Il Paulus di F. Mendelssohn-Bartholdy

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Il Paulus di F. Mendelssohn-Bartholdy
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Bibbia e Musica
Il Paulus di F. Mendelssohn-Bartholdy
G
un oratorio musicale troppo dimenticato
Pasquale Troìa
Gli anniversari sono un’opportunità per ricordare. Un altro1 anniversario, oltre a quelli già ricordati, come quello
del bimillenario della nascita di Paolo, permette di ampliare2 l’offerta culturale sull’apostolo e martire Paolo di
Tarso con una proposta musicale, così trascurata in questa
ricorrenza.
Paolo e i musicisti
Nessun rilevante personaggio biblico come Paolo è stato
così trascurato dai musicisti, nonostante la sua vita abbia
offerto eventi avventurosi e rilevanti anche dal punto di vista di una elaborazione narrativa. La conversione di Paolo
è l’unico evento che in qualche modo ha coinvolto alcuni
pochi musicisti (da rappresentare su quella che è la mano
dei musicisti, il pentagramma!). In compenso molti testi
delle 14 lettere di Paolo, specialmente quelli a struttura ritmica e innica, sono cantati nella liturgia nel canto gregoriano e ambrosiano3.
Il musicista Mendelssohn e l’apostolo
Paolo
Il doppio “cognome unificato’’ Mendelssohn-Bartholdy del
musicista Felix, è una traccia della storia di famiglia. La sua
famiglia era di origine ebraica. Felix è nipote del grande filosofo illuminista ebreo Moses Mendelssohn4, ammirato da
Kant ed amico di Lessing. Non fu circonciso, non fu educato secondo la tradizione ebraica, ma in un clima molto illuminista, liberale e cosmopolita5, privilegiato dall’appartenenza della sua famiglia alla ricca borghesia dei banchieri
giudeo-tedeschi che in qualche modo gli permetteva di essere tollerato come ebreo. Il padre decise di battezzarlo, nel
1816, sette anni dopo la sua nascita, insieme al fratello Paolo (nato nel 1812).
Il musicista ha soltanto 26 anni quando compone il Paulus.
Il giovane Felix (Amburgo 3 febbraio 1809 - Lipsia 4 novembre 1847: muore ad appena 38 anni!), deve aver intravisto nel personaggio Paolo una sua esperienza, non vissu-
ta in modo drammatico e personale, ma socialmente emblematica per la sua famiglia: una famiglia ebraica che si
converte al cristianesimo di confessione luterana. La scelta
dei testi del libretto dell’oratorio Paulus ricostruisce in
qualche modo la storia di conversione dell’ebreo Saulo nel
cristiano Paolo (così come la sua famiglia dall’identità
ebraica dei Mendelssohn aveva scelto quella cristiana di
Bartholdy). Il Paulus fu per Mendelssohn come un atto di
legittimazione pubblica di tale convesione, reso urgente anche dalla morte del padre Abraham nel 1835, un anno prima dell’esecuzione dell’oratorio (1836).
Il Paulus di Mendelssohn
L’oratorio Paulus (in due parti per soli, coro e orchestra op.
36) fu eseguito per la prima volta con enorme successo il 23
maggio del 1836 da 379 voci nel coro e 172 strumentali nell’orchestra, nella sala Beckerschen di Dusseldorf sotto la direzione dello stesso compositore, durante in un’edizione del
1. In questa rubrica abbiamo ricordato il centenario della nascita di O. Messiaen (in
«Nuova Secondaria», n. 4, 15 dicembre 2008), il bicentenario della morte di F.J Haydn
nel 2009 (in «Nuova Secondaria», n. 5, 15 gennaio 2009), il 250° anniversario della
morte di G.F. Händel (in «Nuova Secondaria», n. 7, 20 marzo 2009). Ed ora il bicentenario della nascita di Mendelssohn e il bimillenario della nascita di Paolo, di cui presentiamo il Paulus. Per tutti cfr. il sito riservato agli abbonati: www.lascuola.it., cliccare su
Nuova secondaria nella colonna a sinistra, pagina DALLA RIVISTA, sezione Integrazioni
agli articoli.
2. Nel caso specifico del Paulus di Mendelssohn si tratta di un paradosso essendo oggi un’opera poco interpretata, mentre fu uno degli oratori più famosi ed eseguiti del XIX
secolo. Solo nei diciotto mesi successivi alla prima (1836) il Paulus fu eseguito più di
50 volte in più di 40 città europee.
