Castell`Arquato, Lugagnano Val d`Arda

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Castell`Arquato, Lugagnano Val d`Arda
IT4010018
PROVINCIA
DI PIACENZA
I siti della rete europea Natura 2000 in provincia di Piacenza
Parco Fluviale
del Trebbia
SIC IT4010008
Castell’Arquato,
Lugagnano Val d’Arda
Il sito è costituito da due distinte aree della fascia collinare, separate
Autorità di gestione designata per l’esecuzione delle attività: Provincia di Piacenza
Organismo responsabile dell’informazione: Direzione Generale Agricoltura della Regione Emilia-Romagna
E NTE DI GESTIONE
PER I PARCHI E LA BIODIVERSITÀ
E MILIA O CCIDENTALE
IT4010012
PIACENZA
IT4010016
IT4010019
IT4010005
0
01
IT4
1
01
IT4010017
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IT4010008
Parco
dello Stirone
e del Piacenziano
IT4020003
IT4010007
IT4020008
IT4010003
dalla valle del Torrente Chiavenna e caratterizzate da affioramenti
pliocenici di tipo sabbioso e argilloso, con presenza di ripe, alvei fluviali
e versanti caratterizzati da morfologie calanchive, talora profondamente incise sino a formare anfiteatri e
scoscendimenti. L’instabilità e l’asprezza del territorio hanno favorito la conservazione di unità ambientali relitte
di notevole interesse naturalistico. Già alla fine del 1700 il territorio era noto a livello internazionale per essere sede
di importanti giacimenti fossiliferi ora tutelati dal Parco Regionale dello Stirone e del Piacenziano e dall’Ente di
gestione per i Parchi e la biodiversità Emilia Occidentale.
I numeri della biodiversità
Codice: IT4010008
Area: 280 ha
Altezza slm: min. 200 m - max 450 m
Competenze amministrative nel SIC: Enti che
detengono la competenza ad approvare un progetto, un intervento o un’attività.
Competenze gestionali del SIC: Provincia di
Piacenza ed Ente di gestione per i Parchi e la
biodiversità Emilia occidentale.
3 habitat di interesse comunitario, di cui 1
prioritario. 12 specie floristiche di interesse
conservazionistico, di cui 2 endemiche e 2 di
importanza comunitaria. 10 i rettili, 5 gli anfibi e 6 gli uccelli di interesse conservazionistico. 17 le specie di mammiferi di importanza
conservazionistica, di cui 15 di importanza
comunitaria. 3 specie di insetti di interesse
conservazionistico, di cui 1 di prioritaria
importanza comunitaria.
La fitta e articolata compenetrazione di boschi di
latifoglie, calanchi, prati aridi, aree arbustive nelle aree
di ricolonizzazione di ex-coltivi e coltivi ha favorito il
mantenimento di un’elevata biodiversità. La presenza,
inoltre, di ambienti tipicamente sciafili, umidi e con limitata
escursione termica annuale (connessi all’esistenza di
numerose gallerie scavate in sedimenti sabbioso-detritici
ed ormai abbandonate da decenni) completa l’elevata
diversificazione ambientale che caratterizza questo sito.
La flora presenta elementi di grande pregio in tutti gli
ambienti. Nei boschi vegeta l’Anemone trifoliato, pianta
rarissima in regione e segnalata solo sull’Appennino
piacentino, il Ruscolo pungitopo, di importanza comunitaria,
e il Dittamo, un piccolo arbusto dai fiori rosati. Ai loro margini
e nei prati si trova l’Aquilegia scura, con gli inconfondibili fiori
penduli. I prati in primavera sono cosparsi delle splendide
fioriture di diverse specie di orchidee: la Barlia, rara in tutta
Italia; il Barbone adriatico, specie di importanza comunitaria
diffusa soprattutto nella parte occidentale della regione;
l’Ofride scura, rarissima a sud della Via Emilia; l’Ofride dei fuchi,
col caratterisco labello che ricorda le femmine dei bombi in modo da favorire l’impollinzazione da parte
dei maschi; la Serapide maggiore, la cui stazione di rilevamento è l’unica segnalata nella provincia di
Piacenza; il Viticcino autunnale, una specie dalla fioritura tardiva in cui i fiori sembrano avvolgere il gambo
in una spirale. Cespuglieti ed incolti su terreno argilloso ospitano l’Ononide di Masquilleri, una fabacea
endemica delle colline emiliano-romagnole e marchigiane.
