Pallino e Denise La sirena Holli

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Pallino e Denise La sirena Holli
SCUOLA “SANTE ZENNARO”
CLASSE 2 A
Insegnante: Villa Maria Luisa
Bianchi Lucrezia
Pallino e Denise
Un giorno, Denise, una bambina di sei anni, acquistò un palloncino di nome Pallino. Denise
voleva bene a Pallino perché finalmente aveva un amico con cui giocare.
Pallino e Denise diventarono amici per la pelle. Un giorno per sbaglio Denise lasciò il filo e
Pallino volò in cielo. Il palloncino dall’alto vedeva tutto il mondo: il mare, le montagne, i fiumi,
i laghi, le colline, ma vedeva anche un puntino piccolo piccolo che piangeva: era la sua amica
Denise.
Anche Pallino era molto triste perché in cielo aveva la libertà, ma si sentiva solo. Desideroso di
tornare dalla sua amica, chiese ad Eolo “il pazzerello” di soffiare forte verso terra.
Eolo gonfiò le sue guance e soffiò con forza su Pallino che atterrò nel giardino della casa di
Denise, dove il suo filo rimase impigliato tra i rami di un cespuglio di fragole. Il mattino dopo,
quando Denise uscì di casa per andare a scuola, vide Pallino e piena di gioia lo abbracciò.
Da quel giorno Pallino e Denise sono diventati inseparabili.
Borelli Giulia
La sirena Holli
C’era una volta un grande mondo sottomarino dove vivevano tante sirenette, tra loro la più
bella e la più brava si chiamava Holli. Sua mamma era la regina Isabella, la sovrana di Oceana.
La sirenetta Holli aveva lunghi boccoli rossi, due occhi di un bel turchese, una coda tempestata
di cristalli fucsia e azzurri: era proprio una bella sirenetta!
Holli era curiosa di conoscere anche altri mondi, perciò ogni notte, mentre i suoi genitori
dormivano, saliva verso la superficie del mare per vedere il mondo degli umani. Una brutta
notte arrivò una tempesta e un fulmine distrusse una barca. La sirenetta sapeva che era un
brutto scherzo della strega Aisi, allora nuotò il più veloce possibile per salvare Tobia, il principe
del regno di Gardenia, unico superstite del naufragio.
Holli si lanciò sul ponte della barca, prese tra le braccia il giovane e lo portò in salvo a riva.
Il principe era svenuto, così non si accorse di essere stato salvato da Holli. Quando si svegliò,
ringraziò il cielo di essere ancora vivo, mentre Holli era già lontana, felice di essere stata utile
ad un umano.
Buzzi Daniele
Il folletto Guglielmo
C’era una volta un folletto che amava tuffarsi nelle nuvole. Un giorno però sbagliò il salto e
cadde giù giù fino a toccare terra.
Il folletto pensò: “In che razza di mondo sono finito e dove sono le nuvole?”.
Passò di lì un bambino che gli chiese chi fosse ed egli si presentò: “Io sono Guglielmo il
folletto, ho sbagliato il tuffo e sono caduto dalle nuvole”. Il bambino, di nome Giorgio, gli
chiese come faceva a vivere in cielo. Guglielmo spiegò che tutti i folletti vivono in cielo e che
voleva tornare a casa sulla sua nuvola prima di cena, altrimenti sua mamma si sarebbe
preoccupata.
Giorgio decise di aiutarlo: lo lanciò così in alto da farlo arrivare direttamente sulla sua nuvola.
Canella Martina
Il pesce Arcobaleno
Un giorno, in un oceano lontano, arrivò Arcobaleno, un pesce tutto colorato dalle pinne
morbide e sinuose.
Tutti i pesci si allontanarono da lui perché non lo conoscevano e avevano paura degli estranei.
Solo Schizzo e Luisetta, due pesci molto curiosi, si avvicinarono e gli chiesero: ”Come ti chiami
e perché sei qui?”. “Io mi chiamo Arcobaleno e sono qui perché mi inseguiva il grande pesce
del Mare Blu, quando passando in una grotta sotterranea, sono riuscito a liberarmi di lui e ho
raggiunto il vostro oceano”.
Schizzo e Luisetta annunciarono nella piazza Pinne Colorate che Arcobaleno era buono e non
avrebbe fatto del male a nessuno.
Tutti quindi si avvicinarono a lui e, visto che era nuovo di quelle parti, gli mostrarono l’oceano.