La V edizione (29 maggio - 2 giugno) del Festival Biblico a Vicenza dal tema I volti delle Scritture aprirà in anteprima con l’esecuzione del Paulus, da parte dell’Orchesta e
Coro del Duomo di Graz, il 23 maggio 2009 alle ore 19 nella chiesa di san Paolo a Vicenza (serata ad ingresso libero fino ad esaurimento dei posti): www.festivalbiblico.it.
3. Vedi nel sito riservato agli abbonati l’allegato n. 1. Il canto liturgico secondo Paolo).
4. Il padre di Felix – ricordando Moses, famoso suo padre e nonno del musicista – “con
saggio umorismo” diceva di sé: «Per un po’ di anni sono stato il figlio di mio padre, poi
sono diventato il padre di mio figlio!».
5. Il padre del musicista, Abraham, noto e ricco banchiere assimilato nella cultura tedesca, più tardi scrisse al figlio invitandolo ad abbandonare il cognome Mendelssohn
e ad usare soltanto quello di Bartholdy visto che – riferendosi al padre Moses Mendelssohn, il grande filosofo – «non ci può essere un cristiano Mendelssohn come non
può esserci un ebreo Confucio». Ma il musicista continuò ad usare ambedue i cognomi. Il padre del musicista assunse il cognome Bartholdy dal nome di una proprietà acquistata.
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XVIII Festival che ospitava la Nona sinfonia e due ouvertures di Beethoven, oltre a musica sacra di Händel e Mozart.
È la prima parte di una incompiuta trilogia con Elias (1846) e
Jesus, che rimase solo in forma di bozza, come progetto mai
portato a composizione definitiva.
Ai tempi di Mendelssohn l’oratorio era un genere musicale
ormai non più praticato. Gli ultimi esempi erano stati i 4 oratori6 di F.J. Haydn (1732-1809) e quell’immensa “Bibbia musicata” di ben 32 oratori7 di G.F. Händel (1685-1759).
Il Paulus e l’Elias sono oratori chiaramente ispirati allo stile
delle grandi composizioni analoghe di Bach ed Händel. Dopo la prima dell’oratorio Paulus, Schumann scrisse: «Il Paulus è arte e non maniera. Qui tutto si percepisce: forma e figura, Bach e Händel e, tuttavia, non si avverte nella musica
imitazione o citazione dei suoi ispiratori».
Effettivamente Bach è il grande ispiratore degli oratori e di
molta musica sacra di Mendelssohn. A Bach, il grande maestro
di Eisenach, il giovane Mendelssohn aveva creato un riscatto
epocale quando mette mano alla Passione secondo Matteo (la
Matthäus Passion, BWV 244): la studia per due anni con un lavoro tenace e scrupoloso e l’11 marzo 18298 ne dirige la prima
esecuzione moderna nella sala della Singakademie di Berlino, ridonando al mondo dopo quasi un secolo, un capolavoro che
era stato oscurato da nuove tendenze e fraintendimenti.
Con i suoi oratori Mendelssohn dimostra l’esatta misura
del suo genio musicale continuando una innovazione iniziata da Händel e continuata con Haydn: l’oratorio non è
più correlato ad una cerimonia liturgica specifica ma viene
eseguito in una sala da concerto, diventando un mezzo di
comunicazione religiosa, espressione di un momento storico e culturale che spesso la musica anticipa mentre le altre
istituzioni non sempre ne riconoscono subito l’urgenza e
l’efficacia.
Il testo del Paulus
Il testo dell’oratorio è costituto da citazioni bibliche, come
sottolinea il titolo: Paulus. Oratorium nach Worten der Heiligen Schrift. Per l’esigenza narrativa della storia sono prevalenti i testi del libro degli Atti degli Apostoli (di quella parte
che riguarda gli “Atti di Paolo”, dal capitolo 6 al capitolo
28, l’ultimo, ma qui nel Paulus soltanto fino al capitolo 21)
e delle lettere di Paolo stesso. La lettera più citata è quella a
Timoteo e poi, non casualmente, quella ai Romani9. Ma anche testi dall’Antico Testamento (dal libro del Levitico, i
salmi, i profeti Isaia e Geremia) e del Nuovo (il Vangelo sea
condo Matteo, la lettera di Giacomo e la 1 lettera di Giovanni e l’Apocalisse)10.
