Giornate dell`architettura in Alto Adige,Valtellina e

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Giornate dell`architettura in Alto Adige,Valtellina e
Giornate dell'architettura in Alto Adige
L’architettura dell’Alto Adige si mette in mostra dall’11 al 14 giugno con un evento tutto nuovo:
promosse dalla Fondazione Architettura Alto Adige e da Alto Adige Marketing, le Giornate
dell’Architettura invitano il grande pubblico ad andare alla scoperta del patrimonio edilizio della
regione. Gli itinerari proposti coinvolgono diverse zone, dalla città di Bolzano e i suoi dintorni
(www.bolzanodintorni.info) fino alle località di Brunico, Bressanone, Merano e la Val Pusteria. Focus
di questa prima edizione, le ristrutturazioni che hanno permesso a edifici antichi di essere ripensati
con nuove destinazioni d’uso. A completare il ricco programma di visite, la Notte dell’Architettura
(sabato 13 giugno), e poi ancora studi artistici aperti, tavole rotonde ad accesso libero e il congresso
Alpitecture, rivolto ai professionisti del settore.
L’architettura per tutti
Il vino è cultura, ma anche architettura: basta pensare al ricco patrimonio di cantine che si trovano
lungo la Strada del Vino dell’Alto Adige. Per approfondire anche questo aspetto, le Giornate
dell’Architettura propongono il “Giro del Vino”, ovvero un tour di un giorno intero (9.00-18.00) che
toccherà diverse realtà vinicole della zona, dalla Tenuta J. Hofstätter di Termeno al modernissimo
Weinhof Kobler di Magré, e poi ancora la cantina di San Michele Appiano, quella di Nals Margreid a
Nalles, la tenuta Elena Walch a Termeno e l’enoteca Niklaserhof di Caldaro. Un percorso complesso
ed eterogeneo, che includerà anche degustazioni e il pranzo presso la suggestiva vineria Paradeis di
Magré (prezzo 90 euro).
Per approfondire invece il patrimonio urbano della regione, imperdibile l’itinerario “Bolzano e
dintorni” (www.bolzanodintorni.info): più breve rispetto al precedente (9.30-12.30) ma altrettanto
ricco di spunti. Il focus sarà sulle differenze tra la città più “tedesca”, con i suoi meravigliosi palazzi
gotici, e quella “italiana” – anche per stile di vita – caratterizzata invece da elementi architettonici
razionalisti e urbanisticamente congiunte dal ponte sul fiume Talvera (prezzo 30 euro): tra i
monumenti che si visiteranno, Casa Rizzolli, la scuola professionale Hannah Arendt, l’EURAC e il
Monumento alla Vittoria. Per chi invece volesse assaporare anche un tocco di liberty, da non perdere
l’itinerario sul Renon (15.00-18.00), con la visita alle case di villeggiatura a Maria Assunta e al
Parkhotel Holzner a Soprabolzano.
Ma le Giornate dell’Architettura includono anche altri itinerari (otto in tutto): dalla Val Venosta, con
la sua Abbazia Benedettina e la distilleria di whisky Puni, fino agli alberghi di lusso della Val
Pusteria. E poi Bressanone, Merano, Brunico e i masi, le tipiche case contadine che sono uno dei
tratti distintivi del paesaggio altoatesino.
Eventi: la Notte dell’Architettura e Alpitecture
Clou della manifestazione sarà la Notte dell’Architettura, in programma a Bolzano il 13 giugno: dalle
19, presso la sede dello shop Salewa, gli architetti altoatesini incontreranno il pubblico mostrando i
loro progetti e partecipando a dibattiti, oltre ad animare la serata con musica, esibizioni sulla parete
di roccia e assaggi di prodotti altoatesini. L’ingresso è libero, l’iscrizione è obbligatoria.
http://fondazione.arch.bz.it/it/eventi/giornate-dellarchitettura/prenotazioni
Infine, per gli addetti ai lavori, dall’11 al 14 giugno ci sarà anche Alpitecture: organizzato da EOS
Organizzazione Export Alto Adige, l’evento prevede visite e workshop per progettisti e architetti, un
congresso, una tavola rotonda, la proiezione del film “Noi & l’architettura” e le visite dirette agli
studi degli artisti locali (tra Lasa, Merano, Lana, Bolzano, Brunico e Campo Tures).
