BUDGET PER L`EXPORT

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BUDGET PER L`EXPORT
Capitolo nono
MERCATO DEI CAMBI E
OPERAZIONI IN CAMBI
Studio dott. Antonio Di Meo
9.1 Aspetti generali
Abbiamo già visto nel primo capitolo come numerose sono le problematiche ed i
rischi che un’impresa operante con l’estero incontra.
Fra queste problematiche quella riferita al regolamento in moneta diversa dall'unità di conto
nazionale (l’Euro) assume una particolare importanza nella gestione della tesoreria di
un’impresa.
Le imprese, infatti,
che operano con l’estero in moneta estera sono esposte all’oscillazione dei cambi dal
momento dell’inizio della transazione (definizione del prezzo) fino al suo regolamento.
L’oscillazione dei cambi comporta per le imprese quello che definiamo come il “rischio di
cambio”.
Il rischio di cambio è il rischio che deriva dall’incertezza circa la quantità di Euro che si
dovranno utilizzare per effettuare un pagamento in valuta estera (Dollaro, Yen, ecc.) o la
quantità di Euro che si incasseranno, quando si riceve un pagamento a proprio favore
espresso in moneta estera.
Chiunque quindi abbia un debito espresso in divisa estera con una scadenza differita,
corre il rischio di dover sborsare un maggior quantitativo di valuta nazionale, nel caso che la
valuta estera - nella quale il debito è espresso - sia apprezzata rispetto alla valuta nazionale.
Chi invece abbia un credito in divisa estera con scadenza differita corre il rischio di
una perdita, se all’epoca della conversione in Euro, la quotazione della valuta estera - nella
quale il credito è espresso - sia deprezzata rispetto alla valuta nazionale.
Pertanto, il rischio di cambio viene corso sia dal venditore, che fattura in una moneta
diversa dalle unità di conto nazionale (Euro), sia dal compratore, che dovrà pagare una
fattura emessa a suo carico, espressa in valuta estera.
Rispetto agli altri rischi comunque, il rischio di cambio non indica necessariamente un
evento sfavorevole, ma piuttosto una situazione d'incertezza, che potrebbe trasformarsi sia
in un evento dannoso per l’operatore, che in uno favorevole.
Per evitare questa situazione d’incertezza difficilmente prevedibile al momento della
conclusione del contratto espresso in valuta estera, occorre ricercare degli accorgimenti
tecnici che in qualche modo consentano di eliminare - o per lo meno ridurre - tali elementi
di incertezza. Prima però di esaminare i diversi accorgimenti tecnici per proteggersi dal
rischio di cambio, è importante analizzare il cosiddetto Mercato dei Cambi.
9.2 Mercato dei cambi (foreign exchange market)
Il mercato dei Cambi è il luogo di incontro tra venditore e compratore di divise estere (tra
prestatori o prenditori di divise estere) e tra compratori e venditori di contratti di
assicurazione di divise estere. Come in tutti i mercati, vige la legge della domanda e della
offerta. Il rapporto di prezzo è denominato cambio.
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Dunque, il mercato dei Cambi è il mercato in cui si effettuano le negoziazioni di valuta
contro un’altra valuta: ad esempio, si possono acquistare dollari vendendo Euro, contro yen,
dollari oppure contro sterline. Ogni divisa ha un suo prezzo (cambio) contro tutte le altre,
anche se ovviamente la maggior parte degli scambi si concentra sulle valute più importanti,
e cioè dollaro americano (USD), euro (EUR) yen giapponese (JPY), sterlina inglese (GBP),
e franco svizzero (CHF).
9.2.1 Caratteristiche del mercato dei cambi
1. non esistono limitazioni temporali alle contrattazioni, nel senso che è praticamente
aperto 24 ore al giorno, “iniziando” con il mercato asiatico e “chiudendo” con quello
americano. Le contrattazioni avvengono infatti contemporaneamente fra operatori spesso
di continenti diversi; durante la mattinata europea si concludono contratti con controparti
asiatiche, andando poi a chiudere gli scambi con gli operatori americani.
