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Impôt reprisé
Tassa riscossa
Ufficio di Jesi
I Vescovi ai turisti
Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, DCB - Jesi
ANNO LIV- N. 27
Due volte
campioni del mondo
Settimanale d’informazione
festival
Exodus
sulle strade
della Vallesina
I
l calcio italiano ovvero le
due facce di una stessa
medaglia: da una parte
l’immagine del trionfo per
la conquista dell’alloro più
ambito, dall’altra quella dello
scandalo che ci assegna il
titolo mondiale della vergogna.
Due volte campioni del mondo.
Dalle intercettazioni
telefoniche alla sentenza della
Caf: un romanzo giallo a tinte
forti con molti “assassini” o
presunti tali. Fra gli indagati,
nomi eccellenti, squadre
blasonate, prestigiose. Le
stangate non colpiscono solo i
contribuenti; quella della Caf
ha retrocesso in B tre squadre,
cominciando dalla prima
della classe: la Juventus. Per
lei, anche una penalizzazione
di trenta punti e un’ammenda
di 80 mila euro. E, come se
non bastasse, la revoca degli
ultimi due scudetti: una specie
di degradazione sul campo.
Ricorda sequenze di vecchi
film dove in piazza d’armi,
alla presenza delle truppe
schierate, all’ufficiale indegno
venivano strappate le insegne
del grado…. Così è successo
alla Juventus, la squadra più
popolare e amata d’Italia:
degradata anche lei.
E’ vero, i giudici della Caf
hanno retrocesso in B anche
Fiorentina e Lazio, hanno
penalizzato di manciate di
punti, oltre che Fiorentina e
Lazio, anche il Milan; hanno
multato queste squadre,
ma – non me ne vogliano le
tifoserie delle altre compagini
– a fare più sensazione è la
mannaia che si è abbattuta
sui bianconeri.
Sì, perché la Juventus è
stata da sempre punto di
riferimento, di orgoglio, per
milioni di sportivi, al qua e al
di là delle Alpi (nel mucchio
sterminato dei fans bianconeri,
per anni, anche il sottoscritto,
da qualche tempo “juventino
con licenza di tifare Mancini”).
La Juve grande, ineguagliata
non solo per la somma degli
scudetti vinti, ma anche per
la sua organizzazione, la sua
classe, il suo stile, perché no?,
la sua eleganza, il suo savoir
faire… Una squadra di rango,
da prendere a modello…
Ed ecco, improvvise, inattese,
esplosive le notizie che
raccontano di vicende
poco pulite anche in
casa bianconera, notizie
che lasciano trasparire
il “dietrolequinte” che non
t’aspetti: e allora non puoi
non chiederti: era solo,
veramente, un’immagine di
facciata?
La chiamavano la signora
del calcio italiano: qualcuno
cercherà di consolarsi: non c’è
più rispetto per le signore!
gi elle
Euro 1
DIREZIONE E REDAZIONE: JESI - PIAZZA FEDERICO II, 8 - TEL. E FAX. 0731.208145
ciclo - carovana
di Simone Sebastiano
7
Enogastronomia
e turismo
DOMENICA 23 LUGLIO 2006
manifestazioni
Al via
“Trivio
e Quadrivio”
di Sara Palmolella
Feste di musica
danza
e sport
9
di Gino Candolfi
10
La Jesi
del prossimo futuro
Il dramma del Medio Oriente
a pagina 7
Alla radice del male
di Vittorio Massaccesi
Torna, drammaticamente ciclica, la guerra in
Medio Oriente. Dopo sessanta anni dalla nascita dello Stato di Israele, vissuti tutti tra guerre,
intifade, kamikaze, tensioni politiche, infiniti tentativi diplomatici per arrivare alla tanto
sospirata meta (due popoli, due Stati sovrani
e Gerusalemme aperta come deliberato dall’Onu nel 1947), tentiamo di cogliere la radice,
la causa ultima di tanto sangue e di tanto odio.
Credo che risieda nella volontà, mai sopita,
dell’islamismo in generale, di non accettare la
presenza dello Stato ebraico in terra palestinese, cioè in una terra senza Israele da 2000 anni
e islamica da 1400 anni. E’ vero però che quella
terra fu per migliaia di anni, prima della conquista romana, di Israele. E nel dopo-guerra,
tutto l’Occidente ha condiviso le cause stori-
che, politiche e sociali che hanno spinto l’Onu
a deliberare a favore della nascita dello Stato di
Israele. Ma gli islamici, con minore o maggiore
virulenza, hanno sempre dimostrato di interpretare questo Stato come un cancro al loro interno per il quale provano solo rigetto radicale.
Si badi bene che le forze palestinesi, le più
direttamente interessate perché da sempre
tendenti a costituirsi in Stato sovrano, non
sempre sono state le più accanite contro Israele: piuttosto sono state lo strumento di odio e
di guerra ora dell’Egitto, ora della Giordania,
ora della Siria e oggi dell’estremismo libanese
– l’Hezbollah, il popolo di Dio – che è l’interprete del momento dell’odio siriano e iraniano.
Insomma: cambiano le carte in tavola, ma gli
attori e il gioco è sempre lo stesso: ebrei da una
parte e musulmani dall’altra che si affrontano
in forza di una totale incompatibilità. E quan-
do la diplomazia sembra riuscire a porre le
condizioni per una pace duratura, c’è sempre
una forza estremista che programmaticamente
butta tutto all’aria. Oggi gli artefici si chiamano
Hamas e Hezbollah, ma questo ha un’importanza del tutto secondaria perché è la cultura
politico-religiosa musulmana, soprattutto di
quei popoli che confinano con Israele, che suscita questa o quella resistenza alla pace. D’altra parte si sa che Israele è pronto, con tutti i
mezzi e senza tanti scrupoli, a difendersi fino
all’ultimo uomo, piuttosto che pensare di lasciare la terra del Padri.
A questo punto, dopo sessanta anni, viene un
dubbio: l’Onu nel 1947 avrà agito politicamente troppo in fretta e senza prevedere una
lotta così devastante nel Medio Oriente da
mettere costantemente in discussione la pace
nel mondo?
Vita Ecclesiale
23 Luglio 2005
Cammino Pastorale
del Vescovo
Fino al 24 luglio
Il Vescovo accompagna i pellegrini a
Lourdes (pellegrinaggio regionale)
Martedì 25 luglio
ore 15-18: il Vescovo riceve nella cappella
di San Floriano, in Duomo, coloro che desiderano confessarsi o avere un colloquio
spirituale. Senza appuntamento.
Mercoledì 26 luglio: Sant’Anna
ore 9.30: alla Casa
di Riposo di via
Gramsci S.Messa
e incontro con le
Suore e gli ospiti
della Casa.
Sabato 29 luglio
Giornata con i pellegrini e malati a
Loreto
Domenica 30 luglio
ore 11: a Maiolati Spontini S.Messa presso la Casa Paolo VI e incontro con gli
ospiti.
Messaggio di saluto
I Vescovi marchigiani ai turisti
A
nche quest’anno i Vescovi delle
Marche hanno voluto inviare un
messaggio di saluto ai turisti che hanno incominciato ad affollare i borghi, le
città d’arte, la riviera della regione.
“Benvenuti a voi che avete scelto le
Marche per vivere nell’incanto di questa terra, delle sue bellezze e delle sue
tradizioni, la vostra vacanza”, scrivono.
Ed è la Commissione della
Pastorale del Turismo, guidata dall’arcivescovo di Ancona
mons. Edoardo Menichelli, a
diffondere in tutte le Diocesi
il testo con le indicazioni delle liturgie nelle cattedrali della
regione.
“E’questo un tempo di sosta favorevole per fermarsi, ritemprarsi, aprire il proprio cuore
ad un incontro vero, autentico,
profondo con voi stessi, con la
gente dei nostri borghi e delle
nostre città, con quel Dio che
non disdegna di incontrarsi
in disparte, nel silenzio e nella quiete. Le nostre comunità
sapranno contemplare con
voi la Bellezza infinita che si riflette nei
volti, nei gesti, nell’amabilità, nell’accoglienza che si fa amicizia e dono”.
E per rendere vero il saluto le diocesi
hanno promosso anche una serie di iniziative estive diffuse in tutto il territorio
regionale: presenza religiosa in diversi
camping e villaggi turistici, indicazioni
sugli orari del culto domenicale, le feste
patronali, le rievocazioni storiche ma
anche momenti significativi come rassegne di Teatro Religioso e il tour nelle
Marche di Nomadelfia. Serate di testimonianza attraverso la musica e la danza si svolgeranno nei principali centri
marchigiani: Ascoli Piceno, Civitanova
Marche, Fermo, Jesi, Loreto, Numana e
Senigallia
Ma la Chiesa Marchigiana, scrivono ancora i vescovi, “vuole
offrirvi anche la testimonianza
di una fede semplice e genuina,
di tradizioni ancorate a salde
radici di operosità e laboriosità, di valori immutati e di una
cultura che ha lsciato tracce di
meraviglia nelle cattedrali, nei
Santuari, nei Monasteri, nelle
innumerevoli opere d’arte che
continuano a parlarci il linguaggio del cielo”. E indicando Loreto e la Santa Casa come centro
spirituale della regione augurano a ciascuno turista di “sentirsi
uno di casa in questa comunità
regionale.”
(foto Anna V. Vincenzoni)
scout ed amici al giovane di moie deceduto a senigallia
“Ciao, Matteo, ti vogliamo bene”
Il suo amore
è un dono
da condividere
La sua luce
sia un punto
di riferimento
Ora Matteo
è nella gioia e vive
nel cuore di Dio
di Beatrice Testadiferro
“I
Gianfranco Ceci.
Erano presenti
per il servizio all’altare il diacono
Leonardo Bartolucci ed i ministranti di Moie. I
canti sono stati
eseguiti
dagli
scout
d’Europa dei gruppi di
Moie, Jesi, Cupramontana,
Staffolo e Apiro.
Il Vescovo, all’inizio della celebrazione,
ha
invocato dal Signore il dono
della pace “affinché conceda non di capire ma
di avere forza, fiducia, speranza, soprattutto
ai genitori, alla sorella, ai familiari e agli amici perché anche oggi, con forza, dobbiamo
dire che Dio è grande nell’amore”.
D
nsieme abbiam marciato un dì per strade non baturante l’omelia ha invitato a mettersi neltute, insieme abbiam raccolto un fior sull’orlo di
l’atteggiamento giusto in questo momento
una rupe. Insieme nel bene crediam. Insieme abbiam di dolore, quando sarà più pesante il peso del
portato un dì lo zaino che ci spezza, insieme abbiam distacco, avvicinandosi a Gesù, ad alzare gli ocgoduto alfin del vento la carezza. Insieme abbiamo chi verso l’immagine del Crocifisso per capire il
appreso ciò che il libro non addita, abbiamo inteso dono di Dio, Gesù, che ha un cuore aperche l’amor è il senso della vita”. Così gli scout hanno to.
cantato durante la celebrazione eucaristica per Mat- “Ed è solo in quel cuore aperto – ha
teo Mazzanti, il giovane diciassettenne di Moie che, continuato don Gerardo rivolgendosi in
domenica 9 luglio, ha concluso la sua vita terrena a particolare ai genitori - che potrete trocausa di un malore, proprio mentre era con gli amici vare riposo, solo entrando in quel cuosulla spiaggia di Senigallia. “Il suo amore è un dono re attraverso quella apertura d’amore.
da condividere, la sua luce sia un punto di riferimen- Incontrerete tanti interrogativi, paure,
to:” hanno detto ancora i suoi compagni nelle avven- confusione: l’unica via che so indicarture scout e gli amici lo hanno salutato così: “Matteo, vi per affrontarli è Gesù anche se ora
resterai per sempre vivo nei nostri ricordi. Ciao Mat- non riuscirete a comprendere del tutto
teo, ti vogliamo bene”.
il suo discorso. Noi crediamo nella vita
Matteo, infatti, ha saputo vivere in pienezza la sua eterna ed abbiamo detto: “Signore, fa’
giovane vita, dedicandosi alla sua famiglia, agli ami- che la vita di Matteo rifiorisca”. Matteo
ci della scuola e del gruppo, lasciando tanti ricordi, il è nella gioia e vive davvero nel cuore di
suo sorriso, la sua vita semplice, il tempo trascorso Dio. Quando sentirete la lontananza, la
insieme in amicizia. Ed i giovani, tantissimi, presenti solitudine, pensate che Matteo vive nel
nella chiesa Cristo Redentore si sono uniti con affetto cuore di Dio, nella pace e nella luce che
alla famiglia di Matteo, al papà Pierino, alla mamma solo Dio sa dare. La speranza, ci invita
Antonietta, alla sorella Michela ed a tutti i suoi pa- ad andare più in là. Dio ha creato l’uorenti per pregare affinché Dio dia loro consolazione mo per l’immortalità. Ora Matteo fa
in questo momento così difficile. Agli stessi giovani questa esperienza. Gesù è vicino a voi, gettatevi a Lui
il Vescovo ha rivolto l’invito ad “entrare nel cuore di e sentirete come sia capace di dare forza e consolafoto Cristian Ballarini
Gesù, ad accogliere il suo coraggio per sentirlo vicino zione.”
anche in questo momento di dolore”
Il parroco, don Gianni Giuliani, al termine della celebrazione, a nome della famiglia ha ringraziato tutti i
La famiglia ringrazia
presenti e si è rivolto così agli adolescenti e giovani:
amici e agli scout di Matteo che si sono uniti loro con gran“La Chiesa vi vuole bene, facciamo in modo di inconde affetto e partecipazione, che hanno organizzato la veglia
trarci”
I familiari di Matteo ringraziano l’amministrazione comuna- di preghiera ed hanno animato la celebrazione; ringraziano
le ed il sindaco di Maiolati Spontini, Giancarlo Carbini, che, la Capitaneria di Porto di Senigallia e gli operatori del 118
a celebrazione è stata presieduta dal Vescovo, mons.
con discrezione e premura, li ha aiutati in questa difficile si- Misa che con il loro servizio competente sono stati presenti
Gerardo Rocconi, insieme al parroco, al vice parrotuazione nel gestire alcune esigenze pratiche; ringraziano gli nei primi momenti della tragedia.
co don Michele Cozbaru, a don Mario Massaccio e don
L
Vita ecclesiale
23 Luglio 2006
“Persona umana: cuore della pace”
E’
stato diffuso giovedì 13 luglio il
messaggio di Benedetto XVI per
la Giornata Mondiale della Pace del
1° gennaio prossimo, dedicato al tema:
“Persona umana: cuore della pace”.
Il tema di riflessione scelto dal Santo
Padre, si legge nel comunicato, “esprime la convinzione che il rispetto della dignità della persona umana è una
condizione essenziale per la pace della famiglia umana. (...) Solo nella consapevolezza della trascendente digni-
tà di ogni uomo e donna, la famiglia
umana è sul sentiero che porta alla
pace e alla comunione con Dio”.
“Oggi, forse con forza persuasiva e
mezzi più efficaci che in passato, la
dignità umana è minacciata da ideologie aberranti, aggredita da un uso
distorto della scienza e della tecnica,
contraddetta da diffusi stili di vita
incongruenti. Infatti, ideologie improntate al nichilismo o al fanatismo
(materialista o religioso) pretendono
di negare o di imporre presunte verità sulla realtà, sull’uomo o
su Dio”. Nel messaggio si sottolinea inoltre che “la scienza e la
tecnica (la bio-medicina in particolare), spesso, anziché servire il bene comune dell’umanità
sono strumentali a una visione
egoistica del progresso e del benessere. Infine, la propaganda e
la crescente accettazione di stili di vita disordinati e contrari
alla dignità umana vanno indebolendo i cuori e le menti delle
persone fino a spegnere il desiderio
di una convivenza ordinata e pacifica.
Tutto ciò rappresenta una minaccia
per l’umanità, poiché la pace è in pericolo quando non è rispettata la dignità umana e quando la convivenza
sociale non cerca il bene comune”.
“La Chiesa - si legge ancora - ha la
missione di annunciare il Vangelo della Vita, la centralità dell’uomo
nell’universo e l’amore di Dio per
l’umanità. Pertanto, alle sfide del tempo presente la Chiesa risponde con
un’antropologia cristiana fondata sui
tre pilastri della dignità, della socialità
e dell’agire umano nel mondo che va
orientato secondo l’ordine impresso
da Dio nell’universo, e nella prospettiva di un umanesimo integrale e solidale tendente allo sviluppo di tutto
l’uomo e di tutti gli uomini”.