Arcobaleno rimase meravigliato da questo infinito mare.
Da quel giorno tutti i pesci di questo oceano capirono che prima di giudicare bisogna
conoscere.
Cavalli Aurora
La principessa Dora
Mi raccontarono che una volta in una bella isola piena di palme, viveva una principessa di
nome Dora.
La principessa Dora era bellissima, con i capelli lunghi e biondi e indossava sempre una corona
e un lungo vestito rosa e blu. Dora si divertiva a ballare nelle sale del castello.
Un giorno la principessa trova la chiave di una stanza segreta che non aveva mai visto.
Dora decide di scoprire dove si trova la stanza segreta e si mette a cercare.
Finalmente la principessa riesce a trovare la serratura giusta per la chiave e girando pian
pianino la chiave apre la porta.
Aprendo la porta Dora si trova davanti una fata che mangia un gelato! Quando la fatina vede
Dora le dice: “Salve! Cosa fai qui?” Dora sorpresa risponde: “Cerco il mio principe, pensavo di
trovarlo qui”.
La fatina allora con un incantesimo fa apparire un bellissimo principe. Dora ora è molto felice e
la fatina vola via, il suo compito è finito!
Questo racconto è terminato e a voi un sogno si è avverato!
Cavalli Susanna
Il pirata Gedeone
C’era una volta, in un paese lontano un pirata brontolone di nome Gedeone.
Gedeone indossava sempre una giacca rossa e un cappello nero con disegnato un teschio
simbolo di morte. Sulla spalla lo accompagnava sempre un pappagallo di nome Stich!
Gedeone era proprio un gran brontolone perché si lamentava sempre di tutto e sognava di
essere su una grande nave alla ricerca di un tesoro perduto.
Un giorno Gedeone incontrò una bambina che amava molto ballare, ma da buon brontolone il
pirata le chiese subito di smettere perché le dava fastidio.
La bambina molto buona, smise di ballare per non dar fastidio a Gedeone e così diventarono
amici.
Gedeone ora è felice perché ha finalmente un amico e ha smesso di brontolare!
Qui finisce la storia di Gedeone brontolone, ora dite la vostra che io ho detto la mia!
Cogliati Eleonora
La penna Mille Colori
C’era una volta una penna che viveva a scuola all’interno di un barattolo sulla cattedra della
maestra. Aveva poco inchiostro, per questo le altre penne la prendevano sempre in giro. Un
giorno decise di andare all’”inchiostreria”.
Passarono l’autunno, l’inverno, la primavera e l’estate e si ripresentò a scuola l’anno
successivo.
La penna iniziò a scrivere con un bel colore arcobaleno e tutte le sue amiche rimasero a bocca
aperta, così il loro inchiostro si asciugò e nessuna di loro venne più usata.
La penna Mille Colori, invece di prenderle in giro, pensò di cedere un po’ del suo colore a
ciascuna di loro: toccò le loro punte e anche loro tornarono a scrivere.
Crescentini Lorenzo
Il pacco magico
C’era una volta un bambino di nome Billi che aveva un grande amico: Andrea. Insieme
trascorrevano il loro tempo libero a giocare a pallone in un campo.
Un giorno zio Giulio chiese all’uccello viaggiatore di portare un pacco a suo nipote Billi. Sorvolò
l’oceano e le montagne e alla fine arrivò nel paese di Billi. Era l’alba e l’uccello atterrò nel
giardino di Billi, lasciò il pacco e se ne andò.
La mattina seguente Billi uscì per andare a scuola e vide il pacco, lo aprì e trovò una palla che
rimbalzando si illuminava di rosso.
Felice di questo dono, al termine delle lezioni, invitò Andrea a casa sua per giocare con questa
fantastica palla.
Di Terlizzi Aurora
Un pacco di caramelle
C’era una volta un pacco volante che viaggiava da una parte all’altra del cielo.
Un giorno un bambino di nome Alex scoprì che il pacco volante era pieno di caramelle e cercò
di prenderlo al volo. Uscì di casa, lo inseguì e il pacco fu così sciocco che si lasciò aprire. Alex
invitò i suoi amici per mangiare insieme le caramelle.
I bambini ne mangiarono talmente tante che ebbero un terribile mal di pancia.