2. non esiste uno spazio fisico delimitato, appositamente costituito a questo scopo: si tratta
infatti di un mercato over the counter (O.T.C.), senza confini, a differenza dei mercati di
borsa, di cui il LIFFE di Londra (London International Financial Future Exchange) e
l’IMM di Chicago (International Monetary Market) sono i più importanti al mondo.
9.2.2 Come sono quotati i cambi
I prezzi delle varie divise sono espressi in due maniere:
• incerto per certo: evidenzia la quantità variabile di moneta nazionale necessaria per una
unità di divisa estera;
• certo per incerto: evidenzia la quantità variabile di moneta estera necessaria per una
unità di divisa nazionale.
9.2.3 Prezzo denaro e lettera
Nel mercato dei Cambi, esiste una quotazione denominata “Denaro” ed una
quotazione denominata “Lettera”.
Quando infatti un operatore interpella un altro operatore per sapere un prezzo, si ottengono
sempre due quotazioni: il denaro (“bid”) e la lettera (“ask”).
•
Il denaro rappresenta il prezzo al quale la controparte è disposta ad acquistare la valuta
base,
•
la lettera rappresenta invece il prezzo al quale è disposta a vendere la stessa valuta.
E’ importante sottolineare come, anche se l'operazione si svolge
contemporaneamente, non esiste un solo prezzo di vendita e/o di acquisto, ma diversi, a
seconda degli interessi dell’operatore.
Lo spread (differenziale) tra il denaro e la lettera è un importante indicatore della liquidità
del mercato, che è tanto maggiore quanto più è stretto lo spread stesso.
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9.2.4 Cross rates
Operativamente, la maggior parte delle contrattazioni riguarda le divise principali,
soprattutto dollaro americano ed euro, i cui prezzi sono quotati direttamente dai vari
contributori (banche) sulle pagine dei relativi information providers (Reuter, Telerate...).
Per ottenere invece i prezzi operativi delle altre valute, occorre “passare” o dal dollaro o
dall'euro, incrociandone i relativi prezzi (da cui il nome “cross rate”); occorre cioè avere
una terza valuta “base”, da utilizzare come riferimento per calcolare il rapporto di cambio
fra due altre divise.
9.2.5 Tassi interbancari sulle eurodivise
Sull’Euromercato ogni singola valuta ha una quotazione in termini di tasso di
interesse per le scadenze più disparate. Le scadenze classiche sono:
•
•
•
•
•
•
overnight: giorno di contrattazione (stipulazione)
tomorrow next: giorni successivi al giorno di contrattazione
spot: giorno di regolamento
1, 2 e 3 settimane
1, 2, 3, 4, 5 e 6 mesi
1 anno.
9.3 Banche nel mercato dei cambi: quale il compito
In genere il regolamento degli scambi internazionali avviene con l’intervento delle
banche che possono essere utilizzate sia come tramite tra importatore ed esportatore, oppure
effettuando operazioni di credito (anticipazioni e/o finanziamenti) in favore di una delle due
controparti.
Le banche svolgono quindi un ruolo importante di intermediario tra l’offerta e la domanda
di divisa nelle operazioni di compravendita di beni e/o servizi, tra operatori economici o
privati residenti in paesi diversi, che regolano le proprie transazioni in una moneta di conto
valutario (cioè dollaro, sterlina, yen, franco svizzero o altro).
Il compito principale del servizio dei cambi di una banca consiste nel consentire
alla clientela commerciale o privata di convertire «averi» stilati in una determinata valuta in
un’altra. Questo può avvenire con operazioni a contanti (a pronti) oppure a termine.
Le operazioni a pronti sono quelle che si realizzano acquistando o vendendo divise
estere contro unità di conto nazionale, euro, con l’immediata consegna delle prime entro il
secondo giorno successivo non festivo, oppure cedendo una divisa e acquistandone
contemporaneamente dell’altra, addebitandone ed accreditandone i rispettivi controvalori
alla controparte. Queste operazioni compiute dalle banche vengono denominate
Arbitraggio.