“Ogni offesa alla persona – è detto in
chiusura - è una minaccia per la pace;
ogni minaccia alla pace è un’offesa
alla verità della persona e di Dio: La
persona umana è il cuore della pace!”.
23 luglio 2006
Messaggio del Papa per la Giornata della Pace 2007
3
Vangelo
XVI Domenica del Tempo Ordinario
Dal vangelo secondo Marco
I
n quel tempo, gli apostoli si riunirono
attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello
che avevano fatto e insegnato. Ed egli disse
loro: “Venite in disparte, in un luogo solitario,
e riposatevi un po’”. Era infatti molta la
folla che andava e veniva e non avevano
più neanche il tempo di mangiare. Allora
partirono sulla barca verso un luogo solitario,
in disparte.
Molti però li videro partire e capirono, e
da tutte le città cominciarono ad accorrere
là a piedi e li precedettero. Sbarcando, vide
molta folla e si commosse per loro, perché
erano come pecore senza pastore, e si mise a
insegnare loro molte cose.
A Chiusi della Verna: una pausa di riflessione
A Dio e a Cesare. Quale laicità?
di Maria Crisafulli “A Dio e a Cesare. Quale laicità?” è il
tema, certamente suggestivo e stimoaicità e libertà sono parole pluri- lante, della “Settimana teologica” del
semantiche e perciò ambigue, che Meic (Movimento Ecclesiale di Imperimandano ad una sfera di valori e di gno Culturale), che si terrà a Chiusignificati non decifrabili se si pre- si della Verna (Arezzo) dal 27 al 30
scinde dai relativi
agosto. Una vacancontesti. E’ questa
za-studio, presso la
una delle ragioni
Casa “Pastor Angeper cui nella realtà
licus”, che inizierà la
di oggi, complessera del 27 con una
sa e per certi versi
tavola rotonda di
enigmatica e sfugpresentazione della
gente, il dibattito
problematica (relasocio-culturale e
tori: Giuseppe Dalla
politico su laicità,
Torre, rettore univerlibertà ed istitusità Lumsa; Franco
zioni, é sempre più
Monaco, deputato;
acceso e vivace, in
Roberto Gatti, UniItalia e in Europa,
versità di Perugia) e,
all’interno
delle
nei giorni successiChiese cristiane e
vi, si svolgerà in tre
nella società civile.
momenti-chiave: 1)
L
I fondamenti, 2) Le interpretazioni, 3)
I modelli. Interverranno fra gli altri:.
Marco Vergottini (Facoltà Teologica
dell’Italia Settentrionale) su Il sabato e
l’uomo, Il chierico e il laico, Il fedele e il
cittadino…; Luciano Corradini, presidente nazionale dell’Uciim, su Laicità
ed educazione; mons. Ignazio Sanna,
assistente nazionale del Meic, su Tolleranza e libertà. La deriva dei fondamentalismi. Laicità e scienza…; Renato Balduzzi, presidente nazionale del
Meic, su Chiesa e società: le proposte
della Settimana. Un ulteriore approfondimento del tema verrà dal dialogo
nei Gruppi di studio.
La Liturgia quotidiana, le passeggiate
nei boschi, un pomeriggio nella quiete di Camaldoli e le serate di fraternità nell’atmosfera mistica della Verna
favoriranno quello stato di benessere
psico-fisico e spirituale tanto necessario per riprendere il cammino…
LA VIA CRUCIS DI GIANCARLO SCORCELLETTI - 7
Settima stazione: Gesù cade la seconda volta
M
i sono sempre domandato da
dove gli vengano le intuizioni a
Giancarlo; quelle ispirazioni che traduce in disegno e poi in acquaforte.
Non lo so.
Questa lastra, per esempio, ne ha una
formidabile: traduce un
concetto derivante dalle
Sacre Scritture e sul quale la teologia ha riflettuto per secoli: la dimensione cosmica della vita,
dell’insegnamento e, qui,
della sofferenza di Gesù.
Non sto a compitare per
benino tutta la teologia
che è sotto questa lastra
(per chi sa o vuol sapere,
rimando alla lettura dell’ultima parte del capito-
lo 8 della lettera ai Romani): illustro
semplicemente l’opera dell’artista.
Gesù, un uomo a torso nudo e con
pantaloni del XX secolo, è caduto: è
steso su un piano improbabile e quasi
sospeso nel vuoto; il palo che porta-
va gli sta sopra e ancor più in alto incombe la morte nella sua tradizionale
iconografia.
Lo sfondo e tutto quanto è attorno a
questa scena, costituisce l’intuizione
di Giancarlo: partecipa alla caduta
non solo la terra, rappresentata dalla fila dei monti in lontananza, ma
l’intero universo: il pianeta Giove,
con i suoi due anelli, che si staglia
al centro della scena è lì a tradurcelo. Sfruttando il paragone con un
terremoto, si direbbe che delle onde
provocate dalla caduta di Gesù ne
risentono la terra (bellissime risultano quelle onde dell’oceano che richiamano il recente tsunami), il cielo e l’universo tutto.
Un trattato di teologia.
Don Maurizio Fileni
Stare con Lui
di Adriana Borgognoni
G
li apostoli (oi apóstoloi, letteralmente gli inviati) tornano dalla missione
e raccontano “tutto quello che hanno fatto
e insegnato”. Il testo non ci dice che si lamentano per la stanchezza, e pensiamo che
non la sentano neppure, pieni piuttosto di
euforia per i successi ottenuti. Ma Gesù li
invita a “riposarsi”. Perché? Perché corrono
il rischio di insuperbirsi, di attribuirsi una
gloria che non gli spetta, di ritenersi meritevoli agli occhi della gente. Superuomini e
non semplici servitori. Gesù si preoccupa
per loro. Anapáusasthe: fermatevi, fate una
sosta, dice. Farli salire in barca perché si
spezzino la schiena sui remi nella traversata del lago non è propriamente “riposo”! E’
invece opportunità per ristorare lo spirito.
Non hanno bisogno di dormire, o semplicemente di restare tranquilli, ma di ascoltare
Gesù, di stare con lui cuore a cuore (déute
kat’ idían: venite qua in disparte, appartatevi con me); lontano dal tumulto del quotidiano (eis éremon tópon, in un luogo solitario).
Che cosa possiamo dare di nostro, ai fratelli,
che non sia impastato di debolezza e intriso
di limite, se non siamo stati prima ai piedi
di Gesù per abbeverarci noi stessi alla fonte
della Vita? Come affrontare e aiutare quella “folla” assetata di salvezza che Lo cerca
disperatamente perché ha perso ogni punto
di riferimento? Ancora, come duemila anni
fa, davanti a questa “folla” Gesù si commuove: splanchnízei, scrive l’evangelista, cioè si
commuove visceralmente. E vuole condurre
“in disparte” noi, che Lo abbiamo incontrato e siamo “gli inviati” di oggi, per insegnarci la sua stessa sollecitudine premurosa, per
comunicarci la sua stessa capacità di fremere di tenerezza nelle viscere.
Il*nuovo miracolo di Fatima
Asterisco
di Giacomo Galeazzi
E
ra un mercoledì di primavera, il 13 maggio
del 1981, ricorrenza della prima apparizione della Vergine a Fatima, quando papa Giovanni Paolo II fu colpito e gravemente ferito
dai due colpi di pistola che Alì Agca gli sparò
contro fra la folla di Piazza San Pietro, al termine dell’udienza settimanale. Sempre un 13
maggio, nel 2001, Wojtyla proclamò
che quel giorno di vent’anni prima
fu la Madonna di Fatima a salvargli la vita. Ora a 25 anni dall’attentato, per ricordare quei drammatici
eventi la statua della Madonna di Fatima dal
santuario in Portogallo è tornata per la terza
volta a Roma. E’ stata portata in processione
e la solenne processione è terminata con una
messa a San
Pietro celebrata dal cardinale Camillo
Ruini. E’ stato
lo stesso Giovanni Paolo II a volere che uno dei
due proiettili che lo raggiunsero quel 13 maggio dell’81, quello che gli spezzò l’indice della
mano sinistra e gli penetrò nel ventre (l’altro
lo colpì di striscio al gomito, rimbalzando e
finendo per ferire lievemente due suore americane), venisse incastonato nella corona della
Madonna di Fatima.
Dopo l’attentato il Papa restò agonizzante sull’auto scoperta che lo accompagnava per il sagrato: perse molto sangue e soltanto un intervento d’urgenza al policlinico Gemelli, durato
cinque ore, riuscì a salvargli la vita.
4
23 Luglio 2006
Per inserzioni e pubblicità su Voce della Vallesina
rivolgersi all’amministrazione del settimanale
Jesi - piazza Federico II, 6
(giorni feriali dalle ore 9 alle 12)
telefono e fax 0731208145
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Cultura, spettacoli e dintorni
Correvano gli anni Trenta
Il “giardino incantato” e altre cose
di Francesco Bonasera
Correvano gli anni Trenta quando la mia famiglia (i genitori ed io piccolo) si trasferì da piazza Oberdan (piazza
Padella) in via Rinaldi, poi al viale della Vittoria. La nostra
nuova abitazione, in affitto, era di quelle nate da cooperative e costruite dopo la prima guerra mondiale da ex combattenti (disoccupati a seguito delle vicende del conflitto).
L’abitazione era di fronte alla vecchia camera mortuaria
dell’ospedale. Il nostro appartamento era al terzo piano. Vi
era annessa una appendice di area verde (con recinti per i
sei appartamenti dello stabile) e una splendida ed ampia
soffitta.
La mamma, l’anima
della casa, aveva scartato
appartamenti
belli e spaziosi nella
città “vecchia”, perché
il figlio non avrebbe
potuto giocare con
altri coetanei. Infatti
al viale della Vittoria,
sui vialetti laterali alla
carreggiata principale,
convenivano
allora
altri fanciulli che sarebbero divenuti uomini di alto interesse
ed impegnati in diversi campi: Cardinali,
Marcucci, Papalini, Tomassini, Zitti. Nell’edificio gemello,
adiacente, alloggiavano, tra gli altri, i Santarelli di cui un
figlio medico (ufficiale durante la seconda guerra mondiale) sposò la nota professoressa Fresia Buiani. C’era anche
un garibaldino (era tutto contento quando, nelle feste civili, lo aiutavamo ad indossare la divisa e lo accompagnavamo alle cerimonie a cui partecipavamo ex combattenti
di varie guerre).
Si sviluppò, nella citata soffitta. il primo approccio a una
mia passione: il primo erbario morfo biologico al quale
seguirono collezioni di rocce e minerali, e di bozzoli del
filugello (baco da seta), di foto e disegni.
Meravigliosa era l’area
verde “giardino incantato”: vi era un laghetto con margini di sassi
calcarei della Gola della
Rossa; e pesci rossi, una
capanna in legno, una
piccola foresta di bambù, viottoli con ghiaietta e un piccolo sedile in
legno. I compagni mi
invitavano a giocare; tra
loro c’era un futuro sacerdote medico, che poi
ascese ad alte cariche
della Chiesa (proteso
ad opere d’alto livello di
fede).
Pubblicazioni
In viaggio fra le case di terra
D
ell’antica tecnica di murare con
la sola terra impastata alla paglia
restano, nelle Marche, vari esempi,
alcuni dei quali anche nella nostra
provincia di Ancona. Classificati nei
documenti d’archivio e nelle carte
catastali come “case a maltone”, se
ne vedono tra le valli del Cesano e
del Misa, con esemplari significativi
soprattutto nei Comuni di Senigallia,
Monterado, Castelcolonna, Corinaldo, Ostra, Ostra Vetere, Morro d’Alba, Monte Roberto, Cupramontana,
Castelplanio, Monte San Vito, Jesi e
Filottrano.
Si tratta di abitazioni, capanni, essiccatoi per il tabacco e altri manufatti ormai rarissimi, tant’è che due di
questi, a Ostra Vetere e a Monte Roberto, sono stati addirittura restaurati da parte della Soprintendenza
ai Monumenti di Ancona. Di queste
costruzioni si parla nel libro dal
titolo “La casa a maltone”
(Metauro Edizioni) realizzato con il contributo della
Provincia di Ancona. “Un
patrimonio, frutto di una
tradizione e di una cultura
– scrivono il presidente,
Enzo Giancarli e l’assessore al Turismo, Luciano
Montesi nella prefazione
- di chi sapeva utilizzare al
meglio le risorse del territorio
che al territorio ritornavano senza
ferirlo”.
Il volume propone nell’ultima parte
un itinerario di visita che coinvolge
anche le strutture museali legate alla
cultura rurale (tra i musei, quello di
Cupramontana). Sarà presentato domenica 6 agosto (ore 18) al Museo
delle Terrecotte di Fratte Rosa.
c.s.r.
Quando l’italiano
è meno volgare
Autorevole è il pulpito, intonata la
predica. Di che si tratta? In primis,
d’una difesa a tutto campo della lingua italiana parlata e scritta, multicorde strumento sul quale si possono intonare con pari felicità esecutiva pienezze sinfoniche e scarnificati
assolo. Dipende da colui che suona,
da chi vi mette le mani. L’aggiornata
ricognizione di quel che abbiamo è
nel volume appena giunto il libreria
L’italiano delle Parole di Alessandro
Masi (ed. Anemone Purpurea, pag.
174, 18 euro), segretario generale del-
la “Società Dante Alighieri”
in Roma.
Questo suo libro compagina una quarantina di pezzi apparsi sul quotidiano
romano «II Tempo» tra il
febbraio e il dicembre dello
scorso anno. Non si articola
dunque in capitoli ma procede dilatando sulle coordinate di un’unica gittata tematica e chiude rastremandosi su eleganze che nobiliterebbero l’eloquio di chi
adopera la nostra lingua.
Si comincia dalla sortita
anti di Josè Manuel Barroso il quale, dimentico d’una norma in scempio di ortografia e lessico. Tanto
vigore, aveva a sorpresa escluso la lin- siamo nel pantano che a Roma un digua italiana dalle conferenze stampa partimento de “La Sapienza” ha pendei commissari europei. Masi parte sato di avviare corsi di rialfabetizzadi là per disegnare l’odierna zione linguistica per i novizi odorosi
mappa della presenza di banco liceale. Ahimè, il catalogo è
dell’italiano in Europa questo.
e fuori, sviscerando
Pasquale Maffeo
la complessità
d’una questione da risolvere
cui non giovano le trame insinuate a contrasto nei
confronti del ruolo
e del peso che l’Italia
dovrebbe assumere e
Settimanale
tenere alti in ambito codi ispirazione cattolica
munitario.
Associato alla FISC
La lotta era ed è tesa a stabilire
non quale scelta linguistica benDirettore responsabile
sì quale linea di potere debba
Giuseppe Luconi
imporsi nel futuro dell’Unione:
realtà lontana dal maturare nelDirezione, redazione
la coscienza di nazionalismi che
amministrazione
e pubblicità
risultano attestati a rivendicare
Piazza
Federico
II, 8
primati e privilegi.
60035
Jesi
L’indagine poi va a rilevare le
telefono e fax: 0731 208145
cause che concorrono alla tenuta
E-mail:
[email protected]
della nostra lingua nello scenario
Sito:
www.vocedellavallesina.it
della cultura universale. E qui si
colloca in primo piano la “SocieAbbonamento annuo
tà Dante Alighieri”, fondata nel
normale: 35 euro
luglio del 1889 da un’intellighendi
amicizia: 50 euro
zia in ascolto del vate Carducci,
sostenitore:
100 euro
con l’intento di “tutelare e diffondirettamente
in
redazione
dere la lingua e cultura italiane
(tutti
i
giorni
feriali
dalle
9 alle 11)
nel mondo”, oggi unica istituzioo
a
mezzo
posta
(su
c/c
13334602)
ne che si spende a operare attraverso biblioteche, scuole, circoli,
Registrazione Tribunale Ancona
corsi di lingua, conferenze, evenn. 143 del 10.1.1953
ti d’arte, aperture alle migrazioni umane.Non solo. Masi tiene
Stampa
d’occhio i colpi inferti alle proGaleati
Industrie
Grafiche, Imola
mozioni della nostra letteratura
www.galeati.it
e delle nostre arti. E commenta
contaminazioni e storpiature che
l’uso dominante introduce a fare
Attualità
A ¬ntra' /unt i Se il disagio è donna
23 Luglio 2006
Occupazione: difficoltà superiori rispetto agli uomini
Vacanze, lavoro e fatica
L
di Riccardo Ceccarelli
e vacanze fanno bene. Del resto chi
vorrebbe sempre lavorare? Solo un
masochista o chi si vuole proprio male.
