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Primo Piano I fondi di debito hanno le potenzialità per diventare una fonte importante di accesso al capitale per le Pmi I risultati della prima indagine dell’Ufficio Studi di MondoAlternative sul settore del private debt italiano mostrano dei portafogli obiettivo composti in media da circa 30 posizioni di Alessandro Moise e Stefano Gaspari LA QUOTA DEI DEBITI BANCARI SUL TOTALE DEI DEBITI FINANZIARI DELLE IMPRESE Paese % debiti bancari Italia 66,5% Francia 37,0% Germania 52,7% Spagna 51,5% Regno Unito 28,5% Zona euro 50,0% Fonte: Banca d’Italia, 2013 L a modesta crescita dell’economia italiana potrebbe essere un fenomeno destinato a durare anche nel prossimo futuro. I principali problemi sono oggi legati alla strutturale debolezza della domanda interna e alla contrazione generalizzata della dinamica del credito bancario. Ma per tutte le piccole/medie imprese meritevoli si è aperta una nuova frontiera nel mercato delle obbligazioni, in grado di spezzare poco alla volta il cordone ombelicale che sinora ha legato le aziende alle banche: si tratta dei cosiddetti minibond. Per favorire l’investimento in tali strumenti finanziari sono poi stati costituiti diversi fondi di debito e, al momento, risultano già partite o in fase di raccolta 26 iniziative, tra le quali si segnala l’ultimo lancio di private debt fund da parte di Ver Capital con una dimensione target di 150 milioni di euro. Volendo fornire un’accurata fotografia del settore, l’Ufficio Studi di MondoAlternative ha condotto la sua prima indagine su 20 fondi di private debt. Caratteristiche dei fondi di private debt Per i fondi di debito le aziende target sono quelle con un fatturato compreso tra i 10 milioni (2 fondi però considerano anche le imprese con ricavi inferiori a tale cifra) e i 500 milioni di euro, mentre a livello di ammontare allocato per singolo emittente si prevede un ticket massimo d’investimento di 30 milioni di euro: i fondi solitamente non investono più del 20% del patrimonio totale raccolto su una singola operazione. I portafogli obiettivo in media sono composti da circa 30 posizioni, ma si possono spingere oltre arrivando a 100 posizioni. I private debt fund analizzati hanno obiettivi di raccolta finale compresi tra i 100 e i 500 milioni di euro, con un target di performance tra il 4% e il 15% (vedi tabella pag. 6). Il potenziale dei fondi di debito privato Rimane ora da capire quanto il mercato del private debt riuscirà a diventare una vera e propria alternativa al canale ban- cario. “Noi crediamo che i tempi siano maturi per un’innovazione nel finanziamento delle imprese italiane”, è il parere di Ersilia Molnar, marketing director di Muzinich & Co. “Il punto, per le aziende, non è fare una scelta secca tra minibond o banca, ma modulare le fonti di finanziamento secondo le finalità. A che cosa servono i soldi che si stanno chiedendo al mercato? Per investimenti strategici di medio e lungo periodo o per farla funzionare nel breve? Minibond e finanziamento bancario possono assolvere finalità complementari e quindi convivere. Detto questo, le emissioni obbligazionarie sottoscritte da fondi specializzati possono certamente diventare fonte primaria di accesso al capitale: le potenzialità ci sono”. Per Laurent Petit, portfolio manager di Lyxor Asset Management, “se il mercato arriva a strutturarsi attorno a emittenti di qualità e a degli standard sufficientemente protettivi per gli investitori (covenant, etc.), i minibond possono diventare una vera alternativa al finanziamento bancario. C’è già una vera domanda per questo tipo di strumento in Italia da parte delle piccole e medie imprese”, mentre Federico Merola, partner del fondo Impresa Italia, spiega come ”il mercato dei bond per le Pmi sia un punto