I buffi ritratti di Arcimboldo

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I buffi ritratti di Arcimboldo
Che artista Matisse!
Esposizione-gioco interattiva
ideata da Sylvie Girardet e Norbert Journo
DOSSIER PEDAGOGICO
“Evviva la pittura!”, scrive Matisse. In questa frase c’è tutto l’artista:
la pittura è la sua vita, la sua passione.
I quadri presentati nel percorso permettono ai bambini di scoprire questo pittore
dei colori, le sue tele armoniose e il suo universo fresco, tranquillo ma ricco di vita.
il Museo in erba
Piazza G. Buffi 8, 6500 Bellinzona – Svizzera.
Tel. + 41 91 835 52 54
La vita di Matisse
L’esordio
Henri Matisse nasce il 31 dicembre 1869 nel nord della Francia a Cateau-Cambrésis. Dopo gli studi di diritto fa
pratica come notaio a Saint Quentin. A 21 anni un’operazione di appendicite lo costringe a letto per un anno
intero. Sua mamma gli regala una scatola di colori ed è la rivelazione. La vita di Matisse diventerà un’altra. Se
nulla sembrava portarlo verso la pittura, ecco che ormai si dedicherà alla pittura per tutta la vita. Non appena le
sue condizioni di salute glielo permettono, abbandona il diritto e parte per Parigi. Segue dei corsi all’Académie
Julian poi frequenta l’atelier di Gustave Moreau dove incontra i pittori Georges Rouault e Albert Marquet. Scopre
l’impressionismo, ma è influenzato soprattutto da Van Gogh, Gauguin e Cézanne. Sin dai suoi primi quadri si nota
l’impiego personale della linea, del colore, dei motivi decorativi e una grande semplicità delle forme. Ama
soprattutto giocare con i colori, i contrasti e le zone d’ombra.
Nel 1898 si sposa con Amélie che apre un negozio di moda per far vivere lui e i loro tre figli: Margherite nata nel
1894 da una precedente unione, Jean nato nel 1899 e Pierre nato nel 1900. Matisse desidera esprimere le sue
emozioni e pensa a come realizzarlo praticamente. Nel 1904 trascorre l’estate a Saint Tropez con il pittore Signac
di cui adotterà la tecnica puntinista per il suo dipinto Lusso, calma e voluttà. I colori lussureggianti e la luce forte
del Sud provocano in lui una sorta di choc e lo stimolano a utilizzare ancora più colori.
Il trionfo del colore
Nel 1905, cambia la tecnica ed espone diverse opere al Salon d’Automne al Grand Palais di Parigi accanto ai suoi
amici Vlaminck e Derain. Essi adottano un nuovo concetto di luce che consiste nel negare l’ombra e nell’utilizzare
colori puri e violenti stesi in aplat. Il critico Louis Vauxcelles li chiama i “fauves”. Il quadro di Matisse Donna con il
cappello provoca uno scandalo e l’artista diventa, suo malgrado, uno dei maggiori esponenti del fauvismo. Da
questo momento non cesserà di esporre e vendere le sue tele.
Il quadro La gioia di vivere segna il vero esordio della sua arte più personale. Si libera da tutte le lezioni ricevute e
inventa il suo stile proprio: fa “cantare i colori”. La sensualità che utilizza per dipingere le donne fa intimamente
parte della sua creazione. I personaggi volteggiano in un girotondo che esalta il colore. Le sue composizioni sono
sempre più luminose, il colore organizza lo spazio. Abbandona la prospettiva per utilizzare la stesura in aplat dei
colori in grandi superfici, le linee nere e i motivi decorativi come nel quadro La Desserte Rouge.
Nel 1909, il collezionista russo Chtchoukine gli commissiona due opere: La Danza e La Musica. Per il quadro La
Danza Matisse è andato a vedere delle farandole ed è riuscito a cogliere ciò che gli sembrava intraducibile: il
movimento. La forma dei personaggi è semplificata all’estremo: essi si stagliano su un fondo blu-verde quasi
unito. Questo successo gli permette di installarsi a Issy les Moulineaux dove acquista una casa e costruisce un
atelier da dove usciranno molti dei suoi capolavori.
Dal 1906 Matisse viaggia: va in Algeria, in Italia, in Germania, in Marocco. Parte spesso per dei mesi interi per
scoprire nuovi paesaggi, nuove culture e anche per incontrare artisti e collezionisti.
