Diapositiva 1 - Doc Congress
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Antonio MESSA Cattedra di economia aziendale, Lugano - CH Episodi di storia dell’ AIDS A. MESSA – Episodi di storia dell’AIDS – Milano 19 Marzo 2016 Negli anni intorno al 1980 arrivò l’ AIDS A. MESSA – Episodi di storia dell’AIDS – Milano 19 Marzo 2016 un celebre saggio di Susan Sontag, Malattia come metafora, pubblicato nel 1992, prende in esame soprattutto tre patologie: la tubercolosi, il cancro, e, a partire dal 1981, l’Aids. Slim disease The plague Ognuna di queste malattie si è fatta carico di un vasto apparato di simbologie sociali e morali che sono entrate prepotentemente nella letteratura, nel teatro e nel cinema. A. MESSA – Episodi di storia dell’AIDS – Milano 19 Marzo 2016 In questi ultimi 30 anni l’ AIDS ha mietuto vittime in ogni angolo del mondo, in ogni fascia sociale, causando anche la scomparsa di vere e proprie leggende dello showbiz internazionale e attirando l’attenzione della stampa A. MESSA – Episodi di storia dell’AIDS – Milano 19 Marzo 2016 La condanna morale è sempre ed ancora evidente, trapela addirittura dai nomignoli che vengono dati ai sieropositivi e ai malati. In India, ad esempio, vengono chiamati: «Quelli che hanno il sangue sporco», «quelli che hanno molte relazioni», «i vermi dei bassifondi». In Zambia le donne vengono dette «puttane», gli uomini «donnaioli», o ancora «quelli che hanno la malattia incurabile». In Ucraina, a molti chilometri di distanza, le donne tossicodipendenti e sieropositive vengono semplicemente chiamate «animali». In Burkina Faso gli infettati sono «discepoli di Satana». In ogni caso, la malattia viene associata a comportamenti devianti e che meritano la disapprovazione sociale. A. MESSA – Episodi di storia dell’AIDS – Milano 19 Marzo 2016 “Ogni 10 secondi, nel Mondo una persona muore di Aids” È questo lo sconcertante dato messo in luce dallo spot realizzato dalla Marcassin per Sidaction, un’associazione che aiuta i malati di Aids e promuove campagne di sensibilizzazione forti e azzeccate come questa (2007) A. MESSA – Episodi di storia dell’AIDS – Milano 19 Marzo 2016 Nei primi anni non esistevano terapie, tanti morirono A. MESSA – Episodi di storia dell’AIDS – Milano 19 Marzo 2016 Michel Foucault tenne rigorosamente nascosta la sua malattia, morendo nel 1984 a soli 58 anni. Il filosofo francese aveva contratto il virus forse in California, in uno dei bagni turchi frequentati dagli omosessuali. “Michel è stato ricoverato una sola volta. Alla fine. I mesi precedenti, aveva seguito una cura in ambulatorio. All'inizio era una tosse. Michel aveva subito degli esami dolorosi, come la fibroscopia, che all'epoca si faceva con molte meno precauzioni anestetiche di oggi. Michel sopportava, era molto duro con sé stesso. Quando usciva da quell'esame, andava a lavorare direttamente alla Biblioteca Nazionale, e questo fatto nascondeva per me i suoi problemi di salute. Nel gennaio del 1984, la sua cura di Bactrim si era dimostrata molto efficace. All'epoca, la rappresentazione dell'Aids era quella di una malattia brutale, che portava presto alla morte. Bene, non ne era il caso ai nostri occhi. E quindi l'ipotesi dell'Aids, che avevamo chiaramente evocato entrambi nel dicembre del 1983, è sparita davanti all'efficacia della cura. Dato che guariva, voleva dire che non era l'Aids… La vita è ripresa. È primavera. Michel svolge i suoi corsi al Collège de France nel febbraio del 1984, finisce di scrivere due libri, continua a fare esercizi coi pesi tutte le mattine. Una vita normale, anche se è estremamente dimagrito, fragile. E a giugno, la ricaduta. Un ricovero di 3 settimane che si concluderà col suo decesso”. Daniel Defert ("Les derniers jours", tratto dal giornale Libération, 25 Giugno 2004 A. MESSA – Episodi di storia dell’AIDS – Milano 19 Marzo 2016 La prima vittima celebre che ammise pubblicamente di essere affetta da AIDS fu il divo statunitense Rock Hudson, morto il 2 ottobre 1985. Il "caso Rock Hudson" portò