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Primo Piano
I fondi di debito hanno le potenzialità per diventare
una fonte importante di accesso al capitale per le Pmi
I risultati della prima indagine dell’Ufficio Studi di MondoAlternative sul settore del private
debt italiano mostrano dei portafogli obiettivo composti in media da circa 30 posizioni
di Alessandro Moise e Stefano Gaspari
LA QUOTA DEI DEBITI BANCARI SUL TOTALE
DEI DEBITI FINANZIARI DELLE IMPRESE
Paese
% debiti bancari
Italia
66,5%
Francia
37,0%
Germania
52,7%
Spagna
51,5%
Regno Unito
28,5%
Zona euro
50,0%
Fonte: Banca d’Italia, 2013
L
a modesta crescita dell’economia italiana potrebbe essere un fenomeno
destinato a durare anche nel prossimo
futuro. I principali problemi sono oggi
legati alla strutturale debolezza della
domanda interna e alla contrazione generalizzata della dinamica del credito bancario. Ma per tutte le piccole/medie
imprese meritevoli si è aperta una nuova
frontiera nel mercato delle obbligazioni,
in grado di spezzare poco alla volta il cordone ombelicale che sinora ha legato le
aziende alle banche: si tratta dei cosiddetti
minibond. Per favorire l’investimento in
tali strumenti finanziari sono poi stati
costituiti diversi fondi di debito e, al
momento, risultano già partite o in fase di
raccolta 26 iniziative, tra le quali si segnala
l’ultimo lancio di private debt fund da
parte di Ver Capital con una dimensione
target di 150 milioni di euro. Volendo fornire un’accurata fotografia del settore,
l’Ufficio Studi di MondoAlternative ha
condotto la sua prima indagine su 20
fondi di private debt.
Caratteristiche dei fondi
di private debt
Per i fondi di debito le aziende target sono
quelle con un fatturato compreso tra i 10
milioni (2 fondi però considerano anche
le imprese con ricavi inferiori a tale cifra)
e i 500 milioni di euro, mentre a livello di
ammontare allocato per singolo emittente
si prevede un ticket massimo d’investimento di 30 milioni di euro: i fondi solitamente non investono più del 20% del
patrimonio totale raccolto su una singola
operazione. I portafogli obiettivo in media
sono composti da circa 30 posizioni, ma
si possono spingere oltre arrivando a 100
posizioni. I private debt fund analizzati
hanno obiettivi di raccolta finale compresi
tra i 100 e i 500 milioni di euro, con un
target di performance tra il 4% e il 15%
(vedi tabella pag. 6).
Il potenziale dei fondi di
debito privato
Rimane ora da capire quanto il mercato
del private debt riuscirà a diventare una
vera e propria alternativa al canale ban-
cario. “Noi crediamo che i tempi siano
maturi per un’innovazione nel finanziamento delle imprese italiane”, è il parere
di Ersilia Molnar, marketing director di
Muzinich & Co. “Il punto, per le aziende,
non è fare una scelta secca tra minibond
o banca, ma modulare le fonti di finanziamento secondo le finalità. A che cosa
servono i soldi che si stanno chiedendo al
mercato? Per investimenti strategici di
medio e lungo periodo o per farla funzionare nel breve? Minibond e finanziamento bancario possono assolvere finalità
complementari e quindi convivere. Detto
questo, le emissioni obbligazionarie sottoscritte da fondi specializzati possono
certamente diventare fonte primaria di
accesso al capitale: le potenzialità ci
sono”. Per Laurent Petit, portfolio
manager di Lyxor Asset Management, “se
il mercato arriva a strutturarsi attorno a
emittenti di qualità e a degli standard sufficientemente protettivi per gli investitori
(covenant, etc.), i minibond possono
diventare una vera alternativa al finanziamento bancario. C’è già una vera
domanda per questo tipo di strumento in
Italia da parte delle piccole e medie
imprese”, mentre Federico Merola, partner del fondo Impresa Italia, spiega come
”il mercato dei bond per le Pmi sia un
punto d’arrivo, non un punto di partenza.
Lavoriamo su tutta la struttura del passivo
anche con strumenti convertibili o partecipativi e con modalità articolate, nei limiti
di quanto consentito dalla legislazione
nazionale. Il lavoro al fianco delle banche
è fondamentale così come quello di
miniera per arrivare in un prossimo futuro,
e progressivamente, ad allargare la platea
degli emittenti di piccole e soprattutto
medie dimensioni”. “Il canale dei minibond costituirà col tempo un’alternativa
al canale bancario per il finanziamento dei
piani di sviluppo”, è infine l’opinione di
Robert Tann, fund manager di Advam
Partners Sgr.
