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Settimanale d’informazione
ANNO LVI- N. 28
euro 1
www.vocedellavallesina.it Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, DCB - Jesi
Jesi, domenica 2 agosto 2009
Impôt reprisé Tassa riscossa Ufficio di Jesi
Il 1° settembre le chiese europee celebrano la Giornata per la Salvaguardia del Creato: il bene dell’aria
Mettiamo giudizio: cambiamo aria
P
rima che chiudiamo su bottega e andiamo tutti (?) in ferie, mi sia permesso di
anticipare fin d’ora qualcosa sulla prossima
IV Giornata per la salvaguardia del Creato
promossa dalle chiese europee (quindi anche protestante e ortodosse). Certo, la data
non è molto felice, dato che molti (parrocchie comprese) saranno ancora nel clima
vacanziero: proprio per questo vorrei accennare fin d’ora qualcosa, ripromettendomi qualche articoletto per settembre. Prima però ricapitoliamo: dopo il 2006 con un
tema generico (“il mondo come giardino da
custodire”), si è passati nel 2007 a qualcosa
di più preciso: la Terra. Nel 2008 poi l’Acqua,
mentre quest’anno 2009 dovremmo riflettere sull’Aria. Argomento quanto mai attuale,
visto che la salute della nostra atmosfera è
stata era uno dei punti di faticosa trattativa
nel recente G8 de L’Aquila. Qui vorrei soltanto proporre un caso concreto: che potrebbe indurci a gesti di maggiore responsabilità fin da questa estate.
Pochi giorni fa un tizio riferiva della bella
decina di giorni passati con una comitiva
di amici sulle Dolomiti: aria fresca, superbi
paesaggi, ottime escursioni, ottima recettività alberghiera. Poi il ritorno in auto in un
fine settimana da bollino rosso o nero: un
insopportabile calvario autostradale lungo
500 km! Sotto il chioppo del sole si facevano
10 km, poi sosta, poi altri 10 a passo d’uomo, poi altri più veloci, e ancora un imbot-
tigliamento, specie vicino ai grandi centri
urbani. Insomma un tira e molla estenuante:
non solo da far saltare i nervi appena rilassati fra le cime montane, ma suscettibile di
inquinare totalmente quei polmoni appena
ossigenati dall’aria frizzantina delle abetaie
alpestri. Certo, siamo abituati alle cronache
“sentirci qualcuno” quando ci mettiamo alla
guida della nostra macchina? Non è forse
l’auto una delle maggiori cause dell’effetto
serra? Non sarebbe il caso di rivedere
i
nostri stili di vita: ad esempio usando di più
treno e bus? E a chi parla di qualche disagio
o limitazione, ammetto che ce ne siano: ma
probabilmente sono pari se non inferiori a
quelli raccontati dal tizio di cui sopra. Senza
contare un più alto rischio d’incidenti stradali: oltre 5000 l’anno, specie d’estate.
E poi, a proposito di Dolomiti: in occasione
del recente loro inserimento nel “Patrimonio
dell’Umanità”, qualche dissennato “operatore
economico” trentino-altoatesino s’è fregato le mani prevedendo un incremento del
turismo nientemeno che del 30%. Qualche
altro invece, dotato di cervello e di amore
alla montagna e alla sua bellezza (ad esempio Messner), ne ha tratto una conclusione
contraria: che cioè bisogna assolutamente
impedire alle macchine di raggiungere certe
quote e certe località particolarmente fragili.
Chi vuol andarci, usi i mezzi pubblici, le seggiovie (e affini) e meglio ancora, se può, le
proprie gambe. Sennò se le veda in cartolina
radio-TV con i rituali bollettini degli “eso- o negli splendidi documentari di Piero e Aldi” e “contro-esodi”, e le immagini di queste berto Angela. Questo significa dare un constagionali, mugghianti transumanze uma- creto contributo a quel “cambiare aria” che
ne scalpitanti sulle rombanti quattro ruote. i politici mondiali hanno promesso entro il
Ma sarebbe ora scossa per chiedersi: ma è 2050. Ma se non cominciamo un po’ noi a
saggio tutto questo? Possiamo ancora conti- mettere giudizio fin d’ora, “campa cavallo!...”.
nuare a cedere al brivido adolescenziale del
Don Vittorio Magnanelli
Buone vacanze!
Voce sospende la pubblicazioni per il mese di agosto. Tornerà ai lettori con il numero
20 del 6 settembre che arriverà agli abbonati il 3 settembre.
La direzione e la redazione ringraziano i lettori e gli inserzionisti per l’affetto
e il sostegno ed augurano di trascorrere un tempo di riposo e di serenità.
Helder Camara a cento anni dalla nascita e a dieci dalla morte, ci offre una meditazione.
Il sogno di una giustizia sociale e di una chiesa povera
Se, dopo le tante traversie e poi, come arcivescovo, con
con la società brasiliana la diocesi di Recife, brucia
e anche con la Chiesa di l’attenzione e l’opera verso i
Roma, papa Giovanni Pao- poveri, i bisognosi, i giovani,
lo II, abbracciando a Recife gli emarginati, i ragazzi abHelder Camara, lo saluta bandonati per le strade.
come “fratello dei poveri, Non chiude gli occhi di
fratello mio” e se, alla sua fronte alla Teologia della
morte, l’Osservatore Roma- Liberazione, ma la interno scrive che questo arcive- preta – reduce dalle quattro
scovo va considerato “il pro- sessioni del concilio Vaticafeta del terzo mondo, il San no II – nei limiti voluti dalla
Francesco d’Assisi del sec. lettura evangelica. Scrive:
XX”, vuol dire che abbiamo “Come cristiano non posso
di fronte un personaggio di accettare la violenza armaalta statura per il mondo e ta. Sono convinto che solo
per la Chiesa. E’ l’aposto- l’amore può costruire. Forse
lo della giustizia sociale di altri, come Camillo Torres,
fronte agli infiniti bisogni partendo dallo stesso vanche emergono in tante parti gelo, sono arrivati ad oppodella terra. In lui, sacerdote ste conclusioni. Io li rispeta 22 anni, impegnato con la to, ma non ne condivido il
Gioventù Operaia Cattolica pensiero”. E lavora, senza
distinzione di religioni e di
nazioni, con chi si impegna
su temi “che sono alla base
di una convivenza giusta e
pacifica”. Vuole dare voce a
chi non l’ha e ricorda, vero
profeta dell’ultima enciclica
di Benedetto XVI “Caritas
in veritate, che non c’è pace
senza giustizia e che “lo sviluppo è il nuovo nome della
pace”. Presagisce gli accenti dell’enciclica, quando ci
ricorda che “la solidarietà,
mentre risolve qualche problema qua e là, aiuta anche
noi a ritrovare una migliore
qualità della vita. Pensiamo
ai nostri modelli consumistici, ai nostri figli non più
allenati alla fatica e sommersi da montagne di giocattoli”.
Viene da pensare che il Pon-
tefice abbia ripreso gli stessi bile. Così Camara risponde:
concetti proprio dagli scritti “Quando io dò da mangiare
di Camara, tanto sono stra- ad un povero, tutti mi chiaordinariamente condivisi.
mano santo; ma quando
chiedo perché i poveri non
***
hanno cibo, tutti mi chiamaEgli, in sintonia con il vesco- no comunista”. E così va alla
vo martire di San Salvador radice del problema: facile
Oscar Romero, tormentato per un ricco, per un possidalla natura “umana” della dente, per chi si arricchisce
Chiesa, vive momenti diffi- con l’aiuto della prepotenza
cili e di intimo travaglio di e delle ingiustizie di ogni gefronte alla infinita miseria nere, compresa la violenza
materiale e morale che lo morale e fisica, aprirsi alla
circonda (Recife è al centro beneficenza e alle elemosine,
dei territori più miseri del ma impossibile per gli stessi
Brasile). Tensioni anche con cedere il patrimonio rubato,
il Vaticano perché i latifon- equilibrare un po’ la distridisti non tollerano che egli buzione dei beni.
anteponga la giustizia alla E da qui anche il sogno di
beneficenza e lo accusano di una Chiesa “povera e serva”
marxismo tout court infan- come ci ricorda Bartolomeo
gandolo quanto più possi- Sorge che con Camara ha
avuto modo di collaborare in
alcune occasioni. Il vescovo
di Recife auspica, dopo aver
il Vaticano abbandonato il
potere temporale nel secolo
XIX, che la Chiesa abbia la
forza di fare ancora un grande passo avanti rinunciando
a tante ricchezze. Il gesto di
Giovanni Paolo I di eliminare il simbolo del triregno va
portato fino in fondo “affinchè la Chiesa sia serva come
Cristo , affinché non offra al
mondo lo scandalo di una
Chiesa forte e potente che
si fa servire …”.
(Agg.
Soc.-febbr’09). E’ un sogno
che, bisogna riconoscerlo, la
Chiesa sta realizzando in diversi settori, se non in tutti.
Vittorio Massaccesi
[email protected]
2
Cultura e società
2 agosto 2009
Del più e del meno
Folklore a palazzo dei Convegni
Tutto cominciò per caso...
di Giuseppe Luconi
N
on dovrei rubare spazio ai lettori per
fatti miei, personali. Perciò mi scuso con loro. Ma, quando si è avanti con gli
anni, i ricordi hanno la meglio sul buon senso e sulla ragione. In breve: in questi giorni
tocco un traguardo insignificante per chi
legge, ma importante per me: i sessant’anni
di giornalismo. O meglio, di attività giornalistica.
Era il 7 agosto del 1949 quando sul Corriere dello Sport usciva il mio primo articolo.
In realtà, un “articoletto”: breve, sperduto in
un mare di notizie. E soprattutto anonimo,
come i tanti altri miei articoli – anche più
lunghi e anche con titoli a più colonne - che
seguirono sul Corriere e di lì a poco anche
su Voce Adriatica. Ci vollero
almeno due anni prima che
in fondo ad un mio articolo
comparisse la mia firma.
Chiarisco subito che io
non avevo mai pensato di
fare il giornalista, l’idea di
scrivere su un giornale era
fuori dalla mia immaginazione. Il mio “ingresso” nel
mondo della carta stampata avvenne per puro caso.
Dopo la guerra, anche a Santa Maria del Piano avevamo
organizzato una squadra di
calcio. A San Giuseppe era
sorta la Spes (fortissima!), a San Giovanni
Battista la Vigor, a San Francesco d’Assisi
l’Audace. Noi avevamo la Robur, allenata da
Bruno Liuti, meglio noto come il Pinguino.
Naturalmente, come le altre squadre parrocchiali, anche la nostra era composta solo
da giovanissimi.
Quella mattina dell’estate del ’49 allo stadio comunale si giocava uno degli incontri
del torneo cittadino, al quale partecipavano,
oltre alle squadre che ho nominato, Maruska, Intrepida e Setificio. Prima dell’inizio
della partita, fui avvicinato da Mario Ceresoni, che non conoscevo. Ceresoni scriveva
sul Corriere dello Sport. Mi chiese se potevo
fargli avere, per il suo giornale, due righe
di cronaca della partita Robur-Maruska in
programma quella mattina. Mi lasciai convincere e scrissi l’articolo: appena 24 righe
(oltre al tabellino), ma credo sia stato il più
sofferto della mia vita. E non solo perché
avevamo perso per uno a zero!
E’ vero che il caso può decidere di una
vita? Anche oggi mi chiedo: se quella mattina non fossi andato allo stadio e non avessi
incontrato Ceresoni, probabilmente il mio
rapporto con i giornali sarebbe rimasto
quello del lettore, niente di più. E, avendone
il titolo, invece di scrivere sui giornali, avrei
fatto l’insegnante di disegno: per la scuola
non sarei stato un buon acquisto, ma per il
giornalismo un buon affare certamente sì.
°°°
In realtà, questo mio accenno agli inizi
voleva essere solo un’occasione per ricordare Mario Ceresoni, un
vero galantuomo prima ancora che un bravo giornalista. Rivali nella cronaca, ma
senza mai tradire l’amicizia,
il rispetto, la stima che ci
legava. Ho detto del primo
incontro, che non ho dimenticato. Così come non
ho dimenticato la sua improvvisa scomparsa.
Era il 13 marzo del ’77,
una domenica come tante.
Verso mezzogiorno mi aveva telefonato per gli ultimi
accordi sull’articolo sportivo da pubblicare su Jesi e la sua Valle: aveva lo spirito e l’entusiasmo di sempre. Poi
era andato allo stadio. Appena rientrato a
casa, era crollato a terra: neppure il tempo
di avvicinarsi alla macchina da scrivere. Il
foglio di carta, già avvolto attorno al rullo
della macchina, rimase in bianco, spettatore
muto e impotente di un dramma che si era
consumato in pochi istanti.
Ricordo che, più di una volta, scherzando,
avevo rinfacciato a Mario la responsabilità
della mia presenza nel giornalismo jesino e
ogni volta aveva replicato, pronto, con una
battuta. Perché Ceresoni aveva oltretutto il
dono di saper colorire le situazioni, anche
le più scomode, con una vena di humor sottile e garbato dal quale era impossibile non
rimanere contagiati. E sì che la vita, specie
negli anni del dopoguerra, non era stata
certo generosa con lui.
S
I semi come le parole
eminare, ricevere, riconsegnare. I semi come le parole.
Nell’immenso campo della Terra e della Vita. Un ciclo infinito,
magico. Ispirato dai tanti volti
della Luna e affidato agli umori
del Sole.
Raccontato per ben 31 anni dal
gruppo folkloristico “Colle del
Verdicchio”, di Staffolo. Immortalato nella sorprendente mostra fotografica “Salterellando.
Salti & Giri per il Mondo”, inaugurata nella serata di lunedì 27
luglio a Palazzo dei Convegni.
Uno spettacolo scenografico
originale e suggestivo, imperniato sulla bellissima simulazione di un campo di grano un po’
speciale, dove si seminano anche parole che diventano fatti,
eventi, tappe determinanti nel
percorso umano. Un percorso
chiamato “Le parole dei semi”
che racconta, attraverso il bianco e nero delle foto, scattate tra
gli anni ’30 e ’60, il lavoro dei
campi di Staffolo in un contesto
storico sociale ormai dimenticato.
Su questo sfondo sonnacchioso, quasi assopito, lunare, il colore degli eventi folkloristici esplode solare, fragoroso suscitando il risveglio della Memoria.
È questo, proposto da Luciana Zanetti,
ideatrice della mostra, un incontro con
il Folklore raffinato e significativo, che
ne sottolinea il valore altissimo pur nella
sua valenza popolare. Che è poi quella più
vera, ricca, vitale. Una carrellata di ricordi
racchiusi nelle pittoresche immagini del
gruppo scattate nelle tappe salienti della
sua attività folk e negli incontri con gli
altri gruppi che ha ospitato o conosciuto
durante le tournèe all’estero.
La mostra si colloca nella manifestazione
più ampia del 1° incontro Internazionale
Etnico Folk dal titolo Seminando a luna
piena, sempre ideata e diretta da Luciana Zanetti, che culminerà nella serata del
31 luglio, in piazza della Repubblica, con
l’esibizione dei diversi gruppi folklorici
provenienti dall’India e dalla Costarica assieme al gruppo “Ortensia” di Ortezzano
(AP) e “Colle del Verdicchio” di Staffolo.
Fotoservizio Paola Cocola
Benvenuto Tommaso!
poesia marchigiana protagonista a Palazzo Ripanti Nuovo
Concerto vocale al Museo Diocesano
S
abato 1 agosto, alle ore 21, la sala-teatro
del Museo Diocesano torna ad essere
un punto di riferimento nelle notti d’estate
jesine con un interessante evento culturale
rivolto a tutti coloro che vorranno
apprezzare l’atmosfera e le suggestioni
create da artisti figli della nostra terra.
Dopo la musica con Arie d’Opera dello
scorso venerdì, protagonista questa volta
la poesia, ed in particolare la poesia
marchigiana dall’800 ad oggi, recitata da
Dante Ricci e Mugia. Durante la serata, a
partire dalle 19 fino alle 22, saranno aperte
al pubblico le sale del museo e la sala d’arte
contemporanea, che ospita la mostra
Figure dell’artista Roberto Moschini.
L’appuntamento con Discanto tornerà
domenica 30 agosto e domenica 20
settembre, sempre alle 21, arricchito
in queste date dalle note del pianoforte
suonato da Serena Stronati, giovane
studentessa della Scuola Musicale G. B.
Pergolesi di Jesi, che accompagnerà
le voci recitanti.
Per informazioni chiamare
lo 0731.226749 o inviare una mail a
[email protected].
E sette! Nonna Orietta e nonno Amleto, insieme agli altri nipoti Francesco, Anton, Michele,
Danil, Matteo e Denis, agli zii tutti e all’altra nonna Anna, danno il benvenuto a Tommaso,
venuto ad allietarci il 3 luglio 2009. Auguri a mamma Simona e papà Dario.
Congratulazioni
Il 16 luglio, all’Università
Politecnica della Marche,
Raffaela Durastanti di Montecarotto ha conseguito la
laurea magistrale in biologia
applicata con la votazione di
110/110 e lode. Relatore il
prof. Orena.
Parenti e amici si congratulano con lei per il traguardo
così brillantemente raggiunto e le augurano che il futuro le riservi le meritate soddisfazioni.
3
Cultura
2 agosto 2009
Impressioni dopo la lettura del romanzo “Dal quaderno blu” di Asmae Dachan
SCUSATE IL BISTICCIO
(ghiribizzi lessicali)
Peter Pun (con la u)
www.peterpun.it
POVERO MALAPARTE !
Omonimia fuorviante
PROF: E’ un importante giornalista e
scrittore italiano del 900. Ha scritto: Kaputt,
La pelle, Maledetti toscani. Sapresti dirmi
di chi si tratta?
STUD.: Non ricordo. No, non ricordo. Un
aiutino, prof !
PROF: Vediamo, non è difficile. Si tratta di
Curzio, Curzio Ma... Curzio Mal...
STUD. (trionfante): Ah, ho capito: Curzio
Maltese !
BORIA (PSEUDO) NOBILIARE
Cambio di consonante per buzzurri
Il solito ciarlatano, sedicente “esperto” di
Araldica, ha “scoperto” antenati molto
illustri al sig. Pinco Pallino. E adesso
a motivo del “nobile” casato
lo vedi gongolar tutto gasato
ATTACCABRIGHE, CALMATEVI !
Cambio di iniziale pro self-control
Chi la collera non mitiga
giorno e notte sempre litiga
PROGETTANDO GIà (FORSE)
LE TERME OMONIME
Cambio di vocale… imperiale
212 d.C. Emanata la Constitutio antoniniana,
l’imperatore - per festeggiare l’evento avanza in sella al suo destriero, facendolo
volteggiare a destra e a sinistra. Sapreste
riassumere la notizia in due parole 2 ?
[Xxxxxxxxx xxxxxyxxx]
***
Soluzione del gioco precedente:
è risaputo che il treno in questione si
chiama Freccia Rossa. E Berlusconi, è
altrettanto notorio, quando si imbatte in
questo colore… vede rosso.
La Citazione
“Un testo costruito con genialità”
H
o terminato di leggere il
bel libro della emergente scrittrice Asmae Dachan,
che la vita mi ha fatto incontrare per essere la mamma di due splendidi bambini,
uno dei quali ho avuto per
tre anni nella Scuola dell’Infanzia in cui lavoro. Pur
avendo spesso letto alcuni
articoli di questa giornalista
nel settimanale Voce della
Vallesina, sono rimasta stupita dalla “scrittura” di questo romanzo intitolato Dal
quaderno blu (edito da LibertàEdizioni), per l’originalità narrativa e la forma descrittiva. Si tratta di alcune
storie che pur procedendo
parallelamente a volte si intrecciano tra loro pur senza
troppa evidenza; in esse la
vita emerge nei suoi poliedrici aspetti.
La carità dà vera sostanza alla relazione personale con
Dio e con il prossimo; è il principio non solo delle
micro-relazioni: rapporti amicali, familiari, di piccolo
gruppo, ma anche delle macro-relazioni: rapporti sociali,
economici, politici.
Benedetto XVI, “Caritas in Veritate”, 29 giugno 2009, n. 2.
La p u l c e
Si legge su di un cartoncino (i nomi non sono veri ma il
fatto sì): “Elisa annunzia con gioia il matrimonio di Mario
e Caterina che si terrà nella chiesa di …ecc. ecc.” Chi è
“Elisa”? La mamma vedova o separata? La zia? La nonna? No: è la figlia. Come dire: prima il frutto poi il fiore
(dell’amore). Alla faccia dell’auspicato ed ecologico “ritorno alla natura”.
italiano piacevole e coinvolgente; del resto quando
non si vede l’ora di lasciarsi
assorbire dalle righe di un
libro e quindi lo si prende in
mano appena possibile per
leggerlo, significa che si crea
un ponte tra chi lo ha scritto
e chi ne assorbe lo spessore
evocativo.
Credo che il modo migliore
per custodire uno scritto, …
sia di continuare a farlo vivere, affinché la mano che lo
ha steso, la mente che lo ha
pensato, il cuore che lo ha
partorito, non muoiano sotto la polvere di pagine mangiate dal giallore del tempo
che passa.
Per questo auguro ad Asmae
che il suo testo sia, anche
nel tempo, occasione per effettuare una piacevole lettura, nonché di poter estrarre
dal suo talento personale e
dal suo “essere donna” altri
quaderni blu, dove potersi
ritrovare tutti nel rispetto di
una poliedricità etnica, culturale e religiosa.
Anna Rita Giampaoletti
Il Libro: una pubblicazione del giovane jesino Manuel Rossini
Le relazioni tra l’uomo e il mondo
E’
possibile arrivare ad
una
comprensione
dell’uomo “originaria”, ossia
lontana dall’interpretazione
che di esso hanno dato la
storia, le diverse tradizioni
culturali e il cristianesimo?
A questa domanda cerca di
rispondere “Karl Löwith: la
questione antropologica”, il
libro (uscito quest’anno, per
Armando Editore) del nostro giovane concittadino
Manuel Rossini.
