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Stampa Articolo 1 di 2 INDUSTRIA ORAFA http://www.quotidiano.ilsole24ore.com/vetrina/edicola24web/print.php Il Sole 24 Ore 21 GENNAIO 2015 Congiuntura. Nei primi 9 mesi 2014 la quota dell’import americano dal nostro Paese cresce più di quella da Cina e India Aspettative favorevoli per il 2015 con il mini euro e la riduzione del prezzo dell’oro Sarà merito del forte impulso dato alla crescita economica e a quel back to manufacturing che l’Europa ancora stenta a intraprendere, fatto sta che anche nel settore orafo gli Stati Uniti giocheranno nel 2015 un ruolo di traino fondamentale, così come sta succedendo in altri settori produttivi. Secondo i dati del rapporto congiunturale del Club degli Orafi Italia elaborato dalla Direzione studi e ricerche di Intesa Sanpaolo, tra gennaio e ottobre del 2014 la quota delle importazioni statunitensi dall’Italia è cresciuta più di quella indiana e cinese: segno di un netto miglioramento della nostra competitività sul mercato americano, un tempo principale destinazione del made in Italy di alta gamma. «Se poi si realizza anche l’accordo tra Usa ed Europa sul libero scambio delle merci (Transatlantic trade investiment partnership, ndr) commenta il presidente del Club degli Orafi, Augusto Ungarelli - le nostre merci in ingresso negli Usa potrebbero sperare in un “dazio zero”, anziché l’attuale 5-7%». Le aspettative sugli Stati Uniti restano, in ogni caso, prudenti, perché inserite in un quadro di progressivo rallentamento generale del settore orafo italiano. Nonostante un andamento del fatturato positivo (+6,5%), nei primi nove mesi dell’anno scorso l’export è peggiorato rispetto a un 2013 e a un primo trimestre 2014 brillanti, crescendo solo dell’1% per i gioielli e la bigiotteria e dell’1,4% per i soli gioielli in metalli preziosi. «Permangono problematiche complesse - continua Ungarelli -, dall’instabilità dei prezzi delle materie prime, quotate in dollari, ai limiti imposti dalla tracciabilità fiscale, alla rigidità del mercato interno, che spero venga scardinata con l’arrivo di Expo. La domanda mondiale resta tuttavia su livelli elevati fa notare Stefania Trenti, economista della Direzione studi e ricerche di Intesa Sanpaolo -. Nei prossimi mesi le esportazioni italiane potrebbero beneficiare della svalutazione dell’euro, che si sta normalizzando nei confronti del dollaro». Oltre alla svalutazione della moneta unica europea, si rivela favorevole anche la riduzione del prezzo dell’oro, che nonostante la recente volatilità (+7,5% la crescita da inizio 2015) si dovrebbe mantenere su livelli inferiori ai picchi registrati nel biennio 2011-12, quando era maggiore del 23,3%. Per quanto riguarda i flussi in miglioramento, sempre nei primi nove mesi del 2014 è aumentato l’export verso Francia (+22%, generato dalle produzionitaliane per conto delle griffe del lusso), Regno Unito (+17,3%), Spagna (+15,6%) e Stati Uniti (+7%). Aumenta la tendenza a servire il mercato cinese attraverso la porta di Hong Kong (+128,4%), dato a cui fa da contraltare il crollo delle vendite verso la Cina (-93,1%). Per quanto riguarda i distretti, secondo il report elaborato dall’Ufficio Studi di Banca Popolare di Vicenza sempre relativo ai primi nove mesi del 2014, c’è una sensibile contrazione delle esportazioni per il distretto di Arezzo: -7,2% annuo, principalmente a causa della contrazione di oltre il 10% dei flussi diretti verso gli Emirati Arabi Uniti (prima destinazione con quasi il 50% del totale esportato). Invece l’export delle imprese del distretto di Valenza è cresciuto di ben il 31,4%, riflettendo però l’incremento di oltre il 35% dell’export verso la Svizzera (prima destinazione con quasi il 70%). Il distretto vicentino - 700 imprese, 4mila addetti, oltre 2,5 miliardi di fatturato complessivo - ha registrato una contrazione delle esportazioni dell’1,6% annuo, a causa del dimezzamento delle esportazioni verso la Svizzera (quarta destinazione, con un peso sceso al 9% sul totale), legato però principalmente alla riduzione dell’”oro rottamato” inviato in Svizzera dai “compro oro” per essere fuso. Al netto di questo effetto le esportazioni del distretto registrano un +9,1% annuo. Dati positivi provengono anche dalla dinamica della produzione industriale di Vicenza che nel terzo trimestre 2014 ha segnato un incremento del 5,2% annuo, grazie anche, per la prima volta dopo oltre tre anni, ad una timida ripresa dei consumi interni (+1,7%). © RIPRODUZIONE RISERVATA Katy Mandurino IL POLO VICENTINO Al netto della contrazione verso la Svizzera legata ai «compro oro», le vendite all’estero sono salite del 9% Il libero scambio Se si riuscirà a firmare l’accordo tra Usa ed Europa i dazi potrebbero addirittura tendere verso lo zero rispetto al 5-7% attuale CORRELATI La Germania frena l’export made in Italy John Richmond riparte dalla Falber: ricavi verso 50 milioni La John Richmond riparte dalla Falber: ricavi verso 50 milioni La Toscana si conferma terra d'imprenditori Obama: crisi vinta, l'America è libera di disegnare il suo futuro 21/01/2015 10:07 Stampa Articolo 2 di 2 http://www.quotidiano.ilsole24ore.com/vetrina/edicola24web/print.php Rischi globali, il dibattito si trasferisce a Davos 21/01/2015 10:07