Focus sulle emissioni
I minibond sono ancora strumenti poco
diffusi e al momento sono una quarantina
3
il primo e unico magazine italiano sugli investimenti alternativi
Primo Piano
le emissioni effettuate sul segmento dedicato di Borsa Italiana ExtraMot Pro (attivo
dal febbraio 2013), un numero decisamente inferiore alle aspettative degli operatori del settore: diverse aziende potenziali emittenti sono, infatti, ancora poco
propense a comunicare in un’ottica di
massima trasparenza. Ma cosa servirebbe
oggi per dare un vero e proprio impulso
al settore dei minibond? “Per decollare, il
mercato ha bisogno che un certo numero
di emissioni, considerevoli sia in termini di
volumi (superiori a 10/15 milioni di euro)
che di qualità/solvibilità, sia effettuato, al
fine di attirare gli investitori verso questo
nuovo segmento”, spiega Petit. Per Molnar, “è anzitutto necessario che il mercato
prenda una forma compiuta attraverso
l’ingresso di nuovi operatori e le prime
emissioni delle imprese. Sono le condizioni per far scattare l’effetto emulazione:
se un po’ d’imprese accederanno a questa soluzione di finanziamento e ne
apprezzassero l’efficacia, tutto diventerebbe più facile. A quel punto si potrebbero superare le resistenze culturali di
oggi. Noi crediamo che questo possa
accadere. Negli Stati Uniti, fino a pochi
anni fa, le imprese si finanziavano principalmente attraverso le banche, ma poi è
cambiato tutto. Lo scenario europeo è
cambiato: anche in Italia si sono create le
condizioni per innovare nelle fonti di
finanziamento”.
Merola, dal canto suo, sottolinea che “il
credito non bancario deve nascere e svilupparsi in Italia, come già accaduto in
altri Paesi, in forma complementare al credito bancario e diversa da questo. Certamente il private debt include la sottoscrizione, anche in forma esclusiva (c.d. private placement) di obbligazioni emesse da
Pmi (comprese le cambiali finanziarie), ma
rappresenta un’operatività più ampia che
riguarda la capacità di lavorare in forma
variegata sulla struttura del passivo. Ciò
detto penso che tre provvedimenti
potrebbero dare impulso al settore:
l’eventuale revisione del principio di
riserva bancaria per assimilare i nostri
fondi di debito a quelli operanti in altri
regimi giuridici europei (e non), consentendo a soggetti regolati e vigilati anche
forme di finanziamento diretto; il via agli
investimenti istituzionali come quelli che
ha annunciato la Cdp, importanti per dare
fiducia e indirizzi virtuosi al mercato;
infine, una fiscalità in grado di distinguere
tra investimenti a breve e a medio/lungo
termine (e quindi la riduzione del trattamento fiscale dei redditi derivanti dagli
investimenti in fondi di private debt)”,
prosegue Merola. “Sul primo punto mi
preme sottolineare che dalla lettura dei
giornali appare sopravvalutato il numero
di Pmi che può emettere minibond, laddove il percorso che consente di arrivare
a questo traguardo è graduale e va guidato da società capaci di guardare bene
dentro l’azienda ed accompagnarla verso
una crescita anche organizzativa. Si collega anche a questa considerazione la
perplessità suscitata da un intervento
diretto di Sace nel settore, dato che proprio Sace svolge in regime di monopolio il
compito di assicurare l’export credit di
società italiane e, tra le altre cose, ha
esteso la sua operatività alla copertura del
rischio di credito delle Pmi”.
