Anno C – XII Domenica 20 giugno 2010 Il Vangelo

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Anno C – XII Domenica 20 giugno 2010 Il Vangelo
Anno C – XII Domenica
20 giugno 2010
Il Vangelo di oggi è un intenso dialogo
sull’identità di Gesù e del discepolo;
l’inizio e lo svolgimento di tale dialogo
sono contrassegnati da due rimandi al silenzio.
In principio incontriamo infatti Gesù che
“si trovava in un luogo solitario a pregare”;
e poi – nelle parole che seguono tra lui e i discepoli dopo che Pietro lo ha riconosciuto come “Il Cristo di Dio”,
“Egli ordinò loro severamente di non riferirlo ad alcuno”.
Il silenzio vissuto da Gesù è denso di ascolto;
il testo dice che era là “a pregare”
cioè volto a volto con il Padre suo,
esperienza – questa – che sappiamo abituale nella sua vita,
custodita anche in giorni di densa attività.
Si è soliti dire al riguardo
che nei momenti decisivi della sua vita Gesù prega,
in realtà è al rovescio:
è il suo pregare che rende decisivi i momenti del suo vivere.
E’ così anche per noi suoi discepoli.
Una massima attribuita a un santo recita così:
“Chi prega si salva, chi non prega si danna”;
parole forse troppo secche e sintetiche,
ma è proprio vero che le ore e i giorni
acquisiscono un peso specifico diverso
a secondo che siano o meno intrisi del volto-a-volto con Dio!
C’è poi il silenzio a cui Gesù vincola i suoi discepoli;
riguarda la sua identità, che Pietro ha professato con parole precise.
E’ un silenzio che invita a non parlare di Lui avventatamente,
a non farlo se non dopo aver attraversato insieme a Lui
il suo donarsi fino alla fine
e non prima di averlo assunto liberamente
come misura dell’amore intorno al quale costruire la propria esistenza.
E’ questo infatti il senso delle parole dette da Gesù su di sé:
“Il Figlio dell’uomo deve… venire ucciso e risorgere”
e di quelle rivolte ai discepoli:
“Se qualcuno vuol, venire dietro a me…
prenda la sua croce ogni giorno e mi segua”.
Prima di parlare di Gesù,
prima di dirsi e ritenersi suoi discepoli
occorre aver contemplato a lungo “Colui che hanno trafitto”;
occorre aver scandagliato fino in fondo
cosa significhi “appartenere” a Cristo, essere “rivestiti” di Lui.
E come può accadere questo se non entrando
sempre di nuovo e con perseveranza
nell’esperienza della preghiera?
Per il piccolo Stefano che in questa domenica riceve il Battesimo
ci auguriamo che possa trovare sempre,
nella sua famiglia e nella nostra parrocchia,
una comunità orante, capace di silenzio e di ascolto,
intenta “ogni giorno” al discernimento.
E a tutti noi qui riuniti
il Signore dia grazia di riscoprirci “uno in Cristo Gesù”
anche grazie alla decisione rinnovata
di pregare ogni giorno,
di custodire ogni giorno il volto-a-volto con Dio.
Chissà che l’estate da poco iniziata,
con i ritmi più distesi che porta con sé,
sia occasione per rinnovare questa decisione
che da sola vale più di ogni eroica conversione di vita.
PREGHIERA DEI FEDELI
Padre,
donaci il silenzio del cuore
per scoprirci “uno” nel tuo figlio Gesù
e imparare da Lui a volerci bene.
Padre,
donaci il silenzio del cuore
per poter ascoltare le necessità di fratelli e sorelle
che la crisi economica sta mettendo in difficoltà
Padre,
donaci il silenzio del cuore
per piangere come fratelli,
la morte di colui che si è addormentato sotto un ponte della nostra città
e di chi si è ucciso sulla panchina di un parco in cui giocano i nostri bimbi
Padre,
donaci il silenzio del cuore
per intuire come amare-fino-alla-fine
dentro le piccolo cose di “ogni giorno”
Padre,
donaci il silenzio del cuore
per deciderci sempre di nuovo
a fare spazio all’ascolto quotidiano delle Scritture
Padre,
donaci il silenzio del cuore
affinchè il piccolo Stefano e tutti coloro che ci affidi
incontrino nella tua Chiesa il volto autentico del tuo Figlio Gesù