Nato a Jesi nel 1979, Rossini ha conseguito il dottorato di ricerca in Filosofia
e Antropologia presso il
Dipartimento di Filosofia
dell’università di Parma e si
occupa soprattutto del pensiero di Löwith, di antropologia filosofica, dei rapporti
tra mondo moderno e cristianesimo e della filosofia
tedesca contemporanea. Ha
inoltre scritto e tradotto per
varie riviste specializzate
e, dall’ ottobre 2005, vive
a Friburgo, in
Germania, dove
svolge attività
di ricerca presso l’università
Albert Ludwigs.
Nell’opera che
prendiamo in
considerazione,
l’autore analizza
il pensiero antropologico di
Löwith e giunge
alla constatazione che è da Nietzsche che si
deve ripartire per una descrizione filosofica dell’uomo,
poiché la sua diagnosi antropologica è la più coerente
e la più penetrante mai intrapresa nella lunga storia
dello spirito. La filosofia di
Löwith vuole fondare l’essere e le sue problematiche
su basi nuove, che non siano quelle dell’onto-teologia
classica. La domanda legittima a cui cerca di dare una
risposta è la stessa che si
pose Nietzsche:
“A che scopo l’uomo?”. Si tratta di
una
questione
legittima. Infatti,
nella metafisica,
con la morte di
Dio, l’interrogativo fondamentale
è passato dalla
domanda sul rapporto Dio, uomo
e mondo al quesito “ridotto” uomo-mondo. Se al primo interrogativo avevano risposto
la teologia prima e la metafisica (cristiana e anticristiana) poi, ora che l’uomo non
sembra più essere al centro
della creazione, deve essere
l’antropologia cosmologica
a tentare di risolvere il secondo enigma. Löwith propone un’indagine sull’uomo
cercando di comprendere
il senso di quella “e” speculativa (uomo e mondo). Tra
uomo e mondo hanno luogo
delle relazioni cosmiche misteriose che caratterizzano
non solo il rapporto tra i due
termini, ma lo stesso pensiero che si interroga su se
stesso, sul posto e sul ruolo
dell’uomo nella totalità del
mondo fisico. L’antropologia
filosofica di Löwith, fondata
cosmologicamente, va alla
ricerca di un senso all’interno del mondo naturale, le
vera destinazione dell’uomo,
il cui compito più urgente è
realizzare la sua umanità in
conformità alla natura. Insomma, l’intento di Löwith è
quello di proporre all’uomo
tardo-moderno un orizzonte di pensiero e una comprensione dell’essere umano
che si fonda non sulla storia,
ma sulla natura e sulla natura umana: una prospettiva
che rimuove il criterio e il
parametro concettuale del
cristianesimo e dello storicismo relativistico.
Federico Catani
Urbino - la mostra su Raffaello, sua città natale, ha avuto un grande successo
a cura di Riccardo Ceccarelli
La carità
I loro destini si intrecciano in
modo imprevedibile e non ci
si può sottrarre dal confondere tratti della propria vita
con quella di chi si incontra
lungo quel tragitto, quel tragitto chiamato vita.
Mi permetta l’Autrice di
ritrovare nei suoi interessanti ed amabili personaggi
e nelle vicende narrate, alcuni riflessi della sua stessa
persona che inevitabilmente
scaturiscono a volte nelle parole di chi le scrive. E’
stato bello, durante la lettura, ritrovare luoghi della
nostra realtà, per gli odori che gli stessi evocano in
chi li ha conosciuti e che
possono diventare occasione di esplorazione per chi
ancora non li ha visti. Un
testo costruito con genialità
e creatività, espresso in un
H
Un dialogo con l’osservatore
a registrato un grande
successo di pubblico e di
critica, la mostra “Raffaello
e Urbino”, ospitata presso le
splendide stanze del Palazzo Ducale fino al 12 luglio
scorso. Le opere del genio
urbinate, giunte da diversi
musei del mondo, sono state
esposte insieme a quelle di
altri artisti a lui contemporanei. Aver avuto il piacere
e la fortuna di percorrere le
eleganti stanze del palazzo
rinascimentale e di osservarle da vicino è un’esperienza
davvero indimenticabile. Che
si guardino con gli occhi della fede o con gli occhi dell’arte, il senso di meraviglia e di
incanto che si prova nel contemplare i dipinti originali è
davvero profondo. Gli accostamenti di colori e di forme,
il gioco degli sguardi e la gestualità
delle mani: un’infinità di dettagli
che esprimono sentimenti ora di
amore ora di dolore, ora di pietà ora
di durezza, portando ogni tela ad
un dialogo diretto con il suo osservatore. Nessuno dei quadri esposti
finisce nei confini della sua cornice,
ma sembra espandersi nello spazio e nel tempo, fino a portare la
persona che li contempla a sentirsi,
coinvolta, protagonista essa stessa
dei momenti catturati dai pennelli
di Raffaello. Il pittore marchigiano
racconta la vita e la morte in tutta la
loro profondità, percorrendo i mo-
menti legati alla tradizione
cristiana, dall’annunciazione alla crocifissione, conferendo loro una poeticità
ed un’umanità che li rende
universalmente
simbolici. Impossibile, ad esempio,
restare indifferenti di fronte
alla Madonna con Bambino
del 1505 (opera riportata al
museo di Washington già la
scorsa settimana). Come non
provare commozione e tenerezza osservando l’eleganza
e l’affetto con cui madre e figlio riempiono gioiosamente
la tela? Al di là di ogni significato e di ogni significazione
religiosa, è una delle opere
sulla maternità più belle di
ogni tempo e di ogni luogo.
Un tributo del maestro urbinate che, a distanza di secoli
dalla sua realizzazione, non
smette di emozionare e di parlare ai
cuori di chi lo contempla.
Asmae Dachan
Raffaello, Busto di angelo
(frammento della Pala
dell’Incoronazione di San Nicola
da Tolentino), tavola, Brescia,
Pinacoteca Tosio Martinengo
4
Attualità
2 agosto 2009
Nel mondo del lavoro: appunti di viaggio
di Gabriele Gabrielli*
Un ritorno
di Riccardo Ceccarelli
L’
argomento non è estivo, cioè non
impegnativo o da gossip, quelli che
vanno per la maggiore in questi mesi,
anche se in verità l’estate da qualche
tempo è anticipata di molto. Non tutti
però si ritrovano in questo clima. Si
ritorna a parlare di Dio, non solo a
negarlo. La modernità, la tecnica e la
secolarizzazione sembravano averne
relegato la discussione in un angolo,
così è ancora per molti, e ne sono pure
convinti, fino ad un ateismo conclamato,
ad esempio Odifreddi o Scalfari. Altri ne
fanno argomento di dialogo più o meno
approfondito, come l’ultimo libro di
Corrado Augias e Vito Mancuso “Disputa
su Dio e dintorni”. Altri ancora invece
scrivono di un autentico “ritorno”, come
nel volume “God is Back. How the global
rise of faith is changing the world” (Dio
è tornato. Come il revival globale della
fede sta cambiando il mondo), non ancora
tradotto in italiano, di John Micklethwait
(cattolico) e Adrian Wooldridge (ateo). Di
questo libro hanno parlato “Avvenire” il 10
luglio e “Il Foglio”, con due interventi degli
autori, il 18 luglio. Sembra di un’epoca
remota la copertina del numero di Pasqua
del 1966 del “Time” che annunciava che
“Dio è morto” e come successivamente si
sia sviluppata addirittura una “teologia
della morte di Dio”, che nella versione più
intelligente non intendeva seppellire Dio
ma una sua immagine o alcune immagini
di Dio che si erano formate nella cultura
anche cristiana. I due autori, americani,
reputano che il problema di Dio o della
fede stia ritornando nella vita pubblica un
po’ dappertutto nel mondo, a differenza
dell’Europa dove “I laici europei ritengono
che la religione sia un elemento dell’ancien
régime, qualcosa contro la ragione, la
democrazia e l’emancipazione liberale. E
invece il movimento evangelical americano
dimostra che esso procede insieme ai
valori della democrazia” (Micklethwait). E
Wooldridge aggiunge: “La diffusione della
biotecnologia – la fecondazione artificiale,
la clonazione, le staminali e il resto – fa
sorgere questioni fondamentali su quando
inizia la vita, su cosa sia il suo significato e
valore. L’avanzamento della scienza, invece
di ridurli, sta facendo aumentare i dibattiti
religiosi”. Anche in Europa un volume
di Manfred Lütz, tradotto in italiano dal
tedesco, “Dio. Una piccola storia del più
Grande”, Queriniana, Brescia, rilancia
la questione religiosa. Ho l’impressione
però che rimanga tra gli addetti ai lavori
e non sia preso sul serio dal “mondo
della cultura o della politica o della
scienza”. Il volume è stato a lungo in testa
alle classifiche di vendita in Germania
(“Avvenire”, 9 luglio), non so se il fatto
si ripeterà in Italia. Andrà certamente
meglio quello di Augias-Mancuso. Autori
più chic, non c’è da dubitarne. Scrive
Manfred Lütz: “Gli eventi intellettuali e
politici del XX secolo hanno fatto morire
il Dio degli atei. Ma non Dio” e cita Victor
Hugo de “I miserabili” del 1862 quando
dice: “L’ateo crede più di quanto pensi.
Negare in fondo è una forma rabbiosa
di affermazione. Negare comunque
non significa distruggere”. L’intera
“questione di Dio” diventerà centrale in
un convegno internazionale “Dio oggi.
Con lui o senza di lui cambia tutto”,
programmato per il prossimo dicembre,
dove si confronteranno intellettuali,
storici, politologi, filosofi e scienziati e
uomini dell’elite culturale europea. Se
ne accorgerà l’Europa che conta e che
dirige? Noi speriamo di ascoltare. Intanto
non stanchiamoci di cercare, come ci
suggerisce il salmista, il volto di Dio.
Forse faremo ridere i “saputi”, ma è l’unica
ricerca da fare da parte di quanti non
sanno più dove andare, non sanno più
chi sono, non individuano più la ragione
dell’essere in questo momento nel mondo.
Non è una ricerca intellettualistica. La
si può fare con più semplici capacità del
cuore e dell’anima, seppure si intenda di
averne una. Anche d’estate.
I
L’”impresa spettacolare” del Memorial di Michael Jackson.
Continua il processo di vetrinizzazione sociale
debiti vanno sempre pagati, anche dopo
che si è morti. Anche a questo serve l’asse ereditario, per ristorare cioè gli eventuali creditori del defunto che, nell’epoca
della “vetrinizzazione sociale” come la
chiama Vanni Codeluppi [Bollati Boringhieri, 2007], possono anche non aspettare
i funerali e farsi avanti prima per tutelare i
loro legittimi interessi e diritti. A quasi un
mese dalla sua morte, possiamo dire che
è quello che è successo con la scomparsa
di Michael Jackson, che ha visto annoverare tra i beni ereditari anche la “gestione”
del suo “memorial”. E’ un buon esempio
per quanti devono spiegare cosa significhi
l’economia della conoscenza e supportare con sempre nuove evidenze empiriche
quella “fabbrica immateriale” che ricercatori come Enzo Rullani hanno messo al
centro del loro lavoro scientifico e didattico. In questo caso la società che gestiva
le “apparizioni” in pubblico dell’artista, e
che aveva organizzato l’evento mediatico
del tour dei concerti atteso da decine di
milioni di fan in tutto il mondo, ha pensato bene di “permutare” l’impegno contrattuale assunto “da vivo” da Michael Jackson,
ora non più esigibile, con l’organizzazione mediatica della sua ultima “apparizione” in pubblico. Un’impresa non da poco.
Queste alcune dimensioni: circa 17.000
biglietti, quotazioni di decine di migliaia
di dollari, centinaia di migliaia di downlo-
ad delle canzoni, diretta tv mondiale. Non dalla stampa e dagli uomini di affari che
sappiamo ancora se questa “impresa” del- volevano saperne di più, è stata premiata in
la Anshutz Entertainment Group sia nata verità perché la performance del titolo –a
come “impresa di scopo”, limitata cioè alla parte la brusca scossa subita a ridosso della
gestione di questo evento, ovvero avesse notizia di un probabile tumore al pancreasnella sua mission quella di estrarre dalla non ha subito danni, anzi è migliorata nei
scomparsa dell’artista nuovo valore, spet- mesi. Ora certamente qualcuno starà già
tacolarizzando altro. L’economia della co- pensando a come “spettacolarizzare” il suo
noscenza, quella che ha rotto il paradigma rientro e il probabile regime part-time che
taylorista e degli stabilimenti industriali deciderà di scegliere. Magari, se illuminato
con le ciminiere, ci ha portato tanti beni, opportunamente dai riflettori, questo poestraendo valore non soltanto dalla terra, trà diventare un incentivo per incremendalle risorse naturali e dai manufatti ma tare le adesioni a questa forma di rapporto
anche dalle idee e quindi dalle persone e di lavoro. Chissà! Nell’economia “del c’ero
dalla loro creatività. Tutte le trasformazio- anch’io”, che ci offre un’efficace istantanea
ni e le “innovazioni” sociali, tecnologiche, del paradigma del “mettere tutto in vetridi mercato ci hanno mostrato che possono na”, anche l’essere spettatori di una trageprodurre però –insieme al progresso e allo dia può diventare l’occasione per filmare
sviluppo del benessere- anche “applicazio- e condividere su YouTube o su qualche
ni” pericolose e dannose, addirittura mor- social network questa “partecipazione”. Ritali se non usate correttamente. La “spet- mane il dubbio, come ha osservato Aldo
tacolarizzazione” dei funerali di Michael Grasso scrivendo a proposito della trageJackson rientra certamente tra quelle meno dia ferroviaria di Viareggio, se si tratti poi
pregevoli di quest’epoca che riesce a fare di “una nuova forma di cinismo” o di una
business con tutto, anche con le lacrime, “nuova testimonianza di commozione”. In
la malattia e le tragedie. Qualche tempo tutto questo “clamore” che ci mette a disafa abbiamo assistito alla “finanziarizzazio- gio, risuona e ci fa riflettere, allora, l’invito
ne” della salute, a proposito della malattia rivolto da Benedetto XVI a rinunciare a ridi Steve Jobs, il fondatore della Apple. Ora cercare “quella visibilità e grandezza d’imè stato sottoposto al trapianto del fegato magine che oggi spesso diventano criteri e
e si sta riprendendo bene. La comunica- addirittura scopi di vita”.
zione “riservata” della Apple sullo stato (*) Docente Università LUISS Guido Carli
di salute del suo fondatore, tanto criticata
[email protected]
L’Italia
in guerra?
O
rmai è inutile nasconderlo. In un luogo lontano, i nostri giovani stanno affrontando una guerra in un paese che sì e
no sapevano che esistesse nell’immenso
continente asiatico. Perché questa guerra?
Perché l’uso delle armi per importare una
democrazia, una civiltà, una cultura, una
politica che ancora è rimasta ancorata ad
appartenenze tribali? E’ soltanto un’esigenza dei paesi occidentali di liberare una regione o ci sono interessi economici del mondo
occidentale perché in quel paese passerà un
grande oleodotto che arrivando al mare può
rifornire i paesi occidentali? Infine: perché
per la ricerca civile e democratica e le sue
elezioni imminenti, devono vedere i paesi
industrializzati competere nell’appoggiare i
vari candidati e correndo il rischio di essere
suggeritori di un regime futuro? Pare che
sia tutto chiaro per i paesi che partecipano
a questa missione di peace-keeping. Nel
tempo invece si è rilevata una vera e propria
occupazione. Si sta trasformando in una
guerra contro le varie fazioni, con un terrorismo che invade le strade dell’Afghanistan,
con vittime civili. Il terrore dei talebani si
confonde con una altro terrore, quello di un
paese occupato. Mi pongo queste domande,
perché da inguaribile pacifista sono rimasto all’appello del papa Giovanni Paolo II
quando all’occupazione degli americani in
Iraq disse con angoscia quella frase: “Mai
più guerra”. Non fu ascoltato! Migliaia morirono, i Paesi dell’alleanza si ritirarono alla
chetichella dopo aver sperimentato che la
democrazia non è esportabile con le armi e
che costava troppo in vite umane. Noi allora intervenimmo e pagammo un contributo
di sangue. Per cosa? Perché? Non è demagogia essere pacifisti, perché non vuol dire
disinteressarsi dei problemi di questi popoli.
E’ porsi invece il problema se si può fare di-
versamente, se la strada del dialogo sia possibile, se la forza non debba risiedere nelle
armi, ma nelle idee. Oggi siamo nella stessa
situazione. L’Olanda e il Canada stanno per
andare via, gli Stati Uniti corrono il rischio
di impantanarsi come nel Vietnam. Fuggono dall’Iraq, lasciando uno Stato confuso, tanto che gli analisti si domandano del
dopo, quando non ci sarà più la coercizione
delle armi.
La demagogia dei grandi paesi che ci ha accompagnato in questo inizio di secolo ha
prodotto solo macerie, e ha fatto diventare
sempre più profondo il solco di comunicazione tra l’occidente e l’oriente. Però testardamente, come dice il nostro Ministro della
difesa La Russa: “i nostri ragazzi devono finire il lavoro”. Lo diceva anche l’ex presiden-
te Americano Bush, smentito poi dai fatti. Il
lavoro non è stato compiuto, con un costo
di vittime americane di 5000 ragazzi morti
più quelli delle varie nazioni partecipanti al
conflitto, senza contare le vittime civili irachene. Ma che lavoro? Per chi? Per vendicarsi delle torri di New York, giustificando
con false notizie l’invasione in Iraq perché
possedeva armi batteriologiche per sterminare il mondo? La frase del Papa è diventata
nel tempo un’esigenza se non vogliamo ritornare alle vecchie barbarie, in cui la forza
sostituisce il dialogo.
Da giovane ero attratto dalla vita militare e
partecipai a varie selezioni ma non mi presero per ragioni di salute. La divisa mi attraeva. Per questo non mi sento di condannare
quei giovani che si impegnano in una vita
militare. Purtroppo, a volte, per scelte di
altri, si trovano ad affrontare situazioni pericolose dove la politica della mediazione
ha fallito. Quando qualcuno ritorna ferito o,
peggio ancora, morto da quei teatri di guerra, mi domando sempre: perché?
Non ho risposta! Ma non credo neanche
alle demagogie di risposte di dovere e di patriottismo, consapevole che il giorno dopo
si continua la guerra… La vita per tutti è irripetibile. E’ un valore talmente alto che la
sua tutela travalica ogni dovere e ogni senso
di patria, quando essa viene sacrificata senza un perché comprensibile, quando si possono ottenere gli stessi risultati con una capacità di mediazione maggiore. Purtroppo
ormai rimanere diventa quasi un obbligo.
Non mi sottraggo al dolore. Sento per quei
ragazzi che sono in quei paesi a rischio una
profonda ammirazione, anche se avrei preferito averli qui a difendere la pace contro
una politica che diventa incomprensibile
quando si affida alle armi più che alla pace.
Remo Uncini
Notizie dalla regione - a cura di Mirko Ricci
Distretto della domotica
Il distretto regionale della domotica, ideato e proposto dalla regione, si avvia
a diventare realtà. Il Ministero dell’Università e della Ricerca ha riconosciuto
la validità del progetto, ed ha garantito il suo sostegno finanziario. Tutti i settori produttivi saranno interessati in modo trasversale sull’intero territorio
regionale.
Accordo fra Regione Marche e Telecom Italia
Regione Marche e Telecom Italia hanno raggiunto nei giorni scorsi un accordo per ridurre il fenomeno del Digitar Divide. Così i cittadini potranno di-
sporre di servizi digitali a banda larga con collegamenti fino a 7 Mbits entro
il 2010 e in fino a 20 Mbits entro il 2012.
Rinnovata la partnership fra Regione e ISTAO
La Regione Marche consolida la sua posizione di socio storico dell’ISTAO, attraverso un protocollo triennale di impegno finanziario, firmato in Regione dal Presidente Gian Mario Spacca e dal Presidente dell’ISTAO – istituto “Adriano Olivetti”
per la gestione dell’economie e delle aziende, Adolfo Guzzini. Il protocollo prevede il sostegno finanziario della Regione per gli anni 2009, 2010 e 2011, mediante
una quota di 150.000 euro, che da’ diritto alla qualifica di Socio partecipante.
5
Cultura
Il racconto dell’estate - Jesi, primi anni ‘50
I
La grazia non concessa
l giorno tanto atteso, la festa del santo patrono, era
finalmente arrivato, con le
bancarelle, la tombola in
piazza, il concerto della banda cittadina e il profumo di
croccante e di zucchero filato per le vie.
In occasione della messa solenne la cattedrale era gremitissima di fedeli, non solo
della città, ma provenienti
anche dalle campagne vicine.
Erano, questi, ben riconoscibili: gli uomini dalle mani
forte e callose, dalle spalle
grevi serrate nelle giacche
un po’ sformate, dal colorito
acceso: le donne dai capelli tagliati a scopa di saggina,
come di netto da un colpo di falce. Fermati da due
mollette ai lati delle tempie,
scoprivano le orecchie ornate da orecchini d’oro di
serie, a piccoli pendagli o a
boccole. Ragazze o donne
che fossero, avevano gambe
e fianchi appesantiti, da giovenche robuste. Indossavano
gli abiti della festa a colori
vivaci, confezionati in casa,
che mettevano in evidenza
le forme. Tutti erano identificabili da un sentore acre
che avevano addosso e che
era un po’ di stalla, un po’ di
sudore. A settembre infatti
faceva ancora caldo come in
piena estate e l’aria in chiesa
era a volte irrespirabile.
Mariuccia era entrata nella
cattedrale tenuta per mano
dalla mamma che, con molti
“Permesso..” era riuscita a farsi
largo tra la folla.
Non c’era posto ormai da
nessuna parte. A destra e a
sinistra le panche erano tutte
occupate e la gente in piedi
era in ogni angolo. I bambini erano seduti sugli inginocchiatoi, sui gradini degli
altari laterali e persino sulle
zampe dei leoni di marmo
che sostenevano le acquasantiere all’ingresso della
chiesa.