Concentrandoci sugli investitori, invece,
come si possono superare le problematiche legate all’illiquidità dello strumento e
alla scarsità delle emissioni? “I minibond
sono uno strumento molto giovane, che
ha bisogno ancora di un po’ di tempo per
definirsi, e per riuscire ad avere liquidità,
è necessario che aumentino le emissioni
di qualità e quelle di taglia sufficientemente importante”, afferma Petit. “Questa liquidità, infatti, esiste già sul fronte
dei minibond di taglio più grande, che
sono stati rapidamente utilizzati da fondi
di private equity come strumento di finanziamento ad alto rendimento per alcune
operazioni di leveraged buyout italiane
(che non è il motivo per cui, originariamente, è stato progettato lo strumento
dei minibond). Ad ogni modo, in caso di
una controparte di buona qualità e di un
minibond dall’importo significativo, si prevede che la liquidità possa essere reperita
facilmente: i volumi scambiati sul minibond di Tesmec, per esempio, dopo il suo
lancio avvenuto in aprile, rappresentano
circa il 20% dell’emissione”. “Per quanto
ci riguarda, la liquidità è un problema che
non sentiamo: il nostro è un fondo take
and hold che investe in emissioni che
intende tenere fino alla scadenza. E’
chiaro, più in generale, che la bassa liquidità potrà essere agevolmente superata
con l’aumentare delle dimensioni del mercato” specifica Molnar, a cui fa eco Tann
sostenendo che” a mano a mano che il
numero di emissioni aumenta si svilupperà un mercato secondario. E’ dunque
richiesto del tempo perché si sviluppi la
liquidità”. “L’illiquidità dei minibond, per
il momento è di difficile soluzione per cui
è necessario che questi siano, coerentemente, sottoscritti da fondi chiusi”,
aggiunge Merola. “Col tempo forse si
potrà creare un piccolo mercato anche di
questo strumento ma nel breve non credo
4
maggio 2014 MondoAlternative
sia possibile. Proprio per cercare di accelerare questo processo abbiamo previsto
la possibilità di coinvestimento con gli
investitori sottoscrittori, che guidati dalla
società potrebbero entrare in confidenza
con lo strumento e il suo mercato. Le
imprese eleggibili per emissioni di minibond sono però meno di quelle che si dice
abitualmente sulla base di dati generali di
varia provenienza: il private debt è un
lavoro di miniera che serve per portare
progressivamente sul mercato imprese
che hanno i presupposti economici per
fare questo passo ma non ancora la capacità tecnica e la possibilità dimensionale.
Per questo ritengo che sia un mestiere
naturalmente riservato alle società di private equity”, afferma Merola.
Ruolo delle garanzie
Per favorire l’investimento dei fondi di private debt è importante introdurre dei
sistemi di garanzia che mitighino il rischio
degli operatori economici coinvolti. Di
questo parere ne è convinto Merola: “Il
fronte delle garanzie è molto importante
e ogni ulteriore allargamento e articolazione è benvenuta e può favorire l’operatività del private debt. Si deve però lavorare anche su quanto già teoricamente
disponibile ovvero le garanzie dei confidi
e della Sace. I primi si devono riformare
per diventare più affidabili, solidi e competitivi. Anche perchè il fondo nazionale
di garanzia è ora accessibile direttamente
dai fondi di debito. Sulla Sace pesa invece
l’elevato costo e l’imbarazzo di un’iniziativa in competizione con il mercato. Bisognerà fare chiarezza sul punto”. “La creazione di un fondo di garanzia per le Pmi
per favorire l'investimento dei fondi pensione e delle Casse di previdenza potrebbe
aiutare a rassicurare gli investitori, che per
certi aspetti possono esitare a investire
nelle Pmi, controparti necessariamente
più rischiose delle grandi società”, dice
Petit. “Ma è importante che questi fondi
di garanzia, in caso siano effettivamente
lanciati, siano disponibili, con criteri di
eleggibilità ben definiti, per tutti gli emittenti o tutti i fondi di minibond e non
siano riservati soltanto ad alcuni”. “La
nascita di fondi centrali di garanzia è allo
studio e sarebbe certamente utile, ma per
creare un mercato servono prima di tutto
operatori professionali e numerosi fondi
specializzati”, afferma Molnar, mentre per
Tann “è necessario lo sviluppo di un
sistema di garanzie a supporto delle emissioni delle imprese medie e servono incentivi per alcuni investitori istituzionali relativamente ai requisiti regolamentari che
normano gli investimenti”.
Focus su Minibond
Obbligazioni, cambiali finanziarie
e altri strumenti di debito
emessi da PMI italiane
200 mln
Titoli di debito: minibond,
obbl. convertibili, etc
Target di raccolta
6
maggio 2014 MondoAlternative
N.d.
N.d.
N.d.
7-8%
Distributore
Commissioni di gestione
Commissioni di advisory
Rendimento target annuo
N.d.
10%
Massimo investimento singolo settore
Massimo investimento singolo emittente
Fonte: MondoAlternative.
