1 Ad limina 2014 – Relazione sulla famiglia nella Repubblica Ceca

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1 Ad limina 2014 – Relazione sulla famiglia nella Repubblica Ceca
Ad limina 2014 – Relazione sulla famiglia nella Repubblica Ceca
La famiglia nella Repubblica Ceca presenta tutte le caratteristiche sociologiche di famiglia europea
occidentale.1 Di alcuni fattori, soprattutto del numero delle coabitazioni,2 delle gravidanze artificialmente
1

la percentuale della contrazione del matrimonio e l’età in cui per la prima volta si entra nel matrimonio: la diminuzione del numero delle nozze è accompagnata dalla crescita dell’età media degli uomini e delle donne nel momento della contrazione delle prime nozze. L’età media degli sposi alle prime nozze raggiunge 31 anni, le spose sono di circa 3 anni più giovani. Comparando questi dati con quelli di dieci anni fa, l’età di ambedue sessi è aumentata di più di 2,5 anni. 
divorzi: la percentuale dei matrimoni divorziati nell’anno 2012 nel paragone a quelli contratti ha raggiunto quasi 60 %; i problemi spesso menzionati e dolorosamente vissuti appartengono all’ambito della convivenza di fatto dei cattolici divorziati e civilmente risposati; 
coabitazioni di fatto: un altro fenomeno negativo costituiscono cosiddette coabitazioni di fatto. Nell’anno 2011 nella Repubblica Ceca ci sono stati 234 346 matrimoni di fatto o irregolari, cioè 11,2 % delle famiglie complete (i dati riguardano gli elementi indicati dalle case formate da una famiglia). La maggioranza dei matrimoni di fatto consisteva dalle famiglie senza i figli dipendenti (56,3 %). Tra i matrimoni di fatto con i figli dipendenti prevalevano le famiglie con un unico figlio dipendente (61,6 %). Le coabitazioni senza il matrimonio nell’anno 2011 rappresentavano 8,8 % del numero totale delle famiglie e 11,2 % delle famiglie complete (i dati riguardano gli elementi dichiarati dalle case formate da una famiglia); 
aborti artificiali: un lento abbassamento del numero degli aborti artificiali è ottenuto grazie all’uso dei mezzi contraccettivi. 
fecondazione artificiale: è frequente, e purtroppo sempre più accettato anche dalle donne credenti come un mezzo accettabile della soluzione dell’infecondità, che nella Repubblica Ceca colpisce un quarto delle coppie di sposi. L’altezza dei casi di infecondità è connessa anche con l’elevarsi dell’età delle primipare. 
eutanasia non è lecita e di certo non si pratica. Eccezioni singolari, comunque, non le possiamo escludere, ma in nessun istituto medico si tratta di una soluzione comunemente accettabile. 
convivenza legalmente registrata delle persone di orientamento omosessuale: la possibilità della convivenza delle persone con l’orientamento omosessuale influisce più sull’atmosfera politica che su quella sociale; nell’anno 2012 sono state registrate 1390 coppie omosessuali. 1 terminate, dei divorzi e della convivenza registrata delle persone dell’inclinazione omosessuale non è
possibile verificare, fino a quanto riguardano anche i credenti.
La famiglia appartiene ai valori molto stimati nella società maggioritaria. Il matrimonio statisticamente è
considerato la forma più stabile della convivenza, nonostante la diminuzione della coscienza – e questo
anche presso i credenti – del significato insostituibile del matrimonio per la convivenza dei partner e per la
fondazione della famiglia. La dottrina dell’indissolubilità del matrimonio entra spesso in conflitto con il
frequente crollo di questi rapporti – questo fatto coinvolge sempre di più anche i matrimoni
sacramentalmente contratti. Al sostegno delle coppie in crisi vengono incontro i consultori matrimoniali e
famigliari, oppure i consultori fondati dai centri per la famiglia nelle diocesi. Questi centri offrono anche dei
programmi per i genitori isolati (prevalentemente madri).
L’ideale della fedeltà nella convivenza matrimoniale è fondato nell’ordinamento giuridico della Repubblica
Ceca, che dichiara come lo scopo principale del matrimonio la fondazione della famiglia, l’educazione
ordinaria dei figli e – di nuovo – richiede anche il sostegno e aiuto vicendevole tra i coniugi.