Il pacco volante aveva ceduto le sue caramelle, ma i bambini non ne avevano fatto buon uso,
perciò Alex capì che non era stato sciocco il pacco a farsi aprire, ma loro che avevano
esagerato, mangiando in una volta sola tutte le caramelle.
Esposito Rebecca
Olli il sottomarino
C’era una volta una coppia di sottomarini che volevano tanto un figlio. Un bel giorno la signora
sottomarino disse: “Proviamo a costruirne uno anche noi come fanno gli uomini!”. Il marito
rispose: “È una buona idea!”. Lavorarono giorno e notte per costruire un sottomarino uguale a
loro.
Dopo un po’ di tempo, lavorando sodo, lo finirono. Era un sottomarino giallo con il faro ovale e
le eliche di color verde. Olli,questo era il suo nome, diventò grande e cominciò a frequentare la
scuola dei sottomarini. Qui conobbe Bet e Filipzer. Dopo le lezioni giocavano spesso a mosca
cieca tra le rocce e le alghe. Un giorno decisero di costruire con i rifiuti di metallo e plastica che
trovarono un “porto sottomarino” per ripararsi dalle correnti fredde. Mentre iniziarono la loro
costruzione arrivò un enorme squalo che ingoiò Bet in un sol boccone.
“Olli!” disse Filipzer “Dobbiamo escogitare un piano per liberare la nostra amica. Ho trovato!
Faremo così: a fine giornata, quando lo squalo sta per addormentarsi, lo attireremo con la
complicità del nostro amico tonno verso una rete e lo cattureremo! Spaventato aprirà la bocca,
così Bet uscirà e noi gli faremo capire che chi è cattivo non viene apprezzato da nessuno!”
Olli e Filipzer misero in atto il loro piano e liberarono Bet. Lo squalo capì che i sottomarini
erano dei tipi da rispettare così diventò buono e da quel giorno preferì ingerire solo alghe e
molluschi.
Flora Martina
L’unicorno magico
C’era una volta una principessa che viveva in un castello con il suo amico unicorno. La vita di
questa giovane fanciulla era minacciata dalla presenza dello stregone Bruto, un cattivone che
con il suo drago voleva distruggere il suo regno perché invidioso dell’armonia che aleggiava tra
i sudditi del suo paese.
Un giorno lo stregone malvagio si presentò al portone del castello ed entrò con violenza
buttando a terra la principessa. L’unicorno tentò di difenderla, ma lo stregone puntò contro di
lui il suo anello magico che aveva il potere di sprigionare un’intensa luce rossa e accecò
l’animale.
Subito dopo lo stregone si accorse che la magia dell’anello si stava esaurendo e andò a
prepararne altra.
Nel frattempo un piccolo raggio di luce colpì l’unicorno, dicendogli che doveva sconfiggere lo
stregone.
L’unicorno e la principessa volarono verso il castello di Bruto, entrarono nella torre e con lo
scettro colpirono lo stregone che impegnato nella sua preparazione cadde dentro il pentolone!
Così il regno si salvò e vissero tutti felici e contenti.
Gallo Manuel
Un coniglio fortunato
Un giorno il coniglio Fufi saltellò in un campo di carote per mangiarne una. Quando diede il
primo morso all’ortaggio, uscì il genio delle carote!
Il genio esclamò: “Come ti permetti di mordermi?”.
Il coniglio stupito gli chiese subito scusa e il genio gli offrì il suo aiuto: “Puoi esprimere un
desiderio, uno solo, ed io lo esaudirò.” Il coniglio gli chiese di poter avere un campo di carote
tutto per sé. Il genio lo accontentò, ma gli disse che doveva assolutamente spartire con i suoi
amici le carote del suo nuovo campo. Fufi chiamò di corsa tutti i suoi amici e condivise con loro
la sua fortuna.
Iemma Martina
Il folletto Salterino
C’era una volta il folletto Salterino che viveva in un bosco insieme a tutti i suoi amici.
Un giorno la mamma disse a Salterino: “Vai a trovare il tesoro nascosto nel bosco.” Salterino
ubbidì e salto dopo salto arrivò su un albero dove però trovò due corvi che volevano
mangiarlo, perciò scese di corsa dall’albero e pensò che andando avanti forse avrebbe trovato
il tesoro.
