protocollo di accoglienza - Istituto Comprensivo A. Manzoni

Transcript

protocollo di accoglienza - Istituto Comprensivo A. Manzoni
PROTOCOLLO DI
ACCOGLIENZA
Istituto Comprensivo A.Manzoni
Reggio Emilia
F.S. Intercultura a.s. 2013-14
[Selezionare la data]
PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA
Istituto Comprensivo A.Manzoni
Indice
1. INTRODUZIONE
1.1 Contestualizzazione del fenomeno migratorio
1.2 Il ruolo della scuola in Italia
1.3 Integrazione ed enti territoriali
2. TERMINI DI LEGGE SULL’INSERIMENTO DI ALUNNI
STRANIERI NELLA SCUOLA ITALIANA
2.1 C.M. n. 24 Prot. N.1148/A6
3. INDICAZIONI OPERATIVE DEL NOSTRO ISTITUTO
3.1 Fase 1: acquisizione delle informazioni e colloquio con la
famiglia
3.2 Fase 2: tempi di inserimento
4. INDIVIDUAZIONE DEI BISOGNI EDUCATIVI SPECIFICI ED
ELABORAZIONE DI UN PERCORSO DIDATTICO ADEGUATO
4.1 Fase 1: test d’ingresso
4.2 Fase 2: inserimento nella classe
4.3 Fase 3: P.D.P.
4.4 Fase 4: Formazione di gruppi laboratori ali
1
[Selezionare la data]
1.INTRODUZIONE
1.1 CONTESTUALIZZAZIONE DEL FENOMENO MIGRATORIO
Il fenomeno dell’immigrazione è considerato un elemento costitutivo delle
nostre società, nelle quali sono sempre più numerosi gli individui
appartenenti a diverse culture. A livello europeo, la presenza di diversi
modelli di integrazione mostra come non esista una sola risposta alla
domanda “Qual è il modo migliore per garantire l’integrazione ? ”.
L’integrazione piena degli immigrati, nella società che rispetti i buoni
principi dell’accoglienza, é comunque un obiettivo fondamentale e, in
questo processo bidirezionale che prevede diritti e doveri tanto per gli
immigrati quanto per la società accogliente, il ruolo della scuola è
primario, in virtù della forte capacità di aggregazione sia degli studenti
che delle loro famiglie.
1.2 IL RUOLO DELLA SCUOLA IN ITALIA
La presenza di alunne e alunni con cittadinanza non italiana non è un
fenomeno strutturale del nostro sistema scolastico. L’Italia ha scelto, fin
dall’inizio, la piena integrazione nella “scuola di tutti” e l’educazione
interculturale come dimensione trasversale e come sfondo integratore che
accomuna tutte le discipline e tutti gli insegnanti.
L’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia Romagna, in particolare, fa
sapere che “Alcune ricerche in istituti scolastici della regione (…) rilevano
un elevato tasso di insuccesso formativo di studenti stranieri nelle materie
scientifiche. La sperimentazione di metodologie di insegnamento di tali
materie in lingua inglese ha portato ad un considerevole miglioramento
dei risultati formativi, a dire che l’insuccesso nelle discipline scientifiche
era dato dall’inadeguato possesso delle competenze linguistiche di
italiano” Nota 0019786 del 18/11/2011.
L’educazione interculturale rifiuta sia la logica dell’assimilazione, sia la
costruzione ed il rafforzamento di comunità etniche chiuse, mentre è
orientata a favorire il confronto, il dialogo, il reciproco arricchimento delle
persone coinvolte entro la convivenza delle differenze, caratteristica
peculiare, quest’ultima, propria della scuola.
L’integrazione degli alunni con cittadinanza non italiana deve partire
dall’acquisizione delle capacità di capire ed essere capiti e dalla
padronanza efficace dell’italiano come seconda lingua. Si tratta di dare
risposte ai bisogni comunicativi e linguistici degli studenti con
2
[Selezionare la data]
cittadinanza non italiana, con particolare riferimento a quelli di recente
immigrazione.