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Le operazioni a termine sono quelle nelle quali l’acquisto o la vendita della divisa si
effettuano con consegna differita, ad un cambio prefissato, oltre 7 giorni dalla data
dell’operazione.
9.4 Copertura del rischio di cambio
La copertura del rischio di cambio è un aspetto cruciale nell’ambito dell’attività di
ogni operatore economico che ha rapporti con l’estero, quando la transazione commerciale è
espressa in una moneta diversa dall'unità di conto (Euro).
Prima di affrontare le tecniche di copertura del rischio di cambio, conviene chiarire
quando quest’ultimo insorge: tale rischio infatti esiste solo nel caso di transazioni di valuta
contro Euro, come ad esempio un pagamento in valuta contro addebito di euro, oppure un
bonifico dall’estero che viene cambiato con accredito di euro...
Non esiste invece in tutti quei casi operativi in cui ci sia un movimento in entrata di valuta
ed un corrispondente movimento in uscita nella stessa valuta, come ad esempio l’estinzione
di un finanziamento attraverso un bonifico in arrivo, oppure un’accensione di un
finanziamento con contestuale pagamento all’estero.
TECNICHE DI COPERTURA DEL RISCHIO DI CAMBIO
1. La fatturazione in unità di conto nazionale
2. Il pairing interno
3. Il prezzo contrattuale
4. La clausola di cambio
5. L’anticipazione in valuta
6. Il finanziamento in valuta
7. La copertura a termine
8. Le opzioni
9. Gli swaps
10. I futures
9.4.1 Fatturazione in unità di conto nazionale
Fatturare le proprie vendite in unità di conto nazionale (Euro) anziché in moneta
estera o riuscire ad acquistare dall’estero merci o servizi concordando che il pagamento
venga effettuato in euro, non comporta per l’operatore alcun rischio di cambio.
In questo sarà la controparte estera (dei Paesi extra UEM) che si esporrà al rischio di
cambio.
E’ evidente che non è così semplice per un’impresa riuscire ad imporre tale
soluzione, perché concorrono diversi fattori ad influenzare e condizionare la scelta della
moneta di fatturazione. Prima di tutti la situazione di taluni mercati o di taluni prodotti dove
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la moneta in cui avviene la transazione è unica per consuetudine. A titolo di esempio il
petrolio viene quotato in dollari USA.
Alcuni paesi poi, in particolare i paesi ad economia non avanzata, impongono che il
regolamento delle loro esportazioni o importazioni debba avvenire soltanto in determinate
monete, non avendo le banche di quel paese rapporti di conto con banche italiane e quindi
non avendo conti in lire da utilizzare per eseguire i regolamenti con l’estero.
Da ultimo la forza contrattuale delle parti. Fatturare o farsi fatturare in unità di conto
nazionale comporta infatti per l’altra parte l’assunzione del rischio di cambio, per cui
occorre verificare se e in quale misura la controparte estera sarà disposta ad accettare il
regolamento in euro.
ELEMENTI CHE DETERMINANO LA SCELTA DELLA MONETA DI
FATTURAZIONE
• Situazione dei mercati
• Prodotto commercializzato (petrolio - USD)
• Rapporti inesistenti fra banche (es. in alcuni PVS le banche potrebbero non
intrattenere conti in euro)
• Forza contrattuale delle parti
ELEMENTI CHE INFLUENZANO LA SCELTA DEGLI STRUMENTI
TECNICI DI COPERTURA DEL RISCHIO DI CAMBIO
• Numerosità delle operazioni espresse in valuta estera
• Tipologia e volume delle stesse
• Moneta di fatturazione
•
Risorse interne dell'impresa
9.4.2 Pairing interno
Il Pairing interno è il bilanciamento delle attività e passività in valuta esistenti o previste
nel corso di un orizzonte temporale di 9 - 12 mesi al massimo.
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Non è indispensabile che i cash - flow in entrata e in uscita siano riferiti alla stessa valuta: a
ciò infatti si può ovviare tramite:
• accensione di finanziamenti
• utilizzo dei conti valutari
Un esempio può essere utile:
un’azienda con un credito da incassare in dollari, con scadenza tre mesi, dovendo oggi
pagare un debito in yen, può accendere un finanziamento in dollari a tre mesi, che sarà
estinto con il futuro introito, comprando il controvalore in yen da pagare.
