo approfondito e professionale. E’ questo il segreto del successo del convegno nazionale dedicato alla figura di Antonio Meucci, tenutosi a San Marcello venerdì 23 gennaio. Autorità politiche e militari, esperti di telecomunicazioni ma soprattutto giovani studenti hanno gremito il Teatro Ferrari per l’ultimo appuntamento con le celebrazioni del Bicentenario della nascita di Antonio Meucci, inventore del Telefono. Dopo i saluti di rito da parte delle istituzioni locali e regionali (presente tra gli altri anche il consigliere regionale Katia Mammoli), la parola al prof. Fausto Casi, ideatore dell’iniziativa e direttore del Museo dei Mezzi di Comunicazione di Arezzo, con un excursus sulla vita dell’inventore toscano. Molto apprezzati gli interventi del collezionista Giuseppe Renzini, di David Sani, esperto di tecnologia delle telecomunicazioni, di Gianfranco Gervasi, presidente dell’Associazione Radioamatori Italiani e di Alfonso Maria ambientale), abbiamo un siCapriolo, presidente del Sistema Museale di stema di monitoraggio che Ancona. Grande assente lo storico della tenon funziona e né Arpam né lefonia nella Vallesina Fioravante Fornaroli, assessore ci hanno spiegato figlio di Arnaldo Fornaroli, uno dei primi perché. L’Europa ha parlache, nel 1913, portarono la rete telefonica in to chiaro con la risoluzione Vallesina. A conclusione del convegno, model 17 dicembre 2008. Chiederato dalla giornalista Catiuscia Ceccarelli, diamo che il progetto venga imperdibile la visita al prestigioso Museo del cambiato e sia sostenibile Telefono che conferma San Marcello alla riambientalmente e lavoratibalta della cultura nazionale. vamente; non vogliamo arric.c. vare a rivendicare dei diritti per via giudiziaria, ma diciaAl Palascherma il XXX convegno di Filatelia e Numismatica mo a chi firmerà l’accordo che poi pagherà con nome e cognome per i danni alla comunità». i è svolto presso la Palemanifestazioni. Una granIntanto Gaetano Maccaferri, stra per la Scherma, nei de passione la sua, nata in presidente del gruppo omolui che era ancora bambino, nimo, di cui fa parte Erida- giorni 17 e 18 gennaio, il XXX Convegno sulla Filatecirca cinquantacinque anni nia Sadam, fa, quando con la sua clastorna a farsi sentire. An- lia e la Numismatica, orgase elementare visitò per la che il caso di Jesi compare nizzato dal Circolo Filateprima volta il museo di Jesi. nell’intervista pubblicata il lico e Numismatico di Jesi Dopo aver visto tutti quei 31 gennaio sul quotidiano “Federico II”. vecchi oggetti e i reperti ronazionale il Giornale, in cui Collezionisti, commercianmani, cominciò a raccoglieMaccaferri punta il dito su ti, curiosi provenienti da re e a mettere da parte qualComuni e “comitati pseudo- ogni parte d’Italia si sono siasi cosa appartenesse al ambientalisti”, che ostacole- incontrati negli ampi spazi passato. Oggi, in una grande rebbero i progetti di energia del Palazzetto, proponendo stanza, conserva sia ciò che pulita, e invoca la nomina proprio di tutto: cartoline trova da solo, sia ciò che gli di commissari per garantire d’epoca, francobolli, monete, vecchie figurine di calciatori offre la gente, che ormai col’interesse nazionale. È di questi giorni una dura e schede telefoniche, calen- gadget pubblicitari, manife- nosce la sua passione e…il stini teatrali, foto, libri…Un suo tallone di Achille, fatto nota delle segreterie citta- darietti, libri… dine di Rifondazione e del Unitamente al mercatino, patrimonio di Antichità e di dai dirigibili dell’ormai legPartito dei comunisti italiani, l’associazione ha esposto le Storia che Ambrosi ha sem- gendario hangar jesino. Fotoservizio Paola Cocola che condannano «l’atteggia- numerose medaglie da essa pre prestato e presta tuttora mento di chiusura del grup- coniate in questi anni e le generosamente per la realizNella prima foto Fabio po Eridania Sadam e la man- recenti pubblicazioni per zazione di libri e importanti Ambrosi cata presentazione da parte immagini realizzate da Vitdella società di un qualsiasi torio Cappannari sulla Jesi ulteriore documento tecnico di una volta. C’era anche e progettuale», mentre chie- Fabio Ambrosi, il più grandono a sindaco e assessori de collezionista della città. competenti informazione e La sua raccolta conta oltre 20000 pezzi tra carte intestapercorsi partecipativi. La scadenza del 5 marzo te, lettere, statuti di diverse (vertice al Ministero delle società jesine, timbri, annulpolitiche agricole) si avvici- li, sigilli, manifestini pubblicitari, prezzari: materiali na. Maria Chiara La Rovere vari di un’epoca compresa tra il 1500 e il 1950…E poi Nella foto: da sinistra oggetti della vita economica, Gabriele Fava, Marco utilizzati nelle Filande, nelGambini-Rossano, Massimo le aziende Zappelli, Guerri, Gianangeli, padre Natale Sima, Pieralisi…E ancora Brescianini S Una invincibile passione… 12 Jesi 8 febbraio 2009 Moie: una delegazione albanese visita la scuola Conoscersi per integrarsi U na delegazione albanese del distretto di Durazzo è stata ospite, il 28 gennaio scorso, presso l’Istituto Comprensivo “Carlo Urbani” di Moie, accompagnata dall’assessore ai servizi sociali di Maiolati Spontini Manolo Bucciarelli e da Giampaolo Gherardi della Cooss Marche. Nell’incontro con la realtà scolastica è avvenuta la presentazione del progetto Ccosla (Costruzione di Centri di Aggregazione Femminile e Giovanile nell’area di Spitalla-Durazzo-Albania), promosso da EuropeAid, la Direzione generale della Commissione Europea responsabile della gestione dei programmi e dei progetti di assistenza esterna nel mondo. Il progetto Ccosla mira ad accrescere la presenza delle Organizzazioni non Governative a Durazzo (la più antica e la più importante città albanese, dopo la capitale Tirana), per migliorare la qualità della vita degli abitanti, attraverso l’integrazione dei soggetti più esposti al disagio sociale. La delegazione era costituita dal Provveditore della Regione Durazzo Vasillag Papai, dal sindaco di Gramsh Kastriot Zero, dalla presidente dell’associazione delle donne con problemi sociali di Durazzo Bajana Zevelì, da progettisti e i responsabili albanesi e da Giampaolo Gherardi, esperto della Cooss Marche, associazione partner del progetto Coosla. Durante l’incontro si è parlato anche dei sistemi scolastici italiano ed albanese, uno scambio di notizie che ha evidenziato gli stretti legami fra la comunità albanese e quella italiana. L’italiano è la seconda lingua straniera dopo l’inglese in Albania. – ha spiegato il Provveditore di Durazzo - Da noi è indispensabile studiare l’italiano per comunicare con le tante famiglie albanesi che vivono in Italia e perché tanti giovani, terminate le scuole superiori, decidono di venire in Italia a frequentare l’Università. Noi siamo interessati alla collaborazione con la scuola italiana per scambi di esperienze, di curricula, per mantenere un legame con gli albanesi emigrati nel vostro paese. Il Diri- gente Scolastico di Moie, Nicola Brunetti, evidenzia la forte presenza di