A portata di dito
La nuova applicazione sull’architettura in Alto Adige per iOS, Android e Windows Phone, segnala gli
oggetti più interessanti nei dintorni e permette di crearsi un itinerario personalizzato grazie a tante
utili informazioni su strutture, progettisti ed eventi. Per info www.suedtirol.info/archapp
Disponibile da fine maggio 2015.
Regole degli itinerari: sono a numero chiuso e su prenotazione e saranno guidati da architetti o
esperti. Prezzi a partire da 20 euro.
Per informazioni e prenotazioni: tel. +39 0471 302 813 – [email protected]
www.giornatedellarchitettura.it
Muoversi green. Le proposte per chi vuole lasciare a casa l’auto
• In treno, con le Ferrovie Austriache e Tedesche
Con i treni DB-ÖBB EuroCity si raggiunge comodamente Bolzano da Verona a partire da soli 9 € (da
Bologna e Venezia SL a partire da 19 €). I bambini fino a 14 anni viaggiano gratis, se accompagnati
da un genitore o da un nonno. Per maggiori informazioni: www.megliointreno.it
• Mobilcard Alto Adige
Con Mobilcard, si possono utilizzare tutti i mezzi pubblici del Trasporto Integrato per scoprire l’Alto
Adige. Biglietto valido per 7 giorni a 28 €, oppure 3 giorni a 23 €. Mobilcard Junior (sotto i 14 anni)
costa la metà, mentre i bambini fino a 6 anni viaggiano gratis.
• Winepass
Abbina Mobilcard & l’offerta lungo la Strada del Vino.
Il Winepass apre le porte dell’affascinante mondo della Strada del Vino dell’Alto
Adige. Winepass valido per 3 giorni a 35 €, oppure 7 giorni a 40 €. Per informazioni:
www.stradadelvino-altoadige.it
Informazioni:
Consorzio Turistico Bolzano Vigneti e Dolomiti
tel. 0471 633 488
[email protected]
www.bolzanodintorni.info
Valtellina e Livigno superstar
Lungolivigno propone due splendide soluzioni di vacanza adatte per tutta la famiglia.
La prima: 4 giorni a spasso per la Valtellina, un itinerario che non annoia, 2 hotel con top spa e
cucina gourmet. Un entusiasmante zapping turistico tra vigneti, vecchie corti, ghiacciai e spa
all’avanguardia.
Si inizia da Sondrio, con pernottamento al Grand hotel Posta, un hotel storico, di raffinata bellezza,
con la spa firmata Culti. Dopo oltre 150 anni il Grand Hotel della Posta è ancora lì, con la sua
facciata pulita che incornicia la centralissima Piazza Garibaldi. Il peso dell’età non si sente grazie ai
lavori di ammodernamento compiuti alcuni anni fa, eseguiti nel completo rispetto della tradizione.
38 camere eleganti e arredate con stile, alcune delle quali con i soffitti affrescati, davvero suggestivi,
così come quelle all’ultimo piano con tetto mansardato e travi a vista. Al pianterreno un bar che si
affaccia direttamente sulla piazza, dove fermarsi a merenda per una fetta di torta o per un aperitivo
in un ambiente raffinato. Le emozioni cominciano qui, ammirando la vasta collezione di opere d’arte,
dai quadri fiamminghi ad alcune interessanti opere più moderne, come sculture e installazioni
artistiche che rendono gli spazi comuni dell’hotel dei luoghi dove sostare a meditare. E osservare.
Come in un museo.
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este antiche mura, è anche “spa–time”, nell’elegante centro benessere firmato Culti, dove
predominano la pietra e il legno. Qui ci si può rilassare nell’ampia vasca idromassaggio, nella sauna
e bagno turco. A completare la zona wellness una sala per i trattamenti e una piccola zona fitness.
Altrettanto suggestive le vecchie cantine dove sono stati mantenuti i muri in pietra e i soffitti con le
volte a botte.
Il secondo giorno si parte per Livigno, passando per Bormio: qui si può scegliere tra la visita del
centro storico dell’antica Contea oppure per prolungare il relax ai Bagni Vecchi (sconto per gli ospiti
di Lungolivigno). Nel piccolo Tibet, gli ospiti vengono coccolati dal team dell’hotel Lac Salin SPA &
Mountain Resort: shopping, passeggiate, relax alla Mandira Spa – 900 mq di rifugio con una grande
piscina con vasca idromassaggio, percorso Kneipp, doccia di ghiaccio, sauna finlandese e bagno
turco.