Mendelssohn stesso, insieme all’amico e pastore luterano
Julius Schubring, opera la scelta del testi biblici. Sono invece di loro creazione due dei quattro corali mentre gli altri
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due appartengono alla tradizione protestante dei corali.
Queste citazioni bibliche non sono testi autonomi11 ma rappresentati e cantati dai personaggi che animano l’Oratorio.
Sono testi concatenati secondo una struttura che preveda alcuni nuclei drammatici e consenta contemporaneamente
una corretta e plausibile distribuzione dei pezzi chiusi (cori,
duetti, terzetti ecc.)12.
La musica
L’oratorio inizia con un’ampia e solenne ouverture13, un
vero e proprio corale per orchestra che già evoca la presenza di Bach perché echeggia il corale bachiano Wachet
auf, ruft uns die Stimme (Risvegliatevi, è la Voce che ci chiama, BWV 140/7) il cui testo e la cui ispirazione è presente
6. Il ritorno di Tobia (del 1775; rev. 1784, Hob XXX:1), Die sieben letzten Worter unseres Erlösers am Kreuze (Le ultime parole del nostro Redentore sulla croce, del 17951796 per soli, coro e orchestra, Hob XX/2), Die Shöpfung (La creazione, del 1798, Hob
XXI:2: vedi «Nuova Secondaria», n. 5, 15 gennaio 2009) e Die Jahreszeiten (Le Stagioni, 1801, Hob XXI:3).
7. Vedi Messiah. An Oratorio in «Nuova Secondaria», n. 7, 20 marzo 2009. In particolare Händel valorizza alcuni testi di Paolo dalla lettera ai Romani 10,18; 19,15; 8,31.3334, alla 1 Corinzi 15,20.21-22.51-52a.52b-53.54.55-56.57, agli Ebrei 1,5.6. Mentre
Colossesi 2,3; 1 Timoteo 3,16 sono citazioni poste all’inizio del libretto del Messiah ma
non sono musicate.
8 Dopo l’entusiasmante successo della prima, la Passione secondo Matteo di Bach fu
replicata il 21 marzo dello stesso anno, anniversario della nascita di Bach e da allora
ogni anno la Singakademie la eseguì durante la Settimana Santa.
9. La figura di Paolo è molto importante nel panorama della cultura e della teologia tedesca. La stessa esperienza teologica ed esistenziale di Lutero viene analogata con
quella di Paolo. Lo studio delle lettere di Paolo ha costituito un riferimento costante da
parte dei Riformatori e del grandi teologi protestanti, da Lutero a Karl Barth (cfr. i loro
commenti alla lettera ai Romani di Paolo).
10. Nel “contare” la presenza degli specifici testi biblici nel Paulus, le statistiche servono per evidenziare, almeno oggettivamente, la rilevanza e la frequenza di alcuni testi rispetto ad altri e chiedersi le motivazioni. Ecco i dati: 15 citazioni dell’Antico Testamento (Levitico 2 citazioni, Salmi 9, Isaia 2, Geremia 2), 68 citazioni del Nuovo (Vangelo
secondo Matteo 3, Atti 49, Lettera ai Filippesi 1, Lettera ai Romani 3, 1a Lettera ai Corinzi 1, 2a Lettera ai Corinzi 1, 2a Lettera a Timoteo 4, 1a lettera di Giovanni 1, Lettera
di Giacomo 1, Apocalisse 4).
11. Come per esempio le citazioni di 1Corinzi 15,51-52.54-55 ed Ebrei 13,14 che J.
Brahms (1833-1897) valorizza nel suo Ein deutsches Requiem (1869, op. 45, per soprano, baritono, 4 voci, coro, orchestra e organo ad libitum in sette parti), un’opera di
cui non si può parlare senza prima averla ascoltata, soprattutto le ispirate e grandiose
pagine che compongono musicalmente i testi di Paolo.