Chi più e chi meno - le statistiche sono
sempre ambivalenti o polivalenti e danno ragione (quasi) a tutti - le vacanze
sono godute da un gran numero di persone. Si può dire che l’anno lavorativo
lo si vive in funzione delle vacanze, almeno per coloro che se le possono permettere. Vacanze iniziate per molti, per
altri già finite, per altri da cominciare.
Vacanze estive, certo. Più lunghe di
quelle dei ponti che, desiderati, punteggiano il corso dell’anno. Il mare, la
montagna, o la semplice evasione dal
luogo di lavoro o del quotidiano vivere, sembrano darti un po’ di benessere,
ti ricaricano. A volte bisogna dare un
taglio agli impegni di lavoro, per farne
altri magari o per giustamente riposarsi e trovare nuova lena nel riprendere
il “lavoro usato”. Perché vacanza vuol
dire anche riposo e momento di pausa:
una necessità quella di riposarsi per far
meglio poi il proprio dovere. E vacanza non vuol dire perdita di tempo, ma
occupare il tempo diversamente rendendolo proficuo ed utile alla propria
persona.
Le vacanze insomma fanno bene. Per
tutti. Perché vacanza dice, appunto, sospensione del lavoro quotidiano. A proposito di lavoro e di vacanza, ricordo
quello che scriveva il quotidiano economico Italia Oggi, quasi un mese fa, il 25
o il 26 giugno, del lavoro dei nostri parlamentari a due mesi dal loro insediamento. “In due mesi ogni parlamentare
ha lavorato 46 ore (per 30 mila euro
netti)”. All’ora quindi, senatori deputati
hanno guadagnato 650 euro netti, un
milione circa all’ora di vecchie lire. Non
c’è male. “Una produttività da ultimi
posti nella classifica mondiale”, scrisse
allora il direttore del quotidiano Franco Bechis.
Senza dire che i due presidenti della
Camera e del Senato hanno proposto il
mese corto di lavoro, cioè lo svolgimento dei lavori per tre settimane e non
per quattro, dicendo però che nelle tre
settimane previste, deputati e senatori,
avrebbero lavorato di più. Ovviamente
recuperando. Ma in seguito, in quanto
a produttività e lavoro dei primi due
mesi, nelle successive settimane si sono
rifatti con i voti di fiducia a ripetizione ed altro ancora. Poi legittimamente
come tutti i lavoratori andranno in vacanza, e ci rivedremo a settembre.
Il poco lavoro insomma fa bene, e le vacanze pure, specie quando il non eccessivo lavoro e le vacanze sono pagati, e
bene. Per fortuna che “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”, non di tutti (è sottinteso, ma non
si deve dire). Il compianto Pietro Politi
che nel 1997 aveva tradotto la Costituzione in dialetto jesino così aveva reso
l’espressione: “L’Italia è ‘ na repubblica
demogradiga co’ i fondamenti ‘nte la
fadiga”. Differenza tra lavoro e fatica.
Solo chi ha provato e sperimentato la
differenza tra il lavoro e la fatica può
parlare dell’uno e dell’altra, senza retorica ed altisonanti (ed applaudite) evocazioni ideologiche. E può apprezzare e
vivere in pieno la vacanza.
La vacanza è appunto anche riposo dalla quotidiana fatica cui siamo chiamati
dalla vita, è un respiro a pieni polmoni
di aria diversa e più pulita, è distensione dello spirito, è rivolgere le attenzioni
della propria mente verso altri obiettivi, non per desiderio di evasione, ma
solo per recuperare forze in vista della
rinnovata fatica che ci attende. Prima
di fare vacanza facciamo in modo che
essa non risulti offesa per coloro che effettivamente lavorano e che ne sentono
anche il peso, quelli cioè che concretamente faticano. Senza essere pagati un
milione all’ora.
di Giulio Isola
N
on serve la laurea per spostare sacchi di cemento,
soprattutto se si è senza uno
straccio di contratto. Eppure
può capitare, e capita sempre
più spesso quando il lavoro è
“nero”, che ci si adatti a dimenticare gli studi fatti, le proprie
capacità, una competenza che
potrebbe essere preziosa ma
che diventa quasi ingombrante perché non aiuta, nell’immediato, a sbarcare il lunario.
Capita anche, nel mondo del
lavoro “marginale”, che si faccia un lavoro per cui non si
è mai studiato, ma che si apprende via via che lo si pratica.
E magari non piace neppure. E
magari, anzi, troppo spesso,
non promette alcuna crescita futura, ma conferma
soltanto che la società offre
sempre meno opportunità a
chi è ai suoi margini.
E un universo del .disagio
estremo, che per lo più sfocia in una condizione di disoccupazione, quello che
viene scandagliato dalla ricerca “Extreme - sperimentazione di percorsi per soggetti in condizioni di disagio
estremo”, promossa un anno
fa dalla Caritas e che ha tra
i suoi partner Cna e Cisl.
Dallo studio, presentato il
12 luglio scorso, emerge un
campione di adulti neppure
quaran-tenni - gli uomini
hanno un’età media di 39
anni, le donne di 35 - perla
metà stranieri che spesso
hanno competenze e abilità
che non corrispondono ai
lavori che svolgono. Il 5-7 per
cento è in possesso di un titolo di studio, sovente laurea o
diploma, ma non riescono ad
avvalersene.
L’obiettivo del progetto è precisamente quello dell’iniziativa
comunitaria Equal, cofinanziata dal Fondo sociale europeo e
dal governo italiano, che vuole
mettere in atto strategie di inclusione socio-occupazionale
per persone che vivono forme
di marginalità e disagio.
L’indagine è stata condotta
tra settembre e ottobre del
2005, su un campione di 193
persone in diffi-coltà, che volontariamente si sono rivolte
ai Centri di ascolto della Caritas di Iglesias (Cagliari), Ter-
ni, Arezzo, Torino e Cassino
(Frosinone). Questo popolo
dei «poveri di lavoro» è costituito in leggera prevalenza da
donne: 52,8 contro il 47,2 degli
uomini. Questo dato secondo
i ricercatori conferma la tendenza alla «femminilizzazione
della povertà». Se poi si guarda al grado di istruzione, risulta che quasi il 50 dei soggetti è
in possesso della licenza media
inferiore e solo il 5-7 per cento
degli intervistati è in possesso
di un titolo di studio superiore,
come la laurea e il diploma, o
inferiore. Da qui la conclusione che l’utenza dei Centri di
ascolto si caratterizza per una
formazione scolastica di base,
limitata al livello primario.
Particolarmente interessante
la
dinamica
della
marginalizzazione
lavorativa:
i
soggetti
che
si sono rivolti
ai centri della
Caritas
hanno dichiarato
di essere disoccupati da
27 mesi, con
una differenza
sensibile
tra
maschi e femmine, poiché
per le donne il
periodo arriva
fino a 32 mesi
mentre per gli
uomini la media scende a 22.
Le prestazioni
lavorative
si
attestano su livelli medio-bassi: 1’11,5 per cento ha dichiarato di aver svolto mansioni
di operaio generico, il 9,2 per
cento di aver lavorato co-me
addetto alle pulizie, 1’8,2 per
cento di aver svolto attività
di badante. Inoltre gli intervistati hanno dichiarato di non
essere in possesso di un titolo
specifico per lo svolgimento
delle attività lavorative svolte,
ma di aver acquisito le competenze necessarie direttamente sul campo. Questo, ancora
una volta, “si rivela tanto più
vero per le donne”. L’indagine
ha anche rivelato l’incapacità,
da parte degli intervistati, di
condurre una riflessione sulle proprie abilità e di pensare
a se stessi come protagonisti
attivi di un percorso di inserimento lavorativo. Fra le abilità
indicate dagli utenti dei Centri
di ascolto si segnalano quelle
di cuoco e di sarto, individuate come “qualità innate”. L’88
per cento del campione ha
affermato di non possedere
un vero e proprio titolo per il
lavoro che fa e il 46 per cento farebbe volentieri un lavoro
diverso.
Per realizzare questo sogno o
quantomeno sollevare tanti da
un vero e proprio incubo in cui
vivono la Caritas ha elaborato
anche proposte: creare delle reti permanenti di analisi e
proposta nelle diocesi interessate dal test, dove gli operatori
Caritas si confronteranno con
quelli dei servizi sociali, delle
scuole di formazione professionali e degli altri protagonisti del mondo del lavoro.
Ricevuti in municipio dal sindaco
Gli ex dipendenti della Savoia Marchetti
S
pazio alle emozioni ed ai ricordi per gli ex dipendenti
della Savoia Marchetti, ricevuti
venerdì 14 luglio in municipio
dal sindaco Fabiano Belcecchi
nell’ambito delle iniziative legate all’inaugurazione del monumento dedicato alla storica
fabbrica jesina di aereoplani.
Erano una decina i presenti,
accompagnati da figli e nipoti,
ultimi testimoni di una azienda
che durante la seconda guerra
mondiale aveva messo le radici
nella nostra città garantendo
occupazione a centinaia di giovani.
“La Savoia Marchetti - ha ricordato il sindaco - non solo ha
rappresentato un’epoca, ma ha
segnato l’inizio dello sviluppo
industriale di Jesi. L’esperienza
e la capacità maturata da quei
lavoratori negli anni in cui la
Savoia Marchetti
operò, vennero
poi utilizzate in
altre molteplici
aziende che via
via nascevano,
contribuendo a
creare nel nostro territorio
quel
distretto
industriale della
meccanica che è
ancora un punto
di riferimento
importante delle
nostra
economia”.
Belcecchi ha anche sottolineato
l’impegno dell’amministrazione comunale per un recupero
della palazzina degli uffici dell’ex Savoia Marchetti, affinché
non rimanga solo come una
testimonianza di archeologia
industriale, ma possa essere
ristrutturata
per un utilizzo pubblico
a servizio del
nuovo
quartiere Smia che
è sorto attorno ad essa.
A
ciascuno
degli ex dipendenti
è
stata donata
una medagliaricordo, così
come a quanti
hanno collaborato per organizzare l’inaugurazione del
monumento
e le iniziative
collaterali. Il tutto, come noto,
è nato su iniziativa della Circoscrizione III Est, il cui presidente, Giuseppe Di Lucchio, ha
ricordato come “riunire in municipio gli ex dipendenti della
Savoia Marchetti era un atto
dovuto, sia per mantenere vivo
il ricordo di questa fabbrica, sia
per esprimere la gratitudine ad
una generazione di lavoratori
che ha mostrato grande intraprendenza e professionalità”.
Alla cerimonia ha partecipato
anche Sauro Ciuffolotti, l’artista che ha realizzato gratuitamente il monumento dedicato
alla Savoia Marchetti.
Nelle due foto, del 1940, le
maestranze della Savoia
Marchetti in occasione della
visita allo stabilimento jesino di un uomo di governo
dell’epoca.
6
Jesi e Vallesina
23 Luglio 2006
Dal 12 al 15 agosto
A Domo una mostra su Pergolesi
I
l 270° anniversario della scomparsa di
Giovanni Battista Pergolesi è passato
senza praticamente essere ricordato in
maniera più
o meno ufficiale, come la
scadenza lustrale avrebbe
meritato. Se,
però, non ci
hanno
pensato le istituzioni pubbliche o gli enti
preposti,
il
comitato org a n i z z at o r e
della
XXX
Festa Rurale
di Domo (1215 agosto) ha
voluto
colmare questa lacuna decidendo di allestire una piccola ma significativa mostra a
ricordo del musicista settecentesco nato
a Jesi.
La rassegna, composta da una trentina di
pezzi fra disegni, acquerelli, eliografie, fotoincisioni, xilografie, acqueforti, fotografie e materiale filatelico vario, copre uno
spazio temporale piuttosto ampio e parte
da una rara incisione
originale tratta dalla matrice in legno risalente al
1750 circa, per concludersi con alcuni reperti
emessi dalle Poste Italiane nel 1986, in occasione del 250° anniversario
della immatura morte
dello stesso Giovanni
Battista Pergolesi. Fra il
documento di apertura e
quello di chiusura, sono
esposti nella mostra vari
ritratti del compositore,
alcuni libretti delle sue
più significative opere musicali, curiosità e
particolarità varie e le già accennate emissioni filateliche stampate dal Regno d’Italia
...Ma un ragazzo piangeva
di Augusta Franco Cardinali
E
nel 1937 (nella foto) e dalla Repubblica
Italiana nel 1986. Quale valore aggiunto,
c’è da segnalare che la rassegna, curata e
e raccolta dalla studiosa
romana Paola Alberi, è allestita nella caratteristica
chiesa di San Pateniano
di Domo (nella foto, il
portale), di solito chiusa
al pubblico per preservare
i pregevoli affreschi prerinascimentali dipinti sulle
pareti. I visitatori avranno
cosi il vantaggio di poter
ammirare le pitture murali di alcuni validi artisti
del Quattro-Cinquecento
e, per finire, lo stupendo
trittico in tempera (nella
foto) dipinto dal così detto Maestro di Domo.
Interessa artigiani, industriali e servizi
Otto milioni di euro
dalla Regione alle imprese
L
Dal diario dei Mondiali
a giunta regionale ha
approvato le disposizioni annuali relative alla
concessione di contributi a
favore di imprese artigiane,
industriali e di servizi per
specifiche destinazioni; ad
esempio, per l’apprestamento di aree e fabbricati da destinare
ad attività artigiane,
per la promozione
delle produzioni artistiche tradizionali
e tipiche, per il risparmio energetico
e l’utilizzo dell’energia solare termica,
per il sostegno delle
aggregazioni d’impresa, per la qualità
e l’innovazione. La
dotazione
complessiva è di oltre
7,9 milioni di euro.
Maggiori informazioni sono reperibili
al sito www.impresa.
marche.it.
rano già pronti striscioni, bandiere e
fuochi d’artificio in un paese di Calabria, alla vigilia della finale dei Mondiali.
Nelle case, di fronte ai televisori che fin
dalle prime ore della mattina erano rimasti accesi, si seguivano le ultime interviste,
aspettando la festa. Sarebbe esplosa con
gran gioia. Nelle squadra azzurra c’erano
quattro atleti calabresi: quando mai era
accaduto prima che tanti ne venissero reclutati nella nazionale italiana?
E inaspettatamente è giunta la notizia.
Ha attraversato le vie come una folata di
vento, ripetuta da porta a porta, da balcone a balcone, da una finestra all’altra.
Era morto improvvisamente un padre di
famiglia, giovane ancora: un artigiano
conosciuto da tutti. Lavorava abilmente il ferro: cancelli, inferriate, specchiere,
cornici come merletti uscivano dalle sue
mani. Era stato colto da malore in un
paese vicino dove si era recato per una
consegna. Impossibile soccorrerlo, trasportarlo in ospedale. Il figlio, un ragazzo
di sedici anni, era disperato.
Poi i balconi, le imposte, le
porte delle case e dei negozi
si sono chiusi. Il lutto é di
tutti. Nelle case, fino a
tardi, sommessamente
si parla di quanto è
accaduto. Il funerale, che di poche ore
precede la partita
conclusiva di Mondiali,
fa accorrere una folla
ancora silenziosa e commossa che né la chiesa,
né la piazza riescono
a contenere. La sera i
televisori sono tutti accesi, ma a basso volume.
Nessuno esce al termine
dell’incontro, nessuno
esulta. Non si esplodono
i fuochi d’artificio, non si sventolano gli
striscioni e le bandiere.
E’ una storia che raccontiamo ai tifosi,
agli italiani, ma soprattutto agli atleti calabresi; specie a quel coraggioso Gattuso
dalla faccia di “brigante buono”. Con gli
altri suoi compagni forse vorrà dedicare
la vittoria anche a quel ragazzo che, mentre tanti giovani entusiasti tripudiavano nelle piazze d’Italia, disperatamente
piangeva.
I piedi d’argilla
Sarebbe opportuno che
venisse mostrata a Zidane la registrazione
televisiva effettuata in
diretta dall’Italia della finale dei Mondiali.