Saltando, saltando, incontrò degli uomini, si avvicinò e loro lo catturarono. Uno di loro aveva
sete, aprì una bottiglia e una goccia d’acqua andò sul folletto che diventò… fortissimo! Aprì le
mani dell’uomo e scappò verso il bosco incantato dove vide dei bambini che erano andati lì in
gita scolastica. In un primo momento, i bambini non si accorsero di lui perché era molto
piccolo. Ad un tratto un bambino di statura bassa di nome Ninetto, mentre cercava tra l’erba
un quadrifoglio si accorse di Salterino. Il bambino chiamò la maestra che disse a sua volta:
“Venite bambini! C’è un folletto!” Un bambino chiese al folletto: “Come ti chiami?” Il folletto
rispose: “Io mi chiamo Salterino perché salto più in alto di tutti i miei amici” Ninetto gli chiese
di fare un giro. Salterino lo fece salire sopra la sua schiena, il bambino si accomodò e dopo un
salto si ritrovò in riva al mare!
Anche gli altri bambini desideravano salire sulla sua schiena perciò un taglialegna, che aveva
visto tutta la scena dalla sua baita, legò tanti ceppi di legna tra loro e costruì una scala a pioli
dove si sedettero i bambini. La scala venne legata alle braccia di Salterino che portò i bambini
tra le nuvole dove videro tanti sogni che insieme avrebbero potuto realizzare: pulire i boschi, i
fiumi e le città dalle immondizie, portare il sorriso con le loro allegre canzoni sul volto degli
anziani e inventare giochi per far divertire i bambini di tutto il mondo.
La forza di Salterino via via si esaurì così i bambini ad uno ad uno atterrarono di nuovo nel
bosco, ma ora sapevano cosa avrebbero fatto per rendere il mondo migliore. Salterino capì di
aver trovato il tesoro di cui la mamma aveva parlato: degli amici con i quali rendere reali dei
bei sogni.
Martignoni Samuel
La gara di bontà
Un bel giorno Gerri, il moscerino,andò a fare una passeggiata e rimase impigliato in una
ragnatela. Arrivò il ragno Giacomino e il moscerino Gerri pensò che fosse cattivo.
Il ragno invece era buono e lasciò andare il moscerino.
Arrivò l’uccellino che afferrò il ragno, “Lasciami andare, come io ho fatto con il moscerino”disse
il ragno e l’uccellino lo lasciò libero.
Arrivò poi il falco, afferrò di colpo l’uccellino che lo pregò di lasciarlo andare come lui aveva
lasciato libero il ragno.
Il falco lo lasciò andare e l’uccellino volò via.
Da allora il ragno e il moscerino vissero felici e contenti e nessuno più li disturbò.
Malugani Mirko
Animali in montagna
C’era una volta la marmotta Teresa che viveva lungo la riva del lago di Sasso con i suoi quattro
amici inseparabili:Filippo,il cervo,Tommaso,lo stambecco, Elisa la capra e Margherita la mucca.
Un brutto giorno arrivò Viviana , la vipera dalla lingua biforcuta.
La vipera sibilando raccontò a Teresa che i suoi amici non le volevano più bene. La povera
marmotta triste e sconsolata decise di andare nei boschi più alti della montagna.
Filippo, che stava andando nella sua tana, sentì la conversazione, quindi corse a dirlo agli altri
amici e insieme cercarono di raggiungere la marmotta.
“Teresa, Teresa noi siamo i tuoi grandi amici! Viviana è una bugiarda!”.
Teresa però, ormai lontana, non li sentì.
I quattro amici non si diedero per vinti e proseguirono la loro ricerca urlando a squarciagola il
nome di Teresa.
Quella notte lo stambecco Tommaso sentì scricchiolare un ramo e si svegliò, si affacciò
all’ingresso della sua casa e vide Teresa che tentò di scappare,ma Tommaso fu più veloce,
l’acchiappò e la fece entrare nella sua casa.
Teresa ascoltò il racconto di Tommaso e capì quanto i suoi amici le volevano bene.
Il giorno dopo all’alba andarono al lago e insieme agli altri amici fecero una grande festa per il
ritorno di Teresa.
Mazzitelli Ilenia
La strega Cecilia
C’era una volta una strega di nome Cecilia molto diversa dalle sue amiche perché era buona.
Un giorno si fidò di Ingannina, una strega malvagia che la invitò a casa sua per bere un frullato
di funghi.
In realtà Ingannina invidiosa della bontà di Cecilia invece del frullato le fece bere una pozione
che la trasformò in un rospo.
Cecilia angosciata se ne andò a casa piangendo e cercò un rimedio.