alla coscienza degli USA, dell'Europa e delle popolazioni di molti altri Paesi, l'esistenza della sindrome e di come essa non fosse un destino riservato a pochi emarginati, né una "prerogativa" del mondo omosessuale (in realtà il divo era gay). La sua immagine di uomo virile, bianco, ricco e persino repubblicano (amico personale di Ronald Reagan), non sembrava avere nulla a che fare con lo stereotipo imperante circa la tipologia delle vittime del morbo, dimostrando così che le convinzioni confortate dalle statistiche sulle cosiddette "categorie a rischio" andavano senz'altro riviste. A. MESSA – Episodi di storia dell’AIDS – Milano 19 Marzo 2016 Hudson visse sulla sua pelle la discriminazione e la psicosi legata a questa malattia di cui si sapeva poco e faceva paura: quando un comunicato stampa diffuse la sua reale situazione sanitaria, l'ospedale di Parigi in cui era ricoverato si svuotò immediatamente per il terrore del contagio. L'attore volle rientrare subito negli Stati Uniti ma il suo staff incontrò notevoli problemi nel reperire un volo, poiché nessuna compagnia aerea voleva averlo come passeggero. L'attrice Linda Evans, che qualche anno prima aveva baciato Hudson sul set di Dynasty, si sottopose a controlli medici, risultando poi non infettata, non sapendo che il virus non si trasmette col bacio. Mori a 59 anni. A. MESSA – Episodi di storia dell’AIDS – Milano 19 Marzo 2016 Nel 1987 Jean-Paul Aron decise di rompere il silenzio, primo in Francia, facendosi intervistare dal settimanale Nouvel Observateur che uscì con una copertina titolata Mon Sida ("Il mio AIDS), Aron morì l’anno successivo Pour la première fois en France, une personnalité brise le silence sur sa maladie. Pas n’importe quelle personnalité. A 62 ans, Jean-Paul Aron, agrégé de philosophie et scientifique de formation, est écrivain, sociologue, auteur d’un roman, La Retenue (Grasset), de pièces de théâtre, d’ouvrages sur l’institution littéraire (Qu’estce que la culture française ?, DenoëlGonthier, 1975), sur la répression sexuelle (Le Pénis et la démoralisation de l’Occident, avec Roger Kempf, Grasset, 1978). Ses recherches donneront lieu à des productions radiophoniques, cinématographiqu es et télévisées (dont une série de huit films sur l’histoire de la médecine). A. MESSA – Episodi di storia dell’AIDS – Milano 19 Marzo 2016 Robert Mapplethorpe artista americano, famoso per aver forzato i confini della fotografia, sia nella scelta dei soggetti (spesso immagini controverse e sessualmente esplicite) che nella particolare tecnica; divenne famoso negli anni 70 e 80, per le sue fotografie di uomini omosessuali nudi, ma nella sua vita artistica ha anche fotografato soggetti più tradizionali come i fiori. Suoi sono inoltre i ritratti dei più influenti artisti del periodo in cui visse, scrittori e musicisti che frequentavano l’ambiente artistico newyorkese, tra cui A. Warhol, T. Capote, A. Lear e Patti Smith. Nacque nel 1946 e morì nel 1989 Oggi le fotografie di Mapplethorpe si trovano nei maggiori musei del mondo. “Ci salutammo e lasciai la stanza. Qualcosa mi spinse a tornare indietro. Era scivolato in un sonno leggero. Restai a guardarlo. Così sereno, come un bambino vecchissimo. Aprì gli occhi e mi sorrise. “Sei già tornata?” Poi si riaddormentò. L’ultima immagine di lui fu come la prima. Un giovane che dormiva ammantato di luce, che riapriva gli occhi col sorriso di chi aveva riconosciuto colei che mai gli era stata sconosciuta”. A. MESSA – Episodi di storia dell’AIDS – Milano 19 Marzo 2016 Vittima della discriminazione fu anche il ragazzo emofiliaco Ryan White, che dopo una trasfusione di sangue contaminato contrasse il virus e, nel 1984, sebbene i medici avessero escluso il rischio di contagio, fu espulso dalla scuola, diventando un simbolo della lotta all'HIV/AIDS negli USA: per lui intervennero Magic Johnson, Elton John e Michael Jackson. Nel 1990, un mese dopo la morte di White, il Congresso degli Stati Uniti d'America proclamò il Ryan White Care Act, fondamentale