Una volta ritornato in
sé, probabilmente si
renderebbe conto
che, nel corso dell’incontro e fino a
un momento prima che andasse in
escandescenze, i commentatori gli avevano rivolto elogi su elogi; che
non c’era stato alcun pregiudizio o
atteggiamento ostile nei suoi confronti né
da parte della squadra, né dalla tifoseria avversaria; che pure i cronisti italiani,
come quelli francesi, erano rimasti costernati di fronte al suo inqualificabile gesto.
E ricorderebbe pure che nessuno aveva
commesso fallo su di lui prima di quella
‘cornata’ al petto di Materazzi.
Forse è stata la stanchezza; forse la stizza
perché l’atleta italiano aveva segnato un
gol formidabile; forse stava subentrando
il dispiacere perché la partita si andava
concludendo e con essa la sua carriera. Si
trovino pure attenuanti, ma il fatto resta,
inconfutabilmente registrato e documentato dalle telecamere di tutto il mondo.
Nemmeno si rendeva conto Zidane che
quel gesto avrebbe danneggiato non solo
lui e la sua reputazione, ma anche la sua
squadra, ridotta successivamente a dieci
giocatori e privata di un cannoniere che
forse, ai calci di rigore, avrebbe potuto
sparare in porta meglio di Trezeguet.
Non è la prima, ma la terza volta che il
granitico Zidane è stato protagonista sui
campi di gioco di episodi così platealmente e violentemente scorretti come il gesto
compiuto in questa decisiva partita. Anche
i grandi atleti possono franare
all’improvviso, se hanno i
piedi d’argilla.
Una vera vittoria
Forse
qualcuno
avrà detto, o magari pensato, che
sono stati eccessivi
i festeggiamenti con
i quali sono stati
accolti gli azzurri al
loro ritorno in Italia.
Un momento. A una
vittoria sportiva non
sarebbe stata preferibile quella di una
guerra o di una battaglia. Guerre e battaglie, anche se
vinte, lasciano sul campo morti e feriti. E
la gioia non poteva essere repressa. Riscattava anche amarezze, battute sarcastiche,
insolenze, per non dire anche le offese che
erano state ingoiate prima e durante gli
eventi sportivi. E’ stata allora una vittoria morale oltre che sportiva. Ha unificato, non diviso le tifoserie italiane. Ha
dato
coraggio e caricato di valore
e dignità la nostra identità
nazionale. E’ stata meritata anche per le scarse
penalità raccolte sul campo
e per il limitatissimo numero dei gol subiti. Una festa
schietta, spontanea. E’ stata
di tutti e ce la ricorderemo a
lungo. Grazie ancora, azzurri.
Vorremmo però ricordare agli
atleti le parole che erano rivolte secoli fa al vincitore mentre,
celebrando il suo trionfo, tra la
folla esultante avanzava sul
suo carro per i Fori Imperiali
fino al Campidoglio. Alle sue
spalle, reggendo la corona
d’alloro sospesa sopra il capo
del vittorioso eroe, il suo mentore gli sussurrava: “Ricordati che
sei un uomo!”.
Svincolo di Castelbellino della superstrada
Stato di pericolo da eliminare
E
liminare lo stato di pericolo allo svincolo di
Castelbellino della superstrada dovuto ad un manto stradale sconnesso e
irregolare. E’ quanto hanno chiesto con una lettera
all’Anas il presidente dell’Unione dei Comuni della
Media Vallesina Giancarlo
Carbini e il comandante
della Polizia locale Giovanni Carloni.
Un’uscita, quella che precede lo svincolo di Moie
venendo da Ancona, molto frequentata in que-
sto periodo a causa della
chiusura del ponte della
Boccolina per i lavori di
ristrutturazione e ampliamento che si protrarranno fino a fine novembre.
In considerazione di questo, osservano sindaco e
comandante della Polizia
locale, “tutto il traffico
veicolare in transito sulla
statale 76 e diretto a Moie,
Pozzetto di Castelplanio,
Montecarotto e Serra De
Conti, sarà costretto ad
utilizzare lo svincolo di
Castelbellino,
determi-
nando così un considerevole incremento della
densità di traffico lungo
le rampe di accesso e di
uscita”.
Ma il vero problema è “lo
stato assolutamente sconnesso ed irregolare della
pavimentazione stradale
lungo le rampe, con evidente pericolo per la sicurezza della circolazione”.
Tenuto conto di questo,
l’Unione ha chiesto ufficialmente all’Anas di “eliminare lo stato di pericolo
segnalato”.
Jesi e Vallesina
23 Luglio 2005
7
Tesi di laurea alla Pinacoteca e alla Salara
Corre l’Idea tra Lotto e il Mare
Fotoservizio Paola Cocola
U
no sguardo all’architettura contemporanea. Uno
sguardo che dalla Pinacoteca di Palazzo Pianetti corre alle coste marchigiane, e curva poi sulle città
adriatiche più a sud, fino alla baia di Ksamil, in Albania.
Una traiettoria che venerdì 14, nell’ambito dell’evento “Tra il Lotto e il Mare”, ha fatto del corridoio della
stupenda Galleria degli Stucchi una sorta di autostrada
simbolica.
Al suo interno è stato possibile rivisitare il percorso - di
studi, di ricerca e di sviluppo di nuove proposte progettuali per i temi e i problemi dell’urbanizzazione della Valle Esina e delle coste adriatiche - compiuto dagli
studenti che hanno
esposto, sia nella sala
adiacente alla Galleria sia alla Salara di
Palazzo della Signoria, le tesi elaborate
presso la facoltà di
Architettura dell’Università di Camerino,
nella sede di Ascoli Piceno, dal 1999
al 2006, e durante il
terzo workshop Coast2Coast realizzato
in collaborazione con
studenti americani
e albanesi, nel confronto di differenti
componenti paesag-
gistiche.
Nell’ambito della manifestazione, introdotta da
Cristiana Colli, è stata presentata la rivista “Progetti” n.18 - un’iniziativa culturale del Gruppo
Quid srl, con soluzioni di architettura, restauro
e design - promossa da diversi anni dall’imprenditore Vittorio Gagliardini e curata dal direttore
editoriale Franco Panzini.
“La nostra rivista cerca di ascoltare, valorizzare
e dare visibilità alla città, all’intero territorio regionale e alle sue coste, anche attraverso il lavoro
degli studenti che riflettono sulla regione”, spiega
l’imprenditore.
“Una rivista - puntualizza Panzini - che attraverso
diciotto numeri ha registrato nel tempo il cambiamento dei gusti e delle modalità espressive,
lasciando traccia di una progettualità diffusa che,
a livello di provincia, si sta rivelando sempre più
interessante rispetto a quella delle grandi metropoli”.
Tra i diversi progetti illustrati nella rivista e che
riguardano Jesi, le proposte emerse all’interno del
concorso di idee per la riqualificazione architettonica e urbanistica di corso Matteotti e piazza
della Repubblica, entrambi fulcro del centro storico. Riportato anche il progetto di recupero dell’ex cartiera Ripanti e l’intervento di risanamento
conservativo e di allestimento del percorso di un
piccolo museo inaugurato alcuni mesi fa col nome
di “Percorso del fuoco e della misura”. In particolare, emerge nella mostra l’impegno rivolto dagli
studenti a trovare soluzioni che, se non fermano,
almeno diluiscano l’avanzare compatto verso le
coste delle seconde case, dell’agglomerato
di edifici senza soluzione di continuità, che
trovano l’unico limite nella battigia. Impegno condotto con l’ulteriore obiettivo di
“dilatare i tempi dell’utilizzazione di questi
edifici, della città dei bagni a tutto l’anno,
integrando funzioni, diversificando l’offerta di accoglienza e intrecciando relazioni
ibride con il paesaggio marino e terrestre”.
All’evento - organizzato da Gagliardini srl
in collaborazione con assessorato alla Cultura del Comune di Jesi, Università degli
Studi di Camerino, Facoltà di Architettura di Ascoli Piceno, Inarch Marche, con il
patrocinio dell’Ordine degli Architetti della provincia di Ancona - sono intervenuti
Cristiano Toraldo di Francia, curatore del
Workshop Coast2Coast, e Mario Lupano,
professore ordinario di Storia dell’Architettura Contemporanea.
Le due foto, sulla destra in alto, tratte
dal catalogo, riguardano il progetto vincitore per la riqualificazione architettonica e urbanistica di corso Matteotti
e piazza della Repubblica (progetto è
degli architetti Anita Maria Sardellini –
capogruppo - Andrea Marasca, Giorgio
Marasca e Germano Franciosi); sotto le
foto: disegni illustrativi del progetto di
recupero della ex cartiera Ripanti: veduta dell’accesso dal parco del Gorgolungo
e veduta della piazzetta interna (progetto degli architetti Mario Talacchia e
Sergio Morgante)
Ciclo-carovana di Comune in Comune
Exodus sulle strade della Vallesina
di Simone Sebastiano
I
ragazzi e gli educatori della Fondazione “Exodus” di Jesi hanno già scaldato i motori
e sono partiti, a cavallo
delle loro biciclette, per
la Carovana Exodus 2006
che li porta in viaggio per
la Vallesina. Anche quest’edizione del progetto,
che è la settima, vede la
partecipazione dei Comuni di Maiolati Spontini,
Castelplanio, Poggio San
Marcello, Mergo, Santa
Maria Nuova, Cupramontana, Belvedere Ostrense,
Morro d’Alba, Monsano e
Jesi.
Il messaggio-testimonianza che i ragazzi exodus
cercano di dare con la loro
presenza e la nuova rappresentazione teatrale “Su
la guardia!” è centrato sulla mitezza: un
valore spesso riferito alla sfera meteorologica a scapito di molte situazioni “ter-
restri” in cui si riscontra il prevalere del- propria fragilità che non riesce a trovala prepotenza dei gesti e delle parole, la re altro sfogo se non nell’esplodere in
visione dei rapporti fra le persone in ter- modo istintivo e violento. L’invito per
mini di “duello” i partecipanti alle varie iniziative della
piuttosto che carovana 2006 è all’impegno in prima
di “relazione”, persona per tenere la “guardia” abbascome una sor- sata, lasciando che gli altri si avvicinino,
ta di diffidenza conoscano e aiutino a vincere la “sfida”
innata.
della vita.
Con “Su con Durante la permanenza nei vari paesi, i
la guardia!” i ragazzi e gli educatori propongono laragazzi
exo- boratori creativi per i bambini, serate di
dus vogliono animazione e a conclusione la rappredire che le sentazione del loro nuovo spettacolo “Su
ragioni
del- la guardia!”.
l’agg ressiv ità La Carovana 2006 si concluderà, come
personale non ogni anno, in piazza della Repubblica a
sono tanto da Jesi con l’appuntamento di “Serata Trericercare nel menda” a cui parteciperà anche don Anbisogno di im- tonio Mazzi, fondatore della comunità
porsi quanto “Exodus”.
nel desiderio Nella foto, di Anna V.Vincenzoni,
di difendersi, un’inquadratura dell’appuntamento
nella consape- Exodus 2003 in piazza della Repubvolezza della blica a Jesi.
Jesi
23 Luglio 2006
Serate a Villa Borgognoni
Enogastronomia e turismo
Fotoservizio Fabrizio De Donatis
“O
stello a porte aperte”, il 14 luglio
presso villa Borgognoni, una rassegna di enogastronomia e turismo. Numerosi gli stand allestiti con prodotti tipici della Vallesina e delle Marche: carni,
salumi, formaggi, pasta, pane, olio, miele
e vini pregiati della zona Esina. Presente
anche uno stand con dispositivi di natu-
rizzazione dell’acqua.
L’iniziativa, articolata
in due appuntamenti,
ha accolto un vivace
numero di visitatori lo
scorso venerdì con una
serata dal tema: “Tipica-mente: le nostre
Marche”, e si è animata
con le degustazioni dei
prodotti
di ogni
singolo
stand, le
musiche
e le danze
del
“Gruppo
Folclorico Colle del Verdicchio di Staffolo”, e con
il tradizionale gioco dell’elastico improvvisato da
gruppi di bambini. Esposti, nell’atrio d’ingresso,
riproduzioni in lamelle
d’acero e fiammiferi, monili e gioielli e alcune foto
in bianco e nero.
Martedì 25 e giovedì 27 luglio
Poesia in terrazza alla Petrucciana
T
orna “Poesia in terrazza”, martedì
25 e giovedì 27 luglio, alle ore 21,15,
presso la Biblioteca Diocesana “P. M.
Petrucci”, in via Santoni, 1 a Jesi. L’iniziativa, coordinata da Maria Cristina
Casoni, Elisabetta Pigliapoco, Massimo Fabrizi e, per la parte musicale,
da Francesco Gatti, si soffermerà quest’anno sulla poetessa Marcia Theophilo, la prima sera, e sul poeta Umberto
Fiori.
Màrcia Théophilo è nata a Fortaleza,
capitale dello stato di Cearà, nel NordEst del Brasile ed ha studiato antropologia a Rio de Janeiro, San Paulo e
Roma. Nel 1971 è venuta in Italia come
esiliata politica, sfuggendo al regime
militare che aveva imposto severe leggi sulla censura. Qui in Italia si impegna a mantenere relazioni culturali
tra l’Italia e il Brasile, rappresentando
l’Unione Brasiliana di Scrittori. Nel
corso degli anni ha organizzato incontri di poesia, ha tradotto in portoghese
poeti italiani e in italiano poeti brasiliani. La sua poetica è tutta incentrata
sulla natura, sui miti e le leggende della
foresta Amazzonica, sui popoli indigeni e sulla denuncia dello scempio che
ai suoi danni si compie e all’impegno
di salvaguardare il patrimonio naturale dalle aggressioni della civilizzazione.
Nel 1997 le viene assegnato il Premio
Nuove Scrittrici, premio alla carriera.
Nel 1999 il Premio Calliope per poesia
inedita ed è candidata al Premio Nobel.
Umberto Fiori, nato a Sarzana nel 1949,
vive a Milano. Negli anni ‘70 ha fatto
parte degli Stormy Six, uno dei gruppi “storici” del rock italiano. È autore
di saggi e interventi critici sulla poesia,
la canzone e il rock. Nel 1986 è uscito il suo primo libro di poesie, Case
(S.Marco dei Giustiniani), al quale sono
seguiti, per Marcos y Marcos, Esempi (1992), Chiarimenti (1995), Parlare
al muro (1996), Tutti (1998) e La bella
vista . Numerose le traduzioni in varie
lingue; in volume due antologie personali, in inglese (Terminus, Dublino,
1998) e in serbo (Govoriti zidu, Belgrado, 2001).
20 Luglio 1944 - 20 Luglio 2006
Il prossimo appuntamento in calendario é
per venerdì 21 luglio
con “Responsabil-mente: l’altro mo(n)do”. Idea
di fondo della seconda parte: “Artigianato e
gastronomia del mondo… tutelando
i diritti
u m a n i ”,
con
la
co l l ab orazione
di “Bottega del
mondo
solidale”, Associazione la
Goccia, Amnesty International ed Emergency.
Prevista l’esibizione del
gruppo “Riciclato circo
musicale” che utilizza
strumenti costruiti con
materiale riciclato.
La manifestazione è curata dal Ctg (Centro Tu-
ristico Giovanile) della Vallesina, un’associazione che, senza scopo di lucro, interviene sui settori di turismo giovanile e
sociale, del tempo libero e dell’ambiente
del volontariato culturale, promuovendo
e realizzando iniziative e progetti educativi volti alla formazione complessiva
della persona.
In agosto e nelle festività
Commercio: chiusura infrasettimanale
on ci sarà più l’obbligo
N
della chiusura infrasettimanale di mezza giornata
per gli esercizi di vendita al
dettaglio nell’intero mese
di agosto, ma anche nella
settimana delle fiere di San
Settimio, durante le festività di Natale e Pasqua e nel
periodo del carnevale. Lo
stabilisce un’ordinanza del
sindaco Fabiano Belcecchi
che ha modificato la precedente disposizione sugli
orari di apertura e chiusura
al pubblico di tali esercizi, trasformando
da obbligatoria a facoltativa la chiusura
infrasettimanale nei periodi suddetti.