Il dopoguerra
Dopo la prima guerra mondiale si stabilisce a Nizza: considera la Costa Azzurra una sorta di paradiso. Le sue opere
riflettono l’atmosfera intimista che regna intorno a lui. Fino alla fine degli anni ’20 lavora quasi esclusivamente sul
corpo femminile. La luce assicura l’armonia delle composizioni in cui si mescolano contrasti di colore ed
esuberanza dei motivi. Anche il tema della finestra è molto presente nelle sue opere.
Nel 1930 va a Tahiti passando da New York, città che lo incanta. Il dottor Barnes, ricco collezionista americano, gli
ordina tre pannelli decorativi per la Fondation de Mérion su un tema che Matisse ben conosce: la danza.
Le carte ritagliate
Nel 1941, Matisse è operato per un tumore dal quale guarirà miracolosamente. Non può più viaggiare e si
stabilisce definitivamente in Costa Azzurra. Immobilizzato, continua comunque a creare: lavora sdraiato o seduto e
si serve di un bastone per disegnare sulle pareti. Inventa un modo nuovo di dipingere e sviluppa la tecnica delle
tempere ritagliate, tecnica che fino allora ha utilizzato per gli studi preparatori. Scambia i suoi pennelli per un paio
di forbici e ritaglia carte colorate per creare nuove opere. Utilizza questa tecnica per la serie Jazz. Il libro,
pubblicato nel 1947 da Matisse in collaborazione con l’editore greco Triade, contiene venti tavole a colori e dei
testi. Palme, foglie, fiori e stelle animano lo spazio e simboleggiano il movimento e la vita.
Gli ultimi anni
Matisse è al culmine della sua gloria. Espone nelle maggiori capitali. Nel 1949 suor Jacques-Marie, che fu
infermiera e modella di Matisse, gli chiede di creare delle vetrate per la Cappella del Rosario a Vence. Matisse
considera questa sua opera come un capolavoro. La cappella è inaugurata nel 1951.
Nel 1952 s’inaugura il Museo Matisse a Cateau-Cambrésis, sua città natale. Nel 1954 l’artista muore a Nizza a 84
anni. È sepolto nel cimitero di Cimiez.
Le opere presentate nell’esposizione
Autoritratto, Musée Matisse, Cateau-Cambrésis
Dietro ai suoi occhiali Matisse osserva attentamente il mondo che lo circonda e cerca di farlo suo. Nelle sue tele,
non desidera riprodurre la realtà, ma piuttosto le emozioni che suscitano in lui un tavolo o un mazzo di fiori.
La famiglia del pittore, 1912, Museo l’Ermitage, San Pietroburgo
Matisse dipinge spesso i membri della sua famiglia circondati da oggetti familiari nella loro casa di Parigi e poi
nell’atelier di Issy les Moulineaux: però li sottomette alla composizione delle sue tele. Così Jean e Pierre, i suoi figli
si ritrovano a essere fratelli gemelli con i vestiti rossi. La figlia Margherite e sua moglie si assomigliano e sono alte
uguali. La realtà non è importante!
I pesci rossi, 1911, Museum of Modern Art, New York
Il tema dei pesci rossi ha un posto importante nell’opera di Matisse, come le finestre o il suo atelier: questi temi si
ritrovano tutti riuniti in questo quadro. Per alcuni, i pesci, protetti nel loro acquario, simbolizzano l’artista nel suo
studio che è allo stesso tempo spettatore del mondo e protetto da questo. Altri vedono i pesci come una metafora
della pittura, oggetto della contemplazione dell’artista.
In questo quadro è rappresentata una scultura di Matisse, Nudo sdraiato II. Si ritrova in numerose tele: il suo
colore rosa ocra evoca la terracotta e la carnagione di un corpo. Questa figura a metà fra essere vivente e scultura
guarda i pesci rossi.
Interno con melanzane, 1911, Museo di Grenoble
Nel suo atelier Matisse ricrea gli ambienti confortevoli che ama. I tessuti e i tappeti si sovrappongono con diversi
tipi di motivi e arabeschi. Ama anche dipingere gli specchi. Grazie agli specchi, infatti, l’artista si trova sempre
dietro rispetto al suo modello. Le tappezzerie e i tessuti vi si riflettono e danno l’illusione di un caleidoscopio.
Odalisca con i pantaloni rossi, 1922, Musée de l’Orangerie, Parigi
Matisse dipinge odalische per sei anni. È affascinato dal corpo delle donne con le loro curve, le loro rotondità, i
loro misteri. In un angolo del suo studio ha allestito uno sfondo orientale: paravento moresco, tendaggi arabi,
oggetti portati dal Marocco. Nonostante il realismo apparente, ciò che interessa Matisse è di far risaltare le forme
sensuali delle modelle su una scenografia teatrale. Le odalische appaiono, infatti, come un motivo decorativo,
proprio come lo scenario che le circonda.