Il quarto giorno si salutano le montagne del piccolo Tibet e si parte alla scoperta dell’incantevole
itinerario del trenino rosso del Bernina che riporta gli ospiti a Sondrio per l’ultima notte da
trascorrere al Grand hotel della Posta.
Il pacchetto include:
•​4 mezze pensioni nei due Hotels più belli della Valtellina: ricche colazione a buffet, menu serale da
5 portate a scelta
•​Viaggio di AR con il Bernina Express da Tirano a St Moritz alla scoperta dei Ghiacciai
•​Ingresso nei centri wellness dei due Hotel, accappatoi e ricco set di cortesia
•​Shopping nei negozi “Lungolivigno Fashion”
•​connessione wireless gratuita nelle camere
4 notti euro 449,00 a persona in camera doppia,
bambini fino a 12 anni 40%, inferiori ai ai 6 anni 50% . 3. letto adulti – 30%
Valido dal 13 giugno al 8 agosto e dal 23 agosto al 14 ottobre 2015
La seconda: il trenino è proprio quello dell’immaginario comune: rosso, piccolo, che inarrestabile
passa audacemente tra vallate e ghiacciai. Salire su quel treno è un’esperienza memorabile: si
prende il treno alla stazione di Poschiavo e in soli 18 km viene superato un dislivello di oltre 1200 mt
e lo spettacolo che si gode dai vagoni è un intreccio di colori e paesaggi incredibilmente suggestivi.
Si lambisce il ghiacciaio del Morterasch e
si può visitare il miracolo geologico delle
Marmitte dei Giganti, nella bellissima Val
Cavaglia, accessibile solo a piedi o in
treno, ma non in macchina. L’itinerario
culmina a St Moritz, capitale
dell’Engadina, ma prima si ammira il
contrasto cromatico del lago Bianco e del
Lago Nero, in corrispondenza del passo
Bernina (2253 metri d’altitudine).
Il pacchetto pensato dal gruppo
Lungolivigno prevede 2 pernottamenti all’hotel Parè, con trattamento in mezza pensione, accesso al
centro benessere; biglietto ferroviario di andata e ritorno sulla tratta Poschiavo – St. Moritz sulla
carrozza 2° classe.
A disposizione dei clienti: mountain bike e attrezzatura per il trekking, ma anche tutte le mappe per
muoversi in sicurezza su questa zona dell’Arco Alpino. Sono oltre 600 i chilometri digitalizzati per
chi vuole scoprire questi luoghi sulle due ruote, oltre a uno dei bike park più famosi d’Europa. Per
chi preferisce camminare, ci sono anche passeggiate di tutti i tipi, da quelle più easy per chi non
vuole faticare troppo come il Crap de la Parè: un balcone naturale a 2.400 metri d’altezza da dove si
può ammirare tutta la piana di Livigno e le vallate circostanti; a quelle più impegnative in mezzo ai
pini mughi della Val Viera oppure quella che conduce fino alla vetta del monte Breva (3.014 metri),
confine naturale tra la Svizzera e l’Italia. Vengono inoltre organizzate passeggiate di gruppo o
escursioni in mountain bike in compagnia del bike team Lungolivigno.
E per chi ama l’acqua: per tutta l’estate il lago di Livigno è navigabile ed è possibile noleggiare in
loco windsurf, canoe e barche a remi. I bambini si possono inoltre divertire nel nuovo Livin’ Sun
Park: un grande parco giochi interamente realizzato con fieno e legna.
Valido dal 27.06 al 7.8.2015 e dal 21.08 al 14.09.2015 presso l’hotel Parè
2 notti euro 174,00 a persona in camera doppia standard
Info e prenotazioni:
www.lungolivigno.com
tel. 0342 990111
BUKA ultimo ballo retrofuturistico con
volo pornocosmico
Si chiude lunedì 1 giugno con un ultimo happening d’arte e musica la stagione BUKA: la migliore
musica elettronica da club, assolutamente fuoriluogo, d’avanguardia, (con)temporanea, itinerante e
site – specific. L’appuntamento è lunedì 1 giugno nell’affascinante club “Striptease”, spazio fuori dal
tempo, in cui ballo e performance dal vivo si intrecciano e si mescolano adeguandosi all’anima del
luogo (ex cinema negli anni trenta, trasformato in un club disco negli anni Ottanta, e infine il primo
locale di lap dance d’Italia nel 1997 con il nome di “Striptease”).