N.d.
Numero posizioni in portafoglio
Dal secondo anno
N.d.
Gestore finanziario
Distribuzione dividendi
N.d.
In via di definizione
Tutti con esclusione settore finanziario, real
estate e industrie non etiche
Advisor finanziario
Agenzia di rating di riferimento
Settori industriali
Investment grade
200 mln
Fatturato massimo azienda target
Rating minimo emittente
10 mln
Fatturato minimo azienda target
Strumenti di investimento utilizzati
100 mln
200 mln
24 mesi
10%
20%
20 - 30
Sì
7% - 9%
N.d.
1,05%
N.d.
Anthilia Capital Partners Sgr
N.d.
CRIF
Tutti, esclusi: pornografia, immobiliare,
case da gioco e/o attività equivalenti (anche
online), produzione e commercio di armi
B+
200 mln
10 mln
max 2 anni
Nessuna restrizione
Nessuna restrizione
25-50
Nessuna
Mid to high single digit
Variabile
1,40%
Nessuno
15 mln ca
20%
25-40
Annuale
btp 4 anni + 150/200 bp
(netto per l'investitore)
10%
N.d.
20-30
Annuale
6% circa
N.d.
0,65%
1,00% nell'investment period,
0,90% successivamente
Nessuna (ricompresa nelle
commissioni di gestione)
UnicaSim
Aletti Gestielle Sgr
Prometeia
Credit Rating Agency
autorizzata Esma
Esclusione settori finanziario
e immobiliare
N.d.
250 mln
10 mln
Minibond e cambiali finanziarie
100 mln
12 mesi
N.d.
7 anni
Crescita Impresa Italia
N.d.
Bnp Paribas Investment Partners
Prometeia Spa
Advisory Board nominato
dal gestore finanziario
Compass Asset Management SA
credit rating agency autorizzata da Esma
Ampia diversificazione - costruzioni
e finanziario limitato/assente
area bb
150 mln
30 - 50 mln
Prevalentemente minibond
150 mln
massimo 12 mesi
24 mesi dal closing finale
7 anni
Bnp Paribas Bond Italia Pmi
Nessuna
Nessuna restrizione
Nessuna restrizione
250 mln
10 mln
Non prevista
Illimitata
Durata fase fundraising
10 anni
4 anni + 2 anni eventuale estensione
Illimitata
Blue Lake Italian Minibond
Durata investment period
10 anni + 3 anni
Anthilia Bond Impresa Territorio
8 anni
Antares - Azimut Private Debt
Durata massima prevista
Nome fondo
I FONDI DI PRIVATE DEBT CHE PUNTANO SULL’ITALIA
Primo Piano
3 mesi (21 ottobre 2013 - 21 gennaio 2014)
Durata fase fundraising
il primo e unico magazine italiano sugli investimenti alternativi
N.d.
10%
Massimo investimento singolo settore
Massimo investimento singolo emittente
Fonte: MondoAlternative.
15-20
N.d.
Rendimento target annuo
Numero posizioni in portafoglio
N.d.
Commissioni di advisory
Annuale
0,80%
Commissioni di gestione
Distribuzione dividendi
N.d.
Duemme Sgr
Gestore finanziario
Distributore
N.d.
13 - 15 mln
N.d.
20%
20%
20-40
Sì
In funzione dei flussi
dagli investimenti in ptf
10-15
4% - 5% al netto di tutti i costi
N.d.
N.d.
N.d.
PensPlan Invest SGR S.p.A.
10-12% netto
N.d.
1,95%
N.d.
Emisys Capital Sgr
N.d.
Prader Bank S.p.A.
6-7%
20%
30-50
Semestrale
7%
25%
30 - 40
Annuale
6% - 8%
0,35%
0,42% nell'investmente period/0,48%
nel periodo successivo all'investment
6-7%
0,8% - 1,2%
Zenit Sgr
Zenit Sgr
ADB
CRIF/Cerved
Esclusi settori non etici
CRIF: B
100 mln
5 mln
Titoli di debito emessi da
PMI non quotate (minibond)
100 mln
1,2% nell'investment period/0,9%
nel periodo successivo all'investiment
N.d.
Finanziaria Internazionale Investments SGR
Prometeia S.p.A. - MPS Capital Services
Banca per le Imprese S.p.A.
CRIF
N.d.