Scese nel suo laboratorio, consultò il libro di magia nera e scoprì che per
l’incantesimo doveva fare un infuso con zucchine, pomodori, cipolle e ceci.
sconfiggere
Cecilia andò nell’orto, trovò tutte le verdure e le cucinò.
Ingannina attraverso la sua sfera magica vide che Cecilia era tornata come prima e pentita le
chiese perdono.
Da quel giorno anche Ingannina diventò buono e si chiamò… Gentilina.
Nodari Vittoria
Il folletto e la ragazza dai capelli lunghi
C’era una volta una ragazza dai capelli lunghi lunghi che si chiamava Violetta, viveva in un
castello molto imponente. Aveva i capelli viola, indossava vestiti lilla perché questo era il suo
colore preferito.
Un giorno dopo un temporale spuntò un fantastico arcobaleno e Violetta decise di andare con
la bicicletta a vedere da vicino questo spettacolo della natura perché le piacevano i colori
smaglianti. Desiderava vedere l’inizio dell’arcobaleno e seguirlo fino alla fine.
Arrivata a destinazione incontrò il folletto Din Din: un tipetto simpatico che indossava la
maglietta e i pantaloni verdi, sotto il capello anch’esso verde spuntavano i capelli rossi e in
mano teneva una pentola piena zeppa di… monete colorate! Il folletto le chiese: “Come ti
chiami?” e la ragazza rispose: “Io mi chiamo Violetta e sono venuta qui per vedere che cosa ci
fosse alla fine dell’arcobaleno”. Allora il folletto le chiese: “Adesso che lo sai che cosa hai
intenzione di fare?” “A dire il vero non lo so” rispose Violetta.
Il folletto le chiese di fare un giro insieme lungo i raggi dell’arcobaleno. Violetta accettò molto
volentieri, ma volle andare sul colore viola mentre Din Din andò su quello verde. Lungo
l’arcobaleno incontrarono unicorni, uccelli elettronici e nuvole morbidose.
L’arcobaleno stava per sparire perciò Violetta salutò il folletto e le diede appuntamento al
prossimo arcobaleno.
Paccalari Greta
Luca e le fate
C’era una volta Luca, un bambino che aspettava di andare a raccogliere funghi con i suoi
migliori amici: Marco, Anna e Mario.
Dopo un po’ ecco arrivare tutti i suoi amici: “Luca prendi la bici e ricordati di prendere anche
un cestino per i funghi” esclamò Marco. Insieme si diressero verso il bosco.
Terminata la raccolta i quattro bambini purtroppo non trovarono più la strada per tornare a
casa perchè le foglie avevano cancellato il sentiero. Luca non si disperò e incoraggiò gli amici a
cercare la via del ritorno.
Cerca, cerca, cerca, alla fine trovarono sopra le foglie una polverina nera, la polverina degli
stregoni! Pensarono di toccarla e per magia arrivarono gli stregoni, ma le fate intervennero a
salvare i bambini. Con le loro bacchette supermagiche fecero scendere un freddo glaciale sugli
stregoni che diventarono delle statue di ghiaccio.
Le fate conclusero la loro opera buona riaccompagnando i quattro amici. All’uscita del bosco i
bambini ringraziarono e salutarono le fate e tornarono alle loro case.
Piazzolla Lucrezia
L’elefante Grigino
L’elefante Grigino giunto dall’assolata savana in cerca di un amico, un bel giorno si ritrovò in
città.
Tutti avevano paura di lui perché era troppo grande e avevano paura di essere schiacciati. Solo
una bambina non aveva paura di lui, Marta, che lo accolse nel giardino di casa sua con il
permesso dei genitori, due veterinari famosi in tutta la città. Essi stavano sperimentando un
liquido magico in grado di far diventare qualsiasi animale un orsacchiotto tenero e rosa.
Grigino purtroppo continuava ad essere evitato da tutti e questo lo faceva diventare sempre
più triste. Una volta tornando da una passeggiata in un parco, Grigino aveva una gran sete e
curiosava per il giardino cercando una fonte d’acqua.
Arrivò sera e finalmente scoprì che all’interno del laboratorio dei genitori di Marta era nascosto
il liquido magico e, pensando che fosse acqua, Grigino lo bevve.
L’indomani Grigino divenne un orsetto rosa, tutti lo coccolarono e lo abbracciarono.