La mamma volse intorno
lo sguardo. Niente da fare:
non c’era che da restarsene
in piedi presso la porta della
sacrestia dalla quale almeno
poteva venire un filo d’aria e
sperare, magari, che qualcuno si sentisse male e uscisse.
Ad un tratto si sentì chiamare sommessamente: “Teresa!”. Era Emma, la sua amica
d’infanzia. “Vieni – aggiunse
la donna con un cenno della
mano – Qui c’è un posto. L’ho
preso per te: mi immaginavo
che saresti venuta”.
C’era in effetti la sua borsa appoggiata sul margine
estremo della panca. “Mariuccia – aggiunse – è piccola: potrai metterla seduta
davanti a te, sulla ribaltina
dell’inginocchiatoio”.
La mamma si avvicinò. “No,
no; troppo fastidio. La metto
qui, invece. Stai buona, vero,
Mariuccia?”. Sollevò la bambina e la pose seduta sulla
balaustra della cappella laterale.
Mariuccia ne fu felice. Così le
sembrava di essere alta come
la mamma. Riusciva persino
a vedere fino in fondo, laggiù
dove il Vescovo celebrava la
messa con tutti gli altri sacerdoti seduti a corona dietro l’altare maggiore.
Restò così per qualche tempo a guardare e ad ascoltare.
Dopo un po’ comunque la
sua postazione non le sembrò troppo comoda, perciò,
per appoggiarsi meglio, si accostò al muro, avvicinandosi
così al confessionale che era
situato proprio a lato della
cappella.
C’era una donna che, in mezzo all’andirivieni dei fedeli,
era riuscita ad inginocchiarsi lì e poiché i canti e il suono dell’organo si facevano
ben sentire, parlava quasi
ad alta voce. Era impossibile
non udire quello che diceva,
tanto più che Mariuccia era
vicinissima,
seminascosta
nell’angolo e praticamente
invisibile alla donna inginocchiata.
La bambina ascoltò così la
confessione quasi per intero.
Non capì allora bene il significato di tutto ciò che i due si
dissero; ma da grande, a ripensarci su, avrebbe meglio
compreso e più di
una volta ne avrebbe
sorriso.
La
conversazione,
grosso modo, si svolse così. Per risultare
più
comprensibile
sarà riportata in italiano e non in dialetto, come invece fu.
“…..Allora ho detto a
Vincenza che le sue
galline non venivano
nel mio campo a fare
l’uovo. E invece ci venivano e, di uova, ne
avevo raccolte parecchie…”
“Male, male! Adesso
bisognerà restituirgliele”
“E chi si ricorda quante ne ho
prese?”
“Datele allora qualche altra
cosa in cambio. Che so io, un
salame, una lonza, un coniglio, una tacchina. Dipende.
Regolatevi voi, grosso modo,
onestamente”.
“Le darò qualche fiasco di
vino”
“Va bene. C’è altro?”
“Padre, ho visto che qui sopra,
sul confessionale c’è scritto.
“Se sei comunista, devi confessarlo”
“ Giusto. Perché, sei per caso
comunista?”
“No, io no: ma mio marito sì”
“Come? Comunista?!”
“Si, ma prima non era. Non
so come c’è diventato. Quando ci siamo sposati non era
comunista!”
“Devi convertirlo, allora. Gli
devi dire che è un peccato
grave. I comunisti sono atei,
cioè senza Dio. Tuo marito
vuole vivere senza Dio?”
“No, no; ma lui non capisce.
Dice solo che per i comunisti
‘la roba’ deve essere di tutti,
come succede in Russia, dove
c’è il paradiso”
“Ci va alla messa tuo marito?”
“Qualche volta”
“Vedi? Ci dovrebbe andare almeno tutte le domeniche. Sta
incominciando a diventare
ateo!”
“Allora, che cosa devo fare? Io
gliel’ho detto che sbaglia, che
è peccato, che se fa il comunista diventa uno scomunicato.
Gli ho detto pure, per convincerlo meglio, che quando ‘la
roba’ è di tutti è come se fosse
di nessuno e che non ci sono
paradisi sulla terra. Ma non
m’ha capito”
“Allora, a mali estremi, estremi rimedi. Ricorri a un altro
sistema. Se lui fa il comunista…negagli le tue grazie”
“Che cosa gli devo negare?”
“Le tue…grazie”
“Altro che grazie! Grazie me
lo dovrebbe dire lui e chissà
quante volte al giorno per
quante gliene faccio! Do da
mangiare alle bestie, falcio il
fieno, raccolgo l’uva e i pomodori, tiro il latte alla vacca…
Do pure la ‘grascia’ alle piante, e lui, mai una volta che mi
dice “grazie!”
“Ma no, ma no! Non hai capito. Io intendevo un’altra cosa.
Tu non gli devi dare, almeno
qualche volta, a letto…quello
che gli piace”
“Ah, ho capito!…”
“Bene. Allora gli dici, almeno
tre o quattro volte per settimana: ‘Guarda, che se non
sei un buon cristiano e se sei
comunista, con me, niente da
fare!”
“Va bene. Però, se io non gli
do le grazie mie, lui va a pigliare quelle di Vincenza che
le dà a tutti!”
“Santo cielo! Ma tu devi provare a convertirlo con ogni
mezzo. Anzi, è proprio questa
la penitenza per la confessione che hai fatto. E torna qui
tra un mese per dirmi come è
andata. Se non ci sei riuscita,
vedremo di trovare qualche
altro rimedio. Quello che ti ho
dato però, vedrai, funzionerà.
Funziona sempre. Ma, mi raccomando: fai come ti ho detto;
altrimenti l’assoluzione non
vale. Adesso, l’atto di dolore”.
La donna recitò a mezza voce
parole quasi incomprensibili.
Poi si alzò dal confessionale
con un sospiro; un po’ a fatica perché la chiacchierata
era stata lunga e le ginocchia le si erano indolenzite.
Non si accorse nemmeno
di Mariuccia che se ne stava
ancora seduta lì a fianco, rincantucciata con le manine in
grembo. Rossa e sudata tirò
fuori dalla borsa un fazzolettone, se lo passò sulla fronte
e poi, tra una gomitata e uno
spintone, si allontanò.
Un ragazzotto con una camicia a quadri prese subito il
suo posto sull’inginocchiatoio. Mariuccia sentì dall’altra
parte il sacerdote che chiedeva:
“Sia lodato Gesù Cristo: da
quanto tempo non ti confessi?”
“Da Pasqua”
“Un bel po’. Sei per caso comunista?”…
Augusta Franco Cardinali
Festa a Castiglioni
Si terrà dal 5 al 9 agosto la 16 a edizione della Festa d’Estate a Castiglioni, organizzata
dall’Associazione Sportiva Castiglioni con il
patrocinio del comune di Arcevia. La manifestazione si aprirà mercoledì 5 agosto alle
ore 21.30 con il concerto di musica dance
anni ’60 e ’70 seguito dallo spettacolo di
danza orientale “Fiori di Jasmin”. Giovedì
6 agosto alle 21.30 serata di liscio con “Bar-
Dal 5 al 9 agosto
bara & C.”. Venerdì 7 agosto la compagnia
teatrale dilettantistica “Del Buon Umore”
presenterà lo spettacolo “Io sto co’ Cesiretta mia”. Alle ore 23 esibizione del gruppo
di ginnastica artistica e aerobica di Arcevia.
Sabato 8 agosto sfilata di moda della ditta
Elegant. La serata conclusiva di domenica
sarà animata ancora dal ballo liscio con
“flambar”. Nel corso della festa sarà possibi-
le visitare la mostra fotografica “la percezione degli elementi” di Paolo Gattanella.
Domenica 9 agosto si celebra la festa di
sant’Agata con la celebrazione delle Messe
alle ore 8,30; 11,15 e 18 presso la pista polivalente celebrata da mons. Giuseppe Orlandoni, vescovo di Senigallia; alle ore 17,30
solenne processione per la reliquia della
patrona.
VOCE DELLA VALLESINA
Per i ricordi
delle persone care
0731.208145
2 agosto 2009
estate in
Vallesina
A Serra San Quirico: “Il paese dei balocchi”
Gioco e fantasia
Si è aperta mercoledì 29 luglio, a Serra San Quirico, la
manifestazione “Il Paese dei Balocchi”, dedicata a grandi
e bambini che desiderano riscoprire la magia del gioco e
della fantasia.
La manifestazione, giunta alla sua XIV edizione, è promossa dal comune dei Serra San Quirico e organizzata
dall’Associazione Teatro Giovani di Serra San Quirico,
con la direzione artistica del Teatro Pirata di Jesi, con
la collaborazione e il patrocinio della Regione Marche,
della Provincia di Ancona, della Comunità Montana
Esino-Frasassi, del Parco Naturale Gola della Rossa e
dell’AMAT.
Per cinque giorni, fino a domenica 2 agosto, dalle 17 alle
20, le vie del centro storico di Serra San Quirico, si trasformano, grazie a suggestive scenografie, in un laboratorio a cielo aperto, volto a trasportare il pubblico nel magico mondo di Pinocchio.
Giochi, animazioni, laboratori, condotti da animatori
provenienti da tutta Italia, spettacoli, burattini: tutto per
stimolare la creatività e l’inventiva. Quest’anno, inoltre,
c’è una tenera e simpatica novità: veri asinelli da coccolare! Proprio come Pinocchio e Lucignolo, ogni bambino
per entrare nel paese dei balocchi, deve passare una dogana, dove riceve una carta d’identità con nome, cognome e impronte digitali; non solo: come nel Paese dei Balocchi di Pinocchio, anche qui, a ogni bambino crescono
orecchie d’asino, realizzate dalla CoSER “Rosso di Sera”
di Serra San Quirico e Chiaravalle. Dopo un pomeriggio
così ricco e movimentato, è possibile cenare e rilassarsi in
compagnia, presso lo stand gastronomico allestito grazie
alla collaborazione di tutta la cittadinanza, in attesa dello
spettacolo serale.
Il Paese dei Balocchi, infatti, è anche una rassegna di teatro per ragazzi “Ambarabà”, festival di burattini, marionette e Teatro di Figura, diretto dal Teatro Pirata di Jesi
e giunto alla sua XI edizione. Gli spettacoli, realizzati da
compagnie provenienti da tutta Italia, avranno inizio alle
ore 21,30 nell’Arena del teatro. Il programma prevede per
venerdì 31 luglio: Cinderella Vampirella, del Teatro Pirata di Jesi; sabato 1° agosto: Famelico Lupo, della compagnia Il Melarancio di Cuneo; domenica 2 agosto, serata
finale, nel campo sportivo di Serra San Quirico Paese: la
Compagnia Il Melarancio di Cuneo: La battaglia dei cuscini, con centinaia di leggerissimi cuscini per giocare e
divertirsi!
Tutte le attività pomeridiane sono gratuite e per tutta la
durata della manifestazione è in funzione un servizio bus
navetta che accompagna i partecipanti da Serra San Quirico stazione al centro storico.
Gli altri appuntamenti di agosto
a Serra San Quirico
Dal 7 al 9: sagra del Coniglio in Porchetta a Castellaro; dal
12 al 16 la 33° Festa Rurale, Frazione Domo; il 15 agosto:
Festa di Ferragosto in Località Madonna delle Stelle; dal
20 al 23 solenni festeggiamenti in onore del Cuore Immacolato di Maria a Serra San Quirico Stazione; venerdì
21 alle ore 22.15: Concerto d’organo nella chiesa di Serra
San Quirico Stazione.
Moie, festa in coro
Si aprirà giovedì 30 luglio la festa del coro polifonico
“David Brunori” di Moie, in piazza Kennedy. Giovedì sera
è in programma alle ore 21 il karaoke con animazione.
Venerdì, dopo un aperitivo in piazza, ci sarà un concerto della band “Disco Stu”, giovane gruppo emergente con
repertorio pop – rock – dance. Sabato 1° agosto alle ore
19 aprirà la serata una sfilata della Fanfara dei Bersaglieri,
seguita dall’happy hour (ore 19.30) e dall’esibizione degli
stessi in piazza. Domenica 2 agosto gran finale della festa
con pranzo, giochi musicali per bambini, degustazione
vini e esibizione in piazza alle ore 21 della Baby Jazz Orchestra. Per tutta la durata della manifestazione saranno
aperti stand gastronomici con menù di carne e pesce.
La manifestazione si svolge con il patrocinio della Giunta
regione Marche, della provincia di Ancona e del comune
di Maiolati Spontini
Monsano, Villa Pianetti
Muse in Villa, il culmine artistico qualitativo di Muse
d’Estate, la rassegna estiva di spettacoli ed eventi dell’Associazione MonsanoCult, ha quest’anno come ospite
uno dei più importanti musicisti del panorama europeo,
Lorenzo Di Bella, che si esibirà in una delle cornici più
suggestive della nostra regione: Villa Pianetti. «Da più
di dieci anni le bellezze naturali ed architettoniche della
dimora nobiliare hanno ospitato grandi nomi del mondo
della musica colta, - spiega il direttore artistico Mauro
Rocchegiani - offrendo al pubblico, grazie al lavoro della Associazione Culturale MonsanoCult, una qualità
sempre molto elevata. Solisti, formazioni da camera, ma
anche grandi orchestre, hanno allietato ed elevato il pubblico monsanese e di tutta la provincia. Appuntamento
nel pittoresco e florido giardino della Villa, giovedì 30
luglio, alle ore 21.45. Ingresso libero. L’evento è a cura
dell’associazione culturale MonsanoCult in collaborazione con il comune di Monsano e la Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi, e fa parte della rassegna estiva
“Muse d’Estate” che comprende teatro, concerti, letture
e tanto altro. Informazioni su www.monsanocult.eu
e [email protected].
6
Jesi
2 agosto 2009
Rassegna stampa
un anno insieme
Jesi: anche in banca si rischia il posto di lavoro
La Seba, la società con sede in via Guerri, che fornisce servizi per le banche, che agisce da service per 5 istituti di credito della Regione e ne controlla il pacchetto azionario, ha
messo in allarme il sindacato per le voci di eccedenza di 37
dipendenti. La notizia è stata diffusa dai sindacati confederali nel corso della conferenza stampa di lunedì 27 luglio. Per
approfondire la situazione, gli stessi sindacati proporranno
un nuovo incontro i primi di settembre.
Jesi: aumenta la disoccupazione
A Jesi i disoccupati sono aumentati di 1500 unità, mentre il
ricorso alla cassa integrazione è cresciuta di 5 volte in poco
tempo, con il pericolo che nei prossimi mesi molte famiglie
saranno private delle forme di tutela e potranno trovarsi senza entrata. La notizia è stata fornita dal Centro per l’impiego,
e denunciata, il 26 luglio, dal responsabile della Cgil jesina
Domenico Sarti. La crisi dunque avanza, in Vallesina, e non
sembra finirà presto.
Ladri nelle parrocchie
A Jesi, nella parrocchia di San Giuseppe sono entrati, il 19
luglio, nottetempo i ladri e avrebbero sottratto ben duemila
euro e due preziosi calici. La settimana prima, nella chiesa di
San Francesco di Paola, i malviventi hanno forzato il portone
di ingresso ma, per fortuna, poi, non sono riusciti ad entrare.
Scatta l’emergenza criminalità, come riportato dal consigliere comunale del Pdl Cesare Santinelli: anche a Jesi vi sia una
criminalità in aumento.
Ancora polemiche sulla Liberazione
Ancora polemiche sulla celebrazione del 20 luglio tra il presidente dell’Anpi Fancello e il consigliere di minoranza Massaccesi. L’esponente del Pdl non ha contestato tanto la cerimonia, che è pur sempre un ricordo di chi ha combattuto,
quanto la relazione del relatore Re, che ha utilizzato il momento del ricordo unitario come comizio contro il governo.
Il presidente Fancello ha invece, nei giorni scorsi, evidenziato che l’accusa di Massaccesi sia stata fuori luogo perché non
ha contestualizzato il passato con il pericolo del presente che
il relatore ha voluto evidenziare.
Moralità tra pubblico e privato
Da alcuni giorni, diversi giornali cattolici, tra cui “Avvenire”,
“Famiglia cristiana” ed altri periodici diocesani di diverse regioni, hanno espresso disagio nei confronti del presidente
del Consiglio Silvio Berlusconi, chiedendo, nelle vicende che
lo hanno coinvolto, più senso della misura e trasparenza, soprattutto per il ruolo che occupa.
Afghanistan: la Lega propone il ritiro
Due interviste, quella del segretario della Lega Bossi e del
ministro Calderoli, in cui si chiedeva il ritiro dei nostri soldati dalle operazioni di peacekeeping in Afghanistan, Kosovo e Libano, hanno fatto infuriare il ministro degli Esteri
Frattini. Frattini, rispondendo immediatamente, ha affermato alle agenzie che in Afghanistan si sta lavorando anche per
la sicurezza dell’Italia e dunque anche “per Bossi e Calderoli.
Quindi ci siamo e vi resteremo”. Con tale atto, la Lega mette
in difficoltà il Governo, aprendo un problema sulla politica
estera, perché Berlusconi, col presidente americano Obama,
aveva garantito la massima presenza dell’Italia nel paese e
pure un possibile aumento del contingente richiesto dall’alleato americano. Dopo la risposta di Frattini, la Lega subito,
attraverso i portavoce Bricolo e Cota, ha voluto sottoscrivere
gli impegni del governo in tutti questi casi. Nell’impegno di
peacekeeping in Afghanistan, le opposizioni hanno chiesto
un dibattito parlamentare senza mettere in discussione la
presenza italiana nel teatro delle operazioni, almeno fino alle
elezioni del 20 agosto che si terranno nel paese asiatico.
A cura di Federico Catani e Remo Uncini
Staffolo e la bandiera arancione
Biglietto da visita
Due le new entry tra le cittadine marchigiane insignite della bandiera arancione:
Camerino e Staffolo. Ora le
città marchigiane insignite
del prestigioso riconoscimento turistico-ambientale
assegnato dal Touring Club
Italiano raggiungono quota
18, solo Piemonte e Toscana
fanno meglio.
Il marchio certifica le cittadine dell’entroterra con
meno di 15mila abitanti attraverso numerosi parametri (accoglienza, ricettività
e servizi complementari,
fattori di attrazione turistica,
qualità ambientale, struttura e qualità della località) e
Staffolo grazie al lavoro del
sindaco geom. Sauro Ragni
del comune e della comunità è riuscita ad assicurarsi
questo prestigioso biglietto
da visita importantissimo
dal punto di vista turistico.
Il riconoscimento è stato assegnato alle due new entry e
alle sedici città già assegnatarie alla presenza dell’assessore regionale al turismo
Vittoriano Solazzi e del direttore attività associative
del territorio del T.C.I. Marco Girolami
Mattia Zannini
di
E
ra luglio dello scorso
anno quando abbiamo
iniziato il nostro dialogo
sulle pagine di Voce. Ogni
settimana ci siamo incontrati e abbiamo condiviso
dei pensieri. Aver condiviso
tante riflessioni non signifi-
Condividere
un’esperienza
è un gesto di
solidarietà:
chi legge ha la
possibilità di
pensare, trova
un’occasione
per riflettere
ca, naturalmente, che siamo
tutti d’accordo, nel senso che
tutti abbiamo lo stesso parere. E’ impensabile. E non sarebbe neanche giusto chiedercelo. Soprattutto quando
andiamo a confrontarci su
questioni che riguardano
tematiche fondamentali per
l’essere umano.
Quando ho accettato la proposta di aprire una rubrica
di psicologia, l’ho fatto, guidato da questa convinzione:
nessuno di noi ha il monopolio della verità. Nessun
essere umano, per quanto
colto sia o per quanto sia in
alto nella scala sociale, può
affermare di essere depositario della verità. E’ vero
che qualcuno ogni tanto ci
prova a sostenerlo, ma, sia
pure nel rispetto che si deve
a ciascuno, è difficile rite-
Federico Cardinali
nere che chi è convinto di
possedere la verità sia una
persona equilibrata, sufficientemente equilibrata.
In questo anno abbiamo
provato, all’inizio, a fare
un primo viaggio intorno
all’uomo. Ricordate? Abbiamo incontrato il corpo, la
mente e l’anima. Ci siamo
interrogati sul senso del nostro essere nel mondo, sulla
vita e sulla morte. Abbiamo
provato ad ascoltare domande che nascevano da avvenimenti drammatici che ci interrogavano come comunità
civile. Provando pure a confrontarci come comunità di
credenti. Siamo poi ripartiti
per un altro viaggio, un viaggio sul pianeta famiglia.
Altre volte, poi, il nostro dialogo è stato ancora più diretto. Con le vostre lettere mi
avete portato esperienze di
vita, riflessioni, interrogativi.
Che avete voluto condividere con me e con tutti gli altri
lettori di questo settimanale.
Siamo intorno ai duemila.
Lo sapevate? Tante sono le
copie che ogni settimana
sono stampate e distribuite.
Una buona (speriamo!) piccola famiglia.
Portate una vostra esperienza: condividere un’esperienza è un gesto di solidarietà.
Chi legge ha la possibilità di
pensare, trova un’occasione
per riflettere. Spesso l’esperienza di un altro ci aiuta a
guardare anche aspetti della
nostra vita che da soli non
riusciremmo a cogliere, immersi come siamo nei nostri
punti di vista.
Come fare per scrivere? Se
disponete di un computer o
avete qualcuno (un figlio, un
nipote, una persona amica)
che ce l’ha, potete usare la
posta elettronica: quella che
in gergo ormai tutti chiamiamo e-mail (pare che se non
si dice qualche parola in inglese, siamo… fuori mercato!). Se, invece, volete usare
la posta normale, benissimo,
basta scrivere qualche riga
su un foglio e spedirlo all’indirizzo di Voce. State certi
che non ci sarà mai una censura a quello che scrivete, e
che io proverò comunque a
rispondervi, anche se dovessi trovarmi nella condizione
di non sapere cosa dirvi: vi
risponderò dicendo che non
so cosa rispondervi!
Tra coloro che finora mi
hanno scritto, qualcuno mi
ha pregato di non mettere il
suo nome sul giornale. Nessun problema: in questi casi
metterò un nome fittizio,
come ho già fatto con chi
me l’ha chiesto.
