12 rassegna cinema

S
PECIALE
EIMA IN- EIMA INTERNATIONAL 2006 • EIMA INTERNATIONAL 2006 • EIMA INTERNATIONAL
di Stefania Capponi
AGRICULTURAL MACHINERY
SCREEN STARS
A
by Stefania Capponi
gricultural machinery playing leads not only in the field
but in decidedly unprecedented roles on the silver screen.
Feature films over the ages have, in
fact, not rarely provided portrayals,
stories and various interpretations
of such real, every-day objects:
farm machinery. This is why UNACOMA, in cooperation with DAMS,
the University of Bologna Department of Entertainment, decided to
promote and manage a very special event in the framework of EIMA
International 2006: a review given
over to the image and role agricultural machinery has played, and still
plays, in the world’s movie industry.
Providing the idea with substance
was not easy because lengthy and
careful research was needed to
track down the materials (some not
made public) and get them to
Bologna from a number of countries, including the United States
and Russia. And no one was happy
about presenting only documentaries for the viewers. What was especially wanted were feature films
from various periods, some of them
authentic masterpieces by illustrious directors, in which agricultural
machinery, land reclamation and
earth moving were essential features for the plots of the story.
The product of so much commitment is a rich and
stimulating program
for the review which,
over a five-day run, will
screen twenty films in
a wide range of genres
(from documentaries,
and musicals to works
of social commitment,
brilliant comedies and on
to cartoons for children).
There will be four screenings per day in a cinema
hall set up for the purpose
inside the trade fair
grounds (Sala EIMAMovie,
Pavilion 25/26, Mezzanine,
1st floor). Moreover, the
schedule includes an interesting conference which,
with the support of critics and
experts, will look into the
8 – MMW n. 10-11/2006
MACCHINE AGRICOLE
STAR SULLO SCHERMO
UNACOMA organizza a Bologna una rassegna dedicata ai
più bei film di tutti i tempi che hanno immortalato e
raccontato le macchine per l’agricoltura. In calendario
anche un convegno sul
tema, con la
partecipazione di critici
ed esperti
UNACOMA is organizing
in Bologna a review
dedicated to the finest
films of all times which
have immortalized and
told the story of
machinery for
agriculture. Also on
the schedule a
conference on the
issue, with critics
and experts taking
part
M
acchine per l’agricoltura protagoniste non solo sui
campi ma anche, in veste decisamente più inedita, sullo
schermo. Il cinema di tutti i
tempi, infatti, ha non di rado
rappresentato, raccontato e
variamente interpretato un
oggetto così concreto e quotidiano come il mezzo agricolo. Ecco perché UNACOMA, in collaborazione con il
DAMS, il Dipartimento per
lo Spettacolo dell’Università
di Bologna, ha deciso di promuovere e curare nell’ambito di EIMA International
2006 un evento molto speciale: una rassegna dedicata
all’immagine e al ruolo che
la macchina agricola ha avuto, e ha tuttora, nella cinematografia mondiale.
EIMA INTERNATIONAL 2006 • EIMA INTERNATIONAL 2006 • EIMA INTERNATIONAL 2006 • EIMA
Dare corpo a questa idea
non è stato semplice, perché
ci sono volute lunghe ed accurate ricerche per reperire
materiali (anche inediti) e
farli arrivare a Bologna da
vari Paesi, tra cui Stati Uniti
e Unione Sovietica. E non ci
si è accontentati di presentare allo spettatore soltanto
documentari, ma anche e soprattutto film di finzione di
varie epoche, alcuni dei quali autentici capolavori firmati da registi illustri, dove le
macchine per l’agricoltura,
la bonifica e il movimento
terra sono essenziali alla
struttura del racconto.
Il frutto di tanto impegno è
lo stimolante e ricco programma della rassegna, che
nei cinque giorni dell’esposizione prevede un totale di
venti pellicole dei generi più
diversi (dal documentario al
musical, dall’opera di impegno sociale alla commedia
brillante fino al film d’animazione destinato ai bambini),
symbols and emotions farm machinery can contribute to film narration.
The overriding theme on the playbill is the relationship between man
and machine, one to which each
filmmaker assigns a different value
and is given treatments of varying
intensity.
The decidedly original and poetic
vision in The Straight Story (Une
Histoire Vraie) (US/France/UK
1999), David Lynch’s beautiful
work, was shot against the background of rural America in which
the most authentic figure in the narrative is a John Deere lawn mower.
The Straight Story, based on a real
story, chronicles a trip made by 73year-old Alvin Straight from Laurens, Iowa, to Mt. Zion, Wisconsin,
in 1994 while riding the mower. The
man undertook his strange journey
to mend his relationship with his ill,
estranged, 75-year-old brother
Lyle, his only living relative. After his
brother suffers a heart attack, Alvin
decides to put away their differences and visit him after many,
many years. So, alone, just to see
his brother again, he begins a long
journey through hundreds of miles,
calm and confident of his unusual
means of transport, slow but extremely solid and reassuring.
