L`ANIMALE UMANO In cucina, mentre stava preparando la cena, a

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L`ANIMALE UMANO In cucina, mentre stava preparando la cena, a
Claudia Porta
L’ANIMALE UMANO
In cucina, mentre stava preparando la cena, a Quinoa tornò la visione. Quelli che stava
affettando non erano più pomodori, ma pezzi di carne al sangue. Improvvisamente si era trasformata
in una macellaia, ma al posto di turbarla, quest’ipotesi non la sconvolgeva affatto, anzi, proseguiva
affascinata nel maneggiare gli ortaggi improvvisamente trasmutati in interiora grondanti.
Passato il momento d’incanto, le venne paura di ciò che sentiva crescere dentro di sé. Non
era la prima volta che provava un desiderio del genere, ma erano passati parecchi mesi, e credeva
che dipendesse solo da un’alterazione ormonale dovuta alla gravidanza.
Ora non aveva più scuse, la sua voglia di carne era imputabile solo a sé stessa. Non sapeva
se quello che desiderava era la carne in sé o l’idea di cibarsene. Ma come poteva sfiorarle anche
solo il pensiero di commettere una simile atrocità?
Proprio lei, che era felicemente sposata con il vicepresidente del Ministero della Vita eterna
ed Eguale, lei che era la proprietaria di un piccolo negozio di alimenti certificati veg cruelty free, lei
che aveva sempre creduto strenuamente nella bontà del Programma di Redenzione Alimentare.
Ora si trovava in balia di vergognose voglie di bistecche, prosciutto, cotolette, cosce di
pollo, salamelle, polpette… Carne alla brace, alla griglia, arrosto, in umido. Cruda, financo. Carne
fatta di animali non umani, non surrogati di soia o cereali, carne vera di esseri senzienti in grado di
provare gioia e dolore proprio come lei.
Come tutti Quinoa era stata cresciuta con la convinzione che mangiare animali non umani
non solo fosse sbagliato, ma un vero e proprio atto criminale contro natura equiparabile
all’uccisione degli animali umani. Sapeva che un tempo non era sempre stato così, ma era un
passato così lontano e confuso che faceva fatica a figurarselo, e d’altronde le fonti sui costumi degli
antenati erano state quasi tutte perdute, o acquisite e divulgate strumentalmente dalla Lega
Antispecista.
In alcune regioni si erano conservati alcuni di quei luoghi dell’orrore, grossi capanni
industriali dove gli animali non umani erano stipati e torturati fino alla morte, e tutto questo solo per
il piacere deviato di alcuni animali umani. La classe di Quinoa aveva organizzato una visita guidata
ad uno di questi lager, e lei come tutti gli altri ragazzi ne era rimasta scioccata, non poteva credere
che simili atrocità fossero socialmente tollerate, come facevano le persone a non provare disgusto
nel nutrirsi di cadaveri? Come si poteva delegare a qualcuno un tale orrore senza il minimo
scrupolo?
Quinoa ricordava che da bambina sua nonna le raccontava dell’esistenza di strani individui
che si definivano “onnivori”, e quando le domandò cosa volesse dire la nonna rispose che gli
onnivori erano quegli animali umani che mangiavano tutto. Ma tutto tutto? Sì, tutto quello che gli
veniva messo nel piatto gli onnivori lo mangiavano, senza chiedersi neppure cosa fosse e da dove
venisse. Per loro bastava fosse “buono”. Poi che fossero fragole con la panna o un trancio di manzo,
non faceva alcuna differenza se in quel momento avevano fame. Erano persone abiette e senza
scrupoli, che vivevano preda dei loro istinti più bassi. E la cosa più incredibile era il loro infinito
egoismo, per cui erano pronti a sacrificare la vita degli animali non umani solo per il loro piacere.
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Ma come si può trarre piacere da una cosa così orribile? Domandava piena di stupore la
piccola Quinoa, ma la nonna non lo sapeva, lei fin da ragazzina era entrata in contatto con la Lega
Antispecista, rifiutando l’alimentazione scriteriata dei suoi genitori per sposare la filosofia vegana;
così come tutti gli animali umani più evoluti si accingevano a fare o avevano già fatto, dando inizio
alla forma di società attuale in cui ogni consumo di prodotti di origine animale è vietato e
perseguito per legge.
La Polizia Vegana si occupa di intercettare i consumatori sospetti attraverso serrati controlli,
ma anche laddove la polizia non esercita il suo potere, il controllo avviene reciprocamente in
maniera spontanea, e quando si sospetta che un proprio conoscente non stia seguendo
un’alimentazione corretta, o ancora, faccia delle affermazioni non conformi all’ideologia
antispecista, si è tenuti a segnalare il soggetto alla Polizia Vegana.