La decisione – fa sapere l’amministrazione comunale – è “scaturita dopo
aver sentito anche le organizzazioni dei
consumatori, dei commercianti e dei
lavoratori dipendenti, e fa seguito alla
decisione della giunta che aveva accolto favorevolmente la proposta di deroga
alla chiusura infrasettimanale nel mese
di agosto al fine di garantire alla cittadinanza un miglior servizio da parte delle
attività commerciali”.
Dall’obelisco alle case degli jesini
62° anniversario
Il
“carriòlo”
a
sei
buche
e
la
fontana
della Liberazione di Jesi
“I
I
l Comitato jesino per la Difesa delle Istituzioni Democratiche ha reso noto il programma di sabato 22
luglio per
le
celebrazioni
del
62°
anniversario della
liberazione di Jesi
da parte
del Corpo Italiano di Liberazione
nell’estate
del 1944:
alle ore 19 - saluto del sindaco di Jesi, Fabiano Belcecchi, presso il cippo degli Orti Pace, eretto a ricordo dei
bersaglieri caduti nella battaglia di Montegranale. Sarà
presente la senatrice Lidia Menapace. alle ore 21,30
- presso lo Studio per le Arti della Stampa, nel giardino
interno di Palazzo Pianetti Vecchio, “Italiani brava gente” – atto II - proiezione dei films-documentari: “Adwa:
an african victory” di H. Gerima; “Good morning Abissinia” di L. Sgueglia e C.Ronchino. Ingresso libero.
Nella foto, del luglio 1944, i soldati del Corpo Italiano di Liberazione nella piazza centrale di Jesi.
n casa niente acqua corrente! No,
non c’erano i rubinetti dell’acqua
calda. E nemmeno quelli dell’acqua
fredda!”. Il bambino ascolta incredulo:
non riesce ad immaginare una casa,
un’abitazione senza l’acqua a domicilio,
da poter usare in qualsiasi momento.
Gli spieghi che fino a novant’anni fa
e anche meno, a Jesi (ma non solo a
Jesi) se volevi l’acqua,
te la dovevi andare a
prendere da qualche
parte o dovevi fartela
portare da qualcuno.
Si è arrivati all’argomento acquedotto
commentando l’articolo sulle fonti jesine di cui si è scritto
su Voce del numero
scorso. Alcuni dei
più grandi ricordano
la fontana con l’obelisco quando ancora era in piazza della
Repubblica, ma non sapevano che per
tanti jesini fosse stata anche fonte di
approvvigionamento idrico.
Abbiamo portato, nel numero scorso,
la testimonianza di Ivanoe Cerioni (il
padre dell’onorevole Gianni Cerioni), persona molto conosciuta a Jesi
avendo diretto per molti anni l’Ufficio
Anagrafe del Comune e svolto a lungo
attività giornalistica (corrispondente da Jesi del quotidiano “Il Tempo” e
presidente del Gruppo Stampa Jesino). Scriveva Cerioni: “La fonte che
vi regnava sovrana nella mattina, ogni
giorno, richiamava a
sé gli ortolani. Il vociare dava alla piazza il tono caratteristico del luogo ove
la gente si affannava
per gli acquisti”, E ricordava gli acquaioli
jesini: Lucara, Chirichindo e Anna Stacchini (Annetta detta
Nenè)”: la Stacchini
svolse quel lavoro
“sino all’entrata in
funzione del civico acquedotto, dopo
la prima guerra mondiale”.
Sulla funzione dispensatrice di acqua
potabile della fontana di piazza del
Plebiscito (questo il vecchio nome di
piazza della Repubblica) abbiamo una
documentazione fotografica. Nella fotografia qui riprodotta, dei primi del
Novecento, si nota la presenza del tipico “carriòlo” dell’acquaiolo, carrettino
a sei buche per sistemarvi altrettante
brocche; una brocca è sul bordo della
fontana, raggiunta dallo zampillo d’acqua di una delle otto cannelle.
gi elle
Jesi e Vallesina
23 Luglio 2006
9
A Palazzo Pianetti vecchio
Così Jesi ricorda Sabatini
Fotoservizio Paola Cocola
R
iproposta a Jesi - nell’ambito dell’iniziativa “Corsari e spadaccini.
Omaggio a Rafael Sabatini” programmata nei giorni 11 e 12 luglio nel
giardino interno di Palazzo Pianetti
vecchio dall’assessorato alla Cultura,
Pinacoteca civica e Biblioteca Planettiana – la scrittura del noto romanziere jesino migrato in Inghilterra e
autore, tra l’altro, di “Scaramouche”
(1921), capolavoro letterario che, con
le sue oltre seicentocinquantamila copie vendute, lo rese famoso in tutto il
mondo.
Passi del celebre romanzo – trasposto da Hollywood in film di successo, come i suoi fortunati: “Capitan
Blood(1922) e “Lo sparviero del
mare”(1915), tra gli anni trenta e
cinquanta - sono stati letti e recitati
dall’attore di teatro Flavio Bucci, accompagnato dal chitarrista Cosma
Damiano Orlando, nella prima serata organizzata in omaggio a questo
caposaldo jesino del filone di “cappa
e spada”, definito dalla critica “Il Dumas del ventesimo secolo”, che riuscì
a conquistare folte schiere di lettori
tra le due guerre mondiali con il suo
stile semplice e scorrevole, affrancato
da ogni “convenzionalità e accademismo”.
Nel racconto, Scaramouche, “spadaccino di prim’ordine, deputato agli
Stati Generali prima della rivoluzione
del 1789, si unisce, in Francia, a una
compagnia di attori girovaghi dove
lavora la sua fidanzata; ma s’innamora di una contessina e la sposa”.
Nel film - proiettato nella seconda
serata - “Lo sparviero del mare”, Oliver Tressilian, lord inglese “tradito dal
fratello e ingiustamente accusato di
omicidio dall’amata, si ritrova a dover
scegliere tra la vita di schiavo e quella di corsaro. Al servizio del pascià di
Algeri diventa così, in pieno Ottocento, lo Sparviero del Mare, il più famoso pirata del Mediterraneo. Convertito all’Islam, con il nuovo nome di
Sakr-el-Bahr, si dà a razzie piratesche
e a conquiste prestigiose. Ma riappare
la sua amata che lo metterà di fronte all’ennesima
scelta: la sua gloriosa fama
o la vita della sua innamorata?”
Complessivamente,
la
produzione di Sabatini, all’anagrafe Raffaele Sabbatini nato a Jesi il 29 aprile
del 1875, conta quaranta
romanzi d’avventura, molti
racconti brevi, un dramma
per il teatro e quattro saggi
su personaggi storici.
A restituirlo al ricordo
della città nativa e della
sua gioventù, gli articoli di Giuseppe Luconi il
quale nel 1965 - in qualità di direttore di “Jesi e la sua Valle” - raccolse
con sollecitudine l’invito formulatogli
con una lettera da Marcello Bordoni
ad “illustrare ai nostri concittadini la
vita e le opere di questo celebre jesino,
anche se scrittore inglese”; invito che
Luconi concretizzò conducendo una
capillare opera di ricerca sulla “sua
vita jesina e sul suo girovagare per
l’Europa prima di diventare qualcuno”
presso gli uffici anagrafici del Comune di Jesi, di Milano, Bologna e Roma;
presso la casa editrice Sonzogno (che
stampava in Italia
i romanzi del Sabatini), in Svizzera, Portogallo e Inghilterra.
Scrive Luconi “Aveva ventidue anni,
Raffaele, quando, nell’agosto del 1897,
si era trasferito con i genitori a Milano… Da Milano, dicono le biografie,
il Nostro era passato prima in Portogallo, quindi in Svizzera e, infine, in
Inghilterra. Per un certo tempo aveva fatto il commerciante, poi aveva
preferito impegnarsi come scrittore...
Notizie mi erano arrivate invece dalla
Svizzera… il dr Sonder aveva trascritto i voti finali del Sabatini… annotazioni: un po’ lento, floscio fuori (all’interno delle ore di studio si comporta
piuttosto come buffone o arlecchino)…”
Nel cinquantesimo dalla sua scomparsa, “Res Humanae” di Jesi e la biblioteca comunale “Planettiana” attivano un programma pluriennale che
celebra lo scrittore con un convegno
di studi, una mostra ricca di documenti e testimonianze, e con la pubblicazione in italiano - curata da Res
Humanae e dalla Libera Università
degli Adulti - di due capitoli dalle
“Heroic Lives”.
Il nostro fiume racconta
Geografia storia
e cuore dell’Esino
di Giuseppe Luconi
Una volta, sulla qualità delle acque dell’Esino
non si discuteva. Lo storico Pietro Grizio nella seconda metà del Cinquecento, ne decantava «l’acque limpide e cristalline». Qualche
decennio fa il poeta jesino Silvano Rossini ne
cantava in rima «la breccétta bianga» e «l’acqua de fiume chiara chiara».
Oggi t’affacci dal ponte San Carlo e scopri
addosso all’Esino tutta l’amarezza del nobile
decaduto. Perché «ai suoi tempi» era stato
un «signor fiume», di quelli che contano, che
fanno la storia. E pure la geograf ìa. Le antiche mappe dicono, infatti, che il trentottesimo parallelo della penisola passava proprio
per l’Esino: sulle sue sponde, da una parte
finiva il Nord e dall’altra cominciava il Sud
dello stivale, confine tra gli Umbri ed i Piceni
prima, tra i Piceni e i Galli Senoni poi.
Una volta privato di questa grossa responsabilità, l’Esino si era consolato cercando conforto altrove. Non a caso gli si rimproverò,
poi, di aver condotto vita... licenziosa. Perché
ogni tanto cambiava letto. Quando lo fece
sotto le mura castellane, gli jesini non se la
presero più di tanto; ma quando deviò dalla
retta via all’altezza di Chiaravalle dove fungeva da confine naturale fra i territori di Ancona e di Jesi, fu la fine del mondo: per quella
«scappatella» del f ìume, jesini e anconetani si
fecero guerra per due secoli e mezzo.
Esino nobile, dunque. E ribelle. Ma anche benestante, perché fu anche rigoglioso di acque.
Secondo Strabone, storico greco dei tempi
d’Augusto, l’Esino era allora navigabile. E doveva essere in piena salute pure nel tredicesimo secolo se è vero che il concittadino Federico II propose agli jesini di farne un braccio
di mare, da barattare col titolo di regia.
Era ugualmente un corso d’acqua ben dotato
tre secoli dopo, quando le autorità centrali si
MAIOLATI SPONTINI Il festival della cultura
Al via “Trivio e Quadrivio”
fico marcato da foto storiche fissate in
Congo, Vietnam e Giappone.
arà Francesco Zuccarini sabato 22 Domenica 23 ancora un doppio apluglio, alle ore 18,30, ad inaugurare puntamento nel contenitore chiesa
il festival majolatese della mente chia- della Cancellata con la storia e la mumato “Trivio e Quadrivio, discorso e sica. Alle ore 18.30 il prof. Réginald
numero”. L’appuntamento è all’asilo Grégoire, monaco silvestrino, con im“Spontini” dove il poeta presenterà una portantissime esperienze nella Segreselezione di poesie già
pubblicate dall’editore
Gabrieli di Roma dal titolo “Quotidiane ironie”.
Zuccarini, noto anche
al grande pubblico per
la partecipazione a programmi televisivi e a numerosi film, anticiperà
anche l’inaugurazione
della mostra fotografica
di Mario Valchera che
alternerà un percorso
naturalistico ricco di colori, ad uno autobiograFotoservizio Sara Palmolella
S
teria di Stato Vaticana e in molte università italiane, presenterà una lezione
dal seguente titolo “Dall’insegnamento
classico alla propedeutica medievale”.
Alle ore 21.30, a conclusione della serata, concerto lirico sulle musiche di
Mozart, ed in particolare sulle arie del
“Don Giovanni”, del baritono Gianpiero Ruggeri.
Il festival continuerà il 29 luglio con
la filosofia e la prof. Laura Cavasassi, ore 18.30, con la musica proposta
dal coro polifonico “Brunori”, ore
21.30; mentre venerdì 4 agosto, ore
21.30 concerto della pianista Liuba
Staricenko. Il festival si concluderà
il 5 agosto con il fisico Franco Rustichelli ed il concerto del prof. Adrian
Vasilache.
Nella foto, il poeta Francesco
Zuccarini insieme agli alunni
della scuola elementare durante
una lezione di poesia.
Successo dell’iniziativa Cooperlat Fattorie Italia
L’amico vincente degli alunni
“A
mico latte” ovvero un percorso
dedicato al latte e i suoi derivati: questo l’oggetto del programma
didattico presentato da CooperlatGruppo Fattorie Italia secondo le
linee guida tracciate dal ministero
dell’Istruzione. Scopo dell’iniziativa:
la diffusione della cultura dell’alimentazione e del prodotto tipico,
partendo dalle associazioni di categoria, dalle istituzioni e soprattutto
dalle scuole.
Anche quest’anno l’istituto comprensivo “San Francesco” ha ottenuto una
bella affermazione conquistando
il primo e quarto posto nella graduatoria nazionale con le classi IV
A e la IV B della scuola elementare
“Collodi”. Gli alunni, seguiti dall’insegnante di scienze Paola Gigli, hanno
concorso con due ipertesti dal titolo
“Con Mummù nel mondo del latte” e
“In viaggio con Mummù…sulla via
Lattea”. L’anno scorso erano state le
classi III A e III B ad affermarsi: seconde classificate nella graduatoria
nazionale.
mobilitarono per rendere l’Esino navigabile
fino al mare. Dalla capitale arrivarono f ìor di
architetti e «persone perite»: tutte riconobbero al fiume requisiti ottimali, compreso quello
dell’acqua bastante. Ma non avevano fatto i
conti con i proprietari dei campi a ridosso del
fiume; i quali, temendo di rimetterci qualche
mezzo metro quadrato di terra, opposero una
tale resistenza da far naufragare (è proprio il
caso di dirlo) ogni progetto.
Così fu che, da allora, la popolazione continuò ad adoperare l’Esino per il bagno, la cura
dei panni, la pesca. Il fascismo vi organizzò
una colonia elioterapica per “ballila” e “piccole italiane”: il mare nostrum. Dopo la guerra
c’è stata qualche «festa del fiume», con accompagnamento di organetti e taccafù. Finché l’inquinamento non ha cacciato tutto e
tutti. Ed il fiume è ancora lì, con la sua acqua torbida, poltigliosa, il suo andare stanco
e rassegnato…
Anni fa, durante la guerra, un giornale per le
forze armate, “Il Fronte», raccontava la «bella storia» di Paolo il pastorello «innamoratosi sulle rive dell’Esino contemporaneamente
di due ragazze, le sorelle Orazia e Marinella.
Terribile dilemma d’amore, che le pecore non
sapevano risolvere e Paolo, privo di consiglieri migliori, finì per affogare nel fiume». Per il
dispiacere, Orazia e Marinella si chiusero in
convento.
Ora si capisce perché le «belle storie» come
quella del pastorello Paolo non succedono
più: dove la troverebbe Paolo, nell’Esino di
oggi, l’acqua per affogare? Al più, rimedierebbe un pediluvio per tenere il suo «terribile dilemma d’amore” a bagnomaria.
10
Jesi e Vallesina
23 Luglio 2006
Viaggio nelle cronache
Da una settimana all’altra
Un’iniziativa della Fondazione “Pergolesi Spontini”
Operatori teatrali del Kazakstan a Jesi
Tavola rotonda
sulle fonti energetiche
Teatri SpA di Treviso, da Fabio Tiberi, direttore generale In una recente tavola rotonda presso il ristorante Federico II,
ed artistico dell’Orchestra Filarmonica Marchigiana, dal su iniziativa del Club Nova Aesis presieduto dall’avv. Marco
ra le iniziative di particolare rilievo – presentata come direttore esecutivo della Fondazione William Graziosi, Catani, si è parlato di fonti energetiche alternative al petroesempio di “prestigiosa collaborazione internazionale” dal direttore tecnico della Fondazione Benito Leonori e lio insieme a quelle rinnovabili.
- è quella che si sta svolgendo in questi giorni. Da sabato dal direttore artistico del Maggio Musicale Fiorentino, Sono intervenuti, tra gli altri Aldo
Cartuccia (Edison Sadam), Cle15 a martedì 25 luglio la nostra città accoglie alcuni tra maestro Gianni Tangucci.
i principali operatori teatrali del Kazakhstan, Paese di Seguiranno, fino a martedì 25, le visite guidate ad alcune mente Ghergo (gruppo Ghergo di
antiche tradizioni culturali, cuore dell’Eurasia e ponte tra le più rappresentative realtà liriche della regione Osimo), i professori Marco Maria
geografico tra Europa ed Estremo Oriente.