Un locale unico per l’originale atmosfera che lo pervade tra estetica periferica decadente e
architettura sontuosa: le tende di velluto rosso, l’ampio palco, le scenografie e gli allestimenti in stile
“cosmico”, la consolle in alto, gli allettanti divanetti privè nella zona playroom, l’ottima aereazione,
lo spazio imponente da ex cinema, tutto è utilizzato da BUKA per questo “ballo retrofuturistico con
volo porno cosmico”. Un pastiche di stili e un format costruito appositamente per rievocare le
diverse anime dello spazio tra proiezioni, performance live, dj set e ballo.
La serata di apre alle ore 21.30 con una prima parte con selezione di video artistici e frammenti di
sexy movie ad ambientazione spaziale. Seguiranno due concerti: l’ambient occulta del sassofonista e
polistrumentista tarantino Valerio Cosi, e per la prima volta in Italia, Black Zone Myth Chant,
“psichedelia rituale afrocentrica”, dalle atmosfere oscure e tribali.
Dopo la mezzanotte, senza soluzione di continuità, si entra nella seconda parte e si balla con la
musica da club più ricercata, la techno-wave con il live dell’inglese Broken English Club e tre ore di
showcase dell’etichetta Minimal Rome: live acid-house della Banda Banetti più l’ibrido live/djset di
Dave Grave con i compagni alle macchine.
Ad intervallare la musica le provocatorie performance ispirate al mondo sexy trash dello stripclub: le
legature del MaestroBD, il collettivo spagnolo Abismal e l’Arte del Solletico di Kalamos aperta al
pubblico.
BUKA, nata come rassegna musicale e artistica volta al riuso del prestigioso complesso della ex casa
discografica CGD di via Quintiliano a Milano – coinvolgendo, nei tre anni di attività, le più importanti
avanguardie della club culture e i migliori festival musicali d’Italia – conferma dunque la sua anima
itinerante forte del successo dei luoghi che ha attraversato: dalla serata berlinese “AUßERHALB
DER BUKA – An exhibition in Berlin”, un’avvincente combinazione tra una galleria d’arte
temporanea e una club night, agli eventi privati nel Cinema Manzoni, al rave nell’ex-bordello alla
periferia di Madrid, e questo magico club-non-club Striptease, ormai già un cult delle notti milanesi.
BUKA
lunedì 1 giugno 2015 – dalle ore 21.30 alle 05.30
Ex Cinema Moderno-Aramis / Striptease Via Padova 272, Milano
Prima di mezzanotte 10 intero / 8 ridotto BUKA CLub Members
Dopo la mezzanotte 15 intero / 13 ridotto BUKA CLub Members
Per maggiori informazioni www.buka.xyz
A passeggio per EXPO
di Giuliana Tonini – Ho fatto una prima puntatina all’Expo. Con la formula ingresso alle 19 e
chiusura alle 23.
Solo un primo assaggio in attesa di visite più sostanziose, perché in sole quattro ore dell’Expo ci si
può giusto fare un’idea d’insieme.
Premetto che, tra le fazioni ‘l’Expo mi è piaciuto’ e ‘l’Expo non mi è piaciuto’, io appartengo alla
prima.
Dunque, in quattro ore si può scegliere di scorrazzare sul decumano e sul cardo di romana memoria
e tra i padiglioni del sito, visitandone qualcuno tra quelli che rimangono aperti di sera ai visitatori,
oppure una alternativa può essere cominciare a visitare bene i padiglioni e mettere poi ‘visto’ o ‘da
rifarci un giro’ sulla propria mappa.
Io ho scelto di scorrazzare, pur dopo qualche tentennamento sul visitare subito il Padiglione Zero,
che introduce all’esposizione presentando un percorso sul rapporto dell’uomo con l’ambiente e col
cibo dalla sua comparsa sulla Terra fino ad oggi. ‘Divinus halitus terrae’, che campeggia su una delle
pareti esterne del Padiglione Zero, all’ingresso del sito espositivo, era molto invitante, ma mi sono
riservata di gustare appieno questo pezzo forte la prossima volta.