per contrastare l'AIDS A. MESSA – Episodi di storia dell’AIDS – Milano 19 Marzo 2016 The Ryan White HIV/AIDS Program works with cities, states, and local community-based organizations to provide services to an estimated 536,000 people each year who do not have sufficient health care coverage or financial resources to cope with HIV disease. The majority of Ryan White HIV/AIDS Program funds support primary medical care and essential support services. A smaller but equally critical portion is used to fund technical assistance, clinical training, and the development of innovative models of care. The Ryan White HIV/AIDS Program, first authorized in 1990, is funded at $2.32 billion in fiscal year 2014. The Program is administered by the U.S. Department of Health and Human Services (HHS), Health Resources and Services Administration (HRSA), HIV/AIDS Bureau (HAB) A. MESSA – Episodi di storia dell’AIDS – Milano 19 Marzo 2016 The show must go on A. MESSA – Episodi di storia dell’AIDS – Milano 19 Marzo 2016 “…Desidero confermare che sono risultato positivo al virus dell’HIV e di aver contratto l’AIDS. Ho ritenuto opportuno tenere riservata questa informazione fino a questo momento al fine di proteggere la privacy di quanti mi circondano. Tuttavia è arrivato il momento che i miei amici e i miei fan in tutto il mondo conoscano la verità e spero che tutti si uniranno a me, ai dottori che mi seguono e a quelli del mondo intero nella lotta contro questa tremenda malattia…” « ...I wish to confirm that I have been tested HIV positive and have AIDS. I felt it correct to keep this information private to date to protect the privacy of those around me. However, the time has come now for my friends and fans around the world to know the truth and I hope that everyone will join with me, my doctors, and all those worldwide in the fight against this terrible disease... » A. MESSA – Episodi di storia dell’AIDS – Milano 19 Marzo 2016 Quando scoprì di essere HIV positivo mi spiegò che aveva delle notizie urgenti da comunicarmi. La mia reazione fu di incredulità e naturalmente rimasi colpito anche per quel che riguardava la mia salute. Mi disse che era in cura presso i migliori specialisti al mondo e che dovevo stare tranquillo. Ma non realizzai che Freddie stava morendo. Non volevo pensarci, anche perché Freddie era curato da altri ragazzi e tutti noi ci prendevamo cura di lui. Quella sera del 24 novembre 1991 Freddie era steso immobile e incapace di parlare sul suo letto. Oramai non prendeva più farmaci anti Aids ma solo dei potenti antidolorifici. La visita di routine svolta dal medico durò circa dieci minuti. Quando morì ero lì impotente, ricordo solo le parole del dottore: se fosse stato ricoverato in un ospedale non avrebbe ricevuto delle cure così attente come quelle ricevute in casa sua”. Peter Freestone Freddie Mercury, (Farrokh Bulsara) Malato di AIDS, è deceduto subito dopo la confessione del suo grave stato di salute la causa ufficiale del decesso fu una broncopolmonite aggravata da complicazioni dovute all'AIDS Mercury morì il 24 Nov. 1991 all'età di 45 anni A. MESSA – Episodi di storia dell’AIDS – Milano 19 Marzo 2016 Dopo un viaggio in Tunisia, alla fine dell'estate del 1991 viene ricoverato all'ospedale di Reggio Emilia. Sceglie il silenzio rispetto alla malattia (AIDS). Incontra solo pochi amici e nel letto d'ospedale scrive solo brevi appunti rispetto ad un progetto letterario che gli sta a cuore e non riuscirà a realizzare… Rivede anche alcuni libri già editi, per arrivare ad un versione definitiva. Per “Altri libertini” appronta una revisione parziale del testo tesa a evidenziare errori e a modificare situazioni linguistiche (in particolare le bestemmie) all'interno dei racconti. Per “Biglietti agli amici” ipotizza nuovi destinatari e nuovi biglietti. Anche in questo caso il lavoro non viene ultimato. Muore il 16 dicembre 1991. Pier Vittorio Tondelli (1955-1991), scrittore e giornalista, morì a soli 36 anni, senza rivelare di avere