d’arrivo, non un punto di partenza. Lavoriamo su tutta la struttura del passivo anche con strumenti convertibili o partecipativi e con modalità articolate, nei limiti di quanto consentito dalla legislazione nazionale. Il lavoro al fianco delle banche è fondamentale così come quello di miniera per arrivare in un prossimo futuro, e progressivamente, ad allargare la platea degli emittenti di piccole e soprattutto medie dimensioni”. “Il canale dei minibond costituirà col tempo un’alternativa al canale bancario per il finanziamento dei piani di sviluppo”, è infine l’opinione di Robert Tann, fund manager di Advam Partners Sgr. Focus sulle emissioni I minibond sono ancora strumenti poco diffusi e al momento sono una quarantina 3 il primo e unico magazine italiano sugli investimenti alternativi Primo Piano le emissioni effettuate sul segmento dedicato di Borsa Italiana ExtraMot Pro (attivo dal febbraio 2013), un numero decisamente inferiore alle aspettative degli operatori del settore: diverse aziende potenziali emittenti sono, infatti, ancora poco propense a comunicare in un’ottica di massima trasparenza. Ma cosa servirebbe oggi per dare un vero e proprio impulso al settore dei minibond? “Per decollare, il mercato ha bisogno che un certo numero di emissioni, considerevoli sia in termini di volumi (superiori a 10/15 milioni di euro) che di qualità/solvibilità, sia effettuato, al fine di attirare gli investitori verso questo nuovo segmento”, spiega Petit. Per Molnar, “è anzitutto necessario che il mercato prenda una forma compiuta attraverso l’ingresso di nuovi operatori e le prime emissioni delle imprese. Sono le condizioni per far scattare l’effetto emulazione: se un po’ d’imprese accederanno a questa soluzione di finanziamento e ne apprezzassero l’efficacia, tutto diventerebbe più facile. A quel punto si potrebbero superare le resistenze culturali di oggi. Noi crediamo che questo possa accadere. Negli Stati Uniti, fino a pochi anni fa, le imprese si finanziavano principalmente attraverso le banche, ma poi è cambiato tutto. Lo scenario europeo è cambiato: anche in Italia si sono create le condizioni per innovare nelle fonti di finanziamento”. Merola, dal canto suo, sottolinea che “il credito non bancario deve nascere e svilupparsi in Italia, come già accaduto in altri Paesi, in forma complementare al credito bancario e diversa da questo. Certamente il private debt include la sottoscrizione, anche in forma esclusiva (c.d. private placement) di obbligazioni emesse da Pmi (comprese le cambiali finanziarie), ma rappresenta un’operatività più ampia che riguarda la capacità di lavorare in forma variegata sulla struttura del passivo. Ciò detto penso che tre provvedimenti potrebbero dare impulso al settore: l’eventuale revisione del principio di riserva bancaria per assimilare i nostri fondi di debito a quelli operanti in altri regimi giuridici europei (e non), consentendo a soggetti regolati e vigilati anche forme di finanziamento diretto; il via agli investimenti istituzionali come quelli che ha annunciato la Cdp, importanti per dare fiducia e indirizzi virtuosi al mercato; infine, una fiscalità in grado di distinguere tra investimenti a breve e a medio/lungo termine (e quindi la riduzione del trattamento fiscale dei redditi derivanti dagli investimenti in fondi di private debt)”, prosegue Merola. “Sul primo punto mi preme sottolineare che dalla lettura dei giornali appare sopravvalutato il numero di Pmi che può emettere minibond, laddove il percorso che consente di arrivare a questo traguardo è graduale e va guidato da società capaci di guardare bene dentro l’azienda ed accompagnarla verso una crescita anche organizzativa. Si collega anche a questa considerazione la perplessità suscitata da un intervento diretto di Sace nel settore, dato che proprio