È divertente risalire il decumano e vedere il risultato delle corse disperate delle ultime settimane
prima dell’apertura. Il risultato sono padiglioni che io ho trovato affascinanti sia dal punto di vista
dell’architettura, design e tecnologia sia dal punto di vista dei contenuti e dell’atmosfera.
Una delle critiche più frequenti è che l’Expo di Milano non è altro che una fiera tendente al parco dei
divertimenti. Ma mi viene da pensare che essere una fiera è la funzione stessa di una esposizione
universale, in cui i paesi partecipanti mostrano quello che sono, e soprattutto saranno, capaci di fare
e produrre in un determinato settore.
Nei padiglioni in cui sono entrata, il tema dell’esposizione – Nutrire il pianeta, Energia per la vita – è
stato reso con installazioni accattivanti, pannelli descrittivi ed esposizione di oggetti relativi alla
produzione del cibo. Ho sentito dire più di una volta che gli unici paesi che hanno centrato questo
tema, concentrandosi soprattutto verso il futuro dell’alimentazione, sono stati Germania e Svizzera.
La prossima volta sarò particolarmente curiosa di visitare i loro padiglioni.
E ora veniamo a quella che, secondo me, è la superstar dell’Expo: l’albero della vita.
Lo trovate alla fine del cardo, vicino al padiglione Italia, di cui è il simbolo. È al centro di un lago
artificiale perfettamente rotondo, che dà il nome all’area circostante, Lake Arena.
Già alla luce del giorno e ‘a riposo’, coi suoi trentasette metri di legno e acciaio, la creatura del
veneziano Marco Balich – direttore artistico del padiglione Italia – ispirata a un disegno di
Michelangelo, fa proprio un bell’effetto. Ma quando lo si vede animarsi col suo suggestivo spettacolo
di luci, colori, fuochi, acqua e musica non si può non esserne rapiti. Lo spettacolo più bello e più
lungo, quasi un quarto d’ora, è quello notturno, alla mezza di ogni ora. E si vive una autentica
atmosfera di rito collettivo, con centinaia di persone attorno all’albero della vita, accorse sulle
gradinate intorno allo specchio d’acqua o in piedi nello spazio circostante.
Ci sono poi alcune cose, grandi e piccole, che ho trovato particolarmente ‘sfiziose’. La riproduzione
della Madonnina nel padiglione della Veneranda Fabbrica del Duomo. La rete del padiglione del
Brasile, dove bambini e adulti si divertono come pazzi a camminare sospesi a mezz’aria e
dondolando. Le coltivazioni su pannelli verticali e la stupefacente cascata digitale del padiglione
USA. Le sculture giganti di Libeskind all’incrocio tra il cardo e il decumano. I contenitori di sakè nel
padiglione giapponese. Le altalene (i ‘kiik’) del padiglione estone, che oscillando generano energia
elettrica. Le tipiche poltroncine in vimini da spiaggia che il padiglione tedesco mette a disposizione
dei visitatori per riprendere fiato tra una visita e l’altra, su cui si ha l’impressione di essere in
villeggiatura sul Mare del Nord. La scultura coi ‘carciofoni’ tricolore bianchi, rossi e blu del
padiglione della Francia.
E il suggestivo e caleidoscopico percorso tra gli specchi nel padiglione Italia, con le proiezioni di
celebri paesaggi italiani e opere d’arte? Eh…. sarebbe sicuramente entrato a pieno titolo nella mia
top ten di questa prima puntata….. se fossi riuscita a vederlo. Sì, perché il padiglione di noi padroni
di casa chiude alle 20.30. Già il fatto che diversi padiglioni siano chiusi durante le ore serali di visita
è una delle note negative dell’esposizione. Ma che proprio quello del paese organizzatore chiuda
all’ora di cena mentre il Turkmenistan e altri sono gli ultimi a spegnere le luci non fa una bella
impressione.
In ogni caso, però, il mio bilancio di questa prima visita è più che positivo. L’Expo Milano 2015 mi
piace. E aspetto la prossima visita per vedere e scoprire tante altre cose, ed entusiasmarmi ancora.