alunni stranieri nell’Istituto (circa il 15%, con una predominanza albanese) Per far fronte a questo fenomeno e rispondere in modo adeguato, la scuola e i Comuni interessati hanno istituito il Laboratorio Linguistico Territoriale - ha detto Brunetti - una struttura educativa che ha il compito di accogliere alunni stranieri, accompagnandoli verso l’integrazione. Organizziamo, inoltre, corsi di italiano e di informatica per gli adulti stranieri. La scuola cerca di farsi carico dei problemi e di dare risposte positive affinché sia possi- bile una vera integrazione. Dall’incontro è emersa la volontà della delegazione albanese di cooperare con i Paesi, le istituzioni internazionali, le associazioni, gli enti desiderosi di migliorare le condizioni di vita dell’infanzia, dei giovani e dei soggetti più esposti al disagio sociale, per costruire un tessuto sociale partecipativo e democratico. Fotoservizio Tiziana Tobaldi Nella foto: la delegazione albanese con il Dirigente Scolastico di Moie Nicola Brunetti, l’assessore ai servizi sociali di Maiolati Spontini Manolo Bucciarelli e l’esperto della COOSS Marche Giampaolo Gherardi La diversità è ricchezza. Una città a colori: dalla relazione del sociologo Vittorio Lannutti (2° parte) Le seconde generazioni e l’integrazione Che cosa si intende per seconde generazioni Per seconde generazioni si intendono i figli degli stranieri nati nel Paese ospite o i ragazzi immigrati che hanno qui compiuto la formazione scolastica primaria e oltre. Il problema delle seconde generazioni si pone non perché i giovani di origine immigrata siano culturalmente poco integrati, ma al contrario perché, essendo cresciuti in contesti economicamente più sviluppati, hanno assimilato gusti, aspirazioni, modelli di consumo propri dei loro coetanei autoctoni. Diventati adulti, come gli autoctoni tendono a rifiutare le occupazioni subalterne accettate di buon grado dai loro padri. Se non hanno successo nella scuola, e se non riescono a trovare spazio nel mercato del lavoro qualificato, i figli di immigrati rischiano di alimentare un potenziale serbatoio di esclusione sociale, devianza, opposizione alla società ricevente e alle sue Istituzioni. Le seconde generazioni in Italia In Italia per seconde generazioni si intendono le seguenti situazioni: - minori nati in Italia - minori ricongiunti (tra i quali sono compresi sia coloro che sono giunti in età prescolare che coloro che sono arrivati dopo aver iniziato la scolarizzazione nel proprio Paese) - minori giunti soli (e presi in carico da progetti educativi realizzati in Italia) - minori rifugiati (“bambini della guerra”) - minori arrivati per adozione internazionale - figli di coppie miste. Il numero di minori di origine straniera presenti in Italia, tra nati e ricongiunti, al 31 dicembre 2007, era di 767.060 di cui 450.000 sono nati sul territorio italiano; nel solo 2007 ne sono nati 63.000. Nelle scuole italiane vi sono 594.133 alunni stranieri (con un aumento annuo di circa 70.000 studenti) e 45.000 giovani iscritti nelle Università, con 5.000 nuovi laureati ogni anno. L’incidenza degli studenti sull’insieme della popolazione scolastica è del 6,4%. A differenza degli altri Paesi con una tradizione migratoria più lunga, in Italia le seconde generazioni sono un fenomeno ancora molto recente, quindi non si è ancora giunti ad un modello teorico unico di riferimento; tuttavia, negli ultimi anni i sociologi stanno svolgendo numerose ricerche per comprenderne i vari risvolti. È interessante ciò che evidenzia Maurizio Ambrosini riguardo la non-conoscenza della lingua all’arrivo dei migranti, a differenza, per esempio di quanto accade in Francia o in Gran Bretagna, i cui immigrati provengono principalmente dalle ex colonie, quindi non hanno difficoltà di comprensione della lingua. Questo è determinante per i processi di inclusione e di integrazione, soprattutto delle seconde generazioni che sono uno snodo strategico, un passo irreversibile nell’adattamento reciproco tra immigrati e società ricevente. Il modo in cui queste entrano a far parte della società è fondamentale sia per le società che da essa scaturiscono, sia perché retroagisce su quella precedente. I segnali di allarme sono: gli insuccessi nell’inserimento sociale delle seconde generazioni con fallimenti scolastici, la marginalità occupazionale, la segregazione residenziale e i comportamenti devianti. Alla luce di ciò c’è da considerare che questi giovani immigrati, in genere, frequentano poco le associazioni di immigrati, preferendo i passatempi dei loro coetanei italiani. Ciò che si sta verificando in Italia è che da un lato abbiamo l’aumento di giovani immigrati nelle scuole superiori e nelle Università, e dall’altro fenomeni di marginalità tra i figli di lavoratori in occupazioni a basso riconoscimento sociale, mentre sono più integrati i figli dei lavoratori indipendenti. Se le seconde generazioni non riescono bene a scuola e non trovano lavori qualificati rischiano di restare escluse, ciò può comportare devianza ed opposizione alla società ricevente. Le seconde generazioni nelle Marche Nel 2006 le seconde generazioni presenti nella nostra regione erano 24.047. Nell’anno scolastico 2007/2008 essi rappresentano 1’11% degli alunni presenti nelle scuole di Infan- zia, Primaria e Secondaria di primo grado (rispettivamente 6,7%, 7,7% e 7,3% il dato nazionale) e costituiscono il 6,8% in quella di secondo grado (il dato nazionale è 4,3%). Le comunità con il maggior numero di alunni stranieri sono: albanese, marocchina, macedone, romena e cinese. Le dinamiche familiari La famiglia è l’agenzia di socializzazione nella quale l’individuo impara a distinguere tra la sfera privata e quella pubblica dell’esistenza, tra un dentro e un fuori, così l’individuo impara che ci sono dei confini. Tuttavia, la famiglia contemporanea, parallelamente a quanto sta succedendo all’intera società, sta vivendo un continuo spostamento di questi confini, quindi un rimodellamento della sua struttura interna e dei suoi principi base. Questo processo di rimodellamento implica un momento di crisi e se la famiglia costituisce il nesso simbolico tra le generazioni ascendenti e quelle discendenti, nel momento in cui si parla di crisi della famiglia, ci troviamo di fronte ad una perdita di identità generazionale. A ciò non sono immuni le famiglie migranti. All’interno della famiglia migrante, entrambe le generazioni, seppur con delle differenze, sono tenute a rielaborare la propria identità alla luce di una simultaneità che implica il prima e il dopo la partenza ed il qui e l’altrove rispetto al luogo dove si vive, anche perché la famiglia in migrazione si trova a vivere la discrepanza tra due modi di concepire sia il mondo, sia i rapporti familiari (marito moglie, genitori - figli). Nel rapporto tra le due generazioni il nuovo contesto sociale rimette in discussione i comportamenti legati alla tradizione e si possono verificare scontri causati dall’acquisizione dei modelli di vita