The relationship between man and
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motofalciatrice John Deere
a bordo della quale l’anziano Alvin, privo di patente,
compie un lunghissimo viaggio dall’Iowa al Wisconsin
per andare a trovare il fratello Lyle, colpito da un infarto, che non vede da molti
anni, macinando centinaia di
miglia con calma e pacatezza
e affidandosi al suo inconsueto mezzo di trasporto,
lento ma estremamente solido e rassicurante.
Il rapporto tra l’uomo e la
macchina diventa invece uno
spunto per dar vita ad esilaranti gag in L’irresistibile,
spumeggiante commedia statunitense datata 1936 nella
quale il tranquillo piazzista di
provincia Botts, costretto a
machine in Earthwork
Tractors (US 1936) provide the
point of departure for a bubbling
comedy in which the quiet salesman, Alexander Botts, tries to
make a big sale of gigantic Earthworm tractors to grouchy lumberman Johnson. Since Botts doesn’t
really know anything about tractors,
and since the old-fashioned Johnson is opposed to tractors of any
kind, it isn’t going to be an easy sell.
But Botts perseveres, encouraged
by Johnson’s daughter, getting in
all kinds of trouble with the machines, which provide a perfect
backdrop for the comedy role.
Farm machinery can also be transformed on the sound stage into a
set for song and dance numbers,
as is shown in Summer Stock (US
1950), starring Judy Garland and
Gene Kelly. In this musical, New
England farmer Jane Falbury (Judy
Garland) allows a group of actors to
use her barn as a theater for their
play. In return, the cast and crew
have to help with the farm chores.
Jane performs one of her songs
while driving a tractor and comedy
erupts as other members of the
cast attempt to cope with the machinery. Another musical on the bill
is The Old Barn Dance (US 1938)
with Gene Autry, a western which
exalts American farming traditions
10 – MMW n. 10-11/2006
con quattro proiezioni giornaliere in una sala cinematografica appositamente allestita all’interno del quartiere
fieristico (Sala EIMAMovie,
Padiglione 25/26, Ammezzato, 1° Piano). In calendario,
inoltre, un interessante convegno che, con l’apporto di
critici ed esperti, indagherà
sui simboli e sulle emozioni
che le macchine agricole
sanno offrire alla narrazione
cinematografica.
Tema dominante dei titoli in
cartellone è il rapporto tra
l’uomo e la macchina, al
quale ogni autore attribuisce
un diverso valore e che viene
trattato con diversa intensità. Decisamente originale
e poetica è la visione di David Lynch, regista del bellissimo film Una storia vera
(Usa/Francia/GB 1999), girato sullo sfondo di un’America rurale e di frontiera,
dove autentico personaggio
nella trama narrativa è la
vendere i mastodontici trattori della Earthworm Company dall’ambiziosa fidanzata, combina guai di ogni tipo
con i suoi macchinari, che
fungono da perfetta spalla
comica del protagonista. Ma
gli attrezzi agricoli grazie al
cinema possono trasformarsi anche in oggetti di scena
per numeri di canto o danza,
come dimostra L’allegra fattoria (Usa 1950), musical
ambientato in una fattoria
del New England che ospita
una compagnia teatrale, in
cui una Judy Garland in
gran forma si esibisce in una
canzone alla guida di un
trattore e i membri della
compagnia ne fanno di tutti i
colori interagendo con la
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stessa macchina. L’altro musical in programma, The Old
Barn Dance (Usa 1938), è in
stile western ed esalta l’America contadina e tradizionalista attraverso lo scontro
tra la purezza del protagonista, cantante e venditore di
cavalli, e l’avidità della
Thornton Farming Equipment, compagnia produttrice di trattori priva di scrupoli che non esita a mettere in
difficoltà i poveri ed onesti
farmer.
Una tematica, quella del
conflitto tra innovazione
rappresentata dalla meccanizzazione e istanze conservatrici, magnificamente
rappresentata dal geniale
regista sovietico Sergei Ej-
zenstein in Il Vecchio e il
Nuovo – La linea generale
(Urss 1928) e da Aleksandr
Dovzhenko in La terra
(Urss 1930), due classici del
muto. Cambiamento, progresso e rivoluzione, in entrambe le pellicole, vengono
identificati con le macchine
per l’agricoltura, nella fattispecie il trattore, e con quelle per l’allevamento (la scrematrice), che incarnano un
nuovo modo di pensare il lavoro, e quindi anche il ruolo
sociale, dei poveri contadini
russi sfruttati dai proprietari terrieri.