Mi piacerebbe che questo
dialogo, ormai aperto, possa
continuare. Soprattutto con
i vostri interventi. Non vi
preoccupate di dover scrivere tanto o con uno stile da
letterati o da giornalisti o da
scrittori. Scrivete come vi Come ci lasciamo per
viene. Anche solo cinque ri- l’estate? Intanto contighe. L’importante è che pos- nuando a sentirci vicini, nei
siate dire la vostra, offrendo nostri pensieri e - per chi
a tutti una riflessione, un in- può coltivare anche questa
terrogativo, una domanda… dimensione nella sua vita
che ci aiuti a pensare. Maga- - sentirci vicini nella preghiera.
ri anche a sorprenderci.
Poi mi permetto di invitarvi a leggere un buon libro:
‘buono’ significa un libro
che ci fa bene. Certo, abbiamo internet e tutti gli
annessi e connessi. Ma non
dimentichiamo di regalarci
un tempo di riflessione. Un
tempo di silenzio. Ne abbiamo bisogno: è come un
po’ di sole per i reumatismi.
E un libro è di sicuro uno
strumento utile per pensare.
E per stare un po’ con noi
stessi. Molto più della TV,
di internet o di facebook…
Una cosa che forse facciamo
poco: proviamo a camminare. Camminare. Sì, perché
vi meravigliate? I medici ci
dicono continuamente che
il nostro corpo ha bisogno
di muoversi per conservarsi
in buona salute. Questo ormai lo sappiamo tutti. Basta farlo! Sapevate, poi, che
camminare fa bene anche al
nostro umore? Camminando, nel cervello si attiva la
produzione di sostanze che
sostengono il buon umore:
si chiamano endorfine. Sono
un ottimo ansiolitico e un
altrettanto prezioso antidepressivo! E’ il nostro organismo che le produce: nessun
effetto collaterale indesiderato! E non dimenticate di
bere. Acqua! Il nostro corpo
ne ha assoluto bisogno.
Un grazie al sole che ci riscalda. Un grazie anche
all’acqua che, dal cielo,
speriamo non si dimentichi
totalmente di noi durante
questa estate - senza fare
danni, però.
Ora ci salutiamo. Per ritrovarci a settembre. Riposati
e, magari, anche un po’ più
svegli!
Chi vuole scrivere allo psicologo può farlo o per e-mail ([email protected] o [email protected])
o per posta a Voce della Vallesina - colloqui con lo psicologo - P.za Federico II, 8 - 60035 JESI
Jesi, primo incontro internazionale etnico folk
Seminando a luna piena
S
eminando a luna piena è il poetico
titolo che Luciana Zanetti, ideatrice e
direttore artistico della manifestazione,
ha voluto dare al 1° Incontro Internazionale Etnico Folk, un festival di danze e
musiche folk che si terrà a Jesi, in Piazza della Repubblica, venerdì 31 Luglio
a partire dalle 21,30. Il filo conduttore
della serata sarà la luna, sotto la quale
si semina in tutti i luoghi della terra per
soddisfare il bene primario dell’uomo:
sostentarsi. La musica e il ballo uniranno vari gruppi internazionali, invitati
dal gruppo folk “Colle del Verdicchio”
di Staffolo: la Creative Cultural Academy dell’India, il Company Matambu del Costarica e il gruppo Ortensia
di Ortezzano in provincia
di Ascoli Piceno. L’intento
dello spettacolo sarà quello
di immergere lo spettatore
nei paesaggi, nelle bellezze
artistiche e nei momenti salienti della vita quotidiana
dei paesi di provenienza dei
gruppi che si esibiranno sul
palcoscenico di Piazza della
Repubblica. Lo spettacolo
sarà preceduto dall’inaugurazione, lunedì 27 Luglio alle ore 19,00 presso il
Palazzo dei Convegni in Corso Matteotti, di una mostra fotografica dal titolo
Salterellando. Salti e Giri per il mondo.
L’esposizione, allestita dall’Arch. Ric-
Nella foto Vincenzoni,
il sindaco Sauro Ragni
cardo Bucci, ripercorrerà per immagini
le tappe salienti dell’attività del gruppo
Colle del Verdicchio di Staffolo.
Nella foto Vincenzoni, da sinistra Sauro
Ragni sindaco di Staffolo, l’assessore
Valentina Conti e Luciana Zanetti
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Vita ecclesiale
LA CHIESA LOCALE
IL DIARIO
DEL VESCOVO
GERARDO
di don Mariano Piccotti
[email protected]
† Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 6,24-35)
Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi
discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di
Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto
qua?». Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non
perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete
saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre,
Dio, ha messo il suo sigillo». Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio:
che crediate in colui che egli ha mandato». Allora gli dissero: «Quale segno
tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: Diede loro da mangiare
un pane dal cielo». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è
Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal
cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà
la vita al mondo». Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane».
Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e
chi crede in me non avrà sete, mai!»
Domenica 2 agosto
Loreto, giornata con i malati in pellegrinaggio per
servizio pastorale
Lunedì 3 agosto
Mattino, San Severino Marche, visita a Lupetti e
Coccinelle di San Pietro Martire
Pomeriggio, Sant’Elia, visita a Esploratori e Guide
di San Pietro Martire
Mercoledì 5 agosto
Campocavallo, incontro con esploratori e Guide
di San Francesco di Assisi
Giovedì 6 agosto
Altino e Ferrà di Montemonaco, incontro con due
unità Scout di Pianello Vallesina
Venerdì 7 agosto
Sant’Eutizio, visita al camposcuola di Macine
Sabato 8 agosto
Montelago di Sassoferrato, visita ai Giov.mi AC di
San Marcello e San Sebastiano
Sabato 9 agosto
ore 9.30: San Cassiano, visita ai Giov.mi AC di
Moie
ore 11.30: Campodonico, S. Messa con Guide FSE
e genitori
ore 14,30: Cingoli, S. Messa con Coccinelle FSE e
genitori
ore 21: Incontro con il Gruppo di discernimento
Vocazionale
Commento
Abbiamo lasciato Gesù, tutto solo, sul
monte, fuggito dalla folla che voleva
farlo re, perché aveva mangiato in abbondanza i pani. La folla non lo molla.
Ma Gesù non la liscia. Anzi. Intravvede
subito una doppia lettura del “segno”
(valore teologico del gesto) che Lui ha
voluto compiere. C’è una lettura superficiale, anche se valida, del suo gesto,
tutta legata al “presente” , al dono concreto, materiale e immediato che sfama
una necessità fisica. E’ la stessa lettura
sociologica della religione civile, utile al
bisogno di orgogliosa appartenenza, di
difesa dal diverso, di risposta appunto ai
bisogni terreni. Pensiamo a quanti celebrano i Sacramenti dei figli per questo
scopo principale.
E c’è anche una lettura piu’ profonda
Nella chiesa di Santa Maria del Piano
a Jesi, la domenica sera, fino al 30 agosto,
una Santa Messa festiva
sarà celebrata alle ore 21,30.
Settimanale di ispirazione cattolica
fondato nel 1953
«Che cosa amo io quando amo te, mio
Dio?
Non la bellezza di un corpo né il ritmo
del tempo mosso.
Non lo splendore della luce, che è pur
tanto caro agli occhi.
Non le dolci melodie del mondo dei
suoni di ogni genere.
Non il profumo dei fiori, di unguenti,
di spezie.
Non la manna e neppure il miele.
Non mem­bra d’amore, che sono tanto
deliziose all’abbraccio del corpo.
Niente di tutto questo io amo quando
amo il mio Dio.
E, ciononostante, io amo una luce e
un suono e un profumo e un cibo e un
abbraccio,
quan­do amo il mio Dio. Luce e suono
e profumo e cibo e abbraccio del mio
uomo interiore.
Là risplende alla mia anima ciò che
nessuno spazio comprende.
Là risuona ciò che nessun tempo
rapisce.
Là emana profumo ciò che nessun
vento porta via.
Là piace ciò che nessuna sazietà rende
disgustoso.
Là si stringe ciò che nessun disgusto
spegne.
Ecco quello che amo quando amo te, o
mio Dio».
(Sant’Agostino)
Maria e il disegno di Dio
Corso biblico annuale
Parrocchia Santa Maria del Piano
, quella che sta a cuore a Gesù. C’è un
cibo che non dura, e c’è un cibo che
rimane per la vita eterna, una lettura
aperta al “futuro”… “un cibo che il Figlio
dell’uomo vi darà”. A proporla è il nuovo Mosè, il Messia che nel Battesimo ha
ricevuto il sigillo del Padre (cfr Gv 1,33;
10,36) ed è divenuto il Rivelatore del
destino futuro della vita.
A questa antitesi di cibi segue l’antitesi
delle opere. C’è l’opera di Mosè che si
era reso credibile attraverso la manna.
Gesù è sfidato e accetta. Lui compie
l’opera del “pane disceso dal cielo”. E’
Lui il pane della verità, disceso dal cielo
che è capace di dare la vita al mondo. E’
Lui che è capace di togliere la fame e la
sete di vita che ogni uomo porta dentro
di sé. L’ingordigia dei ricchi (pensiamo
ai numeri crescenti della fame dovuti
alla gestione interessata delle risorse
alimentari) produce morte. La corrente
calda della vita, è generata dall’incontro
con Cristo. Nel gelido paesaggio della
morte dalle mille facce, scorre sotterranea la vita, quella di Cristo donata ai
cristiani, i quali si fanno “naturalmente”
portatori di salvezza.
Solennità della Beata Vergine del Monte Carmelo
Castelplanio: dal 26 al 28 agosto
“La crescita nello Spirito secondo San Paolo” è il tema
del corso biblico proposto dall’Ufficio Catechistico
Diocesano e dal centro di spiritualità “Sul Monte” di
Castelplanio. Padre Luciano Fanin, biblista della facoltà teologica del Triveneto proporrà le riflessioni e guiderà gli approfondimenti. Le giornate inizieranno alle
ore 8,30 con la preghiera di lode e la Santa Messa nella
chiesa del Crocifisso. Le iscrizioni si ricevono all’arrivo;
chi volesse pernottare al centro, dovrà prenotarsi entro
il 22 agosto. Per informazioni: don Mariano Piccotti
3396506124 – Suore del Centro 0731 813408.
7
Parola 2 agosto 2009 - xviii domenica del tempo ordinario - anno b
Un cibo che non dura e uno che dà futuro
di Dio
Sabato 1* agosto
ore 18: Angeli di Rosora, S. messa nella festa
patronale
ore 21: Loreto, manifestazione all’interno del
pellegrinaggio Unitalsi
Martedì 4 agosto
Talamello, incontro con Lupetti e coccinelle di
San Massimiliano K..
2 agosto 2009
I
l 16 Luglio è stata solennemente celebrata, a San
Marco, la festa della Madonna del Carmine. Il monte
Carmelo è legato alle vicende
del profeta Elia che, dimorando in quel monte, ebbe
la visione della venuta della
Vergine, che si alzava come
una piccola nube dalla terra verso il monte, portando
L
a Caritas Parrocchiale
di S.P. Martire continua nel suo iter di carità.
Al Centro di Ascolto si rivolgono persone e famiglie
straniere e italiane. I volontari si sono resi disponi-
la pioggia e salvando Israele
dalla siccità. In quei luoghi
ebbe origine l’Ordine Carmelitano, sotto il titolo di Santa
Maria di Monte Carmelo,
titolo che venne celebrato
dal secolo XIV in Inghilterra raggiungendo il massimo
splendore nel XVII secolo,
quando il Capitolo generale
lo dichiarò festa principale e
speciale dell’Ordine, e Paolo
V lo riconobbe come titolo
distintivo della Confraternita
dello Scapolare.
E’ la celebrazione solenne di
tutti i devoti di Maria Santissima del Carmine, che si
ritrovano uniti nei sentimenti di amore e gratitudine per
la Vergine in cui il Signore ha
realizzato la pienezza del suo
amore: “Mi ha fatto grande
Colui che è potente e santo
è il suo nome”, Maria che lodiamo e ringraziamo per aver
accettato in sè il compimento
del disegno di Dio con consapevolezza e piena disponibilità al suo volere “Eccomi, sono
la serva del Signore, sia fatto
di me secondo la Tua parola”.
Maria che ancora lodiamo e
ringraziamo per averci dato
un esempio perfetto di vita
cristiana.
Per questo nel Carmelo, Maria, patrona dell’Ordine, è
invocata come Madre che
ci aiuta nelle difficoltà che
incontriamo nel cammino
verso la vita eterna. Così lo
scapolare che costituisce il
segno visibile della devozione
San Pietro Martire
Caritas parrocchiale
bili il martedì mattina o di
pomeriggio per ascoltare,
osservare, discernere. Dal
Piazza Federico II, 8 - 60035 Jesi An
Telefono 0731.208145
Fax 0731.208145
[email protected]
www.vocedellavallesina.it
c/c postale 13334602
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del 10.1.1953 • Composizione grafica Giampiero Barchiesi • Stampa Galeati Industrie Grafiche, Imola www.galeati.it •
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redazione: Vittorio Massaccesi, Giuseppe Quagliani, Antonio Quaranta, Antonio Lombardi
Ai sensi dell’articolo 13 del D. Lgs 196/2003 (Codice privacy) si comunica che i dati dei destinatari del giornale sono contenuti in un archivio informatico idoneo
a garantire la sicurezza e la riservatezza. Saranno utilizzati, salvo divieto espresso per iscritto dagli interessati, oltre che per il rispetto al rapporto di abbonamento, anche per proprie attività istituzionali e per conformarsi ad obblighi di legge.
confronto si sono decisi interventi di aiuto. Il gruppo
dei nove volontari si riunisce una volta al mese per
la formazione che è stata
curata dall’equipe diocesana, con l’obiettivo di far
acquisire un metodo, che,
superando l’emergenza e
l’improvvisazione, potesse
educare il singolo e la comunità alla corresponsabilità e alla collaborazione.
Vari gli interventi, quali
pacchi viveri composti da
latte, liofilizzati, pannolini
ecc… per bambini e per le
famiglie. Questi interventi
sono stati possibili grazie
alla generosità di alcune
persone che hanno offerto
denaro e viveri, specialmente durante il periodo
della Quaresima di carità.
alla Madonna del Carmelo è
espressione dell’amore fiducioso e filiale verso la Vergine
insieme al proposito di voler
vivere da autentici cristiani
nella sequela di Cristo. Quindi l’iconografia Carmelitana
che presenta la beata Vergine col Bambino nel braccio
sinistro, mentre con la mano
destra dona lo scapolare ci
ricorda che la potenza misericordiosa della madre divina
deriva da Lui che è Cristo,
il Figlio di Dio e il Figlio di
Maria, mentre il gesto della
mano va visto come invito ad
indossare lo Scapolare quale
segno di salvezza e a vivere
nella costante fiducia della
sua protezione.
L.C.
Il nostro percorso è stato
sempre di collaborazione
con la caritas Diocesana e
con Padre Ilarino. Un grazie particolare va a tutta
la comunità di San Pietro
Martire che, sensibile ai
problemi di accompagnamento alle persone che
sono in difficoltà, ha risposto con generosità e
delicatezza. Il Centro di
Ascolto è rimasto operativo per tutto il mese di luglio, mentre ad agosto sarà
chiuso, per le emergenze ci
si potrà rivolgere al parroco padre Ilarino. Si riaprirà nel prossimo mese di
settembre. Grazie ancora
di cuore a tutti coloro che
si sono resi disponibili per
far sì che il nostro lavoro
sia fattivo e di vero aiuto.
Maria Pia Serritella
Referente volontaria
Caritas Parrocchiale S.
Pietro Martire e Diocesana
8
Vita Ecclesiale
2 agosto 2009
In ricordo di Giacomo Fava
Galileo Galilei
giovane studen- visto nessun cristiano, almeno E non lo dico io, ma Gesù, e
uomo di fede e di scienza Giacomo,
te universitario di Morro qui, agire come te. Un gigante i Vangeli lo raccontano. Nella
italiani con una predilezio- d’Alba, ha scelto di porre fine buono amico di chiunque. Eri sua vita pubblica Gesù scaccia
di Maria Costanza
Santacroce Cestaro
“P
er maggiormente
regalarla, gli mando
una rosa, la quale come
cosa straordinaria in questa
stagione, dovrà da lei essere
molto gradita; e tanto più
che insieme con la rosa potrà accettare le spine che in
essa rappresentano l’acerba
passione del nostro Signore;
e anco le sue verdi frondi che
significheranno la speranza
che possiamo avere, di dover,
dopo la brevità ed oscurità dell’inverno della vita
presente, pervenire
alla chiarezza
e felicità dell’eterna
primavera del cielo.”
Così scriveva Virginia Galilei, suor Maria Celeste, in
una delle missive quasi quotidiane che scambiava col
padre dal monastero di San
Matteo, confinante con la
casa di Galileo, ad Arcetri.
Il muro di cinta del monastero si copre ancora oggi,
a primavera, di grappoli di
glicine: quando il sole lo avvolge il fogliame si infittisce,
quasi a custodire il ricordo
degli affetti più delicati che
la pietà filiale potesse concepire. Le lettere di Galileo
sono andate perdute (o distrutte?), ma quelle di suor
Maria Celeste giunte fino a
noi sono rivelatrici di sentimenti legati alla vita dello
scienziato, la cui figura fu
inquietante per gli storici a
lui contemporanei, incapaci
di toccare gli episodi di un
destino terrestre coinvolto
in un processo del Sant’Uffizio.
Galileo nell’Italia della Controriforma poco si prestava ad evocazioni, costrette
a misurarsi con i rapporti
tra scienza e fede, libertà e
censura, su cui molti anche
degli ecclesiastici preferivano tacere. Il Viviani, suo
discepolo, fu autore di una
Vita di Galileo rielaborando le notizie ricevute dal
figlio Vincenzo e le confidenze dell’amato maestro,
al quale visse accanto dal
1639 al 1642, gli ultimi anni
della sua vita segnati dalla
cecità. Tuttavia Galileo era
troppo ironico ed amaro
per parlare dei suoi drammatici trascorsi, ed i suoi
ricordi erano attenti ai problemi di conduzione della
casa: era più interessato nel
tempo libero a curare una
vigna che a raccontare di
sé. Viviani nota che Galileo
amava introdursi nel tesoro ricchissimo della natura
attraverso l’osservazione e
l’esperienza; sottolinea la
struttura interdisciplinare
della sua mente che lo portava ad appassionarsi alla
musica, al disegno, alla pittura e alla letteratura, non
diversamente da Leon Battista Alberti o da Leonardo.
Notevole, inoltre, era la sua
capacità di progettare e costruire gli strumenti che lo
sostenevano nella ricerca:
il Cannocchiale, il regolo
calcolatore, il termometro,
l’orologio a pendolo. Galileo univa ad un gradevole
aspetto una conversazione
brillante dove l’arguzia dei
motti di spirito si accompagnava alle citazioni letterarie più raffinate giacché
conosceva il latino ed il
greco, amava i poeti latini e
VII anniversario
Lunedì 10 agosto ricorre il
settimo anniversario della
scomparsa di
ne particolare per Ludovico alla sua vita terrena. Propo- profondo, intelligentissimo, i demoni e dà il potere di vinAriosto. Allo studio della niamo il ricordo che l’inse- sempre attivo, con mille inte- cerli. Padre Gabriele Amorth,
medicina, cui il padre Vin- gnante di religione Giuseppina ressi, (perfino l’arbitro!) con il più grande esorcista vivencenzo l’aveva avviato, prefe- Remedi ha letto nel corso della una cultura a tutto tondo, e te, dice che Satana sa indurrì quello della matematica, cerimonia di addio avvenuta soprattutto rispettoso delle re, specialmente i giovani a
tanto che divenne lettore al campo sportivo con tante idee e convinzioni altrui, sia scelte estreme, e la sua più
di matematica nell’ateneo testimonianze dei suoi amici e religiose che politiche. Spesso grande vittoria è quella di far
pisano dal 1589 al 1592. Gli colleghi arbitri e la partecipa- ti elogiavo per questo atteg- credere di non esistere. Gesù
anni migliori della sua vita zione di tantissimi persone. La giamento verso tutti, nei con- dice: “Non chiunque mi dice:
li trascorse a Padova, dove commemorazione si è svolta il fronti di tuo nonno, di tuo pa- Signore, Signore, entrerà nel
dre che adoravi e verso tutta la regno dei cieli, ma colui che fà
ebbe l’incarico di profes- 10 luglio scorso.
tua famiglia. Sento ancora la la volontà del Padre mio che
sore di matematica prestua modestia e semplicità nel- è nei cieli.” Mt 7,21 Ed ancora,
so l’università dal 1592 al
Come meteora
che la fede senza la carità non
la risposta: “E’ normale!”.
