Raimondo MONTECUCCOLI, una storia goliardica e fortunata

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Raimondo MONTECUCCOLI, una storia goliardica e fortunata
Raimondo MONTECUCCOLI, una storia goliardica e fortunata
Raimondo MONTECUCCOLI
UNA STORIA GOLIARDICA... e fortunata
E’ stata brillantemente rievocata dal comandante Sergio Nesi nel suo:
Tutto ruota intorno alla figura di Raimondo Montecuccoli, condottiero seicentesco ma anche
moderno “fantasma” con la divina missione di proteggere l’incrociatore che porta il suo nome
dalle mille insidie delle missioni di guerra nel Mediterraneo.
Tutto nasce da una storia vera che diviene uno degli spassosissimi aneddoti raccontati dal
comandante Sergio Nesi, amico dei Piloti del Porto di Genova, nel suo libro “Volo dell’Alcione”.
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Allo scoppio della guerra, il T.V. Giulio Pelli, estroso Ufficiale di rotta del Montecuccoli,
introdusse l’usanza di coprire con la carta di un cioccolatino la
“O”
del motto
“
Centum Oculi”
che campeggiava in alto sul quadro del condottiero posto nel quadrato Ufficiali della nave.
Questa semplice accortezza, nell’idea del Pelli, avrebbe procurato all'incrociatore, che secondo
lui difettava di corazzatura, una discreta “scorta” di ben cento colpi di fortuna da "spendere"
durante il corso della guerra.
La cosa andò ovviamente ben oltre la trovata goliardica.
Un paio di marinai di guardia in coperta svennero dallo spavento asserendo di aver visto il
fantasma del condottiero comparire dal buio della notte mentre i colpi di fortuna che
riguardarono l’incrociatore nelle sue navigazioni di guerra continuarono a moltiplicarsi stante la
carta stagnola ben appiccicata sulla “O” del motto del condottiero.
Ma il sugello alla leggenda del fantasma di Montecuccoli si ebbe il 15 giugno 1942, durante la
battaglia di Pantelleria. Il solo colpo d’artiglieria che raggiunse il Montecuccoli attraversò il
quadrato ufficiali seminando nell’ambiente diversi fori di scheggia. Una di queste schegge andò
proprio ad impattare sul quadro del condottiero provocando la chirurgica asportazione della
famigerata
“O” d
el motto
“
Centum Oculi”
. La goliardica storiella del fantasma di Montecuccoli divenne pertanto storia.
Ecco quindi il filo conduttore di questo bel romanzo del Nesi. La storia della vita terrena del
condottiero “rigorosamente desunta dalla vasta letteratura citata nella indicazione bibliografica
desunta da padre Berardo Rossi […] nel suo bellissimo libro Raimondo Montecuccoli”
e la vita ultraterrena del suo fantasma, raccontata attraverso il personaggio del giovane Ufficiale
Sergio Rocca, unico nome di fantasia del romanzo, che altri non è che il Nesi stesso.
Nonostante il rigore storico che contraddistingue l'opera, il romanzo del Nesi è tutt'altro che
noioso. Grazie allo stile brillante dell’autore che, come nella precedente trilogia dell’Alcione, è
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prodigo di aneddoti e freddure, la lettura è piacevole e scorrevole.
Per chi non fosse in possesso poi della già citata ormai introvabile trilogia, inoltre, il romanzo è
anche un ottima occasione per poter leggere una buona parte delle incredibili avventure
trascorse dal Nesi durante la Seconda guerra mondiale. Quelle appunto che si riferiscono al
suo periodo d’imbarco sul Montecuccoli.
Post Scriptum:
Per chi fosse riluttante a credere alla storia del fantasma di Montecuccoli, ecco le foto del
quadro in questione che, dopo il disarmo dell’incrociatore, fu collocato nel Museo Navale di
Venezia.
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gentile
Ringrazio
concessione
il nostro
Vicepresidente,
il socio
Mare
lo storico
Nostrum
Maurizio
socio
di BETASON,
Franco
Bernareggi
libro
dell’Arsenale
di di
Sergio
veneziano.
Nesi
eedella
fotodidel
quadro
dallo
stessoBrescia,
ammirato
nel per
Museo
la segnalazione
Storico per ladel
A
cura
Carlo
Gatti
24.12.2012
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