12. Il testo del Paulus compone letterariamente e musicalmente alcuni eventi della vita di Saulo/Paulo, distinti da Mendelssohn in due parti (e dal punto di vista narrativo da
6 scene):
nella prima parte:
1. la lapidazione (e il martirio) di Stefano
2. la conversione sulla via di Damasco, la sua cecità
3. la guarigione miracolosa della sua cecità da parte di Gesù Cristo mediante Anania;
Saulo si fa battezzare da Anania e si fa chaiamre Paolo
nella seconda parte:
4. predicazione missionaria di Paolo e Barnaba e primi contrasti con i giudei
5. persecuzione di Paolo da parte dei pagani, che in un primo tempo, esaltati dalle sue
parole, vorrebbero adorarli come dèi (Mercurio e Giove)
6. Paolo si congeda dalla comunità di Efeso e parte per Gerusalemme.
13. L’impossibilità di esemplificare un ascolto guidato e tematizzato inserendo nel sito
brani didatticamente fruibili del Pualus riduce a qualche parola di commento tutto ciò
che compete la musica delle opere che abbiamo presentato in questi mesi sulla rivista.
Per alcune opere abbiamo rimandato a siti internet che documentano esecuzioni di alcune parti. Nel caso di Paulus – non essendoci su internet riproduzioni di brani – rimandiamo a due siti che elencano le incisioni, diverse per interpretazioni e per costi.
Cfr. http://www.arcadiacdcenter.it/result_sel.php?start=380&chiave=&casa=&cod
=&lin=&lett=M&tipo= e http://www.stradivarius.it/expsearch.php?Brani=Paulus%
20op%2036%20(1836). Chi ha qualche competenza musicale o intende farsene, può
cimentarsi nella lettura della partitura del Paulus e in qualche sua riduzione per voci e
pianoforte: vedi allegato n. 2 (selezione partitura Paulus) nel sito riservato agli abbonati.
nel corale n. 15 del Paulus; prosegue con la grandiosa fuga
che si risolve in un lungo e accorato accordo che prelude
ad una soddifazione che il coro successivamente espleta
con evocazioni bachiane e… mozartiane.
La comunicazione musicale del Paulus si avvale di generi e
linguaggi musicali della tradizione tedesca:
– i recitativi: raccontano gli eventi e sono tutti testi degli Atti degli Apostoli, dal capitolo 6 (arresto, processo, testimonianza e martirio di Stefano) al capitolo 21 (partenza di Paolo per Gerusalemme). I recitativi drammatici sono riservati
più frequentemente al tenore ma anche al soprano;
– le arie: molto brevi ma intensamente espressive; i testi biblici sono prevalentemente salmi, ma anche testi poetici dell’Antico (Geremia) e del Nuovo Testamento (vangelo secondo Matteo, lettere paoline e Apocalisse)14;
– il coro: testi poetici dell’Antico (Levitico, cantato dai giudei) e del Nuovo Testamento (Atti degli Apostoli, lettere paoline) che meditano sugli eventi raccontati e lodano Dio. Il coro apre e chiude le due parti dell’oratorio15 e i loro testi sono
indipendenti dagli eventi raccontati. I cori sono integrati nell’azione che è raccontata dai solisti (tenore e soprano) in alternanza. Sono ben 20 gli interventi del coro, per cui rappresentano l’architettura portante dell’oratorio. La scrittura vocale ed altri elementi di scelte compositive musicali evocano
i cori degli oratori di Händel16.
Il corale: è il canto della comunità ecclesiale dei fedeli15 basato su testi originali mediante i quali i cristiani assumono la
propria responsabilità davanti a Dio, lodato e riconosciuto
come il Signore e Salvatore. Sono quattro i corali: tre nella
prima parte ed uno nella seconda17. Non sono quindi testi desunti dalla Bibbia ma parafrasi teologiche e spirituali e meditative sulla vita alla luce della Parola di Dio, composte18 in
forma poetica, ritmica, in numero variabile di versi, spesso
con rima libera o baciata (AABB, come il corale n. 28) o variamente alternata (ABABCCD, come il corale n. 2).
Parallelamente a questi mezzi vocali, l’orchestra contribuisce in modo essenziale alla costituzione di un vero e proprio linguaggio musicale nello stile degli oratori di Mendelsshon. Non solamente accompagna o traduce il testo,
prepara l’entrata delle voci e le sostiene, ma ha anche una
sua propria autonomia comunicativa (esempio magistrale
è l’ouverture).
I personaggi di questa storia paolina e biblica sono: il coro
dei cristiani, dei giudei, della gente e del popolo, il protomartire Stefano (tenore), Saulo/Paolo (basso), Anania (tenore), Barnaba (tenore) e Gesù Cristo (quattro voci femminili!),
due falsi testimoni (bassi). I personaggi non sono soltanto
immagini e creazioni musicali, ma protagonisti di una realtà
vissuta e sofferta nella contemporaneità del compositore e
degli ascoltatori19.