1.3 INTEGRAZIONE ED ENTI TERRITORIALI
La scuola reggiana ed il nostro istituto comprensivo che ne é parte viva e
integrante, da tempo hanno avviato una fattiva collaborazione con enti
locali ed associazioni convenzionate con il Comune di Reggio Emilia,
specializzati in attività complementari all’accoglienza e all’integrazione
degli alunni stranieri e che operano in sinergia con la scuola e la famiglia
d’origine. Sono attive infatti molteplici iniziative accessibili a tutti i nostri
alunni per supportare la scuola sia per quanto riguarda l’aspetto della
comunicazione relazionale che per l’avvio allo studio della lingua italiana.
2.TERMINI DI LEGGE SULL’INSERIMENTO DI ALUNNI STRANIERI
NELLA SCUOLA ITALIANA
2.1 Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri
C.M. n.24 Prot.1148/A6
La circolare n.24 comprende un insieme di orientamenti condivisi sul
piano culturale ed educativo, ovvero suggerimenti di carattere
organizzativo e didattico, al fine di favorire l’integrazione e la riuscita
scolastica e formativa degli alunni, ferma restando l’autonomia delle
istituzioni scolastiche e la loro responsabilità in materia, nel quadro
complessivo della legislazione vigente. I riferimenti sono: C.M. n.205 del
26 luglio 1990, la C.M. n.73 del 2 marzo 1994 e la legge n.40 del 1998,
art.36 non modificato dalla L. n.189 del 2002.
In base alle Linee guida, l’orientamento più diffuso è quello di favorire
l’eterogeneità delle provenienze degli alunni nella composizione delle
classi, piuttosto che formare classi omogenee per provenienza territoriale
o religiosa degli stranieri, al fine di una equilibrata distribuzione della
loro presenza nelle scuole.
La Circolare circoscrive tre aree di pertinenza della scuola, indicate come
A. Area amministrativa; B. Area comunicativo-relazionale; C. Area
educativo-didattica:
A. AREA AMMINISTRATIVA: la scuola deve accogliere le iscrizioni di
alunni stranieri in qualsiasi momento dell’anno, nonché di
3
[Selezionare la data]
raccoglierne le informazioni di carattere sanitario, anagrafico,
residenziale e di scolarizzazione eventualmente preesistente;
B. AREA COMUNICATIVO RELAZIONALE: la scuola deve facilitare
la comunicazione con la famiglia dell’alunno, facendo ricorso, ove
possibile a mediatori culturali o ad interpreti, per superare le
difficoltà linguistiche e anche per facilitare la comprensione delle
scelte educative della scuola;
C. AREA EDUCATIVO-DIDATTICA: la circolare ribadisce l’utilità di
riuscire ad accertare alcuni livelli di competenze e abilità per
definire l’assegnazione alla classe, ribadendo però il criterio
generale di inserire l’alunno secondo l’età anagrafica (art.45 del
D.P.R. 394/99). Eventuali slittamenti di un anno su classe inferiore
vanno ponderati con molta attenzione in relazione ai benefici che
potrebbero apportare e sentita la famiglia, valutando, comunque,
caso per caso.
3. INDICAZIONI OPERATIVE D’ISTITUTO
PER L’INSERIMENTO NELLA SCUOLA
3.1 Fase 1. Acquisizione delle informazioni e colloquio con la famiglia
Le insegnanti designate incontrano la famiglia di ogni singolo alunno
immigrato per un colloquio conoscitivo, al fine di :
1) conoscere la natura e durata della migrazione
2) conoscere la storia personale e famigliare
3) conoscere l’eventuale scolarizzazione in atto al momento della
migrazione
4) fornire alla famiglia le informazioni necessarie e utili sul
funzionamento, per tempi e modi, della scuola.
Successivamente, le insegnanti individuano e somministrano
all’alunno una batteria di test didattici progressivi, detti “di ingresso”,
volta a verificare le conoscenze/abilità in ambito matematico e
linguistico, nonché in ambito comunicativo e interrelazionale. Questa
operazione avverrà PRIMA della scelta della classe di inserimento,
previo accordo con la famiglia, qualora la situazione specifica della
stessa lo consenta. Al termine di questa fase di “raccolta”, infine, ogni
alunno potrà essere ammesso a frequentare la classe di livello
anagrafico o di quello immediatamente inferiore, fatte salve le
eccezioni valutate di caso in caso, sulla base sia delle valutazioni di
quanto acquisito, sia dei punti forti e/o problematici presenti nelle
classi in essere dell’istituto. Il Collegio si riserva, nella fattispecie in
4
[Selezionare la data]
cui si conoscano solo i dati anagrafici dell’alunno, di inserirlo d’ufficio
nella classe immediatamente inferiore a quella di pertinenza
anagrafica, in base alle considerazioni di cui sopra.