1610. Discepoli e dotti del
tempo, aristocratici colti
Vito Martelli
Come meteora Mai un segno di superiorità serve a nulla. Caro Giacomo,
e te lo potevi permettere, ma io so, che tutto questo ti ap- La moglie e le figlie lo ricore principi di alto rango sehai attraversato
avevi ragione, questo appar- parteneva. Il tuo angelo che dano con affetto.
guivano le sue lezioni e fretiene ai palloni gonfiati e ai ti conosceva più di chiunque,
quentavano abitualmente la
il cielo
cristiani di facciata. Te ne ti è stato sicuramente vicino, “Signore, noi sappiamo che
sua casa e la sua mensa. A
della mia vita,
sei andato lasciando parole per portarti nella grande Luce chi non è più con noi non è
Venezia Galileo andava fred’amore per tutti, chieden- di un mondo nuovo che tut- lontano da noi perché ha
quentemente, vi conobbe
lasciando
do scusa e ringraziando per ti i giusti meritano, dove un creduto e sperato in te”
Marina Gamba e dal legagiorno spero ci si ritrovi. Ma
quanto ti era stato dato.
me con lei nacquero i suoi
scaglie d’oro
Tu sai, che sono una credente se ancora non vi fossi arrivatre figli: Virginia, Livia e
nel cuore
e so che ad ognuno di noi, al to siamo disposti ad inviare a
Vincenzo.Sempre a Venezia,
Anniversario
momento della nascita, viene Dio tutte le nostre preghiere
a contatto con l’ambiente
dato un angelo custode. Viene a costo di stancarlo! E non ti
dei tecnici dell’arsenale e Carissimo Giacomo,
2007 5 agosto 2009
dei maestri vetrai di Mura- ricordo ancora il tuo saluto dato a tutti, nessuno escluso e preoccupare di un manca- Nel secondo anniversario
no, prendendo spunto da garbato e dolce, mentre pas- riguardo questo voglio ricor- to suono di campane, non è della scomparsa di
esemplari di cannocchia- savi e non ero certo una tua dare la Bibbia e precisamente quello che conta. Nella Bibbia,
le provenienti dall’Olanda, coetanea, potevo esserti ma- il libro di Giobbe 33,23 “…vi è nel primo libro di Samuele, il
costruì il primo telescopio. dre, ma il tuo modo di fare era un angelo presso di lui un pro- Signore stesso dice: “L’uomo
Nell’inverno del 1609 pas- questo. Attenzione e rispetto tettore solo fra mille per mo- guarda l’apparenza, il Signore
guarda il cuore”. E il tuo cuore,
sò la maggior parte delle per tutti. Chiedevi se stessi strare all’uomo il suo dovere”.
notti a puntare questo stru- bene, interessandoti anche Per il tuo comportamento, tu carissimo Giacomo era lumimento verso il cielo: aveva ai miei animali, ti fermavi a hai ascoltato sempre la sua noso, sensibile e buono; pieno
accanto il cavalletto con guardarli. Fra tutti i miei gat- voce, ma Satana è forte, mal- d’amore per il prossimo.
l’occorrente per disegnare ti, Angelino ti era particolar- vagio e feroce e questo spiega Che Dio ti benedica e ti accolquanto scopriva con le sue mente simpatico, perché ri- tutto. Non sopporta i buoni. ga nel Suo regno di luce. Ciao
esplorazioni celesti; di gior- spondeva al tuo richiamo! Era E tu lo eri profondamente, ri- Giacomo e grazie con tutto il
no scriveva il rendiconto così spontaneo per te che ti spettando la legge umana e di- cuore. E’ stata una gioia averti
scientifico delle sue osser- definivi di cultura laica, voler vina più di un credente. Il de- conosciuto.
Giuseppina Remedi
vazioni che dettero vita ad bene a tutti, che non ho mai monio esiste, non è una favola.
un’opera interessantissima:
Dora Martarelli
il “Sidereus Nuncius”. Il tein Barchiesi
11 agosto: Santa Chiara d’Assisi
lescopio rivolto da Galileo
i familiari la ricordano con
verso il cielo abbatté d’un
immenso affetto. In sua
tratto con l’evidenza delle
memoria sarà celebrata una
cose viste una configurasanta Messa domenica 9
zione dell’universo incrola domenica delle Palme
portarlo spiritualmente nel agosto alle ore 10 a Santa
labile da millenni: lo spazio
(1211 o 1212) una nobituo corpo casto e verginale” Maria di Monsano.
si ampliava all’infinito men- le ragazza diciottenne fugge
(Lettera di santa Chiara a
tre la terra rimpiccoliva. “Il dalla sua casa in Assisi disant’Agnese di Praga).
“Vogliamo ricordarti come
sistema dei pianeti l’ho fat- retta verso la Porziuncola:
La
Fondatrice
ritrova eri, pensare che vivi, che anto, con perfetto telescopio, qui Francesco e il gruppo dei
nell’esperienza
mariana cora ci ascolti e come allora
toccar con mano a chiun- suoi frati minori le fanno indell’Annunciazione,
ossia sorridi”
que l’ha voluto vedere.” dossare un saio e le tagliano
nella vita dello Spirito, il moNell’immaginario dell’uomo i capelli. Così Chiara, la “picdello dell’esperienza sua e
seicentesco fu segnata una cola pianta” di san Francedelle sue sorelle come Fran2° anniversario
svolta epocale. La nuova sco, prende dimora accanto
cesco l’aveva concepita per
faccia della luna rivelata dal alla chiesa di San Damiano,
11-9-1927 1-8-2008
loro. L’amore per l’Eucaristia
cannocchiale era affasci- dove sarà raggiunta dalle
contraddistingue il suo camnante, bellissima, non più sorelle Agnese e Beatrice, e
mino spirituale: il Corpo del
sfera perfetta e splendente, da gruppi di altre ragazze e
Signore appena ricevuto da
ma dal paesaggio rugoso, donne. Invano la ricca famiChiara le appare nelle semineguale, proprio come la glia si opporrà alla sua scelta
bianze di un bel bambino,
faccia della terra piena di di vita: Chiara darà origine
inoltre difenderà Assisi dagli
sporgenze e cavità.
a una famiglia di “Sorelle povere”, unite da attacchi dei Saraceni. La Santa conosce anGalileo con un ritmo di fa- una profonda fraternità spirituale: esse sono che una lunga “notte” di infermità durata
vola stupita rievoca le ampie chiamate ad alimentare la mutua ed operosa ventinove anni: “Se con Lui soffrirai, con Lui
distese lunari con la mera- carità e a sviluppare l’umiltà; “Spesso il Si- regnerai; se con Lui piangerai, con Lui goviglia con la quale il primo gnore manifesta ciò che è meglio al più picco- drai; se con Lui morrai sulla croce della triuomo scoperse la bellezza lo” afferma Chiara.
bolazione… possederai per tutta l’eternità la
del mondo. Egli sostiene La vita della Santa, per volontà di Dio e sot- gloria del regno celeste…”. Così, l’intima espeche Dio ha dotato l’uomo di to la guida di Francesco, passa attraverso rienza della pienezza del Bene diviene per
“sensi “, del “discorso” e dell’ un’esperienza rude e nuda di povertà mate- Chiara, nella gioia e nella sofferenza, fontaPalmira Canulli
“intelletto” per sviluppa- riale e morale, che la conduce attraverso le na d’Amore donata al prossimo. Nel febbraio
in Fiordelmondo
re le sue conoscenze e che gioie profonde della povertà spirituale. Dive- del 1958 Pio XII proclamava santa Chiara
la tensione verso l’infinito nire poveri è divenire contemplativi: aprirsi come patrona della televisione perché nel- Nel nostro cuore sono semlo rende consapevole della allo Spirito del Signore, che è Padre dei po- la notte di Natale del 1252 ebbe la grazia di pre accesi i sentimenti e
sua dignità, a patto che l’or- veri e ha incarnato la Parola in Maria. Chia- poter vedere dalla sua cella la celebrazione le emozioni dei momenti
goglio non l’illuda di poter ra consiglia a suor Agnese: “Stringiti alla che si svolgeva in Chiesa. L’esempio di san- vissuti insieme e del tanto
sapere tutto. Nel 1610 Gali- Sua dolcissima Madre, la quale generò un ta Chiara ci aiuti a riscoprire la dignità della amore che ci hai dato
leo tornò in Toscana quale Figlio tale che i cieli non potevano contenere… persona e i valori come la famiglia, la vita, Aldo e congiunti
matematico dello Studio di tu pure, seguendo le sue tracce, specialmen- l’educazione dei giovani.
Pisa e filosofo del granduca te dell’umiltà e povertà di Lui, puoi sempre…
Giordano Maria Mascioni
Cosimo. Nel 1611 a Roma
Partecipazione
venne acclamato membro
dell’Accademia dei Lincei e
La direzione e la redazione
definito “fiorentino scopridi Voce della Vallesina partore non di nuove terre, ma
tecipano al lutto che ha coldi non vedute parti del cie- “Nol sai come che sto, ché mò mel chiedi?”
“Ho saputo che stavi all’ospedale
pito la famiglia Vignaroli per
lo”. C’è un affresco in Santa M’ha risposto così ‘n’amico mia
E ‘na visita t’ho volsuto fa;
la perdita improvvisa di
Maria Maggiore, nella cap- mentre vicino al letto stavo in piedi
ma si n’è el caso, ché te sienti male,
Alfiero
pella paolina, opera di Lu- e me ‘nformao de la salute sua.
ciarvengo n’antra volta, un po’ più in là!”
che, a 74 anni di età, è stato
dovico Carli detto Il Cigoli,
improvvisamente
sottratamico di Galileo ed appas- Non era più quil giovane gajardo.
Lu n’ha risposto alla domanna mia,
to agli affetti familiari dalsionato di astronomia, che El lenzolo el copria fino alla bocca,
parea che non sentisse più i rumori.
la fatalità di un incidente
rappresenta l’Immacolata e parea ‘na palla da bijardo
Però, mentre che stavo pe’ gi via,
in mare. Voce si unisce alla
chè n’ciaéa più ‘n capello de la zocca.
“Spetta!” m’ha ditto, “Come se sta fori?”
preghiera di suffragio dei fasegue a pag. 13
Anonimo borghigiano miliari e degli amici.
L
Patrona della televisione
Nol sai come che sto?
In diocesi
Moie, rinata la confraternita del Santissimo Sacramento
Esperienza di preghiera e carità
2 agosto 2009
9
I campi estivi dell’Azione Cattolica
L’estate è da sempre la stagione del relax. Per i vari gruppi parrocchiali dell’Azione Cattolica jesina, l’estate è soprattutto la stagione dei campi estivi. Ecco una breve panoramica:
Acr (6-14 anni)
San Sebastiano, San Marcello, Regina della Pace e Monsano dal 23 al 30 agosto saranno a Montelago per “Scoprire i segni di Dio nella vita di tutti i giorni”. Si sono iscritti
circa quaranta ragazzi, che saranno seguiti da dodici animatori, capitanati
dagli assistenti don Alberto Balducci e don Claudio Procicchiani.
San Giuseppe, San Francesco di Paola e San Giovanni Battista hanno scelto come
meta del loro campo, il convento dei cappuccini di Cingoli. Dal 24 al 30 agosto i 45
ragazzi, seguiti da 22 animatori e dall’assistente don Giuliano Fiorentini, affronteranno
tematiche impegnative come la vocazione, la sequela, la fede, le tentazioni e la resurrezione.
Giovanissimi (15-18 anni)
San Sebastiano, San Marcello e Regina della Pace dal 2 al 9 agosto si recheranno a
Montelago, per parlare della “Fiducia”. 23 i partecipanti, quattro gli educatori, guidati da
due assistenti, don Alberto Balducci e don Claudio Procicchiani.
E’
rinata a Moie la Confraternita del Santissimo
Sacramento.
Fortemente
voluta da don Gianni Giuliani, precedente parroco
della comunità parrocchiale
di Moie, si è ufficialmente
costituita lo scorso 8 settembre quando i confratelli hanno ricevuto l’investitura dal
vescovo diocesano Gerardo
Rocconi. La cerimonia è avvenuta nel giorno della festa patronale in onore della
Madonna della Misericordia
quando i dodici confratelli
hanno indossato per la prima volta il loro abito ed hanno espresso la loro disponibilità come laici a servizio
della comunità parrocchiale.
La confraternita del Sacratissimo Sacramento era inattiva da circa quaranta anni e
così, ad alcuni che allora ne
avevano apprezzato la funzione, è nato il desiderio di
ricostituirla. Dopo alcuni
incontri di preparazione con
il responsabile delle confraternite marchigiane, Alberto Fiorani e grazie al lavoro
di alcune signore volontarie
che hanno prestato il loro
servizio per la realizzazione
degli abiti, la nuova Confraternita ha ripreso il via. Gli
scopi principali della Confraternita sono promuovere
il culto verso l’Eucarestia e la
Vergine Maria, organizzare
le manifestazioni religiose
pubbliche in collaborazione
con il Consiglio Pastorale
Parrocchiale, promuovere ed
esercitare le opere di carità
umana e cristiana che sono
suggerite dalle circostanze.
Nel pomeriggio dell’8 settembre scorso, i confratelli
hanno preso parte alla solenne processione per le vie
del paese collaborando nel
servizio liturgico; hanno
poi partecipato alla festa del
paese di Montecarotto, la
prima domenica di ottobre,
festa dedicata a San Placido,
su invito del parroco don
Gianni Giuliani. Domenica
15 marzo la Confraternita
moiarola ha partecipato a
Loreto alla 4° Giornata del
Pellegrino nelle Marche, promossa dall’Opera Romana
Pellegrinaggi. Le venerabili
Confraternite marchigiane
partecipanti hanno aperto
la processione con la statua
Pellegrina della Madonna di
Fatima verso la Santa Casa.
Domenica 10 maggio la Confraternita ha aderito all’invito
della parrocchia di San Nicolò di Poggio San Marcello
alla processione in onore
della Madonna del Soccorso. Dal mese di gennaio ogni
primo e terzo venerdì del
mese alle ore 21 i confratelli
si radunano presso la sede
nell’Abbazia di Santa Maria,
per approfondire e meditare
sulle scritture e letture di San
Paolo dato che quest’anno
ricorre l’anno paolino indetto da sua Santità Benedetto
XVI. Domenica 14 giugno
nella ricorrenza del Corpus
Domini, festa del Corpo e
Sangue di Cristo i confratelli
locali hanno partecipato alla
processione. La venerabile
confraternita, di cui è priore
Gianni Cantarini, è costituita
da diciotto confratelli ed invita chi volesse aderire ad alcune iniziative, ad avvicinarsi. Il prossimo 8 settembre,
giorno della festa patronale
di Moie, i confratelli hanno
invitato le altre confraternite della Vallesina a prendere
parte alle celebrazioni.
d.g.
A Poggio San Marcello, in collaborazione
con Comune e Pro Loco,
31 venerdì luglio ore 21,30
In prima assoluta, presentazione del filmato
NON PREOCCUPARTI
Cortometraggio in 10’ “per accogliere
la vita con gioia”
Realizzato a cura del Centro di Aiuto alla Vita (CAV) “Savino Antenori”
onlus di Jesi, con il contributo
della Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi.
Regia Gianni Gualdoni, collaborazione Antonio Lucarini
Nel programma della serata:
CONCERTO LIRICO
Soprano Stefania Donzelli, Giacomo Rossetti pianoforte.
Musiche di Haendel, Rossini, Verdi, Puccini.
A conclusione: “vino d’onore”
Radio Duomo
Senigallia in Blu
(106,7 o 95,2 Mhz)
San Francesco d’Assisi dal 3 al 7 agosto, radunerà a Bellisio Solfare l’Acr ed i Giovanissimi. 16 i ragazzi iscritti, che saranno seguiti da otto educatori. Il tema del campo è quello
dei Sogni, che sarà sviluppato in maniera diversa dai due settori. Per l’Acr sarà un’occasione per riflettere sulle loro aspettative per il futuro, con la capacità di vedere il domani
ancora con gli occhi pieni di magia e di fantasia. Per i giovanissimi, invece, si cercherà di
capire ciò che davvero significa “progetto divino”. Comprendere come i nostri desideri
e idee per il futuro (studi, lavoro, famiglia,...) siano sempre e comunque legati ad un
progetto che Dio disegna per noi. E in questo comprendere la bellezza dell’affidarsi a lui.
Nella giornata dedicata alle confessioni poi, ci sarà
la graditissima visita di Padre Bruno Fioretti.
a cura di Giuseppe Papadia
Monastero SS. Annunziata
Via San Marco 12, 6OO35
Jesi (AN) Tel O731 4334
Triduo di
Santa Chiara
Agosto 2009
Sabato 8 Agosto
Ore 17,30 Adorazione
Ore 18 Celebrazione Eucaristica
Domenica 9 Agosto
Ore 17,3O Rosario
Ore 18 Celebrazione Eucaristica
Lunedì 10 Agosto
Ore 17,30 Primi Vespri Di Santa Chiara
Ore 18 Celebrazione Eucaristica
Ore 21 Transito di Santa Chiara
Martedì 11 Agosto Solennità Di Santa Chiara
Ore 17,3o Secondi Vespri Di Santa Chiara
Ore 18 Solenne Concelebrazione Eucaristica.
Presiede S. E. Mons. Gerardo Rocconi
Il triduo sarà condotto da p. Valentino Natalini
OFM che ci guiderà sul tema:
Chiara e Maria. L’ascolto,
la preghiera, l’offerta
Vi aspettiamo per pregare
e festeggiare con noi
le sorelle Clarisse di Jesi
Tutte le mattine alle ore 7,20
il pensiero del giorno del vescovo Gerardo Rocconi
Giornale radio alle ore 12,30 e alle 19,03 con notizie da Jesi
10
2 agosto 2009
Speciale Cupra Montana
Cupramontana: il fascino dell’incontro con l’archeologia dei bambini del centro estivo del Centro Sportivo Italiano
Apparteniamo a una grande storia
I
La zona degli scavi archeologici; sullo sfondo
Maiolati Spontini
I giovani archeologi:da sinistra Luca, Edoardo, Giacomo
e Jacopo
I bambini ascoltano le spiegazioni dell’archeologa Ilaria
seduti sul prato: da sinistra di spalle Giulio, Alessio, Mario,
Asia, Sofia, Edoardo, Samuele e l’archeologa Ilaria
Alessio, Mario e Sofia
Don Maurizio racconta ai bambini la storia del martirio di
San Lorenzo
nteressante,
emozionante,
entusiasmante: così i 13 bambini del
centro estivo di Cupramontana hanno raccontato la loro esperienza
di incontro con la storia
del paese in cui vivono. Tra le proposte delle
educatrici, anche quella
di partecipare ad una
visita guidata agli scavi
archeologici.
L’Archeoclub di Jesi, nell’ambito del suo impegno per
sensibilizzare i giovani
all’archeologia e alla conoscenza delle proprie
radici, ha promosso attività estive di scavo per
gli studenti delle scuole
superiori: una di queste
si è svolta in contrada
Palazzi a Cupramontana. E lì, mentre gli studenti del liceo classico di
Jesi sperimentavano sul
campo le conoscenze apprese negli incontri teorici precedenti, i ragazzi
del centro estivo hanno
ammirato, affascinati, i
reperti ed hanno appreso
alcuni elementi di base
su come si gestisce uno
scavo. E’ così che la mattina del 17 luglio scorso si
sono incamminati a piedi, dal centro di Cupramontana, dai locali delle
Grotte di Santa Caterina,
per raggiungere la zona
degli scavi, poco fuori il
paese per questo incontro con la storia e l’archeologia. Grazie alle parole
dell’archeologa Ilaria, i
bambini sono andati indietro nel tempo, a cinquecento anni prima di
Cristo, a quando Cupra
era un municipio romano e, nella zona dove
ora si vede solo terra,
c’erano palazzi, strade,
terme, abitavano persone, vivevano animali, si
sono combattute guerre.
Lo stupore di appartenere ad una grande
storia, la certezza di
vivere una esperienza
straordinaria, la consapevolezza che i reperti
sono importanti e vanno preservati e studiati ha accompagnato i
bambini la mattina del
laboratorio e nel corso
di altre esperienze simili di incontro con la storia, proposte dal centro
estivo, visitando la sala
consiliare con altri reperti o la chiesa di San
Lorenzo con il parroco
don Maurizio Fileni che
ha drammatizzato la
storia del martirio del
santo. I bambini, davanti alla pala dell’altare maggiore, sono rimasti “a bocca aperta” ad
ascoltare il racconto di
don Maurizio sugli ultimi momenti di vita di
san Lorenzo, su come ha
affrontato il martirio e
come ha difeso la Chiesa nel periodo dell’imperatore Valeriano, nel
258. Le educatrici Francesca Schiavoni, Paola
Masè, Giovanna Ortolani e Veronica Piattelli hanno saputo accompagnare i bambini in
questo viaggio guidato
dall’archeologa Ilaria
e far risuonare le emozioni e le impressioni.
Il corso è stato organizzato dalle Parrocchie
in collaborazione con il
Centro Sportivo Italiano e si concluderà il 31
luglio.
“Quando siamo arrivati al campo, in contrada
Palazzi, gli studenti avevano scavato prima con
la ruspa per togliere lo
strato iniziale molto duro
e poi con le cazzuole. Lavoravano attorno a quattro buche con il piccone,
la paletta, il pennello e
la scopa per la pulizia
meccanica. L’archeologa ci ha detto di quando,
nel 1700, è stata ritrovata
una scritta in latino su un
muro romano. Abbiamo
anche capito quale è la
differenza tra un fossile
e un reperto e quali sono
le fonti scritte, orali, materiali, visive, iconografiche. Abbiamo visto, nelle
buche, grandi pietre che
risalgono a duemila anni
fa e costituiscono la pavimentazione romana e i
resti di un pozzo semicircolare. Ma come sappiamo a quando risalgono?
Dalla profondità in cui
si trovano: più si scende
e più è antico lo strato e
così cambia il modo di
catalogazione degli strati
e delle buche. Gli oggetti ritrovati vanno messi
in un sacchetto in cui va
indicata, con una sigla,
la buca e lo strato. Abbiamo visto, in un prato, tanti reperti: la dentatura di un cavallo, la
conchiglia, il coppo con
le lettere (fonte scritta e
materiale) che indicavano, molto probabilmente,
il nome di chi lo aveva
realizzato, le mattonelle
del pavimento, i pezzetti
di mosaico, un pezzetto
di vaso e il coperchio di
una lanterna romana con
una decorazione di figura
femminile. Queste quattro buche, una volta che
gli studenti avranno finito il laboratorio, saranno
coperte con un tessuto.
In noi bambini è rimasto
il desiderio di continuare
a conoscere e scoprire la
storia del nostro paese,
uno dei centri più antichi
e importanti, nelle Marche, dell’epoca romana”.
Alessio, Arianna, Asia,
Benedetta, Davide,
Edoardo, Michele,
Giulio, Jacopo, Luca,
Mario, Daniele,
Samuele e Sofia
Foto di Paola Masè
Giulio e Luca
Arianna e Davide
Asia con il coppo
Benedetta e Jacopo
Un momento di ricreazione al centro estivo
Regione
C inema
I
Il fascino del cinema
ta di permetterci di rivedere
film fondamentali della cultura cinematografica; la rassegna ci permette di allargare
la visuale su questo mondo
affascinante e, per certi versi, sconosciuto, facendoci
incontrare critici dello spessore di Gualtiero De Santi,
autore di importanti volumi
di critica cinematografica e
Sergio Germani, direttore
artistico del festival di Trieste,
selezionatore del festival di
Venezia, nonché, forse, il più
grande conoscitore dell’opera
di Mario Camerini. De Santi e Germani hanno tenuto
due interessanti conferenze
sull’opera Zavattiniana sotto
tutti i punti di vista.