della società d’accoglienza da parte dei giovani, che non si riconoscono più in quelli della società di provenienza, proposti dai genitori, anche se la provenienza nazionale dei genitori tende comunque a essere un criterio rispetto a cui essi definiscono la propria identità (C. Marra, 2005). Le famiglie migranti sono state viste alternativamente come unità portatrici di valori normativi e pratiche sociali “tradizionali”, come la netta divisione dei ruoli maschili e femminili, la devozione dei figli nei confronti dei genitori, l’attaccamento agli interessi della famiglia, regolati dal padre, a discapito dell’affermazione individuale; oppure, al polo opposto, come vittime di processi di disintegrazione e perdita di influenza normativa nell’impatto con il mondo Occidentale. Assetti e comportamenti “moderni”, tensioni emancipative e rifiuto di assetti patriarcali, investono anche le famiglie coinvolte nei processi migratori. L’integrazione scolastica La scuola è stata studiata come il possibile trampolino della promozione sociale oppure come l’istituzione sociale in cui si determinano le premesse per il confinamento dei figli degli immigrati ai margini della buona occupazione e delle opportunità di effettiva integrazione nelle società ospitanti. Il livello di istruzione dei genitori è il più importante predittore del successo scolastico. Il funzionamento dei sistemi scolastici si vede dal grado di apertura verso gli alunni con un background linguistico e culturale diverso, dagli investimenti nell’accompagnamento del loro inserimento e nell’educazione interculturale come valore. La distribuzione di alunni stranieri nelle scuole italiane è più elevata nelle scuole elementari, seguite dalle medie e dalle materne. Molto più contenuta è la presenza nelle scuole medie superiori. Il fenomeno migratorio, in ambito scolastico, comporta le seguenti problematiche: accoglienza, incontro tra culture diverse, preparazione degli insegnanti, riuscita scolastica e scelte future, ecc. La riuscita scolastica può essere definita in larga misura dal grado di benessere/disagio, dal grado di sicurezza/insicurezza, dalle aspettative alte o basse verso il proprio futuro. Un certo peso lo ha anche lo status socio-economico. Un fattore di potenziale insuccesso e di difficoltoso inserimento per gli alunni stranieri nella scuola italiana è rappresentato dal ritardo scolastico e cioè la differenza temporale in termini di anni fra classe in cui lo studente è immesso e quella teorica in cui dovrebbe essere collocato in base alla sua età. In molti casi accade che, per via delle difficoltà linguistiche e di deficit di conoscenze, molti alunni stranieri appena arrivati in Italia vengano collocati in classi non corrispondenti alla loro età. Questi fenomeni sono molto diffusi: circa quattro alunni stranieri su dieci, con una percentuale di circa due punti. La situazione in provincia di Ancona non si discosta in maniera sensibile da quella nazionale. (continua) Fotoservizio Paola Cocola Jesi: un corteo di donne per la pace Nasceranno uomini migliori? N asceranno da noi uomini migliori. La generazione che dovrà venire sarà migliore di chi è nato dalla terra, dal ferro e dal fuoco. Senza paura e senza troppo riflettere i nostri nipoti si daranno la mano e rimirando le stelle del cielo diranno: «Com’è bella la vita!» Intoneranno una canzone nuovissima, profonda come gli occhi dell’uomo, fresca come un grappolo d’uva, una canzone libera e gioiosa. Nessun albero ha mai dato frutti più belli. E nemmeno la più bella delle notti di primavera ha mai conosciuto questi suoni, questi colori… Con queste parole il poeta turco Nazim Hikmet lanciava, nella prima metà del secolo scorso, un inno di speranza nell’avvenire e di fiducia nelle future generazioni per la costruzione di un mondo migliore, fatto di gioia di vivere, di amore e pace. Allo stesso modo sabato 31 gennaio, il nero filo spinato disegnato sugli striscioni che delimitavano il corteo fatto soprattutto di mamme, anche con il pancione, che ha sfilato lungo corso Matteotti -, germogliando in un ramo verde e rigoglioso di foglie e di fiori, ha rilanciato lo stesso messaggio. Quasi una dolce invocazione tra la folla a tratti interessata e a tratti indifferente…E, al tempo stesso, una promessa forte e determinata a favore della vita in un mondo di pace, contrario a tutte le guerre. Fotoservizio Paola Cocola 13 In dialogo Opinioni a confronto 8 febbraio 2009 In questa rubrica diamo spazio a lettere, opinioni o contributi dei lettori. Chiediamo agli scriventi di essere sintetici. La pubblicazione non significa condivisione dei contenuti. Le lettere, per essere pubblicate, devono contenere esplicitamente il nome, l’indirizzo e il numero di telefono del mittente Gli scritti si possono inviare per email a [email protected] I vantaggi del federalismo Egregio Direttore, anche questa settimana lo scrivente il fondo di prima pagina mi obbliga a rispondere sulla sua interpretazione della rivoluzione fiscale. Il pessimismo dell’autore nasce dal fatto che da sempre è stato un intellettuale molto orientato e, come tale, legge il Corriere della Sera a cui attribuisce – per quello che scrive – poteri di lex e fede cieca come se fosse il Vangelo. Ma non lo è. Per Massaccesi la sostanza del discorso si racchiude nel concetto populista messo in bocca a Bossi: “il Nord d’Italia cammini per la sua strada in modo spedito, il Sud vada a remengo”. Perdendosi in elucubrazioni sui servizi, sulla burocrazia, le tasse, ecc. fornendo, ovviamente, la sua versione; sul fatto che il ministro Tremonti “non è in grado, ad oggi, di prevedere l‘onere finanziario che la riforma richiede”. Per concludere con un altro “delirium”: “il federalismo fiscale costituisce il primo grande passo verso la separazione del Nord dal Sud. E’ il grande sogno della Lega”. Non mi interessa come abbiano votato i partiti; vado al concreto e non cito il giornale “X” o il giornale “Y”, ma lo studio della CGIA di Mestre (basta andare sul sito dell’organizzazione sindacale). Credo che il centro studi della CGIA di Mestre sia al di sopra delle parti, tanto che istituzioni pubbliche, sindacali, partiti, considerano quanto sostiene di grande serietà e precisione. Anche nella circostanza della riforma federale. Oggi ogni italiano versa in media il 77,7% allo Stato e solo il 22,3% finisce nelle casse degli enti locali. E’ il dato più importante dell’area euro, senza contare che l’attuale pressione tributaria sul lavoratore , cioè la quota di reddito che finisce all’erario, sfiora il 30%. In termini reali a fronte di 459,8 miliardi di euro di entrate tributarie totali registrate nel 2007, 357,1 vanno all’erario e “solo” 102,7 miliardi alle amministrazioni locali. Ciò vuol dire, secondo il direttore della CGIA di Mestre, che l’autonomia fiscale dei nostri territori, rispetto ai principali Paesi europei, è ridotta al minimo. Invece la nuova legge delega approvata in questi giorni dal Senato prevede che gli enti locali avranno