Marche: l’Arena Sferisterio di Macerata e il Rossini Opera Bartolini e Umberto Morgante del
Dopo un primo momento di accoglienza a Jesi, presso Festival di Pesaro. In programma sono inoltre previste Politecnico delle Marche ed espol’Hotel Federico II, dal 17 al 19 luglio la delegazione ospite visite alle Grotte di Frasassi, alla Riviera del Conero, nenti dell’Associazione Monsano
ha preso parte al master in Organizzazione e Gestione di all’Enoteca Regionale e Pinacoteca di Jesi, alle città di Informa. Le soluzioni energetiche
– è stato detto – spaziano da una
Teatri, Festival, Spettacoli ed Eventi Culturali organizzato Fano ed Urbino.
dalla Fondazione “Pergolesi Spontini” grazie ai contatti La delegazione è accompagnata da Valeria Outkina ricerca del risparmio al consumo
e alla collaborazione del direttore esecutivo dell’ente, dell’Area Relazioni esterne e Formazione della Fondazione da parte delle famiglie e delle aziende alle varie forme di produzione di energia elettrica, all’utilizzo dell’eolico, del solare,
William Graziosi (nella foto). Il master è stato sviluppato “Pergolesi Spontini”.
delle biomasse e del biodiesel.
in collaborazione con l’Università Politecnica delle
Marche - facoltà di Economia – di Ancona. Il master era
incentrato sugli aspetti gestionali (economico-finanziari e Le belle manifestazioni in arrivo con l’estate
di marketing in primis) collegati all’impresa teatrale.
Hanno introdotto la sezione “dorica”
il magnifico rettore dell’Università
Politecnica, Marco Pacetti e il
preside della facoltà di Economia,
Enzo Pesciarelli. Il 17 luglio i
docenti Gian Mario Raggetti
e Michele Trimarchi hanno
trattato gli aspetti economici ed
istituzionali dell’impresa teatrale;
il 18 e 19 luglio le lezioni Spuntini
sul “management dell’impresa
culturale”, tema illustrato dai prof.
Gian Mario Raggetti, Alessandro
Crociata e Nicoletta Marinelli.
L’azione formativa è rivolta ai
principali dirigenti del Teatro Nazionale della capitale
della Repubblica del Kazakhstan, Astana, il “The National
Opera and Ballet after K. Bayseitova RSSI of Astana”, e
ai più importanti operatori di prestigiose istituzioni
culturali di questo Paese, quali – tra gli altri – l’Orchestra
Filarmonica di Stato, lo ‘State Academic Theatre’ di
Fotoservizio Gino Candolfi
Almaty, il Centro ‘KazahInterART’, lo ‘State Republican
uigur theatre of a musical comedy’, il Dipartimento
iugno-luglio: tempo di bilanci, di consuntivi. Si
Cultura della regione di Pavlidar.
tirano le somme di un anno di applicazioni nella
Dal 20 al 22 luglio i partecipanti del master saranno scuola, nello sport, in attività che tengono più o meno
al teatro Pergolesi per analizzare, sotto la guida impegnati tanti giovani e giovanissimi. Tempo, quindi,
della Fondazione “Pergolesi Spontini” gli aspetti artistici anche di saggi. Quella che vi proponiamo è una breve
del “sistema” teatro. Le relazioni, precedute dai saluti carrellata di immagini riguardanti avvenimenti che
di Fabiano Belcecchi, sindaco di Jesi e presidente della hanno interessato le cronache jesine in queste ultime
Fondazione, e dell’assessore alla Cultura di Jesi, Leonardo settimane.
Animali, saranno tenute da: Federico Pupo, direttore Apriamo con una ampia bella panoramica sulla numeartistico della Fondazione e direttore organizzativo della rosa e organizzatisima formazione di atleti della Libertas, che si sono presentati alla grande il 10 giugno scorso al Palatriccoli. Per la cronaca, sono i protagonisti del
Una commedia da record
26° saggio di ginnastica artistica “Tae kwon do”.
Proseguiamo con una suggestiva immagine, quella che
Venerdì 28 luglio (ore 21), nello spazio aperto dei Centri ci ricorda lo spettacolo di danza – “Colorare danzando”
Estivi Mta (via Ricci), la compagnia teatrale “La Barcaccia” – organizzato dalla Palestra Linea Club il 23 giugno al
porterà in scena “La Walkiria”. Sarà la 39^ rappresentazio- teatro Pergolesi.
ne della fortunata commedia di Lucio Longhi.
Più avanti, due flash sul concerto degli allievi della
Scuola Musicale “G.B.Pergolesi”, presentato il 3 luglio
Burattini, marionette e teatro di figura
in piazza della Repubblica per celebrare il trentennale
di fondazione della scuola. Ospite della serata – come
Ambarabà, il festival di burattini, marionette e teatro di figura abbiamo riferito nel numero scorso – la cantante Linda
si va sempre più affermando per la grande capacità dei burat- Valeri. Una festa, un successo.
tinai di trascinare e divertire il pubblico dei bimbi. Si tiene fino Infine – ma solo in ordine di data – la affascinante paal 30 luglio nelle varie piazze e sotto le stelle di Santa Maria rata organizzata dalla Acli Pattinaggio in piazza della
Nuova, Jesi, Chiaravalle, Maiolati Spontini, Monsano, Monte- Repubblica il 6 luglio: “Stelle sui pattini” (in una delle
carotto, Montemarciano e Serra S. Quirico.
due foto, i dirigenti con l’assessore allo Sport, Leonello
Rocchetti). Ricordiamo che l’Unione Sportiva Acli Pattinaggio di Jesi, fondata nel lontano 1967, è una delle poche società in Italia ad avere una pista tutta sua,
all’interno del Collegio Pergolesi, immersa nel verde;
forte di un centinaio di atleti, divisi in diversi gruppi,
partecipa ai campionati nazionali ed a manifestazioni
in cui i propri atleti sono impegnati in esibizioni collettive.
di Giovanni Coltorti
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12
A Villa Pianetti di Monsano
Preludio poetico ellenico
“F
Varie
23 Luglio 2006
estivalia” nelle ville della Marca, l’iniziativa affidata alla direzione artistica di Adrian Vasilache, si conclude mercoledì 26 luglio (ore 21) a villa
Pianetti di Monsano. In programma “La voce il corpo, il pianoforte e il flauto”, preludio poetico ellenico
con Gabriella Cinti (voce recitante), Giovanni Borocci (flauto). Musiche di W.A.Mozart, Fr. Chopin,
R.Schumann, Kreisleriana, Rossini e Bricciardi
Ricordando la direttrice
Livia D’Azzeo Politi
L
a direttrice Livia D’Azzeo Politi ha rappresentato a Jesi,
per molti anni, un grande punto
di riferimento per il mondo della
scuola. E’ stata direttrice didattica del Primo Circolo per oltre un
trentennio, dalla fine degli anni
‘60 fino al 1989, anno in cui aveva
presentato domanda di pensione.
In questo lungo periodo tanti insegnanti sono cresciuti sotto la sua
guida, saggia, ricca, essenziale. Ha
svolto la sua professione con un
rigore dettato non da rigidità ma
dalla volontà di garantire, sempre
innanzi tutto, a tutti gli alunni indistintamente una scuola di alto
profilo, attenta ai bisogni educativi così diversificati nelle classi
numerose degli anni ‘60 - ‘70 - ‘80,
nelle classi dove iniziava l’integrazione degli alunni in situazione di
handicap.
Così è stata promotrice di nume-
rosi corsi di formazione, di aggiornamento, lei stessa relatrice:
da questi significativi momenti di
studio, di riflessione, di scambio,
ogni docente si sentiva arricchito,
confortato, reso sicuro nel delicato compito educativo e didattico
da svolgere in classe. Ancora molti di quelli che continuano ad insegnare fanno riferimento a idee,
concetti, percorsi pedagogici che
lei ha saputo promuovere, anticipando, talvolta, le innovazioni che
sarebbero poi diventate norma.
Fra tutte ci piace ricordare la
scuola a tempo pieno nella quale
ha creduto fin dall’inizio della sperimentazione e che, per prima, ha
voluto introdurre a Jesi. Così nel
1972, ad appena un anno dopo della legge istitutiva, la scuola a tempo pieno “Federico Conti” è stata
inaugurata e ha iniziato a funzionare con entusiasmo, con passio-
ne e dedizione dei docenti che si
sentivano coinvolti in un modello
educativo nuovo ma radicato nella
più solida tradizione pedagogica,
ma soprattutto sentivano di avere
Lei come direttrice, guida intelligente, propositiva, instancabile.
In tutti i passaggi delicati della sua
professione ci diceva sempre che
la bussola di orientamento a cui si
riferiva costantemente era l’alunno con il suo diritto alla scuola
migliore possibile. E’ una lezione
di equità che resta viva nella memoria di molti.
Ai figli e ai suoi familiari sia di
conforto, nel dolore del distacco, il
sapere che avremo vivo il ricordo
del Suo grande insegnamento con
la gratitudine di quanto abbiamo
potuto ricevere lavorando accanto
a Lei.
Jesi, 14 luglio 2006
I suoi docenti
nel ricordo del “ferrini”
Franco Santoni
I
l geom. Franco Santoni è deceduto inaspettatamente ad Asiago il
14 luglio, mentre stava concludendo il soggiorno estivo
per i soci del Circolo
“Contardo
Ferrini”:
iniziativa che aveva
con tenacia portato
avanti e realizzato.
La forte formazione umana e cristiana
avuta dalla sua famiglia gli ha consentito di partecipare alla
vita della Chiesa con
costanza e fervore fin
dalla giovane età. Per lunghi anni
ha svolto la sua professione presso
gli uffici del Genio Civile di Ancona, poi della Regione
Marche, dimostrando,
ovunque e sempre, serietà e competenza professionale. Socio del Circolo “Ferrini” fin dagli
inizi, per parecchi anni
è stato eletto alla carica
di consigliere responsabile delle varie attività,
fino a diventare presidente nei primi anni del
2000. Persona ordinata,
attenta, molto legata alla amatissima moglie signora Liliana, ai suoi
figli e nipoti, scrupolosamente ha
portato avanti tutti i vari incarichi
avuti nella attività del Circolo. La
sua improvvisa scomparsa ci lascia
interdetti e quasi increduli, ma la
memoria di lui sarà indelebile soprattutto per l’esempio della sua
disponibilità e del suo attaccamento al Circolo: esserne socio era un
grande onore. La fede e la Carità ci
confortano nella Speranza dell’incontro comune ed eterno con lui
nella Casa del Padre.
Primo Luigi Bini
Dalla fine di questo mese
Lavori di recupero dell’area Freddi
N
ell’ambito del piano di riqualificazione del viale della Vittoria, alla fine di questo mese avranno
inizio i lavori di recupero dell’area
Freddi (ex deposito autocorriere) che
si protrarranno per circa un paio di
anni. L’amministrazione comunale
ha concordato con la ditta esecutri-
ce dei lavori un piano di interventi
con l’obiettivo di ridurre al minimo
gli inevitabili disagi legati alle opere
di demolizione e ricostruzione, con
particolare riferimento all’occupazione di suolo pubblico, alle polveri, ai
rumori, al transito di mezzi pesanti. Eventuali disagi che dovessero essere
registrati vanno segnalati all’’Ufficio
Relazioni con il Pubblico di piazza
della Repubblica (tel. 0731.538250)
e alla Circoscrizione Centro di via
Mura Occidentali 5 (tel.0731.56100):
il Comune assicura che saranno immediatamente oggetto di verifica con
la ditta esecutrice dei lavori.
Popolazione jesina in crescita
A un passo dai quarantamila
M
eno cento alla fatidica quota dello scorso anno. Le nascite nei pri- la fine degli anni Novanta continua
dei 40 mila abitanti che verosi- mi sei mesi sono state 204, contro i a confermarsi di anno in anno, permilmente sarà raggiunta il prossimo 280 decessi. A sostenere la crescita mettendoci in questo 2006 di tornare
autunno. Jesi continua la sua pro- il saldo positivo del flusso migrato- sopra i 40 mila abitanti”.
gressiva crescita tornando ai livelli rio. Sono state 743 le nuove iscrizioni “È un traguardo importante – ha agregistrati all’inizio degli anni Ottanta, all’anagrafe, di cui poco meno del 25 giunto - e va tenuto in consideraziovale a dire il periodo antecedente al per cento da paesi stranieri, e 558 le ne sotto l’aspetto urbanistico, sociale
massiccio sviluppo residenziale dei cancellazioni.
e culturale per offrire risposte sempre
Comuni limitrofi che aveva indotto “L’aumento costante della popolazio- più ampie ai bisogni di una comunità
molti cittadini ad acquistare casa in ne residente - ha sottolineato l’asses- che dimostra di apprezzare la qualità
Vallesina.
sore ai servizi demografici Antonio della vita e la gamma di servizi eroAl termine del primo semestre 2006 Balestra - dimostra la vitalità di una gati alla collettività i quali, non va
la popolazione di Jesi è arrivata infat- città che si conferma punto strategico dimenticato, restano di gran lunga
ti a 39.906 unità, 162 in più rispetto di un territorio ricco di opportunità . superiori a quelli offerti da città delle
ai 39.774 registrati al 31 dicembre La significativa ripresa avviata dal- medesime dimensioni”.
Accordo Regione Banca Marche
Un milione e mezzo per internazionalizzare
“I
l nostro territorio ha sempre
maggior bisogno di far conoscere le proprie produzioni di qualità
all’estero, Russia, Paesi balcanici, ma
anche Cina e paesi asiatici. Le imprese, anche quelle di più piccole dimensioni, hanno capito l’importanza
di investire in innovazione e di trasmettere il ‘life style’ contenuto nei
propri prodotti: cultura, esperienza
qualità proprie di un territorio. L’accordo di cui parliamo oggi, la collaborazione con il sistema bancario,
va nella direzione della valorizzazione estera del tessuto produttivo
marchigiano, che non significa affatto delocalizzazione”.
Lo ha detto l’assessore regionale alle
attività produttive Gianni Giaccaglia
nella conferenza stampa di venerdì
14 luglio presentando l’accordo di
programma Regione-Banca Popolare di Ancona, accordo che ha portato alla costituzione di un fondo di
un milione e mezzo di euro per l’internazionalizzazione delle piccole e
medie imprese locali.
13
Varie
23 Luglio 2006
La nota rassegna itinerante di musica popolare
di Paolo Marcozzi
Mazzini Giuseppe (Porta, da Via Mazzini a Via XV Settembre) Già Porta Mannelli.
Mazzola Valentino (Via, da Via
F. Coppi a Via Binda) Calciatore
(Cassano D’Adda, 1919, Superga
1949). Centrocampista, capitano
del grande Torino e della Nazionale, anche lui scomparso con tutta la
squadra nella sciagura di Superga.
Mazzoleni Pericle (Via, da Viale Trieste a Via Marconi) (Jesi,
1814 – Roma, 1880) Deputato nel
1849 alla Costituente Romana, fu
segretario di Mazzini a Londra.
Successivamente si orientò verso
la monarchia costituzionale e fu
nominato intendente in Romagna.
Acuto di mente ed abile negli affari,
ricoprì in seguito la carica di prefetto ad Arezzo e Campobasso, fino
a dirigere la prefettura in Ancona.
Morì a Roma per il dispiacere di
non essere stato nominato prefetto
di quella città, come aveva creduto
quando vi si era trasferito.
Mercantini Luigi (Via, da Via
Gramsci a Piazzetta S. Romualdo)
(Ripatransone, Ascoli Piceno, 1821
– Palermo 1872) A dieci anni entra nel seminario diocesano di Fossombrone. Nel 1841, prima assume l’incarico di
bibliotecario della Biblioteca comunale, poi gli viene affidata la cattedra di Umanità e Retorica di Arcevia, mentre
l’anno successivo viene nominato
maestro di Eloquenza a Senigallia.