l'AIDS. A. MESSA – Episodi di storia dell’AIDS – Milano 19 Marzo 2016 Scrittore, padre della robotica e divulgatore scientifico, la sua vita si conclude il 6 aprile 1992 aveva 72 anni: era stato infettato dal virus HIV durante una trasfusione di sangue nel 1983. Исаáк Ю́дович Ози́мов Che l'AIDS fosse stata la causa della sua morte è stato rivelato dieci anni dopo nella biografia scritta dalla moglie Janet, It's Been a Good Life. E’ stato dato il suo nome all‘ asteroide 5020 Asimov A. MESSA – Episodi di storia dell’AIDS – Milano 19 Marzo 2016 Con le ali ai piedi Rudolf Hametovic Nureyev (Рудольф Хаметович Нурeев), indimenticabile ballerino, è il personaggio che ha rivoluzionato il ruolo maschile nella danza. Quando l'AIDS fece la sua comparsa in Francia e nel mondo intorno al 1982, Nureyev vi prestò poca attenzione, come del resto fecero tantissimi omosessuali. Nureyev contrasse l'HIV probabilmente proprio intorno a quegli anni. Per un po' di tempo egli semplicemente negò che ci fosse qualcosa di strano riguardo alla sua salute e quando nel 1990 si ammalò senza ombra di dubbio, finse di avere diverse altre malattie, rifiutando qualsiasi trattamento fosse disponibile ai tempi Nato il 17 marzo 1938 muore il 6 Gennaio del 1993 A. MESSA – Episodi di storia dell’AIDS – Milano 19 Marzo 2016 Una delle prime vittime eterosessuali famose fu Arthur Ashe, tennista statunitense, che fu diagnosticato come positivo all'HIV il 31 agosto 1988, dopo aver contratto il virus da trasfusioni di sangue durante un intervento chirurgico al cuore; morì all'età di 49 anni, il 6 febbraio 1993. Due mesi prima di morire la sua ultima “volèe”, fondò l’ Arthur Ashe Institute for Urban Health per aiutare le persone dotate di un'assicurazione medica insufficiente alla propria salute; questa fondazione fece sì che Ashe fosse nominato sportivo dell'anno dal magazine di Sports Illustrated. A. MESSA – Episodi di storia dell’AIDS – Milano 19 Marzo 2016 Dario Bellezza (1944-1996), scrittore, poeta e drammaturgo. Omosessuale dichiarato, si ammalò nell'87. Morì a Roma in povertà e solitudine il 31 marzo del 1996 “Io relitto semiserio di un mondo scomparso… …io poeta, genere alimentare fra i più scadenti e ispessiti dalla volgarità del consumo …piango sulla comune sorte di rimanere dentro l’umano” Il poeta Dario Bellezza è ormai travolto da questa malattia terribile che è l' Aids, da questa infelice condizione che avrebbe voluto tenere nell' ombra - proprio lui, il dichiarato cantore dei ragazzi, il provocatore per eccellenza, l' esibizionista per antonomasia. Il poeta Dario Bellezza, già tanto prostrato, ha avuto negli ultimi tempi due dolori strazianti: la morte del padre ottantenne, colpito al cuore dalle notizie impudicamente circolate sul figlio omosessuale, e più recentemente il suicidio di Amelia Rosselli, la grande poetessa e amica di sempre, la donna con cui ha vissuto trent' anni fa in un appartamento vicino a piazza Trilussa, la "madre" accogliente e sempre complice, un po' come Elsa Morante, l' altra figura femminile significativa della sua esistenza "maledetta…“ …Diceva Dario Bellezza che non avrebbe più scritto versi, che sentiva tutta l' assurdità di fare poesia. Non è stato così, e in aprile uscirà questo nuovo Proclama sul fascino, il libro degli anni bui, della sua lunga notte. Un verso dice: Addio cuori/ addio amori. "E' un addio alla vita", sussurra al telefono. (Luciana Sica, La Repubblica, 21 Febbraio,1996) A. MESSA – Episodi di storia dell’AIDS – Milano 19 Marzo 2016 “Mio figlio è morto di Aids” Nelson Mandela aveva 86 anni quando ha convocato una conferenza stampa nella sua casa di Johannesburg per annunciare che il suo unico erede maschio, Makgatho Mandela, ad appena 54 anni, è stato ucciso dal virus HIV nel 2005. «Diamo pubblicità all'infezione - disse ai cronisti -. E' l'unico modo che abbiamo per farla apparire come una normale malattia. Soltanto così la gente smetterà di considerarla una cosa straordinaria, di vedere chi ne è colpito come qualcuno che è