la possibilità di compartecipare ai tributi dello Stato (Iva, irpef, imposta sugli immobili) per finanziare l’erogazione dei servizi, senza contare che gli enti territoriali saranno coinvolti nell’attività di contrasto all’evasione fiscale. Potrei dilungarmi per illustrare meglio i punti cardine dell’attuazione dell’articolo 119 della Costituzione (il Federalismo non è una invenzione della Lega) non commentando il documento, ma giornalisticamente riportando i punti principali della legge. Mi rendo conto, però, che le ruberei troppo spazio per una “chiarificazione” che forse a molti lettori non interessa. Una cosa ancora me la deve permettere, però. Sui dubbi di Tremonti evidentemente Massaccesi non ama molto seguire altri mezzi di informazione al di fuori del Corriere della Sera, perché se guardasse anche la TV, quella di Stato, non quella di Berlusconi o di Murdoch, forse qualcosa di più sull’argomento avrebbe saputo. Un paio di domeniche fa su canale 3 della Rai, nella rubrica di Lucia Annunziata, è stato intervistato il ministro Calderoli sull’argomento. E Calderoli ha reso noto che Tremonti ha avviato da oltre due mesi un tavolo tecnico di lavoro con la banca d’Italia, funzionari del suo ministero, della ragioneria dello Stato, dei servizi vari della Agenzia delle entrate e non ricordo quali altri enti, i quali stanno elaborando un piano finanziario che eviti interventi singoli, che eviti che si “sparino” cifre a vanvera dall’una o dall’altra parte, creando solo allarmismi e confusione. E poi tirerà fuori le cifre, appena concluso questo lavoro congiunto. Nicola Di Francesco Precisazioni: Carlo Maratti Mi riferisco all’articolo “Un pittore da riscoprire “ (Voce n. 1/2009) , dove l’estensore (la segreteria Meic), sottolinea come il cav. Domenico Luigi Valeri (non è un mio antenato: la mia origine è contadina) sia “stato influenzato da maestri del classicismo quali…. e Carlo Maratta”. Rudolph nel bellissimo volume edito dall’Assessorato alla Cultura di Camerano, dal titolo “Un gioiello barocco romano a Camerano: la chiesa di Santa Faustina e la cappellania istituita da Carlo Maratti”. “…converrà aggiungere che qualsiasi dubbio sull’ortografia di tale cognome è stato fugato nel 1916: sia Tomaso che Carlo si firmavano “Maratti”. Benchè la versione “Maratta” si affacciasse sporadicamente poco avanti la scomparsa del pittore e prendesse quota soprattutto nell’800, né è tornata in uso, da almeno cinquant’anni, la dicitura corretta”. E nella nota n. 13, a pagina 28, ribadisce “... la recente invenzione di Carlo Maratti detto il Maratta, andrebbe cessata, in quanto priva di fondamento storico”. Da rilevare che la Pinacoteca di Jesi possiede, di Carlo Maratti, un disegno su carta della metà del secolo XVIII “L’Adorazione dei Pastori” (vedi “Jesi e la sua Valle n. 1/2008 “Natum videtis”) . Non ho potuto ancora accertare se la Pinacoteca usa esattamente o no il nome del pittore: può farlo a suo agio il vostro collaboratore, don Vittorio Magnanelli, anche buon critico d’arte, quando avrà terminato l’ennesimo articolo sulla Cattedrale di Jesi! Sarebbe opportuno che il volume sopra descritto ben figurasse nella Biblioteca di “Voce”. Tutto questo per dirle che sono la guida ufficiale di questa Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri dove si trova il monumento funebre di Carlo Maratti. Da cinque anni ho istituito visite gratuite alla Basilica e sarò ben lieto di accogliere gli jesini. Giuseppe Valeri Ringraziamo Giuseppe Valeri che ci segue da Roma, per la segnalazione e per il suo puntuale contributo alla conoscenza della storia della città e delle persone. Accogliamo e diffondiamo la sua disponibilità nel fare da guida ai turisti jesini in visita alla Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri. controspigolature Le cose come sono? Pubblichiamo il contributo di Franco Cecchini, direttore del Centro Studi Valeria Moriconi di Jesi all’articolo – commento al film “La pianista” di Augusta Franco Cardinali (Voce n. 3 della settimana scorsa, a pagina 4) Mio malgrado, debbo replicare e me ne scuso in anticipo. Riconosco che, per chi vuol passare “due ore di sereno divertimento con un’allegra compagnia di amici dopo una pizza”, un film come La pianista è sconsigliabile. Anzi da vietare, anche se questo film non era vietato (mentre l’altro non si sa: visto l’estate scorsa e descritto come una sarabanda infernale per più di mezzo articolo, non se ne dà neanche il titolo, per paura di avergli fatto pubblicità con tutti quegli improperi! E così è impossibile per noi qualsiasi interessante raffronto tra i due film…). Ma anche altre persone, per una propria sensibilità o per qualsiasi motivo rispettabilissimo, possono non gradire un film del genere. E proprio per questo, nel volantino pubblicitario, avevamo voluto inserire, accanto alla riproduzione del noto manifesto, tanto di scheda critica, breve ma chiarissima. Le parole chiave vi si ritrovano tutte, quelle forti dei fatti narrati e quelle che potevano suggerire certe linee interpretative. Perché questo è il punto: le stesse cose e gli stessi fatti, anche i più scabrosi, si possono dire, esprimere in tanti modi (è l’aspetto formale, estetico) e si possono compiere o narrare o raffigurare per tanti motivi (è l’aspetto etico o ideologico). È difficile quindi dire in questi casi “le cose come sono”. Lo stesso ragazzo della favola di Andersen sappiamo che ha esclamato soltanto “il re è nudo!”, non ha preteso di dire né che il re, così, era “brutto”, né che era “schifoso”. Cose che dice invece un adulto che, in base ai parametri che ha elaborato negli anni – rispettabilissimi – esprime giudizi di carattere estetico ed etico, altrettanto legittimi se non pretendono però di dire “le cose come sono” ma solo come le vede lui. Nelle “spigolature” poi non ci si limita a giudicare e condannare il fatto, l’opera in sé, ma addirittura anche chi la visiona, vi presta attenzione, vi trova un qualche motivo di interesse critico: cioè lo spet- tatore, che viene coinvolto e bollato a sua volta come “dotato di istinti sadomasochistici”, “maniaco” (a meno che non sia uno “psichiatra”, l’unica alternativa ammessa per motivi professionali!). Non è il caso qui di rievocare i tempi lontani, superati, delle “opere all’indice”, con la condanna sia dell’opera che del lettore, o quelli attuali, presso culture e sistemi altrettanto deprecati; è questione di un atteggiamento sempre esistito, in tutti i campi, di un rischio sempre incombente nella vita culturale e sociale. Lo dico non per difesa degli enti pubblici che hanno programmato La pianista, perché, come ho avuto già modo di chiarire, il film aveva tutte le credenziali e le carte in regola, tra cui l’informazione in anticipo, la presentazione all’inizio e il dibattito dopo. Lo dico per rispetto del pubblico, a cui mi sento in dovere di offrire altri elementi di riflessione, prima di scandalizzarsi. E con rispetto anche di chi ha scritto in questo caso cose che non condivido, ma