La dama in blu, 1937, Philadelphia Museum of Art
Matisse ha ereditato la passione per i tessuti da suo padre, un tempo commesso in un negozio di tessili. Ha a
disposizione un ricco guardaroba per le sue modelle. A volte l’abito, più che la persona, è il soggetto del quadro.
Sul muro, dietro alla dama con il vestito blu, si vedono dei disegni di Matisse.
Icaro, tavola VIII, 1947, Holstebro Museum, Danemark
Icaro appartiene a una seria di collages realizzati fra il 1943 e il 1946 per Jazz, libro scritto e realizzato da Matisse.
Vi annota le sue riflessioni accumulate durante tutta la sua carriera di pittore ed evoca sottilmente, ma alla rinfusa,
i viaggi in aereo, le lagune, la musica, i fiori … I suoi testi accompagnano le “ immagini dai toni vivi, violenti, nate
dalla cristallizzazione di ricordi del circo, di racconti popolari e di viaggi ”. Matisse lavora di getto, come un
musicista che improvvisa un’opera ricca di ritmo e vitalità.
Finestra con tenda egizia, 1948, The Phillips Collection, Washington
Natura morta con i melograni, 1947, Museo Matisse, Nizza - Cimiez
La finestra è una costante nell’opera di Matisse. Ama dipingere nell’intimità della casa, ma non resta insensibile a
ciò che succede all’esterno. Anzi, dalla finestra la luce dell’esterno si riversa all’interno dando così allo spettatore
l’impressione di essere allo stesso tempo dentro e fuori.
Tristezza del re, 1952, Centre Pompidou, Parigi
Questo quadro è l’ultimo grande sforzo pittorico dell’artista realizzato con carte colorate e ritagliate. Matisse si
rappresenta con una forma nera e la chitarra, al centro del quadro, in mezzo a ciò che ha sempre amato: la
Musica, la Danza, i Colori … la Gioia.
Nudo Blu III, 1952, Centre Pompidou, Parigi
Per creare queste “silhouettes”, Matisse ritaglia delle forme da grandi fogli che prima ha dipinto e poi le assembla
per realizzare un’immagine. Lavora direttamente con il colore come uno scultore lavora la pietra per far nascere la
forma. Il colore è ridotto al minimo: una stesura in aplat di una tinta unica. Anche se s’ispira alla realtà quello che
gli interessa in questo caso è la forma.
Questa donna blu, per la sua semplicità, fa pensare a talune figure antiche. Non c’è alcun dettaglio né modello, ciò
che domina è la grazia del gesto e della postura.
Matisse disegna
Immobilizzato dopo la sua operazione, nel 1941, Matisse continua il suo lavoro con ardore: utilizza un bastone per
disegnare sul muro della sua camera a Nizza.
L’Albero della Vita, 1949, vetrata della Chapelle du Rosaire, Vence
Suor Jacques-Marie chiede a Matisse di creare le vetrate e l’arredamento liturgico della Cappella del Rosario di
Vence. Le vetrate blu, verdi e gialle giocano con la luce e conferiscono alla cappella un’impressione di grandezza
nonostante le sue piccole dimensioni. La Cappella di Vence è una sintesi perfetta della sua arte del disegno, del
colore e della luce.
ATELIER: NOVITÀ, DESCRIZIONE DELLE TECNICHE
 Un paesaggio alla finestra
Interni ed esterni che si uniscono con insolite cornici di finestre.
(Tecnica: pastello o matita colorata, tempera, composizione / ev. ritaglio e collage.)
 Danza della gioia. Lavoro individuale, composizione finale di gruppo. SE
Ogni bambino dipinge una carta colorata; disegna e ritaglia una silhouette e alcuni motivi decorativi. In un
momento comune i pezzi sono assemblati in una danza su un grande foglio che potrà decorare una parete della
scuola. (Tecnica: tempera, disegno, ritaglio, composizione.)
 Pesci nei fiori
Una vasca di pesciolini rossi in un prato colorato di fiori. Questo laboratorio desidera attirare l’attenzione del
bambino, in modo divertente, sull’uso degli strumenti e dei colori. Le indicazioni tecniche saranno sperimentate
nella creazione dei fiori. (Tecnica: tempera, strumenti pittorici diversi, giochi con colori, pennellate, tratteggi …)
 Energia del colore (movimento, emozioni e colori: NOVITÀ)
Primo momento: Esperienze di movimento e di esplorazioni corporee, giocando con magiche energie cromatiche.