EXPO CILE il paese alla fine del mondo
di Matteo Rolando – Due volte a settimana, alle 10 del mattino, nel padiglione cileno di Expo si
celebra l’alzabandiera: si canta l’inno cileno e tre “carabineros”officiano la cerimonia secondo la
tradizione nazionale. Il blu, bianco e rosso della bandiera rappresentano il mare (l’oceano Pacifico),
le Ande e il sangue dei patrioti cileni che combatterono per l’indipendenza, insieme a una stella a
indicare che il Cile è una repubblica unitaria e non federale. Il padiglione ha una superficie di circa
2.000 metri quadrati, suddivisi in tre piani: al piano terra c’è l’ingresso, il ristorante e un negozio
che vende prodotti di artigianato, souvenir, alimenti e vini. Al primo piano ci sono le sale espositive,
e al secondo gli uffici amministrativi e un auditorium per le conferenze.
Rafael Bordachar, 26 anni, è una delle guide che dà il benvenuto ai visitatori e ha fatto molto strada
per arrivare fino ad Expo: in Cile ha superato una selezione molto rigida, con una serie di interviste
individuali e di gruppo, a cui hanno partecipato più di 2.000 persone. E’ così che ci racconta la sua
esperienza.
Da che parte del Cile vieni?
Da Curicò, una città a sud di Santiago, la cui economia si basa su colture di mele e vite (Curicó è
una cittadina di circa 100.000 abitanti che si trova nella regione di Maule, di cui è anche capoluogo).
Come hai imparato l’italiano?
L’ho imparato perché ho studiato in Italia e ho conseguito la laurea in architettura a Venezia
nell’anno 2013. L’Italia è un paese molto importante per la cultura e ho voluto studiare qui.
Come hai deciso di venire a lavorare in Italia, a Expo?
Volevo lavorare per qualcosa che rappresentasse il mio paese all’estero. Expo è una buona occasione
per condividere la propria cultura e apprendere quella di altri paesi in un contesto multiculturale.
Come inizia la tua giornata tipo?
Arrivo al padiglione insieme ai miei colleghi, mi metto la divisa: pantaloni e giacca nera e una
maglietta con una stampa di Mister Nobody, un personaggio con forma di cuore disegnato da un
poeta centenario cileno, Nicanor Parra, che rappresenta il mio paese. (Uno dei più importanti poeti
cileni contemporanei).
Come si svolge il tuo lavoro?
Mi incontro con i miei colleghi e ci dividiamo quotidianamente le attività di accoglienza nelle diverse
“stanze” che compongono il padiglione, e facciamo da guida ai visitatori. Arrivano al padiglione 50
persone ogni dieci minuti per la visita guidata, che dura venti minuti, con una media di 3.000
visitatori al giorno e altri ancora che preferiscono andare a mangiare e a vedere i negozi presenti
all’interno.
Di che nazionalità sono i visitatori?
Principalmente sono italiani, ma ci sono anche molti stranieri.
Qual è la parte più emozionante della visita secondo te?
La seconda parte, la “sala de las personas”, in cui ci sono otto schermi e in ognuno si vede l’
immagine di un cileno che lavora la terra: è la catena produttiva agricola delle diverse regioni,
quindi viene rappresentata tutta la diversità del paese.
Quali sono le tue aspettative per il tuo futuro lavorativo, dopo l’esperienza Expo?
Ho un lavoro in Cile come architetto, ma mi piacerebbe studiare urbanistica e lavorare in un ente
governativo.
Cosa ti piace di Milano e dell’Italia?
Mi piace che sia una città cosmopolita e molto verde, con strade alberate che mi ricordano Santiago
del Cile. Gli italiani sono molto simpatici ed è un paese molto ricco di cultura, gastronomia e
paesaggi affascinanti.
Una curiosità su Expo?
In ogni padiglione lavorano persone di tutte le nazionalità, non solo appartenenti al paese
espositore. Per esempio nel mio, noi guide non siamo tutte cilene. Questo è l’animo multiculturale di
Expo: durante e dopo il lavoro abbiamo occasione condividere le nostre esperienze con i colleghi di
diverse parti del mondo.
Una curiosità sul tuo paese?
Il Cile è il paese più a sud del mondo e il più lungo del mondo: questo gli dà la particolarità di avere
diciassette climi diversi. Lavorando in Expo mi sento a casa, perché ogni giorno ho un contatto
diretto con la mia cultura, oltre che con le altre . Sei mai stato a visitare il paese “alla fine del
mondo”?
Con queste parole Rafael mi lascia e torna al suo lavoro: é così che giorno dopo giorno, visita dopo
visita, i padiglioni di Expo accolgono i visitatori, offrendo una loro panoramica culturale e
gastronomica sullo sfondo di una Milano in fermento come mai prima.