Dio parla - Rotary club Palazzolo Acreide Valle dell`Anapo

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Dio parla - Rotary club Palazzolo Acreide Valle dell`Anapo
DIO PARLA
INTRODUZIONE:
Quante volte ci siamo sentiti dire che è importante mettersi all’ascolto della parola di Dio , anche
nella liturgia sentiamo sempre alla fine di ogni lettura: Parola di Dio. La nostra esperienza, di tanti
anni, ci dice che siamo convinti del silenzio di Dio, della lontananza di Dio. Anche la Bibbia ci
trasmette questa esperienza vissuta dall’uomo che viveva come viviamo noi oggi, e come noi si
lamentava e si poneva tanti perché: ( perché accadono certe cose),( perché Dio non interviene),
(dov’è Dio), ( perché Dio non parla). Non sprechiamo energie per trovare risposte ai nostri perché
e ai silenzi di Dio, chiediamoci invece: “ come parla Dio”, “ quando parla”, “perché parla” e
noi uomini come :” Dobbiamo porci di fronte a questa parola”.
COME PARLA DIO ; ( Is. 55 , 9-11)
L’ascolto di questo brano ci permette di capire che Dio non parla con parole o frasi, ma si manifesta
con degli avvenimenti. Per questo si dice che la parola è come l’acqua , la neve e nel N.T. come il
seme. Quindi Dio si fa presente nella storia che circonda l’uomo, facendo intervenire anche
elementi della natura che accompagnano l’uomo nella sua storia.
Dio usa il tempo: le ore, i giorni, i mesi, gli anni e noi in questo tempo possiamo fare l’esperienza di
Dio, cosi a poco a poco scopriamo la parola e così matura la nostra spiritualità, e lentamente si
arriva a formulare e a scrivere la nostra esperienza e riconoscervi nel suo interno le tracce, le orme,
di Dio. Ecco come lo Spirito ha ispirato le scritture.
La parola ascoltata esprime la lenta entrata di Dio nella storia dell’uomo di ogni singolo uomo.
Inoltre Dio (parola che è nell’avvenimento) diventa azione, perché vuole essere efficiente, dinamica
per portare frutti e cambiare le cose .In questa parola c’è un messaggio efficace: che chiama, che
opera. E se questa parola è accolta non ci lascia come ci ha trovati. La lettera agli( Ebrei 1,1-3)
contiene versetti pieni di significato, analizziamoli:
- Dio ha parlato: Si tratta di una iniziativa di Dio, ha voluto farsi conoscere, comunicando
con l’uomo ;
- Molte volte e in diversi modi :Sono tutti gli avvenimenti; le parole, i sogni, le visioni,le
azioni di cui è piena la Bibbia ;
- Nei tempi antichi ai Padri: c’è proprio una storia passata della parola di Dio …e tutto ha
avuto continuità e compimento in Cristo –Uomo, (L’uomo Dio);
- Per mezzo dei profeti:Vi sono stati dei mediatori. Lo spirito li ha resi capaci di comunicare
la parola di Dio;
- Ultimamente in questi giorni: Si riferisce a quelli nostri gli attuali o contemporanei che
viviamo illuminati da un faro che è Cristo;
- A noi : Si riferisce alla chiamata all’ascolto, alla risposta che dobbiamo dare, bisogna che
prendiamo posizioni dentro di noi;
- Per mezzo del figlio: Ecco l’epilogo dopo tutti i profeti del V.T. è venuta la parola
definitiva, il Cristo.
Quindi Dio ha parlato con gli avvenimenti attraverso l’esperienza degli uomini stessi ma
soprattutto tutto ha avuto compimento in Cristo , che è venuto a presentarci la misericordia, la
tenerezza, la speranza, e in particolare ” l’amore “ del Padre che è in lui, in uno dei vangeli
leggiamo: Padre ti ringrazio perché me li hai affidati, Io sono in loro, come tu sei in me ,ed essi
sono in me come io in te.
PERCHE’ DIO PARLA : (1Gv.1,1-4), (1Tess.2,13), (1Cor. 2,1-5)
Se fossimo dei filosofi o degli studiosi, potremmo cominciare con molte parole che sicuramente
risulterebbero superflue. Invece facciamo uso della parola (1Gv.1,1-4).lettura. La parola è stata
chiara e forte, chi vuole essere sordo rimanga tale, ma chi la accoglie la sua vita sarà cambiata.