Modello di rating interno che si ispira
ad un'agenzia di rating tedesca
in aggiunta Cerved
Cerved
Tutti, ad eccezione dei
settori finanziario e real estate
Tutti
Tutti eccetto real estate, finanziario,
settori eticamente sensibili (armi,
tabacco, gambling, ecc.)
Sono esclusi immobiliare, allevamento,
banche, assicurazioni
e intermediari finanziari
Advisor finanziario
Agenzia di rating di riferimento
Settori industriali
B+
150 mln
Rating minimo interno equivalente a BB-
senza limiti
Non sono considerate le Microimprese
Almeno per l'80% del patrimonio del
Fondo investito in Minibond quotati e non
N.d.
150 mln
2 mln euro preferibilmente 20 mln euro
Minibond di emittenti riconducibii
esclusivamente alla Regione Trentino
Alto Adige altri titoli di debito
Debito subordinato, Debito convertibile,
Strumenti finanziari partecipativi,
Azioni privilegiate, Azioni ordinarie
(di minoranza)
10 mln
50 mln primo closing 100 mln target
150 mln
12 mesi
6 mesi dalla data di approvazione del
Regolamento o al raggiugimento di 50 mln
2 anni
5 anni
18 mesi dalla data di chiusura del
primo periodo di sottoscrizione
Il fondo intende investire rapidamente
il capitale raccolto con esclusione degli
ultimi 3 anni di vita del fondo
6 anni + 18 mesi
Fondo Progetto MiniBond Italia
7 anni
Fondo Minibond PMI Italia
10 anni
Euregio Minibond
150 mln (131 mln già raccolti)
12 mesi (scadenza Novembre 2014)
5 anni
11 anni
Emisys Development
Investment Grade
N.d.
Fatturato massimo azienda target
Rating minimo emittente
N.d.
Obbligazioni
Fatturato minimo azienda target
Strumenti di investimento utilizzati
N.d.
N.d.
Durata investment period
Target di raccolta
6 anni + 3 grace period
Duemme Fondo per le imprese
Durata massima prevista
Nome fondo
I FONDI DI PRIVATE DEBT CHE PUNTANO SULL’ITALIA
Primo Piano
7
Minibond
Strumenti di investimento utilizzati
8
maggio 2014 MondoAlternative
N.d.
Fysis Specialized Asset Management Lussemburgo
Distributore
Distribuzione dividendi
10 mln
Massimo investimento singolo emittente
Fonte: MondoAlternative.
20 mln
Massimo investimento singolo settore
30
Non previsti
Rendimento target annuo
Numero posizioni in portafoglio
N.d.
4% - 6%
Commissioni di advisory
5%
25%
ca. 100
Trimestrale
5%
N.d.
1,25% su capitale versato
Hedge Invest Sgr
Fysis Specialized Asset Management Lussemburgo
Gestore finanziario
2%
CrescItalia Holding Srl
Advisor finanziario
Commissioni di gestione
CRIF
Tutti, tranne immobiliare/costruzioni
Principalmente meccanica - manifatturiero
di qualità, aziende a forte
connotazione Made in Italy
CRIF/Cerved
Investment grade
Solo Investment grade
250 mln
7,5 mln
Senior and unsecured bond
250 mln
1 anno
2 anni
8 anni
HI CrescItalia PMI Fund
Per gli emittenti: Keystone, Mazars,
PwC. Del fondo: Koralia Advisory
Agenzia di rating di riferimento
Settori industriali
Rating minimo emittente
10 mln
100 mln
Target di raccolta
250 mln
24 mesi
Durata fase fundraising
Fatturato massimo azienda target
24 mesi
Durata investment period
Fatturato minimo azienda target
10 anni
Fysis Sicav Sif - Vesta Industrial
Durata massima prevista
Nome fondo
Non previsto
** fondo aperto
N.d.
* fondo in fase di autorizzazione
Non previsto
N.d.
127
Semestrale con riferimento
alla sola Classe "L".
Non previsto
Non previste
Classe "L" 2,00%
Classe "I" 1,10%
Banca Mediolanum
Mediolanum Gestione Fondi
e Muzinich & Co., Ltd.
Non previsto
Non prevista
Il Fondo può diversificare gli i
nvestimenti in tutti i settori merceologici.
Non previsto
Non previsto
Non previsto
30%
N.d.
N.d.
N.d.
No
N.d.
Lyxor Am
Lyxor Am
No
N.d.
N.d.
N.d.
