Scarica il programma di sala - Università degli studi di Pavia
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...“Il Paulus è un’opera di vena purissima, di pace e d’amore...”, questo il giudizio che dava R. Schumann dell’oratorio (composto tra il 1834 e il 1836 sul testo del teologo J. Schubring) di Mendelssohn. Il compositore tedesco riportò il genere dell’Oratorio ad un nuovo splendore, rivestendo di una sensibilità squisitamente romantica le severe architetture di Bach ed Händel. Nelle arie, il canto, si accosta molto per la dolcezza, allo stile liederistico. Questo fa sì che varie pagine, belle in sé per il disegno della linea melodica, siano concepite secondo lo spirito della musica da camera, più che secondo il sentimento religioso. L’aria ‘Jerusalem’ per soprano, pervasa di una dolcezza severa, quasi fatale, ne è un esempio. I brani napoletani Miserere in sol minore di D. Sarro e Magnificat in re minore di F. Mancini sono una ‘riscoperta’ dovuta allo stretto collegamento tra ricerca musicologica ed esecuzione che caratterizza l’attività del Coro della Facoltà di Musicologia. Non si tratta però di una riesumazione di valore solo documentario: il sapore speziato dell´armonia, lo stile vocale ricercato, l´attenzione al dettaglio nella scrittura strumentale sono tutti elementi che concorrono a dare interesse anche estetico a queste partiture finora sconosciute, godibilissime all’ascolto e testimoni della ricchezza della tradizione musicale napoletana. Il Comitato pro restauro organo Un sentito ringraziamento agli sponsor e a tutti coloro che, con generosità, hanno contribuito alla realizzazione dello spettacolo Ass.to alla Cultura e Paesaggio della Provincia di Reggio Emilia, Ass.to alla Cultura del Comune di Boretto, Intesa SanPaolo, Padana Tubi, Ass.ne Turistica Pro-Loco, Cray Valley, Smeg, Padana Servizi, Ottica Daolio Attilio, Osteria La Busa, Zilioli Sergio, Emel, Cartoleria Peter Pan Basilica di S. Marco Evangelista di Boretto 14 giugno 2009 ore 21.00 In occasione delle celebrazioni di G.F. HÄNDEL e di F.J. HAYDN, nel rispettivo anniversario di 250 e 200 anni dalla loro scomparsa, e di F. MENDELSSOHN nel bicentenario dalla sua nascita CONCERTO PER SOLI, CORO E ORCHESTRA Luca FANFONI (violino), Silvia LOMBARDI (soprano) Eszter VERESZKI (flauto) Orchestra dell’Università di Parma direttore: LUCA AVERSANO Coro della Facoltà di Musicologia di Cremona direttore: INGRID PUSTIJANIC Il concerto è in memoria di M.Teresa Catellani Ingresso ad offerta libera con incasso devoluto al restauro dell’organo Programma G.F. HÄNDEL (1695 - 1759): Sinfonia dall’oratorio Messiah F.J. HAYDN (1732 - 1809): Concerto in re maggiore per flauto e orchestra M.A. CHARPENTIER (1643 o 1636 - 1704): Preludio dal Te Deum N. PAGANINI (1782 - 1840): Concerto n. 6 in mi minore per violino e orchestra G.F. HÄNDEL (1695 - 1759): ‘Ombra mai fu’ - Largo per soprano e orchestra dall’opera Serse F. MENDELSSOHN (1809 - 1847): ‘Jerusalem’ - Aria per soprano e orchestra dall’oratorio Paulus op.36 D. SARRO (1679 - 1744): Miserere in sol minore per soprano, coro, archi e basso continuo F. MANCINI (1672 - 1737): Magnificat in re minore per coro, archi e basso continuo La Sinfonia che apre il Messiah, oratorio composto a Dublino nel 1741 in pochi giorni di febbrile lavoro, è un preludio strumentale nella forma d’un ouverture francese. È una delle più belle che Händel abbia composto. Parte con un “ grave” austero e conciso, cui fa seguito un “allegro” vivace ed animato. Opera giovanile di F.J. Haydn il Concerto in re maggiore per flauto e orchestra è diviso classicamente in tre tempi. I due tempi veloci sono in re maggiore, l’adagio centrale è in sol maggiore, con il carattere elegiaco tipico anche dei tempi lenti delle sinfonie di Sammartini. Gli Allegri portano, al contrario, i segni caratteristici dello stile classico, anche se l’alternanza abbastanza rigida dei tutti e dei soli reca ancora l’impronta del concerto barocco. Il flauto è trattato in maniera abbastanza virtuosistica. Probabilmente massimo esponente della musica sacra francese del periodo barocco e soprannominato dai suoi contemporanei “la fenice di Francia”, M.A. Charpentier compose il Te Deum a Parigi, quasi certamente durante gli anni in cui fu, fra il 1688 ed il 1698, maestro di musica del collegio dei gesuiti della chiesa di Saint Louis-le-Grand in rue Antoine. L’attacco del Preludio trionfale, strutturato sulla base di una fanfara in forma di rondò, è universalmente noto come sigla dell’Eurovisione. Il Concerto n.6 in mi minore per violino e orchestra di N. Paganini è una partitura in copia non autografa e con accompagnamento di chitarra, rinvenuto a Londra nel 1972. Il lavoro è stato acquistato dall’istituto di Studi Paganiniani che lo ha pubblicato nel 1973, con l’accompagnamento orchestrale composto da Federico Mompellio. Composizione ascrivibile all’età giovanile (periodo della Restaurazione), il concerto risente dei modelli di autori che Paganini ben conosceva, come Kreutzer, Rode e Viotti, con qualche eco tecnica di Alessandro Rolla. Si compone di tre movimenti: Allegro bitematico, con libero sviluppo di motivi anziché elaborazione dei temi, Adagio in mi maggiore, Rondò in cui imprime carattere e tempo di polacca. ...‘Ombra mai fu’... . Dopo la sinfonia e sei versi di recitativo, così comincia l’opera Serse (Londra 1738): bizzarramente innamorato del suo platano, il re di Persia canta la meraviglia dell’ombra che ne sta godendo. L’immacolato cantabile (un Larghetto in ¾), ha conosciuto lunga ma singolare fortuna: è stato trasformato in «colloquio spirituale» («O mio Signor», che ascolteremo stasera), trascritto per organo, anche riorchestrato come Largo strumentale.