Sabato 25, nella splendida
cornice del teatro Gigli di
Castelbellino, appena ristrut-
Staffolo: un nuovo progetto enogastronomico
Il gusto dei sapori
E’
P
il 1967 quando Pete Townshend,
chitarrista dei The Who, per definire la musica del proprio gruppo,
conia il termine “power pop”. Su quella scia altri gruppi come The Beatles,
The Byrds, The Beach Boys, The Hollies, The Zombies o The Easybeats
fanno la storia musicale degli anni 60.
Canzoni come “I Can’t Explain” o
“The Kids Are Alright”, relative alla
prima fase mod della carriera degli
Who sono le prime ad essere considerate powerpop.
Questi singoli vedono l’aggressività
ritmica di Keith Moon e le distintive power cord di Pete Townshend,
unite a forti melodie ed armonie euforiche.
I Beatles presero ispirazione dai
singoli contemporanei dei The Who
e rilasciarono canzoni come “Paperback Writer” e “Day Tripper”.
Inoltre, anni prima, Lennon e soci
avevano già composto pezzi come
“From Me to You”e “She Loves
turato, De Santi ci ha presentato un “Zavattini a 360 gradi”,
partendo dal suo amore per
la letteratura e per la scrittura, passando per la sua lunga
esperienza di sceneggiatore,
fino a far conoscere la sua
opera pittorica con una mostra di trentacinque quadri,
messi a disposizione dal figlio
Arturo, visionabili al Museo
civico “Villa Coppetti” e grazie al catalogo presentato da
Riccardo Ceccarelli e dallo
stesso De Santi, curatori della
mostra.
Domenica 26, sempre al teatro Gigli, Sergio Germani
ci ha invece raccontato, durante la conferenza “Camerini – Zavattini, un incontro
difficile”, la vera natura della
collaborazione tra i due artisti, mai del tutto compiuta,
Moie, in biblioteca
N
P
11
Castelbellino: la rassegna Cinema in terrazza
nterrompiamo per questo scomparsa. Zavattini ha scenumero la nostra analisi neggiato alcuni tra i migliori
sui maggiori registi della sto- film del nostro cinema, tra
ria della cinematografia, per questi và immediatamente
rendere omaggio ad un co- menzionato Sciuscià (1946),
mune dei nostri colli, Castel- diretto da Vittorio De Sica,
bellino, che, da anni ormai, un film simbolo di quello che
sta portando avanti un’opera è stato, ad oggi, il periodo più
di promozione del cinema florido del cinema italiano, il
inteso come arte vera e pro- neo realismo.
pria e non come una mac- “Cinema in terrazza” propone,
china da soldi legata al mero ogni anno, un protagonista
intrattenimento. Nell’ambito della storia del nostro cinedella manifestazione “Castel- ma in qualche modo legato
bellino arte 2009”, giunta alla a quel Mario Camerini che
sua XIX edizione, la rassegna a Castelbellino abitò ma che,
cinematografica “Cinema in soprattutto, fu uno dei magterrazza”, arrivata invece alla giori registi italiani che, fin
sua XVII edizione, quest’an- dal periodo del cinema muto,
no è incentrata su uno dei realizzò una serie di capolapiù grandi sceneggiatori che vori che contribuirono a proil cinema italiano abbia mai muovere la settima arte nel
prodotto, Cesare Zavatti- nostro Paese. Ma “Cinema
ni, nel ventennale della sua in terrazza” non si acconten-
el centro storico
di Staffolo, in via
XX settembre, 54, si
trova l’osteria “Vino
e cucina”, gestita dai
titolari
Gabriella
Scortichini e Sandro
Chiatti. Come si può
evincere dal sito internet (www.vinoecucina.eu), il locale
(chiuso il lunedì), fa
parte di un progetto enogastronomico
nuovo, al passo con
la domanda turistica
che sempre più va
alla ricerca dell’autenticità del sistema ristorazione e della
qualità della cucina tradizionale che con
i suoi prodotti tipici locali caratterizza l’identità di un territorio (i colli del
Verdicchio). Il tutto fondamentalmente
per non perdere il gusto dei sapori e per
creare un’insieme di sensazioni nuove e forti stimoli che contribuiscono a
potenziare la capacità di attrazione e il
buon ricordo. L’osteria si distingue per
la produzione di pane cotto in forno a
legna, pasta fresca fatta a mano, carni,
formaggi, vini e verdure provenienti dal
territorio, dolci tipici marchigiani fatti
in casa e differenziati per stagione e, infine, una vasta gamma di pizze bianche
e rosse cotte in forno a legna. Inoltre,
“Vino e cucina” garantisce l’accoglienza in locali climatizzati, la possibilità
di pagamento con carta di credito e la
2 agosto 2009
tracciabilità dei prodotti forniti, tutti a
chilometri zero.
Sul sito internet dell’osteria è possibile
prenotarsi e prendere visione dei locali
e del menù, che comprende ottimi antipasti, primi piatti, secondi, contorni,
frutta, dolci, vini bianchi e rossi, bevande varie e pizze. “Vino e cucina” offre
anche la possibilità di acquistare bottiglie di vino che si sia gradito a metà
prezzo presso il bar interno. Per gli animali, inoltre, è possibile essere forniti
del proprio doggie bag. Un locale, dunque, da non lasciarsi sfuggire e ottimo
per trascorrere piacevoli momenti di
convivialità con le persone più care ed
anche per fare bella figura con eventuali
ospiti provenienti da fuori e che non conoscono la cucina marchigiana.
Federico Catani
Chiusura estiva per la biblioteca “La Fornace” di Moie
dopo una primavera di intensa attività e un afflusso di
pubblico in costante crescita. Il periodo di pausa estiva durerà dal 3 al 23 agosto
compresi, poi le iniziative e i
progetti riprenderanno con
tante novità. Intanto si è appena concluso il laboratorio
dal titolo “Libri in forno”:
una serie di incontri creativi
di cui sono stati protagonisti i
bambini della scuola primaria che si sono avvicinati al
mondo della lettura. Grande
successo hanno avuto anche
le visite guidate in biblioteca, organizzate durante
l’anno scolastico, come pure
le letture ad alta voce con
le classi dell’istituto comprensivo di Moie.
“La biblioteca è un grande
patrimonio non solo del Comune ma di tutto il territorio
provinciale – osserva l’assessore alla Cultura Sandro
Grizi – come dimostrano la
risposta del pubblico alle varie iniziative, la notevole frequenza giornaliera, la crescita
del numero di iscritti. Insomma, la biblioteca La Fornace
è diventata un’abitudine per
tanti cittadini della Vallesina
e un motivo di soddisfazione
è che fra di loro vi siano molti
giovani e bambini”.
POWERPOP
You” che si possono considerare powerpop. Successivamente negli anni
70 la band The Raspberries fu la prima ad essere classificata sotto il genere
power pop sulla rivista Rolling Stone.
La loro musica combinava il suono dei
gruppi degli anni 60 con forti chitarre
elettriche.
Un altro gruppo essenziale furono i
Big Star che influenzarono una serie
di band che seguirono. Altri importanti artisti durante questo periodo sono
Todd Rundgren, Blue Ash, Artful
Dodger, The Records o Dwight Twilley.
Tutti gruppi con una forte influenza relativa alla British Invasion,
Durante la fine degli anni 70 e l’inizio
degli anni 80, il powerpop riceve successo in America grazie a band come
Paul Collins Beat, Plimsouls, The Romantics e The Knack.
Altri gruppi considerati powerpop li
troviamo durante il periodo punk e
mod revival: sto parlando dei The Jam
e dei Buzzcocks. Così come alcuni
artisti new wave tra cui Nick Lowe,
Elvis Costello & The Attactions,
XTC e Squeeze, Negli anni 90 raggiungono successo Lemonheads e
Weezer. E gruppi dei giorni nostri
come The Futureheads, Maxïmo
Park e Babyshambles hanno ancora
il suono ed il vigore dei primi gruppi
nati durante la British Invasion.
Riccardo Manieri
[email protected]
Nella foto i Maximo Park
addirittura casuale. I due si
incontrano in tre film, in tre
decenni diversi, ed in tutte e
tre le occasioni la realizzazione della loro collaborazione
non può definirsi piena. Ma
l’incontro ci fu e portò alla
realizzazione di tre pellicole
di notevole importanza per
la storia del nostro cinema:
Darò un milione (1935), L’angelo e il diavolo (1946) di cui
ad oggi non è dato sapere se
esistano ancora delle copie, e
Suor Letizia (1956) con Anna
Magnani. L’incontro si è concluso con la presentazione
degli atti dei convegni 2006 e
2007 dal titolo Mario Camerini e la cinematografia del
‘900, incentrati sul rapporto tra Camerini ed altri due
grandi registi del passato, Augusto Genina ed Alessandro
Blasetti, quaderno che può
vantare la prefazione di Mara
Blasetti, figlia del regista, che
è intervenuta telefonicamente durante i lavori per dare il
suo saluto alle autorità ed alla
platea.
Sempre domenica, in Piazza
San Marco, si è svolta la serata di gala che ha toccato il
suo clou nella consegna a Lucio Dalla del premio “Mario
Camerini – migliore canzone
da film”, per la canzone Dark
Bologna, colonna sonora del
film Gli amici del bar Margherita di Pupi Avati. Il premio, giunto alla VIII edizione,
negli anni ha visto vincitori
artisti del calibro di Carmen
Consoli, Giorgia, Ornella Vanoni, Ivano Fossati, Tricarico,
Neffa e Vasco Rossi.
Andrea Antolini
Festival Pergolesi Spontini: parte la prevendita
Inaugurazione nelle Grotte
biglietti del IX Festival val è dedicata al tema “PriIsiPergolesi
Spontini - che gionieri e fughe” ed ha una
terrà dal 5 al 13 settem- insolita inaugurazione nel-
bre – possono essere già acquistati con sconti sensibili
(fino al 20% in meno) grazie alla speciale promozione
“early booking”: acquistare prima ... conviene! La
prevendita per le opere ed
i concerti del Festival potrà essere fatta ancor prima
dell’apertura della Biglietteria del Teatro Pergolesi di
Jesi, prevista da sabato 22
agosto. Fino al 21 agosto,
infatti, i biglietti del Festival possono essere acquistati in prevendita tramite
internet sul sito www.helloticket.it, oppure chiamando il Numero Verde
800.90.70.80 e presso tutte
le filiali di Banca Marche.
La nona edizione del Festi-
le Grotte di Frasassi il 5
settembre. La regia di Henning Brockhaus in un nuovo allestimento dell’opera
“Il Prigionier superbo” di
Giovanni Battista Pergolesi è l’appuntamento clou del
Festival al Teatro Pergolesi
di Jesi l’11 e 13 settembre.
Nel cartellone del festival,
inoltre, sono due appuntamenti a Maiolati Spontini,
domenica 6 settembre: alle
ore 18 il concerto “Alle voci
del bronzo guerriero” alla
Chiesa di Santo Stefano con
il soprano Valeria Esposito
e alle ore 21 in Piazza Garibaldi il concerto “Prigionie
d’amore” con l’Ensemble vocale e strumentale Costanzo
Porta.
Diario della Bolivia di Giorgia Barboni
tà, ma trovo questa cosa
Voce va in vacanza, ma la piuttosto falsa. Nel giro di
mia avventura qui in Bo- qualche mese ben dieci palivia durerà ancora per un esi dell’America Latina fepo’. Mi trovo quindi a do- steggeranno l’indipendenver affrontare una scelta: za dalla Corona Spagnola:
di cosa parlare in quest’ul- questo è avere qualcosa in
tima puntata, che per me comune. Parlare la stessa
tanto “ultima” non è an- lingua, è avere qualcosa in
cora?
comune. Avere una storia,
Perciò decido di parlare di pur se dolorosa, molto sialtro, o meglio, di qualco- mile alle spalle, fa sì che
sa che con la Bolivia non essere “latinoamericani”,
c’entra del tutto. Ieri, a da un mio punto di vista,
pranzo, ho avuto modo di vuole dire molto di più che
fare una lunga discussione essere “europei”. Eppure,
con un professore dell’Uni- confrontandomi con i miei
versità di San Francisco, di compagni di lavoro, qui in
origini tedesche, in vacan- Bolivia (un messicano e
za in America Latina. Nel una boliviana), neppure
commentare la profonda in loro l’identità di “latidifferenza che ha osser- noamericani” è così forte
vato passando dal Brasile da predominare sulla loro
all’Argentina appena at- nazionalità.
traversata la frontiera, è Sarebbe da aprire una lunrimasto particolarmente ga digressione sull’Europa,
colpito (direi quasi in- su un’identità costruita
fastidito), dal mio secco sull’economia
piuttosto
commento: “In Europa è che sulla cultura e la storia,
la stessa cosa!”. Quello che un’identità che parla la linha cercato di farmi am- gua di una moneta unica,
mettere, o almeno capire, ma ha poco a che vedere
nella mezz’ora successiva con il sentire del popolo.
di conversazione, è che nei Ma forse questa è solo la
paesi europei ci sono delle mia impressione. E chissà,
fortissime caratteristiche per chi si troverà a viagcomuni e perciò, di fatto, giare in Europa durante
dovremmo sentirci più eu- l’estate, quali saranno le
ropei che (come nel nostro “impressioni”, se confercaso) italiani.
meranno o meno il mio
Ora, non voglio lasciarmi pensiero. Se ne potrebbe
andare in inutili banali- riparlare al ritorno…
1923
12
Vallesina
2 agosto 2009
Moie, la banda L’Esina festeggia il quarantennale
Una giornata di festa e ricordi
L
a Banda musicale l’Esina di Moie
festeggerà domenica 6 settembre
il quarantesimo anniversario dalla
sua costituzione. Sarà una giornata di
incontro fra musicanti di oggi e di ieri,
il gruppo Twirling e la cittadinanza. Il
programma della giornata prevede alle
ore 10 la sfilata lungo le vie di Moie, alle
ore 11,30 la partecipazione alla messa
nella chiesa Cristo Redentore, a cui seguirà una sosta al cimitero di Moie per
commemorare insieme i componenti
della banda scomparsi. Poi pranzo in
Piazza Kennedy, dove alle 18,30 ci sarà
un intrattenimento musicale e alle 21 il
concerto della banda, con gli ex musicanti, ex majorettes ed ex ragazze del
twirling. L’iniziativa è patrocinata dal
comune di Maiolati Spontini, in collaborazione con la Polisportiva Lorella.
Un momento importante e di particolare coinvolgimento per gli organizzatori, che hanno “contato”, dentro la storia
dell’Esina, circa 550 persone, tutte na-
turalmente invitate alla festa del quarantesimo.
La banda l’Esina, nata nel 1968, svolge
attività concertistiche, sfilate e spettacoli in Italia e all’estero. E’ attualmente
composta da circa cinquanta elementi,
fra cui molti giovani e ragazzi. La sua
storia è stata legata per molto tempo al
gruppo Twirling, con il quale ha formato uno degli insiemi più rappresentativi
della Vallesina, offrendo spettacoli rivolti ad un vastissimo pubblico, amante
della musica e dello sport coreografico.
E’ gemellata con le bande di diverse città: Dolianova (CA), Vieste (FG), Selca
Isola di Brac (Croazia), Fiumefreddo di
Sicilia (CT), con la banda F. Mibelli città di Olbia e il corpo musicale Limena
Glazba Marinaci (Croazia). Si é esibita
anche in paesi esteri, quali Francia (Parigi, Parlamento europeo di Strasburgo,
Tahonville), Germania (Heiligenhafen,
Aachen), Svizzera (St.Moriz, St. Bernardino), Spagna (Barcellona), Austria
(Lienz), ex Jugoslavia (Laghi di Plitwice,
Karlovac, Postumia). Ha partecipato a
diversi concorsi: nel 1988 è 1° classificata al 7° concorso nazionale “Marche
Musicali” a Pesaro, nel 1995 due premi
al 4° festival bandistico nazionale di
Asciano (Siena): 1°classificata nella categoria “sfilata più coreografica” e 2°classificata
nella categoria “concerto”. Svolge i servizi
civili in occasione delle
cerimonie istituzionali
ed è presente nelle ricorrenze religiose. Per
i ragazzi organizza annualmente il corso di
orientamento musicale
e collabora attivamente con la scuola media
di Moie.
Tiziana Tobaldi
Nelle foto la banda
l’Esina ieri e oggi
Brusca ovvero 50° del Ristorante Paoloni
Incontri e buona cucina
L’
apertura di una sala ristorante in quel lembo
di territorio jesino conosciuto come Mazzangrugno
fu l’inizio di una lenta, progressiva crescita dell’economia dell’intera zona; l’avvio
di tale attività, infatti, comportò il coinvolgimento diretto o indiretto di tutta la
comunità. Correva l’anno
1959 quando Otello Paoloni
decise di iniziare l’attività
di ristoratore, dapprima in
un piccolo locale, poi, col
passare degli anni e, soprattutto, con il consenso
attribuito alla sua cucina, in
ambienti sempre più ampi
tanto che oggi, a mezzo secolo di distanza, il “Ristorante Paoloni” è in grado di
ospitare
contemporaneamente oltre 500 commensali. A questi, oggi, vengono offerte due possibilità di
scelta; la prima è costituita
da un pasto all’insegna della genuina tradizione delle
nostre terre, composto essenzialmente da prodotti
MONSANO FOLK
FESTIVAL
Ritorna il Monsano Folk Festival (Rassegna internazionale ed itinerante di Musica
Popolare originale e di revival)
nell’anno della crisi. Il Festival, voluto dal comune di
Monsano, con il contributo
della Provincia di Ancona e
della Regione Marche, della
Fondazione Pergolesi-Spontini, curato da La Macina e dal
Centro Tradizioni Popolari,
per la direzione di Gastone
Pietrucci, si svolgerà da sabato 8 a domenica 23 agosto, in
forma itinerante, tra i comuni di Monsano e Jesi, Ancona,
Camerata Picena, Corinaldo,
Mergo, Montecarotto, Montemarciano, Monte San Vito,
Morro D’Alba, Numana, Polverigi, Serra de’ Conti e Staffolo. Il Festival avrà la giornata inaugurale e di chiusura
a Monsano. L’8 agosto nella
Piazza dei Caduti, alle ore 22,
il Gruppo molisano, tra i più
apprezzati e longevi del folk
italiano, “Il Tratturo” presenterà un concerto sui suoni
della transumanza; e il 23
agosto con i Polyetnik Muzak.
locali reperiti sul territorio contribuito all’affermazione
e sapientemente elaborati del ristorante: cuochi e cain cucina. La seconda scelta, merieri, inservienti e comseppure dalla radici antiche, messe, fornitori e clienti. Si,
è una rivisitazione del man- anche quei clienti particolagiare di un tempo quando, ri che nel corso di questi 50
per non sprecare il pane raf- anni hanno scelto il Ristofermo lo si abbrustoliva sul- rante Paoloni come sede del
la brace e lo si “condiva” con loro pranzo di nozze. Non
un filo d’olio. Era la classica è mancata la presenza dei
bruschetta che il ristoran- sacerdoti che, come ha dette Paoloni ha reinventato e to don Vittorio Manganelli
proposto alla clientela gio- nell’omelia fatta nel corso
vane che la sta accogliendo di una messa in suffragio di
con successo.
Otello Paoloni e dei suoi colDa quel lontano 1959 sono laboratori scomparsi, spesso
passati 50 anni e, come si si ritrovavano nei locali di
conviene in occasione di quel ristorante per discutere
tali ricorrenze, gli attuali e consumare un pasto.
gestori, Rita e Luigi Paolo- E’ stata una serata di festa e
ni, hanno voluto celebrare di ricordi, un momento conqueste nozze d’oro con la viviale all’insegna dell’ottima
gola e, soprattutto, con chi, cucina, una occasione, per
in tutto questo tempo, è gli organizzatori, di increstato vicino alla struttura di mentare la già cospicua colristorazione. Ecco allora che lezione di foto e, soprattutto,
domenica 12 luglio, i due una forma di ringraziamenconiugi e la signora Alba, to verso coloro che hanno
vedova del fondatore Otel- contribuito a far crescere il
lo, hanno voluto radunare “Ristorante Paoloni”.
attorno a loro quanti hanno
Sedulio Brazzini
Lieta serata nel ricordo della Prima Elementare
Jesi, 30 luglio alle ore 21 al Circolo Cittadino
Vent’anni dopo…
I ragazzi di Amici per la solidarietà
Era l’anno scolastico 1989-90 quando i
bambini del quartiere Prato entrarono nella
scuola “G. Mazzini” di Jesi per frequentare
la prima classe elementare. Sono trascorsi vent’anni…ed eccoli di nuovo insieme.
L’iniziativa è partita da Alessandra Ceci che,
con ammirevole entusiasmo e contro ogni
forma di superstizione, “venerdì 17” del
mese di luglio 2009 ha riunito i compagni
e l’insegnante nella sua nuova casa, situata
nella verde campagna di San Paolo di Jesi;
e lì, sotto un maestoso gelso,
ha preparato per tutti una
cena all’insegna della cordialità e della simpatia.
Al piano terra dell’abitazione c’era anche un piccolo
“Museo”, allestito con i libri,
i quaderni ed altri oggetti
usati a scuola, per cui non è
stato difficile tuffarsi idealmente nel passato e rivivere
situazioni e avvenimenti.
La maestra, come un tempo,
ha fatto l’appello e ciascuno
degli intervenuti, spontaneamente, ha parlato dei suoi
studi e della sua vita attuale.