A seconda della gravità dell’effrazione il colpevole viene inserito nel programma di
rieducazione U.A.U. : Uguaglianza Animali Umani. Nessuno sa in cosa consista di preciso, quel
che è certo è che coloro a cui è stato sottoposto non hanno più dato segni di comportamenti
eticamente scorretti.
Fu il pianto di Zenzero a interrompere il flusso dei pensieri, riportandola ai suoi doveri di
madre: erano quasi le sette e il piccolo aveva fame. Si ripulì in uno strofinaccio le mani ancora
sporche del succo di pomodoro e prese dalla dispensa uno degli omogeneizzati biologici senza
glutine, ovviamente vegan, che Zenzero tuttavia non sembrava gradire molto. Ogni volta era una
vera lotta riuscire a farlo mangiare, con il risultato che spesso era più la pappa che finiva sul
bavaglino di quella ingerita. Così, sebbene il bimbo avesse quasi cinque mesi, era appena poco più
grande di un neonato.
Naturalmente, Quinoa era molto preoccupata e aveva già consultato svariati medici per un
consiglio, ma tutti le indicavano lo stesso tipo di dieta a cui lei già si atteneva senza successo, e
oltre a prescrivergli integratori le dicevano di non forzare il bambino a mangiare, ma lasciarlo
sviluppare secondo i suoi ritmi.
Quinoa non ricorda come fosse da bambina, cosa le piacesse e cosa no: sapeva solo che
doveva mangiare quello che le era detto fosse giusto, non perché fosse più buono, ma solo perché
era nell’ordine delle cose che gli animali umani non si nutrissero di animali non umani. Non era una
scelta, era un imperativo etico, una legge ovvia e indiscutibile, così come non si picchia qualcuno
per il gusto di farlo, non ci si getta da un ponte, non si dà fuoco alla propria casa.
Mentre era ancora intenta ad imboccare il piccolo Zenzero, il campanello di casa suonò. Era
suo marito Bulgur che aveva appena terminato la giornata di lavoro presso il Dipartimento Vita
Eterna ed Eguale. Lì svolgeva un’importante attività di ricerca per conto del governo su come una
corretta dieta vegana crudista senza glutine potesse estendere la vita degli animali umani
potenzialmente all’infinito.
Durante la cena a base di pomodori e pane nero, Quinoa espresse a Bulgur la sua
preoccupazione riguardo la crescita di Zenzero: il piccolo non mangiava quasi nulla e cresceva
pochissimo. Bulgur si chinò a solleticare sotto il mento il figlioletto che in risposta si mise a strillare
a pieni polmoni. Quanta forza in un corpicino così piccolo! A me sembra un bimbo perfettamente
sano, non c’è da preoccuparsi. Diede un bacio sulla guancia a Quinoa che stava finendo di pulire la
cucina e uscì per nutrire gli animali non umani che occupavano il loro cortile: quattro conigli, tre
galline, due polli e due cani, a cui ultimamente si erano aggiunti anche un maiale, una capra e un
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agnellino. Le bestiole erano libere da gabbie e recinzioni, come è naturale che sia, ed erano accuditi
amorevolmente secondo i dettami della Lega Antispecista.
Come ogni notte, Quinoa venne svegliata dal pianto disperato di Zenzero. Prese a cullarlo
ripetendo le parole dell’unica filastrocca che conosceva: maiali, pesci, mucche e galline, sono
amiche e sorelline, fanno la nanna come te, dormi dormi bel bebé.
Tornata a letto e riaddormentatasi, non passarono neanche dieci minuti che gli strilli
ricominciarono. Come un automa, la donna si alzò per rassicurare il figlioletto.
Gli cantò la solita nenia, con la voce che si faceva sempre più stanca e roca per il sonno. Era
finalmente riuscita a tranquillizzarlo quando proprio mentre stava per infilarsi sotto le coperte le
urla tornarono più insistenti di prima.
Anche i cani che erano stati disturbati presero ad abbaiare, le galline a chiocciare, e il maiale
a grugnire. Al culmine dell’esasperazione Quinoa corse in cucina, agguantò un coltello dalla
cassettiera e con gesti fulminei si trovò ad infierire su quella creatura innocente.
Era completamente fuori di sé. Nessun essere umano in possesso delle proprie facoltà
avrebbe mai potuto abbandonarsi a una violenza tanto efferata. Dopo circa tre ore l’operazione era
compiuta: Zenzero dormiva beato dopo aver divorato una bella coscia di pollo, mentre Quinoa
aveva provveduto a spolpare le altre carcasse.
La carne avanzata la fece a pezzi e la mise nel congelatore. Non sarebbe certo andata
sprecata. Con la lingua si leccò via un filamento di grasso rimastole incastrato tra i canini. All’alba
delle cinque si coricò a fianco del consorte che ignaro di tutto continuava a dormire.