Oppure: si riceve un bonifico dall’estero in sterline, avendo però la certezza che lo stesso
importo dovrà essere pagato dopo un certo periodo di tempo: conviene allora depositare la
divisa su un conto valutario, percependo gli interessi attivi per il periodo di riferimento, e
poi prelevarla per il pagamento, senza incorrere in un doppio rischio di cambio.
Questa modalità operativa richiede ovviamente numerosi flussi valutari in entrata ed
uscita, ma soprattutto una attenta gestione degli stessi, per ottimizzare il margine finanziario
e quello economico.
E’ quindi indirizzata ed utilizzata solo da imprese di un certo standing dimensionale ed
operativo, ma non da quelle con operazioni in valuta occasionali.
9.4.3 Prezzo contrattuale
La possibilità di coprirsi dal rischio di cambio, intervenendo sul prezzo di vendita in fase di
offerta, consiste nel praticare un prezzo, espresso in valuta estera, più alto di quello
effettivo.
Così facendo, nel caso in cui il cambio scenda rispetto a quello di mercato al momento in
cui viene concluso il contratto, il venditore non subirà alcuna perdita, in quanto la stessa è
assorbita (in tutto o in parte) dal prezzo più alto.
Questa possibilità può essere praticata soltanto quando è possibile alzare il prezzo
senza perdere competitività.
9.4.4 Clausola di cambio
La clausola di cambio è una clausola che consiste nel prevedere contrattualmente la
possibilità di una revisione del prezzo, nel caso in cui al momento del regolamento il
rapporto di cambio risulti sfavorevole per uno dei due contraenti.
In pratica, in un accordo commerciale che prevede il pagamento in valuta estera, tale
clausola tende ad ancorare la conversione della valuta di fatturazione ad un parametro
di cambio prefissato.
Se poi il giorno in cui avviene il regolamento il cambio differisce rispetto al parametro
prefissato, il prezzo viene ritoccato.
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Questa possibilità deve essere formulata in termini chiari, stabilendo i parametri di
riferimento e la percentuale di oscillazione consentita, rispetto al parametro, per poter
usufruire della clausola stessa.
Questo strumento non è molto utilizzato perché, in genere, non è gradito all’operatore che
opera nella propria moneta nazionale. Infatti questo accorgimento si adatta ad un
inserimento nel contratto soltanto quando l’oggetto della transazione riguarda quei settori
merceologici dove il prezzo della materia prima è soggetto a continue e repentine
oscillazioni e dove il contraente che voglia cautelarsi in tal modo ha sufficiente forza
contrattuale.
9.4.5 Anticipazione in valuta
Finanziarsi in valuta significa indebitarsi per un determinato periodo di tempo in una certa
valuta, incassando il controvalore in lire o in un’altra valuta secondo il cambio del
momento, pagandone il relativo tasso d'interesse (libor o euro) al quale va sommato lo
spread di riferimento.
Alla scadenza pattuita, un finanziamento può essere estinto oppure prorogato: la proroga in
questo caso viene effettuata al cambio originario, mentre il tasso è determinato al momento
del roll-over, dovendo però liquidare gli interessi per il periodo trascorso.
Anche questa strategia è decisamente comune, in alternativa al contratto a termine, rispetto
al quale viene scelta per esigenze di liquidità.
Qualora queste sussistano, si preferisce smobilizzare i futuri introiti pagando il tasso di
interesse della valuta, che è spesso inferiore a quello di un finanziamento in euro, e quindi
più conveniente.
Con l’anticipazione in valuta estera l’esportatore che concede al proprio cliente una
dilazione di pagamento ottiene dalla propria banca l’anticipo dell’importo che dovrà
ricevere dal compratore alla scadenza concordata.
Per non correre il rischio di cambio, l’esportatore dovrà comunque chiedere l’anticipo alla
propria banca al momento della conclusione del contratto.