Gli ex-alunni che, per impegni, non hanno potuto partecipare all’incontro, hanno fatto pervenire
divertenti video-messaggi, che un grande
televisore, appositamente predisposto, ci ha
Il 30 luglio alle ore 21 al Circolo Cittadino di Jesi la fondazione onlus “Il Sorriso negli
occhi” organizza un evento in
beneficienza con Alice Bellagamba ed i ragazzi di Amici
Francesco Mariottini, Francesco Di Nicola, Luca
Napolitano, Mario Nunziante. Presentano la serata Marco Zingaretti e la cantante show girl Sabrina
Marinangeli. L’ingresso è di 10 euro per gli
adulti e gratuito per i bambini fino a 5 anni.
In caso di maltempo, lo spettacolo si svolgerà
al Palatriccoli di Jesi.
L’associazione onlus, denominata “Il Sorriso negli Occhi”, è stata costituita nel mese di
novembre 2005, da un gruppo di amici jesini
per promuovere aiuti in favore della Fondazione “C.I.A.V.V. (Centro Integrado de Apoio
permesso di vedere ed ascoltare, rendendo
la serata estremamente emozionante.
Rosaria Ricciardi Biundo
DAL 1923
às Vítimas de Violência) da
anni impegnata nel volontariato sociale nella città di
Natal, capitale di una delle
regioni più povere del Brasile.
Questo Centro di assistenza,
fondato nel 1999 dal giornalista Gilson Moura, insieme
alla sua famiglia, come risposta non violenta all’omicidio
del fratello poliziotto, utilizzando il risarcimento ottenuto per la morte in servizio del
loro congiunto, sostiene progetti di sviluppo
rivolti a quanti (soprattutto vittime di violenze e abusi) vivono in situazioni di disagio e di
marginalità sociale, con particolare riferimento ai progetti rivolti ai bambini che hanno subito sopraffazioni, che si trovano in stato di
indigenza o che siano bisognosi di cure.
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13
In dialogo
Galileo Galilei
uomo di fede e di scienza
segue da pag. 8
Concezione in modo tutt’altro
che tradizionale: la Beata Vergine, infatti, ha sotto i suoi piedi
la luna, non il classico crescente
lunare, ma un a superficie frastagliata da crateri e sporgenze,
che corrisponde alla luna descritta dallo scienziato. Galileo
con il telescopio poté individuare i primi quattro satelliti di
Giove, che chiamò medicei in
onore della famiglia dei Medici,
e contemplare il numero infinito delle stelle che compongono la Via Lattea. Nasceva una
immagine dinamica dell’Universo che apriva la strada ad
una concezione della natura in
continua trasformazione. Tutto
questo confermava la giustezza
del modello cosmologico copernicano, ma preoccupava gli
ambienti più conservatori della
Chiesa, sostenitori tenaci del
sistema tolemaico legato all’aristotelismo. Galileo, combattendo il sapere “cartaceo” di molti
uomini dotti del suo tempo,
difese il metodo sperimentale
nella ricerca scientifica, affermò
la forza della ragione, che è una
finestra aperta sull’infinito. Con
la sua prosa elegante descrisse
con poetico abbandono la vita
grandiosa che palpita negli astri
remoti e l’armonia meravigliosa
dell’Universo in cui avvertiva la
presenza di Dio, Cattolico convinto, Galileo cercò di conciliare
le nuove scoperte con le verità
della fede sostenendo, nella lettera a Benedetto Castelli, la tesi
dei due linguaggi usati dal Creatore per rivelarsi: uno adeguato
alla comprensione degli uomini
comuni, ed è quello dei profeti
contenuto nelle Sacre Scritture, l’altro espresso in caratteri
matematici è quello del grande
libro dell’Universo, attraverso il
quale l’infinita potenza di Dio si
manifesta all’umanità. Di fronte
alla chiusura mentale di alcune
istituzioni romane, soprattutto
dell’Ordine dei Gesuiti, Galileo
assunse un atteggiamento polemico nell’opera “Il Saggiatore” del 1623 e poi nel “Dialogo
sui Massimi Sistemi” del 1632.
Quando era divenuto papa Maf-
feo Barberini, Urbano VIII, suo
amico ed astronomo egli stesso,
Galileo aveva sperato nell’inizio
di un “papato dei virtuosi” che
avrebbe potuto aprire ampie
prospettive alla nuova scienza,
che molti uomini di cultura, anche ecclesiastici, guardavano con
interesse. In realtà, Urbano VIII,
preoccupato dalla situazione
politica legata alle guerre di religione, assunse un atteggiamento
distaccato nei confronti di Galileo, lasciando mano libera ai
gesuiti. Lo scienziato, che fin dal
1616 era stato diffidato dall’insegnare le teorie copernicane,
nel 1633 fu convocato a Roma e
processato dal Sant’Uffizio: ormai settantenne e fisicamente
molto provato giunse all’abiura
delle proprie tesi piuttosto che
rinnegare la validità della Chiesa
che stimava la migliore istituzione per trasmettere all’umanità
la parola di Dio e le verità della
fede. Fu condannato al carcere
a vita, pena commutata negli
arresti domiciliari prima presso
l’ambasciata fiorentina a Roma,
poi a Siena presso l’arcivescovo
Piccolomini e infine nella sua
casa di Arcetri. Dell’obbligo di
recitare i salmi penitenziali una
volta alla settimana se ne fece
carico la figlia suor Maria Celeste per sollevare “un pocolino”
l’amatissimo padre. Lo studio, la
compagnia dei suoi discepoli e
degli amici, la presenza sollecita
del figlio Vincenzo rappresentarono il suo conforto fino alla
morte che avvenne nel 1642. Il
suo corpo fu condotto dalla villa
di Arcetri a Firenze e, per ordine del Granduca, fatto separatamente custodire nella chiesa
di Santa Croce, dove era l’antica
sepoltura della nobile famiglia
Galilei, col proposito di far erigere
successivamente un monumento
più degno per onorare la sua fama.
Nel giardino della villa di Arcetri il
verde degli alberi assume sfumature cupe e le loro cime indirizzano inequivocabilmente lo sguardo
del visitatore verso quel cielo di
cui Galileo fu solitario navigatore
nel silenzio operoso della sua perenne ricerca.
Maria Costanza
Santacroce Cestaro
2 agosto 2009
Esperienze: il viaggio di Giorgio Marinelli
A
Il ritmo è lento
gli estremi del mondo:
Ladakh, in India, paese oltre confine, presentato da un
viaggiatore doc come Giorgio
Marinelli nella piccola realtà
rurale di Montecarotto in collaborazione con l’associazione
Legambiente. Il servizio proposto all’aperto, in una delle
piazzette più interessanti del
centro storico, è fornito di
immagini di viaggio e di vita
di questo pacifico popolo, che
sorprende per semplicità e
se vogliamo anche per cultura: difatti in molti conoscono
perfettamente l’inglese.
Valicare le montagne per raggiungere il Ladakh, è possibile solo da metà giugno fino a
settembre, quando lo scioglimento dei ghiacciai lo permette. All’interno, tutto si muove
nell’estrema semplicità anche
dei tempi, entro i quali i mezzi
sono ancora gli animali, come ne di un metodo di richiesta
gli asini da soma; lo yak per al cielo. Ogni tanto fermarsi
la pastorizia e il pellame. Im- per un dialogo con le singole
portante è mantenere le tradi- persone, le famiglie o gruppi
zioni entro le quali si muove di nomadi, è necessario per
una cultura educativa per i conoscere meglio l’ambiente,
giovani sia di estrazione pove- e quando accade, è d’obbligo
ra che di ceto medio. Il ritmo accettare di farsi servire una
è lento, le strade lunghe; si è tazza di tè al burro. Ci scalsempre circondati da catene da e si chiacchiera meglio.
montuose dentro le quali si Con alcuni bambini, Giorgio
erge la capitale a quote altis- ha mantenuto un rapporto
sime, massimo 7.000 metri. epistolare che prosegue già
La rarefazione dell’aria non da alcuni anni. Oggi, oltre
impedisce di svolgere i lavo- questo breve racconto, la
ri più pesanti, come anche loro società convive per ora
quelli di muratura che sono pacificamente, con piccole
diretti a sorpresa dalle sole “isole” islamiche; i problemi
donne. Queste devono sbloc- più urgenti sembrano essere
care le strade dalla presenza il clima che sta sciogliendo i
dei massi ai cigli delle strade, ghiacciai, e l’acqua che si pree quindi dedicarsi ai lavori senta sotto forma di violenti
più pesanti. Gli uomini pre- acquazzoni, o sparisce nella
gano. Usando tutto quanto è siccità.
in movimento, interpretazioElisabetta Rocchetti
La foto ritrovata
Il 25 luglio 1943 è una data storica, non solo per l’Italia e per la caduta del Duce, decretata
dal Gran Consiglio del Fascismo ma anche … per la mancata gita ad Assisi dei catechisti
della parrocchia di San Giuseppe rinviata per allarme aereo e sostituita da agape fraterna nei
locali dell’erigendo asilo infantile. Nell’ordine da sinistra sono immortalati a futura memoria:
Mario Rocchetti, Giuseppe Pirani, Edmondo Cerioni, Otello Bedini, don Arduino Rettaroli,
don Giuseppe Palmolella, un giovane ospite, Antonio Lombardi, l’organista Alfonso Cinti e i
giovanissimi, in prima fila, Giannino Polita e Mario Barchiesi.
14
Pagina Aperta
2 agosto 2009
I Vigili del Fuoco incontrano Spacca
– Il Palazzo e dintorni
“Una situazione pesante” Viva laJesibicicletta
anche a Jesi
I Vigili del Fuoco
delle Marche, nel
corso di un incontro con il Presidente della Regione Gian Mario
Spacca, hanno
denunciato
la
gravità in cui si
trova il Corpo.
Carenza del personale, mezzi di
soccorso vecchi di anni, ca- ma fila per portare il nostro
serme disastrate. S.O.S. Vi- contributo, opera che è progili del Fuoco. Può sembrare seguita anche nelle settimaparadossale che proprio il ne successive. Ma con mezzi
Corpo Nazionale, che quo- di questo tipo vi lasciamo
tidianamente vigila sulla immaginare le difficoltà insicurezza di tutti i cittadini, contrate”.
debba lanciare un grido di Ultimo aspetto emblematico,
allarme, ma si tratta della lo stato in cui versano le varie
cruda realtà. La situazione sedi nella regione. Paradosè pesante ed è stata ogget- sale che proprio coloro che
to di un incontro a Palazzo devono controllare anche la
Raffaello, sede della Giunta stabilità degli edifici si troviregionale, tra i rappresen- no a lavorare in caserme tratanti di categoria delle tre ballanti, ma è proprio questo
confederazioni
sindacali, lo stato attuale di molti locali
Cinzio Scatassa, della Cisl, dei Vigili del Fuoco. In primis
Tito Cerri della Uil, Renato la struttura di Ancona, polo
Ripanti della Cgil.e il Pre- centrale,
completamente
sidente Gian Mario Spacca insicura. Il piano regolatore
affiancato dall’assessore al ha individuato un nuovo sito
Lavoro, Fabio Badiali, e il ma i tempi sembrano essere
direttore del Dipartimento lunghi. Altre realtà precarie
regionale per le politiche di a Fano, Macerata Feltria e
sicurezza, Roberto Oreficini. Macerata.
I sindacati hanno denunciato Se questo è stato il cahier
un quadro pesante. Innanzi- du doleance dei sindacati, la
tutto per quanto riguarda Regione, da parte sua, nella
gli organici. A livello nazio- figura del Presidente Gian
nale manca il 20% del per- Mario Spacca, ha replicato
sonale. Nelle Marche sono sottolineando come le ricirca un migliaio le persone chieste presentate “meritano
attive nel corpo, con gravi massima attenzione e la piecarenze, in particolare tra i na solidarietà”. Da parte del
capisquadra e i capireparto. governo marchigiano è stato
Anche nella nostra regione preso l’impegno di portare
la percentuale è in linea con le istanze nella Conferenza
il dato nazionale con punte Stato Regioni e al tavolo deldel 50% per quanto riguarda la Conferenza dei Presidenti
la direzione regionale.
della Regione. “Attualmente
Altra situazione critica è – ha ricordato Spacca – dequella dei mezzi di soccor- stiniamo 500 mila euro al
so, vecchi di 20/25 anni. La settore. Ci impegniamo a cerquestione è esplosa clamo- care di incrementare il fondo
rosamente proprio durante e soprattutto a sollecitare il
il terremoto d’Abruzzo. “Sin governo nazionale ad investidalle prime ore – hanno re maggiormente nell’ambito
sottolineato i dirigenti sin- in questione”.
dacali – siamo stati in priMaria Chiara La Rovere
NotizieBrevi
Fileni acquisisce lo stabilimento Arena
A meno di un anno dalla firma dell’accordo per la locazione,
Fileni chiude le trattative per l’acquisto dello stabilimento
di Castelplanio. L’azienda avicola di Cingoli ha stipulato il
passaggio di proprietà con Arena, che fino al 12 luglio deteneva la proprietà del sito produttivo. “Era stato il nostro
obiettivo fin dall’inizio delle trattative con Arena nel corso
del 2008”, dichiara Giovanni Fileni, presidente e fondatore dell’omonima azienda. “Il nostro piano di sviluppo per
portare lo stabilimento a piena capacità produttiva continua,
ora, con ancora più grinta dopo questa acquisizione”.
Fileni era subentrata nella produzione nello stabilimento di
Castelplanio il 15 settembre 2008, quando Arena aveva varato il piano di ristrutturazione che prevede lo spostamento della produzione da Castelplanio a Bojano, in Molise,
sede dell’azienda. L’operazione è stata impostata attraverso
un’operazione finanziaria con un pool di istituti di credito,
sulla parte immobiliare (fabbricati e terreni). Resta invece in
regime di affitto il complesso aziendale Avicola Marchigiana
(impianti produttivi e relative maestranze) operante in Castelplanio.
Una indecenza
Vicolo delle Terme, Via Manuzzi, Vicolo della Pace, Vicolo del Vecchio Ospedale,
Via Santoni… passaggi obbligati per residenti e visitatori
(causa lavori in corso in Piazza Federico II), sono diventati
i luoghi preferiti per le passeggiatine dei cani e i relativi
“bisogni”. Oltre che disgusto
alla vista, rischio di scivolare,… non sul pulito. Addio,
bella Jesi, città accogliente!?
Una volta vigeva l’obbligo, per gli accompagnatori dell’amico dell’uomo, di
equipaggiarsi di paletta e
sacchetto di plastica! Vige
ancora?
Un portavoce
In una mattinata di quelle
da 30 gradi capito in piazza Indipendenza, quella
adiacente all’ingresso del
palazzo comunale, per
posteggiare negli apposti
spazi la mia bici. E che ti
vedo? Che gli spazi sono
quasi tutti occupati e che
sul muro del palazzo ci
sono appoggiate tante
biciclette. Le conto tutte: quindici, compresa la
mia. La cosa piacevole è
che non mi lascio prendere dal disordine delle
tante bici sparse qua e
là, ma dalla meraviglia,
soprattutto in una giornata così calda, di vedere
quanti siamo ad usare le
due ruote piuttosto che
l’auto. Se tanto mi dà tanto, penso subito, anche
Jesi incomincia a capire
che, per muoversi in città
e soprattutto nel centro
storico, incominciamo
ad essere, se non proprio
tanti, un bel numero.
Già, perché fino ad oggi
Jesi si è autogiustificata
per il mancato uso della
bici. E’ nota la scusa: non
siamo mica in Emilia o in
Lombardia? Là sono tutte
pianure ed è un vero piacere muoversi pedalando;
qui Re Esio ha scelto di
costruire la sua città su un
costolone senza preoccuparsi minimamente delle
difficoltà che avrebbe arrecato al futuro cittadino
dei secoli della bici. Eppure non è così, perché le
due ruote super-moderne
– con 150-200 euro – vi
offrono tre cambi anteriori e sette posteriori per
cui, con relativa facilità,
potete scalare quasi tutte
le salite del bel colle dove
sono arrampicate le nostre case.
Ma volete mettere, cari
signori, cosa vuol dire
muoversi con una bici,
non inquinare, disturbare al minimo perchè
lo spazio che occupate
è minimo, non avere il
problema del parcheggio, guadagnare straordinariamente in salute
(altro che starsene sempre seduti, anche quando ci muoviamo in città,
sull’auto), godere quel
dolce, lento pedalare,
creare a tutto il nostro fisico un impegno per tutti
gli organi vitali (dal sistema muscolare ai polmoni) e il gusto del riposo
in casa appena si ritorna
dalla passeggiata “meccanizzata”, dalla spesa
sul cestino, dall’acquisto
del giornale. Insomma
una straordinaria fusione
dell’utile con il dilettevole. Certo, l’esperto ciclista
non le sente nemmeno le
salite sparse un po’ dappertutto, salite che, invece, non sono il meglio
per il cittadino qualunque. Eppure anche il non
abitudinario, se riesce a
superare l’iniziale pigrizia e una certa endemica ritrosità nell’uso della
bici, procurerà benefici
centuplicati a favore della salute (si sta meglio), a
favore della società (non
si inquina), a favore del
portafoglio (niente benzina: solo forza muscolare gratuita che vuole
essere adoperata).
Dunque, i piedi sui pedali della bici più che sui
pedali dell’auto. L’auto
solo per fuori città. Ma
che sogno! Forse che,
per realizzarlo, l’amministrazione non può fare
niente? Può fare moltissimo, tutti lo sanno, ma
mi manca lo spazio per
elencare le mille iniziative a favore delle due
ruote.
v.m.
Radio Duomo In Blu
Giovedì 30 luglio alle ore 12,45 andrà
in onda, in versione radiofonica, su
radio Duomo Senigallia in Blu (106,7
o 95,2 Mhz) la rubrica che Vittorio
Massaccesi tiene su Voce della
Vallesina, “Il palazzo e dintorni”. La
rubrica sarà sospesa per il mese
di agosto. Tornerà agli ascoltatori
giovedì 3 settembre.
Uffici postali di Jesi e della Vallesina
Il servizio per custodire
Si chiama Aspettami il nuovo
servizio di Poste Italiane che
si può richiedere negli uffici
postali di Jesi e della Vallesina, rivolto a chi va in ferie e
non vuole che la corrispondenza rimanga a lungo all’interno della propria cassetta
delle lettere. Tutta la corrispondenza viene trattenuta
presso il centro di recapito di
appartenenza per un periodo
compreso tra 1 e 4 settimane
e consegnata il primo giorno
lavorativo successivo alla data
di scadenza. Aspettami è un
servizio pensato per chi è
fuori città per brevi periodi,
ma anche per le aziende che
chiudono per ferie durante il
periodo estivo. Si può richiederne l’attivazione compilando il modulo disponibile
presso tutti gli uffici postali
di Jesi e Vallesina, oppure on
line sul sito www.poste.it. sul
quale si trovano anche le relative informazioni dettagliate
che si possono ricevere anche
telefonando al call center di
Poste Italiane al numero gratuito 803160.
Latte Fresco
Alta Qualità
15
Sport e tempo libero
Castelplanio: alla scoperta della sagra della Crescia
Un viaggio tra musica e colori
A
Castelplanio, dal 15
al 19 luglio si è svolta la 36°edizione della
sagra Crescia sul Panaro. La manifestazione è
stata resa possibile dalla
collaborazione tra il comune di Castelplanio, la
Pro-loco e con il sostegno della Banca Popolare
d’Ancona.
La Badia di Frondigliosi
è stata scenario d’apertura dei vari eventi che
hanno riempito poi le
giornate successive, dai
tardi pomeriggi fino la
notte, e qui, la sera del 15,
il trio Musaico, composto
da voce, piano e chitarra
elettrica, ha incantato il pubblico presente in
un revival animato anni 70/80, richiamando
autori italiani come De Andrè, Battiato, Paoli e Battisti.
Sotto il cielo stellato che accade? Siamo in
diversi a guardarci attorno stupiti, come se
qualcosa che avevamo un po’ dimenticato, ci
tornasse ad incoraggiare. E’ la costa che va
incontro ad un interno fatto di tante sfumature, che incoraggiano le iniziative dei vari
personaggi-artisti, i quali con l’azzurro del
mare, vanno a tingere alcune proposte in
esposizione, negli spazi più impensati tra cui
la vineria sotto il municipio, che ha accolto
molteplici lavori di ceramica femminile, di
varia lavorazione e tinteggiatura dell’associazione ConCreta. Altro genere, è la ceramica
di Fiorella, che trae spunto da uno stile etrusco; insieme al padre, nel loro fare, hanno
esposto vasellame abbinato all’arte dei profumi ed oli essenziali pregiati, un’arte resa
raffinata da quest’uomo, che per passione
ha trasformato il suo tempo.
Le fontane hanno una storia a parte. Anna
ha ridato loro luce, disegnando le forme, ad
acquarello, di ogni rubinetto solitario di lavatoio o piazza principale, che nei nostri
paesi marchigiani ricordassero quanta vita
scorreva attorno ad essi; dalle donne che attingevano, agli animali, agli svaghi estivi dei
ragazzi. Passeggio per il paese, attorno ad
una sagra che cresce a sorpresa e non volendo?! si tinge di storia.
Nella foto la fontana
di Anna Rosa Paccusse
nale, ossia in serie C1. Anche per il volley femminile
sono giunte delle soddisfazioni, sia dalle squadre targate quest’anno Me.GA. della serie B2 che ha raggiunto
in anticipo la salvezza, sia
per la squadra militante in
seconda divisione che nonostante sia arrivata prima
nel proprio raggruppamento ha dovuto affrontare i
play off raggiungendo l’agognata promozione in prima
divisione sconfiggendo la
squadra del volley Belvedere. Comunque, anche negli
altri sport, Moie è stata ben
rappresentata e solo per un
soffio non sono arrivate le
promozioni con le
due rispettive squadre di pallanuoto. La
Team Marche Cis
maschile militante in
promozione si è lasciata sfuggire la promozione solo al fotofinish. Per quanto
riguarda la squadra
femminile militante
in serie C, dopo aver vinto
il proprio raggruppamento,
non è riuscita ad imporsi
nei play off con formazioni
assai ostiche e che hanno
una tradizione più consolidata. Insomma la stagione
appena conclusa si è rivelata
positiva per lo sport moiarolo, l’auspicio degli sportivi
locali è ritrovare anche nelle
altre discipline quei risultati
che si attendono da anni.