Il Cristo è chiamato il “verbo “, si parla di vita eterna e di comunione ora possiamo affermare
che Dio ha parlato affinché noi conoscessimo il Cristo e potessimo vivere in lui e con lui e “la vita
eterna” non è il paradiso ma è il Cristo stesso dono del padre perchè vivessimo la sua somiglianza .
Dio ha parlato perché noi potessimo diventare Cristo.
Badate Dio non ha parlato per comunicarci: delle verità, delle idee, dei discorsi istruttivi, ma per
rivelarci una persona, un uomo “CRISTO” e come gli apostoli che hanno visto, toccato, anche per
noi c’è la possibilità di dare un senso alla nostra vita e alla nostra storia per mezzo della comunione
con Cristo. Voglio sottolineare che tutta la parola annuncia il Cristo e che tutta la scrittura è
in vista del Cristo.
L’ U O M O :
Di fronte al Signore che parla, a noi cosa è chiesto? Se andiamo a vedere il “V.T.” incontriamo
sempre come il popolo Ebreo ha scoperto di essere chiamato all’ascolto con un ritornello “ascolta
Israele”, “ascolta il Signore Dio tuo” , quindi per loro diventa una vocazione, una chiamata, il
popolo non può più vivere senza far riferimento alla parola .
Ma cosa significa ascoltare: significa aderire totalmente, significa incarnare la parola,e più si
ascolta più si manifesta il volto del Padre, e questo Cristo lo ha dimostrato. Ecco allora come nasce
l’atto di fede:
- Prendere coscienza che la parola è salvezza, è verità, è liberazione;
- Che il peccato è il rifiuto, la chiusura di fronte alla parola, giriamo le spalle al fratello
quindi a Dio.
Andiamo a dare uno sguardo al “N.T.”e precisamente (1 Tess. 2,13) la leggiamo per cogliere
l’atteggiamento delle prime chiese a riguardo della parola.(lettura). Ecco Paolo chiede una
adesione totale,e lui aveva la coscienza di aver portato la parola di Dio, dando a questa chiesa (noi)
il senso della parola che bisognava ascoltare più di ogni altra parola.
Ancora un esempio in (1Cor. 2, 1-5 lettura) Paolo ricorda alla chiesa (noi)di Corinto qual è stato il
suo atteggiamento personale di fronte alla parola :
- Cercare di superarsi continuamente, e per tutto ripensare secondo Dio;
- Certi modelli umani non servono per aderire a Cristo:
La sapienza umana ; l’arte del parlare, possono diventare ostacolo alla potenza dello
spirito, alla sua azione per mezzo della parola;
- Quindi un ascolto umile e silenzioso, ecco cosa è necessario.
SILENZIO
RIFLESSIONE:
Vi sono tante parole di Dio nella quotidianità, ci sono parole di ogni giorno attraverso gli
avvenimenti piccoli o grandi; per accogliere questa parola ci vuole disponibilità. L’uomo biblico
vive questa tensione alcune volte serenamente altre con sofferenza. Non scoraggiamoci si tratta di
acquisire la presenza di Dio con la consapevolezza che lui parla in tanti modi e in tante forme.
Noi sappiamo che la parola per eccellenza e definitiva è Cristo e li che deve essere indirizzato il
nostro interesse, alla sua ricerca , per conoscerlo, riconoscerlo, seguirlo. Quello che si rischia
oggi nelle nostre chiese con la miriade di ritualismi a volte vuoti senza l’essenza è quello di mettere
in un cantuccio al margine proprio il Cristo, cioè colui che per primo deve essere cercato e
annunziato.
CONCLUSIONI:
Da questa parola emerge in maniera chiara che ella è:
- per i piccoli;
- per i poveri per spirito;
- per gli umili;
- per coloro che aprono il cuore perché diventi tempio di Cristo ;
- per coloro che possono e vogliono rendersi disponibili ;
- per coloro che vogliono alzare lo sguardo e andare oltre ;
- per coloro che sentono la responsabilità degli altri;( famiglia-società-)
La povertà del cuore è l’atteggiamento fondamentale di fronte alla parola. Giustamente i padri della
chiesa dicevano:
- che la parola di Dio nel venire a noi si “ACCORCIA”si “ABBREVIA” “PERDIAMO
SPESSO QUALCHE SILLABA O LA FINALE NELL’ ASCOLTARLA”;
- Ecco perché è richiesta umiltà nella sua accoglienza proprio per ingoiarla tutta intera, per
vincere le resistenze del nostro cuore.
SILENZIO