La banca che concede l’anticipo negozierà contro Euro la valuta estera acquistata,
accreditando il relativo controvalore sul conto corrente dell’esportatore.
L’operazione di anticipazione in valuta del futuro ricavo consente all’esportatore di
ottenere con un’unica operazione due risultati:
• il primo è quello di chiudere il rischio di cambio;
• il secondo è quello di smobilizzare da subito il proprio credito trasformandolo in
incasso a vista. Naturalmente l’anticipo sarà concesso nella stessa valuta di fatturazione
per un periodo che di solito è pari alla dilazione concessa al compratore estero. Quando
il compratore pagherà l’importo della fornitura, lo stesso sarà trattenuto dalla banca che
ha concesso l’anticipo per estinguerlo.
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9.4.6 Finanziamento in valuta
Con il finanziamento in valuta il compratore di un bene, che deve pagare ad una scadenza
futura l’importo espresso in valuta estera, può incaricare la banca di acquistare a pronti la
valuta stessa quando il cambio gli sembra favorevole oppure, per chiudere immediatamente
l’eventuale rischio di cambio, farlo al momento in cui conclude il contratto d'acquisto.
La banca, in base alle istruzioni ricevute, accantona così l’importo in valuta in un conto
intestato al compratore in attesa di effettuare il pagamento all’estero.
La convenienza per l’importatore di una operazione simile presuppone una situazione
finanziaria molto forte tale da consentire l’investimento e la previsione che il costo
dell’immobilizzo gli consenta di realizzare un vantaggio economico dovuto alla perdita di
cambio rispetto a quanto concordato con il venditore.
9.4.7 Copertura a termine
Il contratto a termine permette di fissare il prezzo di acquisto e di vendita di un importo in
divisa per una determinata data, che deve essere oltre i primi due giorni lavorativi (oltre
valuta spot), ad un cambio stabilito in sede di stipulazione del contratto.
Il cambio a termine può essere:
•
•
•
maggiore di quello spot (“sopra la pari” o “a premio”)
uguale a quello spot (“alla pari”)
minore di quello spot (“sotto la pari” o “a sconto”).
Obiettivo del contratto è quello di acquistare o vendere valuta estera in un momento
temporale anticipato rispetto all’effettivo incasso o pagamento in valuta, consentendo così
all’impresa di conoscere anticipatamente a quale tasso di cambio incasserà o pagherà il
credito/debito in valuta che maturerà ad una certa data futura.
Come si articola
L’esportatore che vende a termine vende alla banca una certa quantità di una
determinata valuta estera ad un cambio fissato subito e si impegna a consegnarla ad una
certa scadenza (30, 60, 90 o più giorni) contro ritiro del prezzo pattuito con la banca.
Pertanto l’esportatore verrà accreditato in conto corrente del controvalore al cambio
precedentemente concordato.
L’importatore che acquista a termine acquista dalla banca una certa quantità di una
determinata valuta estera ad un cambio fissato subito e si impegna a ritirarla ad una data
scadenza (30, 60, 90 o più giorni) contro pagamento del prezzo pattuito. In questo caso
l’importatore viene invece addebitato in conto corrente al cambio precedentemente fissato.
Se alla scadenza l’operatore non è in grado di eseguire il contratto perché non riceve
l’incasso dall’estero o perché si trova nella impossibilità di far fronte ai propri impegni, la
banca provvede alla liquidazione del contratto divenuto ineseguibile oppure a prorogarlo. La
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proroga consiste nella estinzione del contratto e nella riaccensione di un nuovo contratto a
termine.
Questa tecnica è oggi comunemente utilizzata sia da piccoli che grandi operatori; la
diffusione è avvenuta dopo l’abolizione del listino ufficiale dei cambi di Bankitalia e
dell’imposta di bollo prima gravante sui contratti a termine avvenuta nel 1992.
Fino ad allora infatti, lo strumento di copertura a cui si faceva ricorso era il Domestic Swap
(D.C.S.) che esamineremo più avanti.