Secondo momento: di che colore sono le mie emozioni? I bambini sono invitati a colorare un prato e un cielo.
(Svolgimento: 1. movimento, ascolto; 2. tecnica: tempera e nozioni di mescolanze dei colori.)
Catalogo: S. Girardet – N. Salas, Che artista Matisse!, Il Museo in erba – Salvioni Edizioni, 2008.
NOVITÀ! IL MUSEO DIDATTICO INCONTRA LA DIDATTICA MUSEALE.
COLLABORAZIONE CON IL MUSEO CIVICO VILLA DEI CEDRI.
Una “prima” assoluta è il dialogo fra l’esposizione interattiva “Che artista Matisse!” e la mostra “L’albero della
gioia” allestita nelle sale di Villa dei Cedri a Bellinzona. I giovani visitatori, e non solo, avranno la possibilità di
confrontarsi con opere originali sperimentando le chiavi di lettura apprese giocando. Il ruolo del museo didattico
acquista così pienamente il suo significato di spazio formativo, dove libertà e abilità cognitive possono esprimersi
nel massimo rispetto del bambino.
L’esposizione "L'albero della gioia”, dedicata ai temi cari all’artista francese - gioia, danza, luce e colore - propone
una scelta di opere della collezione che nasce dal dialogo fra l´artista Mariarosa Mutti e la storica dell’arte Carole
Haensler Huguet, conservatrice del Museo. Le cinque sale del piano terreno del museo diventano rami di un albero
che crescono in cinque direzioni e da cui nascono fiori e frutti sotto forma di opere d’arte. L’allestimento è quindi
stato pensato partendo dal punto di vista dei bambini con altezze modificate, associazioni originali legate a
tematiche di lettura e di sperimentazione come l’orientamento, la percezione delle misure in relazione al proprio
corpo, la montagna e l’albero come simboli. Mariarosa Mutti guiderà le classi in un incontro-percorso interattivo.
IL MIO
PRIMO LIBRO DELL’ARTE
- LE
TECNICHE ARTISTICHE
Il Museo in erba, dopo la bellissima esperienza della scorsa stagione accolta con grande slancio e interesse da
bambini e docenti, ripropone “Il mio primo libro dell’arte”, una possibilità concreta per avvicinarsi in modo
originale e avvincente al mondo dell’arte. La continuità in classe ha rafforzato nozioni su stili, tecniche, correnti
artistiche, pittori, in modo del tutto naturale. Al termine del progetto i bambini sono stati in grado di individuare
pittori differenti, tratti distintivi svolgendo comparazioni tra l’uno e l’altro.
I docenti hanno la possibilità durante tutto l’arco dell’anno, secondo le rispettive esigenze, di aderire al progetto
educativo sulle tecniche artistiche, svolgerlo in un periodo breve o prolungarlo. Tra le proposte: Hendrick
Avercamp, leggerezza e velature attraverso l’acquerello; Andrè Derain, la tempera e l’uso dei colori
complementari; Gustav Klimt, la grafica per creare texture; Giacomo Balla, velocità e movimento con il pastello a
olio; Amedeo Modigliani, l’uso del collage per l’autoritratto; Andy Warhol, matite colorate per effetti pop.
Condizione di partecipazione: la visita a una delle due mostre proposte al Museo in erba durante la stagione
2015/2016. Il testo ”aperto”, (l’impostazione data prevede, infatti, di continuare ad arricchire il libro in modo
personale) mette al centro bambini e ragazzi, per sensibilizzarli alla cultura, aiutarli ad affrontare in modo
divertente e appassionante il mondo dell’arte, dar sfogo alla propria creatività. Per i dettagli si invitano i docenti
interessati a prendere direttamente contatto con la responsabile Emanuela Bergantino 079 446 04 07.
Il Museo in erba in classe
Perché non approfondire durante l’anno scolastico le scoperte fatte al Museo in erba? Dopo la visita, un’animatrice
verrà in classe e proporrà nuove attività ai bambini che voi svilupperete autonomamente.
Con il contributo di: Repubblica e Cantone Ticino–Fondo SWISSLOS, Dicastero Cultura, Bellinzona,
Fondazione Lucchini, La RegioneTicino, Ticino Turismo, Organizzazione Turistica Regionale (OTR)
Bellinzonese e Alto Ticino, uessearte.
© Il Museo in erba, Bellinzona - Le Musée en Herbe, Paris, 2015.