Non sempre però per il cinema la macchina agricola è
stata emblema di progresso
e di miglioramento della
qualità della vita. In un film
straordinario come Furore,
versione cinematografica
del romanzo omonimo di
John Steinbeck magistralmente diretta nel 1940 da
John Ford, l’uomo è solo e
indifeso contro la potenza
della meccanizzazione e
contro le logiche dell’industria che guarda solo al profitto, tanto che i trattori,
braccio meccanico delle
grandi compagnie che acquisiscono terre senza curarsi di chi dei frutti di quelle
terre ha sempre vissuto, sono la minaccia che aleggia
per tutta la narrazione sulla
famiglia Joad.
Un’altra famiglia americana
di agricoltori alle prese negli
anni Ottanta con la crisi economica che ha colpito l’intera contea del Tennessee e con
le difficoltà da affrontare per
mantenere in vita la propria
fattoria, lottando contro la
violenza distruttrice del fiume, è al centro della storia
raccontata da Il fiume dell’ira
through the clash between honesty
and the leading character, a horse
trader, and, on the other side, the
greed of the tractor company
Thornton Farming Equipment,
which forecloses when the ranchers can’t keep up payments on
their tractors.
This theme of conflict between innovation in the form of mechanization and the old ways is given magnificent treatment by the genial Soviet director Sergei Eisenstein in
Staroye I Novoye (The Old and
New) (USSR 1929) and Aleksandr
Dovzhenko in Zemlya (Earth)
(USSR 1930), two classics from the
silent era. Change, progress, revolution are identified in both films
with farm machinery, tractors in
these cases, livestock raising
equipment (a milk skimmer), which
graphically portray the new way of
thinking and new roles in society for
the Russian peasants exploited by
their land.
The movies have not, however,
always upheld agricultural machinery as symbols of progress
and improving the quality of life.
In the extraordinary film directed
by John Ford, The Grapes of
Wrath (US 1940), based on the
novel by John Steinbeck, the
Joad family is kicked off their
farm in Oklahoma in the dustbowl
years of the 1930s. After foreclosure, the disposed farmers miMMW n. 10-11/2006 – 11
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grate westward to California.
They are defenseless against the
power of mechanization and the
might of industry which looks only to profit. Tractors are portrayed
here as the mechanical arm of the
big companies which buy up the
land without thought for the farmers who lived off it.
Another American farm family is
featured in the film The River (US
1984), directed by Mark Rydell.
Farmers Tom and Mae Garvey,
played by Mel Gibson and Sissy
Spacek, are caught in the grip of a
staggering national economy.
Short of money, the farmers are
being forced to hold out against
an unscrupulous developer who
wants to take over their property
for a speculative housing project.
A wide range of agricultural machinery plays a crucial role in this
film which features, in the final
scene, a formation of tracked mechanical shovels lined up to
counter the effects of disastrous
flooding.
di Mark Rydell (Usa 1984),
interpretato da Mel Gibson e
Sissy Spacek: le più diverse
macchine agricole sono protagoniste di questa pellicola
che propone,nella scena finale, una formazione di pale
meccaniche cingolate, schierate per contenere i danni di
un disastroso allagamento.
Ad analoghe vicende lo spettatore potrà assistere in Troublesome Creek: A Midwestern, documentario del 1997
che offre un toccante ritratto
dei Jordan,famiglia di farmer
proprietaria di una storica
fattoria nel sud dell’Iowa e
decisa a non abbandonare il
lavoro della terra.
Donne e macchine agricole,
infine, formano un bel binomio in un altro dei titoli in
programma alla rassegna
bolognese, Ragazze di campagna firmato da David Leland (GB/Francia 1998), un
film tutto declinato al femminile in cui tre coraggiose
signorine di città in piena
Seconda Guerra Mondiale,
quando l’Inghilterra ha bisogno che le donne rimpiazzino nelle fattorie gli uomini
impegnati sul fronte, si ritrovano in una tenuta del
Dorset a condividere la dura vita rurale, mungendo le
vacche, imballando il fieno
e lavorando la terra, come
fa una delle protagoniste
che decide di arare da sola
un intero campo cimentandosi con grinta su un aratro
meccanico.
Stefania Capponi
Viewers can look for similar situations in Troublesome Creek: A
Midwestern, a 1997 documentary which provides a moving
portrait of the Jordan family of
farmers in southern Iowa who are
determined not to abandon their
family farm.
And finally, women and agricultural machinery are the duo featured in The Land Girls (UK/
France 1998) directed by David
Leland, a story of three young
courageous women of the city
and the events that would
change their lives. The film is
set in the middle of World War II
when young women from very
different walks of life join the
woman’s land army and are
sent together to a farm in
Dorset. Their experiences of the
rural life, milking, baling hay and
working the land (with one of
them determined to plow an entire field on her own) change
their lives forever.
Stefania Capponi