destinato all'inferno e non al paradiso». A. MESSA – Episodi di storia dell’AIDS – Milano 19 Marzo 2016 Tommy Morrison, presunto pronipote di John Wayne, fu scritturato nel 1989 da Stallone per interpretare il pugile allenato da Rocky Balboa Tommy Gunn, nel film Rocky V. Dopo un tentativo senza successo nel 1991 contro Ray Mercer, divenne campione della categoria pesi massimi del campionato WBO, titolo ottenuto sconfiggendo ai punti George Foreman il 7 giugno 1993 a Las Vegas. Difese il titolo con successo contro Tim Tomashek per poi venire sconfitto da Michael Bentt. Nel 1995 sfidò Lennox Lewis per il titolo IBC ma fu sconfitto per KO alla sesta ripresa. Ad un'intervista della CNN nel 1996, ammise pubblicamente di essere affetto da HIV, dopo essere risultato positivo ad un test poco prima di un match contro Arthur Weathers in Nevada, uno dei pochi stati dove si effettua questo tipo di controllo prima degli incontri. Alcuni anni più tardi si interessò alle ipotesi alternative sull'AIDS, smise di considerarsi malato ed interruppe qualsiasi terapia antiretrovirale. Nel 2007 è risalito sul ring. È deceduto il 1º settembre 2013 in un ospedale di Omaha, Nebraska, all'età di 44 anni. La madre Diana Morrison, poco prima del decesso del figlio, ammise che era in fin di vita devastato dall'AIDS. A. MESSA – Episodi di storia dell’AIDS – Milano 19 Marzo 2016 Anthony Perkins (1932-1992), ovvero il Norman Bates di Psycho. Scoprì di essere malato in una maniera clamorosa, leggendolo sul National Enquirer che aveva fatto analizzare segretamente un campione del suo sangue. Bisessuale, aveva avuto relazioni anche con Hudson e Nureyev. Giuliano Giuliani (1958-1996), portiere del Napoli di Maradona con cui vinse una Coppa Uefa (1988-89) e uno scudetto (1989-90). Sua moglie, la showgirl televisiva Raffaella Del Rosario, rivelò che Giuliani aveva contratto il virus in Argentina, nell'addio al celibato di Maradona, dove aveva avuto sicuramente rapporti non protetti. Una vittima celebre nel Regno Unito fu Nicholas Eden (m. 1985), membro gay del Parlamento inglese e figlio del defunto Primo ministro del Regno Unito Anthony Eden Ofra Haza (1957-2000). Cantante israeliana, non sono note le circostanze in cui aveva contratto il virus dell'Hiv: il marito, tossicodipendente, dichiarò che si era ammalata dopo una trasfusione; altre voci accusavano proprio lui di averle trasmesso il virus. Dack Rambo (1941-1994), recitò nella serie cult degli Anni 89 Dallas e rivelò di essere bisessuale quando annunciò di aver contratto il virus dell'Hiv. Liberace Brad Davis (1949-1991), attore nominato agli Oscar per Fuga di mezzanotte: si ammalò facendo uso di droghe e tenne segreta la malattia. (1919-1987). Pianista e personaggio televisivo di origini italiane, non rivelò mai né la sua omosessualità né il fatto di essere malato di AIDS. Nel 2013 Michael Douglas ha interpretato Liberace nel film Dietro i candelabri, diretto da Steven Soderbergh. Reinaldo Arenas (Regista morto suicida dopo aver ritirato il test), Lo stesso anno 1990 l'epidemia mieteva un'altra vittima illustre, l'artista Keith Haring A. MESSA – Episodi di storia dell’AIDS – Milano 19 Marzo 2016 Non dobbiamo mai dimenticare i vari: Franco, Bob, Luigi, Marc, Daniela, Jenny, Giovanna, Antonio, Luc, Beth, Giuseppe, Daisy, Gabriella, Rossana ... gli altri esseri umani, gli sconosciuti ai più A. MESSA – Episodi di storia dell’AIDS – Milano 19 Marzo 2016 Greg Louganis (1960) È considerato il più grande tuffatore di tutti i tempi: tra il 1976 e il 1988 vinse quattro ori olimpici e cinque titoli mondiali. Nel 1994 Louganis dichiarò pubblicamente la sua omosessualità, e prese parte ai Gay Games. Un anno dopo ammise di essere sieropositivo al virus HIV. Rivelò di sapere da anni di essere sieropositivo, sin da prima delle Olimpiadi di Seul. L'annuncio causò polemiche come nel caso dell'incidente accaduto nella qualificazione del trampolino: fu accusato di essersi fatto medicare la ferita sanguinante senza avvertire nessuno sul