La fauna offre aspetti di sicuro interesse in particolare per quanto riguarda i pipistrelli. Con ben 13 specie
e diverse centinaia di esemplari, infatti, questi animali sono la presenza faunistica di maggior rilievo: le
vecchie miniere di calcarenite ospitano la colonia di Miniotteri più numerosa del piacentino.
La rete europea Natura 2000 è un sistema organizzato di aree (siti) destinato a preservare la biodiversità presente sul territorio dell’Unione Europea e in particolare a tutelare habitat e specie
animali e vegetali rari e minacciati. L’aspetto innovativo di Natura 2000 è il fatto che oggetto della tutela non è un semplice insieme di territori isolati tra loro, ma un vero e proprio sistema di aree
(rete) pensato per ridurre l’isolamento degli habitat e fornire alle specie adeguati collegamenti ecologici. Questa Rete trae origine da due Direttive comunitarie: la 92/43/CEE “Habitat” e la 79/409/
CEE “Uccelli” (sostituita dalla 2009/147/CE), che chiamano gli Stati dell’Unione a individuare sul proprio territorio Siti di Importanza Comunitaria (SIC) e Zone di Protezione Speciale (ZPS). Le due
Direttive intendono rimediare allo stato di frammentazione in cui versano gli ambienti naturali e seminaturali del territorio europeo, sottoposti a pressioni antropiche di varia natura. Proteggere
le specie a rischio e gli habitat che le ospitano vuol dire garantire il mantenimento a lungo termine della biodiversità. L’individuazione dei Siti in Italia è stata affidata, ciascuna per il proprio
territorio, alle singole Regioni con il coordinamento del Ministero dell’Ambiente. 16 sono i siti Natura 2000 in provincia di Piacenza: 13 SIC e 3 SIC-ZPS.
Zafferano
selvatico
(Crocus vernus)
Foto L. Ziotti
Di particolare rilievo, inoltre, sono la colonia svernante di Ferro di cavallo minore, la più importante della
provincia di Piacenza, e la colonia svernante di Ferro di cavallo maggiore. Nel sito è presente anche il raro
Molosso di Cestoni, una specie molto localizzata nel territorio provinciale. Tra i mammiferi è interessante
anche la presenza regolare dell’Istrice, un grosso roditore che sta tornando a ripopolare i boschi italiani.
I querceti ospitano il Cervo volante e il Cerambice delle querce, due grossi coleotteri, mentre nei prati e tra
gli arbusti vola la Falena dell’edera, specie di prioritaria importanza europea.
I Rettili presentano comunità ben diversificate, con presenze di rilievo quali due specie di Coronella e il
Colubro di Riccioli, tre innocui serpenti, la Luscengola e la Lucertola campestre, che sebbene presente
lungo la fascia collinare, non appare mai diffusa e comune in questo distretto provinciale.
Quanto alla fauna ornitica, la presenza di maggior rilievo è rappresentata dal Falco pellegrino, che nidifica
regolarmente in questo territorio.
Gli obiettivi e le azioni di conservazione
Le specie rilevate
di importanza conservazionistica
Le indagini conoscitive adottate per la reda-
Ramarro
(Lacreta bilineata)
Foto A. Battaglia
Rana verde
(Lanius Pelophylax lessonae/klepton esculentus)
Foto A. Battaglia
Ferro di cavallo
maggiore
(Rhinolophus
ferrumequinum)
Foto A. Ambrogio
Info web
www.provincia.pc.it
zione delle Misure Specifiche di Conservazione e dei Piani di Gestione hanno restituito
dati scientifici su una serie di habitat e specie
vegetali e animali considerati “di importanza
conservazionistica” in base a criteri definiti
da Direttive e Convenzioni internazionali,
Liste Rosse, Leggi regionali e nazionali,
endemismi, in funzione della rarità, della
vulnerabilità e del rischio di estinzione.