Con degli indugi delle nozze è connessa anche la questione spesso discussa della convivenza
prematrimoniale. I giovani cristiani spesso accolgono la morale di massa e i loro genitori non riescono di
parlare con loro in modo adeguato, tollerando o perfino approvando spesso il comportamento dei giovani,
non riuscendo loro stessi di distinguere tra la limitazione e la responsabilità. Anche la Chiesa cerca di
adeguarsi alla situazione sorta all’interno del corso della preparazione al matrimonio: alla preparazione
dei fidanzati partecipa un numero sempre crescente delle coppie. Buoni risultati porta anche il progetto
multidisciplinare della preparazione con delle relazioni dei teologi, giuristi, psicologi, medici, compreso
“l’insegnamento della comunicazione” con l’uso delle esperienze e dei metodi della psicologia pastorale
attuale. Anche l’aspetto esteriore dei preparativi cambia: oltre i preparativi classici nell’ufficio parrocchiale,
i fidanzati si preparano anche nelle case delle coppie dei lettori, che possono fornire una testimonianza
della vita cristiana. E’ abituale una prassi dei preparativi in comune all’interno dei decanati, completata
con un seguente incontro individuale con il sacerdote.
Molti fidanzati vengono soltanto dopo una certa parte della vita “ad experimentum”, non di rado hanno già
un figlio. I lavoratori pastorali si servono della loro domanda del matrimonio ecclesiastico come
dell’occasione per una nuova evangelizzazione. I fidanzati, tuttavia, vengono per un altro motivo: non si
interessano dell’evangelizzazione, ma semplicemente vogliono essere sposati. La preparazione spesso
offre loro un primo contatto con la parrocchia, ponendo così le condizioni per la futura evangelizzazione
della famiglia.
Con eccezione di un stretto circolo dell’ambiente tradizionale, nel nostro paese è stata rotta la continuità
della devozione famigliare “classica”. Inoltre cresce sempre di più il numero dei credenti che si sono scelti
dei partner non credenti e provenienti dalle famiglie non credenti. La spiegazione spesso deve essere
centrata sulle verità fondamentali della fede, incoraggiandoli a una ricerca creativa del modo di vivere e di
trasmettere la fede nelle condizioni atipiche. I preparativi devono incidere anche sul lato pratico:
l’insegnare i fidanzati a pregare, e anche ai credenti praticanti bisogna offrire i fondamenti della fede (a
quelli che vengono con una totale ignoranza del contenuto della fede).
Degne di attenzione sono anche delle attività al di fuori delle parrocchie, pur raggiungendo soltanto un
frammento del gruppo di destinazione. Si tratta per es. di:
 convivenza legalmente registrata delle persone di orientamento omosessuale: la possibilità della convivenza delle persone con l’orientamento omosessuale influisce più sull’atmosfera politica che su quella sociale; nell’anno 2012 sono state registrate 1390 coppie omosessuali. 2 Le calcolazioni dei divorziati risposati secondo la prassi pastorale raggiungono circa 10‐20%. 2 -
Associazione dei cuori puri, cioè l’associazione dei giovani che responsabilmente si preparano al
matrimonio, obbligandosi di vivere la castità prematrimoniale,
Scuola della vita di partner, un programma per i giovani nel periodo del fidanzamento,
Programmi dei movimenti e delle comunità per i fidanzati.
La proposta dell’insegnamento o della formazione degli sposi da parte della Chiesa è vasta: le serate di
coniugi, incontri degli sposi, i programmi per la famiglia destinati dai movimenti e comunità nuove. La
formazione diventa più difficile, laddove soltanto uno dei partner è credente praticante.
Una scarsa percentuale degli sposi credenti partecipa alla vita delle nuove comunità o movimenti. Queste
attività, oltre all’apporto di una formazione personale di alta qualità, spesso richiedono tanto tempo da
portare questi sposi via dalle loro parrocchie.