La condizione però per sottrarsi al rischio di cambio è che alla scadenza del contratto
a termine posto in essere il venditore riceva dall’estero l’incasso del prezzo e il compratore
effettui il pagamento a favore dell’estero.
Se queste condizioni non si realizzassero, si creerebbero dei grossi problemi, in quanto alla
scadenza del contratto a termine bisognerà provvedere all’adempimento del contratto stesso
vendendo o acquistando la divisa sul mercato a pronti.
9.4.8 Opzioni
Per opzioni in valuta si intendono i contratti che conferiscono il diritto, ma non l’obbligo, di
acquistare o vendere un importo di valuta entro oppure ad una determinata data ad un
prefissato livello di cambio (strike price).
Il diritto è rilasciato dal venditore (writer) all’acquirente (holder) dietro il pagamento
immediato di un premio, che costituisce il prezzo dell’opzione.
L’opzione può essere:
•
•
di tipo europeo, se esercitabile solo alla scadenza
di tipo americano, se esercitabile in qualunque momento.
•
Le opzioni sono di due tipi:
•
•
call option
put option
L’opzione "call" conferisce il diritto di acquistare la valuta al cambio e alla
scadenza prefissati. Con l’acquisto dell’opzione “call”, l’impresa è in grado di
stabilire il cambio massimo al quale verrà effettuato l’esborso di valuta.
Alla scadenza potrà verificarsi una delle tre situazioni:
•
•
•
una quotazione SPOT (a pronti) superiore al prezzo fissato;
una quotazione SPOT (a pronti) identica al prezzo fissato;
una quotazione SPOT (a pronti) inferiore al prezzo fissato.
Se la quotazione spot (a pronti) di quella valuta sarà superiore al prezzo fissato, l’impresa
eserciterà il diritto di opzione "call" e acquisterà la valuta al prezzo fissato. Se la quotazione
spot sarà identica a quella fissata l’esercizio del diritto di opzione risulterà indifferente.
Se la quotazione spot sarà invece inferiore al prezzo fissato, l’impresa eserciterà il diritto di
opzione call, acquistando la valuta al prezzo di mercato.
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L’opzione "put" conferisce all’acquirente il diritto di vendere la valuta al cambio
e alla scadenza prefissati. Con l’acquisto dell’opzione "put", l’impresa stabilisce
il cambio minimo al quale avverrà la conversione della valuta che sarà introitata.
Alla scadenza, così come abbiamo visto per l’opzione call, potrà verificarsi una delle tre
seguenti situazioni:
•
•
•
una quotazione SPOT (a pronti) inferiore al prezzo fissato;
una quotazione SPOT (a pronti) identica al prezzo fissato;
una quotazione SPOT (a pronti) superiore al prezzo fissato.
Se la quotazione spot di quella valuta sarà inferiore al prezzo fissato, l’impresa eserciterà il
diritto di opzione put vendendo la valuta al prezzo concordato.
Se la quotazione spot sarà la stessa di quella fissata, l’esercizio del diritto di opzione
risulterà indifferente.
Se la quotazione spot risulterà invece superiore al prezzo fissato, l’impresa abbandonerà il
diritto di opzione put e venderà la valuta al prezzo di mercato.
Questa tecnica di copertura del rischio di cambio è simile a quella del contratto a
termine, ma consente all’operatore di non rinunciare a variazioni vantaggiose dovute
all’oscillazione del cambio. Infatti con l’acquisto di una opzione si ha il diritto, ma non
l’obbligo di acquistare o di vendere a termine la valuta riferita al contratto, pagando
un “premio” alla banca.
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VANTAGGI E SVANTAGGI DELL'OPZIONE
! Una completa protezione contro le oscillazioni dei prezzi, in caso di acquisto
dell’opzione: l’acquirente è infatti sicuro del prezzo massimo di acquisto o minimo di
vendita, indipendentemente dal livello assunto dal prezzo di riferimento il giorno di
scadenza.