Un grazie per l’impegno
profuso dalle numerose associazioni sportive di Moie
che contribuiscono a far conoscere sempre più la nostra
cittadina.
d.g.
Sant’Angelo di Senigallia
Marcialonga a Senigallia
omenica 23 agosto alle ore 9.15 è in programma a Sant’Angelo di Senigallia la
32 a Marcialonga della Pace memorial “Tarsi Bruna”. La manifestazione è aperta a tutti
ed è promossa dal circolo e Unione Sportiva
Acli di Sant’Angelo di Senigallia, dall’Unione Sportiva Acli provinciale e regionale in
Per la Fileni Bpa non c’è solo il mercato
N
Calloni: “Soddisfatta del mercato jesino”
U
Grazie a tutte le associazioni
U
D
BASKET Il 19 agosto il raduno al PalaTriccoli
on c’è solo il mercato
e anche a lui, come agli altri,
Anche altri covano idee,
a tenere banco in casa
verrà spedita nei prossimi
prospettive allettanti, che
giorni la lettera di convocaascolto con piacere, e Fileni Bpa. Ovviamente la
zione per il raduno del 19
vado ad archiviare nella “telenovela Maggioli” contiagosto”. Mercoledì 29 luglio
mia memoria: sono nella nua a catalizzare l’attenzione
presso il centro direzionale
piazzetta dove vendono di tutti ma ciò non deve far
“Esagono”, la Banca Popolare
il cocomero, mi guardo dimenticare che mercoledì
di Ancona ha rinnovato per
attorno. Scopro che il 19 agosto la squadra si rail tredicesimo anno consecupadre di una pittrice già dunerà al PalaTriccoli per la
tivo, la sponsorizzazione con
nota, è lì a prestare ser- consegna del materiale ed il
l’Aurora Basket. In attesa delvizio insieme ad altre, e giorno dopo, tutti i giocatori
la comunicazione ufficiale, si
i discorsi scivolano rapi- saranno sulla pista del “Carconoscono già alcune date del
di in probabili amicizie e dinaletti” a sgobbare con il
preparatore Luca Giacani.
pre-campionato dell’Aurora. Il
nuovi incontri.
30 agosto dovrebbe giocarsi la
Dopo gli stands, mi pre- Il general manager Gianluca
tradizionale prima amichevome far visita all’associa- Zenobi (nella foto) ha fatto
zione La strada di Sergio il punto sul futuro del centro pesarese. “Ci le con Osimo, poi i vari tornei al PalaTriccoli:
e conoscere le sue inizia- sono stati contatti con la Virtus Bologna, ma il “Memorial Primo Novelli” è in programma
tive umanitarie; invitate ancora nessun accordo – spiega - Per noi non il 5 settembre contro Rimini, mentre il trofeo
ad esporre presso l’istitu- è assolutamente un problema. Continuiamo “Appolloni” si giocherà il 12 e 13 settembre
to Comprensivo Carlo Urbani, i magnifici co- a considerare Maggioli un nostro giocatore con Montegranaro, Pesaro e Rimini.
lori dell’Africa e i ritratti giovanili anche dalla
Romania, ci incuriosiscono sempre, riuscendo a farci atterrare per un istante in un’altra VOLLEY Dal 3 agosto “prilline” al lavoro
dimensione umana. Fuori da questo scenario,
faccio un salto nel passato, arrivando da chi
con tanta pazienza, ha deciso di archiviare un
taglio di storia, mantenendo intatti i reperti
ltimi giorni di vacanpagna di reparto Heather
cartacei inerenti riviste d’epoca, album fotoza per le giocatrici
Bown. Quanto a Kilic, per
grafici d’inizio del secolo scorso, macchine da e per tutto lo staff delme è un onore giocare con
scrivere ed oggetti d’arredo.
la Monte Schiavo Banca
una campionessa del geneSosto ancora per un po’ tra gli esposito- Marche. Nei primi giorre”.
ri, dove viene elaborata con tanta lena e ni di agosto infatti, le
I primi giorni di agosto docollaborazione la crescia: sono sparsi nel- “prilline” si raduneranno
vrebbero vedere la nascita
le piazzette principali, così, da non lasciare presso il centro sportivo
anche del calendario del
noi visitatori soli ed in balia di noi stessi! A “Pieralisi” per iniziare a
prossimo campionato di
catturare l’attenzione in ultima serata prima lavorare in palestra, sotto
serie A1. In casa jesina c’è
della cena, l’esibizione dei falconieri sembra gli occhi attenti del nuovo ciò che la società ha fatto – grande attesa per conoscere
sorprenderci; inizialmente il rapace Aisha, preparatore atletico Cristian ha detto la centrale nativa quale sarà il percorso delle
una femmina di falco, portentosa e legger- Verona. All’appuntamento di Busto Arsizio, interpella- “prilline”, nella nona stagione
mente titubante alla partenza, si esibisce mancheranno Rinieri, Bown ta sul mercato della Monte nella massima categoria. A
in pochi cenni di voltaggio per via della fol- e Kilic, tutte impegnate con Schiavo - Vedo acquisti mi- rallentare la situazione è la
la, e non affatto scoraggiata, prende tempo le rispettive nazionali. Chi rati, sensati. Si è puntato sul decisione della federazione
prima di atterrare, dando caccia ai piccioni ci sarà di sicuro è Raffaella alcune giovani interessanti, di far partecipare al torneo
incontrati a sorpresa per gioco. Intorno, il Calloni (nella foto, di Rosa), me compresa, e sull’espe- di A2 il Club Italia, cosa non
movimento musicale che accompagna il tut- alla sua quarta stagione in rienza ed il talento di altri gradita alla Lega femminile.
to è vario; chi vuole ascolta seduto il piano rossoblu. “Sono contenta di elementi, come la mia comGip
bar, mentre chi sa esporsi, si può gettare in
un’altra dimensione ballando liscio o danze
JESINA: la presentazione della squadra
internazionali popolari.
Elisabetta Rocchetti
Sport: Moie in evidenza nelle diverse discipline
n anno davvero da incorniciare per lo sport
moiarolo,
fiore
all’occhiello della
cittadina si è rivelata ancora una volta
la società Twirling
Fantasy con sede a
Moie, ma che comprende ragazze anche dei diversi centri della
Vallesina. Nello specifico,
Margherita Rocchetti è riuscita ad ottenere la medaglia
di bronzo ai recenti Europei
di Strasburgo. Con la specialità Free – Style – Junior.
Un risultato storico per la
società che inorgoglisce la
cittadina, ormai considerata un punto di riferimento
per questo sport purtroppo
ancora poco conosciuto. Ma
note positive sono giunte
anche dalle altre discipline,
come il calcio a 5, radicato a
Moie dal 1992, infatti la Virtus è riuscita nell’impresa di
ritornare dopo i play off nel
massimo campionato regio-
2 agosto 2009
collaborazione con il comitato regionale del
Coni. Sono previsti tre percorsi a passo libero di 700 metri, 3500 metri e 8mila metri. Le
iscrizioni per gruppi si ricevono fino al giorno prima della manifestazione, per i singoli
anche la mattina della partenza. Il ritrovo è
al circolo Acli di Sant’Angelo.
“Orgoglioso della Jesina”
“N
on facciamo proclami”
ha detto Marco Polita,
“cominciamo con il pensare
alla salvezza. Una volta al sicuro, proveremo a fare sempre di più”. Il presidente, in
un’affollata conferenza tenuta
nella sala del Lampadario del
Circolo cittadino, dopo aver
illustrato il nuovo assetto societario, con l’annuncio del
prossimo ingresso, nel novero
dei soci, del dottor Sebastiano
D’Onofrio, ha voluto presentare la nuova stagione che affronterà la Jesina. Il vice-presidente Aldo Cervigni, ha sottolineato che,
come società, la Jesina è aperta ad altre forze,
anche se non c’è l’intenzione di avere all’interno soci di maggioranza assoluta, in quanto “troppo spesso in passato i padroni unici,
raggiunti i loro obiettivi personali, hanno
lasciato la squadra nei guai”. In seguito, la
presentazione dello staff tecnico, con Gianluca Fenucci, nuovo allenatore e il direttore
sportivo Augusto Bonacci, alla presenza dei
giocatori e dei tifosi. Il mister, amante della
poesia, ha citato alcuni versi ripresi anche
da Martin Luther King: “Se non puoi essere
un pino sulla vetta di una montagna, cerca
di essere un arbusto, ma il migliore arbusto
che ci sia. Se non puoi essere il sole, cerca di
essere una stella, ma la stella più luminosa”.
Con queste parole, ha chiesto ai giocatori di
avere dedizione e si è detto “orgoglioso di allenare la Jesina”, aggiungendo poi, che “tutti,
tecnici e giocatori, siamo vogliosi di primeggiare e di meritare di essere qui”.
Federico Catani
Foto Stefano Alessandrelli
Apiro: Festival Internazionale del Folklore
Terranostra: artisti del mondo
D
al 7 al 15 agosto, le “Festa di benvenuto”. Alle
strade e le piazze di ore 21,30 in piazza Baldini
Apiro si animano dei can- si esibiranno: il 9 agosto i
ti e dei balli dei popoli di gruppi Ballet Folklorico de
tutto il mondo per la 39a la Universidad de Tarapaedizione del Festival Inter- ca (Bafut) del Cile e Vesnazionale del Folklore Ter- senye Zory della città di
ranostra. Gli ospiti inter- Voronezh in Russia; il 10
nazionali che si esibiranno agosto i gruppi Bert da Yeprovengono da Russia, Slo- revan in Armenia e Topl’an
vacchia, Armenia, Turchia, dell’omonima regione della
Cile, Brasile e Honduras, Svolacchia; l’11 agosto Zorcon la partecipazione degli zales de Sula dall’Honduras
Sbandieratori della Città e Barış Manço da Istanbul
di Cori. Il programma ini- in Turchia; il 12 agosto con
zia venerdì 7 agosto con la l’esibizione dei gruppi Bert
(Armenia) e Bafut (Cile). Il
13 agosto spazio alla Festa
Paesana; il 14 agosto il Festival si trasferisce al Parco
Eldorado, sempre ad Apiro;
il 15 agosto è la giornata
conclusiva. Alle 10 la messa
solenne nella collegiata di
Sant’Urbano, alle 11 si svolge la sfilata per la vie del
paese, seguita alle 12 dallo
scambio dei doni presso la
sala consiliare. Alle 21 spettacolo serale che chiude il
Festival con la partecipazione di tutti gli artisti.
16
Esperienze
2 agosto 2009
I treni della Speranza: con l’Unitalsi a Lourdes e a Loreto
L
“Imparate a donare la vostra vita”
o scorso anno l’Unitalsi ha ce- ma questa volta come inserviente
lebrato il Giubileo delle appa- poiché Bernardetta è “una bocca
rizioni della Vergine Immacolata di troppo da nutrire” in una famia Bernadette Soubirous presso la glia in cui la fame è diventata una
Grotta di Massabielle. Il tema pa- realtà) è terminata alle 24 presso la
storale proposto per i pellegrinag- Grotta delle apparizioni.
gi di quest’anno è “Bernadette, una Il vescovo Gerardo che ha partevita d’amore”. Bernadette ci offre cipato al pellegrinaggio ha sotun modello di vita familiare capa- tolineato così questa esperienza:
ce di fare una scelta vocazionale “Quanta solidarietà ho visto, quanper servire i poveri ed i sofferenti, ti giovani! In questo pellegrinaggio
come Lei diceva: “Obbedire è ama- marchigiano sono stati più di 200 i
re. Obbedire per piacere a Gesù, è giovani che sono venuti a servizio
amare. Soffrire tutto da parte delle dei malati. E’ questo un modo di
creature per piacere a Gesù, è ama- rispondere all’invito di Gesù: “date
re.” E’ con questo spirito che la se- voi stessi a loro da mangiare”. Gesù
zione marchigiana Unitalsi ha par- fa riferimento allo spirito di servitecipato al consueto pellegrinaggio zio nel miracolo del pane in cui è
a Lourdes dal 18 al 24 luglio.
significata l’Eucarestia ed è come
Sono partiti 2 aerei e 2 treni con se dicesse: imparate a donare la
un totale di circa 1.500 fedeli tra vostra vita, nel dono del vostro
malati, pellegrini, sorelle d’assi- tempo e così permettete ai fratelli
stenza e barellieri di cui circa 50 più svantaggiati di vivere”.
della sottosezione di Jesi.
Fotoservizio
Il programma, ricco come al solito
Maria Claudia Zampetti
di celebrazioni, si è regolarmente
Nella foto le sorelle di assistenza
svolto in una Lourdes che segnava
in servizio al quinto piano
circa 40 gradi di temperatura: dodell’ospedale Salus Infirmorum a
menica, messa di apertura del pelLourdes, sullo sfondo il santuario
legrinaggio; lunedì, celebrazione
mariano; insieme a loro il vescovo
Penitenziale e Via Crucis; martedì,
Gerardo in visita al reparto
Adorazione Eucaristica; mercoledì, guidato da Maria Claudia Zampetti.
la Messa internazionale e la suggestiva processione con i flambeaux.
Particolarmente toccante la marcia “Giovani in cammino” che si è Dal 31 luglio al 3 agosto
svolta martedì alle ore 21 da Bar- A Loreto in cammino con Maria
très a Lourdes, alla quale hanno Più di 300 persone delle diocesi di
partecipato, sotto la guida spiri- Jesi e di Senigallia si ritroveranno a
tuale del vescovo Gerardo Rocconi, Loreto per condividere l’esperiencirca 200 giovani e “non”. La mar- za del tradizionale Treno Bianco.
cia, partita dal piccolo villaggio a E’ questo il nome storico dei viagcinque chilometri da Lourdes (im- gi che l’Unitalsi propone da oltre
portante nella vita di Bernardette cento anni a Lourdes, a Loreto e
in quanto vi abitò in un primo mo- negli altri santuari mariani in cui la
mento affidata alle attenzioni della carità e la solidarietà sono evidenti
sua balia, Maria Lagües e più tardi, in tanti piccoli gesti quotidiani. Il
tema che gli assistenti dell’associazione proporranno quest’anno
è “In cammino con Maria verso
Gesù Eucarestia”: tutte le celebrazioni e gli incontri saranno una occasione per meditare sul ruolo di
Maria nella vita di ciascuno e per
approfondire la propria esperienza
dell’Eucarestia. Saranno presenti
anche i vescovi di Loreto, di Jesi e
di Senigallia e mons. Decio Cipolloni, vicario pastorale di Loreto ed
ex assistente nazionale dell’Unitalsi.
Il vescovo di Loreto mons. Giovanni Tonucci guiderà la liturgia
penitenziale del pomeriggio del
primo giorno, il venerdì 31 luglio,
e la processione eucaristica in
piazza. Il sabato 1° agosto prenderà parte alle celebrazioni il vescovo di Senigallia, mons. Giuseppe
Orlandoni che presenterà alcune
riflessioni sul tema: “Siamo pellegrini con Maria, donna del sì”: il
vescovo guiderà anche il passaggio
in Santa Casa dei bambini e delle
loro famiglie che parteciperanno
ad una parte del pellegrinaggio, al
Treno della Gioia. L’Unitalsi di Jesi
e Senigallia, propone, infatti, da
tre anni, il Treno della Gioia con
attività di animazione e gioco preparate dal Gruppo Giovani: attività
che si integrano con gli incontri di
preghiera di tutto il pellegrinaggio. Nella serata del sabato, alle ore
21 in piazza della Madonna, uno
spettacolo dell’associazione “Fiori
del deserto” di Vibo Valentia: 60
minuti con “La creazione”. Il musical è uno spettacolo nello spettacolo che narra la nascita del mondo per mano di Dio: la luce, il sole
e le stelle con un mix di narrazioni bibliche, canto, musiche, ballo,
energia e passione. A raccontare
il tutto 36 ragazzi, 20 dei quali diversamente abili: sono loro i protagonisti, gli attori di un copione
esaltante che nasce con l’obiettivo
dell’integrazione sociale. Il presidente dell’Unitalsi jesina, Giancarlo Rossetti, ha fortemente voluto
questa presenza in occasione del
Treno di Loreto come occasione di
confronto e di conoscenza per aiutare tutti a superare le inevitabili
barriere dell’indifferenza. La proposta è stata sostenuta dalla sottosezione di Senigallia e resa possibile grazie al finanziamento della
Fondazione Cassa di Risparmio di
Jesi e al patrocinio del comune di
Loreto. Domenica 2 agosto il vescovo Gerardo Rocconi presiederà
la Messa, per quanti partecipano
al pellegrinaggio, alle ore 9 nella
cripta dei Santi Pellegrini, si intratterrà poi con i bambini e gli
anziani sotto il portico della piazza
e, nel pomeriggio alle ore 17, celebrerà la Messa dei Pellegrini in
basilica per quanti vorranno unirsi,
dalle parrocchie, al pellegrinaggio
e guiderà la processione eucaristica in piazza, con tutto il personale
in divisa, i bambini, gli anziani e i
malati ed segni che caratterizzano
i tre giorni. Dopo cena, alle ore 21,
la solenne e suggestiva liturgia della luce, una fiaccolata che si snoda
in piazza aperta dalla statua illuminata della Vergine di Loreto. Il
pellegrinaggio si concluderà lunedì 3 agosto con la celebrazione del
vescovo Tonucci e il passaggio in
Santa Casa.
Prossimi pellegrinaggi UNITALSI: Terra Santa dal 4 al 9
settembre; Lourdes
dal 28 settembre al
4 ottobre 2009.
Organizzazione delle Nazioni Unite: i diritti delle minoranze
Garantire l’istruzione a tutti i bambini
9
agosto: giornata internazionale dei popoli indigeni. Istituita dall’Assemblea
generale dell’ONU nel 1994, la ricorrenza
ha l’obiettivo di rafforzare la cooperazione internazionale per risolvere i problemi
dei popoli autoctoni nell’educazione e nella
sanità, nei diritti umani e nel rapporto con
l’ambiente, nello sviluppo economico e sociale, nella conservazione delle loro culture.
Circa 370 milioni di persone appartenenti a
5000 gruppi indigeni, ancora oggi, sono vittime di discriminazioni, indigenza e conflitti.
Nel 2007 l’Assemblea generale ha adottato la
Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti
delle popolazioni indigene, stabilendo le norme minime per la sopravvivenza, la dignità,
il benessere. Tuttavia, molto resta da fare,
soprattutto per quanto riguarda l’infanzia.
Infatti, il rapporto 2009 dell’ONU sulla con-
dizione delle minoranze nel mondo, ha messo in luce l’allarmante situazione dei bambini
che provengono da comunità emarginate e
gruppi indigeni, denunciando che più della
metà dei 101 milioni di bambini - che attualmente non hanno accesso nel mondo
all’istruzione - appartengono a minoranze
etniche. Una barriera che colpisce i più indifesi fra gli indifesi. “Il mondo non raggiungerà gli obiettivi di sviluppo del millennio 2 e 3
- portare a compimento l’istruzione primaria
universale e promuovere l’uguaglianza di genere - senza un’azione positiva rivolta a tutti i bambini che ancora non vanno a scuola.”
ha dichiarato la specialista dell’educazione
dell’UNICEF Amina Osman di fronte a questa situazione. Dall’analisi sono emersi alcuni
punti fondamentali: l’esclusione dall’istruzione è in molti Paesi il risultato della discriminazione e non della mancanza di risorse.
“Certamente ci sono Paesi in cui il problema
è la povertà”, ha detto a questo proposito Gay
McDougall, esperto indipendente delle Nazioni Unite sulle questioni delle minoranze,
“ma l’ingiustizia vera è quando troviamo la
disuguaglianza nell’istruzione nei Paesi in via
di sviluppo in situazioni di benessere”. Il rapporto denuncia che le bambine provenienti
da famiglie disagiate -che vivono in aree rurali e appartengono a comunità di minoranze- non potranno mai andare a scuola senza
degli incentivi aggiuntivi. Dal momento che
le bambine sono spesso tenute lontane dalla
scuola per provvedere al lavoro domestico,
incentivi in denaro e borse di studio mirate
possono persuadere le famiglie a mandare
le loro figlie a scuola. Inoltre, nei Paesi in cui
i governi hanno promosso attivamente programmi di istruzione indirizzati a gruppi di
minoranze, si è avuto come risultato inatteso
che gli studenti usciti da questi programmi
alternativi sono ancora più stigmatizzati e
si confrontano con ulteriori discriminazioni
nell’ambiente di lavoro. Quindi è basilare che
i programmi di istruzione, specificamente
indirizzati alle minoranze, siano integrati nei
sistemi di istruzione nazionale. Il Rapporto
indica poi gli interventi che si sono rivelati
efficaci nel rimuovere le disparità di trattamento nel campo dell’istruzione: la costruzio-
ne di un maggior numero di edifici scolastici
nelle zone rurali, incentivi per gli insegnanti
bilingue, sistemi migliori nella registrazione
delle nascite e raccolta dati. Viene sottolineata fermamente l’importanza del pluralismo
culturale e l’abolizione della discriminazione
nell’istruzione come elementi essenziali di
integrazione e sviluppo. Princìpi affermati in
molti accordi internazionali, come la Convenzione sui diritti del Fanciullo e la Convenzione sulla eliminazione di ogni forma di discriminazione razziale, e ribaditi nel Forum
delle Nazioni Unite sulle Minoranze, che ha
riconosciuto l’istruzione come diritto umano
inalienabile. E’necessario quindi un impegno
politico responsabile degli Stati, il sostegno
della cooperazione internazionale e di tutti
sistemi e gli Enti periferici, per creare programmi efficaci verso la realizzazione dei diritti enunciati, in particolare l’istruzione, così
che un numero sempre maggiore di bambini
delle popolazioni indigene del mondo possa
veramente vivere e costruire il proprio futuro
in dignità e giustizia.
Tiziana Tobaldi