150 mln
Il Fondo investe in misura principale in
strumenti finanziari di emittenti aventi sede in
Italia. Il Fondo investe in strumenti finanziari
di emittenti sovrani, sovranazionali e societari.
Compatibilmente con i limiti previsti dalla normativa vigente, il Fondo può investire in titoli
obbligazionari emessi da piccole e medie
imprese italiane (cosiddetti minibond).
Gli strumenti finanziari di natura obbligazionaria e monetaria possono arrivare fino al
100%, gli strumenti finanziari di natura azionaria fino al 25%. L'investimento in OICR può
essere in misura significativa ed in OICR di società collegate in misura contenuta.
L'investimento in fondi chiusi rientra nei limiti
di legge. L'investimento in depositi bancari è
in misura residuale. L'investimento principale è
in strumenti finanziari denominati in euro e in
misura contenuta in altre valute.
Non previsto
Non prevista
Non prevista
Non prevista
Mediolanum Flessibile Sviluppo Italia**
Investimento correlato a una
singola impresa <= 10% del fondo
Tra le 10 e le 12
Semestrale
8% - 10%
N.d.
1,25%
N.d.
Riello Investimenti Partners
N.d.
N.d.
Tutti tranne settore Immobiliare
N.d.
150 mln
50 mln
Minibond
Srumenti di debito 80% 100%. Equity kicker 0% 20% (no rischio equity)
30 mln
500 mln
N.d.
N.d.
7 anni
Lyxor Berica Sme Fund*
150 mln
24 mesi
3 anni
6 anni (più eventuale grace period)
Impresa Italia
I FONDI DI PRIVATE DEBT CHE PUNTANO SULL’ITALIA
Primo Piano
18 mesi
200 mln
Durata fase fundraising
Target di raccolta
il primo e unico magazine italiano sugli investimenti alternativi
N.d.
N.d.
N.d.
N.d.
N.d.
7%
n.a.
15-25
20%
7%
Advisor finanziario
Gestore finanziario
Distributore
Commissioni di gestione
Commissioni di advisory
Rendimento target annuo
Distribuzione dividendi
Numero posizioni in portafoglio
Massimo investimento singolo settore
Massimo investimento singolo emittente
Fonte: MondoAlternative.
N.d.
15%
30%
10 - 20
Annuale
15%
N.d.
N.d.
N.d.
N.d.
25
Sì
N.d.
N.d.
N.d.
Tenax Capital Ltd
Tenax Capital Ltd
RiverRock European
Capital Partners
N.d.
N.d.
N.d.
N.d.
N.d.
N.d.
N.d.
N.d.
Tutti tranne real estate
e financial institution
Tutti tranne immobiliare,
finanziario, high-tech
Agenzia di rating di riferimento
Settori industriali
N.d.
250 mln
N.d.
Bond, loan
Finanziamenti (senior, convertibili,
partecipativi, con warrant) in combinazione
con un investimento azionario,
obbligazioni (convertibili,
partecipative), azioni privilegiate
20 mln
180 mln
1 anno
3 anni
5 anni
Tenax Credit Opportunity Fund
200 mln
N.d.
N.d.
10 anni
RiverRock Italian Hybrid Capital Fund
N.d.
500 mln
Fatturato massimo azienda target
Rating minimo emittente
50 mln
Fatturato minimo azienda target
Obbligazioni
2 anni
Durata investment period
Strumenti di investimento utilizzati
7 anni
Muzinich Italian Private Debt
Durata massima prevista
Nome fondo
I FONDI DI PRIVATE DEBT CHE PUNTANO SULL’ITALIA
10% del totale sottoscritto
N.d.
N.d.
N.d.
> 8%
Nessuna
Mediamente 1% del NAV
N.d.
Wise Sgr
N.d.
Nessuna
Tutti
Non necessario
250 mln
15 mln
Obbligazioni
250 mln
Massimo 24 mesi
3 anni
7 anni
Wise Private Debt
N.d.
Non previsto
N.d.
Prevista
5% - 5,5% netto
N.d.
1% - 1,3 %
N.d.
Advam Partners Sgr
N.d.
Rating interno
Moody's RisKCalc
Tutti eccetto Immobiliare
e finanziario
Ba1
250 mln
10 mln
Obbligazioni, Cambiali finanziarie,
Obbligazioni "covered" ed altri
100 mln
N.d.
7 anni
31/12/2023
Advam 1 Corporate Bonds Italy
Primo Piano
9