che in tanti altri casi ho condiviso, apprezzato e continuerò ad apprezzare. Franco Cecchini 14 Pagina Aperta 8 febbraio 2009 Jesi – Il Palazzo e dintorni AGENDA Il santo del giorno Giovedì 5 febbraio santa Agata, venerdì 6 san Paolo Miki, sabato 7 san Teodoro, domenica 8 san Girolamo, lunedì 9 santa Apollonia, martedì 10 sant’Arnaldo, mercoledì 11 Nostra Signora di Lourdes, giovedì 12 santa Eulalia, venerdì 13 sante Fosca e Maura, sabato 14 san Valentino, domenica 15 santi Faustino e Giovita. Farmacie Farmacia di turno, la notte, a Jesi Giovedì 5 febbraio Grammercato, venerdì 6 Coppi, sabato 7 Moretti, domenica 8 Coppi, lunedì 9 Coppi, martedì 10 Calcatelli, mercoledì 11 Coppi, giovedì 12 Comunale 1, venerdì 13 Cerni, sabato 14 Comunale 2, domenica 15 Grammercato. Farmacia di turno, la notte, in Vallesina Giovedì 5 febbraio Moie (Angelico), venerdì 6 Macine, sabato 7 Moie (Lucarelli), domenica 8 Angeli, lunedì 9 Poggio San Marcello, martedì 10 Castelbellino Stazione, mercoledì 11 Pianello, giovedì 12 Montecarotto, venerdì 13 Moie (Angelico), sabato 14 Macine, domenica 15 Moie (Lucarelli). Santa Maria Nuova Bere moderato è uno stile di vita L ’abuso di alcol è un fe- brochure cerca di sottolinenomeno in continua are come l’equilibrato uso crescita tra giovani e giova- della bevanda alcolica possa nissimi ed è diventato fonte essere apprezzato come un di grande preoccupazione tipico momento di aggregaanche nei nostri paesi, non zione e di festa e non come solo perché è spesso causa “sballo”, cercando di far codi gravi incidenti strada- noscere gli effetti che l’abuso li, ma per i rischi sanitari e provoca a molti organi del sociali ad esso connessi. Al corpo umano. E’ stato spiefine di attivare azioni volte gato ai ragazzi di scegliere ad informare i giovani sui un percorso responsabile rischi del consumo di alcol di comportamento sapendo ed a proporre comporta- conciliare un moderato conmenti corretti, è stato ef- sumo del vino con una sana fettuato un incontro nella alimentazione utilizzandolo sala riunioni della Chiesa per gustare il cibo. Il forte Parrocchiale di Santa Maria incremento del consumo Nuova con alcuni ragazzi di alcol da parte dei ragazzi affrontando problemi di dagli 11 ai 18 anni e delle racultura e di atteggiamento gazze dai 16 ai 20 è motivo nei confronti del vino e del di grande apprensione, di bere moderato con il gior- qui la necessità di proporre nalista Riccardo Ceccarelli modelli di comportamento ed il sommelier Sauro Bo- in sintonia con l’equilibrio ria. Per l’occasione è stata della persona che sa utilizdistribuita una brochure zare sia il bere che il maninformativa come strumen- giare come momenti di gioia to per conoscere il vino condivisa e non come inutied approfondire il bere ed le evasione o come moda il mangiare nel contesto squalificante la dignità deldell’equilibrio della persona, la persona stessa. La “moda evitando ogni messaggio del tracannare” non si addiaggressivo e colpevolizzan- ce insomma all’intelligenza te che avrebbe prodotto delle persone: un messaggio una reazione negativa. La per tutti. Giovani compresi. Nuovo ospedale: sgocciola! Anzi no, però… Appena una decina di giorni fa – pioveva - mi trovo nell’arioso ingresso del nuovo ospedale, e che ti vedo? Un secchiello là in mezzo con il pietoso compito di raccogliere le gocce che lentamente cadevano dall’ampia copertura in travi di ferro. E all’interno della guardiola di secchielli ce n’erano ben tre, ciascuno con il preciso mandato di raccogliere quel che, di sua competenza, cadeva dal tetto. Quattro sgocciolamenti! Ma, miracolo: oggi, 2 febbraio, piove, ma i secchielli sono spariti e lo sgocciolamento è cessato. Complimenti ad direttore e a chi per lui. Chissà se però sono state eliminate anche le infiltrazioni dell’acqua all’ultimo piano, quelle che, prima o poi, arriveranno anche alle scatole dell’impianto elettrico, con le conseguenze facili da immaginare… Approfitto per togliermi due sassoloni: Primo: la nuova strada, quella prevista a sud e che dovrebbe costituire l’ingresso principale? Ancora non c’è aria di inizio dei lavori. So che ci sono beghe legali in corso. Ma è mai possibile che, dopo anni, non si riesca a ri- solvere il problema? Un po’ di volontà politica… un po’ di violenza…un impegno a fondo…. Ritardi come questi sono cose che il cittadino non capirà mai e mai perdonerà al sindaco o all’assessore o al direttore dell’ospedale…. Secondo: accade che io, solo perché firmo articoli in questo settimanale, mi sento investito, via telefono, dalla rabbia di cittadini per il fatto che, in certe ore del giorno, non si riesce a trovare un posto per l’auto. Mi si dice: e il bel parcheggio a pettine, ampio, lunghissimo, nella zona a sud-est, e con tanto di possibile accesso già pronto a sinistra dell’attuale ingresso? Ma perchè, mi dicono alcuni super-arrabbiati, non lo si mette a disposizione? Quali gli impedimenti? Almeno è possibile farli conoscere a questi cittadini che, forse, hanno mille ragioni? *** Perché, se veramente il nuovo ospedale dovrà essere un modello regionale, vediamo di risolvere, finalmente, almeno questi due macroscopici problemi. v.m. Elica vince il premio Etica e Impresa Il Gruppo Elica ha vinto il premio Etica e Impresa 2009 nella categoria “Responsabilità Sociale d’Impresa”, promosso, per il terzo anno consecutivo, dalla Agenquadri CGIL (Associazione Generale Quadri) dalla AIDP (Associazione Italiana per la Direzione del Personale), APQ – CISL (Associazione Progetto Quadri ed Alte Professionalità) dalla CIQ – UIL (Confederazione Italiana Quadri) e dalla Federmanager, con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Il Gruppo fabrianese si è aggiudicato il primo posto in una rosa di 15 tra aziende ed enti candidati, tra cui figuravano anche il Comune e la Provincia di Milano e Poste Italiane. Ad assegnare il riconoscimento, presso la sede del CNEL di Roma, è stato un qualificato comitato scientifico, composto da docenti delle Università Roma 3, La Sapienza, SDA Bocconi, Luiss, Siena e Federico II di Napoli La motivazione con cui la giuria ha assegnato il riconoscimento è “per aver saputo rendere effettivi in modo innovativo e concreto i principi fondamentali della Responsabilità Sociale d’Impresa, coniugando efficacemente metodo partecipativo e sistema premiante”. Nella seconda metà del 2008 Elica ha firmato, in accordo con i sindacati, il suo primo Contratto Integrativo di gruppo, che si distingue per modernità e lungimiranza. Storie di ogni giorno: i rifiuti Il Selezionatore C’è una nuova figura professionale, misconosciuta ai più, che si è aggiunta al vasto numero delle attività lavorative più o meno volontarie che operano nel mondo economico sommerso di questa nostra Italia. Egli opera principalmente all’interno delle abitazioni, alla sera tardi, quando tutti sono andati a dormire o alla mattina presto, quando fa ancora buio e gli altri occupanti sono ancora nel mondo dei sogni. Il Nostro si aggira per casa raccogliendo