Sace svolge in regime di monopolio il compito di assicurare l’export credit di società italiane e, tra le altre cose, ha esteso la sua operatività alla copertura del rischio di credito delle Pmi”. Concentrandoci sugli investitori, invece, come si possono superare le problematiche legate all’illiquidità dello strumento e alla scarsità delle emissioni? “I minibond sono uno strumento molto giovane, che ha bisogno ancora di un po’ di tempo per definirsi, e per riuscire ad avere liquidità, è necessario che aumentino le emissioni di qualità e quelle di taglia sufficientemente importante”, afferma Petit. “Questa liquidità, infatti, esiste già sul fronte dei minibond di taglio più grande, che sono stati rapidamente utilizzati da fondi di private equity come strumento di finanziamento ad alto rendimento per alcune operazioni di leveraged buyout italiane (che non è il motivo per cui, originariamente, è stato progettato lo strumento dei minibond). Ad ogni modo, in caso di una controparte di buona qualità e di un minibond dall’importo significativo, si prevede che la liquidità possa essere reperita facilmente: i volumi scambiati sul minibond di Tesmec, per esempio, dopo il suo lancio avvenuto in aprile, rappresentano circa il 20% dell’emissione”. “Per quanto ci riguarda, la liquidità è un problema che non sentiamo: il nostro è un fondo take and hold che investe in emissioni che intende tenere fino alla scadenza. E’ chiaro, più in generale, che la bassa liquidità potrà essere agevolmente superata con l’aumentare delle dimensioni del mercato” specifica Molnar, a cui fa eco Tann sostenendo che” a mano a mano che il numero di emissioni aumenta si svilupperà un mercato secondario. E’ dunque richiesto del tempo perché si sviluppi la liquidità”. “L’illiquidità dei minibond, per il momento è di difficile soluzione per cui è necessario che questi siano, coerentemente, sottoscritti da fondi chiusi”, aggiunge Merola. “Col tempo forse si potrà creare un piccolo mercato anche di questo strumento ma nel breve non credo 4 maggio 2014 MondoAlternative sia possibile. Proprio per cercare di accelerare questo processo abbiamo previsto la possibilità di coinvestimento con gli investitori sottoscrittori, che guidati dalla società potrebbero entrare in confidenza con lo strumento e il suo mercato. Le imprese eleggibili per emissioni di minibond sono però meno di quelle che si dice abitualmente sulla base di dati generali di varia provenienza: il private debt è un lavoro di miniera che serve per portare progressivamente sul mercato imprese che hanno i presupposti economici per fare questo passo ma non ancora la capacità tecnica e la possibilità dimensionale. Per questo ritengo che sia un mestiere naturalmente riservato alle società di private equity”, afferma Merola. Ruolo delle garanzie Per favorire l’investimento dei fondi di private debt è importante introdurre dei sistemi di garanzia che mitighino il rischio degli operatori economici coinvolti. Di questo parere ne è convinto Merola: “Il fronte delle garanzie è molto importante e ogni ulteriore allargamento e articolazione è benvenuta e può favorire l’operatività del private debt. Si deve però lavorare anche su quanto già teoricamente disponibile ovvero le garanzie dei confidi e della Sace. I primi si devono riformare per diventare più affidabili, solidi e competitivi. Anche perchè il fondo nazionale di garanzia è ora accessibile direttamente dai fondi di debito. Sulla Sace pesa invece l’elevato costo e l’imbarazzo di un’iniziativa in competizione con il mercato. Bisognerà fare chiarezza sul punto”. “La creazione di un fondo di garanzia per le Pmi per favorire l'investimento dei fondi pensione e delle Casse di previdenza potrebbe aiutare a rassicurare gli investitori, che per certi aspetti possono esitare a