Il diritto umano all`acqua: Uno studio interdisciplinare sul ruolo

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Il diritto umano all`acqua: Uno studio interdisciplinare sul ruolo
Il diritto umano all'acqua: Uno studio interdisciplinare sul ruolo
centrale delle politiche pubbliche nella gestione dell'acqua e dei
servizi ambientali
Workshop 23-24 febbraio 2017 - Aristotele ci dice che, secondo Talete di Mileto, “l’acqua è l’inizio di
tutto”. Questa intuizione greca è stata confermata dalla scienza moderna che considera il ciclo dell’acqua
fondamentale per la vita sul nostro pianeta, essendo inoltre ciò che lo differenzia dagli altri pianeti del nostro
sistema solare. Pertanto, se questo ciclo di vita venisse pesantemente compromesso dai cambiamenti climatici,
la Terra diventerebbe come Marte o gli altri pianeti senza vita. Purtroppo, come Papa Francesco indica nella
sua Enciclica Laudato Si’, a causare il riscaldamento globale e la perturbazione del ciclo dell’acqua è l’attività
umana che utilizza materiali fossili. A titolo di esempio, i gas che producono l’effetto serra e contribuiscono al
riscaldamento globale hanno già causato il dimezzamento dello spessore dei ghiacciai eterni che forniscono
acqua pulita ai nostri fiumi.
L’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienici è una condizione essenziale per una vita dignitosa. È anche
un diritto che non ammette discordie e richiede un lavoro meticoloso. Secondo i dati delle Nazioni Unite e
dell’Organizzazione Mondiale della Salute, nel 2014 circa 748 milioni di persone ancora non avevano accesso
all’acqua potabile.
La natura universale di questo diritto, che è un diritto alla vita stessa, è per noi una sfida che prevede la
realizzazione di politiche pubbliche mondiali, statali e regionali indispensabili ad una vita umana piena e allo
sviluppo delle nazioni.
L’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienici è un’azione globale di sviluppo urbano che aiuta la
pianificazione e l’organizzazione urbana, contrastando al contempo la povertà e la malnutrizione. L’accesso a
questa risorsa riduce la vulnerabilità degli strati più emarginati della popolazione e consente, ad esempio, di
ridurre i rischi per le donne e i bambini in aree periferiche, che spesso devono percorrere svariati chilometri
in cerca di acqua potabile. Viene migliorata, inoltre, la mobilità sociale, riducendo le barriere di accesso
all’istruzione e all’occupazione.
L’acqua è, tuttavia, un argomento recente dell’agenda internazionale. Vi è la necessità di fornire meccanismi
giuridici, tecnici, sociali e politici che consentano la costruzione di un’autentica ‘cultura dell’acqua’ nella cura
della nostra casa comune. Si tratta di una sfida importante per le organizzazioni internazionali e gli Stati che
cercano di mettere a punto un quadro di riferimento per far fronte all’attuale crisi di accesso all’acqua.
Attualmente, un numero elevato di Costituzioni locali ancora non prevede il diritto di accesso all’acqua. Allo
stesso modo, è ancora in discussione il fatto che l’accesso all’acqua potabile debba essere considerato servizio
pubblico, diritto universale o merce. La protezione delle risorse idriche, l’educazione alla tutela dell’acqua e
l’accesso all’acqua e ai servizi igienico-sanitari dovrebbero diventare una priorità nelle agende di governo ed
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essere al centro delle politiche pubbliche, data la potenziale scarsità e l’innegabile contributo che danno al
bene pubblico e alla dignità umana.
Una visione comune, condivisa da scienziati, politici, educatori e dirigenti è di importanza cruciale per cedere il
passo a una vera e propria cultura dell’acqua e della pace. Altrettanto significativo è il contributo degli operatori
dell’acqua e dei servizi igienico-sanitari che, nelle loro comunità, sono in prima linea per tutelare il valore
pubblico di acqua e dei servizi igienico-sanitari, pronti anche a mettere in discussione qualsiasi tentativo di
privatizzazione o commercializzazione che possa trasformare i cittadini in clienti.
Il workshop si propone di creare uno spazio interdisciplinare per un dibattito e un’analisi attenta, correlata
di proposte per realizzare politiche pubbliche nella gestione dell’acqua e dei servizi igienico-sanitari che
garantiscano l’effettivo contributo della scienza, della cultura, della politica e dei progressi tecnologici per
il raggiungimento di un mondo più giusto con maggiore giustizia sociale e solidarietà. Questo potrebbe
consentire, a sua volta, la pace e la prevenzione dei conflitti, mettendo in chiaro il fatto che gli interessi politici
ed economici non devono prevalere sulla vita umana.
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