pericolo di contagio. A. MESSA – Episodi di storia dell’AIDS – Milano 19 Marzo 2016 Magic Johnson, nato nel 1959, annunciò di essere sieropositivo il 7 novembre del 1991, quando era al top della carriera (5 anelli con i Los Angeles Lakers). Il 7 novembre 1991 Earvin Johnson, meglio noto come Magic Johnson, annunciò il suo ritiro dal basket dopo avere contratto l’HIV. Aveva vinto cinque campionati NBA con i Los Angeles Lakers e per tre volte era stato nominato migliore giocatore del campionato americano. Era la prima volta che un personaggio tanto famoso annunciava in diretta al mondo di essere sieropositivo. Oggi, vent’anni dopo, Magic Johnson è uno dei simboli più conosciuti della lotta contro l’AIDS. Newsweek ha raccontato la sua storia: com’è riuscito a combattere la malattia e ad avere una vita normale. Oggi è in prima linea nella lotta all'AIDS. A. MESSA – Episodi di storia dell’AIDS – Milano 19 Marzo 2016 Cinque mesi prima del suo annuncio si era sposato con Earlitha Kelly, che in quel momento era incinta di due mesi. «Mia moglie sta bene, è risultata negativa al test» disse Johnson durante quella conferenza stampa di quindici minuti «continuerò a vivere la mia vita». La moglie all’inizio si era opposta alla sua decisione di parlare della malattia. L’AIDS era ancora poco conosciuta, e circondata da un fortissimo stigma sociale. Nell’opinione comune era una malattia associata soltanto alla comunità gay, i casi noti di persone eterosessuali contagiate erano ancora pochi. «Voglio diventare portavoce della lotta contro il virus dell’HIV», disse Johnson I medici lo sottoposero a una prima cura sperimentale a base di farmaci antiretrovirali. «Oggi la difficoltà principale», racconta David Ho, uno dei medici che lo hanno seguito fin dall’inizio «è fare in modo che prenda le pillole ogni giorno sempre alla stessa ora. È una sfida perché Johnson è un uomo molto impegnato ma si rende conto di quanto sia importante. Ormai è diventato un simbolo della vita contro l’HIV. Sa quello che serve per combattere il virus e lo fa». Oggi Magic Johnson dirige la Magic Johnson Enterprises dal suo ufficio di Beverly Hills. E naturalmente si occupa di lotta all’AIDS. «When I work, I’m on. I’m ‘Magic’» A. MESSA – Episodi di storia dell’AIDS – Milano 19 Marzo 2016 Charlie Sheen, 50 anni, ha recentemente annunciato di essere sieropositivo Hiv, ecco l’”effetto Charlie Sheen” Il 17 novembre 2015 Charlie Sheen appare in tv al Today show sul canale NBC. La rivelazione dell’attore sulla sua sieropositività scoperta 4 anni prima ha provocato negli Usa il massimo numero di ricerche internet legate all’Hiv. Ricadute positive sulla salute pubblica, secondo lo studio News and Internet Searches About Human Immunodeficiency Virus After Charlie Sheen’s Disclosure JAMA Int. Med. Feb. 22, 2016 Dal 2004 al 2015 l’attenzione dei media per il tema Hiv è andato in costante declino, passando da 67 a 12 storie/000. Il giorno delle dichiarazioni di Charlie Sheen, le notizie che parlavano di Hiv (nel 97% dei casi menzionavano anche lui) sono aumentate del 265%, con 6.500 contenuti solo su Google news. Quel giorno si è inoltre toccato il massimo numero di ricerche correlate all’Hiv mai registrato negli USA, a partire dal momento in cui Sheen fa outing e per le 72 ore successive. A. MESSA – Episodi di storia dell’AIDS – Milano 19 Marzo 2016 La nuova peste Ed ecco dunque, un film come “Il declino dell’impero americano” di Denys Arcand (1986), in cui compaiono le prime avvisaglie di ciò che fu definita la nuova peste, l’Aids,. E’ del 1995 il primo e unico film hollywoodiano – con tanto di attori/divi come Tom Hanks e Denzel Washington – ad affrontare direttamente la tematica dell’Aids: “Philadelphia” di Jonathan Demme AIDS A. MESSA – Episodi di storia dell’AIDS – Milano 19 Marzo 2016 In occasione di uno spettacolo teatrale, Monica conosce Andrea e ha con lui un rapporto sessuale non protetto. Quando l’amica di Monica, Chiara, ha un incidente e si rende necessaria una trasfusione di