Nel 1845 sposa, ad Arcevia, Anna
Bruni, che muore dopo appena
otto mesi, stroncata da un male
ereditario. Nel 1846, salito al soglio
pontificio Pio IX (Giovanni Mastai
Ferretti di Senigallia), Mercantini si
accende di entusiasmo per le riforme iniziate e per le idee di libertà e
di indipendenza espresse dal nuovo
Papa. Nel 1849 partecipa alla sfortunata difesa di Ancona, assalita
dagli Austriaci e, dopo la capitolazione della città, si reca in volontario esilio in Grecia.
Tornato in Italia, a Genova, nel 1854, viene nominato docente di Letteratura Italiana e Storia nel Collegio femminile delle “Peschiere” e l’anno successivo sposa Giuseppina
(continua al prossimo numero)
Torna il Monsano Folk Festival
P
artirà sabato il Monsano Folk Festival, rassegna internazionale ed
itinerante di musica popolare originale e di revival, alla sua ventunesima edizione. Il Festival, voluto dal
Comune di Monsano, con il contributo della Provincia di Ancona e
della Regione Marche, curato da “La
Macina” e dal Centro Tradizioni Popolari, per la direzione artistica di
Gastone Pietrucci, il Monsano Folk
Festival si svolge quest’anno nell’arco
di quindici giornate (dal 29 luglio al
12 agosto) ed in forma itinerante, tra
i Comuni di Monsano, Jesi (quattro
giornate), Montemarciano, San Marcello, Maiolati Spontini, Serra San
Quirico, Castelfidardo, Mergo, Montecarotto, Monte Roberto e Polverigi.
Anche quest’anno il Festival ha un
ricco cartellone di proposte e di ben
sette diversi lavori montati esclusivamente per questa rassegna, ed una
prima nazionale. “La Macina si presenta con quattro nuovi spettacoli, il
terzo dei quali – “La polvere si alza”
– è un omaggio a tre grandi cantautori italiani: Luigi Tenco, Piero
Ciampi e Fabrizio De Andrè, mentre il quarto – “La Macina storica”
– è un concerto dei suoi componenti
“storici” (Claudio e Giuseppe Ospici,
Piergiorgio Parasecoli e Gastone Pietrucci) riuniti per l’occasione.
La presenza di due musicisti e gruppi
stranieri arricchisce il cartellone del
Festival: il duo bretone: “Gwenael
Kerleo & Patrick Langot” (arpa, voce
e violoncello) ed il maestro Irio De
Pula definito dalla critica “il più affascinante e straordinario chitarrista
brasiliano”.
Per il folk italiano, il Gruppo pugliese Uaragniaun e I Gang, capiscuola
del cosiddetto combat-folk, uno dei
gruppi più seri, impegnati e significativi nella storia del rock italiano.
che presenteranno il loro ultimo cd,
“Il seme e la speranza”.
Martedì 1° agosto, ore 22 – Jesi,
teatro studio Moriconi: recital di Irio
De Paula.
Giovedì 3 agosto, ore 22 – Monte
Roberto, villa Salvati, concerto: “La
Macina e l’altra parte del cielo”.
Venerdì 4 agosto, ore 22 – San Marcello, piazza Lombardi, concerto con
Milonga Quintet.
Domenica 6 agosto, ore 22 – Jesi,
piazza delle Monnighette, concerto
con Uaragniaun
Lunedì 7 agosto, ore 12 – Jesi, chiesa di San Bernardo: “Adria e le altre”,
le voci della filanda jesina (a cura di
Questi, gli appuntamenti del Monsa- Gastone Pietrucci)
no Folk Festival 2006 riguardanti la
nostra zona:
Lunedì 7 agosto, ore 22 – MontecaSabato 29 giugno, ore 22 - Monsa- rotto, piazza Latieri, concerto “Finis
no, piazza dei Caduti, concerto inau- Terrae / Latin Groove Trio”
gurale con “Gwenael Kerleo & Patrick Langot”.
Mercoledì 9 agosto, ore 22 – Moie,
Domenica 30 luglio, ore 12 - chiesa cortile della chiesa di Santa Maria,
Santa Maria fuori Monsano, concer- concerto Gang in “Il seme e la speto con Giuseppina Piana Marcheselli. ranza”.
Lunedì 31 luglio, ore 22 – Jesi,
piazza delle Monnighette: Gastone Sabato 12 agosto, ore 22, Monsano,
Pietrucci canta gli Oloferne e i Radio piazza dei Caduti, concerto di chiuNoè.
sura: “La Macina storica”.
Una raccolta al Museo del Vino di Staffolo
Immagini e curiosità enologiche nel mondo
Nell’ambito della rassegna “Calici
di stelle” (in calendario dal 10 al 13
agosto) che coincide con l’inizio della 41^ Festa del Verdicchio, il Comune di Staffolo ha voluto allestire una
mostra culturale dal programmatico
titolo “Bacchica - Raccolta di immagini e curiosità enologiche nel mondo”. La rassegna - composta da poco
meno di venti pezzi fra xilografie,
fotoincisioni, acqueforti, eliografie, incisioni stampate per lo più nel
XIX secolo, con qualche eccezione
riguardante quello immediatamente successivo - tende a seguire un
filo logico che, partendo dall’aulico
e classico mito di Bacco di matrice
greca e latina, giunge fin quasi ai nostri giorni.
Il curatore dell’esposizione, lo studioso Ettore Passalalpi Ferrari (che
nelle Marche ha già organizzato con
successo nel 2004 la rassegna “Il
mito di Bacco” per il Comune di Cupramontana), accanto a documenti
riguardanti il mondo antico, ne ha
inseriti altri che si riferiscono al medioevo, fino ad arrivare ad opere che
illustrano la lavorazione del vino nel
secolo scorso e ad alcuni fogli pubblicitari stampati nella prima metà
del Novecento.
Tra le opere esposte – alcune delle
quali nel riproducono lavori di artisti
come Bartolomeo Pinelli o Annibale
Caracci - al termine della mostra resteranno, per desiderio di quanti le
hanno prestate, di proprietà del Comune di Staffolo.
da sistemare
Strade provinciali
Milva Magnani, capogruppo di “Forza Italia”, ha presentato in Consiglio Provinciale una mozione dove
impegna l’amministrazione
a intervenire urgentemente sulle strade provinciali
18 (tratto da San Marcello–Belvedere Ostrense ad
Ostra) e 13 (tratto dal cimitero di San Marcello a
Morro d’Alba). “Sono ora-
mai più di dieci anni – scrive la Magnani - che non si
rinnovano i manti stradali;
si è intervenuti solo con
sporadici rattoppamenti
nonostante i tecnici provinciali responsabili della
zona l’avessero segnalate
come priorità vista la pericolosità e il disagio causato
ai cittadini”.
Già nel 2003 la Magnani
aveva presentato una interrogazione per segnalare
alla Provincia la precarietà
di quelle strade; nonostante l’impegno allora preso
dall’assessore Linguiti di
intervenire subito, “ancora oggi la Provincia non
è intervenuta né le strade
figurano nel Piano provinciale delle opere pubbliche
2006-2008”.
Tra du’ campanili
Le scantafâole
I libbri
Le scantafâole ‘n se rconta più,
le nonne le rcontava intorno al fogo,
oggi se campa non trôanno lôgo
cuscì ‘n c’è tempo e non c’è nisciù
I libbri è belli caro amico mia,
lì dendro qual che cerchi c’è nigosa,
bisogna a di’: fa tanta compagnia
e devo ditte è proprio ‘na gran cosa.
che le rconta, nemmeno pressappoco.
Con quelle se ‘mparava la virtù,
non c’era e ‘n se cercava el pedagogo,
‘mparâi le cose bone coi tabù.
Non vedi che bellezza, che armonia?
li pôi paragonà pure a ‘na rosa
oppure a ‘na bella melodia.
Te digo ch’è ‘na cosa favolosa.
Oggi se guarda la televisione,
sci prôi a rcontalle ala gioventù
te dice che ‘n c’è mango paragone;
Ce n’ho ‘na stanza intera, viè a vedè,
manga pogo, c’è ‘ncora qualche falla,
sui venti pezzi pe’ finì bembè.
jé pare ‘na cosa troglodidiga.
Allora pensi che ‘n se rconta più;
‘n è vero, le rconta la polidiga!
Pe’ rompe ‘n pogo la monotonia
ce metto qualche copertina gialla
e dopo ho compledado la scansia.
Lucio Longhi
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23 Luglio 2006
indirizzare a: Voce della Vallesina
AGENDA
IL SANTO DEL GIORNO
Giovedì 20 Sant’Apollinare – Sant’Elia – Venerdì
21 San Lorenzo da Brindisi – Sabato 22 Santa
Maria Maddalena – San Gualtiero da Lodi – Domenica 23 Santa Brigida - Lunedì 24 Santa Cristina di Bolsena - Martedì 25 San Giacomo apostolo
– Santa Valentina – Mercoledì 26 Santi Gioacchino e Anna - Giovedi 27 Santa Natalia – Venerdì 28
Santi Nazario e Celso – Sabato 29 Santa Marta
– Santa Beatrice – Santa Lucilla – Domenica 30
San Pietro Crisologo – San Leopoldo.
AGENDA
Venerdì Venerdì 21
Moie – antistadio campo sportivo “Pierucci”
inizia “La ventiquattr’ore de le Moie” , organizzata
dal Centro Giovanile Parrocchiale “Don Bosco”.
Jesi – ostello “Villa Borgognoni” (dalle ore 20
alle 24) “Ostello a porte aperte. Critica.mente:
l’altro mondo”, artigianato e gastronomia
dal mondo… tutelando i diritti umani, con la
collaborazione di Bottega del Mondo Solidale,
Amnesty International, Emergency.
Sabato 22 luglio
Moie – antistadio campo sportivo “Pierucci” si
conclude “La ventiquattr’ore de le Moie” .
Maiolati Spontini – giardino Asilo “Spontini”
(ore 18,30) “Quotidiane ironie”, versi satirici di
Francesco Zuccarini, Maiolati Spontini – asilo
“Spontini” “Le fotografie di Mario Valchera”
(apertura in corrispondenza con gli orari di
apertura del museo “Spontini”)
Jesi – centro sportivo di via Ricci 7 (ore 21,30)
teatro d’estate: “Il giovane Frankestein”
presentato dalla compagnia Piccola Ribalta.
Domenica 23 luglio
Maiolati Spontini – chiesa della Cancellata (ore
18,30) conferenza del prof. Réginald Gregoire
sul tema “Dall’insegnamento classico alla
propedeutica medievale”
Maiolati Spontini – chiesa della Cancellata (ore
21,30) concerto lirico con Gianpiero Ruggeri
(baritono), Ludmila Guerova (soprano) e
Alessandro Benigni (pianoforte).
Jesi – cortile ex Appannaggio (ore 21,30) per il
ciclo “Ambarabà” il Terzo Studio-Pisa presenta
“L’ombra del lupo”, un teatro di narrazione e
burattini con musica dal vivo.
Mercoledì 26 luglio
Monsano – villa Pianetti (ore 21) “La voce, il
corpo, il pianoforte e il flauto”, preludio poetico
ellenico
Venerdì 28 luglio
Jesi – centro sportivo di via Ricci 7 (ore
21,30) teatro d’estate: “La Valchiria”
presentato dalla compagnia “La barcaccia”
Sabato 29 luglio
Jesi – centro sportivo di via Ricci 7 (ore 21,30)
teatro d’estate: “Senso unico” presentato dalla
compagnia “Vissidarte”
Maiolati Spontini – chiesa della Cancellata (ore
21,30) conferenza della prof. Laura Cavasassi sul
tema “La filosofia di Pavel Fiorenskij”.
Maiolati Spontini – chiesa della Cancellata (ore
21,30) concerto di gala “Canti… amo Spontini”,
omaggio al musicista con il coro polifonico “David
Brunori”
Domenica 30 luglio
Maiolati Spontini – colle Celeste (ore 18,30)
spettacolo con il mago Pierre.
Maiolati Spontini – colle Celeste (ore 21,30) per
il ciclo Ambarabà: “Giovannino senza paura”,
spettacolo teatrale per bimbi
In televisione
Sabato 22 luglio - ore 17,15 (Rai Uno) “A sua immagine” con Andrea Sarubbi
Domenica 23 luglio – ore 10 (Retequattro) Santa
Messa – ore 10,30 (Rai Uno) “A sua immagine”
con Andrea Sarubbi – ore 10,55 (Rai Uno) Santa
Messa – ore 11,50 (Rai Uno) Recita dell’Angelus.
Farmacie di turno
Giovedì 20 Delle Grazie - venerdì 21 Comunale 1
- sabato 22 Cerni - domenica 23 Moretti – lunedì
24 Barba – martedî 25 Delle Grazie - mercoledì
26 Comunale 1 - giovedî 27 Cerni - venerdì 28
Moretti - sabato 29 Barba - domenica 30 Delle
Grazie.
Piazza Federico II , 8
60035 Jesi
tel e fax 0731.208145
e-mail [email protected]
”Italiani da fare”
chi l’ha detto?
Dal sig. Aldo Antolini, con
riferimento all’articolo di
fondo dell’ultimo numero:
Caro gi elle, ho molto apprezzato il suo fondo “fratelli
d’Italia”; ma non me ne voglia se mi permetto di correggere la citazione riferita a
Mazzini. In realtà fu Massimo D’Azeglio a scrivere ne “I
miei ricordi”: “badate, l’Italia
è fatta, non gli italiani....”.
Cordialmente.
Ero alle prime armi nel
mondo della carta stampata quando un giornalista di
lungo corso mi disse: ”In questo mestiere, che è tutto una
corsa, prima o poi capita di
sbagliare; quando ti capita
di sbagliare e te lo fanno notare, devi spiegare che il tuo è
stato un errore voluto, che lo
hai fatto apposta: per vedere se i tuoi articoli sono letti
o no”. Potrei rispondere così
al sig. Antolini, ma me ne
guardo bene: sarebbe, il mio,
solo un patetico tentativo di
salvarmi in angolo.
Potrei appellarmi al “detto”
e “scritto”, ossia: io non ho
detto che Mazzini ha scritto
quella frase, io ho scritto che
Mazzini l’ha detta e, se non è
facile dimostrare che l’abbia
scritta, è più difficile dimostrare che non l’abbia detta…
Ma anche in questo caso sarebbe un po’ come arrampicarsi sugli specchi.
Dirò invece che, in realtà, al
momento di scrivere il fondo dell’ultimo numero non
ricordavo a chi andasse attribuita quella frase (i miei
anni di scuola risalgono alla
preistoria): nel dubbio, mi
ero affidato al computer, immergendomi in quell’oceano
di informazioni che è internet. Digitando e cliccando,
avevo trovato una sfilza dei
riferimenti che cercavo, ma
mi ero fermato al primo, di
un sig, Massimo Bassini che
scrive, testualmente: “ricordo
la celebre frase di Mazzini:
L’Italia è stata fatta, ora bisogna fare gli italiani”. E avevo
accettato per buona quella
versione.
Anagrafe
i Lettori scrivono...
L’e.mail del sig, Antolini mi
ha incuriosito e sono tornato a rovistare su internet.
Ho scoperto che la frase in
discussione è, sì, una frase
storica, ma con molti padri: infatti, oltre a Mazzini e
D’Azeglio, la rivendicano anche Cavour e Garibaldi…e
forse qualche altro ancora.
A questo punto, mentre ringrazio il sig, Antolini per
avermi offerto l’occasione
per giustificarmi, provo a
ristabilire così la verità: a
Cesare quel che è di Cesare, e a D’Azeglio quel che è
di D’Azeglio. Come dire: se
ad “inventare” quella frase
è stato proprio lui, D’Azeglio,
è giusto che glie ne venga riconosciuta la paternità.
(gi elle)
Gli avvocati
e le liberalizzazioni
mettono ai “grandi” clienti il avrà pure un significato. Che
gioco al ribasso, utilizzando le singole categorie si ribellisoltanto i grandi studi; 4) la no, è scontato proprio perché
necessità di mantenere un vogliono difendere la loro pocerto decoro obbligherà il sizione corporativistica che
professionista a rivalersi nei non esiste in nessuna nazioconfronti dei clienti occasio- ne d’Europa. A cominciare
nali. L’onorario minimo era da quella dei notai per finirivolto per lo più a mantene- re a quella dei farmacisti. E
re una parità di condizioni la pletora di avvocati, come
per i clienti privati ed occa- dei medici e di altre categosionali.
rie, trova la causa a monte,
Molto ci sarebbe da dire an- nella mancata riforma uniche sulle altre privatizzazio- versitaria – numero chiuso
ni da te tanto esaltate con – che nessun partito e nessun
condanna senza appello di governo hanno mai avuto il
chi protesta. Non volendo coraggio di portare avanti
fare l’avvocato di nessuno le seriamente. E a valle, oggi,
mie osservazioni sono limi- raccogliamo i frutti imposti
tate alla categoria a cui ap- dagli universitari del ’68 e
partengo.
oltre, e dalla demagogia dei
Cordiali saluti.
partiti.
