animali... utili e dannosi?
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animali... utili e dannosi?
❤ LA FAUNA SCHEDA F10 animali... utili e dannosi? U Un tempo, l’uomo era solito suddividere gli animali in due sole grandi categorie: gli organismi utili, dai quali si poteva trarre un qualsiasi beneficio (carne, latte, uova, pelle o anche svago e compagnia) e quelli nocivi o dannosi, che pregiudicavano direttamente o indirettamente le attività umane. Tutti gli altri animali, che non interessavano economicamente, erano pressoché ignorati, tanto che per molto tempo non vennero descritti e individuati con un nome comune. Tra i nocivi, nelle nostre zone furono perseguitati sin dall’antichità i grandi predatori, come il lupo o l’orso ma anche i carnivori di minori dimensioni, quali la volpe, i mustelidi, i rapaci. Essi scomparvero o si ridussero notevolmente, uccisi da fucilate, trappole ed esche avvelenate. I nostri fiumi persero allora i giochi delle lontre, i nostri boschi l’ululato del lupo e la veloce corsa della lince, le nostre montagne il volo planato dei grandi rapaci, come il gipeto. Anche animali meno vistosi, come i serpenti, sono stati a lungo perseguitati: ignoranza, superstizione e paura hanno colpito per lungo tempo vipere, colubri, biacchi, bisce ed addirittura orbettini. Solamente negli ultimi decenni, la comprensione degli equilibri naturali ed il diffondersi di una maggiore sensibilità ambientale hanno fatto intendere che tutti gli organismi sono elementi fondamentali ed indispensabili nel complesso tessuto degli ecosistemi, poiché per esempio i predatori svolgono un ruolo importantissimo nel mantenimento degli equilibri ecologici e nel controllo delle popolazioni di erbivori. Tuttavia, per alcune specie era ormai troppo tardi. Al momento attuale, grazie al mutato clima generale, assistiamo da un lato ad un ritorno spontaneo di alcune specie (come il lupo), dall’altro a estese campagne di reintroduzione (è il caso del gipeto). Ma la grande sfida, la competizione che la nostra specie conduce da secoli, è specialmente rivolta verso organismi più piccoli, ma più numerosi e pericolosi: sono quelle specie che il grande entomologo francese Henri Fabre chiamava ‘les ravageurs’ cioè i devastatori. Nei secoli scorsi, le coltivazioni ed i raccolti erano soggetti agli attacchi di numerose specie di insetti: un’intera annata di lavoro e Biscia dal collare o Natrice. Questo rettile, ormai raro e localizzato, è strettamente legato all’acqua, come recita il nome stesso. Nell’acqua la Natrice nuota agilmente, sia in superficie che sotto e caccia piccoli pesci, anfibi e larve di insetti. I serpenti sono tra gli animali più detestati. Spesso sul loro conto si raccontano anche un mucchio di cose non vere. In realtà i serpenti rappresentano un anello importantissimo della catena biologica e la loro presenza permette di controllare numericamente molte specie, topolini, insetti, che in sovrannumero sarebbero dannosi per le attività umane e per l’ambiente. Con la partecipazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Saluzzo ❤ SCHEDA F10 LA FAUNA animali... utili e dannosi? SCHEDA N. 1 fatica poteva essere vanificata dall’attività di questi organismi, che colpivano non solo le aree coltivate ma anche il materiale già immagazzinato. Tra i gruppi che possiamo ricordare, i coleotteri, principalmente con le famiglie dei Crisomelidi, dei Curculionidi, degli Elateridi e degli Scarabeidi. La dorifora, proveniente dagli Stati Uniti, si è rapidamente espansa in Europa, creando in passato gravi danni alle coltivazioni di patate, mentre altri generi attaccano i campi di cereali. I lepidotteri, o farfalle, annoverano al loro interno numerose specie dannose in agricoltura: in questi casi, sono le fasi larvali, o bruchi, che defogliano le piante o attaccano i frutti. Gli afidi colpiscono i vegetali direttamente succhiandone i liquidi vitali ma soprattutto trasmettendo e diffondendo numerose malattie virali, quali la malattia dell’arrotolamento delle foglie. La voracità delle locuste, ortotteri, ha valso loro addirittura il dubbio merito di rappresentare una delle piaghe d’Egitto; anche se nelle regioni temperate rappresentano un problema minore, esse affliggono ancora oggi numerose aree, per esempio dell’Africa. I magazzini di derrate alimentari ed i mulini sono stati spesso danneggiati seriamente da altre specie, per esempio coleotteri della famiglia dei Tenebrionidi. Altri gruppi rappresentano un pericolo per la salute dell’uomo e degli animali domestici. I ditteri, per esempio, come mosche, tafani e zanzare, sono responsabili della trasmissione di numerose infermità. Alcune specie parassitano negli stadi larvali i tessuti viventi di bovini ed ovini (ed in alcune regioni anche umani), come l’ipoderma che perfora il cuoio delle mucche e si insedia nella regione sottocutanea sino alla maturazione, provocando una malattia detta miasi. Altri ditteri, in particolare i Culicidi o zanzare, sono vettori di malattie un tempo diffuse in quasi tutta l’Europa, come la malaria. Contro tutti questi organismi l’uomo combatte da sempre una lotta senza quartiere e spesso dall’esito incerto. Negli ultimi decenni, con l’introduzione e l’impiego massiccio di prodotti chimici in agricoltura, come gli insetticidi ed in genere i biocidi, l’incidenza di questi ‘nemici’ si è notevolmente ridotta. Tuttavia, molte altre specie hanno pagato duramente il costo di questa nostra battaglia: abbiamo condotto alla rarefazione ed alla scomparsa numerose specie ‘innocue’, distruggendo intere catene alimentari. Nelle calde sere estive è ormai una rarità osservare il lento volo di un cervo volante o di altri grandi coleotteri mentre nelle nostre pianure sono pressoché scomparse le farfalle eccetto poche, banali specie. Addirittura, nei piccoli orti artigianali, ci ostiniamo a combattere qualunque forma di vita ‘non autorizzata’: siamo sicuri che sia meglio produrre e consumare verdura e frutta perfette ma cresciute grazie a superdosaggi di sostanze chimiche, piuttosto che tollerare il lavoro di Foto: Massimo Campora - Testi: Stefano Fenoglio, naturalista e Renzo Ribetto - Disegni: Silvio Pautasso - © Parco del Po Cuneese - Mar. 02