investire nelle Pmi, controparti necessariamente più rischiose delle grandi società”, dice Petit. “Ma è importante che questi fondi di garanzia, in caso siano effettivamente lanciati, siano disponibili, con criteri di eleggibilità ben definiti, per tutti gli emittenti o tutti i fondi di minibond e non siano riservati soltanto ad alcuni”. “La nascita di fondi centrali di garanzia è allo studio e sarebbe certamente utile, ma per creare un mercato servono prima di tutto operatori professionali e numerosi fondi specializzati”, afferma Molnar, mentre per Tann “è necessario lo sviluppo di un sistema di garanzie a supporto delle emissioni delle imprese medie e servono incentivi per alcuni investitori istituzionali relativamente ai requisiti regolamentari che normano gli investimenti”. Focus su Minibond Obbligazioni, cambiali finanziarie e altri strumenti di debito emessi da PMI italiane 200 mln Titoli di debito: minibond, obbl. convertibili, etc Target di raccolta 6 maggio 2014 MondoAlternative N.d. N.d. N.d. 7-8% Distributore Commissioni di gestione Commissioni di advisory Rendimento target annuo N.d. 10% Massimo investimento singolo settore Massimo investimento singolo emittente Fonte: MondoAlternative. N.d. Numero posizioni in portafoglio Dal secondo anno N.d. Gestore finanziario Distribuzione dividendi N.d. In via di definizione Tutti con esclusione settore finanziario, real estate e industrie non etiche Advisor finanziario Agenzia di rating di riferimento Settori industriali Investment grade 200 mln Fatturato massimo azienda target Rating minimo emittente 10 mln Fatturato minimo azienda target Strumenti di investimento utilizzati 100 mln 200 mln 24 mesi 10% 20% 20 - 30 Sì 7% - 9% N.d. 1,05% N.d. Anthilia Capital Partners Sgr N.d. CRIF Tutti, esclusi: pornografia, immobiliare, case da gioco e/o attività equivalenti (anche online), produzione e commercio di armi B+ 200 mln 10 mln max 2 anni Nessuna restrizione Nessuna restrizione 25-50 Nessuna Mid to high single digit Variabile 1,40% Nessuno 15 mln ca 20% 25-40 Annuale btp 4 anni + 150/200 bp (netto per l'investitore) 10% N.d. 20-30 Annuale 6% circa N.d. 0,65% 1,00% nell'investment period, 0,90% successivamente Nessuna (ricompresa nelle commissioni di gestione) UnicaSim Aletti Gestielle Sgr Prometeia Credit Rating Agency autorizzata Esma Esclusione settori finanziario e immobiliare N.d. 250 mln 10 mln Minibond e cambiali finanziarie 100 mln 12 mesi N.d. 7 anni Crescita Impresa Italia N.d. Bnp Paribas Investment Partners Prometeia Spa Advisory Board nominato dal gestore finanziario Compass Asset Management SA credit rating agency autorizzata da Esma Ampia diversificazione - costruzioni e finanziario limitato/assente area bb 150 mln 30 - 50 mln Prevalentemente minibond 150 mln massimo 12 mesi 24 mesi dal closing finale 7 anni Bnp Paribas Bond Italia Pmi Nessuna Nessuna restrizione Nessuna restrizione 250 mln 10 mln Non prevista Illimitata Durata fase fundraising 10 anni 4 anni + 2 anni eventuale estensione Illimitata Blue Lake Italian Minibond Durata investment period 10 anni + 3 anni Anthilia Bond Impresa Territorio 8 anni Antares - Azimut Private Debt Durata massima prevista Nome fondo I FONDI DI PRIVATE DEBT CHE PUNTANO SULL’ITALIA Primo Piano 3 mesi (21 ottobre 2013 - 21 gennaio 2014) Durata fase fundraising il primo e unico magazine italiano sugli investimenti alternativi N.d. 10% Massimo investimento singolo settore Massimo investimento singolo emittente Fonte: MondoAlternative. 