Il Paulus non ha un carattere drammatico, come l’Elias, ma è
più meditativo, contemplativo, di sentita riconoscenza a Dio
e di ritrovata identità espresse nella solennità dignitosa e
non “barocca” dei cori e in un’orchestrazione che crea un’atmosfera nuova e maestosa, che attraverso gli effetti coloristici e i frequenti cambiamenti di tonalità, raggiunge momenti
di elevata bellezza e contemplazione.
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L’antico diventa futuro e lo spirito
germanico diventa cosmopolita
In un’epoca nella quale la negazione del passato era la norma, Mendelssohn mostrò un notevole interesse per la tradizione cercando in questa gli elementi costitutivi del suo linguaggio. Mendelssohn scrive: «Che tutto ciò che è antico e
buono resti nuovo, quando parimenti ciò che si aggiunge deve essere diverso dall’antico, perché ciò proviene da uomini
nuovi e diversi». Un esempio per la nostra contemporaneità
culturale e scolastica20.
Pasquale Troía
Pontificia Università «S. Tommaso d’Aquino»
Roma
14. Le arie e le parti solistiche sono limitate al minimo e musicalmente poco sviluppate. Qualche musicologo (per esempio Ralf Wehner) vi intravede un’intenzionalità: la
prevalenza della coralità nel Paulus è espressione dell’identità e dell’ideologia borghese all’inizio del XIX secolo. Nel Paulus questo è reso evidente sia quando le parti solistiche e il coro sono spesso legati tra di loro (un esempio per tutti il n. 7), sia quando
le parti solistiche sono poco sviluppate (vedi l’arioso n. 12 e la cavatina n. 39).
15. Vedi l’allegato n. 3 (testo del Paulus e sua struttura) nel sito riservato agli abbonati.
16. Mendelssohn aveva studiato alla British Library di Londra gli autografi di Händel ed
al festival musicale di Düsseldorf aveva diretto nel 1833 Israele in Egitto, uno dei 32
oratori di Händel.
17. La loro collazione è autonoma (al n. 3 e 6) della prima parte, mentre al n. 9 della
prima parte segue un recitativo e al n. 29 della seconda parte si fonde con il coro che
lo precede.
18. Gli autori del testo letterario dei corali del Paulus sono: Nikolaus Decius, 1522 (corale 2), Philipp Nikolai, 1599 (corale 15, Wachet auf, ruft uns die Stimme, lo stesso testo del corale n. 140/7 musicato da Bach ed ispirato a Lui: cfr. anche l’omonima cantata di Bach BWV 140) mentre il testo dei corali n. 8 è composto da Mendelssohn e
dal suo amico teologo Julius Schubring e dal testo di esplicita evocazione liturgica (specialmente il n. 28).
19. Almeno alcune osservazioni sui personaggi e la tipologia di voce scelta da Mendelsssohn: Paolo canta con la voce di basso come Pietro (che come Paolo ha un’esperienza di caduta e pentimento/conversione) nella tradizione bachiana della Passione secondo Matteo, e non solo canta (arie), ma diventa anche narratore di sé con qualche recitativo. La voce di Gesù di Nazareth che ferma e chiama Saulo sulla via di Damasco, da
Mendelssohn è ‘umanizzata’ in tre interventi consecutivi da un piccolo coro di quattro
voci femminili! (n. 14). Il contrasto tra pagani e giudei è reso musicalmente da due modalità di farli cantare: i pagani cantano in coro in modo semplicistico e quasi rozzo (spesso all’unisono, con una armonizzazione molto facile e un canto semplicemente antifonico), mentre i giudei godono di un canto musicalmente più elaborato.
20. Per valorizzare didatticamente il Paulus vedi allegato n. 4 (attività didattiche mediante il Paulus) nel sito riservato agli abbonati.
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sinistra) nella pagina DALLA RIVISTA, sezione Integrazione agli
articoli:
allegato n. 1 (selezione partitura Paulus)
allegato n. 2: il canto liturgico secondo Paolo
allegato n. 3: testo del Paulus e sua struttura
allegato n. 4 (attività didattiche mediante il Paulus).
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