pezzi di carta piccoli e grandi, vecchi giornali e riviste, lattine di birra lasciate accanto al divano, bottiglie di plastica rinvenute negli angoli più disparati ed impensabili della casa: sotto i letti, in bagno, vicino ai tavoli dove si studia, accanto al computer … Ma è sul lavello della cucina che il Selezionatore profonde le sue fatiche più grosse ed esprime tutto il suo potenziale. Lì, infatti, dove tutto il resto della famiglia scarica le cose più incredibili, il Selezionatore separa le lattine del tonno (dopo averne scolato l’olio residuo in apposita bottiglia), gli ossi delle olive lasciati nei piatti durante la cena della sera precedente, le capature dell’insalata improvvidamente appoggiate in un sacchetto di plastica non degradabile, i tovaglioli di carta accuratamente appallottolati, le buste dei biscotti e delle patatine, gli imballaggi di polistirolo, i supporti delle compresse di aspirina, il fil di ferro ricoperto di plastica per chiudere i sac- chetti, i vasetti di vetro delle cipolline sott’olio (anch’essi dopo averli accuratamente scolati nell’apposita bottiglia), i tappi di plastica delle bottiglie di plastica dell’acqua minerale, le bottiglie di vetro del verdicchio (o lacrima di Morro, a seconda dei gusti), la buccia della mela, i pannolini del bambino, l’ovatta per struccarsi, i cottonfioc usati, le batterie dell’ipod, lo spaghetto sfuggito al colapasta, i gusci di noce, la scorza di melarancia, le bucce dei lupini … Solo lui è in grado di capire in quale dei bidoni debba essere smaltito l’uno o l’altro rifiuto. A lui si rivolge l’intera famiglia con la classica domanda: “Questo dove si butta?” E la risposta deve essere immediata: se, per caso, il Selezionatore, immerso nella pennica postprandiale, non è pronto a rispondere, la cosa da smaltire viene scaricata sul lavello, dove il Selezionatore potrà smaltirla a tempo e comodo. Ormai, in casa, nessuno si azzarda più a buttare via qualche cosa, nel timore di reazioni inconsulte da parte del Selezionatore, il quale è sempre pronto a redarguire il membro della famiglia che, incautamente, si azzarda ad introdurre il tovagliolo di carta nell’indifferenziato, invece che nell’organico. Per cui, il Selezionatore non può neanche lamentarsi del compito gravoso che si è volontariamente assunto. Per la serie: “hai voluto la bicicletta? Adesso pedala!” Paolo Marcozzi Latte Fresco Alta Qualità 15 Sport Sport e marketing: concorso BANCA MARCHE DAY “Amiamo il gioco di squadra” C’ erano delegazioni delle formazioni di pallavolo di A1 maschile e femminile sponsorizzate da Banca Marche all’estrazione dei premi del concorso “Banca Marche day”, che si è svolta presso la direzione generale della Banca a Jesi, promosso dall’Azienda di credito. “L’unico zero che vale una vittoria!” era, infatti, lo slogan del concorso a premi a Base Zero, il conto corrente online a zero canone, che ha coinvolto il mondo del volley marchigiano per sei giornate. Si è iniziato il 4 dicembre la schiacciatrice Simona Ricon Monte Schiavo – Scavo- nieri, con le alzatrici Maja lini e si è concluso il 6 gen- Ognjenovic e Moira Cerioni, naio con Scavolini Despar l’allenatore Dragan Nesic e Perugia, passando per Lube il dirigente Michele Maiola. – Gabeca ed altre tre gare di Infine, la Lube Banca Marcartellone che hanno visto in che, giunta direttamente da campo le tre squadre di mag- Forlì portando, attesissima giore spessore della regione. ed applaudita dal pubbliAll’ingresso dei palasport gli co presente, la Coppa Italia spettatori avevano ricevuto vinta la sera precedente. Asuna cartolina che conteneva sonnati ma felici, c’erano il un coupon. Riconsegnan- centrale Marko Podraskanin dolo compilato a Banca e lo schiacciatore Jan WilMarche Point del palasport, lem Snippe, oltre all’addetto hanno avuto subito in omag- stampa Marco Tentella. In gio un gadget della linea di più, e faceva bella mostra di merchandising Base Zero ed sè, la Coppa Italia vinta, per hanno acquisito il diritto a la quarta volta, poche ore partecipare all’estrazione di prima. 60 soggiorni per 2 persone Il presidente Lauro Costa ha in una struttura del circui- sottolineato che “amiamo to “Dimore di charme”. Per il gioco di squadra”, slogan il primo dei due incontri in coniato da Banca Marche, si programma in ogni palasport addice al mondo della palil gadget era costituito da una lavolo che brilla solamente t-shirt che riprende gli ele- se il collettivo lavora con menti della fortunata campa- grande sintonia. Il direttore gna pubblicitaria a supporto generale Massimo Bianconi del conto, per il secondo un ha concluso, affermando che portacellulare trendy. Ospiti, “in un momento di criticità dunque, molto graditi, sono così importante per il monstate le campionesse della do economico, finanziario Scavolini, presenti con l’alza- e sociale, è determinante trice Francesca Ferretti, con ribadire la necessità di sola centrale Christiane Furst stenere iniziative, a carattee coi dirigenti Marcello Mi- re culturale e sportivo, che niucchi e Giacomo Mariotti. coinvolgono l’intera ComuCon loro la Monte Schiavo nità e che le danno una diBanca Marche, presente con mensione notevole in cam- CALCIO Eccellenza La Jesina, dopo un fitto periodo di buone partite, probabilmente stanca o appagata, ha ceduto nell’incontro ad Urbino con i feltreschi. Non ha tenuto botta per pochi minuti, quando ormai gli infreddoliti spettatori (circa duecento) pensavano all’inevitabile pareggio. Si era al quarantesimo del secondo tempo ed i contendenti si erano convinti a dividersi la posta in palio. Invece il grigiore della partita e della previsione scontata viene illuminato dall’urbinate Piersanti, che vola alto e colpisce a rete: 1-0 all’85’. L’inaspettato fulmine di testa dà la vittoria ai padroni di casa, che festeggiano clamorosamente nello spogliatoio, mentre i nostri inghiottiscono l’amaro boccone. Non possiamo accusarli di disimpegno o di aver preso sottogamba la partita: gli avversari difatti non ci credevano più alla conclusione da … manna dal cielo! Oggi viene al Carotti la Montura- Soresina in diretta su Rai Sport Più A lla Fileni Bpa non piacciono i finali in volata. Dopo il ko nei secondi finali con Pistoia, gli arancio-blu si sono ripetuti sabato scorso al PalaTriccoli. A vincere stavolta è stato il Brindisi (80-78), sostenuto da oltre duecento tifosi, giunti nelle Marche con quattro pullman. L’Aurora ha pagato il blackout degli ultimi cinque minuti, dove si è lasciata rimontare un vantaggio di 70 a 57. La sconfitta con Brindisi è costata cara al tecnico jesino, Andrea Zanchi, esonerato lunedì. La squadra è stata affidata al suo vice, Luca Ciaboco, che ha debuttato giovedì 5 sul difficile campo di Roseto per il turno infrasettimanale. La classifica dopo il terzo turno di ritorno: Varese 24 punti; Soresina, Casale Monferrato 22; Veroli, Fileni Bpa Jesi, Reggio Emilia 20; Rimini, Scafati, Sassari 18; Roseto, Livorno, Brindisi, Pavia, Venezia 16; Imola 14; Pistoia 12 punti. Oggi, domenica 