La castità del vincolo matrimoniale è vissuta in modo molto individuale. Secondo la propria coscienza,
eventualmente sulla base del confronto con il confessore o con altre coppie cristiane, ogni coppia crea i
propri limiti del proprio rapporto sessuale, che difficilmente possono essere portate al livello comune. Il
metodo del regolamento della procreazione naturale (PPR) spesso – anche dai suoi protagonisti – è
presentato come una tecnica, non come un elemento dell’atteggiamento cristiano dell’apertura verso i
rapporti come tali. Anche le coppie che praticano il metodo PPR, spesso se ne servono con lo scopo di
abbassare la probabilità del concepimento di un figlio al minimo. L’applicazione del metodo PPR è difficile
soprattutto, laddove uno degli sposi non è disposto a collaborare. Queste persone (prevalentemente le
donne) poi percepiscono un equivoco tra quello che si sente dalla bocca delle autorità ecclesiastiche, e
quello che realmente è realizzabile nel loro matrimonio. Comunque, bisogna dire che anche i sacerdoti
non presentano una posizione univoca in questa questione, e alcuni di loro non soltanto per motivi
pastorali, bensì per non appartenere tra i “sottosviluppati”.
La dottrina della Chiesa che i genitori sono i primi testimoni della fede per i propri figli, essendo
responsabili dell’educazione dei figli e della scelta della forma di cura e di scuola che deve completare la
loro premura, è molto importante proprio nel clima sociale che non percepisce gli influssi dello stato o
degli istituti di educazione e di erudizione all’educazione famigliare come negativi. Il rispetto insufficiente
del significato dell’educazione famigliare è evidente soprattutto all’interno della questione della pressione
dello Stato sul ritorno più rapido possibile delle madri dei fanciulli al lavoro nella situazione in cui esiste de
facto soltanto circa 3 % dei posti di lavoro a incarico limitato, e all’interno delle discussioni attuali
sull’educazione sessuale nelle scuole.
La politica statale famigliare non ha un progetto completo, non apprezzando la famiglia3 e sottomettendo i
propri interessi a quelli della politica dell’occupazione di lavoro. La Repubblica Ceca indica uno dei
maggiori fondi del tempo di lavoro all’interno di Europa. L’alta occupazione dei genitori influisce in modo
negativo sulla convivenza famigliare e le sue attività educative. La carriera professionale ha un alto
prestigio, diventando spesso il motivo per cui i giovani non realizzano i propri desideri di famiglia. Per
questo appare come necessario parlare di quello per cui concretamente i genitori sono insostituibili per i
propri figli, perfino di quello, che cosa il genitore ottiene, educando i figli, per la propria crescita personale
(e dunque perché può essere più attrattivo anche per la società e per il padrone), e questo anche come
un mezzo efficace nella discussione con l’influsso crescente di cosiddetta problematica di gender.
La profondità delle cause delle manifestazioni che negano le differenze naturali tra gli uomini e le donne
(le teorie di gender) spesso non è sufficientemente richiamata, e questo riguarda anche l’ambito
ecclesiastico. Il fatto che nella società e nella famiglia varia il contenuto del lavoro dell’uomo e della
donna, apparentemente rende legittima la deprecazione della concezione cristiana del ruolo
3 Lo stato non soddisfa in modo sufficiente anche le spese della famiglia. A un membro della famiglia con 2 figli competono soltano 60 % del provento di una persona senza i figli (il pensionato dispone di 80% del provento). 3 complementare dell’uomo e della donna. Per questo bisogna indicare anche il fatto che la cura di
educazione all’interno della famiglia non ostacola lo sviluppo personale e che lo stato sociale del singolo
non può derivare esclusivamente dalla sua integrazione nel mercato del lavoro.
Una grave perplessità c’è tra i genitori all’interno dell’adempimento del loro compito di trasmettere la fede
ai propri figli. Le indagini che sono a disposizione indicano una grave ignoranza delle fondamenta della
dottrina della Chiesa e il fatto che la fede si vive soprattutto come una prassi religiosa e non si pratica
coscientemente nell’atteggiamento verso la professione, la vita coniugale o politica o di fronte ai valori di
educazione.
Nono stante un alto livello della secolarizzazione, la vita famigliare è una delle occasioni di come i cristiani
possono identificarsi con il proprio ambiente con gli stessi valori di vita. Le famiglie cristiane diventano
una fonte d’ispirazione per una cosciente vita dei valori che dalla società maggioritaria sono percepiti
soltanto in modo intuitivo.
I problemi derivanti dalle varie situazioni della vita della famiglia portano a un usufruirsi appuntato dei
programmi e dei servizi degli istituti ecclesiastici (centri per la famiglia, ospizi, servizi sociali), assumendo
così anche il carattere di pre-evangelizzazione.
Brno, il 24. gennaio 2014
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