Alla fine di questa bella giornata l’effetto del liquido finì, Grigino ritornò elefante e le persone
non lo evitarono più perché avevano visto che lui era buono, tenero e gentile qualsiasi aspetto
avesse.
Rossato Giorgio
La strega Bruttina
C’era una volta in un terrificante castello una strega che si chiamava Bruttina.
Bruttina voleva impadronirsi di tutto il mondo e se ne stava nel castello a fare incantesimi.
Un giorno Bruttina andò nel bosco per raccogliere lucertole per le sue pozioni, ma sentì delle
voci e si nascose in un cespuglio.
Nel bosco c’era una fatina che mangiava un gelato e la strega pensò: “E’ perfetta per il mio
incantesimo, così conquisterò il mondo”.
Bruttina fece un saltone per catturarla, ma la bella fatina volò più veloce che mai. Così Bruttina
cadde e si ferì il naso.
Dopo la caduta Bruttina corse immediatamente al castello. Due giorni dopo uscì dal castello
per andare a cercare altre fate, ma non riuscì a trovarne neanche una.
Così Bruttina non riuscì mai ad impadronirsi del mondo.
Scuriatti Marco
Gennarino nel mondo della fantasia
Ciao, mi presento sono Gennarino, Gennarino Moro. Vivo sotto terra perché sono una piccola
talpa.
Un giorno, mentre andavo a caccia di vermi, ho scoperto un portale con scale dorate. Con il
cuore in gola salii gli scalini che erano morbidosi come ovatta. Arrivato alla porta dorata vidi
che c’era scritto un messaggio: se la porta vorrai sorpassare, la regina degli gnomi dovrai
salvare.
Io risposi: “La salverò, parola di Moro, Gennarino Moro!” La porta si aprì all’istante, quando
entrai vidi un corridoio con il pavimento e le pareti di ghiaccio, da un angolo sbucò un roditore.
Io dissi: “Chi sei tu? Io sono Gennarino!”. Il roditore mi rispose: “Io sono il re del gruviera: il
mio nome è Grovier. Hai voglia di venire con me a salvare la regina degli gnomi?” “Sei in
buone mani!” Così io e Grovier ci mettemmo in viaggio e il roditore esclamò: “Gennarino mi
sono dimenticato di dirti che per arrivare al regno degli gnomi dobbiamo attraversare altri due
regni”.
Così entrammo nel primo regno: quello delle streghe. Io avevo tanta fifa. Incontrammo un
gigantesco ragno che disse, con il suo alito puzzolente di sardina scaduta: “Ehi voi, se superate
una prova potrete andare nel prossimo regno, dovete risolvere delle difficilissime operazioni!”
“Siamo pronti, cominciamo” Dissi. “Uno più uno?” Io risposi: “Due” e il ragno disse: “Giusto, e
sette meno sei?” “Uno” “Giusto, allora sei per quattro?” Io non lo sapevo ma Groveir disse
ventiquattro e il ragno esclamò: “Giusto! Avete superato la prova. Potete passare nel regno
delle fate.”
Entrammo in un parco molto profumato, dove c’era un grande frutteto con frutti buonissimi e
all’improvviso sbucò una fatina che ci disse: “Se volete salvare la regina dovete superare delle
prove. Allora cominciamo: gallina si scrive con una o due g?” Io risposi: ”Con una g!” “Giusto,
allora fumo si scrive con una o due m?” “Con una m” “Giusto! E coccodrillo si scrive con una o
due c?” Grovier rispose: “con due c”. “Giusto. Adesso potete andare nel regno degli gnomi!”
Una volta entrati nel regno, vidi la regina che piangeva e le chiesi: “Perché piangete?” La
regina rispose: “Sigh, è finito lo… Sigh… Yogurt!” Io mi arrabbiai tantissimo e pensai: “Tutta
questa fatica per niente!”.
Tebano Martina
Il delfino e le stelle marine
C’era una volta un delfino di nome Froghi che giocava solo soletto nella sua grotta perché i
suoi genitori erano andati in cerca di cibo. Purtroppo però la mamma e il suo papà non
riuscivano a trovare la strada per tornare a casa perché il mare era tutto uguale.
Froghi, non vedendoli tornare era molto preoccupato, allora uscì ed andò a cercarli. Lungo la
strada vide una famiglia di stelle marine che facevano chiasso. Froghi chiese loro di aiutarlo a
trovare i suoi genitori. Le stelle marine incominciarono a nuotare alla ricerca dei suoi genitori.