Flora. Anemonoides trifolia subsp. brevidentata, Aquilegia atrata, Barlia robertiana,
Crocus vernus subsp. vernus, Dictamnus
albus, Himantoglossum adriaticum, Ononis
masquillierii, Ophrys fusca subsp. fusca,
Ophrys holosericea subsp. holosericea,
Ruscus aculeatus, Serapias vomeracea subsp.
vomeracea, Spiranthes spiralis.
Fauna. Callimorpha quadripunctaria, Cerambyx cerdo, Lucanus cervus, Anguis fragilis,
Coronella austriaca, Coronella girondica,
Hierophis viridiflavus, Zamenis longissimus,
Lacerta bilineata, Podarcis muralis, Podarcis
siculus, Chalcides chalcides, Vipera aspis,
Bufo bufo, Hyla intermedia, Rana dalmatina,
Triturus carnifex, Pelophylax lessonae/
klepton esculentus, Circus pygargus, Pernis
apivorus, Caprimulgus europaeus, Falco
peregrinus, Lullula arborea, Lanius collurio,
Miniopterus schreibersii, Tadarida teniotis,
Rhinolophus ferrumequinum, Rhinolophus
hipposideros, Eptesicus serotinus, Hypsugo
savii, Myotis bechsteinii, Myotis blythii, Myotis emarginatus, Myotis myotis, Myotis nattereri, Pipistrellus kuhlii, Plecotus austriacus,
Muscardinus avellanarius, Hystrix cristata,
Crocidura leucodon, Crocidura suaveolens.
Tra il 2011 e il 2012 la Provincia di Piacenza si è fatta carico
di studiare tutti i siti di propria competenza in quanto Ente
gestore e di analizzarne le vulnerabilità al fine di produrre
misure di conservazione a tutela degli habitat e delle specie
di interesse comunitario, come previsto alla Direttiva 92/43/
CEE Habitat. Tra gli obiettivi: conservare gli habitat di elevata
valenza quali quelli di ambiente rupestre ofiolitico, di greto
e di prateria arida; conservare le specie animali e vegetali
individuate secondo disposizioni regionali e comunitarie;
migliorare le conoscenze sulla biodiversità; informare,
condividere e concertare le scelte gestionali con cittadini e
stakeholder.
Nello specifico, le misure di conservazione comprendono
da una parte direttive e regolamentazioni, dall’altra azioni
di gestione a tutela delle specie e degli habitat di interesse
conservazionistico.
Le direttive e le regolamentazioni hanno la funzione di
normare attività, opere e interventi particolarmente critici
per la conservazione della biodiversità, affinchè possa essere
evitato un significativo disturbo delle specie e il degrado
degli habitat: per esempio, la raccolta della flora, il transito
con mezzi motorizzati, l’immissione di specie alloctone, la
caccia, la pesca, le pratiche silvocolturali, il taglio e la raccolta
della legna. Trattasi di regolamentazioni già presenti nella
normativa di settore e di alcuni accorgimenti atti a preservare
ambienti e specie particolarmente vulnerabili o rari in
Europa. Le azioni di gestione sono riferite a interventi attivi,
programmi di monitoraggio e ricerca, azioni di informazione
e sensibilizzazione ai cittadini e ai fruitori dell’area, attività di
educazione ambientale nelle scuole.
Gli interventi attivi prevedono azioni per migliorare lo stato
di conservazione delle specie e degli ambienti, quali ad
esempio: realizzare zone umide per la riproduzione degli
anfibi, individuare i confini con tabelle perimetrali e apporre
cartellonistica informativa, realizzare studi di fattibilità per
migliorare la funzionalità ecologica dei fiumi. I programmi
di monitoraggio e ricerca sono volti essenzialmente ad
approfondire le conoscenze sulle specie più elusive e più
fragili tra quelle ospitate in questi ecosistemi. Attraverso
azioni di sensibilizzazione, educazione e informazione, infine,
si vuole incrementare il livello di conoscenza sulle specie e
sugli habitat.