3.2 Fase 2. Tempi di inserimento
Al fine di rendere l’inserimento nella classe graduale e sereno, in
scuole primarie a tempo pieno o integrato, come pure nelle scuole
dell’infanzia, l’alunno potrà frequentare, se necessario, e
limitatamente ad un tempo massimo di 15 giorni, il solo turno
antimeridiano. In tutti gli altri ordini e tipologie di scuola, sarà
comunque concordato con la famiglia un percorso quanto più possibile
rispettoso delle esigenze dell’alunno e della famiglia stessa.
4. INDIVIDUAZIONE DEI BISOGNI EDUCATIVI SPECIFICI ED
ELABORAZIONE DI UN PERCORSO DIDATTICO ADEGUATO
4.1 Fase 1. Test d’ingresso
L’alunno
viene
accolto
dall’insegnante
somministrazione, secondo le seguenti opzioni:
designata
per
la
a. in un ambiente scolastico individuato come idoneo per lo
svolgimento delle prove didattiche;
b. nella classe di un’insegnante che si sia resa disponibile
momentaneamente;
c. nella propria classe di titolarità.
Le prove potranno essere svolte in orario aggiuntivo o utilizzando la
contemporaneità delle insegnanti, laddove essa sia presente
nell’organizzazione didattica di Plesso.
4.2 Fase 2. Inserimento nella classe
L’alunno viene inserito nella classe di appartenenza. Qui si ritiene
opportuno che vengano prontamente previste attività di tipo ludico,
quand’anche didattiche, volte alla reciproca presentazione e
conoscenza con l’alunno neo inserito, si da favorire la socializzazione
tra i pari ed il crearsi di una reciproca disponibilità all’accoglienza,
nonché da permettere di osservare nell’alunno abilità, competenze,
interessi, ovvero i suoi punti di forza.
4.3 Fase 3. P.D.P.
Gli insegnanti di classe:
5
[Selezionare la data]
a.
individuano obiettivi specifici, adeguati alle esigenze di
apprendimento dell’alunno, e programmano attività volte a
svilupparne abilità e competenze, a promuoverne interessi, a
suscitare motivazione;
b. contestualizzano attività all’interno del gruppo classe, per favorire
la circolarità delle esperienze e dei vissuti di tutti gli alunni, al
fine di creare uno scambio all’interno della relazione di gruppo,
che divenga strumento facilitatore di apprendimento spontaneo;
c. elaborano un piano didattico personalizzato (P.D.P.), in base alle
effettive necessità educativo-didattiche riscontrate nell’alunno
durante questo primo periodo, che prevede tempi di realizzazione,
di verifica, di aggiustamento.
4.5 Formazione di gruppi laboratori ali
Gli insegnanti, in presenza di risorse, con tutti i dati in possesso
relativi agli alunni stranieri, possono formare gruppi di
alfabetizzazione in lingua italiana come “Lingua 2”, secondo 2
livelli:
1° livello: per gli alunni senza nessuna conoscenza della lingua
italiana, con forti esigenze comunicativo-relazionali;
2° livello: per quegli alunni che hanno già sufficienti competenze
relazionali e debbano acquisire una competenza linguistica in
ambito disciplinare.
I gruppi formati con un numero di partecipanti contenuto per
consentire uno svolgimento proficuo delle attività, saranno guidati
da docenti designati, in orario aggiuntivo o di contemporaneità,
laddove l’organizzazione del plesso lo preveda e lo deliberi, durante
il tempo scuola o come dopo-scuola in orario pomeridiano, secondo
una programmazione mirata e specifica, adeguata alle esigenze dei
componenti il gruppo, in collaborazione con gli insegnanti di classe
degli alunni.
6
[Selezionare la data]
7