15-20 N.d. Rendimento target annuo Numero posizioni in portafoglio N.d. Commissioni di advisory Annuale 0,80% Commissioni di gestione Distribuzione dividendi N.d. Duemme Sgr Gestore finanziario Distributore N.d. 13 - 15 mln N.d. 20% 20% 20-40 Sì In funzione dei flussi dagli investimenti in ptf 10-15 4% - 5% al netto di tutti i costi N.d. N.d. N.d. PensPlan Invest SGR S.p.A. 10-12% netto N.d. 1,95% N.d. Emisys Capital Sgr N.d. Prader Bank S.p.A. 6-7% 20% 30-50 Semestrale 7% 25% 30 - 40 Annuale 6% - 8% 0,35% 0,42% nell'investmente period/0,48% nel periodo successivo all'investment 6-7% 0,8% - 1,2% Zenit Sgr Zenit Sgr ADB CRIF/Cerved Esclusi settori non etici CRIF: B 100 mln 5 mln Titoli di debito emessi da PMI non quotate (minibond) 100 mln 1,2% nell'investment period/0,9% nel periodo successivo all'investiment N.d. Finanziaria Internazionale Investments SGR Prometeia S.p.A. - MPS Capital Services Banca per le Imprese S.p.A. CRIF N.d. Modello di rating interno che si ispira ad un'agenzia di rating tedesca in aggiunta Cerved Cerved Tutti, ad eccezione dei settori finanziario e real estate Tutti Tutti eccetto real estate, finanziario, settori eticamente sensibili (armi, tabacco, gambling, ecc.) Sono esclusi immobiliare, allevamento, banche, assicurazioni e intermediari finanziari Advisor finanziario Agenzia di rating di riferimento Settori industriali B+ 150 mln Rating minimo interno equivalente a BB- senza limiti Non sono considerate le Microimprese Almeno per l'80% del patrimonio del Fondo investito in Minibond quotati e non N.d. 150 mln 2 mln euro preferibilmente 20 mln euro Minibond di emittenti riconducibii esclusivamente alla Regione Trentino Alto Adige altri titoli di debito Debito subordinato, Debito convertibile, Strumenti finanziari partecipativi, Azioni privilegiate, Azioni ordinarie (di minoranza) 10 mln 50 mln primo closing 100 mln target 150 mln 12 mesi 6 mesi dalla data di approvazione del Regolamento o al raggiugimento di 50 mln 2 anni 5 anni 18 mesi dalla data di chiusura del primo periodo di sottoscrizione Il fondo intende investire rapidamente il capitale raccolto con esclusione degli ultimi 3 anni di vita del fondo 6 anni + 18 mesi Fondo Progetto MiniBond Italia 7 anni Fondo Minibond PMI Italia 10 anni Euregio Minibond 150 mln (131 mln già raccolti) 12 mesi (scadenza Novembre 2014) 5 anni 11 anni Emisys Development Investment Grade N.d. Fatturato massimo azienda target Rating minimo emittente N.d. Obbligazioni Fatturato minimo azienda target Strumenti di investimento utilizzati N.d. N.d. Durata investment period Target di raccolta 6 anni + 3 grace period Duemme Fondo per le imprese Durata massima prevista Nome fondo I FONDI DI PRIVATE DEBT CHE PUNTANO SULL’ITALIA Primo Piano 7 Minibond Strumenti di investimento utilizzati 8 maggio 2014 MondoAlternative N.d. Fysis Specialized Asset Management Lussemburgo Distributore Distribuzione dividendi 10 mln Massimo investimento singolo emittente Fonte: MondoAlternative. 20 mln Massimo investimento singolo settore 30 Non previsti Rendimento target annuo Numero posizioni in portafoglio N.d. 4% - 6% Commissioni di advisory 5% 25% ca. 100 Trimestrale 5% N.d. 1,25% su capitale versato Hedge Invest Sgr Fysis Specialized Asset Management Lussemburgo Gestore finanziario 2% CrescItalia Holding Srl Advisor finanziario Commissioni di gestione CRIF Tutti, tranne immobiliare/costruzioni Principalmente meccanica - manifatturiero di qualità, aziende a forte connotazione Made in Italy CRIF/Cerved Investment grade Solo Investment grade 250 mln 7,5 mln Senior and unsecured bond 250 mln 1 anno 2 anni 8 anni HI CrescItalia PMI Fund Per gli emittenti: Keystone, Mazars, PwC. Del fondo: Koralia Advisory Agenzia di rating di riferimento Settori industriali Rating minimo emittente 10 mln 100 mln Target di raccolta 250 mln 24 mesi Durata fase fundraising Fatturato massimo azienda target 24 mesi Durata investment period Fatturato minimo azienda target 10 anni Fysis Sicav Sif - Vesta Industrial Durata massima prevista Nome fondo Non previsto ** fondo aperto N.d. * fondo in fase di autorizzazione Non