Con l’amicizia di sempre.
Risponde il prof. MassacceCalcio, corruzione
si:
e dintorni
Caro Marcello, nel ringraCon riferimento all’articolo ziarti per l’attenzione, mi
“Sono decisioni né di destra preme sottolineare subito che
né di sinistra” pubblicato da le privatizzazioni del decre“Voce” il 9 luglio scorso, l’avv. to Bersani non sono da me
Marcello Pentericci all’au- “tanto esaltate”, ma semplicetore dell’articolo prof. Vitto- mente prese in consideraziorio Massaccesi:
ne come iniziative politicosociali positive. Niente di più.
Caro Vittorio. appartengo, Perché non costituiscono di
come ben sai, ad una delle certo una rivoluzione sociacategorie lobbistiche, con- le, ma stanno ad esprimere
siderate da te tanto privile- un metodo e una volontà di
giate.
sburocratizzare e di andare
I decreti legge governativi incontro, con modeste iniche non sono né di desta né ziative legislative, alla vita
di sinistra come tu affermi, di tutti i giorni dei cittadini.
saranno molto meno utili ai
Certo, alcune saranno più
cittadini di quanto si pensi. utili e altre meno, anche perLe riforme ben fatte e senza ché, nella loro applicazione,
demagogia sono quelle che c’è di mezzo l’iniziativa delle
avendo un quadro generale amministrazioni comunadella situazione incomincia- li, che possono essere più o
no ad aggredire i problemi a meno solerti, più o meno
monte e non a valle.
convinte.
Gli avvocati in Italia sono ar- Non mi soffermo sui dettagli
rivati ad essere circa 180.000 che offri in difesa della sie con un aumento annuo di tuazione degli avvocati: sei
circa 15.000.
il loro rappresentante nella
A Jesi gli avvocati sono oltre zona e fai bene (anche se “il
150. Di fronte a tale situazio- processo” all’avv. Ichino sta a
ne non riscontrabile in alcun dire qualche cosa). Mi prepaese europeo, i provvedi- me piuttosto sottolineare,
menti del governo che sono d’accordo con te, che sono
come al solito “a valle” del provvedimenti “a valle” e che
problema genereranno que- c’è ben altro da fare a monte.
sti risultati:
Ma questo non vuol dire che
1) fanno aumentare ancora non si debba incominciare. E
il numero degli avvocati; 2) il fatto dell’ accettazione dei
dequalificano ulteriormente provvedimenti da parte dei
la categoria e peggiorano i sindacati, della Confinduservizi ai cittadini; 3) per- stria e della Banca d’Italia
Nati
(a Jesi, salvo diversa indicazione)
21 giugno Laeba Qaiser; 22 giugno Mario Davide Lanza;
26 giugno Marco Atia; 30 giugno Denisa Violeta Boboc,
Giammarco Girombelli, Israa Rezgui, Gaia Rossetti; 4 luglio
Viola Jencinella; 5 luglio Claudia Azzurra Liuti; 6 luglio Rita
Chiara Luccicano, Alessandro Giorgio Boghean; 7 luglio
Giulia Rinaldi, Michele Birilli, Sofia Mocchegiani, Michela
Rossetti; 8 luglio Benedetta Bini; 9 luglio Sofia Bottiglia.
Oggi sposi
Giovedì 20 luglio: Ferdinando D’Isanto e Mariangela
Vastarelli a Napoli.
Sabato 22 luglio: Gianluca Bigi e Francesca Coppa a San
Francesco d’Assisi - Mirko Bartolucci e Federica Aquilanti a
San Giovanni Battista - Alessandro Oradei e Katia Baccani
a San Giuseppe.
Domenica 23 luglio: Moreno Vallasciani e Francesca
Ludovico a Santa Lucia - Angelo Loccioni e Paola Vigoni a
Cingoli (Cattedrale) - Massimo Toti e Paola Cingolani a San
Giuseppe.
Matrimoni
24 giugno Michele Campanelli e Marta Belegni, Gianluca
Vignaroli e Ilenia Duca, Luca Lucarini e Silvia Marcellini;
25 giugno Mauro Belardinelli e Valentina Valeri, Andrea
Bernacchia e Stefania Crudeli, Andrea Santelli e Sonia
Dal collega Nicola di Francesco:
Caro direttore, Vittorio
Massaccesi nel suo articolo
(“Non uno ma due esempi”)
del 16 luglio pecca un po’
di presunzione. Mi piace
quando dice che Mastella si
dovrebbe vergognare, ma è
disinformato quando parla
della Borsa e delle squadre
che sono entrate in Borsa.
Cosa vorrebbe vietare? C’è
una legge dello Stato che ha
permesso questo, cambiando lo stato giuridico delle
squadre professionistiche,
ed è una legge che porta il
nome di Veltroni. Forse il
nome del sindaco di Roma
dovrebbe dirgli qualcosa.
Cordiali saluti.
Risponde Vittorio Massaccesi:
Se la legge l’ha voluta Veltroni, Veltroni ha sbagliato, e di
grosso. Io non ho detto che le
società hanno avuto comportamenti illegali entrando in
Borsa. Ho detto che la Borsa
le ha spinte ad imbrogliare
pur di conquistare un gol o
una vittoria in più per difendere le azioni, perché per
loro, ormai, il pallone era (ed
è) solo un problema di soldi.
Altro che sport. La legge va
cambiata. Punto e basta.
Sampaolesi; 1° luglio Diego Palmieri e Sarah Paola Venanzi,
Massimiliano Fratini e Silvia Giambartolomei, Angelo
Ciucci e Alessandra Notari, Emanuele Cingolani e Glenda
Bucci, Samuele Camagni e Carla Loccioni; 2 luglio Michele
Caimmi e Roberta Ponzetti, Gianluca Gobbi e Romina
Talacchia; 8 luglio Augusto Ferrini e Tiziana Cozzoli Poli.
Defunti
(a Jesi, salvo diversa indicazione)
26 giugno Alba Primucci (82 anni) di Poggio San Vicino;
28 giugno Alvaro Rossetti (78) di Monte Roberto, Anna
Maria Marcelletti (69) di Castelplanio, Ezio Mercanti (78)
di Cupramontana, Raffaele Barchiesi (84), Bruna Baldoni
(96) di Belvedere Ostrense; 29 giugno Elsa Bonopera (95),
Villelmina Pasquini (94) di Santa Maria Nuova, Francesca
Lenti (73), Franchina Bolletta (71); 30 giugno Bonafede
Pastori (91) di Cupramontana, Natale Bastari (78) di
Staffolo, Gina Latini (80), Silio Simoncini (75) di Rosora;
1° luglio Carlo Piersanti (79), 2 luglio Alba Cimarelli
(78), Luciana Battaglia (79) di Cingoli; 3 luglio Augusto
Agostinelli (77), Angelo Raffaele Mele (88), Lanfranco
Fabbracci (60) di Monsano; 4 luglio Ulderico Romagnoli
(94); 5 luglio Giuseppe Marinelli (95) di Castelbellino; 6
luglio Fabio Brenciani; 8 luglio Maria Pellegrini (71),
Paola Falcetelli (55) di San Marcello; 9 luglio Irma
Ciattaglia (91) di Monte Roberto, David Spaccia (75); 11
luglio Guido Pambianchi (78) di Belvedere Ostrense; 12
luglio Giuseppe Fava (81); 13 luglio Livia D’Azzeo (79) e
Angela Toni (75).
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Sport
23 Luglio 2006
L’incontro con Mons. Rocconi
La vittoria degli azzurri ai mondiali di calcio
Tre immagini raccontano…
(gi elle) Col passare dei giorni, l’entusiasmo, l’euforia
esplosi con la vittoria dell’Italia ai mondiali di calcio
hanno perso via via – com’era naturale che fosse - la
carica iniziale. Resta il ricordo di un’impresa esaltante. E restano le immagini di quella domenica entrata nella storia del calcio azzurro: immagini come
le tre che abbiamo selezionato fra le tante passate in
archivio e che qui vi proponiamo
Il Csi ringrazia il nuovo Vescovo
Andrea Gasparini, presidente del Csi (Centro
Sportivo Italiano) di Jesi,
al Vescovo mons. Gerardo
Rocconi:
G
Giardini pubblici, insolitamente frequentati da
tanti giovani in attesa del fischio d’inizio per seguire sul maxischermo la finale di Berlino: scritte, bandiere e tanta gioventù mobilitati per il
match più importante di questo inizio di secolo.
E di millennio.
(foto Fabrizio De Donatis)
razie della fiducia,
don Gerardo. Questo
è quello che ci sentiamo
di dire al nuovo Vescovo
mons. Gerardo Rocconi che ha ricevuto tutta la
presidenza del Csi di Jesi.
Un semplice grazie, perché
non basterebbero mille parole per descrivere quale
forza ci ha trasmesso; con
la sua tranquillità è riuscito
a donarci la forza più grande che ci potessimo aspettare “la fiducia”.
Lei ci ha ricordato come il
nostro operato si inserisce
in una posizione tanto bella quanto difficile, ovvero
tra la prevenzione, l’educazione ed il messaggio
cristiano. Siamo d’accordo, tiamo tutta e ci auguriamo
don Gerardo, e lo siamo di poter essere d’aiuto a
ancora di più quando ci chi ce lo chiede, speriamo
ricorda che i traguardi più di essere presenti sempre,
belli sono quelli che in- ma sicuramente, dopo aver
contrano maggior difficol- parlato con Lei lo faremo
tà nel cammino, le stesse con maggiore entusiasmo,
difficoltà che incontriamo tutto quello che ci ha tratutti i giorni sui campi da smesso nell’incontro. Gragioco, negli Oratori con i zie
ragazzi, o semplicemente
quando non riusciamo a Nella foto: mons. Rocrispondere alla chiamata di coni, insieme al vescovo
un parroco che ha bisogno di Senigallia, alla festa
di aiuto. “Teatro e danza” del Csi.
La nostra missione, come ci
ha ricordato
Lei, è la promozione dell’e ducazione
attraverso lo
sport e il lavoro di sostegno
agli
oratori
parrocchiali:
noi ce la met-
VOLLEY Sarà una Monte Schiavo giovane
Zamora Gil chiude la campagna acquisti
E’ il momento del successo pieno, del grande trionfo, della gioia incontenibile: la maxi bandiera che domina i cortei per le vie del centro, la bandiera
come abito che avvolge e veste con i tre colori nazionali anche il tifo e il cuore degli sportivi jesini.
(foto Barbara Colò)
a casa come riserva.
La Zamora (nella foto)
a campagna acquisti della
è rimasta inattiva fino a
Monte Schiavo Banca Marquesto inverno, quanche è arrivata al capolinea. La
do Pesaro e Jesi le hanno
società ha ufficializzato l’indato la possibilità di algaggio dell’ultima giocatrice, la
lenarsi. L’atleta caraibica
cubana Martha Maria Zamora
si aggregherà alla Monte
Gil. Nata il 15 ottobre ‘83 a Las
Schiavo il 4 settembre
Tunas a Cuba, la Zamora è alta
quando inizierà la prepa187 cm ed è in grado di ricoprirazione per il prossimo
re più ruoli. Con la sua nazionale
campionato.
è stata utilizzata da prima come
Con il suo acquisto, la
centrale, poi come schiacciatrice
rosa a disposizione di
ed infine, come attaccante-palcoach Abbondanza si arleggiatore, nello schema con il
ricchisce ulteriormente
doppio regista. A soli tredici anni era in di un’altra giovane: sono ben sei le “prilline”
campo con la juniores e a sedici anni ha sotto i venticinque anni. Oltre a Zamora,
debuttato nella selezione maggiore, di cui ci sono anche Zilio, Cella, Calloni, Jaqueha fatto parto fino all’anno scorso. Con line e Giogoli.
Cuba ha partecipato ai giochi panameri- Sul fronte delle partenze segnaliamo l’adcani ed al World Grand Prix del 2003. Era dio di Arimattei, passata ad Isernia in A2 e
stata inserita tra le diciotto candidate alle non Conegliano, come scritto nel numero
Olimpiadi di Atene 2004, rimanendo però precedente.
di Giuseppe Papadia
L
CALCIO Arrivi e partenze
Bonsignore e Castiglione nuovi leoncelli
L
a Jesina Calcio ha ufficializ- partite. «Vengo a Jesi con granzato l’ingaggio dell’attaccan- de entusiasmo – ha dichiarato
te Gabriele Bonsignore e del - perché so che la piazza è imcentrocampista Giuseppe Ca- portante. Ho capito subito che
stiglione.
la società ha voglia di traguardi
Gabriele Bonsignore - Nato ambiziosi e questo è molto stia Messina il 24 settembre 1982, molante per un giocatore».
è cresciuto nella squadra della Giuseppe Castiglione - Prosua città, dove ha esordito in se- veniente dalla Maceratese, è
rie C2. Dopo aver militato nella nato il 28 gennaio 1970 a Grotserie D siciliate, in provincia di
na (Milazzo)
Agrigento. Ha inie
nell’Eccelziato la sua carriera
lenza pugliese
nella squadra del
(Acquaviva), è
suo paese, per poi
approdato al
trasferirsi all’AkraCingoli dove
gas, dove ha vinto
ha realizzato
un campionato di
undici gol in
Serie D e ha giocato
meno di venti
in C2. Da Agrigen-
to si è trasferito a Trapani in
C1 e quindi all’Avellino in Serie
B. Dopo quattro anni trascorsi tra Siena e Pistoia in serie B
e C1, Castiglione è approdato
all’Ancona, dove ha disputato
due stagioni in B. Dopo Ancona, Giulianova, Ravenna e gli
ultimi due anni nelle file della
Maceratese, con cui ha vinto
un campionato di Eccellenza e
ottenuto, l’anno dopo, in D un
ottimo piazzamento. “Vengo
a Jesi con grandi stimoli – ha
dichiarato - e non può essere
altrimenti, quando si gioca per
una società seria e un pubblico
importante”.
Nella foto: Bonsignore e Romiti
BASKET Bocchini e Subotic già al lavoro
Capitan Rossini sul piede di partenza
celto il nuovo allenatore, il diret- ti a restare gli altri due giocatori già
SSubotic
tore sportivo Bocchini ed il coach sotto contratto, Casini e Maggioli.
hanno già cominciato a lavo- Dal 19 luglio, data del primo consiglio
rare per costruire l’Aurora Basket del
futuro. I loro piani però, rischiano di
subire una dura battuta d’arresto. Capitan Rossini, sei stagioni a Jesi, simbolo della squadra ed idolo della tifoseria, sembra sul punto di lasciare la
città di Federico II.
“Allo stato attuale credo che non rimarrò – ha detto il capitano jesino
– Ho avuto un colloquio in cui mi è
stata chiesta una riduzione superiore
ad un terzo del mio contratto, senza
nulla di propositivo in cambio.
Il cuore mi direbbe di restare,
comprendo le difficoltà della
nuova proprietà ma è chiaro
che non posso essere io a farmi carico di questi problemi. Il
mercato mi offre alcune possibilità che io, seppur a malincuore, sto iniziando a vagliare”.
Sembrano invece, intenziona-
d’amministrazione, il primo del dopo
Latini, si capirà come la società deciderà di muoversi sul mercato. L’idea,
visto il budget, è di guardare anche a
cosa offre la B1.
Sono state definite intanto, le cariche
dello staff tecnico. Saranno Luca Ciaboco e Massimiliano Milli i due vice
di Subotic. Milli continuerà ad occuparsi anche del settore giovanile.
Gip
(foto Giaccaglini)
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Uno scorcio di via Marconi, una delle vie più lunghe di Jesi. Strada deserta,
non si vede anima viva; e allora viene naturale pensare che la foto non possa essere stata scattata che in coincidenza di quel memorabile avvenimento:
tutti in casa, inchiodati davanti alla Tv per la partitissima.
(foto Paola Cocola)