sangue, Monica si offre di donare il suo; scopre così di essere sieropositiva. Non rivela la notizia a nessuno se non a Chiara, la quale però, spaventata, fugge via da lei. Pentitasi, Chiara cerca di Samuele Marabotto di riavvicinarsi all’amica, ma questa la evita. film documentario (1993) Il film è girato in parte a Torino ed in parte a Milano, anche se nella storia non è presente un cambiamento di città. Realizzato dalla torinese Nova-T grazie all’aiuto di molti personaggi della canzone (ad es., Morandi, Ramazzotti e Ligabue), palesa un intento educativo: uscito nel 1993, in un periodo in cui l’Aids si sta affermando come nuovo pericolo sociale. intende sensibilizzare soprattutto i giovani (protagonisti del mediometraggio) sui comportamenti adeguati da adottare. A. MESSA – Episodi di storia dell’AIDS – Milano 19 Marzo 2016 “L’ora blu” Una sera di Maggio nel 2014, una domenica sera, 1.4 milioni di spettatori americani hanno deciso di accendere la Tv per assistere alla premiere di The Normal Heart, film basato sull’omonima opera teatrale di Larry Kramer che debuttò Off-Broadway nel 1985. Il film, diretto da Ryan Murphy, non è il primo tentativo di riportare The Normal Heart all’attenzione degli spettatori. Nel 2011, infatti, l’opera ha vissuto il suo debutto a Broadway, guadagnando ben 3 Tony Awards e 2 nomination. Nel 2011, infatti, l’opera ha vissuto il suo debutto a Broadway, portandosi a casa ben 3 Tony Awards e 2 nomination. Perché portare The Normal Heart anche sul piccolo schermo allora, dopo il grande successo a teatro? Il motivo è molto semplice: per non dimenticare, oltre che per dare una visibilità ad una storia toccante e tremendamente dolorosa, che vada oltre il pubblico newyorkese e, semplicemente, degli spettatori a teatro. Questa non è una storia qualunque, raccontata per ridere o per intrattenere, questo è uno scorcio della storia di un popolo e della storia di un’intera comunità. A. MESSA – Episodi di storia dell’AIDS – Milano 19 Marzo 2016 Per chi non avesse seguito il percorso del film e per chi non avesse familiarità con The Normal Heart, il film, come l’opera, racconta dell’epidemia di HIVAIDS nella comunità omosessuale di New York, e non solo, attraverso le storie di un gruppo di amici ed attivisti che si impegnarono in un processo di diffusione di informazioni e di sensibilizzazione, oltre che nella lotta contro le istituzioni affinché fosse fatto qualcosa per porre fine alle morti. A. MESSA – Episodi di storia dell’AIDS – Milano 19 Marzo 2016 Philadelphia Sometimes I think that I know What love's all about And when I see the light I know I'll be all right. Grazie Streets of Philadelphia I've got my friends in the world, I had my friends When we were boys and girls And the secrets came unfurled. I was bruised and battered and I couldnt tell What I felt I was unrecognizable to myself I saw my reflection in a window I didn't know My own face Oh brother are you gonna leave me Wastinґaway On the streets of philadelphia City of brotherly love Place I call home Don't turn your back on me I don't want to be alone Love lasts forever. I walked the avenue ‘til my legs felt like stone I heard the voices of friends vanished and gone At night I could hear the blood in my veins Black and whispering as the rain On the streets of philadelphia Someone is talking to me, Calling my name Tell me I'm not to blame I won't be ashamed of love. Ain’t no angel gonna greet me It’s just you and I my friend My clothes don't fit me no more I walked a thousand miles Just to slip the skin Philadelphia, City of brotherly love. Brotherly love. Sometimes I think that I know What love's all about And when I see the light I know I'll be all right. Philadelphia The night has fallen, I’m lyin’ awake I can feel myself fading away So receive me brother with your faithless kiss Or will we leave each other alone like this On the streets of philadelphia BRUCE SPRINGSTEEN - 1993 NEIL YOUNG - 1993 A. MESSA – Episodi di storia dell’AIDS – Milano 19 Marzo 2016