previsto N.d. 127 Semestrale con riferimento alla sola Classe "L". Non previsto Non previste Classe "L" 2,00% Classe "I" 1,10% Banca Mediolanum Mediolanum Gestione Fondi e Muzinich & Co., Ltd. Non previsto Non prevista Il Fondo può diversificare gli i nvestimenti in tutti i settori merceologici. Non previsto Non previsto Non previsto 30% N.d. N.d. N.d. No N.d. Lyxor Am Lyxor Am No N.d. N.d. N.d. 150 mln Il Fondo investe in misura principale in strumenti finanziari di emittenti aventi sede in Italia. Il Fondo investe in strumenti finanziari di emittenti sovrani, sovranazionali e societari. Compatibilmente con i limiti previsti dalla normativa vigente, il Fondo può investire in titoli obbligazionari emessi da piccole e medie imprese italiane (cosiddetti minibond). Gli strumenti finanziari di natura obbligazionaria e monetaria possono arrivare fino al 100%, gli strumenti finanziari di natura azionaria fino al 25%. L'investimento in OICR può essere in misura significativa ed in OICR di società collegate in misura contenuta. L'investimento in fondi chiusi rientra nei limiti di legge. L'investimento in depositi bancari è in misura residuale. L'investimento principale è in strumenti finanziari denominati in euro e in misura contenuta in altre valute. Non previsto Non prevista Non prevista Non prevista Mediolanum Flessibile Sviluppo Italia** Investimento correlato a una singola impresa <= 10% del fondo Tra le 10 e le 12 Semestrale 8% - 10% N.d. 1,25% N.d. Riello Investimenti Partners N.d. N.d. Tutti tranne settore Immobiliare N.d. 150 mln 50 mln Minibond Srumenti di debito 80% 100%. Equity kicker 0% 20% (no rischio equity) 30 mln 500 mln N.d. N.d. 7 anni Lyxor Berica Sme Fund* 150 mln 24 mesi 3 anni 6 anni (più eventuale grace period) Impresa Italia I FONDI DI PRIVATE DEBT CHE PUNTANO SULL’ITALIA Primo Piano 18 mesi 200 mln Durata fase fundraising Target di raccolta il primo e unico magazine italiano sugli investimenti alternativi N.d. N.d. N.d. N.d. N.d. 7% n.a. 15-25 20% 7% Advisor finanziario Gestore finanziario Distributore Commissioni di gestione Commissioni di advisory Rendimento target annuo Distribuzione dividendi Numero posizioni in portafoglio Massimo investimento singolo settore Massimo investimento singolo emittente Fonte: MondoAlternative. N.d. 15% 30% 10 - 20 Annuale 15% N.d. N.d. N.d. N.d. 25 Sì N.d. N.d. N.d. Tenax Capital Ltd Tenax Capital Ltd RiverRock European Capital Partners N.d. N.d. N.d. N.d. N.d. N.d. N.d. N.d. Tutti tranne real estate e financial institution Tutti tranne immobiliare, finanziario, high-tech Agenzia di rating di riferimento Settori industriali N.d. 250 mln N.d. Bond, loan Finanziamenti (senior, convertibili, partecipativi, con warrant) in combinazione con un investimento azionario, obbligazioni (convertibili, partecipative), azioni privilegiate 20 mln 180 mln 1 anno 3 anni 5 anni Tenax Credit Opportunity Fund 200 mln N.d. N.d. 10 anni RiverRock Italian Hybrid Capital Fund N.d. 500 mln Fatturato massimo azienda target Rating minimo emittente 50 mln Fatturato minimo azienda target Obbligazioni 2 anni Durata investment period Strumenti di investimento utilizzati 7 anni Muzinich Italian Private Debt Durata massima prevista Nome fondo I FONDI DI PRIVATE DEBT CHE PUNTANO SULL’ITALIA 10% del totale sottoscritto N.d. N.d. N.d. > 8% Nessuna Mediamente 1% del NAV N.d. Wise Sgr N.d. Nessuna Tutti Non necessario 250 mln 15 mln Obbligazioni 250 mln Massimo 24 mesi 3 anni 7 anni Wise Private Debt N.d. Non previsto N.d. Prevista 5% - 5,5% netto N.d. 1% - 1,3 % N.d. Advam Partners Sgr N.d. Rating interno Moody's RisKCalc Tutti eccetto Immobiliare e finanziario Ba1 250 mln 10 mln Obbligazioni, Cambiali finanziarie, Obbligazioni "covered" ed altri 100 mln N.d. 7 anni 31/12/2023 Advam 1 Corporate Bonds Italy Primo Piano 9