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The Hunt (il sospetto): la distruzione psicologica di un innocente accusato di pedofilia
20 NOVEMBRE 2012 LEAVE A COMMENT
Travolgente. Drammatico. Riuscito. Ecco i primi aggettivi che mi vengono in mente ripensando al film proiettato il 18 novembre nell’ambito di Castellinaria.
Già presentato quest’anno a Cannes, The Hunt, il film diretto da Thomas Vinterberg, tratta la tematica molto delicata della pedofilia. Il film vede come
protagonista il maestro d’asilo Lucas (Madds Mikkelsen), uomo molto integrato nel piccolo paesino danese in cui vive e con solidi principi morali, appena
uscito da un divorzio difficile e con un figlio adolescente.
Lui è il preferito dei bambini, e si capisce sin da subito che con loro ha un rapporto di affetto e di pieno rispetto. Ma qualcosa va storto. Lucas viene accusato
da Klara (un’allieva dell’asilo nonché figlia del suo migliore amico Theo), bambina leggermente trascurata dai genitori e di cui l’uomo si era ritrovato talvolta
ad occuparsi, di aver compiuto atti pedofili nei suoi confronti. La faccenda viene da subito gestita male dalla direttrice dell’asilo, che sin dall’inizio non lascia
nessuno spazio a Lucas per dare la propria versione dei fatti e che permette che le voci corrano in fretta nel piccolo villaggio, senza che nessun tribunale
abbia ancora effettivamente appurato la veridicità delle affermazioni della bambina.
Da questo momento prende avvio un climax ascendente di tensione e drammaticità; tutti nel villaggio sono convinti della colpevolezza di Lucas, che viene
completamente isolato e appoggiato solo da un vecchio amico e dal figlio adolescente Marcus. Il film vuole mostrare più che l’aspetto giuridico della
faccenda, ciò che concerne l’aspetto sociale, ovvero la reazione della piccola comunità, che se con tanto calore accoglie ogni membro del villaggio nella
‘grande famiglia’, con altrettanta freddezza non esita a escludere Lucas. Lo spettatore assiste all’abisso di disperazione sempre più profondo in cui l’uomo
si ritrova a cadere, mentre cerca invano di far capire alla gente, soprattutto a Theo, la sua innocenza. Questo porta alla distruzione psicologica che egli
subisce e alla perdita della dignità in un periodo di tempo brevissimo.
Alla fine del film gli abitanti del villaggio scopre la verità sulla vicenda, ma niente è più come prima: nella mente della gente si insinuerà sempre quel
dubbio, e con un colpo di scena finale che lascio svelare direttamente a voi guardando il film, emerge appunto questa dura verità: l’immagine di Lucas è
stata danneggiata e lo rimarrà per sempre, senza che ci sia il modo di rimediare.
Questo non è il primo lavoro di Thomas Vinterberg sul tema della pedofilia; nel 1998 era infatti uscito con Festen, che aveva riscosso un grande successo al
Festival di Cannes, aggiudicandosi il premio della Giuria. I due film trattano entrambi la delicata tematica della pedofilia appunto, ma se in The Hunt il film si
basa sul tema delle false accuse nell’ambito della pedofilia, Festen propone invece il racconto di casi di abusi che sono avvenuti realmente.
A valorizzare questo incredibile film è sicuramente la magistrale interpretazione di Mikkelsen (premio come miglior attore al Festival di Cannes proprio con
The Hunt, che forse in molti ricordano nei panni di Le Chiffre in Casino Royale), che con la sua recitazione misurata ma intensa riesce ad alimentare
gradualmente la tensione del film. Questa tensione, nonostante il film sia molto calcolato in ogni dettaglio e talvolta pure forse un po’ troppo prevedibile,
riesce a coinvolgere lo spettatore dal primo all’ultimo minuto.
In un passaggio del lungometraggio la direttrice dell’asilo afferma: ‘I bambini dicono sempre la verità’. Ma è proprio vero? Ne siamo sicuri? Personalmente
credo che ci sia una fascia d’età in cui i bambini non sono ancora in grado di distinguere in modo netto la verità dall’immaginazione. Naturalmente molte
accuse di pedofilia accadono a causa della pressione dei genitori sui figli, credendo che essi abbiano timore di parlare.
Emilia
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