Allegato - Federorafi

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Allegato - Federorafi
Lo scenario. Il comparto resiste agli scossoni del mercato e gli indicatori riferiti ai primi nove mesi del 2015 restano buoni
1
Dagli Usa s pinta al gioiello italiano
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Si consolida la domanda interna (+5,1%) e l'export conserva una crescita vicina al 4%
Katy Mandurino
11 made in Italy dell'oro continuaaessere apprezzato intutto
il mondo. Creatività, design, lavorazioni, tecnologie, sono fiore
all'occhiello di un comparto che
resiste agli scossoni del mercato,
soggetto alle fluttuazioni dei
prezzi delle materie prime, alle
tensioni geopolitiche, alla crescita in competitività delle economie emergenti, alla crisi dei
consumi nei mercati maturi. Ma
nel 2o15 c'è stato un rallentamento delle esportazioni e ci si aspetta, per quanto riguarda l'ultimo
trimestre dell'anno (il più significativo per le vendite natalizie),
un peggioramento di tutti i dati
congiunturali, soprattutto per
l'acuirsi delle tensioni politiche
e dei "venti diguerra" che arrivano dal Medio Oriente.
Le grandi macro-aree fondamentali per le aziende italiane più di 8.300 imprese per untotale di circa 28.500 addetti - restano Cina e Paesi di sfera cinese,
Russia e Paesi dell'Unione Sovietica, Medio Oriente, Europa
e Americhe. Ma, mentre l'Europa, mercato maturo, resta a
"macchiadi leopardo", è soprattutto il mercato americano che
"salva"ilbusiness : «Laripartenza dell'economia negli Stati
Uniti, il calo della disoccupazione, il dollaro che ha riacquistato
forza sono elementi che hanno
spinto gli acquisti di made in
Italy», spiegano gli analisti dell'Osservatorio sul settore orafogioielliero della Fiera di Vicenza, che in occasione di Vicenza
Oro january presenterà lo stato
congiunturale del settore, elaborato sulla base dei dati Istat e
dei dati del Rapporto congiunto
realizzato dal Club degli Orafi e
dal Servizio Studi e ricerche di
Intesa Sanpaolo. «Non solo continuano dall'Osservatorio
vicentino -: la vendita di gioielli
è legata a doppio filo all'andamento del turismo. Ci dovesse
essere un movimento in negativo di questo settore, la conseguenza si rileverebbe anche sul
mercato dei gioielli».
Per il momento gli indicatori
italiani, riferiti ai primi nove mesi del2o15, restan o buoni: l'indice
di fatturato totale del settore nel
periodo gennaio-ottobre cresce
in media del 4,4% rispetto alla
media dello stesso periodo del
2014. Conunadistinzione importante che denota un consolidamento della ripresa dei consumi
interni: la media dell'indice di
fatturato legato alla domanda
nazionale è in crescita (+5,1%),
mentre la media del fatturato
estero conserva un aumento vicino al 4%. Nei primi nove mesi
dell'anno la produzione cresce
invece di circa il 6°A rispetto allo
stesso periodo del 2014. Il valore
delle esportazioni italiane del
settore orafo e della bigiotteria
cresce dell'11% (4,8miliardi), con
un tasso maggiore dell'aumento
delle quantità; considerando i
soli gioielli in oro, argento e altri
metalli preziosi, l'export è ere-
PROSPETTIVEALL'
Esito positivo del Ttip, stop
ai dazi ai confini americani
e interesse di Paesi emergenti
offrono ulteriori chance
di sviluppo alle esportazioni
.............................................................................
L..
TRA LE
,I_ERTE
Transfer pricing, rapporti
coni Paesi black-list,
aspetti operativi con l'Agenzia
delle Entrate per le «imprese
con attività internazionali»
sciuto dell'11% a quasi 4,2 miliardi di euro, con un incremento in
quantità del 4% (sempre nel periodo gennaio-ottobre).
Per quanto riguardalo scenario internazionale , il consumo
di gioielleria è calato nel terzo
trimestre 2015 dell'ido rispetto
allo stesso periodo del 2014. A livello cumulato le quantità di
oro consumate per la gioielleria
nei primi 9 mesi del 2015 sono
diminuite dell'8°A rispetto allo
stesso periodo del 2014. L'andamento è diversificato a seconda
dei Paesi: crescono Arabia Saudita, Usa e India, sono sostanzialmente stabilirispetto a12o14
Giappone, Regno Unito e Germania, mentre mostrano un
trend negativo Russia, Turchia,
Indonesia ed Egitto.
«Per il prodotto italiano registriamo una forte contrazione
dell'export in alcuni Paesi, come
il Medio Oriente, il Nord Africa,
la Russia per via delle sanzioni e
la Turchia - spiega Ivana Ciabatti, presidente di Confindustria
Federorafi -, ma metterei inrilievo i buoni risultati negli Stati
Uniti e ad Hong Kong. Non solo: se va abuon fine il Ttip e verranno aboliti i dazi che colpiscono le nostremerci iningressonel
mercato americano, ci aspettiamo un export al 20-25% dall'attuale 9%, per unvalore di un miliardo di euro in più».
Altre strade potrebbero aprirsi in futuro per le imprese orafe
italiane: uno studio di Confindustria del 2014 su 30 Paesi emergenti (tra cui Vietnam, Ghana,
Angola, eccetera), che elabora
proiezioni e ipotesi di mercato fino al 2020, dice che aumenterà il
numero di nuovi ricchi estremamente interessati al prodotto
orafo italiano:nei3oPaesiesaminati il valore delle esportazoni
totali italiane passerebbe in sei
anni da 152 miliardi a 232, per il
settore orafo dai 3,7 miliardi del
2o14p er la s ola gioielleriapreziosa a 5,i miliardi.
Per le imprese italiane del settore orafo che internazionalizzano restano , in ogni caso , aperti
molti nodi: le questioni di tipo fiscale e contrattuale come il transferpricing, i rapporti coniPaesi
"black-list", gli aspetti operativi
e i rapporti con l'Agenzia delle
Entrate per le "imprese con attività internazionali" nonché i
profili contrattuali nella costituzione di società all'estero, per gli
uffici di rappresentanza e i rapporti di distribuzione o di agenzia (temi di cui si parlerà durante
un convegno domenica prossima nell'ambito di Vicenza Oro
January). «Le imprese stanno facendo il possibile, si sono messe
in discussione, sono cresciute,
hanno fatto sistema- aggiunge la
presidente Ciabatti -. Ora tocca
al Governo attuare le riforme
che aspettiamo da tempo: dallo
snellimento della burocrazia a
un credito più efficace e di qualità, per citare le più urgenti».
Na RIPRO D D ZIO NE RISERVAI P.
Il quadro congiunturale e te principali destinazioni
GLI INDICATORI
L'andamento del settore orafo nel 2015
(gennaio - ottobre 2015 / gennaio - ottobre 2014)
I PRINCIPALI PAESI DI EXPORT
DI GIOELLERIA PREZIOSA
Var. % 201512014, gennaio - settembre
Indice fatturato
Emirati Arabi Uniti
Indice fatturato interno
Svizzera
5,1
indirr
rato esterno
19
Nono Kong
4,1
Indice produzione
13
Francia
5,9
88
Stati Uniti
L'EXPORT DI GIOIELLERIA E BIJOUX
Andamento gennaio - settembre
delle esportazioni italiane
"n15
Turchia
EURO
14
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Panama
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ORO
Repu trbi i ca Dominicana
Romania
8
Note. ` eur.,
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