8 febbraio, gli arancio-blu ospitano al PalaTriccoli il Soresina (ore 20), per una sfida di alta classifica. La gara sarà trasmessa in diretta da Rai Sport Più. Punti di forza della compagine allenata dal tecnico Cioppi, sono i due americani Lollis e Bell, più l’italo-francese Calabria ed il giovane Cusin. All’andata i lombardi si imposero 78 a 65. Ex di turno è l’irlandese Damian Ryan (nella foto). Giuseppe Papadia Monte Schiavo alle finali di Coppa Italia L po nazionale. Valori, questi, che determinano l’evolversi futuro della Società”. Enzo Telloni, infine, responsabile dell’Area Pianificazione, ha spiegato i termini del Concorso per il quale, alla fine, Mauro Mancini, della Camera di Commercio di Ancona, ha provveduto, dopo la prima estrazione svolta dagli atleti presenti, all’estrazione definitiva dei premi. I nominativi estratti saranno esposti presso tutte le Filiali di Banca Marche a partire dal 4 febbraio. Giovanni Filosa Nella prima foto da sinistra Giovanni Filosa, Massimo Bianconi, Lauro Costa, Enzo Telloni; nell’altra foto lo schiacciatore Jan Willem Snippe. nese, ultima della classe. Ricuperiamo? Promozione Il San Marcello ha segnato quattro reti a Falconara, fanalino di coda. A Moie, il Vallesina torna a sorridere contro l’Azzurra di Colbordolo (3-2). Da sottolineare la doppietta di Cocilova, bravo bomber. Prima categoria Tre pareggi: Cupramontana-Borghetto (0-0). Monserra-Loreto due gol per parte (2-2). A Montefano, altrettanto per Le Torri di Castelplanio (2-2). Seconda categoria Pareggio della capolista Monsano in casa dell’Aurora Jesi (0-0). La Sampaolese impatta a Jesi con la Aesina (1-1). Castelbellino pari (0-0) a Serra San Quirico. Borgo Minonna 1 a 1 in casa della Labor V.P. Vir Sport, valori e solidarietà dalla Fondazione “Gabriele Cardinaletti” di Jesi con l’intento di promuovere nel nostro Paese una nuova cultura dello Sport. L’iniziativa partì con la sottoscrizione del primo “Codice Atletico” da parte di campioni del calibro BASKET Fileni Bpa: Esonerato Zanchi, al suo posto il vice Ciaboco VOLLEY: Da venerdì a domenica ad Eboli La Fondazione Gabriele Cardinaletti e l’Amico Atletico Trovare e premiare chi, con i suoi comportamenti, innalzi i valori etici dello Sport. Oggi più che mai é sempre lo stesso, e si amplia ad 8 regioni, l’obiettivo del concorso “l’Amico Atletico”, il progetto avviato nel 2005 8 febbraio 2009 di Roberto Mancini, Stefano Cerioni e Valentina Vezzali. Ma sono bastati pochi anni, perché si coinvolgessero tanti altri personaggi del mondo dello Sport, ritrovatisi attorno ai valori della lealtà, dell’amicizia, dell’impegno e a diretta Sky Sport, per la Monte Schiavo Banca Marche, fa rima con tie break. Come era accaduto alla prima di campionato a Vicenza, anche lunedì scorso nel posticipo serale giocato al PalaTriccoli, le “priline” hanno superato il Perugia dell’ex Togut dopo cinque tiratissimi set (parziali: 25-19, 25-20, 17-25, 19-25, 15-13). Decisivo nel finale, un muro di Raffaella Calloni (nella foto di Ballarini). La classifica dopo la quarta giornata di ritorno: Pesaro 49 punti; Bergamo 39; Novara 36; Monte Schiavo Banca Marche Jesi 35; Sassuolo, Busto Arsizio 30; Perugia 29; Conegliano 24; Castellana Grotte 23; Pavia 19; Cesena 15, Santeramo 14; Vicenza 10; Chieri 4 punti. Questo fine settimana si disputano ad Eboli, in provincia di Salerno, le finali di Coppa Italia. Per tre giorni, le squadre più forti del campionato si affronteranno per il primo trofeo della stagione. La Monte Schiavo venerdì 6 se la vedrà nei quarti con il Busto Arsizio (ore 18.30). In caso di passaggio del turno, Rinieri e compagne nella semifinale di sabato 7 (ore 16.15) incroceranno la vincente tra Pesaro e Conegliano. Domenica la finalissima è alle ore 16.15. Tutte le gare saranno trasmesse in diretta da Sky Sport. Giovedì 12 le “prilline” torneranno in campo per l’andata dei quarti della Challenge Cup. Al PalaTriccoli (ore 20.30) riceveranno la visita delle francesi dell’Albi. Il ritorno in Francia è previsto per mercoledì 18. Gip Jesina: la Juniores stende la Filottranese “Arriveremo secondi” I giovani bianco-rossi tornano a sorridere: riecco i tre punti che mancavano da ben tre settimane! La “truppa” di mister Belardinelli aveva infatti racimolato soltanto due punti nelle ultime tre partite, frutto del pareggio (2-2) a Belvedere, della sconfitta interna (0-3) contro la Vigor Senigallia e del pareggio (2-2) contro il Vallesina Calcio nel match di Pianello. Tornando all’incontro di sabato 31 gennaio, basta un gol poca concentrazione. L’im- ginetta” Piano San Lazzaro, di Fava (che sale così a quota portante è comunque aver imbattuta per ben 17 gare. tre nella classifica dei mar- evitato la “beffa”! Nota posi- Con il successo di sabato il catori “leoncelli”; Sassaroli tiva del pomeriggio: la retro- collettivo di Belardinelli si ancora leader con sei centri) guardia “leoncella”, attenta conferma in quarta posizionella seconda frazione di e determinata, che riesce a ne, a quota 32 punti, insieme gara per stendere la modesta non subire gol. Finalmente! alla Falconarese, a meno treFilottranese la quale occupa L’ultimo match senza gol al dici lunghezze dal Piano San attualmente la zona bassa “passivo” risale al “lontano” Lazzaro. Il primo posto è andella classifica del campiona- 8 novembre 2008: la Jesina dato, per il secondo c’è tanto to regionale Juniores girone vinse tra le mura amiche per “traffico”, ma... Nicholas SanB. I locali soffrono più del 1 a 0 contro la Falconarese. tucci, inamovibile difensore previsto, soprattutto nella li- Proprio la formazione di Fal- jesino, è convinto: “Arriverenea mediana dove sbagliano conara è riuscita a sconfigge- mo secondi!”. molti passaggi, mostrando re sabato 31 gennaio la “reDaniele Bartocci della solidarietà, del rispetto delle regole e dell’avversario. Ad affiancare la Fondazione, inizialmente come partner ed oggi come main sponsor, la UBI >< Banca Popolare di Ancona. Il concorso “l’Amico Atletico” vuole premiare atleti, dirigenti e tecnici, professionisti e non, che con il loro comportamento rappresentano i valori di etica sportiva, correttezza e fair play. La segnalazione degli “Amici Atletici” si può effettuare sul sito www. codiceatletico.it o chiamando il numero verde gratuito 800.550.388 fino al 23 aprile prossimo. Per ogni segnalazione ricevuta, la UBI >< Banca Popolare di Ancona devolverà 1 euro ai vincitori che, a loro volta, destineranno la somma ad Associazioni senza fini di lucro da loro indicate. 