Arrivò la notte e si riposarono in una grotta. Il mattino seguente le stelle marine avevano
riposato perciò ebbero un’idea brillante: i genitori di Froghi forse si erano persi in mare aperto.
Allora chiesero aiuto alla loro amica sirena Luisella che andò al largo e trovò i due delfini
intrappolati in una grossa rete. Luisella si mise a cantare e i pescatori rimasero ipnotizzati dalla
sua voce. La sirena strappò la rete e liberò i due delfini che tornarono a casa dal loro Froghi.
Tissino Matilde
Folletti e fate
C’era una volta un gruppo di folletti che viveva nel bosco incantato.
Un giorno una folletta di nome Brillantina andò a fare una passeggiata nel bosco dove c’era
sempre buio e all’improvviso sentì: “Ciao, sono la tua amica fata Lucciolina.” “Perché sei qui
Lucciolina?” Lucciolina rispose: “Perché non trovo più Sidrinlà, mi aiuti a trovarlo?” “Si
certamente.” Così si misero in cammino.
Dopo un po’ videro un’ombra e pensando che fosse Sidrinlà si voltarono, invece si accorsero
che era il lupo cattivo! Così iniziarono a scappare.
Ad un tratto videro Sidrinlà minuscolo minuscolo, lo raccolsero con la mano e corsero via
veloci.
Quando videro un albero con poche foglie, si arrampicarono e puntarono la luce della torcia
verso il lupo che si trasformò in un folletto: era Balù, l’amico della fata Brillantina che chiese a
Lucciolina se desiderava far ritornare grande Sidrinlà.
Balù pronunciò la parola magica Abracadabra e in un baleno Sidrinlà ritornò al suo aspetto
normale: un coloratissimo unicorno.
Trevisan Aurora
Tippete il piccolo coniglietto
C’era una volta un coniglietto di nome Tippete che aveva tantissimi amici, tra questi Bianchina
la gattina e Tigrotta la piccola tigre.
Un giorno Tippete decise di andare a trovare Bianchina la gattina che gli propose di andare al
ponte delle meraviglie.
Lì incontrarono Tigrotta che aveva voglia di ritrovare lo Gnomo Gigi e per questo si rivolse alla
Fata Madre. La Fata Madre chiese: “Che cosa ci fate qui?” Tigrotta rispose: “Siamo qui per
vedere il nostro amico gnomo Gigi.”
Allora la fata disse che lo gnomo era nel bosco della fortuna. Tippete e i suoi amici andarono
alla ricerca di Gigi. Lungo la via per il bosco incontrarono lo stregone Tremotino. Tremotino si
presentò dicendo di essere lo stregone più cattivo di tutto il bosco incantato e che non
potevano passare.
Tippete e i suoi amici lottarono con lo stregone e riuscirono a passare. A quel punto Bianchina
vide lo gnomo e gridò il suo nome, Gigi fu contento di vederli e li ringraziò dicendo: “Ora mi
sento sollevato! Pensavo di essermi perso per sempre.”
Zanetti Loernzo
Il pirata e il re
C’era una volta un pirata di nome Barbagrigia molto scontroso che disse ai suoi uomini:
“Andiamo al castello a rubare la corona del sovrano così potrò diventare io il nuovo re”. La sua
ciurma gli ubbidì e si diresse verso il castello.
Davanti al portone trovarono un’enorme guardia che bloccava l’ingresso. Provarono a distrarlo
con le barzellette: una lo fece talmente ridere che si buttò per terra, così la ciurma entrò nel
castello.
Il re si affacciò al balcone della sala dei ricevimenti e sfidò i pirati a raggiungerlo. Il re nel
frattempo con un battito di mani azionò una porta segreta dalla quale spuntarono grossi
uomini con in mano un mega martello. I poveri pirati storditi dalle botte persero l’ equilibrio e
dalle mura del castello caddero dritti in mare.
Barbagrigia si sentì molto offeso per la sconfitta perciò decise di lasciare in acqua i suoi uomini
e di allontanarsi da quell’isola in cerca di nuovi territori.
I pirati capirono che avevano sbagliato a mettersi al servizio di Barbagrigia, tornarono dal re e
gli chiesero perdono. Il re d’animo buono capì che erano sinceri, diede loro fiducia e da pirati li
trasformò in guardia costiera della sua isola.