gli squadroni della morte di dick cheney

Transcript

gli squadroni della morte di dick cheney
GLI SQUADRONI DELLA MORTE DI DICK CHENEY
Giovedì 26 Marzo 2009 01:06
di Fabrizio Casari
Commandos dei reparti d'elite Usa per le operazioni speciali, supervisionati direttamente
dall’ufficio del Vicepresidente Dick Cheney che li utilizzava come uno squadrone della morte.
Un gruppo che, con l’autorizzazione dell’allora presidente George Bush, viaggiava in ogni
paese dove si stabiliva la necessità o l’utilità di realizzare azioni coperte e non divulgabili al
riparo degli organi costituzionali di vigilanza sull’operato del governo. Il gruppo operativo, senza
passare per l’ambasciata o il capo stazione locale della CIA, intercettava gli obiettivi previsti
dalla lista fornitagli dalla Casa Bianca, li eliminava e lasciava il paese. Gli squadroni della morte
agivano con l’appoggio del Vicepresidente Dick Cheney, di Karl Rove ed Eliott Abrams,
responsabile della sezione Medio Oriente nel Consiglio di Sicurezza Nazionale. Seymour
Hersh, giornalista investigativo del collettivo informativo “Popoli senza frontiere”, l’ha scritto su
Pacifica
e, siccome il vento è cambiato e il ricordo delle covert action della CIA e di altri organismi
paralleli è ancora presente nella memoria collettiva americana, un congressista democratico,
Dennis Kucinich, in una lettera inviata al leader del Comitato per le riforme governative del
Congresso Usa, ha chiesto l’apertura di un’indagine immediata sulle rivelazioni di Hersh.
L’operazione sarebbe abbastanza simile a quanto venne realizzato con il "Plan Condor" in
America Latina, che fu un vero e proprio programma di persecuzione ed eliminazione degli
oppositori politici in tutto il continente realizzata dai servizi segreti cileni, argentini, brasiliani,
uruguayani, paraguayani coordinati dalla CIA. A rendere molto credibili le accuse di Hersh c’è
anche la sua stessa carriera professionale: Hersh, columnist del
The New Yorker
, fu infatti il giornalista che rivelò al mondo la atrocità delle truppe Usa in Indocina, tra le quali la
strage di My Lay in Vietnam e l’insieme della Operation Phoenix a cura della CIA. Quelle di
Hersh sono del resto ipotesi condivise anche da altri colleghi che si occupano delle covert
action governative. Wayne Madson, ad esempio, ricorda che dal 2004 al 2005, anche lui ha
scritto molte volte su queste unità operative segrete statunitensi, operanti soprattutto in Medio
Oriente e in Afghanistan.
E proprio in Libano, stando alle ricostruzioni di Madson, lo squadrone della morte agli ordini
della Casa Bianca si occupò direttamente dell’uccisione di vari uomini politici, tra i quali un
dirigente cristiano e l’ex premier Rafik Hariri, la cui morte venne invece affibbiata dalla
grancassa mediatica israeliana e statunitense al governo siriano, che si è sempre dichiarato
innocente e persino danneggiato politicamente dall’assassinio di Hariri.
Wayne Madson sostiene non esserci nulla di nuovo rispetto al passato, circa l’esistenza di
squadroni della morte operanti all’estero e direttamente gestiti dalla Casa Bianca o, per suo
volere, dal Pentagono o dalla CIA; l’aspetto più inquietante, sottolinea Madson, è che in molti
cominciano a pensare che queste unità di assassini governativi abbiano operato anche
1/2
GLI SQUADRONI DELLA MORTE DI DICK CHENEY
Giovedì 26 Marzo 2009 01:06
all’interno degli Usa. A tale proposito ricorda le parole durissime di Cheney contro il Senatore
Paul Wellstone - “lo eliminiamo” disse l'allora Vicepresidente – solo poco tempo prima che
l’aereo del Senatore esplose in volo uccidendo lui, sua moglie, sua figlia e l’equipaggio. Era il
2002 e “l’incidente” avvenne nello Stato del Minnesota.
Per l’appunto in Minnesota, davanti ad una platea che assisteva ad un dibattito intitolato “La
crisi istituzionale degli Stati Uniti” dove si trovava ad intervenire insieme all’ex candidato
democratico alla Presidenza Usa, Waltre Mondale, con il politologo Larry Jacobs nelle vesti del
moderatore, Seymour Hersh ha deciso di parlare di quello che ha definito “un nuovo corso di
spionaggio domestico della CIA che vede un anello esecutivo di assassinii”. Hersh ricorda che
dopo l’11 settembre la CIA è stata direttamente e profondamente coinvolta nelle attività interne
ai danni di tutti coloro che si riteneva fossero “nemici dello Stato”, senza nessuna autorità per
farlo.
E non si tratta solo della “deviazione professionale” di un giornalista abituato a scavare sotto le
verità ufficiali e le menzogne di Stato. In un recente articolo, il New York Times parla di un
“Comando congiunto di Operazioni Speciali”, nome in codice JSOC. Si tratta di un gruppo
indipendente che non rispondeva a nessuno se non a Bush e Cheney. Non dipendeva cioè
nemmeno dal Segretario alla Difesa Gates o dal Capo di Stato Maggiore per le operazioni di
interforze. Dipendevano direttamente da Cheney e non erano sottoposte alla supervisione del
Congresso. Lo stesso
NYT
ha pubblicato un articolo dove si racconta di un Ammiraglio, William H. McRaven, che ordinò di
fermare le operazioni perché le perdite erano divenute troppo alte.
Hersh ha ricordato come sia Cheney (allora funzionario della Sicurezza Nazionale) che Eliott
Abrams, (allora Sottosegretario di Stato per l’America latina) lavorarono insieme già con
l’Amministrazione Reagan-Bush nell’organizzazione dell’Iran-Contras-gate e che entrambi, in
diverse occasioni, hanno sostenuto che l’operazione venne scoperta per essere stata al
corrente di troppe persone nella Washington che decideva d’inondare di morti e terrore la
rivoluzione sandinista. Da qui la necessità di realizzarne un’altra con maggiore segretezza. Ma
pare che non sia stato sufficiente renderla ancora più segreta: Hersh ha detto di essere a buon
punto nella raccolta del materiale per il suo nuovo libo sulle operazioni segrete della Casa
Bianca, che dovrebbe essere pubblicato entro un anno. Se non succede qualcosa che lo
impedisce.
2/2