! La possibilità di sfruttare le evoluzioni favorevoli del mercato, al contrario degli altri
strumenti come i contratti a termine o i finanziamenti che, come già visto, non
permettono di conseguire alcun guadagno in caso di oscillazioni a favore. Ciò
rappresenta quindi un costo implicito di tali strumenti, che si contrappone al costo
esplicito delle opzioni, rappresentato dal premio.
! Ampia flessibilità operativa.
! Possibilità di rivendita dell’opzione, nel caso in cui sia venuto meno il presupposto di
base, consentendo di recuperare, almeno in parte, il premio pagato.
! Copertura del rischio senza l’obbligo di aprire una posizione in cambi, senza quindi
un consistente impegno finanziario.
! Impegno della linea di credito bancaria solo in caso di vendita, visto che in caso di
acquisto il rischio di perdita massima è rappresentato dal premio che viene pagato
subito.
! Il pagamento del premio che, essendo in proporzione all’importo, è spesso di importo
rilevante. Ciò è sicuramente uno dei motivi che ha ostacolato la diffusione di questo
prodotto nel mercato italiano, nonostante le innovazioni che vi sono state apportate
proprio per ovviare a questo inconveniente.
! Un risultato economico non ottimizzante nel caso di variazioni sfavorevoli del
cambio, proprio a causa del premio che abbassa il cambio di break- even.
! È una tecnica utilizzata solo per importi considerevoli (alcune centinaia di milioni).
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DIFFERENZE TRA “CONTRATTO DI OPZIONE” E
“CONTRATTO A TERMINE”
Opzione
% Diritto a comprare o a vendere.
% Nessuna perdita possibile all’infuori del premio pagato.
% Elimina il rischio dalla parte desiderata lasciando però illimitate le
possibilità di potenziali guadagni qualora il mercato si muova a
favore dell’operatore.
Termine
% Obbligazione a comprare o a vendere.
% Nessun onere: si paga o si incassa il relativo premio.
% Elimina il rischio di cambio ma non lascia la possibilità all’operatore
di sfruttare favorevoli evoluzioni di mercato.
9.4.9 Swaps
Swap consiste in transazioni finanziarie che consentono a due controparti di scambiarsi
flussi di pagamento in valuta nel tempo, secondo regole precise.
Si suddividono in:
a) interest rate swaps
b) currency swaps
c) domestic currency swaps
• L’interest rate swap consiste in una operazione in cui le parti si scambiano flussi di
interessi nella stessa moneta e alla stessa scadenza.
• Il currency swap consiste in un’operazione dove le parti si scambiano due serie di
pagamenti in differenti monete corrispondenti al rimborso del capitale e dei rispettivi
flussi di interesse.
• Il domestic currency swap invece consiste in un’operazione stipulata da due parti
residenti, aventi posizioni identiche per valuta, importo e scadenza ma opposte (debito e
credito).
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La caratteristica di un’operazione di «swap» sta nel fatto che due parti (un venditore ed un
compratore) concordano di compensare in unità di conto nazionale la parte che subirà una
perdita dovuta all’oscillazione del cambio.
Tra gli strumenti di neutralizzazione del rischio di cambio, il contratto di swaps è il
più recente, facendo l’apparizione sul nostro mercato alla fine degli anni ottanta, a causa del
fatto che - soprattutto a quei tempi - sui contratti a termine gravava una imposta: il fissato
bollato che rendeva più onerosa l’operazione.
9.4.10 Futures
Anch’essi rappresentano strumenti a termine che consentono, alle imprese aventi
attività o passività finanziarie, di ridurre il rischio di perdite derivanti da aspettative di
variazione dei tassi di interesse o di cambio o dei valori azionari, bloccando il costo o il
ricavo futuro di una attività o passività finanziaria. Introdotti in Italia alla fine degli anni
ottanta, rappresentano per le imprese un ulteriore strumento di neutralizzazione del rischio
di cambio.
Simili alle operazioni a termine già esaminate, i futures riguardano soltanto le valute più
diffuse e cioè i Dollari USA, le Sterline, gli Yen e i Franchi Svizzeri.