16 Esperienze 8 febbraio 2009 Angeli di Rosora: Una azienda leader nelle Marche e nel mondo L La L.u.a.j. in visita agli Atelier Loccioni a Libera Università per Adulti ha visitato il 29 gennaio, ad Angeli di Rosora, Gli Atelier Loccioni, azienda leader nell’impiantistica industriale specializzata nella realizzazione di progetti e sistemi di automazione, collaudo e controllo di ogni tipo per le più grandi firme del mondo. Il successo crescente conquistato dalla Loccioni in quaranta anni di attività è motivato da filosofie e strategie operative vincenti che guardano al futuro: attenzione costante alle richieste di mercato, innovazione tecnologica d’avanguardia, sfruttamento intelligente di energia pulita. Creatività e fantasia, quindi ‘gioco’, sono ugualmente forze trainanti e stimolanti dell’azienda in cui lavorano 290 giovani collaboratori dell’età media di 33 anni, reclutati fra laureati e diplomati dei quali l’azienda stessa provvede a formare le competenze. Oltre quaranta sono i paesi del mondo in cui ha installato i suoi laboratori ed opera la Loccioni che ha ricevuto riconoscimenti prestigiosi e non cessa di espandere la sua attività nei settori produttivi più diversi. Il più recente è quello della sanità per il quale nel 2006 ha varato il progetto Cytocare. Cordialissima è stata l’accoglienza dei visitatori ai quali hanno fatto da guida alcuni giovani ingegneri e lo stesso titolare dell’azienda, Enrico Loccioni che, prima del congedo, ha esortato a non credere solo a diffuse, allarmanti notizie di difficoltà e crisi economica. Esiste anche una realtà solida e positiva – ha serenamente dichiarato - che lascia ben sperare nel futuro. A tutti è stato offerto un simpatico omaggio: il libro ‘Jesi dentro le mura’ di Armando Ginesi, illustrato da Corrado Olmi, la cui pubblicazione è stata recentemente sponsorizzata dalla Loccioni. Fotoservizio Augusta Franco Cardinali Nelle foto: I visitatori di fronte agli Atelier Loccioni; in ascolto nel salone di ricevimento; il presidente della Luaj, prof. Giancarlo Vecci, a sinistra, con Enrico Loccioni, titolare dell’azienda Jesi dal 6 all’8 febbraio: Comune, Enoteca, Arca Felice ed Ital Cook U “Tutti in... pista! All’insegna del biologico” na nuova iniziativa nel fine settimana per valorizzare la nostra tradizione gastronomica: “Tutti in...pista! All’insegna del biologico” è organizzata e promossa dall’Assessorato al Turismo e allo Sviluppo Economico del Comune di Jesi in collaborazione con l’Enoteca Regionale – Assivip, Italcook – Istituto Superiore di Gastronomia e l’Azienda Agraria Arcafelice, per valorizzare gli aspetti enogastronomici del territorio legati al maiale, la storia della sua diffusione nel mondo contadino e la tradizione della norcineria. Il coinvolgimento nell’iniziativa di partner protagonisti della produzione, promozione e valorizzazione dei prodotti della nostra filiera agroalimentare rappresenterà un’ottima occasione per rivalutare la tradizione della pista del maiale, la trasformazione delle sue carni, le abitudini culinarie ad esse connesse e gli abbinamenti con i vini della zona. La peculiarità dell’intera manifestazione sarà quella di utilizzate carni di maiale allevato con il metodo biologico. Venerdì 6 febbraio alle 19 si svolgerà il corso di cucina sulla tradizione del maiale, al quale seguirà una cena, organizzato dall’Italcook presso i locali di Palazzo Balleani, in via Federico Conti, 5: una lezione di cucina con ricette a base di carne di suino biologico, che i partecipanti realizzeranno sotto la guida dello chef Paolo Piaggesi, docente all’Istituto Alberghiero Panzi- ni di Senigallia. Sabato 7 febbraio “Tutti in... pista!” si sposterà nei locali dell’Enoteca Regionale delle Marche, dove, alle 21, si terrà una degustazione guidata da un sommelier con musica dal vivo. Ai vini saranno accompagnati degli assaggi a base di carni di maiale biologico, il tutto illustrato con dovizia di particolari dallo studioso di tradizioni popolari e contadine Riccardo Ceccarelli. L’ultimo ma non meno importante appuntamento di questa iniziativa articolata in tre giornate sarà all’Azienda Agraria Arcafelice, in via Minonna 75. Alle 10 i norcini inizieranno la pista del maiale, illustrandone le varie fasi e alle 13,00 tutto sarà pronto per una superlativa degustazione di carni suine rigorosamente biologiche e di insaccati abbinati a vini marchigiani prodotti biologicamente. Simone Bompadre e Roberto Raponi, del gruppo folk Vincanto, allieteranno la giornata con canti della tradizione popolare e contadina marchigiana. La partecipazione alle tre diverse giornate sarà su prenotazione rivolgendosi all’ufficio turismo in piazza della Repubblica. Nella foto di Maria Chiara La Rovere: da sinistra Sandro Sbarbati, presidente di Ital Cook, Graziano Vittori, presidente della società comunale Arca Felice, Daniele Olivi, assessore al turismo, Sara Graziosi, responsabile Enoteca Regionale. Un nuovo progetto dell’associazione Salute e Guida coordinata da Franco Burattini La guida richiede attenzione costante L ’associazione Salute e Guida ha presentato la settimana scorsa, a Jesi presso la sede della Myolab, centro di riabilitazione, il block notes “Guida, non farti guidare” per contribuire a creare maggiore consapevolezza sul rispetto delle regole. L’associazione è attiva da diverso tempo a Jesi e si rivolge soprattutto alla prevenzione verso i giovani affinchè siano sempre più consapevoli dell’importanza di salvaguardare la propria salute. “La prima iniziativa sulla sicurezza stradale – ricorda il presidente Franco Burattini - risale al 1986: era quello l’anno della sicurezza stradale promosso dalla Comunità Europea”. Da allora tanti i progetti realizzati con associazioni, con enti, con le istituzioni rivolti non solo ai giovani ma a tutti perché per strada non sono solo i giovani esposti al rischio. Dai 15 ai 40 anni la maggiore causa di mortalità è l’incidente stradale: bisogna produrre, quindi, una nuova cultura della sicurezza. L’Azienda sanitaria, zona di Jesi, l’Ordine degli Psicologi delle Marche, la Polizia Stradale, il Comune di Jesi e il laboratorio farmaceutico CT di San Remo hanno reso possibile la realizzazione dell’agenda in tremila copie distribuite agli operatori sanitari. Maurizio De Magistris, presidente della Myolab, sensibile fin da subito alle proposte dell’associazione, ha sottolineato come il costo dell’infortunistica stradale, causata molto spesso dall’abuso di alcol, sia altissimo in Italia: “Spesso i giovani non sono consapevoli di ciò che stanno rischiando: in un incidente stradale sono in gioco forze talmente lontane dalla nostra esperienza quotidiana da non rendersi conto che anche a pochi chilo- metri orari si possono creare danni gravissimi”. Il direttore commerciale del Laboratorio Farmaceutico CT, Silvio Amorth, la cui azienda ha realizzato l’agenda ha sottolineato la qualità e l’innovazione del progetto Salute e Guida e del block notes o meglio Esi – notes. Lo slogan dell’associazione è “Guida NON FARTI guidare”, serigrafato su tutte le auto della Scuola di Guida Sicura. Ha tre diversi livelli di messaggio: un primo livello riguarda la guida ed è l’invito a non farsi guidare dall’auto ma a essere sempre padroni del mezzo meccanico; il secondo livello porta all’interno di una relazione di gruppo dove è importante conservare la propria individualità; il terzo livello è giocato sulla differenza grafica della scritta – NON FARTI – che equivale a non usare sostanze.