9.5 Gestione finanziaria di un’impresa
Da quanto detto ed in considerazione che il “fenomeno cambio” costituisce un grande
fattore di imprevedibilità nella pianificazione dei flussi finanziari per un’impresa, diventa
importante una attenta gestione finanziaria.
Se importatori ed esportatori devono preoccuparsi di coprire dal rischio di cambio i futuri
incassi e/o i futuri esborsi in valuta, è altrettanto importante capire quali sono i principali
obiettivi che possono essere perseguiti e che troverete elencati nella tabella.
PRINCIPALI OBIETTIVI CHE POSSONO ESSERE
PERSEGUITI DA UN’IMPRESA
• Stabilità del reddito aziendale nel tempo.
• Maggiore tranquillità operativa.
• Possibilità per le funzioni operative di concentrarsi sugli aspetti principali della loro
attività.
• Focalizzazione del rapporto con i clienti sul posizionamento reale del prodotto.
•
Continuità nei rapporti con i clienti o con i fornitori.
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E’ importante definire con precisione il prezzo di vendita o il prezzo d'acquisto
espresso in lire, considerandone tutti gli elementi che concorrono a formare il costo in
quanto il relativo prezzo, espresso in moneta estera, è la risultante di questo.
Così come è importante definire la condizione di pagamento, in quanto serve a
determinare il cash flow in entrata ed in uscita e, di conseguenza, la strategia da attuare.
La consapevolezza poi che la nascita del rischio di cambio avviene generalmente in fase di
stipula del contratto con l’estero, quando cioè l’impresa, in funzione di un accordo di natura
commerciale, si impegna ad eseguire o a ricevere un pagamento ad una certa data futura e
l’intensità con cui si presenterà il rischio, variano a seconda della moneta con cui viene
espresso il prezzo. A seconda infatti che la moneta sia forte (dollaro, euro, yen, franco
svizzero) o debole e a seconda che l’impresa si trovi nella condizione di dover incassare un
credito.
Il rischio di cambio dipende inoltre da una infinità di variabili di natura sia
economica che politica di difficile prevedibilità, che non dipendono dall’impresa stessa,
sfuggendone quindi al controllo.
Proprio in considerazione del fatto che tale rischio non dipende dall’azienda che non è in
grado di controllarlo, è opportuno che la stessa attivi al proprio interno dei meccanismi di
copertura sistematica del rischio. Tali meccanismi possono essere attivati contestualmente
alla nascita del rischio, cioè al momento della fissazione del prezzo e comunque alla
conclusione del contratto, oppure in una fase successiva.
La scelta di quando intervenire dipende poi dalla strategia che si vuole adottare, che può
essere quella di “non fare” e che è caratterizzata da un atteggiamento di nessuna copertura,
oppure "di copertura sistematica" del rischio, oppure "di tipo speculativo", che ricerca - oltre
che l’eliminazione del rischio - la possibilità di sfruttare le oscillazioni del cambio per
ricavarne dei vantaggi.
Per concludere, è importante sottolineare che sotto l’aspetto valutario la legislazione
italiana non prevede alcun vincolo, per cui tutto è consentito nel rispetto ovviamente delle
norme a carattere non valutario.
Questo significa che se il residente (impresa o privato) può compiere qualsiasi operazione in
valuta estera, effettuando operazioni in cambi a pronti o con copertura a termine, diventa
importante una attenta gestione di tale rischio per cui si SUGGERISCONO alcuni elementi
ritenuti indispensabili che elenchiamo alla tabella.
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ELEMENTI PER UNA CORRETTA GESTIONE
DEL RISCHIO DI CAMBIO
•
La definizione del prezzo di vendita
•
L'identificazione del momento preciso in cui nasce il rischio di cambio
•
La valutazione della possibile entità del rischio in base alla moneta di fatturazione
•
La considerazione delle variabili esterne all'impresa che possono influenzare
l'oscillazione delle monete
•
L'adozione di una strategia che può essere caratterizzata da "non fare" alcuna
copertura, oppure dal coprirsi sistematicamente dal rischio di tipo speculativo
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La scelta delle soluzioni più adeguate per coprirsi dal rischio
Studio dott. Antonio Di Meo